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Lo slavo mio compagno di branda, rancio e prigione si e' seccato Brisingr tipo in un pomeriggio, un paio di settimane fa. Dice che e' bellino, penso che lo leggero'.
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Ho adorato la trilogia al punto di rileggerla 5 volte (e, quest'inverno - che' questi son libri da buio alle cinque e alberi senza foglie e neve - una sesta rilettura in lingua originale non me la toglie nessuno). Avevo anche aperto un topic a riguardo un paio d'anni fa. il mio nickname viene da questa storia.
Il film mi ha indignato. Non so proprio se andro' a vedere i prossimi (cioe', certo che andro', ma e' per farvi capire il giramento che mi viene a parlarne).
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Sono d'accordo con Aerys, sebbene in conflitto d'interessi: quasi sempre deliro, e e nemeno con particolare maestria. Che la poesia sia un'altra cosa, e' vero e lo so.
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Viaggiavo l'aria gelida,
gli empty stores,
vuoto grigio senza vederlo,
occhi che serrano il cielo d'erba
alla finestra, nel sudore
dolce delle barbe.
Sgrano un dollaro fra le dita,
gli occhi pomi maturi
fingendo di piangere,
fingendo di essere altrove.
Non funziona se sputi
nel limbo che il cuore abbia denti:
tetri e gelidi i tempi
i passi umidi, che le sbarre smussano
contro il cuscino. I camion
di burro, e' l'alba; nubi
inesistenti. Ti chiedo le case
soffuse perche' sono cresciuto.
E alle palpebre, a liberta'
minuscole, a sillabe
che sono larve ridero' col mondo
le mie viscere di gorgo,
aggrappato a quei giorni d'insalata marcia: e
il mondo si slabbrera' ridendo.
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A chi viene, a chi va...
Ai pomeriggi smaglianti e alle notti livide...
Il suonatore Jones - Fabrizio De Andrè
In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
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Per colpa di quel mona di Aerys che vuol farmi piangere, prima di partire mi sa che una fotina ve la devo mandare. Non l'avevo mai fatto - un po' per pigrizia: un cellulare che fa le foto ce l'ho da giugno e praticamente ancora non ne ho fatta una; un po' perchè il mio cervello è a compartimenti stagni e a volte ho la sensazione che ciò che è virtuale è giusto che così rimanga: pippe. Probabilmente ormai pensate quasi tutti che soffra di qualche inguardabile menomazione fisica... In effetti...
Queste due le ha fatte una mia amica (che compare anche nella seconda foto: la terza ragazza da sinistra) in gita a York. Erano i primi di marzo. Dell'ultimo periodo ne ho davvero pochissime, così ho scelto 'ste due.
In questa ci siamo io (sono quello non-biondo) e il mio amico Max. Dalla foto si evince che ce l'abbiano fatta in pullman, ma io proprrio non me la ricordo.
http://img369.imageshack.us/my.php?image=y1piveqrmjvlbch5yn3lrtyjp9.jpg
Qui invece serata downtown. Io sono il primo maschio a destra.
http://img356.imageshack.us/my.php?image=y1pudipvjebn0xwajhpbcpqtv4.jpg
L'altro ieri sera. Io sono quello dall'aria distinta e con la maglietta azzurra.
http://img172.imageshack.us/my.php?image=y1ptgzsmeftdbtw5jqpu7vwyo5.jpg
Vi lascio con l'epilogo della prima festa di Bailo. Quello sono io.
http://img180.imageshack.us/my.php?image=y1pyyqxk1vwgw1tid4bsmxchr4.jpg
Attendo la mia dose di 'gava', ora...
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a novembre uscirà Harry Potter e il principe mezzosangue...
ecco il trailer!!
Penoso, il trailer. Speriamo che il film sia un po' meglio del quinto.
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Questo è l'incubo per cui tutti hanno pagato,
giarrettiera di punti impossibili
dove tutto è esaudito.
Mostrami il rumore dei ricordi
nascond-insegui la stele dei singulti.
Le mosche intoccabili sul ciglio si accendono.
Parliamo per ore di gente che non esiste.
Saprai soccorrere
i miei occhi colpevoli,
quando ogni teschio verrà giudicato -
credo - per l'intensità
della sua incandescenza?
Là c'è un fiammifero acceso in eterno,
ogni cosa è impossibile,
sono belle le notti cobalto
e nel gesto satanico della bottiglia
una colomba che veglia gli insonni.
Ieri ho visto il Padre
sommergere il mondo
con manciate di pianto gelato.
I futuri, nei bozzoli,
son vizzi e ammuffiti.
(Cristianamente - disse
carezzandole i capelli ossigenati).
Nessuno sopravvisse
alla propria nudità.
I nostri passi bambini nel tempo,
candela demente. Il riso
infinito dei baratri;
il mio nome nel fiume di fuoco,
come un numero sempre mancante.
(Ma tagliare quella pizza convulsa. Eredi.)
Brinda alla notte attutita:
serpenti commossi
morderemo la gente.
Cresceremo figli tragici
per guardarli decomporre,
uccelli migratori.
Nel lungo esilio dell'infanzia
stretti in un guscio di noce
ridemmo blu.
(Mio Dio - non sono
mai riuscito a commuoverti).
Cercateci in un'ombra come una ballata dolente,
nel vagito d'orrore dei giorni. Bocca
che sogna di bere
(la morte), corpo che freme
nell'erba di sperma, muro di mani
che non si toccano.
Cuore tetragono
postumo
blues.
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2001 Space Odyssey.
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Il primo - l'unico che ho letto, per il momento - è bellissimo. Scrivi ciò che conosci, ciò che sei: e si sente. Bravo.
Complimenti.
Giusto anche il consiglio di Strike.
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Sono riuscito a recuparlo nella rassegna all'aperto del paesotto ligure dove faccio le vacanzze
Bellissimo, girato da Dio, un vero e proprio a omaggio a Cormac Mc Carthy e alla sua scrittura lenta, ossessiva, delirante. Oscar meritati.
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Psycho Killer
Qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Me li faceva sentire mio padre: grandissimi.
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Do-sto-e-vskij!!!
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Dispiace anche a me. Ci sono cresciuto, con Superquark.
Mi ricordo che quando ero proprio piccolo piccolo potevo guardare solo il primo servizio (che due volte su tre riguardava il complesso rapporto leoni-antilopi nel parco del Serengeti ), e poi c'era il commento di Mainardi, l'entomologo con la r moscia...
Vabè...
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Pullman, la Hobb, Tolkien e Martin. In quest'ordine, direi.
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un matrimonio
io e mio padre
sudando i vestiti scuri
nel sole di paese
mia madre tirata
come una trentenne
soffoca i tacchi nell'asfalto fuso
e dopo la salita l'attesa
della sposa fuori dalla chiesa
in rovina per colpa del pd
il fiato marcio degli sconosciuti
la paura dietro i sorrisi
sono l'unico senza cravatta
tranne un cretino di arredatore pisano
e mia zia robbosa di tranquillanti
gli occhi vuoti commossi
come una tortora zoppa si aggrappa
a quel suo marito padrone gentile
fascista kitsch con un immenso cuore
che ha sposato a vent'anni
per fuggir dalla madre
dentro la chiesa
è una povera chiesa consunta
da cent'anni di comunisti e perdono
e come conviene
la sposa arriva in ritardo
in un turbine di campane
trasfigurata dal vestito bianco
vergine come prima del verbo il cielo
dodici anni nel suo averne trenta
e sua madre con un cappotto rosa osceno
untuoso e idealista
un prete venuto da varese
benedice il dolore
e negando nietzsche
ritorna al dio-tutto
mia madre legge san paolo
e l'annamaria massacra il vangelo
(gli uomini e il tempo ti pioveranno addosso, biondo:
ama i bastardi che ti ammazzan di botte
marchiali a fuoco
quei loro cuori minuscoli
perchè ancor più piccolo è il tuo)
sono ancora potenti
le vecchie preghiere
se dette all'unisono
mano nella mano
fanno ancora vibrare
le formule arcane
il mondo fino alla radice
io e mio padre, gli atei
pietre nel torrente
piangiamo in silenzio
perchè la vita senza mantra
è solitudine e l'estate
un morto futuro
e gli sposi davanti all'altare
gli sposi in ginocchio
in questa casa dell'uomo in ginocchio
fra queste mura di pianto dolente
mio cugino lo sposo
che diceva di non essere nervoso
che ha vissuto a new york
e lavora a zurigo
fa sì con la testa
a ogni frase del prete
prima che il prete
abbia finito di dirla
il coro incendia un alleluia
per l’antico mistero del sangue
guardo le vecchie appassite
che con labbra spossate
prendono l'ostia dalla mano del prete
senza toccarla
guardando gli sposi
con un misto d’invidia e speranza
pensando all'odore di giugno
negli anni sessanta
scambio di anelli
giuramento
(giuro
ruberemo il costato al salvatore
per dare l'oro ai poveri)
e intanto le offerte
mio padre buon'anima
che dà un cinquantone
la nostra chiesa così povera
dice il vecchio parroco
- nessuno lo ascolta -
speriamo che il signore ci dia i soldi
ma è già bella così
in un pioggia di riso
il sagrato pieno di americani e lombardi
il sagrato brillante di flash
come un unico fiore
fatto di mille fiori
zoppi per il troppo sole
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A Gid, questa.
Dormono Sulla Collina - Fabrizio De Andrè
Dove se n'è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire
Dov'è Herman bruciato in miniera.
Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l'altro che uscì già morto di galera.
E cosa ne sarà di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volò e volò sulla strada.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l'altra d'amore.
E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.
E Lizzie che inseguì la vita
lontano, e dall'Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto
dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male
hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle barriere
legate strette perché sembrassero intere.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore né al cielo.
Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate
sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"
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Cosa si può dire? Le parole sono completamente inutili. Meglio il silenzio.
Le persone vicine, anche virtualmente, ti sembrano tutte immortali, poi un giorno...
Ciao, addio, arrivederci forse... Chissà dov'è, se è...
Grazie.
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i vecchi
chiuso in casa
che brucia il cielo
ma il corpo
che cos'era il corpo
un lume fradicio alieno
dal fetore candido
cervello rancido dissolve terra
in viscide pantofole
e volerla ammazzare
grasso insetto
insensati guarda i vecchi film
il pomeriggio su rete 4
voliamo su banchi usati di singhiozzi
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Ragazzo!, ragazzo!, finito in due giorni di insonnia... è veramente bello... cosa aspetti inizialo... sennò mi metterò qui a spoilerarlo tutto
Nooooooooo!!!!!!!!!
Appena finisco quello che sto leggendo adesso lo inizio.
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La furia dell'assassino (comprata ma non ancora letta)
Idem.
Ce l'ho a casa da una settimana, ma ancora qualcosa da leggere prima...
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Malinconia, Giulietta!
Nemmeno il coraggio di trascinare
i nostri incubi nella piazza!
Chi più di noi sapeva mendicare,
incurante del tempo rompere un boccale
sui banchi del mercato color suicidio?
E ti schiudevi come un'ostrica
- la mia metafora migliore! -,
come un’illusione alla luce, lo sentivo,
allo scoccare della mia abulia...
Non è da noi fiorire in eterno, Giulietta!
Ti ricontavo i capelli col tuo silenzio
che mi setacciava gli occhi alla vana ricerca
di un luccichio che meritasse il nome di rimpianto,
del più piccolo germoglio, di un qualsiasi soffrire;
poi storcevi la bocca, - bruciato- dicevi,
prima di piangere, tu, e diventare così brutta,
con quelle lacrime di fondotina
giù per le guance a scavarti amare.
E a nulla serviva violentarti di carezze: che sì,
bruciato lo ero stato e un po’ lo sono
- ma le tue mani con quello smalto osceno,
per quelle tue mani un giusto prezzo e niente più
la crepa tremante, il rimorso
del cielo fatto grembo alieno
Te lo ricordi il vento nei campi di soffioni, Giulietta?
Lo ripareresti ancora il mio cuore,
con le promesse e i chiodi?
E i vecchi meli sorretti dai sostegni,
rotti di nostalgia futura? - Lasciamo stare...
Era un maggio nevoso, e con voce incoerente
bestemmiavamo le stelle.
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Fa cagare, ma è una merdosità in endecasillabi, perlomeno.
La luna d'estate
Chi ha svegliato la luna d'estate?
Non sai, Giulia, tu innamorata
eterna delle notti argentate,
di chi è lo sguardo che l'ha chiamata?
E' il tempo dei fiori del vate,
di bianchi fuochi sull'erba ramata,
e gravide stelle, ninfe svestite
han tratto da sè la luna rinata.
Come i morti van nelle correnti,
fra nebbie di sacro e di profano
mille giorni si perdon nei venti:
con la luna viaggeremo lontano
come folli bambini innocenti
in un sogno purpureo di grano.
Libertà
In Prosa e Poesia
Inviato
Kirsten
Gli occhi di nessuno, gli occhi di nessuno;
e i fratelli maggiori dispersi vecchi
verbi uomini amari urlati ed
esauriti negli zigomi delle loro madri infedeli
per quell'unico istante di giustizia di vite
come case scricchiolanti irrimediabilmente
stritolate dalla notte senza ore.
Il dopobarba di papa';
quanto era alto! Le corse
in montagna la resina le ragazze
di un tempo quando piangevano per
un bacio perche' e' gia' ora di tornare
a casa per amore perche' erano brutte e
mio padre mio padre che spegneva la candela
con un soffio dolce, come per scusarsi,
e poi la notte, amen.