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Blood_of_demon

Circolo degli Antichi
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Commenti al blog inviato da Blood_of_demon

  1. In generale trovo che sia più utile quando si parla di comunità o più in generale di scelte, definire prima l'obiettivo che si vuole raggiungere  e analizzare i metodi con cui raggiungerlo, spesso credo si critichi il metodo come fosse l'obiettivo o lo si consideri tale. Per cui la distinzione principale che preferisco è un obiettivo astratto (inteso come non reale ma potenzialmente realizzabile, anche se complesso a piacere) e il o i metodi che si possono percorrere per renderlo reale.

    Tornando alla tua ultima frase: non otteresti lo stesso risultato che tu auspichi alzando il "livello sufficiente" dei diritti di ognuno? Cioè mi sembra di capire che tu dica che ogni persona merita di più rispetto a quello che gli è garantito negli stati occidentali (ricordando che seppur il differenziale diminuisca costantemente, noi abbiamo un livello di benessere superiore rispetto alla media mondiale), allora perché non formulare dei diritti che garantiscano di più a tutti?

  2. Trovo molto interessante quello che scrivi, per darti una risposta più completa ho bisogno di più tempo per approfondire per lo meno con gli articoli di cui hai messo i collegamenti.

    Volevo capire meglio però una cosa, tu dici: "Parallelamente se da un lato mettere al centro la collettività significa promuovere un trattamento giusto", perché dovrebbe essere vera questa affermazione? Oltre agli aspetti legati alla salute (ma anche qui ci sarebbe da discutere).

    Inoltre non condivido il tuo discorso sul fatto che una persona in un sistema individualista prenda la prima strada che gli capita in maniera passiva quando in realtà il fulcro di questo sistema è la scelta, cioè realizzare che le preferenze di ogni individuo sono diverse e supponendo che la felicità sia il fine ultimo da perseguire, la felicità stessa di una comunità (qua si apre il discorso su quale collettività è "giusto" prendere come riferimento in un qualsiasi sistema collettivista) è una funzione della felicità dei singoli e per tentare di massimizzare la felicità dei singoli il modo migliore e farlo fare ai singoli.

    Ricordo anche che i sistemi di tipo collettivista, privilegiando una certa comunità, hanno portato storicamente a disastri sia economici, che morali e che a volte sono nei confronti anche di persone non ancora nate, come può essere il sistema pensionistico italiano a stampo contributivo. Ma più in generale un sistema pensionistico che non derivi da un fondo pensione (che può essere invariantemente gestito da un sistema pubblico o privato).

    Mi rimangono altri dubbi riguardo ciò che hai scritto, anche se il fine ultimo del tuo ragionamento credo di condividerlo, seppur distorto lievemente, in quanto ritengo che una sistema sociale ideale debba garantire a tutti gli stessi diritti e le stesse possibilità minime economiche, oltre al diritto alla salute, ma lasciando la più completa libertà agli individui in merito a iniziative, economiche, sociali e culturali, che non vadano a ledere gli altri individui.

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