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Bomba

Circolo degli Antichi
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  1. DM Sebbene di solito dispensatore di dolcezza e buoni consigli, per una volta Fra Crispino si trova ad essere portatore di morte e sofferenza. E forse anche Chianto Rubizzi, da oggi, ci penserà due volte prima di prendere troppo in giro il grasso frate, il cui rosario si abbatte sulla schiena del lupo, buttandolo a terra e infine portandolo a morire dissanguato. Un gesto che fornisce a Braccoraldo l’occasione di lanciarsi in direzione di Giambecco. Frigirberto, dal canto suo, si trova a scoprire che tendere troppo la fionda è un modo sicuro per colpirsi sul naso, il quale inizia a perdere un poco di sangue. La fortuna vuole che Avina, proprio in quel momento, si trovava a spiegare al vecchio Ezioccio, che le sue rudimentali conoscenze di primo soccorso non comprendevano il trattamento dei reumatismi e il ginocchio della lavandaia dei quali l’anziano era afflitto. Gli occhi di buona parte della popolazione, difatti, sono stati semmai attirati dallo scontro tra Giambecco e il suo lupo. E sebbene infine il canide si trovi in posizione di poter azzannare ancora più ferocemente l’allevatore di capre, il familiare martello del suo compagno di spedizione, si abbatte infine sulla mascella della creatura, rompendogliela e consegnando anche quell’ultimo lupo al creatore VAI BRACCORALDO!!! esclamano molti presenti, tra cui anche Prippo. Ben presto, l’esito della battaglia è decisa. La lancia impugnata da Berillo Cornuti colpisce l’ultimo lupo di quel branco, il quale si accascia a terra, prima di dare il via a un grido collettivo degli abitanti di Biadagialla VITTORIA! ABBIAMO VINTO!! urlano in molti, infule che vengono lanciate per aria salvo essere subito raccolte visto il freddo pungente di quel mattino. La vittoria non è stata comunque gratuita. Molti cittadini sono rimasti feriti nello scontro. Oltre a Saranna e Braccoraldo, il cui morso è ben visibile sulla gamba e grondante sangue, anche diversi altri compaesani non sono usciti illesi dalla battaglia: il vecchio Abrazzo è stato morso a un fianco, Marchiano Molinecchi è stato sgranocchiato anch’egli alla gamba sinistra, Serivio Camici si è ferito alla mano con il suo stesso pugnale durante una colluttazione, Prippo è inciampato sbucciandosi le ginocchia, Girlo Foraggi ha un principio di ipotermia dopo essersi spogliato per impressionare i lupi (i quali, secondo alcuni testimoni, siano rimasti storditi per il disgusto alla vista di quel vecchio corpo grinzoso nudo) e Ezioccio Forconi continua a lamentare problemi di reumatismi e al ginocchio della lavandaia. Il tutto è condito da un malessere generale dato dai continui commenti fuori campo di Cornelia Caprera Eh, và che casino davanti a casa! Che credete di essere a casa vostra? Ora pulite, eh! Che io non sono la serva di nessuno! ulula, sventolando un mattarello in una mano e una ciabatta nell’altra. Nonostante ciò l’umore è alto e in molti si scambiano esaltati racconti di come è stata quella battaglia, almeno fino a che il Sangio, l’ubriacone di paese, non suggerisce Che qualcuno vuole andare a bere? domanda. Riepilogo X tutti
  2. DM Forse gli scontri si sono fatti sentire per Chamburam e buona parte della sua boria era determinata dalla volontà di non mostrarsi debole. Forse Nymod stava cercando un modo per aggirare uno scontro del quale non si sentiva del tutto sicuro. O forse i draghi ancora pronti a tenere viva la speranza a Orlanis erano semplicemente troppo forti per questi due nemici. Dopo aver visto un suo fianco quasi liquefatto dal soffio di Dralium, Chamburam viene raggiunto al collo dal morso di Gixcaririxien, il quale mantiene salda la presa anche contro i tentativi di Nymod di spezzargli il cranio colpendolo con il suo bastone MUORI! MUORI! MUORI!! tuona il mezzo-drago. Ma i suoi tentativi sono vani. La mente del bellicoso assassino scaglioso viene flagellata da Xrovinsharaz quel tanto che basta da impedirgli di reagire. Con un sonoro CRACK! il possente collo del drago di cristallo si spezza e il cavaliere traditore viene sgozzato brutalmente da un colpo d’artiglio del drago rosso. I due draghieri, drago e cavaliere, precipitano al suolo con una parabola innaturale, schiantandosi contro la facciata principale della caserma, raggiunti da un leggero cumulo di detriti che non ne nasconde del tutto i corpi. E’…. è finita? domanda una timida voce e vedete quindi emergere un ragazzetto umano dalle stalle. Lo riconoscete di vista, egli è Spalo Stalli, uno dei pochi non studenti a Orlanis, un giovane di Vinhas che come altri è stato assunto per lavorare come stalliere, conciatore, fabbro o per simili mansioni necessarie all’interno di una piccola comunità di combattenti. E’ giunto più o meno al vostro stesso tempo, quando aveva appena dieci anni, per imparare il mestiere Cavoli… è stato assurdo! E’ la prima volta che vedo un combattimento tra draghi in cielo! esclama Mi sono nascosto nelle stalle dopo che i cavalli sono fuggiti e non so come… Oh… l’elfa non mi sembra stare bene commenta, indicando Idrifal. In effetti la grugach non sembra più cosciente, il respiro particolarmente debole. Riepilogo azioni X tutti
  3. Non per niente Mondravexis era bello confuso 😄
  4. Mondravexis Pfft.... non riesco a trattenere un ghigno gutturale alle parole di Narguldrid, che per una volta mi divertono... e preoccupare allo stesso tempo Contegno, contegno! penso, ritornando serio. Ma non è che ci sia più molto da parlare, non quando il messaggero sputa tali imprecazioni contro di noi e non quando Hana e Amon partono giustamente in quarta per eliminarlo Sono contento che abbiamo stabilito con loro una specie di alleanza penso, notando quindi emergere diverse figure a vari gradi di pericolosità gettarsi contro i miei compagni. Volgo la testa da un lato all'altro, ochieggiando i morti in difficoltà nell'incendio Bel colpo, Gix! dal canto mio, decido di andare a dar manforte a Narguldrid, la quale è in effetti una di quelle conciate peggio Resisti! ruggisco, prima di esalare una vampa di gas nervini contro il cavaliere Vediamo come te la cavi contro le mie tossine! declamo mentre continuo a investirlo di esalazioni brucianti, acide, allergiche e pure con una punta di orticaria, tanto per dare fastidio in più! azione
  5. DM Le grida di battaglia lanciate da Nymod e Gixcaririxien si mescolano a quelle che già imperversano nel cielo sopra Orlanis. Ma sebbene sicuro di sé, è chiaro che pure per un Draghiere combattere contro quattro avversari e un altro promettente aspirante è tutto fuorchè uno scherzo. Questo lo sanno i draghi cromatici ed essi si posizionano subito, formando un fronte difensivo con Dralium per intercettare eventuali avvicinamenti verso Zekaun e Idrifal, così come uno di attacco con Xrovinsharaz che esala una nube di veleni contro i due, aggredendo le loro difese AAHHH! ringhia Nymod, sventolando il proprio bastone mentre i suoi occhi sanguinano, un destino simile a quello che anche Chamburam prova. Una miccia alla quale Gixcaririxien dà fuoco investendo con un torrente di fiamme il duo di traditori, sebbene essi riescano a scartare l’assalto con un poderoso colpo d’ali del nerboruto Chamburam GRRRR!!!! ringhia il drago di cristallo come un cane grosso in un canile piccolo, con il suo cavaliere che si afferra a una delle sue placche frontali, tenendosi stretto mentre le ferite piagano il suo corpo Chambu, il drago nero ci tiene d’occhio, non possiamo attaccare gli elfi ora! Puntiamo al rosso! esclama NON ME LO FACCIO RIPETERE DUE VOLTE!!! ringhia quindi in risposta, ben lieto di potersi finalmente confrontare con Gixcaririxien dopo tante parole volate ECCOMI, SBRUFFONE!! tuona il drago nemico, spalancando le fauci ed emettendo un lampo di energia luminescente, simile a una brillante scarica elettrica, la quale colpisce il rosso, scuotendo dall’interno il suo sistema nervoso, prima di inspirare parte di tale energia e guarire alcune ferite grazie al suo stesso potere. Sebbene il colpo non sia stato poi così terribile, Gixcaririxien scopre ben presto cosa significa vedersela non solo con un drago, ma anche con il suo cavaliere. Nymod, giunto nella mischia rimanendo in sella al suo compagno, rotea il bastone colpendo dapprima il possente bruto rosso con un colpo alla mascella, quindi vede il suo secondo parato da una zampa di Gixcaririxien, ma il terzo si rivela più infido che mai, contundendo la gola di Gixcaririxien con una forza tale da spezzare quattro sue scaglie all’impatto e mozzandogli in gola il fiato, soffocando le fiamme che voleva far di nuovo divampare contro i nemici. E’ allora che anche Tleuggheshaggar si fa avanti, ingaggiando un combattimento per supportare il compagno, ma anche per egli il bastone del mezzo-drago rosso pare implacabile e un colpo combinato alla sua ala sinistra lo fa precipitare con difficoltà dietro la caserma, riducendo temporaneamente le forze alleate. Un ruggito di trionfo di Chamburam accompagna le parole ansimanti del mezzo-drago Avanti, fatevi sotto! esclama, pronto a intercettare gli assalti nemici. Mappa e iniziativa X tutti
  6. DM Le grida infuriano in quella battaglia tra uomini e animali, gli abitanti di Biadagialla costretti a lottare per difendere le proprie terre contro la natura stessa. Sebbene concentrati sulla propria parte, le grida che giungono dal resto della popolazione non sono meno inquietanti ABRAZZO! HANNO AZZANNATO ABRAZZO! si sente, oltre a un SI! DANTEZIO NE HA ABBATTUTO UNO! e un insolito GUARDATE! I LUPI STANNO SCIVOLANDO SULL’UNTO DI UNTONE, UNTO E UNTINO! sassi volano per aria, lanciati sia dalle fionde che dalle mani dei cittadini più fragili ai margini della battaglia, così come coltelli, martelli e randelli vengono sollevati e calati nel tentativo di abbattere quel branco di invasori. Solo un uomo si pone con il proprio fisico a difesa del gruppo: Giambecco Caprera, come un eroe dei racconti, stringe la presa sul proprio lupo, lo scricchiolìo di almeno un paio di costole del canide accompagnato dai suoi guaiti di dolore che accompagnano la sua sofferenza. E’ forse proprio per la disperazione nella quale si trova che il lupo fa scattare le fauci, mordendo il pettorale destro dell’allevatore di capre e affondando i denti, lasciando un morso sanguinante oltre a strappare un pezzo di camicia Ecco! Lo sapevo! tuona Cornelia dalla finestra Te l’avevo detto io che la rovinavi la camicia, ma te figurati se mi ascolti! Va che te la compri nuova con i tuoi soldi, che io non sono certo un ente di beneficienza! Altrimenti te ne giri nudo come il citrullo che sei! commenta aspra, rivolta al figlio, con pure il lupo coinvolto in quella lotta che per un attimo esprime uno sguardo carico di compassione a Giambecco, lo stesso che si terrebbe al capezzale di un caro amico. Molto, molto meno amichevole è invece la rissa che si sta svolgendo attorno a un altro lupo. Laddove i proiettili delle fionde vengono schivate dal lupo orbo (di certo egli non intende farsi colpire di nuovo), la carica suonata da Fra Crispino sembra fare il suo effetto. Il rosario si abbatte sul fianco del lupo, senza però sortire apparentemente effetto, ma le fauci della bestia tardano di qualche secondo, ideale per mancare la gamba di Frigirberto, il quale conduce una sanguinante Saranna nelle retrovie. Il grido belluino di Braccoraldo è forte quasi quanto la martellata che raggiunge alla schiena il lupo, il quale lancia un ululato di dolore, iniziando ad arrancare come un ubriaco. Un colpo eccezionale, ma che porta nella disperazione la bestia ad azzannare la gamba sinistra del giovane apprendista falegname, scavando terribili solchi, quasi come se il lupo stesse segando via la gamba del povero taglialegna! Se Atene piange, però, Sparta non ride. I lupi sono ridotti in condizioni pietose, in quella che la gente di Biadagialla ha reso una guerra di trazione, debilitando con attacchi continui i nemici. Funzionerà prima che i lupi reclamino le loro prime vittime? Mappa X tutti
  7. DM Il freddo, problema primario fino a poco prima, divenne ben presto un ricordo nelle menti dei biadagiallesi. Le zanne e gli artigli dei lupi, il cui sguardo feroce sembrava sfidare tutti i presenti, erano improvvisamente salite nelle classifiche personali di preoccupazioni dei villaggeri. Le parole volano forti da entrambi gli schieramenti, con Giambecco che minaccia e i lupi che rispondono latrando, sbavanti e arrabbiati. Quando infine inizia il confronto, il primo a raggiungere il nemico è (forse anche nella sua stessa sorpresa) Marcolfo, la cui pietra lanciata colpisce nell’occhio destro il lupo, strappando un guaìto di dolore acuto e l'incitazione di Avina, nascosta dietro un edificio in attesa di poter curare i feriti BEL COLPO, MARCOLFO!! esclamò, gli occhi spalancati dall’ammirazione. Un colpo da maestro, forse il migliore che potesse sperare, ma nulla poteva competere con la velocità che egli pose nell’allontanarsi rapidamente dalla sua posizione, dando il via alla celebre “tecnica della fuga” che sarebbe diventata leggenda nel folklore del villaggio negli anni a venire… sempre se fossero sopravvissuti. Purtroppo i proiettili di Frigirberto e Braccoraldo si scontrarono ben presto con la pelle del nemico, indurita dai rigori di una vita selvatica. Ma ancora più selvatico fu lo scontro tra Giambecco e uno dei lupi, il quale vide l’uomo tornare per un attimo cavernicolo e affondare le proprie grandi mani, serrandoli sul collo del lupo e iniziando a stringerlo, gonfiando i muscoli e tenendo a distanza le fauci dell’essere, bloccandolo in una stretta che sembrava più forte di una tenaglia VAI PIPA!!! SEI FORTE COME UN TORO!! tuonarono alcuni anziani nelle retrovie, assistendo a quello scontro fuori del comune, sebbene nemmeno tale prodezza parve impressionare la madre, spettatrice dal davanzale della cucina Citrullo come un toro! Vedi di non rovinare la camicia, che io non te la rammendo! Mi hai presa forse per una serva? Piuttosto te ne vai in giro nudo, te lo dico io! sibilò Cornelia E vedi di non far sporcare a quei citrulli dei tuoi amici, altrimenti le fai te le pulizie! berciò. Ma di sporco ve ne fu e purtroppo giunse ben presto tramite una delle coraggiose donne che era giunte a combattere. Se infatti Marcolfo aveva colpito bene, il lupo ferito (il quale ora esibiva una benda sull’occhio incredibilmente fashion) si lanciò ululando di rabbia contro la persona a lui più vicina. Il coltello della panettiera non raggiunse la gola del mostro, ma le zanne del quadrupede invece affondarono nella spalla sinistra di Saranna, facendole perdere fiotti di sangue, lacerando quella parte della tunica e insanguinandone buona parte. Non riuscì a buttarla a terra, ma la contadina soffrì. Era peggio di passare una serata in compagnia di Cornelia o una seduta vicino a Ciccio Panzone dopo una cena a base di fagioli. Era il dolore che poteva portare alla morte, se qualcuno non fosse intervenuto. Mappa X tutti
  8. DM Lo sguardo di Nymod vaga tra i draghi e gli elfi presenti e solo quando si sofferma su Xrovinsharaz, più meditabondo rispetto ai suoi compagni scagliosi, trova soddisfazione Si…. vedo il dubbio nei tuoi occhi, drago nero! Hai capito che è inutile stare a servire un gruppo di vecchi che tengono per sé il potere… ma ciò che i Draghieri mettono sotto chiave, l’Oscuro elargisce e…. si trova a brontolare quando la rabbia di Gixcaririxien divampa nelle sue parole, le grandi ali di Chamburam che sbattono ora non solo per tenere sollevato sé stesso e il cavaliere, ma anche a frenare la collera del drago rosso BULLO? tuona il drago di cristallo IO SONO FORTE E BASTA! TI SCONFIGGERO’ E TI SQUARTERO’ E BUTTERO’ LE TUE SCAGLIE IN MARE!! ringhia, concludendo il tutto con una gutturale risata. E l’impressione che quella trattativa possa essere volta solo allo scontro viene confermata dalla volontà di Dralium e dall’interporsi di Zekaun davanti a una Idrifal incapace di partecipare allo scontro Dunque avete scelto la morte commenta Nymod, storcendo la bocca come se ciò che gli fosse stato dato avesse un sapore, il più disgustoso di Erra Poveri stolti, pensate di poter cambiare l’ineluttabile? commenta, per poi sogghignare Mentre voi finite maciullati tra gli artigli di Chamburam e il mio bastone, sappiate che la vostra tesoreria è sotto attacco. Il Globo, la Corona e lo Scettro degli Oscuri presto saranno in mano all’Araldo, il prescelto dai Doni dell’Oscuro e colui che porrà stasera la parola fine a voi Draghieri! scoppia a ridere Siete già dei cadaveri e nemmeno lo avete capito! un ruggito furioso di Chamburam porta Nymod a tenersi alle redini BASTA CHIACCHIERE! VOGLIO UCCIDERE DRAGHI! VOGLIO BATTERE IL RECOD DI QUELL’ALTRO ST****O! tuona, spalancando quindi le fauci, pronto alla battaglia PER L’ORDINE DEGLI OSCURI E LA CADUTA DEI DRAGHIERI!! esclama quindi Nymod, gettandosi all’attacco. Mappa e iniziativa X tutti
  9. Mondravexis Aggrotto la mia fronte scagliosa al dubbio posto da Hana In effetti vorrei saperlo pure io, ma nel vasto multiverso non mi stupisco più di tanto anche nel sentire di potenti artefatti trafugati o finiti in altri mondi, le storie sono numerose in questo senso... mi zittisco quando sento i tamburi e a quanto pare questi non sono un trucchetto di qualche nemico, ma una realtà Difficile non sentirli replico a Gixcaririxien, mettendomi quindi in posizione di guardia. Quella che emerge sembra una processione guidata da un sinistro figuro, un messaggero che sembra decisamente sicuro delle parole del suo superiore Animali? penso, infervorito da quelle parole. Non conosco questo regno di Efestus, ma Gixcaririxien sembra saperne qualcosa e le sue parole, unite alla natura plausibilmente cadaverica dei nostri nemici mi fornisce più di qualche indizio Se il primo regno vi ha portati alla tomba, non deve essere stato questo grande regno commento Nemmeno il mio glorioso nonno Kallionastiryne avrebbe ricorso a un simile mezzuccio Anche perchè tende a rovinare molto le scaglie, tra le varie cose a quel punto mi volto verso Hana e Amon, constatando il desiderio bellicoso del drago rosso Se volete assisterci, siete i benvenuti. Costoro rientrano nella categoria delle creature commestibili preciso, a beneficio dell'affamato duo.
  10. DM Se le grida della Zappati erano stati in grado di allertare mezzo paese, l’altra metà non avrebbe comunque potuto non udire gli ululati degli invasori. Tra i primi a reagire, Braccoraldo richiama l’attenzione dei presenti e la risposta dei giovani non tarda a manifestarsi: Giambecco và a mettere al sicuro le proprie capre, Marcolfo va a prendere la propria fionda, Fra Crispino istruisce le donne del villaggio a tenersi pronte in caso di incendi, Frigirberto propone delle trappole. Il tempo a disposizione è però davvero, davvero risicato, troppo per permettere di tendere imboscate o preparare la popolazione a un simile scontro. La fame che attanaglia le viscere di questi predatori sembra peraltro renderli impervi ai timori delle civiltà e ben presto notizie di un branco di una dozzina di lupi raggiunge tutta la città. Biadagialla a quel punto si muove quindi come un sol uomo. Uomini, vecchi e perfino qualche donna coraggiosa come la matrona Avvita e la matrona Fredora e Saranna si affiancano in quella che è una folla armata di falci, forconi, torce accese, martelli, fionde, randelli e tutto ciò sul quale la popolazione riesce a prendere mano. Trovare il branco non è difficile, specialmente visto che la scia scelta dai nemici sembra portarli verso l’allevamento più prodigo di animali Biadagialla, vale a dire quello dei Caprera. Mòlem è appena stato in grado di andare a chiudere la bietta del recinto delle capre (un comando che ha richiesto mesi ma ha reso Giambecco famoso in città), per poi piantarsi a zampe divaricate per fronteggiare il branco di lupi, una marea dai manti griogio-neri e dagli occhi di un giallo spento. Lupi a Biadagialla! L’abbaiare del cane richiama il padrone, il quale viene ben presto raggiunto dai rinforzi di Biadagialla. Con quasi la metà dei biadagiallesi riuniti, i lupi sono in una schiacciante inferiorità numerica, ma nonostante ciò essi non paiono arretrare. Latrati, grida e incitazioni da ambo gli schieramenti si fanno sentire, mentre Cornelia bercia dalla finestra all’indirizzo del figlio Vedi di farli fuori! Che ti deve pure venire il vicinato ad aiutare! Che quando c’era tuo padre lui li avrebbe fatti a pezzi da solo… citrullo d’un figlio… parole seguite da altri insulti e improperi, la maggior parte dei quali rivolti al figlio più che ai lupi, tanto che essi stessi paiono leggermente confusi dalla situazione. Difficile dire chi sia stato il primo a colpire. C’è chi dice di aver visto Marcolfo incoccare la sua fionda e tirare contro uno dei lupi, chi di aver visto il Sangio tirare una bottiglia… tutti invece sono sicuri di aver visto Ciccio Panzone aggirarsi loscamente nei pressi della panetteria dei Farineti mentre si consumava quell’incontro tra lupi e uomini. Fatto sta che all’improvviso l’attacco di un lupo genera una reazione a catena. E la prima battaglia di Biadagialla ebbe inizio. Mappa e iniziativa X tutti
  11. DM I draghi e Zekaun non sembrano concordi sulla strategia da seguire. Essendo entrambi i percorsi assai viabili e importanti, diverse voci si sollevano su quei bastioni, fino alla proposta di separare quella squadra di allievi in due gruppi Devo dare ragione a Xrovinsharaz interloquisce a quel punto l’Anziano Goldstaff Io e Fimmandelir possiamo anche cavarcela, per certi versi, ma isolare chi ancora non ha completato il proprio addestramento rischia solo di esporvi al doppio dei pericoli anche la dragonessa d’oro è concorde e alla fine il gruppo trova la sua maggiore via nel ritorno alle caserme. Tobias a quel punto sorride Se riuscite a recuperare qualcuno in grado di combattere, e voi ne siete in grado, provate a raggiungermi. Potremmo forse riunirci lì per discutere le prossime mosse suggerisce. Fimmandelir a quel punto abbassa un’alta, permettendo al mezzelfo di salire in groppa Spero che la vostra ricerca si concluda bene, aspiranti Draghieri! A dopo! si accomiata quindi in volo, con l’augurio appunto di sopravvivere a quell’inferno che sembra essersi scatenato a Orlanis. L’arrivo alle caserme da parte del gruppo porta con sé uno spettacolo disarmante. La grande struttura è in parte crollata, mentre ciò che resta è in preda alle fiamme. Svariati corpi sono riversi per terra, molti dei quali ormai già carbonizzati. La maggior parte di essi sono cavalieri, ma vi sono anche alcuni draghi tra di loro, forse aspiranti soccorritori giunti per salvare i potenziali superstiti. Per affrontare le fiamme, Gixcaririxien si pone in testa al gruppo, sfruttando la sua naturale immunità per artigliare senza timore le macerie bollenti e scostarle, niente più che tiepide strutture tra le sue mani. Il bruto del gruppo di draghi purtroppo è anche il primo a scoprire altri corpi di caduti, sebbene tra di essi egli non abbia l’impressione di trovare il suo cavaliere. Ormai noti con i nomignoli affibiati in addestramento dal sergente istruttore Hedec, i soldati Joker (cavaliere di Dralium), Cowboy (cavaliere di Xrovinsharaz) e Palla di Lardo (cavaliere di Gixcaririxien) risultano ancora dispersi. Della vita viene però salvata. Dalle macerie Xrovinsharaz riesce a percepire un odore familiare nei suoi territori d’origine e il lavoro di squadra riesce a far emergere un membro dell’ordine ancora in vita. Tossicchiante, con la gamba sinistra fratturata e coperta di fuliggine, l’arco stretto convulsamente in mano, riconoscete Idrifal, una giovane arciera grugach giunta due anni prima dalle foreste di Avaloria e assegnata a un cucciolo di drago abissale Kargoss… sussurra Idrifal, lo sguardo vitreo D-dov’è Kargoss…? Domanda, un rivolo di sangue che le scivola tra le labbra mentre viene condotta fuori dalla struttura in fiamme. Idrifal A quel punto però un ruggito scuote l’aria, mentre un grosso drago color crema (taglia Grande) e dai muscoli nodosi, non si avvicina, sbattendo le ali. Riconoscete uno dei draghi di cristallo dell’ordine, un bellicoso e solitario esemplare di nome Chamburam e il suo cavaliere, un mezzo drago rosso dallo sguardo fiero, di nome Nymod, divenuto Draghiere tre anni prima e famoso per il suo ego. La speranza di un aiuto viene però presto spezzata Fermi dove siete! esclama il cavaliere, impugnando un bastone con entrambe le estremità fiammeggianti. Nymod Chamburam Lo sguardo di Nymod dardeggia tra i presenti e osserva Idrifal a terra Sopravvissuti, eh? Forse oggi è la vostra giornata fortunata! sibila Nymod L’Ordine degli Oscuri sta per risorgere e voi potete forse ancora fare la scelta giusta proclama Sgozzate quella stupida elfa morente come prova della vostra intenzione di sopravvivere e intercederò per voi per accettarvi nel vostro nuovo futuro. Mi farebbero comodo dei sottoposti la proposta non sembra però attirare le simpatie di Chamburam NYMOD, DOVREMMO FARLI A PEZZI E BASTA! ringhia, snudando le zanne sporche di sangue HO GIA’ UCCISO TRE DRAGHI STANOTTE E NE VOGLIO AMMAZZARE ALTRI! egli però sembra altrettanto curioso di sapere la risposta del gruppo e rimane in volo a tre metri dal suolo. Idrifal solleva la mano verso Chamburam, indicandolo, al che il drago ringhia divertito AH, LA COMPAGNA DI KARGOSS? QUEL POVERO CUCCIOLO HA STRILLATO COME UNA GALLINA MENTRE GLI SPEZZAVO IL COLLO! gongola. Nymod interviene quindi, rivolgendosi agli aspiranti Draghieri Valutate attentamente che cosa volete fare: preferite morire qui opponendovi? Oppure preferirete sopravvivere? L'Ordine degli Oscuri è in grado di aprire le porte a un potere che nemmeno potete immaginare... siate saggi! X tutti
  12. DM Zekaun sale in groppa a Tleuggheshaggar ed anche egli, come Dralium, Gixcaririxien e Xrovinsharaz riprendono il volo in direzione di Orlanis. I loro sospetti, alla vista di quel fumo, vengono ben presto confermati. E la vista che si staglia loro davanti, mentre i draghi sfruttano una corrente ascensionale per avvicinarsi, è raggelante. Incendio a Orlanis Orlanis è in fiamme. Un incendio pare occupare buona parte della facciata ovest del castello, l’area dove si trovano anche le caserme dei cavalieri e dove anche Zekaun ha il proprio dormitorio. Pur sormontato da una forte coltre di fumo che sta creando una coltre nuvolosa sopra la fortezza dei Draghieri, i cinque riescono a vedere come essi non sono gli unici in volo. Come uno stormo al quale fosse stato sparato da un cacciatore, alcuni draghi sono visibili in volo, sebbene ben presto sia chiaro come alcuni di essi si stiano addirittura fronteggiando tra di loro. Di tanto in tanto uno di essi viene infatti abbattuto e ricade, sia che esso sia con un pesante tuffo in mare o all’interno dei confini della fortezza, rovinando su strutture o persone ignare. A ME! DRAGHIERI A ME! grida una voce maschile da uno dei bastioni. Come un faro in quella notte, un mezzelfo in armatura (su cui è riportato il simbolo di Lathander) e dai lunghi capelli biondi sta ingaggiando un trio di uomini vestiti di tuniche nere. Con un colpo della sua sciabola, egli riesce a trapassarne due al petto contemporaneamente, fino a spingerli oltre alla balaustra e farli precipitare. Rimasto senza arma, egli si prepara a combattere l’ultimo a mani nude, fino a che con un ruggito assordante una imponente femmina di drago d’oro non piomba in una picchiata, azzannando l’ultimo avversario e scagliandolo contro una delle pareti della torre di guardia sud. Riconoscete i due, si tratta dell’anziano Tobias Goldstaff e della sua dragonessa Fimmandelir Tobias Goldstaff Fimmandelir L’espressione dell’elfo sembra trovare un po’ di speranza quando egli nota in volo il gruppo e si sbraccia affinchè essi lo raggiungano in quel punto al momento Aspiranti Draghieri! esclama, una volta ricongiuntosi con loro Come siete… no, non è importante. Dei traditori stanno cercando di rovesciare l’ordine dei Draghieri! spiega in fretta e furia Qualcuno ha fatto scaturire un enorme esplosione nelle caserme e ora dei rinnegati stanno attaccando i draghi in volo accenna al cielo. La voce profonda di Fimmandelir interviene Hanno ucciso le guardie al cancello, ho visto i loro corpi passando in volo. Non sappiamo quali siano i loro scopi, ma sospetto che possano essere dell’Ordine degli Oscuri a quel punto la dragonessa rivolge i suoi occhi dorati al gruppo Prima di perdere la sua spada, Tobias e io stavamo per andare a verificare direttamente al palazzo centrale. Potrebbe esserci utile un po’ di aiuto commenta. A quel punto però il dissenso giunge dall’Anziano in persona No, Fimmandelir! Tra di loro vi sono anche draghi senza i loro compagni si rivolge quindi al gruppo L’incendio ancora divampa, ma forse c’è ancora una speranza che i vostri cavalieri e altri membri della vostra classe possano essere ancora in vita un ringhio sordo prorompe dalle fauci di Fimmandelir O magari sono morti e stanno solo abbrustolendo. Andare da soli ci esporrà a molti rischi! non vi è animosità tra i due, solo il sincero affetto che la dragonessa prova per il suo cavaliere, così come la profonda preoccupazione del sacerdote per delle vite in pericolo. X tutti
  13. Mondravexis Osservo Amon muoversi e Gixcaririxien reagire, ma Hana stempera gli animi e quell'incontro sembra andare nella direzione giusta. Se infatti io fornisco informazioni importanti, ella ne restituisce altrettante a noi Con queste premesse, temo di sapere chi abbia il disco originale e le parole di Gixcaririxien non fanno che fomentare i miei più tetri dubbi Alla luce di ciò che ci dite commento rivolto ad Hana e Amon Abbiamo ragione di credere che l'entità al momento in possesso del disco di pietra originario sia un drago spiego Noi lavoriamo per una organizzazione che combatte questo tipo di minacce, ma non tutti i draghi sono spinti da buoni intenti come noi. A maggior ragione un'alleanza è imperativa per combattere insieme questo pericolo. Se Amon rispetta la nostra forza faccio un cenno verso il gigante dei due Uno con il potere del disco potrebbe essere troppo sia per noi tre che per voi due. Ma insieme, forse, potremmo avere una chance Ed è venuto fuori anche un bel discorso sia Hana che Amon sembrano proiettati verso questo scenario e anzi ci interpellano pure riguardo che cosa potremmo chiedere come ricompensa. Per un attimo mi lascio allettare dall'idea di un enorme cumulo di preziosi sui quali sdraiarmi e passare le giornate, ma il buonsenso riprende ben presto il controllo Dal canto mio l'interdizione degli abitanti del vostro mondo nel nostro sarebbe una ricompensa più che sufficiente. Al momento questo mondo sta vivendo una fase di ricostruzione e bloccare potenziali minacce esterne sarebbe di certo d'aiuto espongo.
  14. Capitolo Uno – Una nuova minaccia Si stava per concludere l’anno su Arth e con esso, giunse infine l’inverno a Biadagialla. Le giornate già grigie furono rese ancora più cupe non solo dalle minori ore di sole a disposizione, ma anche da un repentino calo di temperature. Le lanterne appese agli usci per illuminare le vie, usate dai paesani per dirigersi all’Asino o dai vicini, erano tenute strette in grembo per offrire un minimo di riscaldamento in aggiunta a quello che gli abiti pesanti e i doppi calzini di lana bucati potevano offrire. I venti di tramontana sembravano cercare ogni spiffero tra gli abiti, colpendo con la spietatezza di pugnali le vittime ignare che cercavano solo di compiere le loro mansioni quotidiane. Non mancò il lavoro per gli uomini, così come per i taglialegna, in quanto il consumo presso i camini delle case aumentò esponenzialmente. Le temperature, infatti, scesero quell’anno fin sotto lo zero, coprendo le case e gli animali parcheggiati fuori dalle tettoie con una patina di brina gelata, la quale andava raschiata via con una spatola prima di potersi mettere in sella. Che io mi ricordo che da bambino c’era un freddo che si tagliava con il coltello. O era la nebbia? berciò il vecchio Abrazzo Che voi giovani state davvero vedendo un fenomeno unico, che ve lo dico io! Ma non ci avete il sangue per queste cose, ah! lamentò, sottolineando la sua ipotesi con un propedeutico scatarramento con sputo Abrazzo, l’hai detto te. Non è una cosa normale questo freddo commentò Patrigna, che come molti dei presenti all’Asino in quella fredda mattina, si era messa un doppio scialle e vedeva i suoi giri passare più spesso nei pressi del camino dell’osteria, perennemente alimentato da un Marcolfo tenuto d’occhio dal padre. Una bestemmia del vecchio Camici fu raggiunta da una risatina del vecchio Foraggi quando quest ultimo fece la sua mossa Vecchio rinc********o! esclamò l’agricoltore al sarto Usando il tre di briscola hai attivato la mia trappola! Gioco l’asso! Asso di briscola! Sferra un attacco diretto ai suoi punti ferita! alcuni giovani spettatori commentarono quella manovra spettacolare, forse l’avvenimento più interessante dell’intera settimana. Ciccio Panzone, lì presente a mangiare una fetta di torta ai lamponi, commentò serafico Che noia. Possibile che non succeda nulla di interessante? domandò. LUPI!!!! gridò la voce strepitante di una donna, dalla strada, la quale fu riconosciuta come quella di Ceciliava Zappati I LUPI HANNO ATTRAVERSATO IL FIUME!!! SONO ARRIVATI NEI CAMPI!!! gridò. In effetti, quella notte, il freddo era stato talmente pungente che pure gli starnuti diventavano pericolosi come dardi incantati (sebbene i contadini non fossero sicuri di che cosa fossero) e la possibilità che il fiume gelasse non era assolutamente da escludere. Ciò che non si aspettavano era l’arrivo di predatori da Bosco Verde. Ma evidentemente i famelici animali della foresta avevano anche loro subito i rigori di quell’inverno sui loro stomaci affamati. x tutti
  15. DM Gli ultimi giorni dell’autunno furono forieri di parecchie emozioni, la maggior parte delle quali benigne e a tratti struggenti, sebbene puntellate qua e là da una sana dose di tensione. Frigirberto! commentò una scandalizzata Patrigna, strabuzzando gli occhi davanti a quella dirompente dichiarazione del giovane. Ella avvampò, ma non di sola irritazione Se ti sentisse mio padre ti prenderebbe a calci nel sedere da qui fino alla capitale! disse E non potrei nemmeno dargli torto, perché se non fosse che ti conosco sembrerebbe che mi dessi della donna di malaffare sospirò, quindi Ma so però che tu sei una persona a posto, giusto devi darti una calmata. E poi sono un po’ troppo grande per te disse Non che l’età sia un problema per me, solo penso ci siano ragazze più adatte per una scappatella! l’avvisò. Arrossì però un poco, segno che quei complimenti erano comunque riusciti a far breccia nella sorella di Marcolfo, di certo non immune o resistente a tali generi di attacchi. Saranna, dal canto suo, non trovò l’amore bensì un dolce e paziente insegnante in Impastro, a quanto pare desideroso di formare una apprendista. Lo speziale prese a benvolere la curiosità della giovane, permettendole di assistere ad alcune sue preparazioni e istruendola nelle arti basilari dell’alchimia Che i veleni vedremo se potremo lavorarci su, ma per quelli ci vogliono mesi di addestramento le spiegò Che prima è opportuno imparare i fondamentali potè quindi elaborare alcune ricette, sfruttando la propria esperienza in cucina per imparare in fretta, con soddisfazione del suo maestro. Rebeppe, suo padre, non fu però altrettanto entusiastico, ammonendo la figlia Che vedo come passi un po’ troppo tempo dietro agli intrugli di quel ciarlatano commentò il genitore Sarebbe meglio tu ti dedicassi del tutto all’attività di famiglia, un giorno tua. E magari potresti guardarti intorno per qualche ragazzo. Che sei carina, sono sicura che ci sono giovani che ti prenderebbero in moglie. Che non ce ne è nessuno che ti piaccia mi pare strano giudicò accigliato. X Braccoraldo Braccoraldo fu un uomo impegnato. Andò a informarsi per un nuovo martello, oltre a valutare dove poteva montare una nuova casa. L’opera avrebbe richiesto mesi di tempo e i rigori dell’inverno non sembravano per niente prodighi a un simile progetto. In suo soccorso giunse però proprio Zippolo, nel corso della sua trattativa per il martello Perché non cerchi di riqualificarne una abbandonata? propose Se le fondamenta vanno bene potresti dover solo rifare gli infissi e verificare la tenuta del camino e dei sanitari spiegò, per poi grattarsi il mento Il problema è che di abbandonata c’è solo la casa del vecchio Falcetti, poraccio lui che il suo cane gli ha attaccato la rabbia E’ dalle parti delle fattorie. Oppure forse potresti sentire il Ciccio Panzone se vuole vendere la sua in centro città. E’ sempre dietro a lamentarsi di questo villaggio… se ne andasse in città, dico io! ringhiò. A favore della città e contro Ciccio Panzone vi era anche una inaspettata triade. Giambecco, Fra Crispino e Marcolfo non erano certo cultisti di qualche divinità della distruzione infiltrati per controllare il proprio fano nascosto nelle montagne, ma erano altrettanto cospiratori quando si trattava di cibo e bevande. Una rapida ispezione nel villaggio portò i tre a identificare un terreno dove poter costruire una casa, nella zona periferica, così come la vecchia casa del Falcetti, abbandonata e posizionata nell’area rurale dove si trovavano le altre famiglie di contadini. A parte ciò, essi dovevano ancora valutare con chi confidarsi, temendo spioni che potessero cercare di farsi belli agli occhi degli esattori, ma il seme di un complotto era stato piantato. Ma esso, come gli altri piani di quegli abitanti, sarebbe cresciuto nel rigido inverno del 23? X tutti
  16. Capitolo Uno – Il risveglio del male Sono passati sei anni da quando un gruppo di apprendisti Draghieri si trovava ad affrontare le insidie dei cunicoli dei goblin e fronteggiare la minaccia di Re Bolg e della Corona dell’Oscuro. Si dice che le situazioni di pericolo uniscano le persone. Tale detto vale anche per i draghi ed è una delle ragioni per quella riunione tra amici al chiaro di luna. Dopo anni di addestramento Zekaun, il suo compagno drago Tleuggheshaggar e gli amici draghi Dralium, Gixcaririxien e pure il poco ciarliero Xrovinsharaz hanno raggiunto l’apice della loro istruzioni. Nel caso di Zekaun, egli è stato in grado di imparare nuovi incantesimi e coordinare le sue azioni di attacco in maniera più efficace in allenamento. Nel caso dei draghi, gli anni di volo hanno perfezionato le loro capacità di coordinarsi con un cavaliere. Oltre a ciò, l’aria di mare e il buon cibo hanno portato i draghi a crescere forti e sani, irrobustiti e ora capaci di trasportare i loro compagni in volo. Un segnale che ha infine convinto i loro istruttori a organizzare per il trimestre successivo l’ultima parte della loro formazione e il loro esame finale. Per tale fase finale essi saranno seguiti da un Anziano in persona, che essi hanno saputo essere Tobias Goldstaff in persona. Un nome noto a loro, dato che egli fu la persona che anni prima riportò in vita Tleuggheshaggar dopo lo sfortunato combattimento con il perfido Bolg. Dal cuore pio e gentile, egli aveva accolto con gioia la richiesta del loro sergente istruttore di riportare in vita il drago d’argento, specialmente alla luce dell’impresa che essi avevano compito. L’impresa fu tale che proprio la adulta dragonessa d’oro dell’Anziano, la possente Fimmandelir, offrì uno dei diamanti dal suo favoloso tesoro, invidiato da tutti i draghi più giovani. Eventi che paiono avvenuti poco tempo fa per i presenti di quella piccola rimpatriata, un modo per esorcizzare l’annuncio ricevuto quel giorno. Per quell’occasione, il quintetto si è riunito fuori da Orlanis, scendendo di nascosto in volto al di sotto della grande rupe per raggiungere una piccola spiaggetta attigua, sfruttando l’occasione per poter trasportare Zekaun a dorso e non più tra gli artigli (cosa della quale il sarto dell’elfo sarebbe stato per sempre grato). Non destinati alla guardia, gli apprendisti non stavano infrangendo nessuna regola importante, non temendo di fatto sanzioni. Anzi, era risaputo che alcuni cavalieri e draghi anche di grado superiore, presi dalle passioni giovanili, usassero spesso quelle piccole isole di sabbia e roccia che costellavano i limiti di quella scogliera per consumare le loro attrazioni. Certo, quella dei cinque era più un conviviale tra amici, ricordando i momenti più spassosi, drammatici e intensi di quella missione inaspettata. Il tutto osservando il mare dell’ovest, illuminato dalla luna. Il Mare dell’Ovest, visto dalla spiaggia Questo almeno finchè un lampo illuminò per un attimo quella notte, come se il sole avesse fatto capolino in un battito di ciglio. Dopodichè il buio tornò, sostituito da un boato assordante. Alzando lo sguardo al cielo, essi videro una colonna di fumo levarsi in aria da Orlanis, illuminata da quella che sembrava la luce di mille torce in contemporanea. Qualunque cosa stava accadendo, non poteva essere nulla di buono. X tutti
  17. DM L’arrivo di dicembre fu accolto con una serie di delicate bestemmie da parte della maggior parte degli abitanti di Biadagialla, i quali stavano correndo e non certo per preparare dei regali. Chi mai penserebbe a feste e regali in un periodo così delicato, quando le scorte per l’inverno languono? Ovviamente non i cittadini del villaggio, i cui sforzi però non si rivelarono vani. Braccoraldo e Giambecco erano uniti nell’amore… quello verso rispettivamente Nocina e Patrigna. Forse proprio in virtù di questi sentimenti non espressi i due erano diventati ormai un tandem affidabile, tale da far di Colledoro la loro meta preferita. Il taglialegna era desideroso di impressionare la sua bella dopo i primi tempi di distrazione, la mente che vagava ai fugaci incontri in cui si erano stretti la mano e si erano scambiati baci sulle guance, arrivando una volta a sfiorarsi vicino alle labbra, una scena che avrebbe fatto venire un infarto a qualche vecchia comare. Se tale vittima fosse stata Cornelia, di certo Giambecco avrebbe stretto la mano agli amanti segreti. L’allevatore di capre, incantato da Patrigna, era deciso a farsi un nome e costruire la casa tanto decantata, scoprendo dal suo vicino di tavolo, il vecchio Ezioccio Forconi, che Il consulente matrimoniale è questo funzionario che aiuta le coppie a risolvere i loro problemi senza urlare e senza scapaccioni. Lo so, sembra fantascienza. Te lo dico io, Pipa. E’ roba da nobili e modaioli. Quando la mia moglie era ancora viva io ci avevo sempre l’ultima parola, con lei racconta. Alla domanda su quale fosse l’ultima parola, il Forconi specificò che essa era Hai ragione, cara. L’impegno dei due a Colledoro li vide tornare carichi di legna, con un maiale selvatico, un cinghiale ucciso e tre conigli catturati dalle trappole del duo. Un bottino eccezionale, frutto di un totale impegno della coppia a discapito dei loro mestieri. Fatto sta che metà dispensa fu riempita grazie al loro impegno. X Giambecco e Braccoraldo D’altro canto, l’altra metà non fu ignorata e la spedizione congiunta dei giovani Saranna, Marcolfo e Fra Crispino vide un seguito di aspiranti pescatori setacciare le acque e trarne i suoi frutti d’acqua dolce. Ben presto gerle di pesci furono portate a Biadagialla, mentre nuovi funghi furono portati e lavorati per estrarre tutto ciò che si poteva trarre da essi. Lo speziale Impastro, in particolare, trovò intrigante il coinvolgimento della giovane Saranna e la prese a benvolere, come una figlia da lungo tempo ritrovata Che ti mostro io come alcuni di questi funghi possono essere sfruttati spiegò. La giovane potè quindi avvicinarsi alla delicata arte dell’alchimia, informata sui processi naturali per creare acidi, antitossine e altri rimedi casalinghi Che alcuni in realtà non sono magici, ma la gente ci crede e allora fanno effetto. E’ come quando tu ci dai una pozione di fertilità a una donna che crede di non poter fare granchè e poi lei si sente tutta un fremito e allora ci fa l’amore con il suo uomo e in tempo zero rimane incinta. Io lo chiamo effetto placenta illustrò lo speziale, tra le varie cose. A destare particolare curiosità furono alcuni funghi Che questi il mio manuale dice che di solito nascono sottoterra e li usano gli elfi oscuri. Posso trarne qualcosa, ma fai attenzione. Maneggiare veleni è molto pericoloso, figliola mia ammonì, elaborando comunque un primo esperimento. X Saranna Ma da Lago del Cigno non giunse solo buon cibo, ma anche una soddisfazione personale. Marcolfo aveva ideato un piano per attirare la ninfa che ormai popolava i suoi sogni ed egli trovò in Frigirberto il partner per portare avanti questa sua tattica. I primi tentativi del figlio dell’oste di impossessarsi di un nastro per imbonire la creatura fatata si scontrarono con una minaccia terrificante, peggiore anche di un tornado e un terremoto messi insieme: sua sorella Patrigna. Sebbene bonaria con i clienti e dolce con i più, la sorella era territoriale come una leonessa per le proprie cose e per poco non defenestrò il fratello nel suo primo tentativo di furto. Dal canto suo, Frigirberto si dimostrò l’alleato ideale per distrarre la sorella il tempo necessario a compiere il ladrocinio di un nastro violetto. Fu allora che ci si appellò a un santo, ma non quello in cielo, ma al vin santo che Fra Crispino stava producendo. Terminata l’opera, infatti, egli potè dare una mano ai giovani distillando un po’ di idromele per l’occasione. Durante una delle spedizioni congiunte, il duetto di giovani arrapati tese la propria trappola, appostandosi come falchi per osservare la propria preda. Il destino (o forse un intervento divino) posero anche Crispino in zona, quando infine ella apparve. Fu solo per un breve istante, quando ella emerse dalle acque in tutto il suo splendore fatato, una giovane elfa dai capelli bianco-violetti, vestita con un abitino semitrasparente che offrì ai giovani una visione a dir poco accecante… La fata del lago Finchè non rimasero davvero accecati. Fu solo una dozzina di secondi di terrore che, per fortuna, riacquisirono la facoltà di vedere. Una risatina cristallina riverberava nell’aria, ma laddove essi avevano lasciato il boccale e il nastrino, ora non si trovava più nulla. Nulla, se non tre piccole fialette chiuse con all’interno un liquido rosato. Un ringraziamento della fata di quel lago per il loro regalo. Un regalo che essi scoprirono essere una delle pozioni tanto decantate nei racconti. X Marcolfo, Frigirberto e Fra Crispino I cuori dei giovani abitanti di Biadagialla, per un motivo o per l’altro si scaldò. E fu un bene. L’inverno era ormai alle porte. Tuttavia la dispensa era stata riempita e Ciccio Panzone, fedele alle sue parole più che per la sua capacità di mantenere il decoro davanti a del cibo, elargì ai più emeriti contributori una somma di danaro tratta dai fondi pubblici. Quale uso ne decidessero di fare, questa era una loro scelta. Fatto sta che quei contadini sentirono di essersi induriti in quelle rigide necessità. Essi avevano risolto ardui problemi nel loro mondo ed erano emersi vittoriosi e più forti di prima. La loro vita proseguiva come prima, forse solo un po’ più facile. X tutti.
  18. DM Quando Dralium tira fuori con prudenza la corona dal tesoro, Hedec sbianca come se essi avessero presentato al nano la Morte in persona La Corona dell’Oscuro! esclama. Dietro di lui, perfino Zendirth pare agitarsi, un comportamento mai visto nel possente drago di bronzo. Il sergente istruttore sfrutta gli stessi metodi prudenti adottati dal drago nero per prendere la corona e inserirla nel suo zaino, per poi spiegarsi meglio Sapete che cos’è l’Ordine degli Oscuri racconta il vecchio nano E sapete come essi giunsero con i nostri antenati quando lasciammo Pangea per raggiungere Erra illustra Ciò che ancora i vostri maestri di lettura non vi hanno spiegato è quali strumenti avessero i membri di quella congrega. Non solo con la loro forza sarebbero stati in grado di poter mandare al collasso il nostro vecchio mondo. No, il loro empio dio, il cui nome non vi rivelerò ancora, poiché il solo pensarlo mi porta a rabbrividire spiega Donò ai suoi folli cultisti tre strumenti: una corona, uno scettro e un globo. Con questi strumenti egli elesse un suo araldo, con questi strumenti egli plagiò le menti più aperte e ne fece schiavi. Con essi egli seminò il terrore portandoci quasi all’estinzione racconta il nano Avete trovato un potere capace di cancellare una nazione. Ringrazio gli dèi che non avete provato a indossarla o toccarla solo con le vostre zampe o mani. Le conseguenze sarebbero state terribili, temo avvisa. Sospira quindi Informerò gli Anziani. Questo diabolico strumento dovrà essere messo sotto chiave e difeso strenuamente, in attesa di capire come distruggerlo. Avete fatto un buon compito. A maggior ragione, nessuno oserà sollevare dubbi sul vostro operato. Anzi, penso che abbiate ampiamente dimostrato le vostre capacità. Il vostro apprendistato proseguirà, ovviamente ribatte il nano, di nuovo arcigno Ma immagino che al termine dei vostri anni di addestramento potrete essere promossi. A meno che i vostri compagni non facciano idiozie, ovviamente aggiunge. Egli si tenne da parte dai festeggiamenti, meditabondo, ma per la prima volta le sue parole non contennero insulti rivolti ai loro confronti. Ben più solari furono gli abitanti di Vinhas. Dopo aver svolto i suoi rapidi affari con un Adan convinto di poter riqualificare quelle armature per degli halfling, il drago rosso fu l’anima della festa e l’idolo dei bambini. Assieme a Dralium, essi intrattennero grandi e piccini, in un festeggiamento che durò buona parte della notte. Quando anche l’ultimo abitante sbadigliò, prima di andare a nanna, essi ripartirono. Il loro addestramento speciale si era concluso, sebbene ancora anni li attendessero per diventare dei veri Draghieri. Tuttavia essi avevano svolto più di quanto anche i loro stessi maestri si aspettassero, facendosi un nome in tutta la loro “classe” di allievi. Alcuni dei compagni, tra i più melodrammatici (quindi bardi) predissero per loro un futuro pieno di avventure. Sei anni dopo, costoro avrebbero scoperto di aver avuto fin troppa ragione. X tutti
  19. Mondravexis Le informazioni fornite da Hana su di sè, Amon e sul proprio mondo di origine, sono per me un motivo di parecchia riflessione Un altro piano, dunque. E con un sole verde. Beh, hanno buon gusto i loro dèi penso con una nota di divertimento. La loro missione, a quanto si scopre, è molto legata alla nostra e perciò decido di distendere anche io l'artiglio della diplomazia Temo che siate giunti troppo tardi, almeno per il disco di pietra racconto Da quello che ho capito, una entità del nostro mondo se ne è impossessata e l'ha sfruttato per generare o in un qualche modo potenziare un suo sgherro, il quale si presentava sotto il nome di Direttore racconto L'abbiamo ucciso qualche ora fa e il disco, apparso alla sua morte, è andato in frantumi spiego Potrebbe darsi che se il vostro mago è stato derubato, però, il suo ladro si trovi ancora qui. Catturarlo potrebbe essere perlomeno un modo per condurlo alla giustizia del vostro mondo, mentre noi ci libereremmo di un criminale. Pensate sia possibile cooperare, in questo senso? domando. Se però di cooperazione si può parlare, le successive domande di Hana mi fanno montare in rabbia e snudo i denti Nessun coboldo verrà mangiato, nè vivo nè morto! ringhio Non ho potuto salvarli, ma posso almeno garantirgli un minimo di decoro nella morte penso Essi sono esseri intelligenti Beh, più o meno E sono legati di sangue a noi draghi Ugh... che dura ammissione Vi sono cervi, cinghiali e altri animali dei quali potete rimpinzarvi, se davvero non potete farne a meno, ma non permetteremo che coboldi, umani e altri innocenti finiscano in pasto a voi. Badate bene spiego Posso capire che non conosciate bene questo mondo, quindi non vedete la mia come una minaccia, ma come un insegnamento. Se avrete dubbi su cosa mangiare, potremo spiegarvi per filo e per segno che cosa potete e cosa non potete trangugiare ammonisco Non hanno scuse. O con noi o contro di noi I coboldi verranno seppelliti. Essi di solito abitano i tunnel, quindi sottoterra potranno trovare l'abbraccio delle loro tane d'origine sentenzio.
  20. DM Quando la luce spariva sotto una fitta coltre di nuvole basse e la notte si faceva buia come la pece, davanti al camino, illuminati da una fioca luce proveniente da una lucerna, c’era ben poco da fare. Se l’Asino era pieno, tra amici di solito ci si riuniva nella stalla più grande. Ognuno portava la propria sedia e la propria lucerna. Gli uomini giocavano a carte, le donne chiacchieravano filando la lana, i giovani, sotto l’occhio vigile dei genitori, approfittavano di questa promiscuità per parlare d’amore. Ma chi si divertiva di più erano i bambini che, liberi come fringuelli saltavano a perdifiato sul fieno, oppure giocavano con le ombre prodotte dai lumi e, quando erano presi dalla stanchezza, ascoltavano le favole che venivano narrate da qualcuno che conosceva l’arte del racconto e li faceva rimanere a bocca aperta parlando di orchi, lupi, masche, streghe e castelli fatati. Gli argomenti, comunque, non differivano molto sia che ci si trovasse in osteria o presso degli amici: l’inverno che sarebbe giunto sarebbe stato rigido e la probabilità che il fiume gelasse non era da sottovalutare, sebbene fosse un evento che non capitava dai tempi del vecchio Pascolari. X Braccoraldo Braccoraldo fu chiamato agli straordinari per procurare legna a tutti, con Prippo che quella settimana parve tiranneggiarlo con particolare sadismo E muoviti, testa di legno! esclamava Sei bravo a mangiare il timballo di Nocina, ma per tirare giù un albero ci metti una settimana. Non ti pago per oziare! ringhiò. Braccoraldo non seppe dire se egli poteva avere pensieri profondi per avercela con lui, ma fu purtroppo una settimana poco produttiva per il falegname. Il fatto che Marcolfo fece meglio di lui fu tutto un dire. Il giovane trovò il modo di alleggerire il carico di lavoro, conversando con parecchi dei clienti. Incrociò diverse volte Frigirberto, come lui fautore di un grande interesse attorno alla mistica ninfa di Lago del Cigno. Se il sarto ricevette altri capelli da intarsiare attorno al suo bracciale, una vera e propria attrazione in quei giorni che valse alcune passeggiate romantiche e perfino qualche bacio da parte della giovane (e anche un po’ promiscua) Latrella, il figlio dell’oste potè parlare con alcuni anziani come il vecchio Abrazzo La fata del lago? domandò quando l’argomento fu sollevato Quando ero giovane una volta ci ho visto una ragazza che nuotava nel lago, sai? spiegò Ci aveva i capelli chiari, un po’ bianchi e violetti raccontò, confermando in parte l’identità di quei capelli Io ci ho ormai settant’anni e allora ne avevo dodici e forse proprio perché ero così piccino non si era preoccupata… o magari si era distratta… fatto sta che fu la cosa più bella che vidi nella mia vita. Le orecchie a punta, quel corpo… il vecchio sospirò Ma ormai sarà vecchia pure lei, no? A meno che non state a sentire quel vecchio rincoglionito del Pascolari che parlava dei suoi racconti doveva aveva visto ninfe a più non posso e che facevano rituali in primavera scosse la testa Quello c’ha i criceti in testa, ve lo dico io. Però sì, quella fu la prima volta che mi toccai dichiarò quindi Abrazzo. All’Asino fu anche risolta la diatriba tra la famiglia di Gastaldo e Barbera, con i Molinecchi che vennero redarguiti da diversi abitanti circa la loro eccessiva pretenziosità in quei tempi di crisi. In particolare le parole di Giambecco fecero arrossire il volto di Marchiano E’…. è una questione di principio, ecco disse, pur non suonando troppo sincero. A fare eco all’allevatore di capre giunse comunque buona parte della cittadinanza e alla fine fu accordato che i vinai avrebbero fornito il resto della dote appena possibile, dilazionando di fatto il pagamento nel corso della primavera successiva Pipa, non vorrai mica diventare consulente matrimoniale? Che se continui così ti vedrò partire per la città a far fortuna e dimenticarti del villaggio? scherzò Patrigna, servendo al suo tavolo un boccale di idromele Offre la casa, stavolta commentò. Anche l’umore in casa Boccali era migliorato molto da quando Fra Crispino era giunto con la sua prima partita di idromele fermentato, accolto quel giorno come un eroe locale dagli avventori, quasi come se egli avesse sconfitto un drago anziano che minacciasse l’intera città. Dopo settimane di duro lavoro, finalmente l’alcol poteva di nuovo allietare l’umore degli abitanti di Biadagialla e rallegrare almeno le fredde serate. X tutti X tutti.
  21. DM Hedeck ascolta le parole di Dralium, per poi scrutare il volto di Zekaun. Varie emozioni sembrano attraversare il volto rugoso dell’anziano Draghiere, per poi guardare il corpo di Tleuggheshaggar a terra. Si avvicina al drago e si china su di esso, per poi appoggiare la mano sul collo d’argento della creatura. Rimane così per qualche secondo, prima di alzarsi Ciò che è successo stanotte esula da ciò che avevo in mente per voi. Sarà aperta una indagine interna, se non altro per capire che cosa possa essere stato così forte da mettere in difficoltà quattro draghi e un elfo. Apprendisti sì, ma pur sempre Draghieri dichiara. Zendirth avanza di qualche passo, facendo risuonare il terreno sotto le sue poderose zampe Possiamo portarlo da Tobias suggerisce con voce cavernosa, al che Hedeck annuisce lentamente Sì, riscuoterò quel favore. Portalo te con gli artigli, amico mio chiede al drago di bronzo, prima di rivolgersi agli studenti Statemi bene a sentire dice Lo scopo di questo addestramento era mettervi alla prova. Purtroppo nessuno si aspettava che artefatti potessero essere coinvolti in questo processo. Quando torneremo voglio che redigiate un rapporto scritto, che inoltrerò direttamente ai superiori assieme al mio. Anche Tleuggheshaggar ovviamente dovrà farlo notando le espressioni confuse degli studenti, Hedec inarca un sopracciglio, rivolgendosi quindi a Zekaun Soldato Azzurro, il tuo drago non è morto. O perlomeno non lo rimarrà per molto. L’Anziano Tobias Goldstaff, amico di mio padre, ha il potere di riportarlo in vita. Di norma le risorse sarebbero piuttosto onerose, ma i fatti di oggi… fa un cenno vago con la mano Sono eccezionali quindi va a concentrarsi su Dralium A questo proposito… avete parlato di un artefatto? Consegnatemelo subito, andrà consegnato quanto prima agli Anziani! ordina, di nuovo burbero. Zendirth sogghigna dietro di lui. D’altro canto, Hedeck non sarebbe stato così pressante in un momento di festa. Sebbene non potessero godere della compagnia del loro amico d’argento, almeno per un altro po’, il resto del villaggio di Vinhas fece festa quella sera, invitando i draghi a partecipare. Il birraio di paese offrì diverse botti agli assetat, mentre tre maiali da latte furono messi ad arrostire come spuntino per gli eroi. Il fatto di aver riportato salvi (anche con un po’ di fortuna) i due piccoli sani e salvi, aveva offerto a quegli apprendisti un assaggio dell’esperienza migliore dell’essere degli eroi. Perfino i negozi furono aperti loro, qualora avessero interesse a fare acquisti, con congrui sconti alla salute di quei valorosi. Per chi si infila (o cerca di infilare il muso) a “Il chiodo rovente” Per chi si infila (o cerca di infilare il muso) a “Cassaforte Straordinaria di Gylex” X tutti
  22. Mondravexis Quando mi riunisco con il gruppo, scuoto la testa Purtroppo non sono stato in grado di capire granchè sulla runa ammetto, mio malgrado Odio quando non capisco qualcosa. Un buon studio è la chiave del successo sto per chiedere quindi a Gixcaririxien se egli ha avuto più fortuna di me con le tracce dei nemici, quando un insolito duo si fa avanti Il troll blu e il goblin! ringhio, evidenziando l'ovvio. Sebbene non sia stata la descrizione più letterale, è impensabile che quei due figuri non siano il loro obiettivo. Aggrotto però presto la fronte, notando come essi sembrino... diversi da come me li aspettavo Gixcaririxien sembra per la diplomazia penso, inarcando un sopracciglio quando noto il drago rosso cercare un pacato dialogo. Brontolo un pò, prima di ergermi alla stessa maniera, sollevando la testa con fierezza Il mio nome è Mondravexis, figlio di Vossirtath, figlia di Kallionastiryne! dichiaro, cercando di capire se ho mai visto creature di quel tipo. Anche se il rosso anticipa i miei dubbi sul fatto che essi non siano nemmeno nativi del Piano Materiale Non potrei spiegarmi in altro modo una tale ignoranza sulla nostra specie penso, vagamente offeso dai commenti del goblin. Avanzo comunque anche io una domanda In questa foresta vi sono pericolosi accadimenti. Ne siete forse coinvolti? chiedo.
  23. DM Novembre si avvia verso la sua conclusione e una cappa grigia inizia a permanere ogni giorno sopra Biadagialla. Le ultime belle giornate vengono sostituite da colori plumbei e spenti e la mattina il freddo si insinua tra le coperte dei popolani. L’aria delle montagne vicine non aiuta di certo, portando con sé venti di tramontana che portano le temperature anche vicine allo zero, tanto che in alcune giornate alcuni degli abitanti hanno dovuto rompere con il martello la crosta di ghiaccio sulla propria bacinella per lavarsi il viso, mentre alcuni dichiarano pure di aver dovuto far sloggiare i pinguini dall’armadio, rei di rischiare di morire di freddo ben presto, se quei cali di temperature fossero continuate. Se non altro, il lavoro industrioso degli abitanti di Biadagialla ha cominciato a dare i suoi frutti. Laboriosi come le api tanto care a Fra Crispino, Braccoraldo e Prippo sono stati tra i primi a portare a termine uno dei compiti, riparando nel giro di una settimana il tetto di casa Foraggi, garantendo alla famiglia dell’anziano Girlo un cospicuo risparmio in termini di legna Lo so io che se non era per te, Prippo sarebbe ancora lì a misurare il legno per la riparazione commentò Nocina, dando un sorriso e un buffetto al giovane apprendista, invitandolo per diverse sere a cena da loro. Forse proprio tali premure resero il falegname tra i più operosi del villaggio. La visita al lago, perorata da Saranna, Marcolfo e Frigirberto, dà invece risultati più altalenanti. Sebbene Frigirberto riesca infine a creare il suo bracciale dal capello spartito e farne un elegante ornamento in stoffa che attrae l’attenzione curiosa di molte donne, la ricerca di veleni si dimostra infruttuosa. La mancanza di esperienza in un tale settore si fa sentire e il rischio di avvelenare o (peggio ancora) avvelenarsi, costringe il trio a desistere da quei tentativi. Pure la ricerca di questa fantomatica ninfa, presente nei pensieri dei maschietti in particolar modo, si rivela frustrante. Ancora una volta essi ricevono un cesto di frutta inaspettato, oltre a trovare tracce di quella che anche altri presenti possono confermare come una esile figura scalza, alta quanto una giovane donna. Addirittura, in certi momenti, hanno perfino la sensazione di udire delle risatine femminili, per quanto essi non siano in grado di capire da dove provenga tale suono, dato che ogni volta che si recano su quella che essi ritengono la fonte non trovano… il nulla. E laddove la dispensa viene arricchita di qualche mela in più e dei pesci raccolti dai popolani accompagnatori, i giovani trovano maggiore profitto lavorando alle attività di famiglia. Filoni di pane e minestre vengono servite e qualche soldo si aggiunge alle loro scarselle. Il contatto con la natura, per contro, è amico di Giambecco e Fra Crispino. Sebbene Asmodeo si dimostri fin da subito un becco dal pessimo carattere, tanto da ricordare al Pipa la propria madre, egli riesce a domare ben presto il suo caratteraccio alla vecchia maniera, ovvero con nerbate e bastonate, le quali si rivelano anche un piacevole antistress da quei patetici momenti in compagnia della genitrice. Il lato femminile fu assai più prodigo, specie quando ricevette una carezza da Patrigna, un extra al pagamento ottenuto in aggiunta ai soldi che insistette per dargli per quelle trappole per uccelli che avevano il vizio di scagazzare sull’ingresso dell’Asino Bagnato Comunque ho visto come guardavi Patrigna, eh! ringhiò una sera Cornelia a tavola Che tu credi che una bella ragazza come lei possa interessarsi a un citrullo come te? scuote la testa Mi fa felice solo che non vai in giro con quella Saranna e quelle… come lei! Sì, hai capito che cosa intendo! Bisognerebbe essere ciechi per non notarlo, è proprio davanti alla faccia! Quelle come lei sono marce di natura, abomini! sibilò E’ mancina, ne sono sicura! La mano dei diavoli, altrochè! precisò, stemperando ogni equivoco su possibili problemi razziali. Chi invece non ebbe problemi ad accettare nuove persone fu Fra Crispino, il quale con le sue avveniristiche tecniche riuscì a rintracciare un alveare di api, le quali scoprirono ben presto di trovarsi sotto il giogo di una regina decisamente nuova, più grassa e premurosa. Il frate riuscì ben presto a raccogliere un primo vaso di miele, con un solido corredo di pappa reale e propoli, prelibatezze queste ultime che gli anziani con meno denti iniziarono a prenotare. Tuttavia non tutti sono felici, in quanto una nuova rivalità sta imperversando in paese. La famiglia del giovane Gastaldo Molinecchi (Matrona Fredora e Marchiano, contadini) ha una disputa con la famiglia della giovane Barbera (Matrona Cagnina e Chianto, vinai) circa la dote di quest’ultima. La famiglia del Gastaldo sostiene che essa doveva comprendere tre lenzuola, tre federe, quattro asciugamani, una pentola, una padella e due paia di posate. Il Chianto ribatte che i loro mezzi sono limitati e possono garantire solo due lenzuola, due federe, due asciugamani e uno spremiagrumi. Matrona Fredora ribatte che è una miseria. Matrona Cagnina ribatte che per quanto è brutto Gastaldo possono aggiungere un sacco per coprirgli la testa. Tali interazioni hanno portato più volte a piccole risse, specie tra i genitori, con i figli più spesso visti a piangere in un angolo. X tutti X tutti.
  24. DM I goblin superstiti non rimangono tali a lungo, non quando la furia di Zekaun si abbatte su di loro. Dopo l’assalto dell’elfo, solo blocchi di ghiaccio con all’interno frammenti dei goblin sono tutto ciò che testimonia la fine di quello scontro. Su suggerimento di Dralium, gli aspiranti Draghieri raccolgono la corona badando bene di non toccarla, aggiungendola allo scrigno lì presente. Dato lo stato di morte di Tleuggheshaggar e le condizioni dei bambini, tutti i presenti si trovano alla fine coinvolti per portare fuori l’unica salma e i due fortunati superstiti, per quanto ancora incoscienti. Alla fine, però, tutti riescono ad emergere da quella pericolosa oscurità. Usciti dalla collina, fiaccole e torce li attendono, seguiti da un forte sbattere d’ali che preannuncia il pesante atterraggio di Zendirth e del suo cavaliere Hedeck. Egli appare pallido mentre il resto dei presenti, buona parte della cittadinanza di Biadagialla, si è lì riunita Che c***o è successo lì dentro? Il rumore era talmente forte che avrebbe risvegliato i morti! sibila il sergente istruttore, smontando dal suo nobile drago e avvicinandosi agli studenti. L’ombra di un sorriso sembra vagare sul suo volto, una delle sue rarissime manifestazioni di emozioni positive, alla vista dei corpi ancora in vita di Piattola e Untino. Ma ben presto egli pare avvampare alla vista del corpo di Tleuggheshaggar CHE C***O E’ SUCCESSO? SOLDATO AZZURRO, PERCHE’ IL TUO DRAGO E’ PRIVO DI VITA? PERCHE’ IL SOLDATO BIANCANEVE E’ CONCIATO DA FAR SCHIFO AGLI OTYUGH? PERCH- per fortuna altre grida, ma di gioia, prorompono dalle famiglie di Piattola e Untino, la commozione che li sopraffà mentre si gettano sui draghi per ringraziarli e prendere in consegna i figli Grazie! Grazie! Oddio, non ci speravamo più…. singhiozzano, mentre applausi si levano dagli abitanti SIETE DEGLI EROI!! esclama un anziano, sventolando il proprio bastone. Solo lo sguardo di Hedec rimane torvo, un misto di rabbia, incredulità e curiosità. X tutti
  25. Mondravexis Speravo che il peggior scenario non si fosse realizzato, ma purtroppo ben poco è rimasto al villaggio dei coboldi Sia maledetto per sempre il Direttore e colui per il quale lavora commento in tono afflitto, scuotendo la testa mentre vago in quella desolante scena di morte Volevo e potevo creare qualcosa di grande per loro... e sono finite vittime senza purtroppo nemmeno avere un'idea chiara di che cosa li ha colpiti penso avvilito, rimuginando sul fatto di aver fatto o meno la scelta giusta. Ascolto quindi la giusta rabbia di Gixcaririxien e i suoi propositi, i quali hanno il mio pieno appoggio Sarò felice di darti una mano nello smembramento di colui che orchestra questo terrore sulla foresta, Gix commento Questa strage non era assolutamente necessaria. Nessun drago... a parte, vabbè, Doom Queen... avrebbe avuto ragione di fare un simile scempio giudico. A quel punto, sul suggerimento di analizzare la runa, mi mostro partecipe D'accordo, ma badate di rimanere a distanza. Certe rune possono contenere pericolosi incantesimi. Non vorrei fosse una trappola. Nel qual caso, meglio che sia solo io a subirla suggerisco, per poi recarmi verso l'oggetto di studio e cercare di riconoscere dai minimi dettagli della sua composizione, cercando di non leggerla, il suo scopo.
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