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Ghon

Circolo degli Antichi
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  1. I Notostraca sono un ordine di piccoli crostacei appartenenti alla classe Branchiopoda. L'ordine comprende una sola famiglia (Triopsidae) suddivisa in due generi. Gli appartenenti al genere Triops hanno due occhi composti ed un solo occhio naupliare posto fra gli altri due. La morfologia esterna apparentemente non ha subito modifiche da quella del Triops cancriformis nel Triassico 220 milioni di anni fa. Il Triops cancriformis potrebbe essere la più antica specie animale ancora vivente. I membri dell'ordine ormai estinto dei Kazacharthra sono molti simili essendo discendenti di questo ordine.I notostraci vivono solitamente sul fondo di pozze di acqua stagnante dove si spostano col ventre volto verso il basso. In ambienti con scarsità di ossigeno possono nuotare capovolti con le zampe vicino alla superficie dell'acqua. I notostraci sono onnivori, scavano nel fango del fondo con parte anteriore della corazza cercando non solo plancton ma anche prede più grandi come vermi, larve di chironomidi, è diffuso anche il cannibalismo verso altri esemplari più piccoli, deboli o morti (in particolare dopo la muta). Altra preda comune sono gli anostraci che spesso condividono lo stesso habitat. I notostraci vivono spesso in pozze d'acqua temporanee quindi anche la loro vita è breve. Queste pozze spesso si seccano durante alcuni periodi dell'anno quindi, mentre gli esemplari adulti muoiono, sopravvivono gli embrioni in uno stato di animazione sospesa pe un periodo anche di alcuni anni fino a che le piogge non riempiranno di nuovo la pozza. I notostraci sono spesso al vertice della catena alimentare delle pozze effimere in quanto mangiano qualunque cosa più piccola di loro. Costituiscono spesso preda di uccelli. In alcune aree, certe specie di Triops sono considerate dannose perché danneggiano i germogli del riso perché li estirpano cercando cibo sul fondo.

  2. La Physalia physalis, il cui nome comune è caravella portoghese, è un sifonoforo della famiglia Physalidae. Viene spesso confusa con una medusa, sebbene sia una colonia di 4 diversi tipi di polipi reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza. È composta da una sacca galleggiante lunga circa 15 cm costituita da un organismo pneumatoforo. Ad essa sono attaccati dei tentacoli lunghi fino a 30 metri e fortemente urticanti costituiti da individui dattilozoidi incaricati di ricercare e catturare il nutrimento e dirigerlo verso gli individui gastrozoidi. Della riproduzione si occupano invece gli individui gonozoidi. I polipi gastrozoidi sono la parte "digerente" della colonia e reagiscono con rapidità alla presenza di nutrimento aggrovigliandosi fino a raggiungerlo e agganciarlo con la bocca. Digeriscono il nutrimento secernendo enzimi in grado di scomporre le proteine i carboidrati e i grassi. Mentre galleggia sospinta dal vento i tentacoli pescano nell'acqua contraendo e catturando piccoli crostacei e altre componenti del plancton.



    La parte emersa è di colore azzurro violacea a volte tendente al fucsia. Ha proprietà aerodinamiche che apparentemente sono modificabili tramite contrazioni muscolari della cresta. Galleggia sospinta dal vento ad un'angolazione dipendente dalla curvatura della parte emersa e dalla resistenza della parte sommersa. Ha piu di 10 tipi di veleni diversi sui suoi "tentacoli". Ogni veleno ha un suo colore, non sono conosciuti ancora rimedi per alcuni tipi dei suoi veleni.

  3. La sottofamiglia [B]Amphiprioninae [/B]comprende un gruppo di pesci teleostei comunemente chiamati pesci pagliaccio. Sono chiamati così per le loro livree estremamente colorate, tendenti al rosso-arancio e striate di bianco o nero. Il corpo è compresso latero-lateralmente, con grandi pinne arrotondate e adatte solo a piccoli spostamenti.La particolarità per cui sono conosciuti questi pesci è la loro comune associazione mutualistica con alcune specie di anemoni. Questi pesci si rifugiano tra i tentacoli dell'anemone, immuni alle punture urticanti delle sue nematocisti, e oltre a proteggersi dai predatori si nutrono degli avanzi e tengono pulito l'anemone dai parassiti. L'esatto meccanismo che consenta al pesce l'immunità alle punture è tuttora oggetto di dibattito. Una prima teoria ipotizza che il muco che ricopre il pesce pagliaccio sia basato su glucidi e non su proteine e che quindi impedisca alle cellule urticanti dell'anemone di riconoscerlo come cibo. Secondo un'altra teoria, il muco del pesce imita la superficie esterna dell'anemone; questa possibilità è sostenuta dal fatto che un pesce pagliaccio impiega alcuni giorni per adattarsi ad una nuova specie di anemone con la quale viene posto a contatto. L'organizzazione sociale prevede una gerarchia di dominanza lineare. Solitamente il gruppo vede a capo una femmina dominante, la matriarca. Il suo compagno maschio è l'unico sessualmente maturo, mentre gli altri componenti sono individui non ancora maturi, che vivono nelle vicinanze dell'anemone. Alla morte della femmina il maschio dominante cambia sesso e matura, assumendone il posto, mentre tutto il resto dei maschi immaturi slitta avanti di un posto nella gerarchia.

  4. [B]Chlamydoselachus anguineus[/B] è uno squalo dalla forma allungata, lungo fino a 2 metri. La testa è simile a quella di un'anguilla, ma possiede forti mascelle e denti tricuspidati, molto affilati. Le branchie sono formate da 6 lamelle consecutive, molto ampie, con margine frangiato. I denti sono piatti con 3 punte. Le pinne pettorali sono simili a pagaie, le pinne anali e quella dorsale sono arretrate. La coda è composta da una sola membrana a forma di lancia. Il colore è bruno nerastro. Questo squalo primitivo vive a ridosso delle scarpate continentali, tra 120 e 1300 metri di profondità.

  5. Questo delizioso mollusco (Chromodoris kuniei) sembra un fiore colorato che danza tra le onde. Si tratta di un nudibranco, che si muove con raffinata eleganza nelle acque dell’Oceano Indo-Pacifico, suo habitat. Il suo moto è flessuoso e avviene agitando la sottile balza muscolare che ha tutt’intorno al suo corpo. Il colore di base è il giallo chiaro, circondato da strisce concentriche perimetrali di violetto, azzurro e infine, blu.



    Esendo anche un mollusco, è composto interamente da muscoli; non possiede lo scheletro. Dal capo indistinto si diramano piccole appendici ricettive, note come rinòfori, in cui hanno sede i vari organi di senso: tattile, uditivo e del gusto. Presiedono persino alla respirazione e sono gialli come il corpo. Questo mollusco appartiene anche alla famiglia dei gasteropodi, così chiamati perchè sembra che camminino trascinandosi sul loro stomaco. Infatti, in posizione ventrale, questi molluschi sono dotati di un lungo piede, con cui aderiscono al suolo. Questo piede le fa assomigliare alle lumache terrestri, che sono lo stesso nudibranchi. Il movimento è determinato dallo spostamento di piccole estensioni cutanee, tutte intorno al piede come un cingolo e da un movimento alternato dal basso verso l’alto, di fasce muscolari centrali.



    Si chiama nudibranco, perché con l’evoluzione, ha perso la caratteristica di prodursi una conchiglia. Nudibranco, appunto, vuol dire che le sue branchie sono rimaste nude, esposte. Prive della copertura di una conchiglia. In effetti altre strategie di protezione si sono sviluppate in questo animale, a cominciare dalla sua vivace gamma cromatica e dalla sua caratteristica puntinatura, che può spaventare i predatori, in quanto somigliante a una moltitudine di occhi scrutatori. Inoltre, con il suo colore sgargiante, avverte il nemico di essere indigesto. Questo mollusco secerne un liquido dall’odore particolarmente sgradevole, che scoraggia i predatori dal mangiarlo, ma camminando, si lascia dietro una scia chimica percepibile dalla sua più grande predatrice: la stella marina, che dopo aver sollevato il tentacolo per afferrarlo, lo costringe a mettersi in salvo, cercando una forte corrente che lo porti via.

    Striscia sulle erbe marine e si ciba di spugne, celenterati, briozoi e molluschi più piccoli. Per un certo periodo della loro vita, i nudibranchi nuotano liberamente. Più tardi, si adatteranno a cercare il cibo strisciando sul fondo del mare.



    Un nudibranco è una creatura ovipara ed ermafrodita, ossia possiede gli organi riproduttivi di entrambi i sessi e si autoriproduce. E’ più comune la fecondazione incrociata, data cioè, dall’unione di due o più individui. Di solito, l’organismo che si colloca sul dorso, feconda col suo sperma le uova dell’altro, che sta sotto di lui. Spesso, però, questo processo da luogo a una numerosa catena, dove gli organismi si sovrappongono l’uno all’altro e il primo, chiude la catena ad anello, attaccandosi all’ultimo e fecondandolo a sua volta. Le specie che non hanno organi sensoriali per riconoscere i propri simili, sono predisposte all’autofecondazione.

    In seguito, le uova si dispongono in un lungo nastro a spirale in attesa della schiusa, che avviene dopo un paio di settimane. Le uova di nudibranco sono anche avvolte da un muco protettivo e repellente che ha la funzione di scoraggiare eventuali aggressori.

    Come tutti gli invertebrati, il nudibranco ha un ciclo di vita di poche settimane, che in alcune specie più grandi ed evolute, può arrivare ad otto mesi.

    Un organismo piccolo, poco evoluto e innocuo, dove ogni specie che lo compone offre un meraviglioso spettacolo scenico e cromatico

  6. Quello che stiamo osservando sembra uno strano mollusco, ma in realtà è un verme. Lo stiamo osservando nell’atto di mangiare, quando le sue minuscole ciglia che ha attorno al corpo, cominciano a sventagliare. Per circa 20 minuti, secernono un muco particolare, che si gonfia e assume la forma di “natiche volanti” come si vede nella foto. Quando questa bolla ha raggiunto la capienza di una piccola tazza d’acqua, il verme “culo di maiale” la divora tutta, assieme all’ossigeno e alle particelle di cibo che vi erano rimaste intrappolate. Il verme “culo di maiale è lungo circa 2 cm e vive a una profondità piuttosto elevata: tra i 960 e i 1300 metri.

    Il suo nome volgare, sembra davvero volgare in tutti i sensi, eppure esiste davvero questa ilare somiglianza con il fondoschiena di un suinide, voi che ne dite? C’è però da dire che non gli corrisponde un vero e proprio nome scientifico, perché si tratta di una specie nuova, scoperta solo negli ultimissimi anni. Tutto quello che sappiamo è che si tratta di un Chaetopteris, un chetoptero, appartenente alla classe dei vermi policheti. E stiamo parlando di una specie anche piuttosto rara: scoperta dall’istituto MBARI della California, dopo ben quattro anni di ricerche, sono stati individuati soltanto sette esemplari.

  7. L'[B]oar fish[/B] è un pesce che può raggiungere gli 11 metri di lunghezza, spesso è scambiato per un mostro di mare.
    In Italia è chiamato "re delle aringhe" perchè talvolta viene avvistato mentre nuota tra i banchi di arringhe.

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