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raemar

Circolo degli Antichi
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Commenti al blog inviato da raemar

  1. Grazie anche a te, Jade e crepi.

    Non è tanto una questione di parlarne mal volentieri con sconosciuti o semi-sconosciuti, è più una questione di non saper bene cosa dire. Al di là dei fatti, che sono detti anche in questo blog, le sensazioni sono difficili da esprimere, perché non le capisco bene nemmeno io.

    A ogni modo, apprezzo molto la tua riservatezza, così come apprezzo le parole di Piri, il tentativo che ha fatto Aerys, la comprensione di Merin. Se vi va, aspettatemi, prima o poi passerà, no? ;-)

  2. Bè, non lo so, io volevo parlare di un libro, sostenendo che mi è piaciuto e che ne condivido la struttura di base, consigliandolo a chi volesse approfondire una questione per me molto delicata e complicata. Tu, mi pare, hai un po' banalizzato la questione per me molto delicata e complicata, dicendo fondamentalmente che è una cavolata e che non capisci come si possa ritenere la questione molto delicata e complicata (sto evidentemente banalizzando). Devo aver capito male, perché il tuo ultimo commento va in un'altra direzione, direi quasi che siamo d'accordo. :-)

    Per quanto riguarda il concederti che i credenti non comprendono gli atei e li guardano dall'alto al basso, questo credo dipenda dall'esperienza personale. Io, ad esempio, sono stato probabilmente più fortunato, non da ultimo con la mia ragazza, ma anche con diversi preti e parroci con cui mi è capitato di parlare nell'ultimo periodo. Tutta questa certezza nella difesa dell'operato della Chiesa non l'ho mai trovata (ammesso che non si intenda per "critica alla Chiesa" dire che il tale esponente o il tale leader religioso è uno str*nzo e non capisce un ******.. in quel caso, credo me la prenderei anch'io al posto loro ;-)).

    :bye:

  3. Questa discussione mi pare non porti proprio a niente. Ripeto, dialogo tra sordi. Siamo già al punto in cui si prendono gli esempi e li si rende assoluti, perché non avendo argomenti è più facile dire "ah, ma tu hai detto così" piuttosto che cercare di capire il punto di vista dell'altro.

    Potrei dire che la mia visione dell'aldilà o del rapporto coi morti ha molti punti di contatto con quella della mia ragazza, anche se diamo nomi diversi a elementi simili, ma tu potresti dire che la mia è migliore perché mi chiamo Pippo e non Franco o che tutti quelli che hanno una visione dell'aldilà sono dei cog*ioni. La discussione ricomincerebbe daccapo per l'ennesima volta. Oppure potrei mettermi a elencare una infinita serie di esempi che sostengono il fatto che la fede è di tutti, ma ho sinceramente meglio da fare (o quantomeno altro). Anche perché, come tu hai detto, hai già la risposta. E sei immobile. Sinceramente, cosa stiamo a discutere a fare? :-)

  4. Mi sembra un po' un dialogo tra sordi, esattamente quello che si propone di non promuovere il libro che volevo consigliare.

    Merin, tu continui a confondere tra fede e religione. Ripeto, NON puoi ribattere a una persona che ti dice "Dio esiste" dicendo "Dio non esiste". Mi sento di sottoscrivere quello che dice Aerys (anche se alla pancetta preferisco la salsiccia). Non c'è alcuna differenza tra il ragionamento di un'estremista religioso e il tuo. "Annientiamoli tutti perché credono/non credono!". Sei pronto a fondare una tua "religione" che neghi tutte le altre "religioni", sostenendo che è l'unica via per la salvezza dell'umanità.

    Tornando alla fede, che ritengo sia la cosa più interessante, mi spieghi per quale motivo non dovrei comprendere che la mia ragazza crede in un Dio che un giorno le permetterà di rivedere o di rientrare in contatto con sua madre, quando io cerco di convincermi che sono sufficientemente figo e capace per superare ogni situazione negativa che mi si presenta trovando la forza dentro di me? Nessuna delle due cose è dimostrabile scentificamente, sono "costrutti" artificiali che ci creiamo (che anche tu ti crei) per potercela fare. Qualcuno può chiamarla "Dio", qualcuno "Gino", qualcuno "Io", resta il fatto che la fede è la cosa più umana che esista. E per questo, dal mio punto di vista, merita rispetto assoluto e totale.

    Non fa alcuna differenza che la mia ragazza sia nata in un Paese cristiano, piuttosto che in un Paese islamico o in un Paese occidentalista.

  5. Mah, te l'ho già detto in privato e te lo ripeto, ragionando in questi termini secondo me si va poco in là. Tu argomenti con sillogismi e logica laddove regna l'irrazionale e l'impalpabile, in meccanismi che hanno a che vedere con i sentimenti e la necessità di scendere a patti con qualcosa che non si riesce a spiegare. Di nuovo, secondo me confondi nel tuo "odio" la fede con la religione.

    Se la pensi così e persisti in questo atteggiamento, per me sbagliato, ma si era capito, hai già la tua risposta. Non so se invidiarti, ma hai già la tua risposta. :bye:

  6. Vedo che siamo sotto l'occhio vigile degli amministratori, non me l'aspettavo. :-)

    Comunque, come ho già detto credo che il libro sia utile soprattutto per ampliare un po' gli orizzonti di entrambe le parti, o meglio per cambiare il baricentro della discussione, distinguendo chiaramente tra "fede" e "religione". Shar a mio parere ha colto nel segno parlando di "speranza", che in fondo, con nomi diversi, tutti noi abbiamo e che, per questo, è a mio parere degna di tutto il rispetto del mondo e pienamente comprensibile e condivisibile (in ogni sua forma).

    La "religione" è un'altra cosa, e secondo me non è un caso che la figura più importante citata dal libro per l'affermazione del Cristianesimo (o meglio per il suo "sdoganamento") sia un imperatore che poco aveva di religioso (tant'è vero che pare sia stato battezzato solo sul letto di morte).

    Che poi questa distinzione, per me (e per il libro) fondamentale, dia il via a considerazioni uroboriche* del tipo "è nato prima l'uovo o la gallina?", può essere vero, ma questo è un discorso molto ampio che temo non si possa fare qui sul forum. ;-)

    * questo aggettivo fa il paio con "surmolotto". Ah, come siamo colti (o corti, non ricordo)! :-D

  7. Non "così" brutto, di più! ;-)

    Comunque, secondo me se aprissi una rubrica dedicata ai "giochi da tavolo che si potrebbero proporre per coinvolgere le ragazze a totale digiuno di giochi da tavolo", faresti una fortuna. Ti garantisco che è un problema condiviso da tanti. :-D

    Se non fosse che mi fa venire l'ansia e che non mi fa per niente impazzire, io sono sicuro che potrei convincere la mia a giocare a Villa Paletti.

    :bye:

  8. Il mio era un discorso molto generale, non riferito a nessun ambito particolare. Talmente generale da risultare assolutamente personale. ;-)

    Capisco cosa intendi. Nelle mie elucubrazioni, ieri pensavo proprio a quello che dici tu come obiezione al pensiero di Epitteto. Ma secondo me non ha senso. Anche ammettendo che tu esprima il tuo rammarico per far sì che gli altri capiscano e ti aiutino a rendere tuo ciò che in partenza non lo è, secondo la filosofia che sento di fare mia (chiaramente a livello teorico), tu non puoi influenzare le altre persone. "Nessuno potrà più esercitare alcuna costrizione su di te". E quindi tu non potrai esercitarla sugli altri. Ognuno è padrone (e responsabile) di ciò che può materialmente manipolare con la propria azione, non con l'azione degli altri. Io, personalmente, lo trovo meraviglioso.

    Attenzione, ciò non significa che un giorno qualcuno non possa percepire la tua azione e decidere di agire a sua volta nella tua stessa direzione o di agire perché la tua azione abbia il fine che lui ritiene tu ti sia preposto. Ciò significa che questa sua scelta non dipende da te. Non te ne devi preoccupare e occupare.

    Comunque, è già incredibile che qualcuno segua questo discorso. Ti ringrazio per lo stimolo. :bye:

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