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Bellerofonte

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Bellerofonte

  1. Moggo Din Ringhio verso il passaggio ora libero. Tutto mi fa pensare che il cadavere in cui ci siamo imbattuti abbia compiuto un ultimo eroico gesto prima di lasciarci la pelle, bloccando questo cunicolo. E ora tocca a noi doverci rimettere piede dentro. Avanzo di sei metri nell'oscurità, dove il passaggio è ora libero, appoggiato sull'ascia a mò di bastone da passeggio. Respiro l'aria. Cerco un odore che temo. Quello di cadavere.
  2. Moggo Din "Mmmm" mugolo, toccando quei pali con la punta dell'ascia. È vero, non è propriamente legno, ma una trave è pur sempre una trave. Li osservo più da vicino, cercando di intuire quanto ne sapeva il taglialegna che ha provveduto a sistemare quei pali per tenere su il soffitto e che strumenti ha usato per intagliarli come voleva lui. Se gli altri hanno bisogno di una mano a spostare le pietre, che facessero pure un fischio.
  3. Nel mio caso, 95%: Scherzi a parte, raccontare una storia tutti insieme crea un senso di condivisione profonda. Chi sta al tavolo intreccia con gli altri una parte molto intima di sé, l'immaginazione. Per farlo però ci si deve sentire a proprio agio nell'esprimersi di fronte agli altri, e trovare soprattutto una storia abbastanza entusiasmante ed "accogliente" nei confronti dei personaggi tale da stimolare la propria fantasia. Ho scoperto che tra tutti i miei amici che giocano io sono quello che riesce meglio a mettere tutti a proprio agio al tavolo. Ciò mi riempie di orgoglio. Non ho mai capito davvero il perché o il come ci riesca. Immagino di avere una certa sensibilità nei confronti delle altre persone, e di aver letto/visto/giocato abbastanza da comprendere come si racconta una bella storia. (correggetemi pure, se volete, ma non credo che si possa essere bravi master senza queste capacità). Il resto è mistero.
  4. Moggo Din Raccolgo l'ascia del povero dwir, deciso a riportarla a Kel Boldar. Per quanto riguarda le ossa, queste mi rattristano non poco. Cerco di dimenticare in fretta la loro forma e l'inquietudine che riescono a infilarmi nelle ossa; stringo l'ascia e avanzo verso l'ignoto insieme agli altri. "Cauti, mi raccomando."
  5. Moggo Din In maniera totalmente casuale, decido di iniziare dal tunnel la cui entrata sia più lontano possibile dai ritrovamenti ossei. Chi mi ama, mi segua!
  6. Moggo Din "Uhm...ehrr-" misuro con le mani la grandezza di un osso di pollo, poi, non contento, le allargo fino all'estensione di tutte le mie braccia, e ancora le restringo fino a mezzo metro. Sono confuso. "È difficile dirlo, Andr." lascio perdere le misure ad occhio e mi gratto la testa. "Tutto sembra enorme quando sei un cosino grande quanto il mio pipo." (?)
  7. Moggo Din Per qualche minuto resto seduto a terra, con gli occhi privi di pupilla. Quando torno, ho un leggero colpo di frusta che mi fa dondolare all'indietro; mi alzo e condivido con gli altri quanto ho visto: "Tre gallerie parallele...e ossa. Qualcuno banchetta nei paraggi." Quando finisco la frase ho già l'ascia in mano, protno a seguire il gruppo nella formazione già decisa.
  8. Moggo Din "FEEERMI!" dico al gruppo, presentandomi con i miei soliti, viscidi, compagni trovati nelle profondità. "Facciamo andare avanti prima lui." E dopo essermi concentrato, averlo addestrato ed essermi connesso con lui, lo lascio andare dentro l'enorme voragine. I miei occhi ora sono i suoi.
  9. Moggo Din Corro a quattro zampe in acqua, verso Chazia e Snorri. Verso la prima mi avvicino forse un po' troppo, con intento ferino. È il richiamo della natura. La annuso un po', ma mi allontano disinteressato quando non riconosco le forme e gli odori tipici delle stangone umane. Chazia, nonostante le occasionali battutine su quanto sia focosa, è alla fine come una sorella, piuttosto che una preda. Così corro verso Snorri, manco a dirlo, schizzandolo. Sono in preda all'ilarità di cui sono capaci i bambini: lo placco e provo a buttarlo di forza in acqua, ridendo di gusto.
  10. Scrissi proprio di questo un po' di tempo fa. Potrebbe esserti utile!: Gestire facilmente le battaglie campali
  11. Chissà se i nani perduti passati di qui si nascondono ancora più in profondità o sono invece andati estinti, fagocitati da questa oscurità? Ascolto volentieri tutte le supposizioni dei miei compagni, se ce ne sono; curioso, sì, ma non chissà con quale immaginazione, non riesco a ipotizzare cosa sia potuto loro accadere o in cosa si siano trasformati stando qui sotto. [...] Il senso comunitario ha il meglio sulla mia naturale lordura. Mi svesto e ridendo come un cretino mi butto nel lago, non rendendomi inizialmente conto della sua reale profondità. Provo ad avvicinarmi alla cascata, usandola come doccia.
  12. Moggo Din Snorri avrebbe trovato Moggo alle prese con un piccolo buco nella roccia che nasconde chissà quale animaletto: il selvaggio taglialegna ci sta cercando di infilarci la mano ringhiando e imprecando, sbirciandoci dentro per poi maledire di nuovo il sottosuolo, e solo quando sente le parole magiche "nani perduti" interrompe quello che fa e alza le orecchie come un cane che ha sentito un fischio lontano. "Oh? Sì, certo! Sarebbe anche ora che qualcuno li riportasse a casa..."
  13. Ricordo qualcosa sul perfetto avventuriero, dove venivano descritti i vari strumenti. Il violino in particolare permetteva di tenere due cose contemporaneamente, non ricordo bene cosa però...
  14. Moggo Din Rabbrividisco. "I nani perduti..." riecheggio, terrorizzato ma altrettanto affascinato. Nei momenti di quiete, mentre ci accampiamo o quando gli Uzdraz lavorano, mi impegno a usare il giochetto che ho imparato a fare con gli animaletti del sottosuolo: catturarne uno, convincerlo ad aiutarmi e usare i suoi sensi per esplorare i dintorni, inclusi quei posti altrimenti inaccessibili alla stazza nanica. @DM
  15. Moggo Din L'impeto mi abbandona passo dopo passo. Mi volto verso gli incantatori allargando le braccia di disappunto, con lo sguardo sconsolato. Non mi hanno nemmeno lasciato il tempo di urlargli qualcosa, o dargli una batosta, un colpetto, una carezza. Sbuffo, tirando un calcio alla carcassa per verificarne l'effettiva morte - e per scaricare la frustrazione. [...] "Ehi, Andr. Guarda: nemmeno un graffio." mi sbatto il petto con un pugno. "Come va la testa?"
  16. Easy peasy, butta giù il chierico prima: storiscilo, intrappolalo in lotta, impediscigli di castare, riducilo a 0pf, etc.
  17. Moggo Din "Cosa? Sono già andati?" preso com'ero dal bacarozzo non li ho sentiti allontanarsi. A questo punto, mi chiedo che senso abbia cercare di mandare l'animale in avanscoperta se i miei compagni sono già andati. "Ascoltami bene, Andr" lo prendo per le spalle e avvicino il mio brutto muso al suo. "Non li lascio da soli mentre finiscono nelle fauci di chissà quale mostruosità qui sotto! Se vuoi restare qui lo capisco: ma se non torniamo, prendi gli altri e cambiate strada!" Anche se sembra più rilassato del solito, spero che Andr capisca cosa gli dico. Abbandono il piano originale e sguaino l'ascia, muovendomi verso l'origine del suono...
  18. Moggo Din "SEI SICURA?" urlo, nel dubbio che mi sentano oppure no: svantaggio delle orecchie tappate. "POTREMMO SOLO PRENDERLI A CAZZOTTI E PORTARLI VIA DI FORZA, NO?" ...però siamo pur sempre apripista. C'è sicuramente un modo per capire quanto sia pericoloso più avanti: basta cercare uno di quei deliziosi e succulenti animaletti...
  19. Moggo Din "Quale mostro è così stupido da cantare sottoterra se poi non funziona? Come ha fatto a non estinguersi, se vive qua sotto? Magari ce lo avranno portato?" - sì, ma chi? - "...i nani dimenticati..." Questa storia mi sta davvero ossessionando. Non ho cera sotto mano, così cerco semplicemente un po' di terriccio o muschio sotterraneo. A qualcuno, forse, potrebbe anche fare schifo...ma non a me. Mi sono spalmato addosso ben di peggio dopo una pinta di troppo. "Continuiamo a dormire coi tappi di muschio, prima o poi si stuferanno di cantare" - o ci attaccheranno. In ogni caso, problema risolto.
  20. Moggo Din Alla fine ci chiamiamo apripista per un motivo, no? Tutto ciò che di oscuro e dimenticato c'è qui sotto deve passare sui nostri cadaveri prima di arrivare agli Uzdraz. "Cos'altro c'è adesso?" mi sveglio di malumore, brandendo l'ascia sulla spalla, in maniera abitudinaria, quasi mi fossi alzato per andare a tagliare qualche arbusto. La cantilena mi fa rizzare i peli sulla schiena. "Potrebbero essere...i nani dimenticati?" la storia di Kalvik mi è rimasta parecchio impressa.
  21. Moggo Din Sanguinante ma ancora ferale rincorro il mostro per poco meno di sei metri, rendendomi conto di come questo ci semini nell'oscurità. A baio agitando l'ascia e poi la sete di sangue svanisce, facendomi crollare in ginocchio dolorante. "A te che sembra, Andr?" Mi appoggio all'arma e mi tiro su grugnendo, mentre verifico l'entità delle ferite sotto i brandelli di vestiti zuppi di sangue. Sono stato peggio.
  22. Moggo Din In mezzo al sangue caldo che cola sui vestiti c'è una sensazione fredda che sale lungo il collo e giù per la schiena, seguita da un formicolio malevolo che riesco a togliermi di dosso - almeno per ora. "HA! Per un graffietto?!" rispondo a Chazia, nell'impeto della battaglia. Siamo in ballo, balliamo!
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