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esahettr

Circolo degli Antichi
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Messaggi inviato da esahettr

  1. i libri li ho rubati

    a vent'anni e dicevano

    ******* il vostro umanesimo

    (è cattolicesimo)

    scrivere è gioco di virus

    prendere è dare tempo

    nel mare cibernetico

    fuggente dono tradito

    smantella punti in estasi

    flusso che sboccia macchine

    per fregare il senso

  2. 1.

    d’estate in america stranito

    dal canto delle querce nella pioggia

    di fango dei secoli di viti abbagliate

    nell’anguilla della luna blu dei monti

    è inghiottito; balla

    i figli di bava conta le parole le

    mangia per il suono di dirle

    2.

    Ride la neve; cammina un miglio.

    Pensa a suo padre (sarà come

    stelle di fumo sconvolto nel ringhio

    della luce a rotoli, sarà la morte

    come essere nel grano) poi

    l’acido gli involò il cervello

    a strisce di dollari in gola;

    ora parla ai portici di baci

    del nulla e beve il vento:

    “mio padre che mi dice sei stato come un lutto

    io penso lutto arancione

    alla parola

    come un boomerang (quasi piango).

    quando i treni volano nel grano

    sono la terra che scorre”

  3. EPITAPH FOR CHRIS MILLER

    Just been drinking and thinking

    about that night you came home pissed drunk

    and stumbled out of the car and fell on your face

    and while I walked you upstairs

    you kept mumbling like you always do

    and all I could grasp was:

    "Jolie was so so flexible. Oh God,

    Jolie was so fucking flexible".

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  4. CHIONZO DI LUNA STORTA

    il nulla è molto grande

    disse la sabbia

    la mente è una nuvola marcia

    disse lo spaventapasseri

    la sabbia è molto più grande

    dice il nulla

    (temevo e pensavo)

    sta punto balla comeunostrica

  5. "pensavo fossi l'unica empia fino in fondo,

    fino all'ultima corda selvaggia di Dio,

    con le tua scimmia di polvere mangiata dai corvi."

    "ora voglio starmene un po' sola

    con la mia morte, inchiodare il disordine.

    nel caso non fossi altro che viscere."

    "e poi la luna come ti fa gialla,

    sembra sempre un buco.

    saremo braccia che piangono tutta la notte?"

    "verrà la tua morte come tutti i giorni

    che hai temuto, verrà la morte ma ora

    andiamo a scardinarci gli occhi, per favore."

  6. Salta il vuoto di bava è dappertutto.

    Preghiera siano i boci nel mare

    letto di un domani fratello delle

    stelle fregate non so dove dietro

    il vento perchè ti sogno ancora

    a farci raglie di luce battendo

    il cuore delle cose che verranno.

    Si muore d’estate, di roba tagliata….

  7. ti insegnerò ti insegnerò le grida dei balconi

    le crepe negli occhi ti insegnerò risa e

    tentacoli di un senno che non è

    di poi né prima (e forse canterai

    salmastra al mio gabbiano senza inizio)

    ti insegnerò le lune in gola certi tondi

    di notte che sempre m’impaurano

    di nomi gravidi impennati ti insegnerò

    a lasciar che i sogni spuntino per sbaglio

    nel cavo delle aurore dimenticate

    mi insegnerai non è il tuo fianco

    non è il mio a incresparsi come argento

    mi insegnerai che non è il fiore

    dei nostri denti a cadere

    nel sangue delle foglie

  8. così alto e da qualsiasi luogo

    le parole vengano trifogli d'impuri

    ritorni dove tutti consunti chiese di neve

    rapendo l’acqua scivolano i campi

    sputa e li chiama

    ***

    - è il chiasmo dell’ora, rotola mani

    rinate, gli parlano il sole in faccia,

    le voci danzano la chioma del fango.

    la stessa larva esausta è nelle cose.

    ***

    dai cani imparò a toccare dai cani

    riverbero che sua madre gli vorrebbe ancora

    premere a ogni costo a ogni suo salto

    di sabbia sgranata quando gemono le rane

    del vento nella goccia di soffioni

    che ho troppo dimenticato che la casa

    staglia nulla nel segreto del silenzio finchè

    tornano i giorni insopportabili

    delle droghe perdute e del sonno

    che premevo nella terra al solstizio,

    così almeno credevo.

  9. nascere

    la morte gli rideva in tasca

    per chi sono questi specchi

    diagonali all'angelo inghiottito

    un vento di gioia insepolta nelle pietre

    chiama i semi della terra spezzati

    i morti sputano le rose dementi

    le rose buie porte nel silenzio

    arrotondato dell’estate;

    era bello tornare fra le margherite del cardine

    disperato dell’essere era

    un sorso di banconote sghembe

    erano le stelle del tornare a casa

    più feroci del bilico di teste

    sul marcio e le stagioni camera assurda nel lacerarsi

    lembi di luna fioca;

    avere un movente illustre

    (scappa dalla notte incendio doloso)

    ***

    ogni albero sfiora

    la cenere che indora

    e il nulla della sera

    dona abisso alle mele

    ***

    divelti sono gli occhi il nocciolo

    di cenere divelto il sorriso pesce

    a sorte nello specchio del vento:

    misero fiore il tempo

    la città era impari

    nei turbini fetali dei nostri passi

    si staccano cuori di segno

    la mia peggior maglietta

    le ragazze acqua buia

    ***

    l'inguine rosso

    degli erranti per desiderio

    quaccheri di sabbia

    immerse frigido di seta

    benedendo i nomi gli artigli

    critici sorridendo rotto

    disfatto sinuosavano

    gli uccisi della strada i sassi

    ruminanti gloria sulla lancia

    della terra immobile allo scivolo

    di viole spingeva i colmi di morte

    oscuri ai sessi risucchiarsi oche

    fondanti piangono musica

    di caos fonda la mano nitrisce

    mille morti nella sera

    ***

    le dita rubinetti verdi caz*i della luce

    rovescia le scale corrotte

    seme di luce in polvere rivolgendo

    tentoni alle nuche in generale decima

    gli angeli di chiodi alle dita

    della scala luna smunge orrore enuncia

    le tigri ininterrotti pioppi

    ***

    ruppe otto ceneri e le pianse

    inargentando folle le radici

    convesse che lo sostenessero

    annidava impiccato il sole viola

    della gonna che ridendo il caos

    mostravi ghiotta da bambina

    nella luce rubata alle rose

    che succhiano il tempo

  10. la juro

    la juro chi non l'ha amata quando

    bionda come sua madre barcolla

    la piazza d'oro in primavera andando

    tenera di baci con una bolla

    di sorriso chiusa in gola, pensando

    che forse è troppo alta, per esser bella

    (non che i maschi disdegnin - ridendo);

    l'arroganza timida che ti balla

    addosso un'alba vuota negli odori

    (le sei: la barista addormentata)

    della notte bruciata come i fiori:

    la juro chissà se l'hai amata

    oppure sei morto negli azzurri

    morsi che dava la sua risata.

  11. Uei veccio, carino anche questo: leggero, sottile, e tre o quattro immagini di quelle giuste.... Sempre un piacere.... Senti, non è che potresti postare anche quello sulla fine del liceo, che non mi funzia più la pagina? Appropinquandomici anch'io, mi piacerebbe vedere cosa suscita.

    cia

  12. oi rimasto, te la ricordi quella volta che

    dovevamo andare al juwel, a balare, ma la navetta

    era strapiena, e poi io ho perso il portafogli

    (e per tre mesi son rimasto senza carta d'identità)

    sboccando da qualche parte, credo; e tu

    hai fatto a pigne con imad (avevi torto marcio),

    e stava per tirar fuori la lama mai ti ho trascinato via col negro

    che ci inseguiva e urlava te sei morto; e poi mi ha chiamato tua madre e io

    le ho detto che non doveva pressare, testuali parole, e poi

    siam finiti all'ok, non so come, a piedi, ma non facevano più entrare

    e siamo stati là seduti per un po', con la rosy sfatta di roba e bellissima

    che, a turno, ci aiutava a stare in piedi; e poi abbiamo visto

    quei tipi che, leggenda!, entravano dall'uscita, gattonando fra le gambe

    della gente che andava fuori: e c'abbiamo provato

    anche noi, ovvio, e come sempre tu ce l'hai fatta e io no,

    e son rimasto fuori con la rosy, chissà cosa le avrò detto, poverina,

    e me la sono quasi fatta ma sul più bello sei arrivato tu, barcollavi

    come un passero ferito: avevi minacciato una barista, ci dissi,

    che si rifiutava di farti un invisibile per 1 euro e 30, e ti avevano

    buttato fuori; e poi in qualche modo sei riuscito a portare

    la rosy, cianotica, dolce di stagne, a casa; e, ecco, questo tu

    non me l'hai mai detto, (nelle cose serie, in fondo,

    sei un signore) ma io ho sempre pensato, che a forza

    di non guardarla (e complice il vento d'aprile) l'avessi

    inchiodata a un portone nell'alba bigia di oltreisarco.

  13. la morte, la morte venne molto dopo. cadde

    fino a riderne i sassi rinvenne al fango contrario

    della neve tutto viscere a stracciare

    croce assurda e così la notte

    gentile la stritolò di ragni apposta la sbagliò

    da cima a fondo urlava il marcio del sole

    alle ragazze-uccello disperandole svaniva

    di brandelli un senso alle galline

    dell'imbrunire "e sono nulla

    nella guerra tra la neve e i fiori".

    la morte venne molto dopo. cadde

    colla luce impiedi dollaro di morte s'innamorò

    delle lisette disperate per loro vengono le arance

    bianche (una in particolare) "come con gli occhi

    mangi gli occhi cu|o strabico mia tigre

    di silenzio ti immolerei le risa dei gatti ti

    morirei di baci raspando buio sotto i letti" - come

    sfiora la carne conta le lune del vuoto e alla fine è

    sdraiato, "quel finocchio del mio cuore".

  14. ormai una scheggia della morte

    sognava di quand'era giovane, quando

    l'oro del tempo era d'oro, e la notte

    leccava i sussurri del legno, inerme

    di gioia incespicando e si innamorava

    dell'ebbrezza più che del riso e poi

    l'attesa, l'istante delle viscere,

    prima del pianto e delle viscere, e andava fuori

    a vomitare che le stelle cadessero,

    in soggiorno russava suo padre,

    fantasmi urlano primavere dappertutto

  15. Libro-fumetto direi di no. Libri fumetto direi che sono quelli di R.A. Salvatore...

    Il punto è che son scritti per un target 8-14, ed è ovvio che a leggerli a trent'anni non fanno lo stesso effetto. Il problema, al limite, sarebbe quello di non leggerli a trent'anni. ;-) Poi, boh, filologicamente, non mi viene da dir nulla... Io HP ce l'ho nel cuore come una bimbaminkia i Tokio Hotel, ce l'ho appiccicato addosso, proprio.... Li ho riletti miriadi di volte. Adesso natuarlamente mi ha un po' rotto la minch*a, ma sono pur sempre riuscito a piazzarci un piantino di quelli da assoluzione nostalgica della tua infanzia (:-D), a lettura ultimata del settimo. E avevo sedici anni.

    Il mio libro preferito è sempre stato il quinto. L'unico in cui riesca a immedesimarmi nel protagonista. ;-)

  16. strozza il cielo la follia quando neve di stelle

    i miei brividi e come gli alieni macchine arancioni

    mai baciato una finestra?

    qualcosa da dirmi sulla morte?

    dev'essere un buco nel mio sguardo

    che dice sono rotto intatto soffocato

    è freddo se non dormi e lo sai

    perchè sono artefatto perchè devo subire

    in grande stile perchè alla fine conveniva

    ho programmato di rimanere in bilico

    incastrato in questa scatola che non riconosco

    in quest'accendisigari di tomba dove potrei ucciderti

    o accusarti sarebbe come lanciare una lattina vuota

    una voce che viene da fuori

    mi hai mangiato alla partenza alla partenza

    mi hai dipinto di nero ero la tua sfinge

    cadevamo per terra notte orizzontale

    contando i pollici alla bara saltando i giorni

    addormentato in me stesso come una crisalide

    come veleno nella terra

    sfregia la musica e significa

    e non ascoltare se respiriamo l'elastico

    chiuso di notte ma alla maniera

    delle cose mai ricucite migliaia di fango

    a cui per ridere darei il cambio

    se ti dico guardami allora guardami

    da quanti anni non respiro

  17. anche fra di noi il linguaggio il mare

    di cervelli di lampioni di nulla che irridemmo che

    piangemmo al canto della notte che moriva azzurra

    mentre il sole ci uccideva e le foglie

    nascevano sul lembo del non-senso mentre

    marzo atroce vomitava i suoi occhi sepolti

    ma le larve non chiedon più nulla

    le ombre si annidano inutili

    felicità ti spunta dai polsini, gemma

    insperata del tuo chiedermi saremo

    mica vermi? sagome di viaggiatori?

    (su una strada che non esiste

    neanche nel nulla) - e poi

    contare i semi e le stelle, senza

    raccogliere, poi divorarsi il cuore

    e dove vanno le schegge?

    sono secchi

    i polsi di Dio

  18. Ma dove sono le loro notti dove sono

    le strade marce di vino e i corpi delle ragazze

    impilati nella luna verde - in fondo mai

    ho parlato d'altro - come in un sacrificio al guscio

    della madre... Oh se avessero saputo

    la forza senza padre che urla gli alberi, ma erano

    stranieri senza l'oro del grano che hanno

    rotto, senza l'errore che li baciasse come un marchio.

  19. Richard Cory - Edwin Arlington Robinson

    Whenever Richard Cory went down town,

    We people on the pavement looked at him:

    He was a gentleman from sole to crown,

    Clean favored, and imperially slim.

    And he was always quietly arrayed,

    And he was always human when he talked;

    But still he fluttered pulses when he said,

    "Good-morning," and he glittered when he walked.

    And he was rich—yes, richer than a king,

    And admirably schooled in every grace:

    In fine, we thought that he was everything

    To make us wish that we were in his place.

    So on we worked, and waited for the light,

    And went without the meat, and cursed the bread;

    And Richard Cory, one calm summer night,

    Went home and put a bullet through his head.

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