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Leonard Sylverblade

Circolo degli Antichi
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Commenti al blog inviato da Leonard Sylverblade

  1. Che dire se non auguri?

    Gruzbastefon!

    No, forse è meglio auguri.

    Auguri per tutto, auguri per una vita insieme, per le vostre due vite fatte per stare insieme, per essere un'unica, grande, bellissima cosa sola.

    Vi auguro ogni bene dal profondo del cuore, che questa vostra unione sia non solo un bellissimo finale di una bellissima storia, ma che sia anche l'inizio di una storia doppiamente stupenda.

    Ieri ho visto gli occhi di Sami mentre ti guardava, mentre ti abbracciava e ti baciava dolcemente una spalla e...sono rimasto folgorato. Quello non era lo sguardo di una persona innamorata, ma lo sguardo dell'amore, del suo cuore dedicato a te.

    Che altro dirti se non auguri?

    Ah si.

    Gruzbastefon!

  2. Non credo.

    O meglio, credo di sentirmi così fintanto che le mie giornate iniziano e finiscono con il lavoro, senza tempo per altro.

    Nel momento in cui tale disagio passa in secondo piano, riesco ad ottenere quell'ordine mentale che cerco, e a portare avanti i miei interessi.

    Solo che a volte lo stress di una situazione "scomoda" prende il sopravvento, e mi sento come da post.

    Si tratta, alla fine della fiera, di trovare il giusto equilibrio.

  3. Sono totalmente d'accordo Merin.

    E ti dirò di più: tanti clienti pretendono che i tecnici siano "sul campo", nelle loro società, a contatto con gli utenti (o sarebbe meglio dire "utonti"), come se, dall'ufficio o da casa, i problemi non si possano risolvere.

    Stiamo vivendo nel periodo storico che verrà ricordato come "Rivoluzione Informatica" (così come la Rivoluzione Agricola e Industriale), ma tanti dirigenti rimangono ancorati ai vecchi sistemi, ai vecchi modi di lavorare e organizzare, non tenendosi ai passi con lo sviluppo e, di conseguenza, con la concorrenza.

    Posso comprendere che tenersi al passo è dispendioso, ma non è altro che un investimento sul proprio lavoro, che non può che dare ottimi frutti.

    Invece no, siamo ancora qui a rimpiangere la carta e la penna...

  4. Innanzi tutto vi ringrazio per i "corposi" commenti: non pensavo di riuscire a dare inizio ad una vera discussione, credevo che questo mio intervento sarebbe rimasto vuoto, per così dire.

    In secondo luogo, chiedo scusa a Andrea15172 se si è sentito minimamente offeso dalle mie parole: riportare la tua situazione era solo un modo per chiarire meglio quanto intendevo dire, non volevo di certo offenderti, darti dell'incapace o quant'altro, semplicemente ho preso il tuo problema come spunto per il mio intervento, immaginavo che l'avventura da te giocata fosse un modulo.

    Arriviamo ora al discorso principale.

    la metodologia di realizzazione di avventure/campagne che ho proposto è, secondo me, la soluzione più "realistica", ma anche la più difficile da realizzare e sostenere durante lo svolgimento del gioco.

    Innanzi tutto perché segue semplicemente quello che normalmente succederebbe nella "realtà".

    Ma sopratutto perché richiedete tanta capacità di improvvisazione e tanto lavoro di approfondimento dei personaggi, giocanti e non.

    Quando realizzo una mia avventura/campagna, seguo dei passi che reputo fondamentali:

    - chi è l'antagonista? Cosa fa nella vita, qual'è il suo obiettivo e come intende ottenerlo?

    - come le azioni dell'antagonista influiscono sulla vita dei personaggi giocanti? Perché i personaggi giocanti dovrebbero affrontare l'antagonista?

    - Come possono i personaggi giocanti affrontare l'antagonista?

    (Ovviamente escludo alcune domande, come quelle sul profilo psicologico dell'antagonista, che reputo fondamentali ma meno attinenti al discorso)

    Queste domande sono qui espresse in termini generici, come "antagonista", "affrontare" e "influire", di conseguenza vanno adattate all'idea che mi faccio per l'avventura/campagna.

    Partendo dalle risposte delineo quella che è la prima avventura che i giocatori affronteranno e gli eventuali incipt per avventure successive, ma non mi metto a considerare ogni possibile scelta importante, e per importante intendo che influisce pensantemente sulla trama.

    Anche perché non ho una trama pronta, ma improvviso sulle risposte che mi sono dato alle domande precedenti.

    In questo modo i giocatori percepiscono che la trama è scritta da loro stessi, che l'antagonista (ripeto, uso il termine antagonista per generalizzare) è una persona viva, se la immaginano nascosta chissà dove a rosicare perché il suo piano ha fallito.

    Per quanto riguarda il "problema" dei punti esperienza, png importanti o altro...semplicemente non lo reputo un problema, i personaggi non sono fatti di statistiche e il mondo non gira intorno a loro: se i personaggi non sono abbastanza forti da poter affrontare una sfida, dovranno ingegnarsi o capire quando è momento di darsela a gambe; se non hanno avuto modo di incontrare il png importante, avranno altre occasioni.

    Con tutto questo non intendo dire che i giocatori sono liberi di mandare in malora l'avventura/campagna, ne che tutto possa essere trascurabile, ogni tanto un piccolo interventino improvvisato come quello narrato da Merin c'è, ma sono per lo più dettagli, secondo me.

    Spero di aver chiarito il mio punto di vista, e rinnovo le mie scuse a Andrea15172.

    Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ma ho poco tempo e non sto passando proprio un periodo felice.

  5. Grazie molte, spero proprio di mangiare parecchio pane e burro.

    Quanto quotato è tratto da "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita", di Giulio Cesare Giacobbe.

    La frase recita:

    "Il pensiero è come un coltello: ci puoi imburrare il pane o tagliarti le vene. Stranamente le persone scelgono spesso la seconda."

    Bel libro, divertente e istruttivo, nonostante il nome possa facilmente confondere. :lol:

  6. Non posso astenermi da commentare...anche se talmente in ritardo da rendere inutile questo messaggio.

    Mi hai già scritto dei tuoi impegni, dei tuoi progetti, mi hai dato forza per non mollare quei sogni che sento tanto affini ai tuoi...in cuor mio sapevo che un momento simile sarebbe arrivato...ma viverlo è tutta un'altra storia.

    So che è solo un arrivederci, ho il tuo contatto skype quindi ci sarà modo e momento per sentirci, ma leggere il tuo saluto mi ha reso...triste, come salutare un amico che sai che non vedrai per molto tempo.

    Un amico...di te conosco a malapena il nome! Vorrei tanto conoscerti di persona, parlare di GdR vero, autentico, come True20 si è avvicinato a fare, ma come noi sognamo di realizzare...e con te vorrei conoscere tutto il "nocciolo duro" del forum, come tu stesso lo hai definito.

    Ma chilometri ci separano, e questo arrivederci sembra un ostacolo in più.

    Va beh, il mio sfogo l'ho fatto, questo rende sicuramente la pillola più dolce da ingerire.

    Vi auguro, a te e alla tua dolce metà, tutto il bene del mondo, e che le cose possa andare meglio di quanto potete sperare.

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