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  • Cosa possiamo imparare da Aang e She-Ra

    Ian Morgenvelt
    • 3.1k visualizzazioni
    • Mentre state facendo binge watching su Netflix prendete appunti: Avatar e She-Ra sono lì per darvi degli utili consigli per gestire partite di giochi di ruolo e impostare una narrazione condivisa

    Articolo di Maeghan Colleran del 21 Maggio

    E' stata una settima fantastica per gli appassionati di animazione: Netflix ha fatto uscire in prima visione la stagione finale di She-Ra e le Principesse Guerriere e ha reso disponibili tutti e tre i libri (ovvero stagioni) di Avatar: La Leggenda di Aang. Entrambi questi show sono stati molto popolari e acclamati dal pubblico, generando moltissime discussioni nei social media che hanno riempito le mie pagine per giorni, ma non posso biasimarli per il loro entusiasmo. Ho aspettato con il fiato sospeso che un mio amico finisse She-Ra per discuterne assieme e Avatar è stato considerato un capolavoro in fatto di storytelling sin dall'uscita del suo finale nel 2008.

    Ma che cosa ci possono offrire queste serie oltre a ore di ottimo intrattenimento? Sia She-Ra che Avatar: La Leggenda di Aang sono per molti versi delle perfette guide per capire come raccontare delle storie pregnanti e significative con un gruppo... oppure per viverne voi stessi una. Diamo un'occhiata a quelle lezioni che reputo più importanti tra le numerose presentate e che provo a porvi come obiettivo nelle mie giocate.

    avatar.jpg

    Lezione 1: Integrate il Background dei Personaggi con la Trama di Fondo

    In questo caso consideriamo i tre/quattro personaggi principali di queste serie come PG e il resto del cast come PNG.

    I personaggi principali sono stati creati e portati in vita da persone che hanno inventato dei background sfaccettati, delle storie, degli obiettivi e dei difetti. Una delle cose più soddisfacenti che può succedere da giocatore, dopo aver speso tempo su un personaggio e aver dato al vostro DM qualche paragrafo di storia e descrizione, è vedere il passato del proprio PG integrato nella campagna, portato ad una risoluzione o in qualche modo collegato con la trama. Non è necessario, ovviamente. Un DM potrebbe semplicemente raccontare la sua storia e lasciare che i personaggi trovino il loro posto al suo interno: è un metodo altrettanto valido.

    Ma se volete che i vostri giocatori amino la vostra avventura trovate dei modi per mettere al centro della vostra storia la loro identità e ciò che sapete sui loro personaggi. Mano a mano che si sviluppa la trama di Avatar, Katara si deve confrontare con la sua discendenza e con la sua storia nella Tribù dell'Acqua del Nord, sia quando ha difficoltà ad addestrarsi come dominatrice dell'acqua, sia quando affronta i traumi legati alla morte dei suoi genitori. Queste parti della sua personalità, il passato tragico e la sua ambizione, diventano una parte fondamentale dello sviluppo del personaggio e giocano un ruolo importante all'interno della trama principale. Nello schema di un'intera campagna, questi brevi momenti di introspezione e crescita richiederanno qualche sessione dedicata e inserita tramite agganci di trama gestiti dal DM, ma il risultato verrà certamente gradito dai giocatori.

    double-trouble.jpg

    Lezione 2: Inserire la Diversità Nelle Vostre Partire Non Deve Essere Sbandierato

    Avatar e She-Ra hanno un cast incredibilmente vario, che incorpora una moltitudine di razze e culture, così come personaggi LGBT. Tutti questi personaggi sono inseriti nella serie in modo che la loro identità non sia mai un peso per gli altri personaggi o che non sembri una forzatura di trama. Esistono in questi mondi fantastici semplicemente perché esistono nel mondo reale e, di conseguenza, possono esistere anche nelle vostre campagne.

    Il trucco, in questo caso, è che non c'è un trucco. Se un personaggio ha una caratteristica che lo definisce descrivetela, se ne ha un'altra significativa nominatela. Teo in Avatar è affetto da una disabilità fisica e, sebbene ci venga descritta la sua storia e questa sia riconosciuta da tutti, viene considerato dagli altri personaggi e dagli spettatori soprattutto per le invenzioni di famiglia e per la sua abilità nel pilotare il suo deltaplano. In She-Ra, Double Trouble usa esclusivamente dei pronomi neutri per riferirsi a sé stesso e non solo questo fatto non viene mai menzionato, ma gli altri personaggi si adattano di conseguenza senza battere ciglio. La parte più complessa per farlo nella maniera corretta è capire che non deve essere qualcosa di "pesante".

    avatar2.jpg

    Lezione 3: E' Divertente?

    Siamo onesti: è impossibile che Sokka riesca a viaggiare con tre dominatori armato solo di un boomerang e un buon senso dell'umorismo. Fortunatamente il mondo dell'animazione, così come i GdR, non deve avere i piedi ben saldi nella realtà. La cosa più importante da chiedersi prima di mettere in campo delle dinamiche di gruppo particolari o delle classi poco efficienti è "Sarà divertente?" La dominazione del sangue e del metallo sembrano delle strane abilità fuori dai canoni che i giocatori hanno ottenuto combinando le capacità principali dei propri personaggi con una spiegazione convincente, mentre She-Ra ci presenta una combinazione a dir poco non ortodossa: Warlock/Paladini/Alieni. Eppure queste cose funzionano e, soprattutto, sono divertenti.

    Ho incontrato pochi DM che non fossero disposti ad accettare le varie proposte dei giocatori (almeno fino a che non rompevano il gioco), ma penso che ognuno di noi possa nominarne almeno uno. Il dire di sì ai propri giocatori e lavorare con loro per sviluppare le loro decisioni al posto di metterle da parte è ciò che differenzia un DM discreto e una giocata divertente dai DM e dalle giocate migliori.

    shera.jpg

    Lezione 4: Mettete Della Comicità Nelle Scene Serie e Viceversa

    Mentre sto scrivendo questo pezzo sto guardando la scena di Avatar dove Aang vede, per la prima volta dall'inizio del suo sonno criogenico, il tempio dell'aria, trovandolo completamente vuoto. E' una parte indubbiamente pesante per la storia, che lascia i personaggi con delle cicatrici nell'animo, ma l'episodio era divertente fino a cinque minuti prima e sono sicura che sentiremo una nuova battuta nel giro di qualche minuto. Molte scene di She-Ra vengono spese con L'Orda e, sebbene siano gli antagonisti della storia, molti di loro sono anche delle persone gentili e gradevoli, che amano farsi degli amici e divertirsi spensieratamente. Il DM potrebbe spendere un paio di minuti per descrivere una scena dedicata ad un PNG e il suo rapporto con i nemici e comunque regalare un momento di divertimento al gruppo.

    Le scene serie nei giochi di ruolo da tavolo sono impagabili, sono spesso quelle centrali per la trama e tutti sanno che una storia senza conseguenze, situazioni pressanti o senza pericoli per i giocatori è noiosa. Ma poche persone sono in grado di giocare rimanendo seri tutto il tempo senza che per loro il gioco finisca col diventare una sorta di triste lavoro. Capire quando scherzare, quando essere seri e quando inserire del divertimento nella serietà è una abilità degna di essere affinata e perfezionata.

    Avete finito She-Ra? State riguardando Avatar su Netflix? Quali aspetti delle loro storie pensate che siano migliori per aiutare i DM e le storie cooperative, come i GdR? Fatecelo sapere nei commenti!

    Buone avventure!


    Modificato da Alonewolf87


    Tipo Articolo: Approfondimenti

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    Commento consigliato



    14 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    In una campagna ambientata nel mondo reale lo trovo negazionista e revisionista , un esempio è fare una campagna durante la WWII senza i campi di concentramento. Trovo che appiattisca il gioco perchè proprio dalle difficoltà nascono i personaggi più interessanti e infine trovo che non abbia senso, perchè in una campagna western senza il razzismo per cosa si è combattuta la Guerra Civile? Per come cucinare il rosso dell'uovo dove il Nord lo voleva cotto e il Sud no?
    E definisco tutto ciò Disneyano proprio perché nei recenti film Disney ambientati nel passato sono completamente assenti qualsivoglia problemi di razzismo e omofobia, dove abbiamo neri che sono nobili o avvocati o cose del genere e francamente lo trovo sciocco perchè tutti sanno che orrori come schiavitù, segregazione e leggi omofobe sono esistiti, la Disney cercando di non turbare i propri spettatori e non essere soggetta a critiche su twitter ha solo l'effetto di fare negazionismo.

    Questo nel mondo reale, se poi si vuole prendere il West e trasportarlo su un altro mondo con elfi e nani o con gli alieni in stile Bravestarr allora è un altro conto e ognuno e libero di fare quello che vuole

    Non sto dicendo che non si può giocare nel mondo reale, sto dicendo che se vuoi giocare nel west realistico è perché il gruppo vuole affrontare quei temi che citi.

    Se non si vuole affrontare quei temi si può benissimo giocare in una versione del mondo reale che quei temi non li presenti. Per esempio potrei voler giocare nel west solo perché mi piacciono le pistolettate, i duelli, la corsa all'oro, i fuorilegge e cose così. Immagina essere un giocatore di colore a cui propongono una campagna ambientata nel west. Ti fai il tuo cowboy nero pronto a sventare assalti alla diligenza e cose così e ti ritrovi con tutti gli npc che ti trattano come pezza da cul*. Sicuramente realistico, magari a molti giocatori potrebbe piacere, ma probabilmente il giocatore di colore non avrà voglia di affrontare questi temi anche durante il gioco di ruolo.

    Provo a farti un altro esempio in cui non rientra la disciminazione:

    Nel mondo reale (soprattutto nel passato) sono molto comuni gli abusi sui bambini, anche solo in termini di violenze o abusi psicologici.

    Questo significa che in ogni campagna ambientata nel mondo reale dobbiamo necessariamente includere gli abusi sui minori? No, infatti di base è un tema che non viene affrontato: poi se il gruppo vuole, può scegliere di scostarsi dalla base per affrontare quel tema.

    Questo è il punto del mio discorso: per me è meglio partire con un mondo che non includa di base temi troppo problematici, e al limite inserirli se si vuole esplorarli.

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    3 minuti fa, Hicks ha scritto:

    Non sto dicendo che non si può giocare nel mondo reale, sto dicendo che se vuoi giocare nel west realistico è perché il gruppo vuole affrontare quei temi che citi.

    Se non si vuole affrontare quei temi si può benissimo giocare in una versione del mondo reale che quei temi non li presenti. Per esempio potrei voler giocare nel west solo perché mi piacciono le pistolettate, i duelli, la corsa all'oro, i fuorilegge e cose così. Immagina essere un giocatore di colore a cui propongono una campagna ambientata nel west. Ti fai il tuo cowboy nero pronto a sventare assalti alla diligenza e cose così e ti ritrovi con tutti gli npc che ti trattano come pezza da cul*. Sicuramente realistico, magari a molti giocatori potrebbe piacere, ma probabilmente il giocatore di colore non avrà voglia di affrontare questi temi anche durante il gioco di ruolo.

    Provo a farti un altro esempio in cui non rientra la disciminazione:

    Nel mondo reale (soprattutto nel passato) sono molto comuni gli abusi sui bambini, anche solo in termini di violenze o abusi psicologici.

    Questo significa che in ogni campagna ambientata nel mondo reale dobbiamo necessariamente includere gli abusi sui minori? No, infatti di base è un tema che non viene affrontato: poi se il gruppo vuole, può scegliere di scostarsi dalla base per affrontare quel tema.

    Questo è il punto del mio discorso: per me è meglio partire con un mondo che non includa di base temi troppo problematici, e al limite inserirli se si vuole esplorarli.

    Per farti un esempio avvenuto sul serio: io, del sud Italia trasferito al nord, campagna di ctulhu '20 dove eravamo tutti in una famiglia mafiosa, stereotipi a go go sugli italiani del sud Italia e... me ne sono fregato ed ho giocato insieme agli altri, perchè:

    • riesco a distinguere tra goliardata e razzismo
    • alcuni di quegli stereotipi erano veri
    • riesco a distinguere tra un gioco di ruolo e la vita reale.
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    4 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Per farti un esempio avvenuto sul serio: io, del sud Italia trasferito al nord, campagna di ctulhu '20 dove eravamo tutti in una famiglia mafiosa, stereotipi a go go sugli italiani del sud Italia e... me ne sono fregato ed ho giocato insieme agli altri, perchè:

    • riesco a distinguere tra goliardata e razzismo
    • alcuni di quegli stereotipi erano veri
    • riesco a distinguere tra un gioco di ruolo e la vita reale.

    Il problema sta qui. Non è che se va bene a te, deve andare bene a tutti. 

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    In questo momento, Pippomaster92 ha scritto:

    Il problema sta qui. Non è che se va bene a te, deve andare bene a tutti. 

    Io, parlando della mia persona, ritengo che se non riuscissi più a distinguere tra vita reale e gioco di ruolo dovrei fare delle sessioni di psicoterapia invece che delle sessioni di gdr, ma questo per quel che riguarda me, gli altri facciano come gli pare.

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    11 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Io, parlando della mia persona, ritengo che se non riuscissi più a distinguere tra vita reale e gioco di ruolo dovrei fare delle sessioni di psicoterapia invece che delle sessioni di gdr, ma questo per quel che riguarda me, gli altri facciano come gli pare.

    Guarda che nessuno (a parte te) parla di non saper distinguere tra realtà e finzione.

    Ma accetti almeno il concetto, spero, che ad alcune persone possa piacere X piuttosto che Y? Questo articolo spiega da dove prendere esempio se vuoi provare Y al posto di X, e come scrivere bene una storia che rappresenti al meglio Y.

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    2 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

    Guarda che nessuno (a parte te) parla di non saper distinguere tra realtà e finzione.

    Ma accetti almeno il concetto, spero, che ad alcune persone possa piacere X piuttosto che Y? Questo articolo spiega da dove prendere esempio se vuoi provare Y al posto di X, e come scrivere bene una storia che rappresenti al meglio Y.

    No, questo articolo  non spiega "SE volete giocare Y"ma parte dal presupposto che tutti usino Y.

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    12 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Io, parlando della mia persona, ritengo che se non riuscissi più a distinguere tra vita reale e gioco di ruolo dovrei fare delle sessioni di psicoterapia invece che delle sessioni di gdr, ma questo per quel che riguarda me, gli altri facciano come gli pare.

    Ma questa non è una questione di distinguere vita vera da gioco di ruolo, è una questione di potersi divertire in un'ambiente sereno che vada incontro alle preferenze di tutti: se a te piace giocare una ambientazione Western dove il razzismo è una grande componente dell'ambientazione, il tuo amico potrebbe non essere del tuo stesso parere perché magari preferirebbe giocare dei banditi che fanno rapine in banca e ciò non lo renderebbe un bimbetto distaccato dalla realtà negazionista, ma semplicemente una persona che preferisce esplorare elementi diversi dell'ambientazione senza dover inserire in gioco le numerose brutture che esistono già in Real.

    Nessun metodo di gioco è sbagliato, il trucco sta nel trovare un punto di incontro con il resto del gruppo: sono tutti d'accordo nel giocare in una ambientazione storica iperrealistica e quindi piena di nefandezze? Ok, vada di schiavismo, stupri, razzismo e chi più ne ha più ne metta.
    Magari vogliono una semplice avventura Western dove ci si destreggia tra brutti ceffi e pistoleri dal grilletto facile? Beh, perché no! Semplicemente ci sono spunti per un gioco diverso!

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    5 minuti fa, Hicks ha scritto:

    @Grimorio Una domanda: secondo te il limite (inteso come argomento da non affrontare senza prima aver avuto consenso al tavolo) non esiste o è solo che la tua asticella è alta?

    Io ritengo che ad un tavolo di persone adulte si possa affrontare qualsiasi argomento senza il bisogno di una sessione zero.

    (o meglio, la sessione zero serve ma per altre cose)

    Modificato da Grimorio
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    16 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

    Fun fact: non è vero. Basta leggere l'articolo per rendersene conto. 

     

    Cita

    Lezione 2: Inserire la Diversità Nelle Vostre Partire Non Deve Essere Sbandierato

    Avatar e She-Ra hanno un cast incredibilmente vario, che incorpora una moltitudine di razze e culture, così come personaggi LGBT. Tutti questi personaggi sono inseriti nella serie in modo che la loro identità non sia mai un peso per gli altri personaggi o che non sembri una forzatura di trama. Esistono in questi mondi fantastici semplicemente perché esistono nel mondo reale e, di conseguenza, possono esistere anche nelle vostre campagne.

    Il trucco, in questo caso, è che non c'è un trucco. Se un personaggio ha una caratteristica che lo definisce descrivetela, se ne ha un'altra significativa nominatela. Teo in Avatar è affetto da una disabilità fisica e, sebbene ci venga descritta la sua storia e questa sia riconosciuta da tutti, viene considerato dagli altri personaggi e dagli spettatori soprattutto per le invenzioni di famiglia e per la sua abilità nel pilotare il suo deltaplano. In She-Ra, Double Trouble usa esclusivamente dei pronomi neutri per riferirsi a sé stesso e non solo questo fatto non viene mai menzionato, ma gli altri personaggi si adattano di conseguenza senza battere ciglio. La parte più complessa per farlo nella maniera corretta è capire che non deve essere qualcosa di "pesante".

    Non dice se, ma , dipende. No, dice che BISOGNA FARE COSÌ. Che la disabilità non conta, che le preferenze sessuali non contano. Un conto è dire di non creare un personaggio che sia definito solo dalla sua diversità o che diventi una macchietta, Tyrion Lannister è molto più che essere solo una persona affetta da nanismo, per esempio, ma di certo gli altri personaggi intorno a lui non fanno finta di niente, la sua diversità gliela fanno sentire come qualcosa di "pesante".
    Questo per dire che, per chi ha letto l'articolo, è evidente che l'autore presenti come assoluta una sola scuola di gioco.

    Modificato da Grimorio
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    8 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Io ritengo che ad un tavolo di persone adulte si possa affrontare qualsiasi argomento senza il bisogno di una sessione zero.

    (o meglio, la sessione zero serve ma per altre cose)

    Quindi (perdonate l'esempio estremo) il master potrebbe iniziare una campagna con il tuo personaggio violentato ed umiliato da una banda di farabutti e tu non avresti nessun problema né il minimo fastidio?

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    2 minuti fa, Hicks ha scritto:

    Quindi (perdonate l'esempio estremo) il master potrebbe iniziare una campagna con il tuo personaggio violentato ed umiliato da una banda di farabutti e tu non avresti nessun problema né il minimo fastidio?

    Assolutamente no, anzi mi darebbe spunti di roleplay ed obbiettivi per il personaggio.

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    7 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Non dice se, ma , dipende. No, dice che BISOGNA FARE COSÌ. Che la disabilità non conta, che le preferenze sessuali non contano. Un conto è dire di non creare un personaggio che sia definito solo dalla sua diversità o che diventi una macchietta, Tyrion Lannister è molto più che essere solo una persona affetta da nanismo, per esempio, ma di certo gli altri personaggi intorno a lui non fanno finta di niente, la sua diversità gliela fanno sentire come qualcosa di "pesante".
    Questo per dire che, per chi ha letto l'articolo, è evidente che l'autore presenti come assoluta una sola scuola di gioco.

    Da nessuna parte dice "devi fare così in ogni campagna e in ogni situazione". Ti dice "se vuoi aver questa cosa, dovresti fare in questo modo" dando consigli basati su queste due serie TV.

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    11 minutes ago, Grimorio said:

    Non dice se, ma , dipende. No, dice che BISOGNA FARE COSÌ. Che la disabilità non conta, che le preferenze sessuali non contano. Un conto è dire di non creare un personaggio che sia definito solo dalla sua diversità o che diventi una macchietta, Tyrion Lannister è molto più che essere solo una persona affetta da nanismo, per esempio, ma di certo gli altri personaggi intorno a lui non fanno finta di niente, la sua diversità gliela fanno sentire come qualcosa di "pesante".
    Questo per dire che, per chi ha letto l'articolo, è evidente che l'autore presenti come assoluta una sola scuola di gioco.

    Non ti dice che ogni campagna deve essere così.
    Poi sono consigli, non è che viene la polizia di d&d a casa e ti spara in testa.
    Hai citato il principe dei draghi, ci sono coppie omosessuali. Viene detto che ci sono. Punto. Non è che tutti puntano il dito e fanno: "OH MA CHE BRAVI CHE SIAMO! HAI VISTO?! CI SONO DUE OMOSESSUALI E NESSUNO DICE NIENTE; VISTO COM'é NORMALE?"

    Poi ci possono essere campagne dove invece l'elemento di diversità è centrale (che sia essa religiosa, di etnia o sessuale), ma quello è un punto diverso.
     

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    Dico la mia da ateo militante: l'ateismo é l'elemento piú discriminato e difficile da gestire nei gdr, perché la maggior parte delle ambientazioni si basa sul fatto che le divinità esistano davvero. Nel mondo fantasy gli unici esponenti, che conosca, sono i filosofi scettici nemediani dell'era hyboriana di Conan, ma quella é un'ambientazione low fantasy.

    Detto questo, non ho problemi a giocare ambientazioni high fantasy con gli dei, che camminano a fianco degli uomini nello stile dell'epica classica, mentre ambientazioni con chiese organizzate, censure e inquisizioni mi danno molto fastidio, ma non mi impediscono di giocarci, ovviamente con personaggi dalla religiosità scarsa o assente. Gioco a WFRP con un gruppo, con cui mi trovo molto bene, ma l'ambientazione non mi piace proprio per l'eccessivo peso di una religiosità intollerante.

     

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    1 ora fa, MattoMatteo ha scritto:

    Concordo!
    Cosa c'è di sbagliato in una adozione? Ci sono un sacco di bambini che necessitano disperatamente di una famiglia che li ami, e invece c'è gente che ricorre all'inseminazione artificiale... che c'è, se non ha il tuo sangue pensi che non legherete?
    Esistono numerose famiglie in cui, nonostante ci siano legami di sangue, le persone non si sopportano, o addirittura si odiano apertamente!
    E' viceversa, ci sono un sacco di famiglie con figli adottati, che sono unite e felici!

    Ammetto che allevare un bambino, magari già un pò grande, con problemi alle spalle possa spaventare la maggior parte della gente, ma se davvero vuoi un figlio non fare tanto lo schizzinoso! E "famiglia" non significa solo che i figli si devono adattare ai genitori, ma anche che i genitori devono adattarsi ai figli.
    E' questo il problema del mondo moderno: la gente non vuole faticare per avere la roba, compresa la fatica di adattarsi ai bisogni e alla personalità (e anche sessualità) dei figli.

    Mi hai ninjato alla grande. :pray-old:

     

    In effetti ben pochi linguaggi hanno il genere neutro, e di solito viene riservato agli animali e agli oggetti (vedi "it" in inglese).
    Sempre in inglese, hanno sviluppato varie proposte, ma personalmente le trovo tutte ridicole; a me non frega un fico secco, nè la giudico inferiore o superiore, se la persona con cui parlo è maschio, femmina, transgender, asessuata, genderfluid, eccetera.
    Se preferisce che si usi un genere o un'altro, magari a seconda dell'umore, basta che me lo dice e io mi adeguo senza problemi.

    Cito questo post come esempio e, soprattutto, perché è il più recente. Il tema dell'articolo (e, di conseguenza, del topic) è come sfruttare certi elementi presentati nelle due serie citate per migliorare le proprie giocate. Come è stato ripetuto più volte, eventuali interventi sulla bioetica, sull'utero in affitto o sulle coppie omosessuali non sono inerenti alla discussione.

    Non si tratta di censura dei moderatori o di imposizione di una singola visione, si tratta semplicemente di riportare una discussione "in topic", come viene fatto in molti altri casi. 

    49 minuti fa, Grimorio ha scritto:

    Assolutamente no, anzi mi darebbe spunti di roleplay ed obbiettivi per il personaggio.

    A me, invece, metterebbe a disagio. Così come vedere delle scene con sevizie su dei bambini. E sono entrambi dettagli "realistici".

    Non penso si tratti di maturità, ma di sensibilità. Con questo non voglio dire che chiunque non concordi con me sia privo di empatia, ma che ognuno reagisce diversamente di fronte a certi temi che sono indubbiamente pesanti. E quale occasione migliore della sessione zero per decidere cosa rappresentare in gioco e cosa lasciar perdere?

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    28 minuti fa, Ian Morgenvelt ha scritto:

    Cito questo post come esempio e, soprattutto, perché è il più recente. Il tema dell'articolo (e, di conseguenza, del topic) è come sfruttare certi elementi presentati nelle due serie citate per migliorare le proprie giocate. Come è stato ripetuto più volte, eventuali interventi sulla bioetica, sull'utero in affitto o sulle coppie omosessuali non sono inerenti alla discussione.

    Non si tratta di censura dei moderatori o di imposizione di una singola visione, si tratta semplicemente di riportare una discussione "in topic", come viene fatto in molti altri casi.

    Hai ragione, scusa.
    E' che da ragazzo sono stato bullizzato (perchè, pur non essendo gay/nero/musulmano, ero timido, gentile, e mi piaceva studiare), al punto che per vari anni ho pensato seriamente di suicidarmi; quindi il discorso "rispetto per le diversità" mi stà molto a cuore.
    Cercherò di restare in tema, da ora in poi. 😉

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    Devo fare un passo indietro, mi sono confrontato sull'argomento (sia razzismo omofobia che violenza e stupri) col mio gruppo di gioco, ero straconvinto che l'avrebbero presa a ridere come faccio io, invece mi hanno dato risposte come "mi darebbe fastidio" ,"farei fatica..." e "anche no!" Ammetto dunque di essermi sbagliato e riconosco di avere una sensibilità differente dagli altri, non peggiore nè migliore, ma differente. E che una sessione zero su questi temi è, al contrario di quanto pensassi prima, invece molto utile.

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    • Grazie 2
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    • Supermoderatore

    Modalità Mod On

    Ho provveduto a nascondere quelle parti del topic che esulano dai limiti imposti dal regolamento e vi invito nuovamente a tornare agli argomenti dell'articolo e la rappresentazione della diversità nelle vostre partite e giocate.

    Modalità Mod Off

    E chiedo scusa se io stesso ho portato troppo avanti questo discorso.

    • Grazie 1
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