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Cerimonie dei sacerdoti


Casa

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Premessa:

Nel mondo di DND gli Dei esistono;

I chierici non sono semplici sacerdoti.

Domanda: che "poteri" ha un semplice sacerdote?

In un mondo in cui gli dei esistono ci si aspetta che le cerimonie o riti celebrati da un semplice sacerdote abbiano un certo riscontro, altrimenti non avrebbero ragione di esistere.

Quale riscontro aspettarsi, in gioco, dalle attività religiose di un sacerdote non chierico?

C'è da considerare che un PG qualunque col background accolito può essere sacerdote.

 

 

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La differenza tra accolito è sacerdote sta nel grado di impegno spirituale. 
Un vero sacerdote che ottiene dei poteri lo fa perché ha deciso di dedicare la vita alla fede; segue i precetti del culto e venera attivamente il dio. 
Un accolito lo fa, ma parzialmente. Ha un'altra occupazione, una vita al di fuori dalla chiesa. Si impegna nel culto ma non fino a sacrificare ogni cosa.

In parte dipende anche dalla religione organizzata del singolo dio. Alcuni potrebbero accogliere come "accoliti" tutti coloro che vanno al tempio e seguono le festività. Può essere che quel culto permetta a questi fedeli di compiere riti minori quali benedizioni, preghiere di gruppo, etc. 
Altre religioni invece permettono solo a chi prende i voti maggiori di officiare i riti, per quanto minimi siano. Tra l'altro nella 5a edizione esiste proprio l'incantesimo da chierico Cerimonia.

Infine, non è detto che tutte le ambientazioni di D&D debbano avere divinità che intervengono direttamente nella vita dei fedeli e dei mortali. I sacerdoti possono ottenere il loro potere anche da altre fonti: una filosofia di vita, magari. 
Sempre nella 5e non è più presente l'elemento del "fallimento divino" che poteva portare un chierico a perdere alcuni poteri se si distaccava dai dettami del nume. C'è più libertà. 

Io per esempio nella mia attuale ambientazione ho stabilito che i chierici e i preti in generale ottengono potere dalla fede e dagli insegnamenti divini (ottenuti per intercessione divina o dettati da una figura santificata quale un profeta, un fondatore o una figura mitologica). Ma devono studiare e applicarsi (infatti possono castare su Intelligenza, se vogliono) per comprendere la filosofia divina e carpirne le sfumature. 

Perciò il fedele che va al tempio di Caice, dea dell'amore, si comporta in un certo modo ma non impara la magia divina, né ottiene poteri dalla dea. Perché crede nell'amore e prega per ottenerlo/preservarlo, ma non vive di amore verso il prossimo. Il sacerdote invece è colui che ha passato l'infanzia a studiare al tempio, ha imparato a prendersi cura del prossimo e a smuovere il proprio cuore dinanzi alle miserie e alle fortune dei mortali. Comprende appieno il potere e i pericoli dell'amore, e ha studiato formule e parole che permettono di influenzarlo. Non ottiene poteri direttamente da Caice, ma conosce delle magie apprese da testi sacri ispirati dalla dea stessa. 

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Ovviamente, se gli Dei esistessero, bisognerebbe chiedersi perché non intervengano direttamente nelle questioni dei mortali: per esseri virtualmente onnipotenti sarebbe così facile...

Spesso ci si appella al principio che il volere degli Dei è imperscrutabile e il loro operato intricato e misterioso. Spiegazione debole, secondo me.

O ancora, che un Dio più in alto degli altri abbia imposto agli Dei di non scontrarsi fra loro. Spiegazione già più convincente, anche se creata chiaramente ad hoc. 

Comunque, non è detto che tutti i devoti di un culto debbano avere accesso a poteri sovrannaturali: forse è necessario compiere un rito di iniziazione, una sorta di "battesimo" a cui solo pochi eletti vengono iniziati. Oppure il dio venerato è capriccioso e volubile: concede i poteri a solo pochi fedeli, in maniera apparentemente casuale. 

Ogni DM può darsi la risposta che meglio crede. Io, personalmente, ho una visione della magia fantasy molto diversa da quella tradizionale, infatti non gioco a D&D. Spero comunque di averti dato spunti di riflessione vagamente utili. :'D

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Un sacerdote indipendentemente dal suo ruolo nella chiesa può o può non avere poteri. Il modo più semplice per stabilire il livello ecclesiale è però legare il potere del sacerdote alla sua posizione gerarchica nella chiesa. Questo può non valere sempre in quanto le chiese più caotiche avranno gerarchie più blande indipendentemente dal livello di potere. Ma un chierico potente è tenuto in considerazione della sua divinità ergo non può che esserlo anche dalla sua chiesa. In questo modo un accolito senza poteri può essere un novizio mentre il papa di un culto un gerofante di livello alto, ma comunque dipendente dal tipo di chiesa e dall'ambientazione. Non è necessario che ogni culto abbia personaggi di 20 come papi. Allo stesso modo possono esserci soggetti amati dalle divinità al di fuori della gerarchia ecclesiastica (figure, al di là dell'appartenenza a un "culto" tipo san Francesco o Qui Gon Jin per capirci) quindi avere potere ma non essere gerarchicamente sovraordinato a altri meno potenti per le sue posizioni nel culto, comunque non apostatiche.

In breve dipende tutto da come si intende gestire la specifica situazione, a patto che sia coerente, ovvero che ci siano motivi dietro alle scelte coerenti con l'ambientazione, ma di base l'equazione livello da chierico = potere nella gerarchia si adatta bene il 70-80% delle volte. Questo oltretutto può valere anche per le guardie templari, i monaci e simili, i quali però avranno plausibilmente meno "gradi" rispetto ai parilivello chierici.

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Ciao.

Il post presenta diversi punti di discussione su diverse linee: alcune di carattere generale, altre specifiche al sottoforum in cui è stato pubblicato.

Mi limiterò alla domanda che è relativa a D&D 5e. Siccome secondo il manuale chi ha il background accolito fa parte di una chiesa e agisce come intermediario tra gli dei e il mondo dei mortali, allora la domanda è: che poteri meccanici ha questo tipo di sacerdote? e, siccome la risposta è nessuno, perchè?

 

Partiamo dal fatto che non ha alcun potere soprannaturale meccanico (ma in one d&d forse non sarà così, vedi i background che ci sono in dragonlance), per il semplice fatto che l'accolito non ne ha.

 

Una possibile spiegazione, che probabilmente non piacerà a chi è entraro nel gioco con la terza edizione ma che è in linea con certa parte della tradizione di d&d, è perchè i personaggi sono speciali. Il mondo non è popolato di clerics o paladins o qualsiasi altra classe ti venga in mente. Il mondo è popolato da sacerdoti, bonzi, ierofanti, pope, mullah, baccanti, eccetera eccetera eccetera. Questi meccanicamente non devono necessariamente seguire le regole che usi per i personaggi, anche perchè le regole di d&d sono regole che servono per giocare a d&d: combattimenti, intrighi, inseguimenti, scalate, esplorazione: insomma d&d è un gioco d'azione e le regole sono pensate per questo (in realtà sono pensate al 90% per i combattimenti, ma noi abbiamo vedute più larghe); non sono mica pensate per avere tutte le formule e i riti per scacciare le cavallette o per prevenire l'attacco degli afidi, o per non far pregerminare il frumento dentro la spiga prima di mieterlo, o per evitare che si alletti, o che prenda il fusarium o la septoriosi, o per separare il lollio dal grano dopo la trebbiatura: questi sono poteri che alla popolazione del mondo fantastico nel suo insieme sicuramente interessano molto di più di una palla di fuoco, ma ai giocatori di d&d interessano molto meno, quindi nel manuale non ci sono. Probabilmente un sacerdote di Cerere ha alcuni di  questi poteri (o almeno la popolazione crede che li abbia): direi che tanto basta, come funzionino meccanicamente e se questi poteri abbiano effetti misurabili oppure la loro efficacia sia solo un'illusione collettiva non credo sia poi così interessante chiederselo.

Secondo questa linea di pensiero, quindi, un cleric non è necessariamente un sacerdote ma è più simile a un santo, per usare un linguaggio della nostra tradizione.

 

Poi chiaramente c'è l'altra linea che fa sempre parte della tradizione di d&d, quella secondo cui i png (a differenza dei mostri, in tutte le edizioni tranne una) possono avere livelli nelle stesse classi in cui li hanno i personaggi. Quindi, in questo caso, è buona la risposta di @Lord Danarc . Allora varrebbe la pena sbattersi e chiedersi ad esempio di che livello sono i vari incantesimi dei chierici di Cerere: insetticida; antigerminazione; nanizzante; fungicida; pulitura; eccetera.

Ma allora il background accolito viene "nerfato" dall'essere un sacerdote al ruolo di chierichetto o poco più.

Comunque, allargando un po' il tema, se si vuole seguire la linea di pensiero secondo cui le preghiere dei fedeli hanno effetti meccanici, d&d non è il gioco migliore; Runequest, ad esempio, fa questo molto bene. In un combattimento di runequest, come nella vita vera, un barbaro e un legionario prima di scannarsi si maledicono a vicenda (e meccanicamente queste maledizioni hanno delle conseguenze).

 

Oppure potresti decidere che invece un acolyte ha poteri meccanici. Ma qui entriamo nel mondo delle regole della casa.

Allora potresti anche dare un trucco guidance o resistance a chi ha il background (che è un po' quella che hanno fatto in dragonlance) e magari permettere loro di lanciare ceremony una volta per riposo lungo o ogni domenica; potresti anche dargli degli altri incantesimi, in tema con il culto, lanciabili solo come rituali, non so, una volta alla settimana o mese e usando incenso o altri materiali preziosi a perdere come se stessero comprando una pergamena dello stesso livello; dovresti domandarti come questo impatta sul gioco, ma penso l'effetto sarebbe minimo, tranne che per il cantrip (ma potresti limitarlo a una o due abilità in tema con la divinità adorata).

 

-toni

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Non necessariamente. 
Un accolito non ha poteri concessi dal backgroundMa il BG della 5a è solo una meccanica per spiegare in poche parole cosa fa per vivere il personaggio, non chi è o cos'è o cosa sa fare.

Un ranger con BG accolito e una fede nella dea Mielikki potrebbe essere benissimo un sacerdote. Lo stesso vale per un guerriero eldritch knight accolito di Mystra. 
La divisione tra magia divina e arcana a livello meccanico non esiste, e parlando solo di 5e non è detto che Cura Ferite sia solo divino (e infatti lo hanno tutte le classi caster tranne il mago e il warlock, e lo stregone della maggior parte delle ascendenze). Allo stesso modo, Palla di Fuoco potrebbe essere nel repertorio di un sacerdote, a patto che il suo dio glielo conceda.

Si potrebbe prendere un Eldritch Knight, scegliere solo incantesimi di fuoco e dargli il BG accolito e stabilire che è un sacerdote di Kossuth. 

Il concetto di chierico = buffer e healer è un retaggio delle vecchie edizioni. E si presta bene per alcune divinità, ma non per tutte. Un chierico di Cyric probabilmente non sceglierà magie di cura. Se poi lo fa per ragioni meccaniche il suo giocatore è un altro discorso. 

Perciò in soldoni il BG accolito non fornisce dei poteri direttamente, ma non significa che l'accolito sia in effetti un sacerdote senza magia o capacità sovrannaturali. 
D'altra parte si può anche fare il punto sulla diffusione della magia nell'ambientazione. Quanti sacerdoti in grado di comprendere e lanciare la magia ci sono in una città di 4000 abitanti? Uno? Due? E se sono guaritori/arcanisti/individui di potere, ha senso che tengano le 2 messe quotidiane? Forse partecipano solo a quella domenicale (o quale che sia il giorno sacro) e il resto dei riti normali sono operati da semplici accoliti. 
Infine, esiste l'accolito come PNG ed è un incantatore di scarso potere, ma con dei trucchetti e alcuni slot. 

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È chiaro che sembra esserci una incongruenza.

Il sacerdote png può fare cerimonie  con effetti "reali" ma se il sacerdote è un PG (con il background accolito) allora le sue cerimonie sono inefficaci.

Com'è possibile?  eppure (da manuale) con il background accolito puoi essere stato anche un sommo sacerdote quindi nemmeno la "nerfatura" a chirichetto regge.

È chiaro che un sommo sacerdote non è un chirichetto quindi deve avere qualcosa in più (sempre per non fare cadere l'ipotesi che gli dei sono reali quindi le cerimonie servono a qualcosa di concreto).

Ma è altrettanto chiaro che meccanicamente il PG con BG accolito non ha capacità in tal senso.

Cos'è, un paradosso? Il manuale sbaglia? 

Credo invece che sia possibile conciliare le 2 situazioni rimanendo strettamente al significato delle parole e ricordando cos'è DnD.

DnD è in gioco di ruolo dove i protagonisti sono gruppo di avventurieri ed è questa la chiave:

I PG sono avventurieri, non sono accoliti, artigiani, criminali, ecc

Quello è il passato (appunto il background) dei PG, non la condizione attuale.

Un PG poteva essere benissimo un sommo sacerdote (e sicuramente aveva capacità di effettuare cerimonie, riti, ecc) ma ora non lo è più, è un avventuriero.

Quindi i png potranno essere sacerdoti e continuare a fare cerimonie e rituali, i PG invece non possono essere sacerdoti.

il manuale mi dice che il PG accolito può fare cerimonie, d'accordo, ma non essendo più uno del "clero" ha perso quel legame che rendevano efficaci quelle cerimonie rendendole difatti prive di effetti.

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Non c'è scritto da nessuna parte che le cerimonie religiose debbano avere un effetto pratico. Anche se gli dei esistono. 

Un rito può avere comunque un gesto simbolico: la reiterazione di un legame tra i fedeli e il dio, saldato ex novo ogni due settimane; il battesimo di un nuovo fedele; la benedizione di un'abitazione. 

Poi qui stiamo proprio andando sul soggettivo visto che non esistono divinità nel mondo reale e possiamo solo vedere il lato psicologico e sociale della religione, non quello magico. Ma secondo me buona parte della vita religiosa in un mondo fantasy non deve avere a che fare con la magia divina. Vuoi per la sua rarità, vuoi perché non è proprio necessario. E dunque molto sacerdoti non hanno capacità magiche.

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Inviato (modificato)
1 ora fa, Pippomaster92 ha scritto:

Non c'è scritto da nessuna parte che le cerimonie religiose debbano avere un effetto pratico

Questa infatti è l'ipotesi iniziale.

Non c'è scritto da nessuna parte, ma se si fa una cosa ci si aspetta che quella cosa abbia un riscontro, perché altrimenti tanto vale non farla.

Quindi il "non c'è scritto da nessuna parte" si può tradurre come "è un di quei casi demandati al DM" e non "allora non può esistere"

Quindi la domanda: Poiché il DM ha il compito di gestire gli aspetti degli effetti delle cerimonie, come giustificare il fatto che il PNG può mentre il PG (background accolito) non può?

PS per come immagino io, la magia non c'entra nulla, non si parla di effetti magici. La magia è quello che il dio concede al chierico ed è ben normata; la cerimonia chiama in prima persona una azione del dio o di un suo emissario. Quindi io che faccio la cerimonia non sto facendo una magia (non sto tirando la trama) ma sto chiedendo al dio di intervenire in un qualche modo.

Se faccio la danza della pioggia, non sto facendo una magia per fare piovere, ma sto chiedendo al dio di far piovere.

Modificato da Casa
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Parlando di religione parliamo di fede. E la fede non richiede prove concrete, nemmeno se esistono divinità tangibili che interagiscono attivamente nel mondo. 

Prendiamo la danza della pioggia.

Può essere un incantesimo del chierico o del druido. In questo caso ha sempre effetto, di solito legata alla magia conferita dal dio.

Può anche essere un rituale fatto da fedeli e/o accoliti che può (o meno) avere successo. Può essere solo un modo per fare intendere al dio che i bisogni dei molti sono veri e sinceri, e non capricci. La gente prega anche perché fa bene allo spirito, e compie riti perché sono un modo per fare parte della comunità.

 

Ma torniamo alla differenza tra accolito PNG e accolto BG.

Il secondo può avere delle capacità magiche anche senza avere livelli da chierico: sta al giocatore trovare combinazioni interessanti e coerenti tra classe e BG. Un mago accolito di Mystra ha senso, come un ladro accolito di Cyric o Mask. 

Un DM può anche stabilire che il BG Accolito sia limitato a chierici, paladini e volendo anche druidi e bardi (a seconda del dio) e il Chierico Accolito di Pelor si distingue dal Chierico Soldato di Pelor perché nel culto ha una posizione legata ad un tempio o un ordine più legato alla religione.

 

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Premetto che parlo da neofita. Però potresti fare qualcosa di simile al nostro mondo se i sacerdoti non sono chierici e quindi non hanno poteri concessi. Ossia che il rito serve, tramite simbologie, a riattualizzare uno specifico mito connesso al Dio e, tramite il mito, gli insegnamenti. Insomma per ragioni spirituali più che pratiche.

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Qualche commento, se posso:

1) è bello vedere che una stessa meccanica può essere interpretata in almeno tre modi diversi. Non sono ironico: è bello per davvero. E' una ricchezza del sistema il fatto che possa essere interpretato in maniera diversa.

2) non confonderei (a) l'assenza di poteri nell'ambientazione con (b) l'assenza di poteri meccanicamente rilevanti. Chiaramente qualcuno potrebbe sostenere che ogni potere deve essere meccanicamente rilevante. Ma è un assunto ulteriore e non necessario; il che non impedisce a chi vuole di adottarlo a buon diritto, basta esserne consci.

3) entro un attimo nel discorso sulle religioni del mondo vero, discussione da cui consiglierei di tenersi alla larga, solo per rimarcare che l'idea espressa da alcuni secondo cui nel mondo vero i "sacerdoti" non abbiamo "poteri" e le religioni siano solo vuote ritualità senza alcuna conseguenza pratica è semplicemente falsa, nel senso che gli esseri umani hanno storicamente creduto che questi riti avessero eccome delle conseguenze pratiche (leggetevi qualsiasi autore antico, giusto per fermarsi prima dell'avvento delle religioni attualmente in uso per evitare di urtare la sensibilità di chi ci crede); piuttosto è interessante notare che noi viviamo in una temperie culturale eccezionale, nel senso letterale di eccezione, in cui tendiamo a credere che tutto sia mondano.

pace e bene

-toni

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3 ore fa, d20.club ha scritto:

non confonderei (a) l'assenza di poteri nell'ambientazione con (b) l'assenza di poteri meccanicamente rilevanti.

Sicuramente non è rilevante, ma il dubbio mi viene.

Perché se sono un ciarlatano posso assumere una falsa identità e ragionevolmente pensare che questo possa portarmi dei benefici in certe situazioni, mentre se sono un accolito posso fare delle cerimonie ma dalle quali non avrò nessun beneficio?

È come dire al ciarlatano che può camuffarsi bene quanto vuole ma tanto lo riconosceranno tutti.

12 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Parlando di religione parliamo di fede

Verissimo nel nostro mondo, ma falso (per ipotesi) in DND.

In DND non si deve credere negli dei, esistono punto e basta.

Al limite si può immaginare che il mondo possa essere diviso tra chi crede che gli dei siano interessati alle vicende umane (in senso generale delle razze) e quindi li venerano e chi invece crede che gli dei se ne freghino altamente degli umani e pertanto ritengono inutile ogni forma di cerimonia o venerazione. 

 

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La fede non è solo credere che uno o più dei esistano. Ma è anche la decisione di affidare parte sostanziale della propria vita alla loro protezione, il sentimento ispirato dall'immensità divina nell'animo umano. Parliamo di un sentimento complicato nella sua accezione. 

Ciò nondimeno, se anche fosse una cosa diversa in D&D, il ragionamento di base non cambia. 
Le cerimonie non sono tutte dotate di un significato materiale. Anzi, è molto più probabile e sensato che molti culti abbiano poco a che fare con la magia. 

  1. Nei mondi con poca magia le persone che possono praticarla, anche in versione divina, sono sicuramente insufficienti a soddisfare le necessità spirituali delle comunità umanoidi. Ergo buona parte del clero sarà comunque composta da non-caster. 
  2. Nei mondi con molta magia la sua diffusione comporta che l'individuo medio sia ragionevolmente abituato ad essa e sospettoso nei confronti di chi la pratica. 

Inoltre i chierici hanno accesso a incantesimi specifici, ma molti non hanno una valenza particolarmente spirituale, specie nelle cerchie più basse. Esclusa "Cerimonia" (che costa 25gp, decisamente non economica), molte altre magie non sono particolarmente indicate per un rito religioso. Certo un chierico guarirà le ferite di un fedele (tecnicamente a pagamento, però), ma è probabile che il rito per rinsaldare il "patto" di fede tra fedeli e divinità sia tutto tranne che magico. 

Il BG Accolito non serve per dare nuovi poteri al personaggi. Se vuoi avere un personaggio legato ad una chiesa e capace di usare incantesimi, allora dovresti fare un chierico o un altro caster. Il BG serve per aggiungere dettagli al personaggio, non a concedere capacità di classe. Possiamo discutere sul fatto che certi BG (parlo con te, Outlander!) abbiano semi-capacità di classe, ma è una svista. 

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27 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Parliamo di un sentimento complicato nella sua accezione. 

Condivido, infatti non è nemmeno il caso di affrontare le sfaccettature, comunque è chiaro il perché hai inserito il concetto di fede.

In sostanza stai negando la mia ipotesi che era che le cerimonie portino ad effetti concreti in virtù del fatto che gli dei sono entità reali.

Anche altri commenti vanno nella tua stessa direzione ed è infatti il "modo più facile" per far tornare tutto, però vorrei andare oltre per vedere se ci sono altre possibilità per sostenere la tesi: faccio riti perché avrò qualcosa in cambio.

L'unico appunto è che vorrei tenere fuori dal discorso la magia.

Non so con quale accezione usi la parola magia ma come dicevo una delle mie ipotesi è che chi compie la cerimonia non sta facendo una magia, ma sta chiedendo al dio di intervenire su un evento.

Metto questa ipotesi proprio perché è palese che se una cerimonia si configura come il lancio di un incantesimo allora nessun sacerdote che non abbia livelli in una qualche classe da incantatore non può fare nulla.

 

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Ma "faccio riti per avere qualcosa in cambio" ha senso. Solo, non è detto che quel qualcosa sia fisico. Può essere un'emozione, un senso di appartenenza, un modo di raddrizzare le cose. 

La magia non  si può tenere fuori dal discorso. 
Perché se cerchiamo un effetto pratico in ogni rito religioso, allora tale effetto è riproducibile con la magia. 
Rito per la pioggia? C'è l'incantesimo. 
Rito per guarire il bestiame? C'è l'incantesimo. 
Rito per ripulirmi dai peccati? C'è l'incantesimo. 

Se invece pensi a riti officiati da non-caster che possono però risultare in incantesimi, la cosa si può anche pensare. Ma non è parte del canone di D&D (per quel che vale il canone, eh!). 
Gli dei intervengono di solito in due modi: tramite la magia divina dei caster o tramite intervento diretto/di avatar in determinate situazioni. 

Si può ipotizzare che in determinate situazioni un gruppo di fedeli senza capacità magiche possa operare comunque una sorta di "miracolo". 

 

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1 ora fa, Pippomaster92 ha scritto:

Ma "faccio riti per avere qualcosa in cambio" ha senso. Solo, non è detto che quel qualcosa sia fisico. Può essere un'emozione, un senso di appartenenza, un modo di raddrizzare le cose. 

Esattamente. La cerimonia può essere svolta da un chierico del 20 e alla fine non deve concludersi con il lancio di un miracolo. Può essere un rito, una "messa" che si conclude con "andate in guerra" (dio della guerra) o "scopate duro"  (dea dell'amore) o "morteeeeee" (cit) e nessun effetto visibile, anche se il prete potrebbe evocare un demone. Magari fanno un'orgia (dea dell'amore).

Insomma, le opzioni sono varie secondo me e tutte valide:

- PNG accolito che riceve poteri dalla divinità e non è parte di una gerarchia ecclesiastica

- PNG accolito che riceve poteri dalla divinità ed è parte di una gerarchia ecclesiastica

- PNG chierico di livello variabile che non occupa un posto nella gerarchia ecclesiastica

- PNG chierico di livello variabile che occupa un posto variabile nella gerarchia ecclesiastica

- PNG non chierico e non accolito che professa una fede credendoci e diventa un predicatore senza poteri

- PNG non chierico e non accolito che professa una fede per convenienza diventa un predicatore senza poteri che plagia e truffa il prossimo.

- PG con BG accolito che ha avuto una vocazione, istruzione, percorso di fede ma che lo ha abbandonato per qualsiasi motivo e ha classi non correlate.

- PG con BG accolito che ha avuto una vocazione, istruzione, percorso di fede che ha proseguito come chierico.

- PG con BG accolito che ha avuto una vocazione, istruzione, percorso di fede che ha proseguito in via minore (ranger, paladino, monaco, ma anche guerriero del culto...)

- PG senza BG accolito che è diventato chierico.

- PG che professa una fede per educazione (nel senso che lo hanno educato così, ho un PG su Dark Sun che crede che il re stregone della sua città sia un dio perchè questo gli hanno insegnato anche se gli altri non concordano e litigano per questo).

Quindi ci può essere conseguentemente una serie di persone che seguono i riti senza che questi abbiano effetti reali nell'ambientazione, senza che questo implichi che non credano all'esistenza del dio o che il credo sia meno forte. Anzi secondo me tutte le fedi hanno riti del genere. Il problema è che in D&D, e sopratutto in 5e, tutto è incantesimo o non è. Anche i talenti, le capacità delle classi o delle razze. E questo oltre a far scadere il gioco e a uniformare tutto troppo rende di difficile comprensione altri aspetti. Sulla Leggenda dei 5 anelli esistono i rituali che possono fare tutti. La cerimonia del tè per esempio. Ecco prevedere una classe di attività ad appannaggio di classi/razze/BG sarebbe interessante. Un fedele/chierico/predicatore potrebbe fare il rituale "messa" ad esempio con effetti in gioco. Ma questo è wishful thinking. 

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