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TdG - Larta 'h Vekkdin - II - Oltre la soglia


Pippomaster92

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CAPITOLO II - OLTRE LA SOGLIA

2489 dell'Endag

3 semeo

In fretta e furia avete preparato i bagagli, salutato i braccianti e vi siete apprestati a partire. Non c'è nemmeno il tempo di una festa d'addio, cosa che sembra sconfortare e intristire i vostri lavoratori: si riesce comunque a fare un ultimo pranzo in compagnia, portando i tavoli all'aperto e consumando un pasto sostanzioso. Non è un banchetto, ma malinconia e allegria rendono il cibo più buono. 

Un giorno di viaggio vi riporta alle pendici della Montagna, vicino a quegli edifici dove circa un anno fa siete stati esaminati quasi alla stregua di bestie. Per ora il luogo è praticamente deserto, perché manca ancora del tempo ad un esame di altri candidati. 
Praticamente deserto, ma non privo di vita. Lamkdakk Beldin, il vecchissimo nano incontrato un anno fa, si scalda le membra presso un fuocherello che ha acceso davanti ad una tenda malandata. Vi guarda passare con aria triste, e se pure qualcuno gli rivolge la parola non risponde e finisce per nascondersi nella sua tenda. 

Il messo vi fa cenno di seguirlo, nervoso per la responsabilità, e vi conduce fino alla porta stessa della Montagna. 
La costruzione è incredibile. I battenti in sé e per sé sono mastodontici, sebbene l'accesso sia garantito da una porta più piccola (alta comunque due volte un nano ben piazzato). I bastioni che reggono la porta sono immensi, fusi con la magia nella pietra della montagna, intagliati con i nomi dei nani che l'hanno costruita negli albori dell'Endag. 

Davanti alla porta ci sono altri wandak come voi, in attesa. Voi siete gli ultimi, evidentemente, perché al vostro arrivo vengono percossi dei tamburi nascosti da qualche parte nei contrafforti del portone, suona un corno di rame, secco e quasi sgraziato, e la porta più piccola si apre. 

Il momento è infine giunto: mettete piede all'interno della vostra nuova dimora, la casa di tutti i nani, Kel Boldar. 
Anche i più saldi tra voi si sentono la testa leggera e le gambe pesanti quando varcano la soglia. Superate in fretta quello che è un corridoio lungo e intricato, difesa formidabile irta di feritoie su pareti e soffitto, con vie che si diramano in fondi ciechi. Chi mai vorrebbe assaltare la Montagna perirebbe prima ancora di entrare davvero al suo interno. 

Il corridoio scende lentamente, dolcemente, e poi si trasforma in un ponte che con grande sprezzo della gravità si slancia sopra l'abisso. E davanti a voi si mostra in tutta la sua bellezza la vera Kel Boldar. 

Ne avete tutti sentito parlare negli anni passati. Una città scolpita nel cuore della montagna, con stili architettonici che marcano la sua incredibile età. Là si vedono ancora le ripide rampe dei primi templi, i ballatoi decorati con statue di leoni e draghi; lì c'è la cupola di una sala dei duelli ormai trasformata in qualcos'altro, e a fianco due dritte torrette svettano nella caverna come alberi in una pianura; ponti e camminamenti collegano le diverse parti della città, illuminata da una miriade di torce e lampade, quasi tutte magiche. 

Subito dopo la vista, è l'udito ad essere stimolato. La città è viva, popolosa. Le voci di migliaia di nani giungono come il brusio di un alveare di api operose, e non è un paragone azzardato. Ma subito il suono viene coperto da quello di un'arpa d'argento, strumento che subito strappa alcune reticenti lacrime a tutti i presenti. L'arte per costruire questi sublimi strumenti è andata perduta con l'anima del suo costruttore, e si dice che le uniche tre arpe d'argento siano custodite qui. Una sta suonando per voi... e sebbene nessuno tra i presenti l'abbia mai sentita prima, la melodia evoca in voi una profonda nostalgia che muta in un senso di appartenenza. Siete a casa. 

NOTE

Spoiler

Primo post del secondo capitolo!
Immagino che sia un buon momento per vedere le reazioni dei vostri personaggi!

 

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Moggo Din

Cammino dietro gli altri, svuotando a terra la cenere della pipa; quando ci avvicinamo alla montagna e la figura del vecchio nano si palesa, mi fermo a guardarlo dritto negli occhi per qualche secondo. Faccio mia la sua tristezza. Non c'è bisogno di parole o gesti. Stacco lo sguardo con il cuore un po' più pesante e continuo a seguire il gruppetto.

Dopo il corno e i corridoi, sento rapidamente l'odore della pietra nuda sostituirsi a quello dell'aria montana; non ricordo di aver mai camminato per così tanto con la bocca aperta e lo sguardo all'insù, già affascinato dall'ingresso, sono estasiato dalla visione della vera Kel Boldar.

Quel vuoto nel petto che di tanto in tanto viene riempito di dolore e fame e furia si colma del tepore dell'arpa d'argento, come una calda carezza materna data sincera a un orfano; le lacrime scendono mentre ridacchio tra me e me. Ce l'ho fatta. Chi l'avrebbe mai detto? Chi avrebbe mai scommesso un solo pezzo di rame sulla disperata impresa di un ubriacone iracondo?

Metto una mano sulla spalla di Naugrim, l'altra su quella di Snorri. Li guardo, poi mi rivolgo anche a Chazia e Andr. "Grazie." la voce mi trema. "Grazie di avermi fatto arrivare fin qui. Non ce l'avrei mai fatta da solo. Vi devo moltissimo."

Kel Boldar dietro di loro è bellissima. Conserverò l'immagine dei loro volti su questo sfondo per sempre.

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Chazia

La partenza per il villaggio mi rende più triste di quanto pensassi, alcuni dei nani presenti sapevano il fatto loro e si stavano persino costruendo delle amicizie. Eppure la chiamata a Kel Boldar non poteva che essere accettata con gioia, la montagna era ciò che ogni nano brama.

Non degno di uno sguardo il vecchio, non per arroganza, ma per paura. Paura di essere rifiutata dalla montagna come gli avi, paura di finire li a mendicare finchè le forze non sarebbero venute meno.

Tutto quello che desideravi penso mentre attraverso le strettoie che portano alla vera città casa il suono dell'arpa di argento ci accoglie mi apre un sorriso sulle labbra. Sorriso che subito viene spento dalle parole di Moggo

Mh commento semplicemente voltando poi le spalle al nano

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Snorri Laikarakkin

A giudicare dalle reazione dei miei compagni, temo di essere l'unico ad abbandonare felicemente il villaggio: la vita da campagnolo non mi si addice, e per quanto inizialmente interessante, è finita per diventare monotona e noiosa dopo aver risolto i problemi del villaggio...

Kel Boldar, inutile dirlo, è maestosa: non tutti i suoi figli possono tornare alla dimora natia e, al dolce suono delle arpe d'argento, sento che tutti i miei sforzi per giungere qui non siano stati vani...

Diamine, l'ombra che vive all'interno della mia testa sembra quasi zittirsi, come se la musica mi liberasse, anche per un solo istante, del fardello che ho deciso di trasportare... Forse potrei tornare qui, una volta compiuto il mio incarico...

Moggo mi riporta alla realtà: sto inizialmente in silenzio, curioso di ascoltare la risposta di Naugrim, per poi dire la mia Moggo, nessuno ti ha fatto arrivare da nessuna parte: ognuno ha contribuito equamente a risolvere gran parte dei problemi. Tuttavia, resta in guardia: non dimenticare la tua condizione, questa per noi sarà pure la tappa finale, ma non per te. Avverto gentilmente il nano, non voglio che canti vittoria troppo presto: confido sulle capacità di Kel Boldar, ma è meglio mantenere le aspettative basse...

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Andr Ruhn

Il grande giorno è ormai arrivato. Cammino trepidante verso la Montagna, guardandomi intorno come se ogni passo avesse la sua importanza. Lancio uno sguardo al vecchio nano che un anno fa era stato rifiutato, ma non gli presto troppa attenzione: ha già pagato la sua scontrosità a sufficienza e non gli permetterò di rovinare questo giorno. 

L'interno della Dimora Benedetta non è all'altezza delle storie del mio clan: è persino in grado di superarle. Mi ero preparato ad essere deluso dal confronto tra la realtà e le leggende, ma sono lieto di aver sbagliato. Le complesse fortificazioni, i bastioni incantati con maestria e il suono celestiale di un'arpa d'argento... Sono tutte cose che non avrei neanche potuto immaginare. Prendo un profondo respiro, come se anche l'aria fosse diversa qui dentro, e continuo a guardarmi intorno stupito: al momento non mi interessano prove o vendette ancestrali, sono solamente contento di essere riuscito ad essere accolto nella Montagna, il posto che (ne sono certo) chiamerò casa nei prossimi anni. 
Come ha detto Snorri, se ci troviamo qui è merito di ognuno di noi. Rispondo a Moggo: sono lieto del ringraziamento, ma anch'io sono consapevole che la sua strada sarà ancora lunga. E troveremo una risposta alle tue domande, ora ne sono certo. 

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Naugrim Dhurak

Superare l’anziano che non è stato ancora scelto dalla Montagna nonostante tutti gli anni che sono passati mi colpisce alla bocca dello stomaco quasi come mi avessero dato un pugno. Deve essere terribile osservare, in tutti gli anni che passavano, la sua vita passare e vedere altri passare avanti per vivere ciò che, sicuramente, per lui è la vita che avrebbe dovuto vivere.

Quando entriamo, la musica mi fa scendere più di qualche lacrima. Qualcosa forse di mitico, appartenente all’epica, risuona nella mia anima ma forse anche in quella di tutti gli altri, più di vedere l’interno della Montagna, il luogo che più di una generazione della mia famiglia non ha visto con i suoi occhi.

Tutto questo non viene rovinato da Moggo, ma ugualmente il sentire la sua mano sulla spalla prima mi fa fare un salto perché non mi aspettavo qualcuno mi toccasse e poi mi fa reagire come un gatto selvatico quando mi rendo conto di chi lo ha fatto. 

Dopo aver quindi asciugato le lacrime ( e trattenuto l’urlo per Moggo), tossisco un attimo per ridarmi un minimo di contegno…prima di bere un sorso di birra.

<<Se un debito esiste, consideralo ripagato quando sarai curato. Quello mi renderà felice quasi come esser riuscito ad entrare a Kel Boldar. E sii sincero al massimo con cerusici e sacerdoti…almeno con loro.>> tossisco di nuovo, guardando sia Moggo che Snorri. Tendo la mano a quest’ultimo. <<Non so se finiremo per separarci adesso, ognuno per le nostre vite nella Montagna. Ma voglio scusarmi per aver esagerato ed aver dato in escandescenze come un vulcano in eruzione. Mi ci è voluto un anno, ma lo ho capito. Sono contento di aver avuto voi come compagni in quest’avventura: prima del villaggio il massimo di cui avevo da tener di conto era il tempo di fermentazione della birra, questa “avventura” mi ha insegnato molto…in primis che di sicuro non potrei far il guerriero.>> scoppio a ridere.

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Il gruppo che vi accompagna vi lascia qualche istante per riprendervi, ma poi vi pressa affinché continuiate a percorrere la strada per la città. 

Superate il largo ponte e oltre vi attende una delegazione. I nani qui presenti sono in livrea, ciascuno con il simbolo del proprio trog bene in vista, e ci sono anche alcuni stendardi nanici: pali di legno sui quali sono issate insegne di metallo, dischi e rombi con simboli e rune del casato e anche personali. 

Da un lato c'è un nano che suona l'arpa, con attorno tre nani e tre nane giovani e attraenti che reggono festoni di fine tessuto colorato, danzando e facendo ondeggiare le strisce di stoffa in disegni complessi. 
Dal lato opposto una squadra di venti guerrieri in armatura e scudo, ma con i foderi delle armi volutamente sguarniti, fa da guardia d'onore. In tempo di pace accolgono i propri fratelli alzando e abbassando i poderosi scudi dai bordi di ferro, un clangore che sovrasta l'arpa ma in qualche modo si armonizza con essa. 

Nel centro ci sono i membri dei trog, e sul retro (nonché su ponti, balconi, tetti e finestre dei vari edifici che si inerpicano l'uno sull'altro e hanno una vista sul ponte) ci sono gli abitanti della città. Nani e nane, adulti, vecchi e bambini, ricchi signori dei casati e semplici lavoratori. Tutti sono in attesa, attirati qui sicuramente dal suono dell'arpa d'argento ma anche dal dispiegamento dei trog. 

Tra i rappresentati del clan c'è un volto noto, anche se faticate parecchio a riconoscerlo. Si tratta di Siddin, ora abbigliata di un vestito giallo con fili d'argento, una rete d'argento che ne raccoglie i capelli, gioielli del medesimo metallo su fronte, collo e polsi, e una cintura di cuoio di draco con diverse gemme. Ella si trova tra i Kopkjerdin, sebbene ricordiate che un anno fa la piccola nana sia stata affidata come wandak agli Zagrakdin. Vi saluta con un piccolo cenno della mano, subito sobriamente redarguita da una donna anziana che le sta vicino. 

Ma la vostra attenzione viene attirata quasi subito da uno degli Zagrakdin: un individuo abbastanza alto per gli standard della vostra gente, con un ampio vestito simile all'incrocio tra una tunica e un saio, ma molto ricco di decorazioni; è blu, con riflessi neri come il cielo stellato, e nel centro del petto porta una collana a forma di occhio, il simbolo del trog. Sebbene non sia molto vecchio ha un'aura si autorità e saggezza che sono paragonabili a quelle di un vecchio e amato patriarca. "Figli della Montagna" dice senza alzare la voce. Eppure poco prima ogni suono si interrompe, la folla tace così come l'arpa; e tutti possono sentirlo chiaramente. "Mi riempie il cuore di gioia vedervi entrare nella vostra nuova casa, nuova linfa per il popolo di Vilos. Le parole non servono a molto, in casi come questi, perciò mi tacerò... permettetemi solo un breve cenno alle vostre persone, affinché tutto il popolo sappia chi siete" 
Elenca i vostri nomi, facendo di volta in volta cenno di avvicinarsi e porsi al suo fianco. Ognuno di voi senza eccezioni viene accolto da una breve ma sentita ovazione. 

Per quanto questo sia uno spettacolo ad uso e consumo tanto vostro quanto del popolo, non è vuoto. Sono davvero felici di avervi qui, tutti quanti. Anche il rappresentate dei Zagrakdin non parla perché deve farlo, ma vi accoglie perché vuole. Il calore dei sorrisi, l'improvviso senso di appartenenza... sono inebrianti. 

Così quasi perdete l'ultima parte del suo davvero breve discorso "...semplice formalità, e poi possiamo andare a festeggiare il vostro arrivo. Ahimè, da un lato ci piange il cuore a sapere che solo voi avete superato l'esame dei nostri istruttori. Ma non è comune che gli dei ci premino con cinque nuovi amici in un solo anno!"

Volenti o nolenti venite trascinati all'interno della città. Scendete scale e ne salite altre, percorrete ponti sospesi su altre strade e persino su alcuni canali; ci sono tunnel e strade a cielo aperto, da dove potete ammirare la volta interna di Kel Boldar. E infine superato un pergolato di muschi pendenti a festoni arrivate in un piccolo foro circolare, con alcuni scranni in pietra consumati dall'uso di forse centinaia di nani. Qui la folla non può entrare, lo spazio è ridotto. Ci siete voi, e tre nani dall'aria molto elegante e forse un tantino snob e paternalista. Uno si fa avanti "Con il potere conferitomi dalla legge, io vi tolgo il nome di Thrylvorn e vi esilio da quel bintrog. Vi accolgo invece nel mio trog, Wijirstoldin. Trascorrerete un anno a servizio della vostra nuova famiglia, per aiutarvi ad ambientarvi in città e per darvi il tempo di scegliere il vostro futuro. Allo scadere del tempo deciderete se restare o se cambiare trog. Questa è la prassi, questa è la legge" usando una verga di legno di sicomoro vi tocca sul capo una sola volta, pronunciando una frase in un korth antico e quasi incomprensibile. Il senso generale lo capite, però: non siete più figli bastardi del cielo, ma gli amati eredi della montagna. 

Il rito è breve, brevissimo, e venite subito condotti fuori dal foro e di nuovo per le strade. Questa volta ad accompagnarvi c'è una giovane nana con la livrea grigia con sottili strisce gialle sull'orlo della camicia e sulle maniche. Ha dei gioielli non molto preziosi con un motivo a cellette d'alveare, e un singolo orecchino a forma di goccia d'oro. Si ferma in una piccola via tra due case, coperta da un ponte, e qui approfittando del fatto che siete soli si presenta "Mi chiamo Deljai Lasmakdin, e sarò il vostro supervisore, almeno per il primo periodo in città. Ci conosceremo meglio nei prossimi giorni, ma dopo un anno passato tra i campi e i braccianti le formalità possono aspettare... ora c'è la festa. Preferite cambiarvi, prima?" guarda i vostri abiti con una certa apprensione. Lei non è elegante, ma è formale. O almeno lo deducete da come sono vestiti altri nani che avete visto fino ad ora. Voi siete chiaramente dei campagnoli!

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Snorri Laikarakkin

Questa accoglienza, nelle città umane, sarebbe degna dell'incoronazione di un re... Quasi mi fa desiderare di poter vedere l'incoronazione del nuovo sovrano, per capire fino a quali picchi di festosità i popoli delle montagne possono arrivare. Quasi mi fa desiderare di diventarlo, il nuovo sovrano.

Tuttavia, questo non mi compete. Ho altri obbiettivi, che vengono bruscamente rimandati dalla nostra adozione da parte dei Wijirstoldin. Non posso dire di esserne entusiasta, ma faccio buon viso a cattivo gioco, considerato che abbiamo già fatto enormi progressi.

Decido quindi di rivolgere qualche domanda a Deljai, il nostro nuovo supervisore. 

Il mio nome lo sa già, ma insisto a volermi presentare: Snorri Laikarakkin. Prima di tutto, sì, personalmente gradirei cambiarmi... Vorrei chiederle però un'altra domanda... Che cosa intendeva il rappresentante Zagrakdin per "istruttori"? Io non ricordo di averne incontrati... Per caso c'entra la piccola Siddin, che fino ad un anno fa era una piccola Wandak, e che ora la troviamo nel comitato di benvenuto?

Le mie numerose domande riguardanti la vita in città aspetteranno, questo mio dubbio ha decisamente la precedenza.

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Chazia Glod Teas

Faccio un cenno a Siddin mentre le ovazioni per il nostro arrivo proseguono.

Veniamo accolti dal trog Wijirstoldin e sebbene non sia proprio il trog migliore è pur sempre meglio che essere wandak Grazie per l'accoglienza, cambio d'abito sarebbe gradito commento semplicemente Sono onorata di far parte di questo Trog e spero che i miei servigi possano rendergli onore

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Moggo Din

La mia espressione meravigliata è uno specchio fedele di ciò che c'è dentro di me. Kel Boldar mi accoglie in ogni modo possibile, e sono esterrefatto dalla sua grandezza tanto quanto dal calore emanato dagli sguardi della delegazione e della costellazione di cittadini dietro di loro.

Strabuzzo gli occhi a vedere Siddin lì in mezzo. Forse per scherzo potrei aver accennato al fatto che volevo mangiarla - forse, o l'ho solo pensato? - e invece eccola lì, già parte integrante della città.

Chi ci accoglie è un funzionario, è chiaro. Credo di aver sentito il nome del suo clan mormorato dagli abitanti del villaggio, che mi hanno spiegato a grandi linee i nomi dei principali trog. Così quando sento "Wijirstoldin" non ho dubbi che finiremo a fare più o meno quello che facevamo prima al villaggio, ma stavolta dentro la montagna. Quel pozzo l'ho scavato abbastanza bene, dopotutto. Chissà che non sia questa la carriera che più mi si addice? Certo, a questo punto sarebbe più divertente entrare a far parte del sotto-clan Uzdraz, avendone la possibilità...

Lasmakdin. Un clan minore, ne sono sicuro. Mi sforzo di ricordare, ma ehi: ci sono davvero un sacco di nomi, e mi ci vorrà un po' ad impararli tutti. "Moggo" pronuncio, lasciando la parola a Snorri e Chazia, indicando quest'ultima mentre annuisco di approvazione "...anch'io come ha detto lei. HoAbbiamo costruito un pozzo, sai?"

Accetto volentieri di cambiarmi d'abito, a patto che mi lascino tenere la mia collana di zanna di lupo, monito dell'animale che rischio di diventare. Vorrei davvero partecipare alla festa, bermi l'intera montagna in birra e gozzovigliare, ma ho paura di ciò che potrebbe accadere. Forse sarebbe meglio evitare e raggiungere i Kalasar il prima possibile...ma la festa...! Ci voglio davvero andare...!

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Andr Ruhn

L'interno della fortezza è ancora meglio di quanto l'ingresso potesse farci pensare e non solo per la maestosità degli edifici: una folla si è radunata per accoglierci e festeggiarci, in quello che sembra molto più di un semplice rito privo di ogni genere di significato. Lancio un sorriso alla giovane Siddin, ormai parte integrante della società della Dimora Benedetta, lieto di vedere che si ricorda ancora di noi e che è riuscita a trovare il suo posto. Mi godo quindi l'atmosfera di feste, avvicinandomi al vecchio inviato degli Zagrakdin quando viene chiamato il mio nome e ascoltando il suo discorso... per quanto mi è possibile, viste le emozioni che mi travolgono. 

Entro quindi finalmente nella Dimora Benedetta, dove ci viene rivelato il nostro fato: verremo adottati per un anno dal clan Wijirstoldin. Un'altra prova prima di arrivare al mio obiettivo. Dovrò ancora farmi strada prima di ottenere ciò per cui sono stato inviato qui dentro. Potrebbe essere una buona idea, se dovremo presentarci ad una festa in nostro onore. Dico alla nana che si presenta come nostra guida, lanciando una rapida occhiata ai miei vestiti: sono certamente pratici per la vita nel nord o in mezzo alla campagna, ma non proprio adatti ad una festa nella Dimora Benedetta. Come hanno già detto i miei compagni, saremo lieti di servire con onore il nostro nuovo trog. Quanto tempo abbiamo per prepararci?

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Naugrim Dhurak

Se già le arpe d’argento erano state un buon inizio, la festa sembra ancora più promettente. La cosa che mi lascia stupito è l’estrema gioia che sembrano provare tutti, quasi fossimo davvero dei parenti da lungo tempo persi e di cui si erano preoccupati. Alla richiesta dei vestiti un poco mi vergogno: i miei sono abiti da lavoro, tenuti senz’altro bene grazie alla magia, ma sicuramente non da festa…o quantomeno da una festa come questa. A casa ero abbastanza contrario a simili frivolezze…ma non è forse Casa questa? E come mai invece adesso me ne preoccupo? Forse sono davvero cresciuto un poco. Mi viene da sorridere ( letteralmente) sotto i baffi. Gli altri hanno già ringraziato, ma lo faccio anche io. <<Spero di essere utile alla mia nuova famiglia e nuova casa. Farò del mio meglio per ricompensare l’ospitalità che ci riservate…e si, non mi dispiacerebbe cambiarmi e prepararmi…se ci fosse qualcosa della mia taglia, beninteso.>>

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Deljai si preoccupa prima di tutto di rispondere a Snorri "Alcuni braccianti lavorano con le mani, altri fanno lavorare anche occhi e orecchie. Siete stati osservati per tutto l'anno, e le vostre azioni grandi e piccole sono state prese in grande considerazione. Lo so, perché è successo anche a me quando ero al vostro posto. Può essere un po' irritante, è vero, ma converrete che è l'unico vero modo di valutare un candidato. Oltre ai compiti che vengono assegnati. Comunque ne parlerete, forse, con qualcuno di più competente di me" sorride in modo professionale e si dedica al resto delle domande.

"Abbiamo circa mezz'ora. Qui vicino c'è una casa del trog con diversi abiti a disposizione. Sono certa che troveremo qualcosa per ciascuno di voi. Ci vorrebbe troppo tempo per rendervi totalmente presentabili, ma siete appena arrivati e nessuno farà caso al fatto che barbe e capelli non siano in ordine" non c'è malizia in questi commenti, sta solo valutando il vostro stato. Si sofferma su Chazia e storce la bocca, ma poi riprende l'espressione amichevole. "Comunque sono lieta di fare la vostra conoscenza. Ora c'è troppo da fare, ma dopo la festa, nei prossimi giorni, ci conosceremo tutti meglio. Ora concentratevi solo sui festeggiamenti e sul divertimento, non pensare al dopo. Vi siete meritati tutto ciò!" 

In effetti siete davvero vicini ad una casa privata con il simbolo del trog dipinto in modo dettagliato sulla porta. Dentro ci sono alcuni nani che si stanno preparando alla festa a loro volta. Sembra una casa privata, ma Deljai non fa che chiedere di entrare e le viene concesso l'accesso senza rimostranze. Anzi, i padroni di casa vi offrono in prestito i loro abiti e vi fanno bere dell'acqua fresca per dissetarvi dopo il viaggio. Offrirebbero ben di più, ma non vogliono rovinarvi l'appetito prima dei festeggiamenti. 

Trovate abiti semplici e abiti da cerimonia, ma grazie ai consigli di Deljai ciascuno di voi trova l'abito più adatto a corporatura e stile. Si opta per qualcosa di abbastanza sobrio ma non povero, abiti da riunioni del trog che pur essendo ben confezionati non hanno scomodità o vezzi eccessivi. Se volete lasciare qualcosa qui potete farlo senza timore, perché non ci sono ladri a Kel Boldar. 

D'altra parte se volete portare armi con voi, o armature, nessuno sarà a disagio "Beninteso, l'uso delle armi è vietato a Kel Boldar. Ma molti le portano comunque alla cintura come accessorio, o per dimostrare la propria posizione e funzione nel trog" spiega la vostra guida. 

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Andr Ruhn

La spiegazione al quesito di Snorri non tarda ad arrivare: ci stavano tenendo d'occhio, a quanto pare. La notizia mi colpisce: non tanto per il fatto in sé, decisamente sensato vista la posta in gioco, quanto per la reazione dell'inviato del bintrog di fronte al problema di Moggo. Ne era certamente al corrente: perché non ha fatto nulla e ci ha consigliato di attendere, al posto di agire e aiutarlo immediatamente? I miei dubbi sono però destinati a rimanere tali: non è né l'occasione né il luogo più adatto per parlarne, soprattutto ora che il mio compito si è fatto più serio. 

Entro nell'edificio che ci viene indicato dalla donna, ringraziando i padroni di casa per la gentilezza: non smetterò mai di essere sorpreso dal calore di questa accoglienza. Seguo quindi i consigli della nostra guida e mi cambio, lasciando le mie pelli e il mio arco nella casa: sono beni preziosi, ma sento di potermi fidare. Non è il caso di mostrarsi armati ad una festa, anche perché non sono propriamente identificabile come un guerriero. Dovremo fare qualcosa di specifico durante la festa? Mi chiedevo se fosse solamente una celebrazione o se ci siano dei rituali da rispettare per venire accolti nel trog. Provo a chiedere a Deljai, sperando di poter ottenere una risposta. 

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Snorri Laikarakkin

Una volta entrato nella casa della nostra famiglia, mi limito a salutare educatamente gli altri per poi scegliermi i vestiti per la festa: nulla di vistoso, ma presto particolare attenzione all'eleganza e alla "rispettabilità" dell'abito. Voglio dare immediatamente l'impressione di avere un cervello ben funzionante: forse mi risparmieranno i lavori più umili. Forse, faranno uno strappo alla regola e mi accoglieranno in qualche Trog ben più interessante...

Mollo quindi il semplice pugnale che uso per l'autodifesa e mi premuro, invece, di mettere in mostra il mio amuleto: un grosso artiglio di pietra... Chissà che non diventi uno spunto di conversazione con un qualche dotto dalla lingua lunga... 

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Naugrim Dhurak

Scelgo un abito che sia buono, ma non troppo appariscente, cercando persino colori non troppo vivaci. Ho il sincero timore di poter fare una cattiva impressione comportandomi come mi comportavo normalmente alle feste dei nani non della montagna. Sospiro un poco, quando mi tolgo i gioielli dalla barba per vestirmi, cercando poi di pettinarmela per essere il più presentabile possibile. 

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Mentre vi vestite Deljai vi rassicura "Non preoccupatevi, questa è solo una festa. Non dovrete impressionare nessuno, né ci saranno test, esami o quant'altro. Restate quanto lo ritenete necessario, quando siete stanchi potete dirlo a me e vi farò accompagnare agli alloggi temporanei. Per un qualche tempo dovrete stare in una piccola dependance del trog, è confortevole e poco frequentata. Abbiamo già cominciato ad approntare delle stanze private, ma temo ci vorranno un paio di turni di lavoro per ultimarli" 

Aiuta Chazia a farsi le trecce e osserva critica il trucco nero, ma non si esprime "Se siete in imbarazzo o non sapete come comportarvi in un dato momento, la cosa più sicura è essere chiari e dirlo ai presenti. Io vi sarò vicina e interverrò in vostro aiuto se me lo chiederete. Ah, e non ci saranno che una mezza dozzina di guardie, ma sono solo di rappresentanza. Fate come se non ci fossero" 

Una volta che siete tutti pronti vi accompagna fuori da questa abitazione e di nuovo per le strade. Questa volta salite alcuni bassi gradini fino ad una specie di balconata rialzata su colonne. Sotto di voi scorrono tre canali di acqua, ciascuno va in una direzione diversa e nel mezzo crescono delle piante. Similmente anche dove vi trovate ci sono aiuole verdi e persino dieci alberelli da frutta. Prosperano per mezzo della magia, è chiaro, perché qui non sorge il sole. 

Superate il piccolo parco fino ad un grande porticato largo e tondo che sorge in una zona abitativa, un po' come se fosse una piazza a due piani. Il pianterreno ha alcuni giochi d'acqua e numerosi tavoli, ed è in corso una specie di festa-fiera. Ci sono banchi di legno con i simboli dei trog, e ciascuno offre specialità culinarie. E c'è la gente. 
Il vostro arrivo viene salutato da un coro di voci, e ben presto vi trovate immersi nella folla fino al collo. Vi viene lasciato un certo spazio e per vostra fortuna capite ben presto che non siete l'unica attrattiva dell'evento. Ci sono dignitari circondati da attendenti e postulanti, ci sono gruppi di amici o parenti che formano tanti piccoli poli attorno ai quali si radunano altri nani. 

Ma di certo non siete ignorati. Un mare di volti felici vi assedia da ogni lato. Nani e nane che vi salutano, si presentano e lasciano subito il posto ad altri. Ricordarsi un volto o un nome sarà decisamente arduo. 
Deljai si fa largo guidandovi fino ad un tavolo dove trovate cibo e bevande riservate per voi. C'è un intero tagliere di carne di caprone affumicata dal gusto forte e salato; a fianco tre grandi pesci cotti alla griglia e accompagnati da un olio molto denso e corpuscolare aromatizzato con qualche erba a voi ignota; un pasticcio di carne di lucertola, chiara e morbida ma condita con una salsa di mele e cannella che la rende quasi dolce. Piccole forme di pane a forma di triangolo dalla mollica scura, e fette di pane più chiaro e morbido dal profumo di latte. 
Da bere ci sono ovviamente diverse varietà di birre: di malto, di muschio, di carne; chiare e scure, con miele per addolcirle o con spezie per renderle più forti. C'è anche del vino, importato dalla Teania in damigiane di vetro di fattura mediocre e certamente umana. Il contenuto però è degno del fine palato nanico. 

Durante la festa ciascuno di voi finisce per essere inglobato da qualche gruppo che discute di questo o quello. Ripetete gli eventi salienti dell'ultimo anno un centinaio di volte. Ascoltate altrettante storie di ex-wandak che sono qui da anni ma ricordano ancora come ci si sente ad entrare a Kel Boldar per la prima volta. 
Le ore passano, ma è difficile dire che la festa stia declinando: molti degli ospiti arrivano, mangiano, parlano un po', e se ne vanno; ne arrivano poi altri a ciclo continuo.

DM

Spoiler

Do per scontato che bene o male partecipiate tutti. 
Potete cogliere l'occasione per compiere una delle seguenti attività (e solo una a testa):

  • Raccogliere informazioni su uno specifico argomento legato a Kel Boldar, i trog o i wandak. 
  • Fare amicizia con un gruppo di nani di uno dei trog (concederà vantaggio a una singola prova di Carisma fatta nei confronti di quel trog).
  • Stare in disparte ad osservare il comportamento degli altri nani (concederà vantaggio ad una singola prova di Saggezza fatta a Kel Boldar). 
  • Unirsi ai gruppi che ascoltano i nani più importanti e ricercati (concede un'informazione "confidenziale" sull'andamento di Kel Boldar). 

 

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Andr Ruhn

Rassicurato dalle parole di Deljai e vestito con gli abiti offerti dal mio nuovo trog, mi reco alla festa incuriosito da quello che è il mio ingresso vero e proprio nella Dimora Benedetta. L'atmosfera è ancora allegra e diversi nani continuano ad avvicinarsi ai noi, ma ci sono altre "attrazioni" maggiori: membri importanti della società, ad esempio, o vecchi amici che approfittano dell'evento per incontrarsi nuovamente. E' la mia occasione per iniziare ad ottenere ciò che desidero: cerco i membri del trog Angizrildin in mezzo alla folla, soprattutto se espongono i simboli degli Elzrune, provando ad unirmi ai loro gruppi e a fare conversazione. Sono i responsabili dell'arte in cui mi sono addestrato: i miei probabili antenati, in sostanza. Non parlo però del passato o dei conflitti irrisolti (e men che meno della mia arte): provo piuttosto a fare conversazione, cercando di iniziare a procurarmi degli agganci per il futuro e dei metodi per essere integrato nel clan. 

Master

Spoiler

In parole povere, scelgo la seconda possibilità con gli Angizrildin (o, ancora meglio, gli Elzrune)

 

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