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[D&D 3.5] - Personaggi atipici


Vladimir Rustovitch

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Il territorio dove sorge la fortezza di Reddeath è un insieme di alti picchi innevati la temperatura si aggirava sui dieci gradi la fortezza si sorreggieva con la magia le alte torri nere e il maschio del castello mettevano in soggezione tutti la neve bianca crea un forte contrasto con le mura nere della fortezza all'interno delle mura nella città che si stende sotto l'ombra del castello del loro signore dentro una villa nel quartiere nobile i loro residenti ricevono una lettera sigillata col la cera su di esse c'è impresso un serpente con le fauci spalancate con una corona in testa (il simbolo del lich) dentro la lettere ci sono queste parole "ho un incarico della massima importanza da affidarvi presentatevi domani al mio castello dove vi informerò sui dettagli della vostra missione , sappiate che vi affido un incarico importante che vi permetterà di salire nella gerarchia"

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Seduto ad un tavolo, intento a leggere arcani libri fitti di scritte in draconico sento bussare alla porta. Un gesto, e la porta si apre mostrandomi un messo con in mano una lettera. Mi alzo, giunto alla porta prendo la missiva e con uno sguardo congedo il servitore.

Con attenzione, apro il sigillo e leggo la lettera. Un misto di soddisfazione e curiosità balena nei miei occhi, ed un solo pensiero nella mente: "Mi chiedo cosa il mio Signore abbia in mente di farmi fare, questa volta... Comunque sia, ci penserò domani."

Richiudo la lettera, la metto in un cassetto della scrivania, e riprendo a leggere il tomo che avevo abbandonato prima.

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Stavo nella mia casa, in completa oscurità, non vi era nulla a illuminare la tetra abitazione.

Ero appeso a testa in giù nella mia grotta, con le ali chiuse intorno a me come una cappa di velluto nero. Gli occhi ciusi e inermi, ma il mio sesto senso pronto a percepire qualsiasi cosa, non potei stare nella mia posizione per meno di dieci minuti che un rumore di passi scosse il mio riposo. Aprii le mie ali stiracchiandomi e calai sul pavimento mutando nella mia vera forma.

I peli sul mio corpo si accorciarono, artigli e denti fecerto altrettanto.

Le ali mutarono lentamente in braccia muscolose e le gambe si allungarono diventando umane.

Dalla testa spunto velocemente una lunga scia di capelli argentei e gli occhi si aprirono mostrando una luce rossa.

Mi mossi verso il tavolo mentre i passi continuarono ad'avvicinarsi alla porta di casa mia. Indossai dei vestiti e mi diressi ad'aprire.

Per fortuna il tempo era nuvoloso e la luce del sole non trapelava per nulla.

Appena aprii la porta mi si presentò davanti un messaggero del mio ''Signore'',

anche se detestavo essere sotto qualcuno purtroppo era così, il mio ''Signore'' mi offriva riparo dai cacciatori di Licantropi e io lo aiutavo nelle sue missioni.

Presi la lettera dal messaggero e lo congedai con freddezza.

Portava il vessillo del mio ''Signore'', la serpe regina come la chiamavo io.

Aprii la lettera e comicniai a leggerla.

''Il mio signore mi chiama ancora a quanto pare... bene risponderò alla chiamata''

Così dicendo posai la lettera sul tavolo, e cominciai a preparare l'attrezzatura da killer per il giorno seguente...

...

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Me ne stavo tranquillo sdraiato sul mio letto a fissare il soffitto quando un rumore di passi mi costringe a scendere dal letto e a prendere il pugnale nascosto sotto il cuscino

Mi avvicino furtivamente alla porta col pugnale sguainato

allungo la mano verso la maniglia per aprire la porta e assalire chunque si trovasse dall'altra parte

una busta infilata sotto la porta mi tranquillizza e mi fa rinfoderare il pugnale

era soltanto un servitore, uno dei tanti, e quel serpente con la corona rappresentato sulla lettera mi fa subito capire chi è stato a scriverla

estraggo nuovamente il pugnale questa volta per aprire la lettera

dopo averla letta attentamente un brivido mi scorre lungo la schiena finalmente sarebbe finita la quiete e presto sarebbe tornato a scorrere il sangue perchè è sempre così quando arriva una lettera con quel simbolo qualcuno sta per morire o meglio sta per essere ucciso

a passi lenti vado verso la finestra della mia camera li accanto appesa al muro c'è la mia una amica la mia piccola dolce catena

la accarezzo dolcemente

"Presto vedrai il sangue piccola mia porta pazienza" dopo aver sussurrato queste poche parole mi ributto sul letto e inizio a lucidare le mie armi.

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Mi avvicinai con andatura rigida e tesa alla porta di Lae'rhos. La postura alta e un reverenziale timore nell'atteggiamento. Era così divertente fare il servo, soprattutto per attendere che qualcuno della servitù della casa provasse a darmi un ordine, girare l'angolo e tornare con la mia forma conosciuta e fustigarlo, così per piacere.

Bussai e attesi di essere fatto entrare. Sapevo che era giunto un messaggiero del Signore, che ovviamente non mi aveva trovato.

Lae'rhos era l'unico a conoscere la mia vera natura, ed era l'unico con cui mi azzardavo a riprendere la mia forma originale. Non che mi fidassi realmente di lui a pieno, ma mi fidavo più che degli altri.

Ero incuriosito da cosa volesse il "capo" e eccomi lì ad aspettare davantia una porta chiusa.

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Ero sdraiato tranquillamente sul mio cumulo di paglia, quando udii dei passi abbastanza fastidiosi.

Mi alzai di scatto e arrivai d'innanzi alla porta e la spalancai di colpo, trovandomi di fronte un piccolo ometto con in mano una lettera.

Presi la lettera, e anche l'ometto, lo guardai dritto negli occhi per poi scaraventarlo lontano da me, accompagnando il tutto con un grido di rabbia.

Dopo di che mi ritirai nella mia stanza a leggere cosa l'oscuro signore mi aveva assegnato.

Dopo la lettura rimasi con lo sguardo fisso sul muro a riflettere, nell'attesa del giorno dopo.

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Indossai la mia armatura cremisi, allaccai la cinta con le armi intorno alla vita.

Controllai che le ali potessero nasce senza impedimenti e subito dopo tornai alla mia forma originale.

Indossai il mantello e infilai il cappuccio, comprendomi il volto con una maschera nera.

Purtroppo il mio corpo non poteva essere esposto minimamente alla luce...

Parii la porta, inizialmente la luce mi diede un po' di fastidio, ma chiusi gli occhie ki mossi grazie ai miei sonar arrivando fino alla stanza di Lae'rhos ,

forse era l'unica che condivideva il mio senso per l'ordine, gli altri non li reputavo abili nell'organizzarsi. Arrivai fino alla porta della sua stanza e bussai...

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il giorno e la noptte passano tranquillamente gli unici rumori erano le urla degli schiavi torturati o il cigolio dei carri sulle strade.

Arrivati al castello un gigante del gelo vi accoglie e vi permette di entrare , dentro al castello non passa nememno uno spiraglio di luce i tetri corridoi sono illuminati da torcie che emanano un bagliore blu o verde da esse non si alza nemmeno un filo di fumo e non si sente nemmeno il calore della fiamma , i corridoi sono freddi e gelidi , dalla apiezza enorme in grado di far distendere le ali ad un drago , le ombre stesse sembrano vive all'interno e quando passate si tendono verso di voi ma senza farvi alcun male, degli abitantoi del castello non ne vedete nessuna traccia ma con la coda del occhio potete coglierne le ombre sfuggevoli , probabilemente se non sapevata la strada vi sareste persi nei meandri dei corridoi e avreste fato chissa quale fine , dall'interno il castello sembra molto piu grande rispetto a quanto potrebbe sembrare all'esterno , arrivate finalmente nella grande sala ove le persone aspettano che il re li riceva , la sala è gigantesca probabilemente potrebbero starci comodamente due draghi antichi , attaccate alle pareti ci sono delle sedie in ebano ,dentro la sala ad aspettare ci sono altre quattro persone , una è un drow dall aspetto nobile i capelli sono bianchi e gli occhi sono di un azzurro chiaro , porta una mezz-armatura nera e sulla cintura ci sono due elaborati foderi che contengono una spada corta e una scimitarra , il secondo è un uomo gobbuto escrescienze di grasso crescono come bubboni su tutto il corpo la faccia è orribilmente deturpata e le gambe sono contorte e maformate veste con una tunica bianca logora sporca di sangue e altre sostanze non identificabili , il terzo è un elfo dal viso molto bello illk corpo ben proporzionato la pelle pallida e i denti sovrasviluppati , soprattutto i canini veste con una lunga tunica nera all esterno e rossa all interno sotto la tunica porta un armatura in cuoio alla schiena porta legate due falci legate da una catena , alla cintura porta una frusta irta di spine , il quarto ed ultimo non riuscite a vederlo ma riuscite a percepirne la malvagità che ne tradisce la presenza , il portone che porta alla sala del trono è in argento le maniglie sono formate da serpenti aggrovigliati , un basso rilievo sulla porta raffigura un cobra reale.

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Non era la prima votla che passeggiavo in quel castello, e più mi addentravo fra i suoi corridoi più mi rendevo conto che quela era forza l'abitazione migliore che avrei potuto desiderare.

Ero l'ultimo della fila, i miei compagni mi stavano avanti, facendomi strada essendo loro più esperti sul traggitto da percorrere.

Arrivammo alla sala dove a quanto pare eravamo attesi... infatti quattro persone ci attendevano... misi furtivamente una mano alle mie armi e attesi in silenzio...

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Mi guardo un attimo attorno e noto osservando attentamente i 4 nella stanza

Ma noi siamo in quel castello per un unico scopo non abbiamo tempo da perdere il lich ci ha convocati con urgenza dobbiamo muoverci

con passo veloce e testa alta , sicuro di me , mi avvicino all'enorme portone tirando una spallata al Drow non del tutto involontariamente

Afferro saldamente le maniglie a forma di serpente

mi giro a guardare i miei compagni

"Beh volete rimanere in questa stanza ancora un po? Io vado il capo chiama!

se rimanete qui state attenti al Vampirello"

dopo aver detto questo

apro con decisione la porta per andare a parlare con il mio signore

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Vi ritrovate in un grosso salone le pareti sono nere le torcie emanano una luce rossa e verde l'odore del sangue penetra in profondità nelle vostre narici , la sala è rettangolare e dal lato in cui siete entrati ci sono altre 13 porte , al centro della sala un uomo poco piu che adolescente dagli occhi azzurri i capelli neri , la pelle è pallida e tirata sulle ossa alcuni lembi di pelle penzolano dal volto e dalle braccia , indossa una tunica bianca con lo stemma del serpente con la corona tessuto con fili neri sul petto , sulla testa porta una corona molto d'oro dal valore inestimabile con 5 diamanti che risplendono illuminando la sala , alla sua destra un essere alto circa 2m dalla pelle blu (genasi dell'acqua) tra le mani una lancia in ferro freddo , batte il manico per terra per annunciare il vostro arrivo "Chinatevi difronte al sommo signore vostro re dominatore delle razze e conquistatore di popoli" attende che vi inchinate il lich per ora non vi guarda nemmeno.

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Entro nella stanza abbassando la testa per rispetto e per timore di colui che ci stava aspettando

Non era la prima volta che entravo in quella stanza e non sarebbe stata l'ultima

appena entrato mi inchino subito senza neppure guardare il genasi al fianco del mio signore

"Ci ha convocati mio Signore?"

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Entrato nella stanza cerco di far meno rumore possibile, dato il mio peso, in segno di rispetto.

E pian piano che mi avvicino al lich abbasso sempre di più la mia testa fin a inginocchiarmi e dire con tono di sottomissione:

"La mia forza è tua o sommo signore del male, dimmi chi dovro' uccidere e sarà fatto!!"

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Il lich si alza dal trono dietro di lui si notano le forme di quattro umanoidi appesi a delle catene sul soffitto probabilmente o morti o agonizzanti, vi osserva un attimo poi parla con voce terribilmente disumana e maligna " salve ho un paio di missioni da affidarvi , per prima cosa dovrete andare su una montagna e liberare i quattro valichi dalle truppe del mio nemico , non si faranno prigionieri "sorride"vi condurranno le quattro persone che avete visto fuori da qui , poi una volta presi i passi loro li rimarranno a sorvegliare mentre voi dovrete fareun incursione nel terriorio del mio nemico e dovete portarmi una spada "tira fuori un disegno e ve lo lancia " qui c'è disegnata la spada , potrebbe essere ben protetta quindi fate attenzione non mi servite morti , almeno non ancora "sorride nuovamente"ve la sentite di affrontare la missione o devo darla ad un altra squadra?" continua a sorridere malignamente "pultroppo abbiamo scoperto che il vostro compagno Lae'rhos è un traditore e come tale verrà giustiziato stanotte , al termine della missione deciderò chi assegnarvi al suo posto, la missione avrà inizio appena uscirete di qui" si risiede sul tronno mentre osserva le vostre reazioni

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con un sorriso maligno e gli occhi colmi di desiderio di uccidere alzo lentamente la testa

"non c'è nessun problema mio signore ogni suo ordine sarà eseguito! con il suo permesso vado a prepararmi per questa missione, una missione senza prigionieri va affrontata nel miglior modo possibile"

Mi alzo lentamente e subito compio un profondo inchino per poi uscire dalla stanza

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Ascoltai ancora in ginocchio le parole del mio signore...

"Bene allora..."

Mi alzai e mi rivolsi ai miei compagni senza voltare le spalle al mio signore.

"Propongo di andare.... immediatamente... prima ci muoviamo meglio è..."

Mi rinchinai in segno di saluto verso il mio padrone, mutato il mio aspetto nell'enorme figlio della notte

(per DM)

Spoiler:  
Forma alternativa, Pipistrello Crudele

La mia massa corporea aumenta fino a diventare grande come quella di un cavallo, e due enormi ali nere pari a quelle di un drago sostituirono le mie braccia.

Mutazione terminata uscii volando dalla stanza dirigendomi a gran rapidità verso il portone...

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