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TdG - Larta 'h Vekkdin - I - Sulla porta di casa


Pippomaster92

Messaggio consigliato

2488 dell'Endag 
Pomeriggio del 16 andia

Il mercante è chiaramente soddisfatto del ritorno della figlia "Finalmente! Figlia mia, sono così contento di vederti salva. Non temere, in men che non si dica ci rimetteremo in viaggio e ti potrai sposare. Ah, amici miei, il denaro che mi è stato sottratto? Il carro e il cavallo?"

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Moggo Din

Incrocio le braccia mentre il mercante parla, e vorrei dirgliene quattro sul fatto che dovrebbe farci una statua d'oro solo per avergli riportato la figlia, invece di pretendere il resto del suo bottino. Faccio per aprire bocca, sicuro di avere le spalle coperte da Andr, quando le parole mi restano in gola.

Cos'è che ha appena detto? "Matrimonio?" guardo la faccia della figlia. Se non era un addio al nubilato quello che abbiamo interrotto nei boschi, forse era un tentativo di fuga? Reminiscenze della mia vita precedente alla Montagna riemergono violentemente, facendomi stringere i pugni.

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Naugrim Dhurak

<<Non abbiamo trovato né carro, né cavallo.>> rispose all’uomo nella sua lingua facendo spallucce. Gi sorrido, prima di girarmi verso gli altri senza cambiare granchè espressione, ridendo alla fine.
In nanico

Spoiler

<<Altro di cui si lamenterà, ma soero lontano da qui e dalle nostre scorte, crapulone che non è altro…>>

Dopo aver finito di parlare mi soffermo un attimo su Moggo, avvicinandomi a lui. 
<<Tutto bene?>> gli chiedo in nanico.

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Andr Ruhn

Ora comprendo il tentativo di fuga della figlia. Beh, non è affar mio: che risolvano la questione tra di loro. Il carro è stato distrutto dai banditi, in realtà, e penso che il cavallo sia scappato. Aggiungo dopo la spiegazione di Naugrim, preparandomi alle sue lamentele: questo umano non sembra avere pudore e trascura completamente il valore dell'ospitalità, a quanto abbiamo visto. Dovremmo aver recuperato il denaro, in compenso. Di quanto si trattava? Chiedo, guardando poi Moggo per accertarmi che stia bene: anch'io ho notato la sua reazione e sono curioso di sapere cosa l'abbia causata. 

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"Trenta pezzi d'oro" risponde l'uomo. Anche se i conti non vi tornano considerato il bottino estorto dai banditi. 

"Ed è un vero peccato, carro e cavallo valevano ben di più. Tra l'altro dovrò ricomprarli... Dite, voi avete un carro e una bestia da soma? Ora che i banditi non ci sono più potrei in effetti tornare sulla strada. Se mi trovate carro e cavallo vi abbuono il denaro che mi spetta"

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Moggo Din

Tutto diventa ovattato. Ci metto più del previsto a realizzare cosa sta succedendo, perciò la domanda di Naugrim cade nel vuoto.

Cc9Zx00.jpgLa mia mente è tornata altrove, a cercare risposte che non posso trovare qui. Si trova - mi trovo - in una capanna di legno al limitare del villaggio di Prati Fischianti, a qualche decina di metri da un boschetto. Il recinto accanto è pieno di ceppi ancora da spaccare e ortiche che mi prometto di estirpare sempre all'indomani da ormai qualche anno.

Sto bevendo. Sto bevendo un sacco. Da solo, in aggiunta. Si potrebbe dire che a volte è meglio quando si è in compagnia, come se il vizio del bere, come un albero in una foresta, si nasconda meglio laddove alzare il gomito è sinonimo di convivalità, e non di solitudine. Perciò alla solita ora sposto il mio bere in taverna.

La malattia mi ha deformato. Già prima, essere una spanna e mezzo più basso di tutti coloro che mi circondano provocava qualche sintomo di ilarità o discriminazione; ora che i miei denti sono più affilati e le mie fattezze sono più selvagge, ancora meno popolani mi rivolgono la parola. Le mie abitudini sono mutate di conseguenza, avvicinandomi sempre di più all'animale che sono. Un cane rabbioso in una gabbia di villaggio...pieno di persone.

E poi c'è lei: Lora. Bella, alta, meravigliosa come il mattino timido che si sveglia tra le fronde. Mi passa davanti e mi guarda disgustata. Fa la diffidente. Mi piace. Ho una preda da catturare...e un rivale da scacciare. Alfie. Il bardo della taverna: alto più di lei, con una voce da usignolo e delle brache colorate che fanno venire il voltastomaco.

vdNrpSP.jpgBevo di più. Spingo i complimenti. Fischio, allungo le mani. La voglio. Volano parole, con lei, con Alfie, un po' con tutti. Come sempre, mi mandano via con qualche cattiva parola e un'occhiataccia. Ma finché piscio sul mio angolo, come ogni sera, e tutti sanno chi sono. Nessuno mi ignora per davvero, tantomeno Lora. Non le dò scelta: DEVE guardarmi. DEVE sapere che la voglio. Alla fine si arrenderà, con le buone o le cattive.

Ma stasera è diverso. Lora in taverna non c'è. Tutto è più silenzioso: manca anche Alfie. Passo la prima metà della serata a bere e giocare a dadi, e qualcuno con cui fare a botte si trova sempre. Per la prima volta metto piede fuori dalla taverna senza che nessuno prima abbia provato a buttarmi fuori. Sto andando nel centro del villaggio, di fronte al pozzo. So di trovarla lì. Magari da sola. Magari è la volta buona.

Cammino barcollando. Quando arrivo fuori dalla porta, sento un odore...nuovo. Caldo. Di pelle e sudore, dolce sotto al filo di fumo che fuoriesce dal comignolo della casa. Busso animatamente, e qualcuno dentro squittisce. Qualcosa non torna: apro la porta con un calcio, e trovo una scena orrifica fatta di lenzuola, vestiti sparsi e...amore.

In quel preciso momento, qualcosa è scattato. La consapevolezza di essere un vagabondo, un estraneo nel proprio villaggio, reso ancora più grottesco dalla deformità della malattia. Prati Fischianti non me lo dice in faccia, ma mi tratta ugualmente come un mostro. Come ho fatto a non capirlo finora? Come ho fatto a non capire che non sono e non sarò mai abbastanza per nessuno. E questa cosa...dovrebbe rendermi triste. E invece mi fa incazzàre.

RTMyKu4.jpgHo ricordi confusi. Istinto animale che prende il sopravvento, sangue, arti strappati e urla. Quando inizio a respirare più regolarmente ho la bocca piena di sangue, ma non mio. Ho divorato Alfie. Lora mi guarda con il terrore più profondo, e come uno riflesso la sua paura mi entra dentro. Ho ucciso un uomo.

Lascio il villaggio in fretta e furia verso Kel Boldar, ma non mi dò pace. Le mie azioni hanno rovinato la vita mia, e dell'unica persona che desideravo. Nel mio desiderio egoistico, non ho mai pensato che avrebbe potuto vivere felicemente; magari il bardo non era la scelta migliore, o quella più azzeccata, ma la felicità si trova nei posti che meno ci aspettiamo. L'ho capito troppo tardi, qui a Thrylkhol, tra la mia vera gente. Ma nel frattempo ho costretto una persona a vivere nel terrore e nella disgrazia per il resto dei suoi giorni.

E ora la ragazza. Anch'ella costretta a vivere una vita imprigionata nella mestizia perché sono stato troppo egoista, orgoglioso e bruto da concederle la possibilità di vivere come le pare. E chi è, stavolta, che le sta togliendo questo diritto? Chi è che mi ricorda tremendamente la presunzione e l'arroganza con cui ho compiuto quell'efferatezza?

Digrigno i denti, ringhio, sbavo. Le luci diventano bagliori accecanti, le forme delle persone delle cose sono poco più che macchie colorate, vivide come un'intensa allucinazione. Sento odore di carne cruda. Forse è solo nella mia testa. Forse è lì, proprio di fronte a me. Quello che succede dopo, lo percepisco come attimi tinti di rosso, violenti, intensi. L'istinto animale che prende il sopravvento, desiderio di sangue, urla. Mie. O forse anche di altri.

Cita
  • Entro in Ira
  • TxC contro mercante: 17, 19 (1D20+5), Vantaggio da Attacco Irruento
  • Danni: 14 (1D10+5)

 

Modificato da Bellerofonte
EDIT: errore grammaticale
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Il mercante non capisce nemmeno cosa l'abbia colpito. 
Un secondo prima stava disquisendo su carri e cavalli, cercando probabilmente di fare un affare con voi. 

L'istante dopo la sua testa vola dall'altra parte della stanza, schizzando sangue ovunque. L'ascia di Moggo si è incastrata in ciò che resta del corpo dell'umano, fracassando anche clavicole, sterno e alcune costole.

L'umana grida terrorizzata e anche i padroni di casa, tre dei vostri braccianti, sono chiaramente spaventati. 

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Snorri Laikarakkin

Ero pronto, spazientito, a rispondere al nostro ospite che si sarebbe dovuto accontentare dei ventiquattro pezzi d'oro che avevamo trovato e che, per quanto dispiaciuti, doveva rassegnarsi all'idea che probabilmente avevamo già pagato la differenza in cibo e bevande...

Quando l'impensabile accade: Moggo Din, il boscaiolo, sembra perdere la testa e attacca senza motivo l'uomo, decapitandolo con una forza e ferocia che si potrebbero attribuire solo a quelle di un animale.

Guardo sconvolto la scena per un istante, poi reagisco: ancora in iperventilazione a causa dello shock, e del sangue che mi è schizzato in volto, mi stacco l'amuleto a forma di artiglio dal collo e lo punto contro Moggo.

Yebelet i Krassdim!  esclamo verso il nano ed, in breve, le sue giunture e articolazioni cominciano a scricchiolare, come se fossero di pietra: se Moggo cederà all'incantesimo, riuscirò ad immobilizzarlo... 

Spoiler

Casto una risata incontenibile di Tasha un pò refluffata

 

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Naugrim

Quel momento in cui mi avvicino a Moggo, mi sembrava già che ci fosse qualcosa che non andasse: gia stringeva i pugni fino a rendersi le nocche bianche! I pochi istanti dopo, in cui inizia a comportarsi quasi più come bestia, che nano, mi lasciano stupito…ancor più stupito quando estrae l’ascia! 
Mi ritrovo congelato, alzo le mani un istante come a dirgli di fermarsi, come a proteggermi, faccio un passo indietro…e fortunatamente non sono il bersaglio, per quanto non ci sia fortuna in questo caso. Nessuna fortuna, specialmente per il vecchio padre della sciocca. 
Avido e stupido, forse pure un po’ infame per come aveva esagerato con la nostra ospitalità…ma niente che meritasse una simile morte. Quando mi giro riesco a vedere solo il sangue che mi colpisce in faccia, facendomi chiudere gli occhi per qualche istante, fare un altro lasso indietro e cascare per terra. Sono senza armi, lasciate quando sono arrivato nel mio baule, il nano che davanti e che ora mi da la schiena, non solo è armato ma è anche un guerriero a differenza mia. Che cosa potrei fare, se non mi tremassero le mani? Se non fossi bloccato, pietrificato a terra. Alla fine la mano destra mi va naturalmente agli attrezzi, le fiale e le spezie nella saccoccia. Ma ancora non mi muovo, non parlo. Non…non ci riesco.

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Andr Ruhn

È questione di qualche attimo: prima stavo discutendo con il vecchio sul bottino rubato e sui suoi beni, accertandomi che Moggo stesse bene, e dopo mi trovo di fronte al corpo senza vita del mercante, ucciso dallo stesso nano. Guardo Moggo ad occhi sgranati, incredulo di fronte al suo stato: un nano non può cadere così in basso. Che cosa... Che cosa è successo? Fortunatamente, non è la prima volta che mi trovo di fronte alla morte e ho abbastanza prontezza d'animo da reagire. Snorri prova a calmare Moggo con una formula, mentre io mi metto a scudo della giovane e degli altri civili presenti nella casa: vedere una faccia nota potrebbe farlo tornare in sé. O almeno credo. Calmati, Moggo, e poggia la tua ascia. Dico, cercando di suonare convincente e nascondendo la paura. I predatori ne vengono attirati. E questo non è assolutamente il nano che ho conosciuto in questo mese. 

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Moggo Din

È come un deja-vù che continua a verificarsi di volta in volta. L'ascia cade ai miei piedi con un tonfo rumoroso, il respiro è ancora goffo, l'animale è andato via ed io sono tornato in me.

Non capisco. Non riesco a muovermi, ma non realizzo subito che si tratta di qualcosa di magico lanciatomi da Snorri: all'inizio penso sia solo la paura, o lo shock.

Guardo Naugrim imbrattato di sangue e mi faccio la stessa domanda che mi pone Chazia. Vorrei dire ad Andr che non c'è motivo di essere sulla difensiva, che non torcerei mai un capello agli altri nani o alla ragazza. Ma come mi aspetto che mi credano dopo quello che è appena successo? E come posso garantirlo? La prossima volta magari qualche innocente finirà tra il filo dell'ascia e la testa di colui che voglio uccidere.

"Io-" Io cosa? Come posso giustificarmi? Meglio dire la verità senza troppi fronzoli. "...ho bisogno di aiuto."

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Andr Ruhn

Rilasso le spalle quando Moggo fa cadere la sua ascia, guardandolo confuso quando chiede il nostro aiuto. Una maledizione, forse? Spiegherebbe... Questo. Capisco, Moggo. Ora prova a sederti e rilassarti: penso che tu abbia bisogno di fare un po' di chiarezza nei tuoi pensieri. Dico al nano, cercando di continuare a suonare calmo e ragionevole. Poi vorrei che ci spiegassi cosa sia accaduto. Non parlo con i braccianti, per il momento, anche perché non so neanch'io come rispondergli. Gli faccio però segno di non preoccuparsi: risolveremo anche questa faccenda. Anche se ora non saprei come fare. 

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Snorri Laikarakkin

Vedendo che l'incantesimo non sortisce effetto, mi spinge ad arretrare: forse sarò io la prossima vittima del nano, vista la sua instabilità.

Nonostante tutto, però, sembra calmarsi. Chiede aiuto. È evidente che non stia bene e che sia malato. O maledetto. O entrambe le cose. Non rivolgo la parola al nano, la mia attenzione va alla ragazza piangente: in quanto rappresentanti del villaggio, siamo tutti responsabili di tutto. E devo potervi rimediare.

Tesoro, qui non c'è più niente da vedere... Ti prego, distogli lo sguardo e vieni con me... Nella maniera più dolce possibile, poggio la mano sulla spalla della fanciulla, e delicatamente cerco di farla alzare e di farmi seguire. Faccio cenno anche al servo di seguirci da parte.

Con Fanciulla e Servo

Spoiler

Li accompagno nella casa grande, e li faccio sedere a tavola. Sono genuinamente affranto e dispiaciuto: se fino a poco fa avrei mantenuto una parvenza di tipico stoicismo nanico, adesso mi sento fortemente in debito nei confronti della ragazza e del suo servo, che sospetto essere anche suo amante, visto che ballavano assieme.

Sono profondamente dispiaciuto per quanto accaduto. Non so in che altro modo metterla: ma... È stato un tragico imprevisto, non era niente di pianificato. Siamo scioccati quanto voi di fronte al comportamento del nostro compagno. Chino il capo verso il tavolo, in segno di vergogna e scuse.

Vi restituisco tutti i soldi di vostro padre, ed inoltre vi aggiungo di tasca mia quaranta monete d'oro. Dubito vogliate restare nostri ospiti, ma vi chiedo di restare per poco, giusto il tempo di organizzare un carro e delle provviste per permettervi di... Andare ovunque vogliate. Gli allungo cautamente una borsa piena d'oro, per poi scrivere una lettera su un foglio di pergamena vicino. È una lettera di raccomandazione da parte mia, rivolta ai miei famigliari rimasti a Josnaal.

La mia è una famiglia di banchieri. Questa è una lettera da parte mia, dove chiedo vi facciano un prestito di ottanta corone: penserò io a pagare il debito. Voi non dovrete preoccuparvi di niente. Concludo firmando la lettera, senza però timbrarla con nessun sigillo: non avendo fatto parte dell'attività di famiglia, non mi è stato concesso di possederlo. Spero solo che la mia firma basti. Recatevi a Josnaal, e fate richiesta alla banca dei Laikarakkin. Gli allungo il foglio, ancora dispiaciuto per l'accaduto.

 

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Moggo Din

Continuo a fissarmi le mani come se non fossero mie. Come se qualcuno mi avesse sostituito con un arrocco all'ultimo secondo. Se non fosse già successo, direi che qualcuno mi ha incastrato. Ma in fondo lo so... "La colpa è mia. Solo mia."

Speravo di raggiungere i chierici della montagna prima del prossimo episodio. Che sciocco che sono stato. "È stato come tornare indietro. Ho visto Lora, ho pensato al matrimonio, il mercante e l'egoismo, la ragazza che voleva fuggire, ho ricordato tutto e mi sono arrabbiato. È per colpa di quello che ho mangiato nella foresta. Mi ha fatto venire la febbre e poi mi ha reso...malato."

Come suggerito da Andr, mi siedo e guardo il corpo decapitato dell'uomo, fisso. Sto ancora tremando.

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Chazia

Lascio che sia Andr a gestire la situazione, ma rimango in allerta, la fiamma ancora viva nella mia mano Certo che è solo tua! esclamo per poi voltarmi verso gli altri nani ci pensiamo noi qui. Avvisate gli altri che Moggo è pericoloso. Fate preparare uno dei magazzini. Dentro solo un po' di paglia torno poi a rivolgermi a Moggo hai altre armi addosso?

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Andr Ruhn

Snorri porta fuori la ragazza, mentre Chazia sottrae le armi a Moggo. Mangiato nella foresta? Di cosa parla? Dobbiamo imprigionarti, Moggo, e preparare a giudicarti per le tue azioni. Terremo conto delle tue parole, ma non possiamo mettere in pericolo la comunità. Dico al nano, aggiungendo con un po' più di empatia Spero che tu ci capisca. Vorrei comprendere meglio ciò che sia accaduto, ma non sono disposto a pagare un costo così alto. 

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