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Of Orcs and Men - TdG IV


Pippomaster92

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Scania

L'intervento di Tanya sblocca la situazione. Abbiamo due volontari pronti a farsi uccidere per salvare gli altri. Chiedono un'arma e ci pensa Arkail a portargliela. Facendo una gran scena nel mentre. Si avvicina poi a me e pronuncia una singola frase. Per poco non mi fa scoppiare a ridere. Mi limito a tirargli una gomitata mentre sogghigno.

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Intimoriti da Arkail, i due giovani afferrano comunque le spade e le soppesano. Nervosamente si fanno avanti, pronti a combattere. 

Il Colosso fa cenno ai due apprendisti di cominciare. Sarà uno scontro lungo, o corto? Sarà violento o misericordioso? I guerrieri cominciano già a lanciare grida roche di incitamento. Per la maggior parte ai due cuccioli, ma qualcuno per scherzo anche agli umani. Un duello è divertente da vedere, fa bollire il sangue. 

NOTA

Spoiler

Descrivete pure lo scontro come più preferite. 

 

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Wurrzag

Riapro gli occhi, sono a terra adagiato su pelli e coperte con i cuccioli che si stanno occupando delle mie ferite.

I rumori provenienti dal cerchio catturano la mia attenzione decido quidni di alzarmi e tronare dai miei orchi per assistere alla continuazione delle celebrazioni

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Yurdu

Avanzo verso l'umano e, fedele a quanto ho detto, gli lascio il primo colpo: non voglio offendere gli spiriti, mentendo in un duello rituale. Ne va della mia libertà nella tribù. 

Il colpo di spada si pianta, fin troppo miserevole, in una spalla, passando a malapena il metallo e facendo schizzare un'ombra di sangue. 

Digrigno i denti e comando alla corazza di animarsi, per espellere l'acciaio della spada. 

Non sento nemmeno quel poco di dolore che dovrei e lascio che il metallo liquido si addensi e si solidifichi attorno ai miei pugni. Vedo l'umano impallidire, mentre il frutto delle mie meditazioni e della mia solitudine si concretizza.

Un maglio scricchiolante di carne, ossa e acciaio parte verso il volto dell'umano, che prova a fermarlo; ma gli spiriti mi hanno benedetto e la lama della sua arma viene scagliata via nell'impatto col mio pugno. 

Il colpo procede verso il suo tenero viso e glielo deforma, facendo esplodere in fuori diversi denti, misti a liquido rosso. 

Il rumore di qualcosa che si spezza è ben udibile: l'umano, coraggiosamente, prova a restare in piedi, ma il pugno successivo è solo un favore che gli faccio.

Il suo cranio si spappola e lui cade all'indietro; forse non aveva davvero speranze di fronte al potere elargito dagli spiriti, ma almeno ha lottato con onore e salvando altri dei suoi. 

Spero che ciò basti per il mio rito di passaggio. 

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Gurak

I due umani sono palesemente intimoriti anche se adesso impugnano delle armi. Vedo Yurdu lasciare che l'uomo sferri il primo colpo e torno con lo sguardo sul mio avversario ringhiando: tenendo gli occhi fissi nei suoi, lascio la presa sulla mia lama facendola cadere e mi chino per raccogliere un pugnetto di terra per poi premerla contro il petto. Immediatamente delle fiamme bianche avvolgono la mia figura senza però bruciarmi. 

Il soldato prende coraggio e si getta alla carica brandendo la lama con entrambe le mani in un urlo di battaglia ma quando alzo la mano al cielo delle radici spuntano fulminee dal terreno bloccando le caviglie dell'uomo sul posto. Quando riabbasso la mano appare nella stessa un'ascia interamente fatta di fuoco che scaglio verso il malcapitato centrandolo in petto. L'arma si dissolve al contatto con la pelle dell'uomo lasciando una purulenta ustione e mi avvicino verso di lui per finirlo. 

In un impeto d'orgoglio rotea la spada per colpirmi dall'alto, ma con la mano libera gli blocco l'avambraccio in alto mentre le mie zanne si allungano in maniera innaturale e lo mordo alla gola lacerandone la carne mentre un fiotto di sangue sgorga a bagnare la terra sacra. La smorfia dell'uomo è una maschera di dolore e terrore amplificato dal sordo urlo del soldato che non riesce ad emettere che un gorgoglio mentre si accascia al suolo con gola che comincia a corrodersi per l'acido del morso. 

 

Dopo aver controllato con una rapida occhiata le condizioni dell'avversario di Yurdu, con la bocca ancora sporca del sangue dell'uomo cerco lo sguardo del Colosso sperando che decreti che gli spiriti sono soddisfatti del sacrificio di sangue

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Il doppio duello non si protrae a lungo, ma è abbastanza sanguinoso e violento da soddisfare la maggior parte dei guerrieri presenti. Alcuni occhieggiano gli altri prigionieri, nella magra speranza che qualcuno di questi pellechiara protesti, si agiti, dia un pretesto per versare altro sangue. Ma questi sono per lo più atterriti e terrorizzati; i più animati sono prostrati in lacrime e gemono per la morte dei loro compagni. 

I guerrieri sono stati soddisfatti con altra violenza, ma che dire degli spiriti? 
Il Colosso si avvicina ai due cadaveri e annuisce una sola volta constatando che sono davvero morti. I pellechiara sono fragili, ma è sempre meglio confermare l'uccisione. 
Dopo di che si rivolge ai suoi accoliti "Avete ucciso bene. Ora lavatevi con il loro sangue, copritevi con esso finché è ancora caldo. Quando lo avrete fatto chiamerò gli spiriti della terra ed essi si nutriranno di questo sangue e della vita che vi alberga. Copritevi con esso e pregate, e allora gli spiriti vi lasceranno la vostra vita. Ma non cedete davanti ad essi. Sono furiosi e famelici. Vi ucciderebbero se dovessero sentire la paura nel vostro animo"

 

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Yurdu

"Uhmm...", mormoro, raccogliendo il corpo da terra, non sentendo nessuna fatica grazie alla guida del metallo spirituale. 

Mordo, strappandolo via, un pezzo del cervello dell'uomo, per poi ingoiarlo, le mie fauci che si insozzano dei suoi resti.

Sollevo poi il corpo sopra di me e lo squarcio nel petto, le dita infuse di acciaio che si fanno strada facilmente nelle sue interiora fumanti, finché il sangue non mi sgorga addosso e mi ricopre. 

Il verde diventa rosso, il liquido caldo che mi ricopre e poi scava nel terreno. 

Il sapore non è male. 

Getto il corpo ai miei piedi, a nutrire ancora gli spiriti con le ultime gocce, mentre io mi metto a carponi, le zanne di mani e piedi piantate nel terreno, pregando le mie guide nell'unico modo che conosco: con il mio orgoglio e con il disprezzo per tutti gli esseri viventi che si considerano superiori al vero potere. 

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Gurak

Ancora inebriato dal sapore del sangue tra le fauci e dalle parole del Colosso non mi faccio ripetere due volte la richiesta e mi chino sul corpo esanime dell'umano: con una preghiera agli spiriti della terra le dita della mano di allungano e induriscono diventando un artiglio coperto d'acido che uso per squarciare il torace dell'uomo ed allargare con un colpo secco il costato. 

Come preso da una frenesia sanguinaria alzo lo sguardo al cielo mentre i canini si allungano ed affondo la faccia nel petto dell'uomo per azzannarne le viscere e farmi strada fino al cuore ancora gonfio di sangue. 

Nel rialzarmi ancora masticando, il sangue cola dalla bocca sul pettorale dell'armatura insinuandosi tra le scaglie mentre il volto dal naturale verde è passato ad un rosso scuro per la macabra maschera di sangue. 

Mi godo il momento ringraziando gli spiriti per la forza che mi hanno concesso pensando che finalmente potrò scatenare il potere del fuoco e della terra anche in battaglia guardando gli altri orchi alla pari e non più con la sottomessa rivetenza di un cucciolo: è arrivata l'era degli spiriti 

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Wurrzag

Nonostante il dolore, siedo nel cerchio con lo sguardo fiero incitando i due cuccioli alla prova di passaggio all eta' adulta. I due orchi mostrano qualita' che mancavano al clan, un brivido mi corre lungo la schiena all idea di vederli presto tra le linee dei guerrieri adulti.

Afferro un corno e mi guardo intorno 

"T'kava!"

richiamo a me la femmina

"Versami da bere e versane anche per te"

le dico facendo poi segno di sedersi accanto a me per assitsere al rituale

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Tayyip

Vengo svegliato dal mio sonnecchiare dalle urla del combattimento rituale. A quanto pare due cuccioli oggi diventano adulti e lo fanno uccidendo due pellerosa prigionieri, che impugnano giusto due ferri striminziti a difendere le loro anime nude e condannate.
Bah... tanto valeva consacrarli all'età adulta facendogli tirare il collo ad una decina di galline. Stesso sangue e almeno avremmo mangiato tutti qualcosa.
Il pensiero mi fa brontolare lo stomaco vuoto. Decido quindi di abbandonare il mio trespolo solitario per tornare tra i ranghi del clan e cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

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Lo scempio fatto ai due cadaveri scatena altre grida di disperazione e afflizione tra i prigionieri, questa volta davvero spaventati dalla situazione. E se poi toccasse a loro?

Gli orchi d'altro canto sono esaltati: ridono, strepitano e festeggiano svuotando rapidamente alcune botti in una serie di brindisi e bevute. 
Il capoclan è tra coloro che bevono, servito dalla scontrosa T'kava. L'orchessa però non ribatte e porta il boccale pieno a Wurrzag, sedendosi vicino a lui. Altri, come Tayyip, mettono qualcosa sotto i denti. 

Il bottino comprende un sacco di cibo, e in particolare dei prosciutti e dei salumi. Anche gli orchi conoscono l'arte di insaccare la carne e farla durare a lungo, e queste cibarie vi risultano familiari e goderecce. Almeno questo si deve dire dei pellechiara: a cibo e bevande sono messi bene. 

Ma il focus resta sui due giovani sciamani. Ora che sono sporchi di sangue e frattaglie umane il Colosso comincia a cantare con voce gutturale e profonda, evocando il potere della terra e della roccia. 

 

Il terreno comincia a creparsi e frantumarsi, mentre il pavimento di pietra della piazza (unica parte della città veramente pavimentata) si spacca e spuntoni di roccia emergono lentamente trascinandosi dietro terriccio e polvere. Quasi fossero animali, dei piccoli massi si fanno largo tra la pietra ed emergono a metà, creando una zona brulla e simile a ciò che resta dopo una frana. Poi arrivano gli spiriti. 
Sono fatti di polvere e detriti, schegge di selce affilata e sottili lastre di pietra chiara. Molti orchi si aspettavano energumeni di duro granito, ma queste entità sono più vicine a masse di fango piene di spuntoni, bitorzoli, artigli e zanne di pietra. Vermi, insetti e strane creaturine si muovono nei loro corpi indisturbate, e al loro passaggio il terreno sembra rimestato e scuro come dopo una pioggia estiva. Sono tre, o quattro, o forse cinque? Si muovono e si fondono e tornano interi e si dividono ad ogni momento. 

Si avvicinano ai due sciamani e cominciano ad osservarli, quasi ad annusarli... se avessero un naso, almeno, sembrerebbe questo il loro intento. Poi uno di loro passa su Gurak, attraverso Gurak. L'orco avverte colpi violenti, come una grandinata di ciottoli, e viene soffocato dalla polvere e dal fango. Ma quando lo spirito si allontana, subito dopo, Gurak è illeso. Il sangue dell'umano è impiastricciato di terriccio. 
Subito dopo Yurdu subisce il medesimo trattamento. 
I due sembrano pupazzi di fango, orribili sgorbi fatti con mota e scisto frantumato. Ma è una condizione che dura poco: inumidito dal sangue umano il terriccio si compatta e si muove, colando a terra e formando due pozze di melma vagamente rossiccia. E lasciando gli sciamani puliti e incolumi. 

Non passa molto tempo che davanti agli occhi di tutti gli orchi le due nuove masse si muovono di nuovo assumendo la forma informe degli altri spiriti della terra. In un rombo e una nube di polvere tutti gli spiriti, quelli antichi e quelli giovani, sprofondano nel terreno. Il Colosso è raggiante "Zampa di Sangue! Ecco a voi due nuovi guerrieri, due nuovi sciamani! Acclamateli!"

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Yurdu

Ricevere la visita degli spiriti è... esaltante. 

Ma anche, a suo modo, spaventoso. Perché so che il loro giudizio può essere terribile e irrefrenabile. 

Sentirsi attraversare da loro, poi, mettendomi a nudo per il loro giudizio è il momento più importante di sempre e supera persino quando ho scoperto, per la prima volta, della loro esistenza. 

Grugnisco, per una volta tanto primitivo quanto i miei "fratelli, manifestando soddisfazione e trionfo nel comprendere il mio successo: sono stato privato del sangue di cui mi sono inondato, ma ora ho smesso di essere un cucciolo. 

Ora sono l'Orco del metallo che si muove e finalmente ho raggiunto il mio posto nel mondo. 

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Arkail

La cerimonia continua. E quando giungono gli spiriti a fare visita ai due nuovi giunti anche io devo sgranare gli occhi per la sorpresa. Non succede spesso di essere scelto, motivo per cui ora osservo i due nuovi adulti con sguardo diverso. So che saranno utili alla causa, che moriranno per la nostra terra, se necessario. A proposito di morire...commento a mezza bocca in direzione di Scania. Muoio di fame. Grugnisco. Mi domando come fanno ad essere così deboli, così gracili i pellechiara. Il loro cibo è...sostanzioso. scuoto la testa. Evidentemente la madre terra li ha creati con gli scarti. Ecco perché sono così piccoli: non c era abbastanza materiale per farli grossi e robusti come noi. ruggisco divertito. In realtà...una parte di me crede davvero a ciò che ho detto. La parte più stupida di me. Ovvero la totalità del mio cervello...

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Tayyip

Sembra che quel testone di Wurrzag si sia finalmente deciso ad ingravidare la testa calda di T'kava. Se ci riesce...
Non posso fare a meno di chiedermi che ruolo avranno i nuovi adulti negli equilibri del clan. Sono giovani, tronfi, hanno la magia, cominceranno ad ambire a scalare le gerarchie. Bisognerà capire chi merita di farlo e chi no.
Con un pezzo di carne cruda in mano, mi avvicino a Tanya, tenendola d'occhio per alcuni minuti.

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Gurak

Gli spiriti della terra che mi valutano passandomi attraverso sono un'esperienza terrificante e allo stesso tempo rivelatrice: ero convinto di essere degno di essere trattato alla ari come qualsiasi altro orco adulto, ma fino al giudizio degli spiriti non potevo essere dicuro che la mia convinzione fosse compromessa dall'arroganza. 

All'annuncio del Colosso alzo al cielo lo scudo ringhiamdo la gioia per il verdetto degli spiriti: sono pronto! 

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Finito il rituale i guerrieri travolgono lo spiazzo, andando a complimentarsi con i nuovi adulti. Inizialmente con un po' di soggezione, ma poi la familiarità torna subito. Li strattonano e li spintonano, gli gridano in faccia complimenti e insulti giocosi, gli mettono in mano da bere e da mangiare. 

Qualche orco resta in disparte, meno interessato alla cosa e più intento a mangiare o riposarsi. Tra questi c'è Tanya, che se ne sta un po' in disparte ad osservare il clan. Che sia stata accettata o meno in veste di guerriera, di certo non è ancora accolta come se fosse un orco. Nota poi la presenza di Tayyip, ma torna a spostare lo sguardo sugli orchi che festeggiano. 

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Wurrzag

Il dolore e' ormai quasi dimenticato, attenuato dall acqua di fuoco umana e dal cibo nella pancia.

Il rituale mi esalta a tal punto che un nuovo bisogno inizia a farsi impellente, la grande eccitazione le grida ed i festeggiamenti mi fanno pompare e ribollire il sangue nella testa e nei lombi.

Di colpo il cibo ed il bere vengono tralasciati e mi avevnto su T'kava affamato di ben altro

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Scania

La presenza degli spiriti e il loro procedere attraverso i due giovani orchi è spaventosa ed entusiasmante. Mi chiedo se mi sarebbe piaciuto che anche il nostro passaggio allo stato adulto fosse stato così. Arkail mi distrae dai miei pensieri con il pensiero del cibo. Non fa fatica, il pensiero del banchetto mi fa salivare la bocca. "Andiamo a prendere del cibo e dell'acqua di fuoco prima che Tayyip se la beva tutta!" Replico al grosso orco. E parlando di Tayyip lo vedo avvicinarsi a Tanya. Decido di rovinargli i piani, giusto per il piacere di farlo. "Tanya! Vieni a mangiare con noi. Voglio che tu mi dica cosa sto addentando" 

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Arkail

Sogghigno alle parole di Scania. Eccone un altro di mistero. mugugno. quel verme di Tayyip è piccolo come un ratto...ma beve per tre, forse quattro orchi. non mi preoccupo che lui senta. Per fortuna non fotte come tre o quattro orchi...o ci ritroveremmo un esercito di piccoli Tayyip. E sarebbe...un brivido corre lungo la mia schiena. Non voglio nemmeno pensarci.  alla fine Scania "invita" anche Tanya a mangiare con noi. Faccio un profondo respiro, la sua presenza non mi piace. La guardo fissa, lo sguardo truce. Poi indico i miei occhi, infine i suoi. Ti tengo d'occhio. e' questo il messaggio che voglio far passare.

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