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[Quest di Interludio] Cerebro


Zellos

Messaggio consigliato

Ti svegli in uno spazio buio e freddo.
Ti ricorda il freddo del lettino su cui Mastro Loop ti ha fatto sdraiare. Non ti ha fatto togliere vestiti od altro, lasciandoti completamente rivestita di ferro. Non sembra interessargli granché della tua comodità (ma dopotutto sembra che il "viaggio" durerà non troppo...).

Quando "riacquisti" il senso della vista, tutto sembra nero e rosso. Non c'è differenza fra terra e cielo ed a parte un lontanissimo orizzonte, non c'è niente.
Nulla di nulla.
«Eptarca, questo è lo spazio sicuro che ho creato qui, ai confini con la tua mente. Adesso siete sdraiata, io sono al vostro fianco, ad osservare attentamente i vostri parametri vitali. A breve inizieremo ad invadere il ganglio del vostro problema. Il vostro senso di colpa, oserei dire a vedere i vostri parametri cerebrali e la loro attività elettrica. Per la cronaca, il cervello umano funziona attraverso sottili saette, per spiegarvelo: osservandole posso determinare, a grandi linee, che possibili dolori od angustie vi colpiscano. Non preoccupatevi comunque. Qualora vogliate, finito tutto questo, cancellerò dalla mia memoria quanto vedrò...poiché per la vostra sicurezza rimarrò ad osservare in modo da comprendere quando e se somministrarvi farmaci.»

@Pippomaster92

Spoiler

Ed eccoci qui...
Ti avviso subito: sostanzialmente questo sarà una sottospecie di dungeon. Per l'occasione, il tuo pg avrà un bonus di PF aggiuntivo rispetto al solito pari al tuo livello x bonus di Saggezza. Saranno gli ultimi ad essere sottratti.

 

  • Grazie 1
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Mi guardo attorno... questo è un luogo da incubo. E per fortuna che è uno spazio sicuro "Vi ringrazio, mastro Loop. Io sono pronta. O adesso, o mai più" 
So che quel che dice è vero: sono i sensi di colpa la cosa che non sono riuscita a lasciarmi alle spalle. Avrei dovuto imparare a perdonare me stessa, oltre che gli altri. Invece mi sono rifugiata nella comodità dell'auto commiserazione. Tanto mastro Loop quando lady Ayala hanno ragione. 

Non posso continuare così "Cominciamo"

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La voce di Mastro Loop per un istante sembra più Metallica, mentre ti parla. L’orizzonte si fa più luminoso, bianco e puro, mentre tutto sembra svanire e forse stai “correndo”, ma senza muoverti, verso l’orizzonte. 
Improvvisamente sei a Lakeshrine, con i tuoi abiti sacerdotali, in mezzo alla normale vita cittadina. Ci sono però alcune cose particolari: in primis, la cattedrale dell’eptarchia non c’è, al suo posto una enorme ed imponente chiesa di Iomedae. Inoltre, così a vista, il palazzo dell’eptarchia è molto più simile ad un normale castello.

Le persone ti passano vicine con un passo veloce, c’è un’aria “da caserma” anche fra i cittadini, ma non funestata da paura o da altro, almeno non ti sembra.

Vuoi andare da qualche parte od attendi?

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Mi guardo attorno incuriosita dalla scena. C'è di sicuro un messaggio nascosto in tutto ciò: è come sarebbe Lakeshrine se non avessi rinunciato a diventarne l'unica regnante? Potrebbe essere... Sono qui per capire il mio problema e porvi rimedio. Dunque non posso starmene con le mani in mano. 

Comincio a muovermi diretta verso il "castello" dell'eptarchia, per valutare la situazione.

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Ti avvii verso il castello, con passo lento. Non sai se sia per un qualche motivo oppure no. Ma certamente ti ritrovi a camminare come se tu avessi dei pesi alle gambe ed alle braccia.
Lungo il tragitto, ti pare di scorgere Gadriel, vestito di una armatura da penitente e che, come te, indossa un cilicio. Certe camminate si riconoscono a prima vista, quando si sa cosa cercare.

Ci sono alcuni dettagli che iniziano ad essere però "sbagliati", anche se non ancora disturbanti: in primis le persone ricche hanno un abbigliamento facilmente riconoscibile come moda cheliaxiana (la moda importata dalla Regina di Korvosa in maniera ancor più forte), ma hanno anche il trucco ed i capelli acconciati alla maniera del cheliax.
Poi, noti le guardie innanzi al palazzo reale: le vesti sono di Iomedae, le armature ne portano il simbolo, ma l'elmo...l'elmo è esattamente il tuo vecchio elmo. Ricoperto di graffi e di "scarificazioni" quasi fossero cicatrici.

Il passo si fa leggermente più lento, ancora: qualcosa inizia a non andare, il pavimento sembra un pantano difficilmente attraversabile, incredibilmente fangoso ed inizia ad essere più profondo. E' come se tu stessi scendendo, abbassandoti.
Qualcuno sembra parlarti al momento, ma non lo senti.
Intravedi soltanto Ayala, ma è abbastanza evidente che non è lei ma come desidereresti che sia: veste un'armatura più lucida, color dell'argento ed i suoi capelli sono molto più chiari, quasi da aasimar. Forse lo è, in questo sogno...
Perché ti sta venendo il dubbio che ciò sia questo. Un sogno.
Ma qualcosa ti trattiene e ti fa sprofondare nel lungo tappeto rosso...che lentamente sembra diventare un fiume di sangue...

Ti svegli, nella tua camera al palazzo dell'eptarchia. Accanto a te c'è qualcuno e se sulle prime ne saresti lieta perché ti sembra che sia Ayala, sei orripilata dal suo freddo...e dal fatto che alla fine è un cadavere.
«Cos'è mia cara? Non provi più niente per me? Eppure mi hai cercato per così tanto, tanto tempo...perché non abbracciarmi?»

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Più esploro questa Lakeshrine, più sento combattuta. A Korvosa sono accadute cose orribili e il regime dell'ultima Arabaste è stato tragico. Ma spesso sento la mancanza di quei tempi più sicuri e ordinati. È stato un breve periodo dall'ascesa della regina alla sua follia, ma erano giorni speciali. Mi sentivo parte di qualcosa di più grande, efficiente, destinato alla gloria. 

Sarebbe bello sostituire il caos di Lakeshrine con l'ordine di una Korvosa ideale.. ma mentre ci penso,vedo cose che non mi tornano. E comincio a sprofondare.

Mi risveglio a fianco di un cadavere, e presa dal disgusto indietreggiò, cadendo dal letto e cercando qualcosa per difendermi "N-non più. Ho delle responsabilità... e non era normale, non era naturale... nessuno dovrebbe cercarti in questo modo" parlo alla Morte? O è qualcos'altro? Ayala cosa rappresenta qui? Che stupida! "Qui" è la mia testa, devo poterlo capire da sola.

Ayala. È una donna attraente, indipendente, con una sottile vena di fragilità. Ma perché è così preminente nelle mie visioni, nelle mie vite alternative? Sinceramente non provi nulla di speciale per lei, non c'è stato il tempo... Allora forse è un simbolo più che una persona? "Non voglio pensare a te, adesso. Sono qui per cambiare, non per unirmi a te... lasciami andare!"

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Il volto ormai devastato della putrefazione, lei fa per toccarti il volto, ma si blocca, alzandosi dal letto e coprendo il corpo devastato da piaghe e corruttela. Si alza con una sensualità che cozza come un pugno allo stomaco con la sua orribile apparenza.

<<È dire che mi hai sempre cercato, sempre amato e desiderato. Perché non mi vuoi più adesso. Ciò che aneli davvero è il riposo. Quante volte non hai dormito la notte pensando a me, accarezzando ciò che Korvosa ti ha regalato...>> 

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Il pugnale... Me ne sarei dovuta sbarazzare da tempo, invece l'ho tenuto come una reliquia. Come il dono di un amico. Scaccio il pensiero e digrigno i denti "Non tentarmi... vattene, anzi. Non posso cedere alle tue lusinghe, ci sono persone che contano su di me" ma è poi vero? Forse senza di me starebbero meglio... No, questi non sono i miei pensieri, sono quelli della Morte! "Ora lo so, tutto ciò non è giusto, e nemmeno normale... perché io sono malata. Ma è una buona notizia" quasi mi sfugge una risata, mi trattengo quando capisco che suonerebbe disperata e un po' folle "perché se sono malata, allora posso guarire".

E poi, cosa vuole la Morte da me? Che sia la giusta dea, o la sua orrida controparte, nessuna ha il dominio sulla mia anima. Solo la Morte che vive nella mia fantasia può davvero interessarsi a me...

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Il cadavere ti guarda, mentre inizia a sciogliersi...e specularmente inizi a farlo anche tu!

<<Oh piccola mia...bastasse così poco per avere l’assoluzione...solo desiderarlo...>> dice, prima che entrambe svaniate nel nulla, in un’ammasso di rosso infinito come il mare, ma forse piccolo come una goccia d’acqua. O viceversa.

È una sensazione orribile, ma anche pacifica. Se da un lato perderti è tremendo, dall’altra per un istante qualcosa dentro di te risponde positivamente alla cosa. 
Ma reagisci. 
Perché se c’è qualcosa che Valena Aurica sa bene è che non conta quanto la vita ti butti a terra, quanto il tuo nemico riesca a ferirti ed abbatterti...ciò che conta è rialzarsi. Sempre.

Ti riformi, una semplice sagoma senza tratti distintivi. Sai che ciò che ti caratterizza al momento è la fede in Iomedae, ma c’è anche altro. Ci sei anche TU in questa sagoma, anche se non sapresti dire cosa ti distingua dal resto al momento.

il paesaggio riprende forma, diventando una Korvosa da incubo. La Korvosa che visiti a volte negli incubi, quella narrata sai bardi quando vogliono far paura ai loro spettatori. E che te sfortunatamente sai essere stata vera, per un periodo. Sei una sagoma bidimensionale e vedi, su un ponte, te e le tue consorelle. Vi state preparando a respingere gli appestati ed i rivoltosi...almeno credi. Non sembra un evento specifico che hai davvero vissuto, ma un amalgama del periodo prima che decidesti di andartene via. Sembra che nessuno ti veda ( il te soggetto osservante almeno. Il te soggetto osservato, la Valena del passato, sta parlando con alcune consorelle, anche se la voce è ovattata e lontana).

  • Grazie 1
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Per un istante rischio di perdermi. Di scomparire. Distrattamente mi chiedo cosa succederebbe là fuori, nel mondo reale. Resterebbe un corpo privo di mente?

Ma ho ancora abbastanza forza per reagire e tornare a lottare. Solo che questa volta sono... meno Valena del solito. Sto ancora scomparendo, oppure mi sto effettivamente liberando delle vecchie ferite? È un processo di miglioramento, o forse è solo uno sprofondare nella follia? 

Ciò che mi si para innanzi è davvero spaventoso, uno di quegli incubi che faccio spesso. Cambiano i particolari, ma gli eventi sono sempre quelli... Io che uccido gli innocenti, sul ponte o a Vecchia Città o in una piazza. Oppure l'altro incubo, quello dice tradisco le altre Dame Grigie e ammazzo alcune delle mie compagne. Cerco di scorgerle, con gli elmi addosso è quasi impossibile... Fidelia, la prima, l'ho uccisa proprio a Vecchia Città. E le altre: Lavinia, Tranne, Portia, Vyla. E poi Helga e Berlysa, che sono sopravvissute. 

Ho già visto tutto ciò molte volte, non mi tirerò indietro oggi. Avanzo per avvicinarmi alla scena e cercare qualche indizio, qualche elemento: perché sto rivivendo tutto ciò? Cosa mi ossessiona? Cosa non riesco a lasciare andare?

 

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Ti trovi ancora lì, quando ad un certo punto passa lei.

La regina.

E percepisci di nuovo tutto ciò che provassi allora, il fanatismo gigantesco, ma anche l’amore malato per qualcuno che non ti osserva neppure. Eppure ne sei così...felice.

È come prendere nuovamente una sbornia di un alcolico che non puoi più bere perché ti provoca il mal di stomaco anche soltanto vederlo.

Siete tutte innamorate di lei. Od almeno così ti sembra. Curiosamente ORA ti sembra di notare che una delle più giovani reclute non la guardi neppure ( all’epoca non lo notasti).

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L'arrivo della regina Ileosa mi fa il consueto effetto. Dovrei ormai esserne immune ora che conosco la sua vera natura. Eppure la donna ha ancora il suo fascino, e come temevo non riesco a resisterle. Vorrei voltarmi e andarmene, cercare un luogo al sicuro dalla sua influenza. 

Ma a che scopo? Perché prolungare la mia permanenza qui? Mastro Loop non mi ha detto se restare in questa specie di sogno può farmi male, sul lungo periodo. Ma io sospetto che ci possano essere conseguenze gravi...

Mi avvicino, spinta dalla curiosità quando noto la giovane recluta. Ma anche desiderosa di rivedere la regina, di ammirarla ancora un po'. Come accadde anni fa, la prima cosa che noto è il suo aspetto: bellissima e conturbante con quella sua aria un po' infantile, come se fosse ancora una ragazzina... in realtà lo era, non aveva molti più anni di me. Ma la sua era solo una maschera, e sotto il visino da adolescente c'era un'anima nera. Ed è questo il vero elemento portante del suo fascino, perché non è solo una questione di attrazione fisica. È una faccenda di potere e controllo: lei poteva controllarci con un solo gesto, una sola espressione del viso. 

Mi scuoto: ho di nuovo perso il senso del tempo e della mia identità. Non devo farmi distratte dalla regina. Mi concentro di nuovo sulla giovane recluta... chi è? Ricordo abbastanza bene la maggior parte delle mie consorelle in armi. Non solo quelle che ho ucciso o ferito, ma anche quelle che sono sopravvissute. So che alcune sono fuggite lontano e servono ancora il male; altre hanno cercato la redenzione come ho fatto io. Ma questa? Chi è? Perché sembra così fuori posto?

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Ti ri viene in mentre una serie di ricordi che non avevi mai collegato sul suo essere “furtiva”. Sul suo costantemente essere indagatore. Ed inquisitiva. Sul suo cercare una donna forse, un’altra consorella.”

Ti sembra di ricordare una sua domanda...

Ed all’improvviso appare evidente che QUELLA sia Korvosa. C’è qualcos’altro che non riesci a comprendere, della sua voce composta. Sei convinta di sentirci tutte le voci delle consorelle che hai ucciso. Ma anche di quelle che non sono morte. È come sentire una cacofonia, un orripilante orchestra suonare il suo odio. 
 

E di nuovo affondi, sull’eco della risata della regina Ileosa. Ri-intravedi il tuo addestramento con il “fondatrice” del vostro ordine, Kordaitra. E capisci che forse è lei la vera fonte di ogni tuo male. È lei che ha piantato un seme dentro tutte voi. 
La lealtà supera ogni cosa, supera ogni vanità. Un bellissimo concetto, quando è portato da una brava persona. Ma lei lo ha usato per rompervi, per sfregiarvi (e non si parla di certo delle ferite del corpo) e per riunire i pezzi con una profonda convinzione. Che la vostra vita valeva soltanto in funzione di quella lealtà, di quella utilità. Che non valevate nulla se non con l’armatura. Che valeva qualcosa solo coperte. Inesistenti. Annullate. Sembra quasi come quell’arte orientale in cui si prende qualcosa di rotto e lo si riunisce con l’oro per renderlo più bello, perché anche ciò che è rotto può esserlo. Ma qui non è oro. È male ciò che è unito nell’impasto...dopotutto era una seguace di Asmodeus, Kordaitra.

Per un istante appare innanzi a te una immagine e ti ritrovi stupita: sei piccola, avrai dieci anni. E ti trovi davanti ad una credenza. Vedi, attraverso un vetro, che i piatti stanno per cadere, ma che fortunatamente, essendo la credenza chiusa, non si muovono e non possono cadere e rompersi. Eppure...eppure sai che dovresti aprire. Ma se apri, si romperà tutto, o quasi. E la cosa ti spaventa. 

Che fai?

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Sono qui per me, per risolvere i miei problemi. Ma l'illuminazione improvvisa sulla vera identità di Korvosa è qualcosa da tenere a mente. Dovrò indagare, una volta uscita da qui. Dovrò capire esattamente chi è. Ha cercato di uccidermi, ma non ho mai cercato di capirne le vere motivazioni. Egoisticamente, come al solito, l'ho solo interpretata come un ostacolo. E ho sempre pensato di essere io il suo bersaglio, in quanto Valena Aurica, ex-Dama Grigia. Forse il mondo non ruota intorno a me, e forse Korvosa ha bisogno di aiuto tanto quanto ne ho bisogno io.

Ancora una volta, pensieri che scorrono rapidi e si perdono quando compare una nuova scena. Kordaitra. Stringo i pungi. Non pensavo a lei da moltissimo tempo, l'avevo quasi del tutto dimenticata. Nella mia mente la responsabile per la mia trasformazione è sempre la regina Ileosa, a volte assieme alla sua cara amica Sabina Merrin, che ha tradito esattamente come ho fatto io, ma un po' prima e con più testimoni. Ammirata più che odiata, esattamente l'opposto di ciò che è successo a me. Gelosia? Invidia? Parecchia, sia per la sua posizione nelle grazie di Ileosa sia per come la vede il mondo. Forse le ho attribuito più colpe del dovuto. 

Kordaitra ci ha fatto a pezzi. Ci ha umiliato, ci ha letteralmente torturato. Dopo tutto è stata sua l'idea delle cicatrici. Piaceva molto anche alla regina, avere le sue belle bamboline rotte con cui giocare, ma a romperle era stata proprio Kordaitra. Chissà che fine ha fatto quella donna. Avrei voluto consegnarla alla giustizia (ucciderla, Valena, sii onesta almeno con te stessa) ma non l'ho mai trovata. 

Comunque ora mastro Loop, o forse la mia stessa mente malata, mi ha messo davanti ad un bell'enigma. Aprire o no?
Posso pensare alla cosa sotto l'aspetto razionale. Bella battuta, Valena. Quando mai sei stata razionale?
Finché la credenza è chiusa i piatti sono salvi. Ma a che servono, chiusi lì dentro? A niente. Aprendo lo sportello ne posso rompere un po', ma forse qualcuno si potrà salvare ed essere riutilizzato. Potrei anche prendere cuscini e coperte e fare un materasso sotto la credenza, e... non è così che funziona, e lo sai. Questo è un test, barare non serve a niente

Allora devo pensare alla situazione in cui mi trovo da un altro punto di vista. Cosa sono i piatti?
   I sensi di colpa? No, quelli sono bene esposti nella mia anima.
   Dei ricordi che avevo dimenticato? Ma quali?
   Io sono quei piatti, prima di essere rotta da Kordaitra?

In questo caso, lasciandoli lì... 

 

 

Però mastro Loop è stato chiaro. Sono qui per risolvere i miei problemi, non per guardarli come se fossero quadri. Senza stare più a pensarci troppo apro la credenza.

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L’apertura della credenza porta inevitabilmente a ciò che ti aspettavi. I piatti cadono e si rompono. 
Alcuni però sono sempre dentro, intatti. 
Ed incredibilmente, ti senti molto sollevata.

Tutto inizia lentamente ad ondeggiare, a muoversi ed a farsi indistinto. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. Finché non sei di nuovo nello spazio rosso ed infinito. Il famoso “spazio sicuro” di Mastro Loop.

Una creatura vi appare. Una figura asessuata, nuda, costituita sembra da energia simile all’universo, percorsa da stelle. Le quattro braccia ed i tratti del volto appena accennati te lo fanno riconoscere come Mastro Loop.

<<Perdonate l’aspetto, ma in questo spazio sicuro questo è il mio aspetto.>> fa spallucce, prima di far apparire due sedie e modificare il suo aspetto leggermente, facendo apparire dei vestiti per sé.

<<Eravate già sulla via della guarigione. Pensavo che avreste indugiato molto di più, che avreste lottato contro la terapia. Invece avete scelto di vostra sponte...che siete danneggiata, che siete rotta. L’accettare che ci sia qualcosa che non va così profondamente dentro di voi è il primo passo. Adesso sapete che non è solo colpa vostra se siete così. Voi avete accettato, ma qualcuno vi ha coercizzato. Adesso che lo sapete e lo sapete davvero, come vi sentite?>> è strano a dirsi, ma con questo aspetto inquietante, mastro Loop ha qualcosa...di paterno? È una sensazione strana. 

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Ritorno nella "zona sicura", se così davvero si può definire. Mi inquieta un poco, in realtà. Mastro Loop è già qui, e mi riassume ciò che ho scoperto (o ri-scoperto) sotto la sua guida. Mi fa pensare.

"Non riesco ancora a perdonare ciò che ho fatto. Sapere che altre persone sono colpevoli di avermi ridotto così migliora un po' la situazione. Insomma... sono lieta di non essere l'unica responsabile" aggiungo, mettendo le cose in chiaro "Ma mi sono resa colpevole di atti orribili e quelli non posso condonarli facilmente. So che mi hanno rotto, e che non sono rovinata per qualcosa di intrinsecamente mio. Ecco..." difficile trovare le parole, sto chiacchierando a vanvera. Nemmeno ho metabolizzato ciò che ho visto. Ma forse parlare servirà a chiarirmi le idee "Mi sento un po' meglio"

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«Ci sono cose che sono imperdonabili dai mortali. E' anche per questo che esistono gli dei. Ma buona parte ci ciò che i mortali compiono è...comprensibile.» disse poggiandosi in modo alquanto "sguaiato" sulla sedia. Stravaccato è dir poco. «Comprendere l'esistenza di un problema è però già un passo avanti sulla via della guarigione, così come iniziare a far qualcosa per ripararlo. Avete già "risolto" alcune di queste problematiche. In una situazione normale avrei consigliato di chiedere scusa a coloro a cui aveste fatto del male. Non una cosa facile da fare, assolutamente. Inoltre, avendo affrontato questo viaggio nella vostra mente, vi consiglio di aprirvi agli altri. Il che non vuol dire rivelare ogni cosa a chicchessia, non pensate che vi consigli questo. Ma comprendere che anche se avete fatto del male potete meritarvi del bene sarà la cosa più difficile.»

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«Essere a posto è una parola assai strana. Un vetro una volta che si crepa può tornare integro soltanto con la magia. Non normalmente. E nonostante l'uso della magia, empiricamente il danno c'è egualmente stato...mi risparmio dettagli scientifici in merito. Il mio consiglio spassionato: vivete. Comprendete come potete meritarvi qualcosa di più. Indulgete in qualche peccato innocuo: comprate qualcosa per voi, bevete qualcosa che apprezzate, giacete con qualcuno che volete. Ma non usateli come metodi per seppellire ciò che provate di sbagliato. Fatelo perché ve lo meritate. Siete una brava persona, l'ho visto attraverso di voi. Ciò non toglie che abbiate compiuto azioni che ora considerate...disdicevoli. Ma il passato è passato e non è possibile cambiarlo. Potete soltanto espiare. Volete farlo "meglio": chiedete perdono a Korvosa. Mandate denaro per aiutare la città di Korvosa a riprendersi. Cercato colei che vi ha fatto questo ed impeditele di farlo ad altri.» ti dice serio Mastro Loop, all'interno dei tratti indeterminati del suo volto vedi passare alcune stelle ed una cometa lo attraversa. «L'unica persona che deve davvero perdonarvi però...siete voi. E se l'Imperatrice Iomedae vi ha concesso i suoi poteri, dovreste sapere che manca soltanto il vostro di perdono.»

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"Chiedere perdono a Korvosa? Io so chi è, era anche lei una di noi... e ha cercato di uccidermi con un'arma maledetta!" per una volta la colpa è di qualcun altro. Ma il punto è proprio questo, no? Perdonare il prossimo e ricevere perdono a mia volta "Ma capisco cosa intendete, certo. Comunque in futuro posso tornare? Se dovessi avere il bisogno di altre sedute, intendo"

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