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Dramatis Personae [Schede dei Personaggi e NPC]


Plettro

Messaggio consigliato

@Ian Morgenvelt @Pippomaster92 @Cronos89 @Zellos @North qui andranno messe le schede dei personaggi con tanto di Background (possibilmente sotto spoiler), se volete mettere un'immagine fate pure! 
A meno che il vostro personaggio non sia un'individuo che passi particolarmente inosservato, mi piacerebbe se metteste anche tre dicerie (dicerie, non verità assolute!) con cui gli altri Cacciatori vi conoscono.
Col tempo metterò gli NPC più famosi oltre a quelli che incontrerete nell'avventura!
Avete tempo fino a lunedì 7 settembre!

NPC MAGGIORI

 

 

NPC MINORI

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  • 2 settimane dopo...

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Principali partecipanti

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Nikolai Jankowsky (Cercatori di Occhi)

Background

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Nikolai è il figlio di una famiglia di umili origini, un bambino che normalmente sarebbe stato destinato alle miniere o alle fabbriche, ma fu uno dei pochi a potersi salvare da quel triste destino, anche se non certo per merito suo. Nikolai nacque infatti con una malformazione congenita che lo rese completamente cieco fin dai suoi primi giorni di vita. Una famiglia di semplici operai non era in grado di assolvere alle sue necessità e men che meno comprare il Sangue Miracoloso necessario per tentare di curarlo. Ma chi avrebbe avuto il coraggio di abbandonare un bambino, per quanto potesse sembrare un peso? Fortuna volle che Nikolai venne raggiunto solamente l'anno successivo da suo fratello, Aleksy: una bocca in più da sfamare, certo, ma avrebbe aiutato la famiglia a sostentarsi. 
I due fratelli crebbero, con il minore che proteggeva il maggiore dalle crudeltà del mondo e lo aiutava ad ambientarsi in quel luogo alieno per la gente più debole. E, mano a mano che cresceva, Nikolai non poteva che chiedersi il motivo per cui tutto fosse così duro e ostile. Le Bestie non erano sempre esistite e i Cacciatori non erano sempre stati necessari. E perché gli Dei, tra cui il potentissimo Oedon, non facevano qualcosa per fermare il massacro? In fondo i loro fedeli li supplicavano di giorno in giorno. L'unico modo per capirlo era quello di fare ricerche e studiare, ma come avrebbe potuto farlo un giovane ragazzo di una famiglia umile, soprattutto se nelle condizioni di Nikolai. L'unico a conoscenza del suo desiderio, quindi, era il fidato fratello, l'unico vero confidente di Nikolai. E Aleksy, come aveva sempre fatto, provò a cercare una soluzione e a spingerlo all'azione. Entrare nella Chiesa era escluso: sarebbe certamente finito per essere un Umile, non certo ammesso alla prestigiosa Università degli Studi Ematici. Anche la prestigiosa scuola di Mensis non era una possibilità: non avrebbero potuto permettersi di pagare le rate per i primi anni e comprare il necessario per permettere a Nikolai di studiare e passare gli esami delle facoltà principali. Passarono quindi degli anni senza trovare una soluzione, cercando di mettere da parte qualche soldo con lavoretti vari o facendo turni extra nelle fabbriche, così da poter comprare dei libri che Aleksy avrebbe letto a Nikolai. 
Fu durante quei lavoretti che trovarono la soluzione al loro problema: mentre stavano ripulendo una fabbrica di polvere nera sentirono degli uomini, i padroni probabilmente, parlare con scherno dei "damerini" che erano entrati per convincerli a parlare ai dipendenti delle loro folli teorie. Li chiamavano Cercatori di Occhi e consideravano la loro idea di erudire ogni uomo pura e semplice follia. "La sapienza non ci ha salvati dalla Piaga, la Chiesa e il Sangue sì" dicevano. Nikolai capì che si trattava della sua occasione: se fosse riuscito a farsi accettare da quegli uomini avrebbe potuto finalmente coronare il sogno della sua vita senza dover fare anni di umili lavori o pagare cifre spropositate. E, magari, riuscire persino a trovare una soluzione a quello che stava succedendo alla sua città. Ma non aveva fatto conto di una cosa: i Cercatori di Occhi, come chiunque altro, avrebbero voluto dei soldi per accogliere Nikolai nei loro ranghi, soprattutto per trovare tutte le agevolazioni necessarie a permettere ad un cieco di studiare. I suoi risparmi e la sua preparazione basilare non sarebbero certo stati sufficienti. Quando stava per perdere ogni speranza, suo fratello lo stupì nuovamente decidendo di dare il tutto e per tutto: sarebbe diventato un Cacciatore al servizio dei Cercatori e avrebbe versato tutti i suoi guadagni a meno del necessario per sopravvivere per far accettare Nikolai nello studio dell'organizzazione. I tentativi di "resistenza" di Nikolai furono inutili: non esisteva un altro modo per permettergli di studiare e lui non sarebbe potuto certo diventare un Cacciatore.
Passarono gli anni e Aleksy si dimostrò un abile guerriero: bastarono cinque anni di apprendistato a renderlo un vero Cacciatore. Anche Nikolai fece progressi notevoli: grazie alla biblioteca dei Cercatori di Occhi e agli uomini che si prestavano per leggerli i libri o le pergamene riuscì a trasformare la sua piccola infarinatura di conoscenze in vera e propria cultura. Le sue ricerche procedevano bene, anche se si bloccava sempre allo stesso punto: cos'erano le Bestie del Labirinto e perché erano iniziate ad apparire a Yharnam da un giorno all'altro? Era possibile che anche gli esseri che abitavano il Labirinto non fossero altro che antichi umani colpiti dalla medesima Piaga che affliggeva la Città del Sangue? Anche gli scritti di Izzy, una delle studiose più esperte sulla faccenda, per quanto fosse degenerata in ciò che è ora, erano vaghi su quel punto. La spiegazione dei Cercatori di Occhi era sensata, ma non completamente convincente: anche loro non riuscivano a correlare i fatti e dare una giustificazione logica ai suoi quesiti.
L'unico modo per trovare delle risposte era quello di raccogliere informazioni sul campo: avvicinarsi ad una Bestia e studiarla nel suo ambiente naturale. Avrebbe dovuto chiedere ancora una volta aiuto ad Aleksy. Avrebbero potuto uscire durante una delle notti più tranquille, lasciando Nikolai in seconda linea e pronti a fuggire al minimo segno di pericolo. Inutile dire che suo fratello non approvó l'idea: era troppo pericoloso, avrebbe messo in pericolo entrambi. Gli propose di portargli una Bestia morta, ma non era quello di cui Nikolai aveva bisogno: doveva vederle sul campo, mentre combattevano e si muovevano in cerca del Sangue. Solo in questo modo si sarebbe avvicinato al capire cosa fossero realmente e come fossero legate agli orrori del Labirinto. Nikolai era determinato: arrivò persino a farsi addestrare nel combattimento, per imparare a difendersi superando le sue limitazioni. E il fratello minore, vedendo la sua convinzione, decise ancora una volta di aiutarlo. Sarebbero andati a cacciare insieme, ma lui avrebbe dovuto fuggire al primo segno di pericolo. 
La notte che avevano scelto era effettivamente tranquilla. Aleksy aveva persino un obiettivo ben chiaro in mente: una Bestia al secondo stadio che aveva scelto come terreno di caccia i sobborghi di un quartiere popolare e che avrebbe potuto stanare e uccidere. Ma il Fato non è mai gentile: mentre stavano camminando per il quartiere, Nikolai sentì un rumore dalle sue spalle, passi che sbattevano contro il selciato. Avvisò il fratello, che si voltò e osservò una scena da incubo: la Bestia stava correndo verso il suo rifugio, braccata da un gruppo di Furor della Lega caduti nella loro cieca frenesia. Loro erano esattamente sul suo percorso: il Sangue che portavano con loro era un'esca troppo preziosa, non avevano possibilità di lasciarla fuggire. Aleksy si gettò quindi all'attacco e affrontò l'infetto, arrivando a tagliargli la testa con un colpo secco. Ma l'incubo era appena iniziato: i Furor, ancora nella loro follia omicida, guardarono con odio l'uomo che gli aveva rubato la preda e, come un branco di animali feroci, iniziarono a muoversi per circondarlo. Nikolai era paralizzato: non sapeva assolutamente cosa fare per trovare una soluzione. E, ancora una volta, fu Aleksy a prendere l'iniziativa: spinse il fratello verso uno dei vicoli e gli disse di correre verso il santuario più vicino, per poi lanciarsi verso i Furor con la sua arma stretta in pugno. Ma il terrore non lo aveva abbandonato e rimase fermò per qualche altro istante: non riusciva ancora a credere a quello che stava succedendo. Furono le prime urla a risvegliare il suo primordiale istinto di sopravvivenza: si gettò nei vicoli, procedendo alla cieca fino al rumore dei canti e all'odore dell'incenso, gettandosi per terra una volta entrato nell'edificio. Ancora oggi non riesce a ricordare molto altro della serata, se non le occhiate sbalordite del ministro e le parole sorprese attorno a lui. Fu solamente quando sorse il sole che ebbe la triste notizia: Aleksy non era mai arrivato al santuario, aveva perso la vita nello scontro, probabilmente anche a causa delle ferite che gli erano state inflitte dalla Belva. Dei testimoni segnalarono però la mancanza di controllo dei Furor, che vennero condannati assieme al loro Seelenita. Ma Nikolai non ne venne certo consolato: suo fratello non sarebbe tornato e i veri colpevoli erano ancora a piede libero, aiutati da chi avrebbe dovuto proteggere la gente. Tutto quello era solamente colpa della Lega: i loro metodi brutali e le loro assurdità non erano solamente da condannare a livello accademico, ma da eliminare dalla faccia di Yharnam al pari della Piaga delle Bestie. Suo fratello non sarebbe morto se non avessero inviato a caccia degli uomini malati e resi ancora più folli da un branco di lunatici. E Nikolai non poteva fare per lui, ma poteva ancora trovare un modo per eliminare entrambe le piaghe che colpivano la sua città: quella delle Bestie e l'esistenza della Lega. E l'unico modo per farlo era quello di prendere il posto di suo fratello per continuare a combattere sul campo. Aveva ormai capito che l'addestramento non sarebbe bastato a renderlo un combattente: aveva bisogno di altro, risorse a cui gli uomini non avevano normalmente accesso. Nikolai aveva sempre studiato l'occulto per cercare risposte ai suoi quesiti, cercando di trovare una spiegazione razionale alle antiche leggende e ai racconti popolari, e conosceva le forze esoteriche che permeavano quella terra: se fosse riuscito a sfruttare quei poteri avrebbe potuto finalmente essere in grado di superare i limiti del suo corpo e riuscire finalmente a portare a termine i suoi propositi. 
La risposta non tardò ad arrivare: tra gli antichi libri conservati nelle biblioteche dei Cercatori di Occhi trovò un volume stranamente ben conservato sulla magia dell'Impero Phtumeriano e i riti di tempi antichi. Era pieno di storielle e leggende, ma buona parte del materiale citava eventi storicamente verificabili e dati comunemente noti. E in mezzo a tutte quelle antiche formule trovò dei riferimenti alla "Tomba del Signore dei Sogni" e a guerrieri che avevano stretto "patti eterni con la Luna" per "vedere e controllare ciò che agli uomini è ignoto". Nikolai non aveva dubbi: il libro parlava di un rito che poteva essere celebrato all'interno della Vera Tomba di Oedon per migliorare la propria abilità nel combattimento e, probabilmente, ottenere sensi più sviluppati. Parlava di un patto, ma era un'espressione utilizzabile come metafora, per indicare il rinnovamento di una tradizione. E, in ogni caso, era pronto ad assumersi il rischio delle proprie azioni. Rimaneva però un problema: la Vera Tomba era un luogo chiuso al pubblico e non era possibile accedervi senza avere l'autorizzazione della Chiesa o del leggendario Mastro Willem. Doveva trovare una soluzione, preferibilmente che non lo esponesse troppo: non poteva rischiare che tutto fallisse solamente per via di un ladro dalla lingua troppo lunga. E l'unico modo era quello di affidarsi nuovamente ai libri e alla conoscenza. Avrebbe certamente trovato un libro che parlasse degli edifici dell'antico impero e dei boschi che ospitavano la Tomba: sapeva che altri erano riusciti ad entrarci, in qualche modo, ed avevano chiaramente evitato i canali ufficiali. E cercando nei testi trovò proprio ciò di cui aveva bisogno: un ingresso secondario, non controllato dai Prospettori, raggiungibile dai Boschi, a patto di saper evitare le pattuglie. E per Nikolai non era un problema: muoversi di notte non era nulla di più rispetto a quanto non facesse già ogni giorno. Non poteva però raggiungerli disarmato: sarebbe stato da completi incoscienti. E decise di aprire la cassa con le cose di suo fratello, che gli era stata consegnata dopo quella terribile notte. Non sapeva usare la sua Trick weapon, ma poteva indossare la sua corazza del Konukain: era facilmente riconoscibile, ma era l'unico modo per proteggersi dai pericoli. E, soprattutto, gli sembrava appropriata: stava partendo anche per cercare giustizia per Aleksy. 
Il cammino nei Boschi durante la notte è ancora oggi vivido nella mente di Nikolai. Il posto è spettrale e inquietante, persino per un uomo incapace di vedere. Arrivò alla Tomba con il cuore in gola, ma senza aver perso un briciolo di determinazione. Ed entrò nel Labirinto, luogo di Bestie orribili e di Dei. Riuscì a raggiungere una delle varie camere senza attirare l'attenzione delle guardie e lì pronunciò le parole arcane che aveva letto sul suo libro, cantilenando in quella lingua nota e sconosciuta allo stesso tempo. Il suo canto sembrò attirare l'attenzione di qualcosa... Qualcosa di potente, tanto che lo percepiva chiaramente anche lui. E, per la prima volta in vita sua, vide qualcosa. Nella sua mente si dipinse un simbolo e percepì chiaramente una piccola aura bianca e luminosa davanti a lui. Come se non bastasse la sua sorpresa, l'essere iniziò a parlare. Una voce melodiosa e profonda, che per qualche ragione Nikolai sembrava comprendere alla perfezione. Gli chiese chi fosse e cosa cercasse e la risposta sembrava compiacerla. Si presentò come La Luna e disse di potergli dare ciò che cercava... Ma lo avrebbe seguito per il resto della sua vita e non sarebbe mai più stato in grado di vedere, neanche con un miracolo. La determinazione di Nikolai crollò per la prima volta: questo era decisamente diverso da ogni scenario che si fosse immaginato. L'entità esisteva realmente, era dotata di raziocinio e voleva veramente stringere un patto. Questa volta, però, non avrebbe perso la concentrazione nel momento del bisogno. Non avrebbe fatto ancora una volta quell'errore. Decise quindi di fare un passo avanti ed accettare il patto. Venne immediatamente travolto da un turbine di sensazioni, che si calmò dopo un tempo apparentemente infinito. E fu solo quando la tempesta si placò che riuscì a vedere, per la seconda volta in vita sua. O meglio, a percepire qualcosa di simile a ciò che immaginava essere la vista per gli altri uomini. Riusciva a percepire delle sorte di fiammelle pulsanti e continuava a sentire il potere dell'aura bianca, sebbene fosse molto più soffuso. Gli servì qualche minuto per abituarsi a tutto quello e capire cosa stesse succedendo: le fiamme pulsanti dovevano essere le persone, non c'erano altre spiegazioni. E, per qualche ragione, le fiale di Sangue sul suo corpo sembravano pulsare allo stesso ritmo, sebbene estremamente più potente.
Nikolai tornò a casa e si stese sul letto: aveva bisogno di riposarsi prima di decidere il da farsi. Durante quella notte era successo l'impossibile e non era ancora riuscito a trovare una spiegazione razionale al tutto. 
Nikolai passò i mesi successivi a continuare le sue ricerche e ad approfondire quello che gli era stato donato dal patto. Scoprì che le fiammelle non erano altro che le fonti di Sangue, comprese le tracce che permanevano nei corpi delle persone. Notò anche che il raggio era estremamente più limitato, al contrario di quanto successo nella Tomba, e imparò come sfruttare quella strana visione per muoversi con maggiore agilità. Sentiva inoltre l'entità con cui aveva stretto il patto, ma gli sembrava che, in qualche modo volesse proteggerlo. Non gli rimaneva che fare una cosa, a quel punto: prendere in mano le armi, indossare ancora una volta l'armatura di suo fratello e comprare il Siero del Cacciatore, per poter portare a termine il suo compito. 
Le scoperte non terminarono certo lì: nei successivi mesi di feroci battaglie e scontri all'ultimo sangue, Nikolai scoprì di essere in grado di padroneggiare delle formule descritte nel libro che lo aveva guidato per la prima volta verso la Tomba, riuscendo a influenzare il Sangue delle persone attorno a sé per renderle dei combattenti degni delle storie che aveva letto. Scoprì anche che la Luna sembrava renderlo più rapido e rinforzare la sua mente, proteggendolo da altri pericoli. Tutte capacità straordinarie, ma che non fecero altro che creare altri dubbi: cos'era veramente quell'entità? Perché lo aiutava? E qual'era il suo scopo?
Tutt'ora, nonostante Nikolai abbia fatto enormi passi avanti nello studio dell'occulto, non è ancora riuscito a trovare una risposta. 

Dicerie

1-Il fratello di Nikolai è stato assassinato durante una Caccia, ma i colpevoli non sono ancora stati catturati.

2-Nikolai ha dedicato buona parte della sua vita a studiare l'Impero Phtumeriano: probabilmente è pronto per pubblicare un saggio sull'argomento.

3-Nikolai finge di essere cieco per farsi sottovalutare dagli altri Cacciatori e poter lavorare indisturbato. 

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Henrich Lainbart (Carnefice)
BG

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Henrich nasce nella città di Kruidale nella nazione di Draeburg.
La sua famiglia è divenuta benestate grazie al commerccio, alcuni potrebbero dire che è ad un passo dall'aristocrazia locale.
La ricchezza della famiglia Lainbart però non basta a proteggerla dalla sventura. Tutti i figli di Gunther e Viviane sembravano essere colpiti da una salute ben più cagionevole di quella degli altri bambini.
Quando Henrich nacque, la famiglia Lainbart aveva già perso 3 figli e Viviane era determinata a far si che Henrich non subisse la sorte dei suoi fratelli. 
Chiamò i migliori medici e fece crescere il bambino sotto una campana di vetro, impedendogli di uscire dalle sue stanze. Forse fu proprio questo comportamento o forse l'incompetenza dei medici che fecero si che le peggiori paure di Viviane si avverassero. Henrich si ammalò all'età di 10 anni. Iniziò a perdere l'appetito, diventando sempre più apatico e finì per dormire quasi tutte le sue giornate.
Nessuno dei rimedi che i medici proponevano aiutò il ragazzo a migliorare, finchè un uomo proveniente da Yharnam non fornì alla donna una fiala di sangue curativo.
Henrich si riprese velocemente, ma quello era solo un rimedio temporaneo. 
I Lainbart, sotto consiglio dell'uomo, vendetterò tutti i loro possedimenti e si trasferirono a Yharnam.
Qui ripresero la loro attività di commercianti, lavorando pricipalmente con la chiesa, che in cambio di lauti sconti garantiva che il piccolo Henrich avesse sempre una adeguata scorta di sangue.
Purtroppo, nonostante la malattia fosse stata definitivamente debellata dalle cure miracolose della chiesa, i segni erano ancora evidenti in lui.
I capelli, prima biondi, avevano perso completamente ogni traccia di colore diventando bianchi. Il fisico, sebbene asciutto e generalmente proporzionato era anche incredibilmente magro e per quanti sforzi Henrich avesse fatto difficilmente avrebbe messo su una considerevole massa muscolare.
Il sangue miracoloso però aveva donato al ragazzo una salute di ferro e dove il suo fisico mancava di forza, eccelleva in velocità e precisione.
La felicità dei Lainbart però durò relativamente poco dato che Henrich, sebbene guarito fisicamente sembrò non riprendersi mail del tutto a livello psicologico.
Diventò sempre più ossessionato dalla chiesa e dai suoi dettami, tanto da iniziare a mettere in dubbio i comportamenti anche meno sospetti.

Una volta divenuto abbastanza grande, decise di unirsi alla chiesa, scegliendo proprio la fazione dei carnefici.
Qui viene addestrato da Hunbald apprendendo i segreti dei carnefici e studiando acnora più a fondo la dottrina della chiesa.
Durante l'addestramento impara ad utilizzare la sua agilità per colpire con precisione ed evitare gli assalti dei nemici.

Durante una notte di caccia, vengono attaccati da un corvo, forse perchè scambiati per dei nemici o forse per qualche screzio tra il corvo e Hunbald.
Il combattimento dura a lungo, anche se il ragazzo è più spettatore che vero protagonista e finisce con la morte sia di Hunbald che del corvo.
Henrich rimane piuttosto scioccato dall'avvenimento e si chiude sempre di più nelle sue convinzioni e nei dettami della chiesa.
Come "voto" recupera le armi di Hunbald e del corvo per poter creare la propria arma.
Dopo quell'episodio, Henrich diventa ancora più radicale e si dedica ancora di più alla caccia, sviluppando ancora più odio verso i corvi.

- Si fa conoscere all'interno della chiesa per le sue capacità. Tanto che viene chiamato ad una caccia piuttosto importante. Assieme ad altri cacciatori di rango ben più elevato partecipa ad una caccia particolarmente grossa. Da questa caccia ricavava della pelle di bestia che fa conciare in un mantello che gli fornisce poteri magici
 

Aspetto
 

Spoiler

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Dicerie:
1- Si dice che sia stato lui stesso ad uccidere il Corvo
2- Qualcuno pensa che lui stesso sia stato infettato dalla malattia, ma che i soldi della sua famiglia e qualche strano rituale lo tengano protetto.

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Padre RoifeNome Personaggio:

Descrizione

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Padre Rofie è un giovane Magistro, appena diciottenne anche se l’altezza è la magrezza finiscono per farlo sembrare più giovane, alto poco meno del metro e settanta per una cinquantina di chili, probabilmente vestito. Serio ma sorridente, di poche parole e servizievole, serve in una piccola cappella di Braildorn, dove si dedica costantemente alla cura degli afflitti e degli indigenti. L’edificio è leggermente pericolante, ma contiene una reliquia di uno dei Santi Cacciatori periti durante la prima Luna Rossa, un membro del Coro. La sua giornata di divide fra pulizie mattutine, elargire il Sangue ai poveri e dare cibo e da bere ai primi ed ai mutanti. Un lavoro che continua a fare tutti i giorni con l’ombra di un sorriso sul volto.
Porta sempre al fianco una costosa spada dono di un mercante di Hemwik, in foggia konuhain. Si dice che tale arma sia stata modificata dai Powder Keg per prendere fuoco col grasso di cane contenuto nell’elsa ed acceso grazie ad una serie di zigrinature in fondo alla lama.

Background 

Spoiler

La storia di Oberon nasce in realtà prima del suo venire al mondo.
Sotto una Luna Rosso sangue che ha visto due avversari, una Santa del Sangue ed un Nobile Vilesangue, uniti per cercare di sopravvivere contro un’orda di belve ed invasati. 
Una luna che, romanticamente, ha brillato su una storia di amore Vera, ma terminata come è iniziata: nel sangue.
Una relazione che ha quasi distrutto la vita di lui, sposato, ed ucciso lei: scoperta, trascinata nei laboratori del Coro, usata per sacca di sangue, come esperimento per giungere a comprendere l’Alta Musica del Mare.
Usata e vilipesa, aperta come si apre un pesce per sviscerarlo quando inutile e sopratutto dopo aver scoperto fosse incinta.
Il piccolo però non era un figlio del Cielo, ma un umano mutante che non conobbe altro che esperimenti, dolore e segregazione, finché non venne ritenuto un esperimento da buttarsi via, come la madre.
Ma si dice che Kosm risponda alle madri ed a chi soffre: il Vilesangue giungeva in ritardo per salvare colei che amava, ma riuscì a portar via qualcosa di lei, il suo figlio deforme.
Non poteva portarlo a corte: sua moglie lo avrebbe probabilmente fatto uccidere facendo passare la cosa come un incidente, oppure sarebbe stata la Regina Annalise a farlo, non tollerando un bastardo deforme. Lo portò quindi ad Hemwick. Li passò l’infanzia riuscendo a superare i traumi che a volte gli affollavano gli incubi, vivendo da piccolo lord in una sperduta casa di campagna attorniato da poca servitù. Il destino volle che il piccolo ragazzo venne instradato verso la via delle armi anche grazie ad un fabbro Konuhain, Harunaga sensei. Uomo di poche parole, era giunto in quel luogo seguendo i segni della Grande Madre e si era stabilito lì per poter “vedere di nuovo”: fabbro ormai cieco, lavorava egualmente il metallo con una maestria impareggiabile, con una forza ed una tecnica potente e precisa. Ascoltare le poche perle di saggezza di quel fabbro spronò Oberon a cercare qualcuno che gli insegnasse l’arte della guerra. Il padre incuriosito inviò uno dei maestri d’armi alla villa: questi tornò poco dopo a Cainhurst infuriato, pensando fosse uno scherzo. Un ragazzo rachitico, storpio e mutante, di buon cuore e perennemente circondato da una contadinotta? Che orrore! Due maestri dopo, alla fine il padre stava per arrendersi, finché non seppe dell’arrivo di un noto ciarlatano alla Corte di Cainhurst: Kude Thaes , lanciere ed alchimista. Lo pagò in oro e carte per sfuggire velocemente dal castello, dove aveva offeso ben più di un marito parlando ( e chissà cos’altro) con le mogli. Quando Thaes giunse ad Hemwick e trovò il ragazzo si chiese quanto fosse beffardo il fato. Ma ci provò ugualmente...con scarso successo. Fu quando la bambina ( figlia della governante di Oberon) a proporre di farsi aiutare usando gli scritti di suo nonno e le arti della nonna che il destino di Oberon cambiò: la Vecchia Yee era considerata da molti una strega ed era l’unica tenutaria delle carte appartenute al marito, uno studioso ritiratosi ad Hemwick  per poter godere della luna riflessa nel lago. Sparito anni prima, suicida nelle vecchie acque in cui si era immerso con gli abiti pieni di ciottoli, aveva lasciato ricerche di scienza medica imparata sfruttando i doni della casata Vilesangue quando una Università era da loro finanziata. Con agopuntura, impacchi di acqua del lago e fango, oltre che ad orrendi pasti pieni di cenere, qualcosa cambiò. O forse fu la pubertà: Oberon iniziò a crescere, la schiena ben dritta ed i tratti mutanti ben nascosti e nascondibili. Il ciarlatano iniziò ad insegnare al giovane Oberon ma anche alla sua amica ( come promesso in cambio dell’aiuto). La ragazzina si rivelò brava quanto il ragazzo e crebbero bene, giungendo ai sedici anni, lei innamorata di lui, lui innamorato dell’idea che aveva avuto della Regina Annalise. Ad una festa finì per essere presentato come bastardo ufficialmente, adesso quantomeno “intatto” nell’aspetto. Ma qualcosa di quel ragazzo disturbava, specialmente il colore delle voglie che attraversavano il suo volto e parte del suo collo. 
Fu a quella festa che egli si avvicinò e “conobbe” il suo ultimo maestro: il terrificante e famoso Corvo Sanguinario di Cainhurst. Egli in verità non gli insegnò alcunché, ma gli con  concesse di osservare i suoi allenamenti. Non ci fu parola, non ci fu contatto tranne una singola carezza alla testa fra lo spadaccino ed il giovane. E non si videro più. 
Diviso fra il desiderio di una vita da studioso ed una più romantica, come cavaliere della Regina e del Re, la decisione gli fu facile quando un Cacciatore della Chiesa uccise la nonna della sua amica per derubarla delle carte del marito. Sia la sua amica che lui rimasero quasi uccisi quella notte, ma il cacciatore fuggi...quando lui perse il controllo rivelando che una delle arti che il maestro gli aveva maggiormente insegnato era quella del travestimento e che il suo corpo non era affatto ormai normale. Più simile ad una Belva che ad un ragazzo, fu la sua vicinanza al Paradiso a lasciare stupito il cacciatore, che preferì andarsene per tornare...per poi non farlo più ( probabilmente catturato od ucciso da una folla di donne inferocite allungo il tragitto).
Da quel momento in poi, Oberon e Titania ( che assunse il nome della nonna essendone diventata la legittima succeditrice) continuarono ad allenarsi insieme, anche se la giovane si impegnò anche nelle arti mediche.
Alla fine, quando Oberon raggiunse i diciotto anni, lei gli si presentò con i capelli tagliati come un paggio di corte, corti: lei che aveva sempre tenuto una chioma selvaggia ed indomabile aveva rinunciato ad i suoi capelli per intessere per lui, insieme a stoffe rosse, un mantello. Lo accettò come il dono più prezioso che potesse mai avere e quel giorno, sapendo che forse non si sarebbero più visti, giacquero insieme per la prima volta. Era un amore corrisposto, vero, eppure impossibile come quello che il padre di Oberon aveva provato per la Santa? 
Quel giorno il Fante delle Spine ( come venne chiamato dalla Regina Annalise) partecipò ad un torneo d’armi con un trick weapon pensata dal suo maestro Thaes, una spada-lancia che faceva beffe della Chiesa nella sua forma base e idolatriava il Casato come stendardo da guerra nella sua seconda forma. Vinse il torneo, ottenendo in premio una armatura forgiata con il giustacuore infranto di un cavaliere sacrificatosi per salvare Re Allant dalla spada di Ludwig, rimasta incantata da un sangue così cavalleresco...ma anche una ciocca di capelli della Regina in persona!
A quel punto, il Fante di Spine ( o Bastardo delle Spine, come veniva chiamato con ben poco affetto dai suoi detrattori, amici della matrigna) si diresse a Yharnam, dove in qualche mese divenne un rispettato membro dei Magistri in una zona povera della città vicina alla Vecchia Yharnam. I suoi atti di gentilezza verso poveri e mutanti erano la perfetta copertura per lui e la perfetta azione di depistaggio che la chiesa voleva. Eppure, c’è chi racconta che nel medesimo quartiere, a volte si trovi il corpo ucciso di qualche cacciatore incauto, il corpo in parte bruciato dai Powder Keg ( si sa più vicini al popolo che alla Chiesa).

Voci di Corridoio

Spoiler

 

Si dice che Padre Roife abbia ottenuto il rispetto dei Powder Keg quando combatté nei dintorni della sua Chiesa per salvare un giovane paggio di Hemwick ed un mutante che non riuscivano a trovare asilo in città.
 

Si dice che Padre Roife sia pauroso nei confronti delle belve e che nelle sere di caccia sia così impaurito da perdere quasi cognizione di sé.

 

Modificato da Zellos
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Morgan Graham

Descrizione fisica

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Raggiungere un’alta posizione all’interno dei ranghi della Chiesa della Cura avrebbe permesso a Morgan di perseguire il suo obiettivo, voleva incontrare Ludwig Berthrand. Prima di entrare come membro della Chiesa, Morgan era un partecipante amatoriale della caccia, con armi raffazzonate si lanciava verso le belve e le mutilava mostrando un talento crudele e malato. Il giorno in cui la belva trovata da Morgan fu troppo grande e feroce per lui, una donna con in pugno un’arma troppo grande per essere brandita da qualunque umano lo salvò. Questa donna non gli si presentò, si limitò ad aiutarlo a rialzarsi solo per atterrarlo con un pugno ben assestato alla guancia del ragazzo. “Se vuoi comportarti come una bestia, ti tratto come una bestia. Adesso seguimi, troviamo una via di sfogo per quella tua malsana voglia di cacciare.” disse la donna a Morgan. Quasi come ipnotizzato dalla potenza di quella donna egli la seguì verso luoghi che non aveva mai visto, vestito con indumenti che mai si sarebbe immaginato di indossare, ancora ed ancora la seguì fino a sviluppare una sorta di ossessione per lei. La donna di nome Alicia Graham adottò Morgan strappandolo alla sua famiglia senza problema alcuno, la famiglia fu ripagata con denaro accettando di buon grado lo scambio ai loro occhi vantaggioso.

Morgan Graham divenne un cacciatore al servizio della Chiesa, noto per tornare sempre dalle cacce interamente coperto di sangue e con i vestiti a brandelli, c’erano voci a riguardo, si parlava che egli divorasse le carcasse delle belve che uccideva e che ci combattesse a mani nude. Di tutte le voci che giravano su di lui solo una era vera, quella che tutti pensavano fosse la meno reale. Morgan non nascondeva l’adorazione della madre adottiva, anzi ne tesseva le lodi parlando con gli altri membri della Chiesa, tanto che si diceva ci fosse qualcosa di più. Quello che la gente non vedeva era l’atteggiamento di Alicia quando lei e Morgan rimanevano da soli, nessuno poteva immaginare ciò di cui era capace quella donna, del suo stato mentale e delle sue perversioni. Dal punto di vista di Alicia, Morgan non era altro che una bestia addomesticata, lo costringeva a mangiare per terra ed a camminare a quattro zampe. Il ragazzo era troppo devoto alla madre per chiedersi il perché di tutto ciò, di perché loro giacessero insieme o di perché lui dovesse aspettare il comando della madre per agire, qualunque fosse la situazione.

Anni ed anni passarono fin quando tutto cambiò. Durante una caccia, Alicia con al seguito Morgan cercavano una belva di presunte grandi dimensioni viste le dimensioni delle orme, orme che portarono ad un vicolo in cui avvenne l’omicidio di Alicia. Una figura umana si fermò alla fine del vicolo, ed un’altra si fece sentire arrivare da dietro, in questo modo pensavano di tagliare le vie di fuga ai due cacciatori. I due uomini erano però solo dei diversivi, ad uccidere Alicia fu la caduta di macerie dovuta ad un’esplosione che distrusse i palazzi che formavano il vicolo. Morgan sopravvisse, la disperazione lo avvolse e piangendo si accucciò vicino al cadavere, o quello che ne rimaneva. Quando sentì arrivare persone, impanicate dall’accaduto, si alzò ed iniziò a camminare senza meta trascinandosi dietro l’imponente arma della madre. Quasi come fosse stato il destino, egli fu trovato da Christopher Baker.

Il loro rapporto iniziò con una lotta in cui Morgan ebbe la peggio, ma Christopher non lo uccise, si rese conto di non aver di fronte un Ebbro, ma solo un uomo che aveva perso qualcuno. “La perdita della persona amata può rendere folli, quasi da far sembrare belve.” disse l’uomo a Morgan. Christopher rivelò a Morgan di essere un Cacciatore di Cacciatori, e mostrò lui quella che poteva essere definita la sua divisa, il mantello di piume e la maschera. Passarono tanto tempo insieme e Christopher lo iniziò a chiamare “Cane”, cercando di far capire a Morgan che non era per offenderlo, ma perché se il suo nome fosse venuto fuori avrebbero potuto riconoscerlo i suoi vecchi colleghi della Chiesa, e perché essere visti insieme ad un Corvo non era cosa raccomandabile.

Morgan raccontò dopo tanto tempo che lo conosceva di come sua madre morì, e quando il suo compagno gli disse che poteva esser opera dei Powder Keg, poiché un’esplosione di tale entità solo loro l’avrebbero potuta causare, egli decise di diventare un Cacciatore di Cacciatori con il macabro obiettivo di trovare chi avesse organizzato l’omicidio ed ucciderlo. Una volta che a tutti gli effetti divenne membro dei Cacciatori dei Cacciatori fece rendere l'arma della madre in Siderite, e si allenò in modo da poterla sfruttare come lei faceva.

Voci di corridoio

  1. Si dice che egli sia un Ebbro di Sangue, a causa della ferocia che dimostra nelle cacce a cui partecipa.
  2. Persone dicono di averlo visto cibarsi di carcasse di bestie, e di cadaveri di cacciatori che falliscono nella caccia.
  3. Gira voce che fosse amante ed innamorato di sua madre adottiva, ora deceduta a causa del crollo di due palazzi.
Modificato da North
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Cornelius Crowle

Descrizione

Spoiler

Alto e magro, con un volto stretto e occhi penetranti, Cornelius ha l'aspetto di un uomo di lettere... un severo uomo di lettere. Forse un precettore. 
Ma il corpo bene allenato, le braccia nervose ma muscolose e la camminata dritta e fiera denotano qualcos'altro, come un'ossatura di ferro nascosta sotto la pelle. 
Porta i capelli corti e pettinati all'indietro, e quando non sono coperti dalla cappa sacerdotale bianca, i suoi abiti civili sono di discreta e sobria eleganza. 

Background

Spoiler

Cornelius Crowle nasce nel 17 D.B. a Yharnam in una famiglia relativamente in vista. Non eccessivamente ricchi, i Crowle avevano alcuni interessanti giri di affari e conoscenze nei posti giusti. Il nuovo afflusso di denaro che segue la cacciata dei Vilesangue porta ai Crowle la possibilità di assumere i servizi di un sacerdote in veste di precettore: Cornelius cresce come un bambino solo e serio, studiando e leggendo sotto l'egida di un severo maestro. 
Scontentando e deludendo i genitori (ma con ben pochi senso di colpa) nel 35 D.B. Cornelius  entra nella Chiesa della Cura prendendo i voti: da quel momento divide il tempo tra gli studi e il lavoro come assistente nei laboratori della Chiesa. 
Il fascino dei Cacciatori non sfiora minimamente il giovane e serio sacerdote, che prosegue gli studi ignorando il mondo esterno fino ai terribili eventi del 45 D.B. La situazione delle Belve è tale da non poter più essere ignorata, e Cornelius decide che non è più tempo per la teoria: è il momento di mettere in pratica i suoi studi.
Diventa quindi Cacciatore per i Sacerdoti in Abito Bianco, posizione che gli viene conferita grazie ad alcuni suoi esperimenti su una forma sintetica di Sangue Miracoloso. Il suo lavoro non porta gli effetti sperati, ma i suoi preparati risultano essere tossine molto efficaci contro le Belve e Cornelius viene instradato verso la lavorazione (e l'applicazione sul campo) di tossine e altri preparati letali. 
Nei dieci anni successivi Cornelius partecipa ad alcune cacce, ma per lo più lavora prima e dopo le stesse, rifornendo i Cacciatori di nuovi veleni e studiando i cadaveri delle Belve. Nel frattempo si fa costruire Blesser, un'arma che gli permetta di difendersi qualora si trovasse alle strette. Con il diminuire delle Belve, però, sembra che il suo lavoro sul campo stia per giungere al termine. 

Per le strade si mormora che...

  • ...i pazienti che ha preso in cura negli ultimi anni siano tutti spariti dalla circolazione. 
  • ...Cornelius mantenga un'amante da qualche parte in città; si tratterebbe di una nobile decaduta.
  • ...diverse persone che vivono vicino al suo laboratorio siano rimaste uccise da fumi tossici e polveri scure. 
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