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Le Cappe D'Oro: Un nuovo inizio


Tarkus

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Con la morte di Ntoni, il ritorno dal mondo dei morti di Ophelia ed Armos e l'aggiunta al gruppo del misterioso "Malekith" cambia radicalmente i vostri piani e vi costringe a muovervi molto più in fretta di quanto avreste fatto, liberandovi della necromante con molta poca discrezione e dando fuoco ai suoi ghoul ed al palazzo dove ha provato a tendervi una trappola, cosa che vi costringe ad accelerare ulteriormente a correre nel laboratorio di Zameia sotto Villa Borgia e riuscire a batterla solo perché non vi credeva capaci di una mossa così sconsiderata... certo, lo sciame di meteore che vi ha quasi carbonizzato ve lo ricorderete per il resto della vostra vita, così come tutti gli incantesimi di ammaliamento con cui ha cercato di farvi combattere tra voi per guadagnare tempo e scappare ma, infine, Mistràl è riuscita a fermarla spingendola in una sua stessa trappola paralizzante piazzata sulla sua libreria.

Sconfiggere la maga non è stato facile né lo è stato separarvi da Mistràl e Valtyria, partite entrambe per il Catai con Zameia prigioniera per scappare alla furia dei Borgia e cercare parte dei componenti rari per spezzare le multiple maledizioni sulla changeling... ma la parte più difficile è stato scappare dai Borgia: siete stati costretti a liquidare il bottino ed a spenderlo praticamente tutto in generose mazzette per far voltare mezza Roma dall'altra parte e scappare dalla città ed essere costretti ad un lungo e snervante gioco di inganni e depistaggio con la guardia svizzera, l'esercito papale ed i gesuiti per uscire dal Patrimonio di san Pietro e poi viaggiare velocemente il resto dell'Italia e tentare il valico delle Alpi in pieno febbraio e per quanto la magia norrena di Morgan abbia aiutato parecchio ad evitare tempeste di neve e crepacci marciare per montagne innevate e ghiacciai è una delle cose più faticose e difficili che esistano a questo mondo, chissà com'è venuto in mente a quel pazzo di Annibale Barca di farlo con un'armata molto più grande ed elefanti da guerra.

Mettete finalmente piede in Francia ai primi di Marzo e per l'inizio del disgelo arrivate finalmente alla prima metropoli francese dove la compagnia di mercenari che vi ha accompagnato fin ora decide di fermarsi per riposare ed approvigionarsi e magari trovare qualche lavoretto minore per batter cassa e voi vi rendete conto di aver pochi soldi in tasca, bisogno di stivali nuovi (se non avete stivali magici) ed abiti da viaggio non logorati dal viaggio lungo e stremante che si è appena concluso e soprattutto che non avete un piano né una mappa e che "Malekith" non ha la minima idea del perché state deviando verso la Bretagna invece di andare direttamente in Spagna.

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Ophelia Montoya

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Dopo quasi un mese giungiamo finalmente in Francia. Se avessi saputo che ritornare in vita avrebbe comportato camminare così tanto, nel freddo pungente delle Alpi...beh, me ne sarei rimasta nell'aldilà. Per fortuna il freddo è per me meno pungente che per molti dei miei compagni, ma ciò non rende il viaggio meno faticoso o meno monotono. Sono perciò abbastanza su di giri quando infine completiamo questa tappa. 

La prima sera, quando il grosso delle "nostre" truppe si è deciso ad accamparsi e cercare lavoro, faccio la domanda che tutti si aspettavano di fare "Monsieur Pierre, ora siamo nel vostro territorio. Penso proprio che la guida di questa allegra compagnia spetti proprio a voi. Quali sono le prossime mosse?" 

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Armos Redhelm

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Finalmente Roma e l'Italia Sono alle nostre spalle e così gran parte dei nostri problemi, o almeno gran parte di quelli che conosciamo.

Sebbene il freddo non sia un grosso problema, la marcia si è rivelata essere ben più noiosa e faticosa di quanto mi sarei aspettato, anche se tutto è preferibile alla vita o meglio all'eternità che mi attendeva se Maria e Ophelia non fossero venute a salvarmi.

Vero annuisco mentre mi sistemo accanto al fuoco mi rimetto alla vostra esperienza del territorio. Anche se devo dire che qualche esperienza con le bellezze locali l'ho avuta anche io Magari in giro c'è qualche piccolo diavoletto probabile commento semplicemente alla frecciatina di Esmeralda

 

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Pierre di Penthièvre

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Pierre è un ragazzo abbastanza alto, con pelle chiara e orecchie leggermente appuntite, chiari segni della sua discendenza. Ha i capelli neri e corti, molto curati, e gli occhi blu. Ha un paio di baffi neri come i capelli. Il suo corpo è atletico e allenato. 
Veste sempre con abiti eleganti: persino il fodero del suo stocco è smaltato in argento, con un grosso rubino incastonato nel mezzo. Complessivamente dà l'impressione di un nobile ingenuo e borioso, soprattutto per via dell'anello che porta sempre al dito, con lo stemma dei duchi di Penthièvre: un aquila smaltata in argento, con dei rubini al posto degli occhi. Parla con un accento franco, che un ascoltatore attento può collegare alla Bretagna.

Gli eventi di Roma ci sono rapidamente sfuggiti di mano. Antonio è morto, cosa che ha fatto giungere al termine la nostra pazienza: forti dei redivivi Armos e Ophelia (che accolgo con un sorriso e un abbraccio: avevo ormai perso ogni speranza sul loro conto) sconfiggiamo la necromante e Zameia, che si rivela essere più noiosa di quanto credessi. Saluto quindi Valtyria e Mistràl, partite per il Catai nella speranza di liberare la changeling dalle sue maledizioni e provare a redimere la malvagia incantatrice.

La nostra fuga è l'unico ricordo piacevole di Roma: certo, abbiamo dovuto spendere praticamente tutto il denaro in nostro possesso, ma almeno c'è stato un minimo di pathos e di teatralità. 

Al contrario degli altri, soffro il freddo delle Alpi, ma continuo a camminare stoicamente, con un'idea fissa in testa: sto finalmente andando a riscattare il mio debito. La compagnia di Morgan pianta quindi le tende nella prima cittadina che troviamo una volta valicato il confine, lasciandoci del tempo per aggiornarci e fare programmi sul futuro. Madame, messieurs, sarà un vero onore farvi da guida nella splendida terra di Francia. Devo solo sperare che la mia fama non si sia sparsa troppo. Sarebbe un vero peccato trovarsi inseguito dalle mie vecchie compagne di letto. Ci troviamo qui perché Morgan ha deciso di offrirmi il suo aiuto nella riconquista del ducato di Penthièvre, mio per diritto di nascita. E avrò bisogno delle vostre lame, i vostri fucili e il vostro cervello, mes ami. Dico con la mia solita teatralità eccessiva ai miei compagni. Ma non è una questione di avidità, cosa che, per altro, sarebbe poco elegante. È una questione d'onore: il mio fratello bastardo mi ha sottratto tutto ciò che mi era più caro e io gli ho giurato vendetta. Vi chiedo quindi il vostro aiuto in questa cerca, mes amis: io vi prometto che sarete degnamente ricompensati. In fondo, se tutto andrà come previsto, diventerò uno dei maggiori duchi della Bretagna. Spiego eloquente ai miei amici, concludendo quindi con il mio programma Prima ci recheremo nella terra d'd'Auvergne, dove il mio zio materno amministra dei piccoli possedimenti. Sono abbastanza certo di poterlo convincere a scendere in campo al mio fianco. Andremo poi verso il mio ducato, dove dovremo pianificare attentamente la mia vendetta. Posso contare sul vostro appoggio durante questa impresa?

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Ophelia Montoya

Ascolto interessata la proposta di Pierre. Ho già sentito stralci dei piani, mentre gironzolavo in giro per l'accampamento, nelle notti passate. Ma ora lo sento "ufficialmente" per la prima volta, e per intero. Sguaino teatralmente la mia fida lama, Dulcinea III, la uso per infiorettare l'aria con un movimento elegante e un inchino "Certamente, mon amì. Avrai tutto l'appoggio che potrai desiderare dalla sottoscritta" sorrido con una punta di malizia e rinfodero l'arma "A patto che tutto ciò sia divertente. Roma è stata...beh, ruvida. Non abbiamo avuto tutti questi svaghi, la Città Eterna mi ha un po' deluso. Speriamo che i vizi della Francia siano più piacevoli"

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Pierre di Penthièvre

Potrei offendermi, mademoiselle Ophelia. Non permetterei mai che un atto teatrale che mi vede come protagonista non diverta il pubblico e i miei coprimari. Rispondo ironicamente alla bella calistriana, aggiungendo poi con un sorrisetto La Francia è una terra accogliente, che ama i suoi figli tanto quanto gli stranieri. E ricordo chiaramente che le vigne del duca producono uno dei vini migliori che io abbia mai assaggiato in vita mia.

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Armos

Sorrido nel vedere Ophelia flirtare con Pierre, ben felice che la resurrezione non le abbia tolto il buon umore Io e Esmeralda saremo al vostro fianco confermo a Pierre Fa sempre comodo avere qualche amico, anche se avrei preferito qualche regione più calda, chessò la Provenza o l'Aquitania.

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Ophelia Montoya

"Si, fa freddino, ma il vino dovrebbe compensare. Questo vostro zio, monsieur, ci sta aspettando?" chiedo relativamente interessata alle dinamiche del viaggio. Più interessata, invero, alla futura possibilità di un soggiorno in un palazzo nobiliare con magari un bagno caldo e del cibo di qualità. E del vino, ora che Pierre mi ha messo il tarlo in testa. 

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Pierre di Penthièvre

Perché non avete mai visitato la Bretagne durante la bella stagione. Il clima è semplicemente perfetto. Dico ad Ophelia e Armos, rispondendo negativamente alla kayal. No, non ho ancora avuto modo di contattarlo. E non sono sicuro che sia una buona idea, a meno di non usare dei mezzi magici: preferisco che il nostro dramma sia una sorpresa per mio padre e mio fratello. Non vorrei che si preparassero ad accoglierci.

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''Malekith L'Incubo''

Aspetto

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Male drow assassin, apparently operating above ground. Possibly ...



La fatica è lunga, ma abbiamo successo: Zameia viene sconfitta con grande fatica, con numerose proteste da parte del 'incubo' per sigillare a tutti costi il suo fato, dovendo pero' cedere all'ultimo. Pratico di societa' e di corruzione è facile per me spianare la strada tramite mazzette, qualche travestimento, veleno soporifero e coltello ben mirato, spianando la strada solo per trovarmi in un ambiente a me totalmente alieno, totalmente nuovo come la montagna. Un ambiente dove mi è difficile adattarmi, forse troppo abituato ad una vita cittadina per tutta la mia lunga vita fin ora. 

Superato il passo e giunti in francia la mia guardia è ancora alta: e' noto che Zameia ed il papato potrebbe avere particolari ragioni per volermi morto in particolare, la mia fama a Roma forse complice di cio'. Mi mostro sempre in guardia, sempre una punta di diffidenza, mai sempre a mio agio davvero. 

Arrivati in francia... fatico a capire che posso rilassarmi. Rimango a fare la guardia notturna, dormendo le mie due ore nascosto.. fin quando un giorno finalmente realizzo... che è finita. Non ho idea di dove stiamo andando, ma è finita. 

Finalmente finita. 


Discutiamo il da farsi, io in disparte come mio solito piu' in disparte. Ci sono persone nuove, mi sento piu' a disagio, guardingo. Per qualche giorno ho denuto delle lame impregnate di un veleno adatto a loro nella mia diffidenza, ma stasera non piu'. 

Monsieur Pierre, prima che tu chieda i favori della mia lama, Ho una confessione da fare. Diverse, invero. ammetto facendomi avanti, i miei tratti da Drow piu' ovvi quando mi tolgo il cappuccio. 
Non so' se vi foste gia' arrivati, ma voglio vuotare il sacco e mostrare le mie carte. dico a tutti sganciando un laccio ed un bottone, sfilandomi una giberna di pelle che fa' sfilare piu' di una dozzina di foderi impregnanti per veleno pieni di coltelli da parti tutte nascoste alla vista, poggiando tutto a terra. 
Il mio nome, ora, è Malekith, l'incubo. Così mi conoscete. Chi è di Roma, forse avra' saputo la mia professione: da piu' di 4 secoli Malekith L'incubo è l'assassino piu' preciso, efficace e infallibile di Roma. Io, fino a poco fa', ero l'assassino personale di Zameia. Spiego grave. E la vostra amica era la prossima in lista. E voi sareste stati i prossimi. Vi avrei presi uno alla volta, spaventandovi, traumatizzandovi e quando vi sareste nascosti, stanato dando fuoco al intero quartiere se serve. Non ho mai fallito un assassinio... non per ideali, non per crudeltà, ma perchè è l'unica cosa che ho sempre avuto, L'unica cosa che ero. dico sospirando. 

Beh... come qualcuno di voi avra' immaginato, sono un esperto illusionista alla vecchia maniera. Trucco, voce e vesti, non magia. Beh... quasi. proseguo... portando una mano al volto, come a... togliermi la faccia. 

Tiro mentre la mia faccia sembra venire via con la mia mano strappandomela, un illusione antica e misteriosa sembra strapparsi come un tessuto, come se davvero strappassi la mia faccia... mostrando un nuovo volto. 
Non un Drow. Un elfo. Un elfa. 

VERO ASPETTO
 

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Red Haired Rogue | Artwork, Character, Paints

Tolgo la maschera, guardandola mentre sembra davvero ancora la faccia che avevo, mettendola via con un certo rispetto. 
Io ERO Malekith IV, o VII secondo diverse fonti. Una figura passata di maestro in allievo, di assassino in assassino. Una figura a cui ho reso una ultima volta omaggio, consegnandolo alla leggenda do Roma come Malekith, L'incubo di Roma. 
Ora, il mio dovere verso il mio mentore è concluso. Malekith, l'incubo, abitera' gli incubi e le storie di Roma per i prossimi secoli, e non piu' le sue strade. 


Metto via la maschera assieme alla daga Drow che ho sempre usato nella mia sinistra, la mano dominante, 
Ora... voglio che sappiate la verita' su di me. Non ero nessuno prima di Malekith, solo un orfano di strada sprovvisto persino di un nome. proseguo, usando ancora pronomi maschilo per una ormai consolidata forza del abitudine, anche se uso la mia voce naturale. Ed ora, non voglio piu' essere Malekith. Saro' onesto: non l'ho fatto per pieta' verso di voi, perchè ho visto la luce della bonta', o per una ragione divina. Ho solo... ammetto, con tono stanco. Parlare di se' stessi è difficile. ... non ne potevo piu'. Ho annusato che Zameia voleva tradirmi per silenziarmi, ho iniziato quindi come sempre a progettarne la morte.... e mi son ritrovato a chiedermi che stessi facendo. confesso a tutti. 

Pierre. dico voltandomi verso di lui, decisa. 
Prestero' te e voi aiuto. Non ho piu' una vita, non ho una strada, non ho una famiglia e non ho nulla. Non ho debiti con voi... ma penso che voglio seguirvi, stare con voi per ora, per cercare il mio nuovo posto a questo mondo. proseguo seria. Non... voglio tornare sulla mia vecchia strada. Non uccidero' piu' su commissione, voglio che questo sia chiaro. FInche' non si tratta di piantare il coltello nel collo di qualcuno... ci sono per aiutarti come posso. 

Modificato da athelorn
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Armos

Ascolto le parole di Malekith con curiosità e con ancor mggior interesse quando si rimuove la maschera rivelando di essere una bellissima elfa Tutti noi abbiamo un passato da cui fuggiamo dico semplicemente facendo un gesto della mano come a scacciare le sue preoccupazioni Se vorrai seguirci sarai la benvenuta. Ma dicci, ora come dovremmo chiamarti? Vuoi mantenere il nome di Malekith?

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Ophelia Montoya

Ascolto la storia del nostro misterioso compagno di viaggio. O compagna, a questo punto. Nascondere quel ben degli dei è un crimine...ma sentendo ciò che racconta, forse è stata la soluzione più saggia. "Benvenuta, Maleka. È un po' esotico, come nome, ma mi piace. O ne hai uno tuo?"

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I presenti sollevano un giusto problema. 
Avevo un nome... ma non voglio usare quello. Un giorno sceglierò un nome... ma per ora...  

rifletto come colta in contropiede. Essere chiamata da qualcuno attorno a me mai e’ stato nei miei pensieri, dopotutto.

Malekith ora è relegato al passato... Maleka... lo sento come un derivato dì Malekith. 
rifletto silente, guardando ancora i coltelli che ho appoggiato al suolo. ... per un nome temporaneo, forse pensavo “daga”, uno strumento che mi ha servito a lungo...oppure qualcosa come “Rouge”, “rosso” nella lingua di questo paese. Qualcosa di vago, transitorio così

 

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Pierre di Penthièvre

Alzo un ciglio quando vedo il drow sganciare a terra delle cinture piene di pugnali: non è propriamente la risposta che mi aspettavo. Il gesto sembra però parte di una risposta molto più ampia ed elaborata, che comprende una rivelazione sconvolgente: l'assassinio noto come Malekith è una sorta di archetipo leggendario, una figura che è riuscita a sopravvivere ai secoli passando di maestro in discepolo, fino a forgiare... La stupenda ragazza che appare davanti ai nostri occhi. Tutti indossiamo una maschera imposta da altri. Letteralmente, nel suo caso. Un vero peccato, perché dovrò chiederle di uccidere per commissione. Penserò io al mio fratellastro e a mio padre, ma avranno dei sostenitori e degli alleati che dovranno essere eliminati nella maniera più brutale ed efficiente. Dico all'elfa, aggiungendo Ma non ucciderà per soldi, questa volta. Io voglio offrirle ciò che i suoi precedenti "padroni" non sono stati in grado di darle: una casa, un'ideale in cui credere e delle persone su cui fare affidamento. Se userà le sue arti per me avrà un piccolo possedimento e dei contadini al suo servizio, che lo curino e lo gestiscano in sua assenza. Se combatterà per me mi aiuterà a portare giustizia in una terra vessata da un prepotente ed eviterà che altre persone debbano prendere scelte simili alle sue per disperazione. E se sarà una mia alleata potrà fare affidamento su di me, come tutte le altre persone che hanno scelto di seguirmi. Guardo l'elfa in attesa di una risposta, sorridendo quando la sento parlare del suo nome. Oui, Rouge c'est parfait. È un colore che mi è sempre stato caro: non a caso è uno dei simboli del casato di Penthièvre. Un'ottima scelta, che denota una notevole eleganza. E se avrà bisogno di una consulenza su un nome teatrale, elegante e drammatico potrà ovviamente contare sul sottoscritto, mademoiselle. Ero un attore, sa?

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Rouge

La richiesta mi coglie un po' alla sprovvista. Quindi... devo ancora uccidere? chiedo un po' scossa dalla richiesta. Stranamente, forse per l'apertura, non riesco a nascondere che l'idea di una casa sia la cosa che piu' attrae il mio interesse, la cosa che effettivamente ho sempre desiderato, ma l'idea di riprendere qualcosa che speravo di lasciarmi alle spalle... 

Capito. Un ultimo lavoro. Un ultimo lavoro che male puo' fare... faccio.... con una voce molto piu' mascolina, la voce che fin ora ho usato. La voce del ''incubo''. Signor Pierre di Penthièvre, abbiamo un accordo. Redigero' un contratto per siglare il nostro accordo a breve. L'ultimo contratto di Malekith, l'incubo di Roma. dico con piu' formalità, rirpendendo i miei pugnali dal suolo. Avro' bisogno di sapere precisamente molti dettagli: razza, sesso, contesto sociale e descrizione accurata di ogni mia vittima, le modalità preferite di omicidio, quante vittime collaterali mi son permesse e possibilmente planimetrie. Di solito chiedo un anticipo sul contratto per pagare le spese di omicidio, ma stavolta faro' un eccezione. spiego E dovra' specificare nel contratto la mia ricompensa prima che firmiamo.
Unica clausola importante, che non credo sara' un problema ma devo specificarlo: mai tradire l'accordo o le parti. Da contratto, un tradimento come divulgare informazioni, rimangiarsi la parola, non rispettare il pagamento o simili significa... L'ultima che non lo ha fatto è Zameia, ed avete visto le conseguenze. 
spiego con severa voce maschile. 

Vado a redigere il contratto: lascio a voi i dettagli sul viaggio. Dico lasciando il gruppo a parlare allontanandomi. A presto. 

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Ophelia Montoya

Una volta che Rouge si è allontanata, fischio piano "Che tipetto! Ma mi piace, ed è di gran lunga meglio averla dalla nostra parte che dalla loro. Certo che tra la sottoscritta, Maria, Astrid e ora questa Rouge, siamo un bel quartetto di...come si dice in Francia? Ah, si: belle dames sans merci"

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Pierre di Penthièvre

La mia parlantina non sembra aver avuto l'effetto sperato: è una persona delicata, ma so già come muovermi. Dovrò fare una scommessa con il destino. Ma cos'è la vita senza il rischio? E ha dimenticato mademoiselle Lara e mademoiselle Jeanne. Anche loro rientrano a perfezione nella descrizione. Probabilmente saremo io e monsieur Armos ad aver bisogno di essere salvati dalle grinfie del drago. Dico sorridendo ironico a Ophelia, parlando poi a lei e al tiefling Potreste darmi un momento? Vorrei discutere con la nostra nuova compagna, ma non mi dispiacerebbe andare in città a cercare qualcosa di interessante. E magari trovare un canale sicuro per contattare mio zio. Anche se probabilmente per quello potrei ottenere di più parlando con Morgan. Mi congedo e mi allontano dai due, seguendo l'elfa fino a raggiungerla.

Rouge/Malekith

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Aspetti, mademoiselle. Abbiamo un grosso problema: io non intendo stendere un contratto con una persona che non esiste. Non intendo stendere un contratto neanche con mademoiselle Rouge. Dico alla donna, continuando poi a parlare per spiegarmi meglio Prima l'avvisavo che potrebbe esserci la possibilità che io le chieda di usare nuovamente il suo addestramento, ma non che lei è costretta ad ubbidirmi. Non voglio schiavi o sottoposti: voglio dei pari che possano consigliarmi e guidarmi con la loro esperienza, aiutandomi ad evitare gli errori che ho commesso in passato. Non sarò come mio padre. Mai. Capisco che possa volere una garanzia, qualcosa che la possa proteggere da dei miei eventuali inganni: non è abituata alla fiducia, soprattutto nei confronti di un estraneo. E io intendo fornirgliela: potrà contare sulla mia vita, oltre che sulla mia parola. Non ci sono guardie alla sua tenda, come ha visto, e le fornirò i percorsi delle ronde notturne della compagnia. Inoltre avrà libero accesso alla mia tenda, da dove potrà prelevare il mio anello e il mio stocco. Dico mostrandole i due oggetti, spiegandole la loro importanza Sono entrambi dei simboli della mia famiglia, che ho sottratto prima di svanire. E mio padre e mio fratello ricompenseranno degnamente chiunque porti informazioni sul mio conto, soprattutto se corredate di prove tanto preziose. 

 

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Rogue

Pierre

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Vengo raggiunta da Pierre, un po' sorpresa dalle sue parole. Mi vuole mostrare ogni genere di fiducia offrendosi in ogni modo, e la cosa mi rincuora... e strappa un sorriso. 
Monsieur Pierre, la garanzia è una formalità. Se volessi arrivare nella sua tenda e prendermi i suoi averi e la sua vita, potrei farlo anche senza tutto cio'... dico inizialmente dura, ma poi mordendomi un labbro. ... scusa, non voglio sembrare ingrato di tanta fiducia o aggressivo... apprezzo davvero le parole e l'offerta. So che pagherai il tuo debito e so' di non dover ricorrere al peggio... ammetto ... ma come ho chiesto come favore... non voglio piu' uccidere, se non per autodifesa. Se devo uccidere, non voglio farlo da me. Non voglio la possibilità che Malekith corrompa pure me, come ogni malekith prima di me. spiego onesta. 

Nessun Malekith ha mai “smesso”. Quando ti fermi, scopri che non sai fare altro, e che malekith non è un altra persona... ma sei tu che hai ucciso e torturato un numero di persone a te o quattro cifre... ed io non voglio che malekith entri nella mia vita.

Questa è la maledizione della Maschera di Malekith: non puoi scappare perché senza non sei... nulla.

Sara' un ultimo lavoro di Malekith, coi crismi di Malekith, perchè resti lontano da me. Niente contratto, ok. Capisco che un assassino che non assassina è inutile, ed io sarei inutile... ma... contiuno con sempre piu' onesta apertura emotiva. 

... sono un assassino che non vuole assassinare. Per stavolta vi servo ancora come assassino, so' che vi serve. Ti prego... lascia che sia Malekith a macchiarsi di questi ultimi omicidi, e non... io. chiedo con un onesto bisogno disperato, forse indice di un bisogno radicale di dissociarmi da tutto quel che malekith è ed ha fatto. 

 

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Pierre di Penthièvre

Rouge

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Ascolto la spiegazione della ragazza e solo ora riesco a comprendere la profondità del suo gesto. Non ha indossato una maschera, ma le è stata imposta una nuova identità. È terribile. Ancora una volta si sta sottovalutando. Io ho visto una donna che si è finta un uomo per secoli, senza creare il minimo sospetto in nessuno, un'esperta di travestimenti, una donna in grado di sopravvivere ad una corte abitata da cultisti, necromanti e sadiche incantatrici e un'esperta nell'arte dell'inganno e del travestimento. E lei sarebbe solo Malekith? Chiedo alla ragazza, concludendo il mio discorso No, mademoiselle Rouge. Non vuoi uccidere se non per autodifesa? Ottimo, mi aiuterà a raccogliere informazioni sui miei nemici o a trovare modi per convincerli a rovesciare mio padre. Le sue abilità sono le più disparate, ci saranno certamente delle parti che richiederanno una di queste. L'importante è che non faccia tornare una maschera ormai distrutta nella sua vita, facendosi condizionare ancora una volta. 

 

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