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5 falsi miti sulla spada medievale


aza

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Dal suo Blog Eduplay, il prof. Marrelli ci parla della spada medievale e dei falsi miti che circondano l'arma più diffusa nei Giochi di Ruolo Fantasy.

La Spada. L’arma per eccellenza. La signora indiscussa del Medioevo, il simbolo del Cavaliere.
Un’arma che, però, è arrivata ai giorni nostri con un pesante carico di dicerie sul suo conto.
In questo viaggio sul filo della sua lama, andremo a sfatare cinque miti che ammantano le spade medievali.

Una piccola nota: in questo articolo prendiamo in esame unicamente le spade europee durante il medioevo, non quelle di altri tempi o di altri luoghi.

5 – Tipologie di Spade

01spade.jpg
La classificazione delle spade di Dungeons & Dragons edizione 3.5.

I giochi di ruolo, soprattutto Dungeons & Dragons, tendono a classificare le spade in tre grandi categorie: spade corte (armi leggere), spade lunghe (a una mano) e spadoni (a due mani), con un ibrido tra gli ultimi due rappresentato dalla spada bastarda.

La realtà è leggermente diversa: queste armi corrispondono ad altrettanti tipi di spade presenti nel medioevo, ma alcune di esse mostrano delle differenze sostanziali.

02spade.jpg
Spada da lato e daga a confronto. Esistono armi corte ben più lunghe di questa daga, come il Seax o la Cinquedea.

La spada corta sembra una fusione tra uno dei vari tipi di “coltelli da combattimento” come la Daga, il Seax o la Cinquedea, lunghe intorno ai 50 cm, e una spada da lato (“Arming sword”), arma standard medievale a una mano lunga attorno ai 90 cm.
I primi dovrebbero dunque rientrare nei pugnali (tant’è che in inglese la parola usata è Dagger, che indica proprio una daga), mentre la seconda è una tipica spada a una mano.

03spadalunga.jpg
La spada lunga si tiene comunque alla vita, ma ha un’impugnatura adatta all’uso con due mani

Oltre questa lunghezza si trova la spada lunga (“longsword”) che, tuttavia, nel mondo reale, è un’arma a due mani: sviluppatasi intorno al 1200, rappresenta la tipica spada del cavaliere cinematografico.

Alcune forme di spada lunga mantengono un’impugnatura sufficientemente lunga per essere impugnate a due mani, ma una lama abbastanza corta da non richiedere una leva molto forte: queste “Spade lunghe corte”, usate di solito con due mani ma impugnabili a una mano quando necessario, rappresentano il reale equivalente delle Spade Bastarde e sono talvolta chiamate con questo nome. Nella quinta edizione di dungeons and dragons, la Spada lunga è un’arma a una mano con la capacità “Versatile” di essere usata in maniera più vantaggiosa con due mani e rappresenta egregiamente questo tipo di arma.

04duellomedievale.jpg
Lo Spadone o Montante, arma incredibilmente lunga e dall’uso peculiare

Infine lo Spadone è in realtà un’arma del primo rinascimento chiamata Montante o Zweihänder (letteralmente “a due mani”) tipica dei Lanzichenecchi, i famosi mercenari tedeschi citati anche dal Manzoni. Si tratta di un’arma alta quasi quanto un’uomo che eredita alcune tecniche di combattimento dalla lancia e che trova il suo ruolo peculiare nella complessa economia dei campi di battaglia del rinascimento, governati dalle picche, da un’ascesa delle armi da fuoco rudimentali e dal declino dell’armatura. Più simile allo spadone di Dungeons & Dragons è la Claymore, una versione della spada lunga più pesante e dalla lama più larga, diffusa in scozia dal XIV secolo.

Accanto a queste armi, è d’obbligo citare anche le spade affilate da un solo lato, come i falcioni e i messer, che ricordano le sciabole e che barattano potere di affondo in favore di una maggiore forza di taglio. Si tratta di armi diffuse nel tardo medioevo, soprattutto al di fuori della nobiltà, molto più di quanto ci si possa immaginare.

05claymore.jpeg
La lama larga della Claymore la avvicina allo Spadone di Dungeons & Dragons

06messer.jpg
Uno splendido esemplare di Messer

4 – Il peso

Capita spesso che le spade ci vengano descritte come pesanti blocchi di metallo che richiedono forze immense per essere utilizzati: in realtà, le spade del medioevo sono piuttosto leggere.
Una spada a una mano, ad esempio, pesa poco più di un chilogrammo e persino la spada lunga si attesta tra 1,2 e 1,8 kg: impugnata a due mani, quest’arma pesa su ciascuna mano meno di quanto lo faccia la spada da lato, dimostrandosi più agile e, contro ogni previsione, più adatta a un personaggio di forza inferiore. Perfino uno spadone si attesta su un massimo di 6 kg!

07spadone.jpg
Questo gigante d’acciaio non è così pesante come sembra… ma questo non significa che sia agevole da muovere!

Tuttavia questi pesi apparentemente lievi si possono tradurre in armi più o meno agili da impugnare: la spada ha un complesso sistema di distribuzione del peso lungo tutta l’arma, dovuto principalmente alla forma della lama e al pomello in fondo all’impugnatura: due armi apparentemente simili e dello stesso peso possono mostrare un baricentro più vicino alla punta, concedendo una maggiore capacità di taglio, o alle mani, implicando una maggiore manovrabilità.

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Le signorine in questo momento stanno rivalutando la virilità degli arcieri

Se invece si cerca un’arma che richieda molta forza, bisogna guardare agli insospettabili archi da guerra, come gli archi lunghi inglesi: dove le repliche moderne hanno una forza di 60 libbre (270 Newton), paragonabili a quelle degli storici archi da caccia utilizzabili facilmente da un uomo adulto con una certa forza fisica, gli archi lunghi storici avevano forze dell’ordine di 100-180 libbre.
Oggi giorno, pochissimi arcieri sono in grado di tirare efficacemente con archi così duri: si tratta di forze tali che gli scheletri degli arcieri inglesi sono riconoscibili per la struttura delle ossa delle spalle e delle braccia.

3 – Affilatura

Anche qui le leggende parlano sia di lame affilate come un rasoio (leggenda ancora più diffusa per la Katana giapponese) che di armi smussate, poco più di bastoni di metallo.

La verità è, ovviamente, nel mezzo.

09duello.jpg
Fidati di me, non vuoi essere “accarezzato” da una spada

Le spade erano tendenzialmente affilate, soprattutto nella parte finale della lama, nota come “debole”: tuttavia questa affilatura richiedeva di essere rinnovata di frequente e si perdeva facilmente con il cozzare della lama contro armi e armature nemiche.
Per questo, molti si accontentavano di un’affilatura “media”, abbastanza per rendere la lama letale contro la pelle esposta ma poco altro (leggi oltre “Efficacia”).

Un altro motivo per affilare la spada solo parzialmente è l’esistenza di alcune tecniche, soprattutto per la spada lunga, che prevedevano di impugnare la spada lungo la lama: queste tecniche, sviluppate soprattutto per combattere contro avversari in armatura a piastre, prevedevano ad esempio di usare la spada come una corta lancia a due mani per tentare di infilare la punta nelle giunture dell’armatura nemica (tecnica nota come half-swording), oppure di girarla e impugnarla come un martello, colpendo l’avversario con la guardia o il pomello in un attacco letale, di solito alla testa, chiamato “colpo mortale” o, in tedesco, Mordhau (nome di un recente videogioco di mischie multigiocatore a tema medievale).

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Il cavaliere di sinistra sta dirigendo la propria lama con la mano per cercare di infilarla nelle giunture dell’avversario.
Quello di destra risponde alacremente con un Mordhau, un “colpo mortale”!

Entrambe queste tecniche richiedevano di afferrare saldamente la lama, ma la probabilità di tagliarsi così era pressoché nulla, soprattutto grazie ai guanti d’arme (spesso di cuoio) indossati quasi sempre dai combattenti.

2 – Efficacia

Chi pensa che la spada sia l’arma più potente si sbaglia di grosso: le riproduzioni cinematografiche in cui vediamo colpi di spada tagliare armature come burro sono estremamente fantasiose.

Si tratta di un’arma indubbiamente letale contro la carne scoperta e in grado perfino di tagliare un osso, ma si dimostra inefficace contro le armature: una spada poco affilata potrebbe essere fermata perfino da vestiti spessi, e anche quelle affilate sarebbero inutili contro le armature più pesanti.

I fendenti di una spada del medioevo potevano essere facilmente bloccati, ad esempio, da un gambesone, un’armatura imbottita, sconosciuta ma molto diffusa, formata da decine di strati di tessuto (solitamente lino).
Ne avete visti a decine nei film, ma non lo sapevate: era un’armatura molto usta a causa del costo contenuto e facilità di riparazione, oltre che efficace nel fornire riparo dai climi più rigidi.

11armatura.jpg
Un elegante gambesone, collezione primavera-estate-autunno-inverno.

In generale una spada usata di taglio poteva mettere K.O. un nemico in un solo colpo se andava a provocare ferite molto sanguinanti o incapacitanti, e usata in affondo l’efficacia dipendeva molto dalla zona colpita: poteva essere un colpo doloroso ma inefficace oppure una morte istantanea.

Attaccando di punta aumentava anche la probabilità di attraversare un’armatura: un colpo particolarmente potente E fortunato avrebbe potuto rompere gli anelli di una cotta di maglia e penetrare nelle carni sottostanti, ma solo per armature di qualità di costruzione mediocre. Inoltre queste armature erano tendenzialmente indossate sopra delle imbottiture che avrebbero ulteriormente rallentato il colpo.

1 – Diffusione

L’idea che la spada fosse un’arma costosissima e propria dei soli nobili è vera solo nei primissimi secoli del medioevo e nelle regioni più remote, come la Scandinavia o l'Inghilterra. È vero che alcuni tipi di spada, come la Spada Lunga, in alcune regioni e periodi sono state associate a determinate classi sociali: tuttavia le spade in generale erano piuttosto diffuse, soprattutto nel tardo medioevo.
In alcune città della Germania, addirittura, era richiesto agli uomini in grado di combattere di possedere una spada.

E’ invece sbagliata l’idea che la spada sia un’arma molto utilizzata sul campo di battaglia.
Per comprenderne il motivo, dobbiamo capire il ruolo della spada, cioè quello di arma di difesa personale: in maniera simile a una pistola, l’aspetto più importante della spada è la sua comodità di trasporto.
E’ un’arma efficace contro nemici non corazzati, è più lunga e agile di un’ascia a una mano ma più pratica di una lancia, la sua lama e la guardia a croce forniscono un ottimo vantaggio difensivo ed è possibile portarla alla vita durante le attività quotidiane, in viaggio e anche in guerra.

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Battaglia di Crecy, 1346: quasi tutti hanno una spada, quasi nessuno la sta usando.
Anche nel medioevo, la spada faceva molto “figo” nelle riproduzioni artistiche, dunque da prendere “cum grano salis”.

Tuttavia, come la pistola, sul campo di battaglia non è un’arma principale ma una di ripiego: nel tardo medioevo, quando c’era ormai una certa diffusione di spade di seconda mano (basti pensare a tutte le spade ereditate oppure quelle “rese disponibili” da fenomeni di morte massiccia come la peste nera), qualunque soldato aveva una spada con sé come supporto in battaglia.

Tuttavia, le armi da guerra erano ben diverse.
Il campo di battaglia, dai secoli bui fino al rinascimento, era governato dalle armi ad asta: lance, picche, alabarde e altre più sconosciute come il roncone, la guisarma, il falcione e la partigiana.
Altri soldati combattevano con lo scudo e un’arma da impatto come ascia, mazza o martello d’arma (poco più grande di quello di uso comune), armi specializzate per abbattere nemici corazzati.

La spada dunque era molto presente nei campi di battaglia ma poco utilizzata: con il rinascimento e l’arrivo delle armi da fuoco, le armature saranno via via abbandonate e la spada avrà il suo canto del cigno come arma da ufficiale e da cavalleria, soprattutto in forma di sciabola, fino alla sostituzione dei reparti di cavalleria con quelli meccanizzati durante le guerre mondiali.


Articolo originale: http://www.profmarrelli.it/2019/06/14/5-falsi-miti-sulla-spada-medievale/

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In quanto storico ho sempre trovato super interessanti gli articoli come questo. Attraverso l'università non ho mai avuto modo di studiare nel dettaglio l'argomento "armi e tecniche di combattimento medievali", e non sono mai riuscito a trovare un manuale o saggio che ne parlasse nello specifico. Qualcheduno tra voi, quindi, ha dei testi da suggerirmi?

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Oh ce ne sono molti! Oggi la scherma storica ( chiamata anche HEMA, acronimo di Historical European Martial Arts) si sta ritagliando uno spazietto piccolo piccolo a fianco della scherma olimpica, ma la disciplina è nata grazie ai primi studi filologici sui trattati medievali. Fatti un giro su Scrimipedia, o se mastichi l'inglese su Wiktenauer, delle enciclopedie su questo argomento. Devi sapere che ci sono due macro-famiglie conosciute oggi, quella tedesca e quella italiana. Il grande maestro patrio è Fiore dei Liberi, che scrisse un trattato a inizio XV secolo. Io l'ho studiato sul testo de Il Cerchio editore, Flos Duellatorum. Ma vi sono anche altri testi generici e più divulgativi come "La spada a due mani" di Andrea Conti, edito con Zhistorica. E parliamo solo di due mani! CI sono tantissimi testi di scherma rinascimentale, che trattano le discipline più diverse.

1 ora fa, SilentWolf ha scritto:

In quanto storico ho sempre trovato super interessanti gli articoli come questo. Attraverso l'università non ho mai avuto modo di studiare nel dettaglio l'argomento "armi e tecniche di combattimento medievali", e non sono mai riuscito a trovare un manuale o saggio che ne parlasse nello specifico. Qualcheduno tra voi, quindi, ha dei testi da suggerirmi?

 

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Dipende su cosa ti interessa sapere, l'arma intesa come strumento bellico o l'arma intesa come studio della tecnica di scherma?
Nel primo caso ti consiglio "Storia delle armi di William Reid" è un po' pesantino (come un manuale universitario), ma offre una buona panoramica dalla preistoria alla guerra contemporanema, purtroppo si sofferma principalmente sui secoli XVIII-XIX (quasi metà del libro) contro gli altri periodi storici.
Nel secondo caso puoi cercare dei trattati come il Floss Duellatorum di Fiore dei Liberi e l'Opera Nova di Achille Marozzo. Sono entrambi dei testi didattici di scherma, rispettivamente del XIV e XV secolo. Questi non te li consiglio molto perché sono estremamente tecnici e senza una conoscenza della terminologia schermistica è abbastanza difficile (e probabilmente anche noioso) stargli dietro.

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2 ore fa, aza ha scritto:

Se invece si cerca un’arma che richieda molta forza, bisogna guardare agli insospettabili archi da guerra, come gli archi lunghi inglesi: dove le repliche moderne hanno una forza di 60 libbre (270 Newton), paragonabili a quelle degli storici archi da caccia utilizzabili facilmente da un uomo adulto con una certa forza fisica, gli archi lunghi storici avevano forze dell’ordine di 100-180 libbre.
Oggi giorno, pochissimi arcieri sono in grado di tirare efficacemente con archi così duri: si tratta di forze tali che gli scheletri degli arcieri inglesi sono riconoscibili per la struttura delle ossa delle spalle e delle braccia.

A tale riguardo consiglio vivemente la lettura dell'interessantissimo articolo "Performance dell'arco da guerra inglese" sul sito "Baionette Librarie".
E, sempre sullo stesso sito, consiglio anche la lettura dei 4 articoli sulle armature.

 

3 ore fa, aza ha scritto:

4 – Il peso

Capita spesso che le spade ci vengano descritte come pesanti blocchi di metallo che richiedono forze immense per essere utilizzati: in realtà, le spade del medioevo sono piuttosto leggere.
Una spada a una mano, ad esempio, pesa poco più di un chilogrammo e persino la spada lunga si attesta tra 1,2 e 1,8 kg: impugnata a due mani, quest’arma pesa su ciascuna mano meno di quanto lo faccia la spada da lato, dimostrandosi più agile e, contro ogni previsione, più adatta a un personaggio di forza inferiore. Perfino uno spadone si attesta su un massimo di 6 kg!

Tuttavia questi pesi apparentemente lievi si possono tradurre in armi più o meno agili da impugnare: la spada ha un complesso sistema di distribuzione del peso lungo tutta l’arma, dovuto principalmente alla forma della lama e al pomello in fondo all’impugnatura: due armi apparentemente simili e dello stesso peso possono mostrare un baricentro più vicino alla punta, concedendo una maggiore capacità di taglio, o alle mani, implicando una maggiore manovrabilità.

Direi che questo (e la citazione precedente, relativa agli archi) conferma una mia idea di alcuni anni fà, quando ancora giocavo a D&D 3.5: si dovrebbe usare la Destrezza per il tiro per colpire, e la Forza per il danno, per TUTTE le armi.

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51 minuti fa, MattoMatteo ha scritto:

Direi che questo (e la citazione precedente, relativa agli archi) conferma una mia idea di alcuni anni fà, quando ancora giocavo a D&D 3.5: si dovrebbe usare la Destrezza per il tiro per colpire, e la Forza per il danno, per TUTTE le armi.

Hhm, a voler assegnare i modificatori su txc/danni in modo "più realistico" bisognerebbe considerare anche le stance dell'arma.

Modificato da Nyxator
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1 ora fa, MattoMatteo ha scritto:

Direi che questo (e la citazione precedente, relativa agli archi) conferma una mia idea di alcuni anni fà, quando ancora giocavo a D&D 3.5: si dovrebbe usare la Destrezza per il tiro per colpire, e la Forza per il danno, per TUTTE le armi.

Per esperienza posso dire che se traducessimo un combattimento con armi bianche (di archi o altro non parlo, non avendo esperienza) le caratteristiche più importanti sarebbero: DES - INT/SAG - COS - FOR in questo ordine. Le spade nonostante non abbiano i pesi improbabili di videogiochi e giochi di ruolo pesano, parecchio, soprattutto perché hanno un bilanciamento cui non siamo abituati a tenere e perché sforzano muscoli che non si usano in praticamente nessun'altra situazione (l'avambraccio), quindi non è tanto una questione di forza, quando più di resistenza allo sforzo (quindi direi costituzione). Detto questo a parte le varie pippe mentali da simulazionismo e simili credo che la FOR sia giù di per se una caratteristica abbastanza bistrattata (soprattutto in 5e) senza bisogno di andare anche a rubarle quel poco che regola 😉

Altra nota divertente, richiede usare molta più forza uno striscia (cioè lo "stocco") che una spada a due mani (che ne richiede ancora meno della spada ad una mano, tant'è che è un'arma consigliata per le donne che vogliono iniziare)

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@Sulrandir @Nocciolupo Grazie degli spunti. Vedrò di approfondire appena possibile. 😉

 

2 ore fa, Nocciolupo ha scritto:

Per esperienza posso dire che se traducessimo un combattimento con armi bianche (di archi o altro non parlo, non avendo esperienza) le caratteristiche più importanti sarebbero: DES - INT/SAG - COS - FOR in questo ordine.

Hmmmmm....decisamente interessante. In particolar modo l'idea di coinvolgere l'Intelligenza e la Sagezza nel combattimento. Se ti va, argomenta un po' di più quello che intendi. M'interessa molto. Come coinvolgeresti le varie Caratteristiche da te citate nel combattimento?

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2 ore fa, MattoMatteo ha scritto:

Le "stance" sarebbero i vari "stili/tecniche di combattimento" (nonostante abbiano lo stesso nome, non parlo di quelli del guerriero della 5° edizione)?

Sono il modo in cui si impugna l'arma/ci si difende/si attacca con un'arma.  (cose come posta reale di vera finestra ecc)

Spoiler

TRrs.jpg

 

VDPDR2f.jpg

 

1 ora fa, Lord Danarc ha scritto:

invece per la storia delle statistiche nel gioco meglio lasciare tutto com’è. Il realismo in questo caso sarebbe inversamente proporzionale alla giocabilità e quindi al divertimento.

Su quello non ci piove: sennò al primo azzardo di parata su clavata di gigante lo scudo e il braccio del guerriero (e il guerriero scatoletta di tonno) fanno crock all'unisono ¹ e bisogna riconsiderare i vari bonus CA.

¹

Spoiler

(il popolano di lv0 invece può usare un'azione immediata per fare questa faccia a lato 👉 :eek-old: prima di finire splattato a livello molecolare)

 

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Articolo molto interessante.

Alle risorse citate (ci sono diversi canali youtube dedicati alla scherma storica, sia italiani che esteri, alcuni fanno anche ricostruzioni oltre a spiegare tecniche e caratteristiche dei vari stili/armi) aggiungerei Nova Scrimia di Graziano Calvani, che tratta gli stili di diverse armi antiche cercando di ricostruirli partendo dalle fonti e dall'uso pratico.

Modificato da Mezzanotte
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3 ore fa, Nocciolupo ha scritto:

quindi non è tanto una questione di forza, quando più di resistenza allo sforzo 

Anche io, leggendo "La figlia della spada", dove la protagonista è una poliziotta (quindi non una lanciatrice di coriandoli), ho appreso che le lezioni colla katana (quella che nei film i samurai impugnano senza neanche spettinarsi), alla fine di ogni lezione la trovava stanca morta e sudata come a ferragosto.

 

3 ore fa, Nocciolupo ha scritto:

(quindi direi costituzione)

E' OT ma: no, sempre Forza. Costituzione è la capacità di resistere all'impepata di cozze e alla finestra aperta che fa corrente senza la maglietta di lana.
E' vero che le marce forzate richiedono TS Tempra/Cos, ma c'è di mezzo anche il fiato, e comunque nulla con sostenere pesi esterni al tuo corpo... Ed è anche credo l'unico caso ambiguo.

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1 ora fa, SilentWolf ha scritto:

Hmmmmm....decisamente interessante. In particolar modo l'idea di coinvolgere l'Intelligenza e la Sagezza nel combattimento. Se ti va, argomenta un po' di più quello che intendi. M'interessa molto. Come coinvolgeresti le varie Caratteristiche da te citate nel combattimento?

In un combattimento ci sono vari fattori che influenzano l'esito. Il primo, sembra scemo, ma è di fatto il più importante è la velocità (quantomeno nel combattimento armato, in quello a mani nude è un'altro discorso). Il fatto è che, armature a parte, il primo colpo dato bene chiude lo scontro, che sia mortale o meno, quindi generalmente quello che è più veloce, cioè che ha la DES più alta vince.
Al secondo posto vengono tecnica, intuizione ed intelligenza vera e propria, diciamo la capacità di leggere l'avversario, che cosa intende fare e se possibile di sorprenderlo. Alla fine la scherma è tutta una questione di "inviti" che sono delle trappole praticamente, io ti offro un determinato bersaglio sperando che tu ti comporti in un determinato modo così che io mi comporti di conseguenza, quindi qua INT o SAG.
Terzo la resistenza, e qua non sono d'accordo con @MadLuke. Io sono una persona forte fisicamente, sono più pesante e leggermente più alto della media, alle medie facevo rugby dove ero terza linea (cioè quello piccolo di quelli grossi, e nonostante questo contro persone molto meno forti di me, ma più resistenti faccio fatica, se magari ad inizio duello sono in vantaggio più il combattimento si prolunga più inizio ad avere i riflessi lenti ed a far fatica a parare i colpi, per questo secondo me in uno scenario che voglia simulare un combattimento o le caratteristiche ad esso associate la COS è mediamente più importnate della FOR. La forza a mio avviso, aldilà di essere influenti su determinate armi particolarmente pesanti (montanti, scudi, strisce) diventa influente nel gioco streto, cioè quando si entra in lotta, oppure se uno è veramente tanto più forte dell'altro che quest'ultimo fa fatica a parare i suoi colpi.

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6 minuti fa, Nocciolupo ha scritto:

se magari ad inizio duello sono in vantaggio più il combattimento si prolunga più inizio ad avere i riflessi lenti ed a far fatica a parare i colpi, per questo secondo me in uno scenario che voglia simulare un combattimento o le caratteristiche ad esso associate la COS è mediamente più importnate della FOR.

Mmm... Forse hai ragione. :-)

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48 minuti fa, Nocciolupo ha scritto:

Terzo la resistenza, e qua non sono d'accordo con @MadLuke. Io sono una persona forte fisicamente, sono più pesante e leggermente più alto della media, alle medie facevo rugby dove ero terza linea (cioè quello piccolo di quelli grossi, e nonostante questo contro persone molto meno forti di me, ma più resistenti faccio fatica, se magari ad inizio duello sono in vantaggio più il combattimento si prolunga più inizio ad avere i riflessi lenti ed a far fatica a parare i colpi, per questo secondo me in uno scenario che voglia simulare un combattimento o le caratteristiche ad esso associate la COS è mediamente più importnate della FOR. La forza a mio avviso, aldilà di essere influenti su determinate armi particolarmente pesanti (montanti, scudi, strisce) diventa influente nel gioco streto, cioè quando si entra in lotta, oppure se uno è veramente tanto più forte dell'altro che quest'ultimo fa fatica a parare i suoi colpi.

Aspetta però, perché "forza" nel mondo reale non vuol dire granché. Stiamo misurando quanto peso spingi? Quanto sollevi? Quanta potenza sviluppi in un movimento limitato? Quanto resisti in una posizione di tensione prolungata? Sono tutte cose diverse per un atleta, puoi banalmente immaginarti il body builder in palestra (o anche il muratore in cantiere) che valuta quanto peso mettere sul bilanciere se fa la panca piana o uno squat, confrontare atleti diversi nello stesso settore, o in settori diversi: tirare su più peso con una trazione è questione di forza, non di costituzione, ma un atleta capace di ciò dura anche più tempo in posizione di front lever (calisthenics, non ti allego le immagini ma trovi facile che tanto va di moda) sebbene non ci sia una correlazione 1:1 e a Tizio riesce meglio una delle due a Caio l'altra, perché banalmente essere più forte (i palestrati si metteranno a parlare di differenze tra volume, massa, di fibre, e un sacco di altra roba con poco approfondimento anatomico/medico) ti fa pesare meno il singolo sforzo. Però non ha senso usare punteggi diversi per rappresentare queste cose, o mettere su una scheda parametri come il peso che puoi sollevare o trascinare. Sarebbe inutile tenere traccia di queste differenze, il corpo diventa migliore nelle cose che fa più le fa e ci bastano parametri generici per confrontare 'corpi' diversi.

Ben diverso chiedersi quanto tieni prima di cadere a terra sotto delle frustate, a camminare nel ghiaccio, a fare la maratona, e queste cose (insieme ad altre che non c'entrano niente) sono un fatto di Costituzione nella finzione di D&D (e molti altri giochi). C'è ovviamente una sovrapposizione, non dico che non chiederei un TS di costituzione per vedere se i nostri eroi riescono a sostenere 12 ore di combattimento epic fantasy stile, ma è più per dare a ogni caratteristica lo spazio di 'finzione' che richiede che per una pretesa di simulazione (Beowulf non riuscirebbe a combattere il mostro marino per il tempo che dice, ma vogliamo che i nostri eroi siano come Beowulf a volte).

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Nonostante non abbia trovato nuove nozioni da imparare, questa è la prima volta che ne sento parlare in italiano. La cosa mi ha fatto davvero molto piacere.
Trovo l'articolo ben fatto e mi sembra che spieghi in maniera abbastanza chiara tutto quello che si ripromette di chiarire, nonostante sia abbastanza sintetico. Mi piace.

 

2 ore fa, Nocciolupo ha scritto:

Terzo la resistenza, e qua non sono d'accordo con @MadLuke. Io sono una persona forte fisicamente, sono più pesante e leggermente più alto della media, alle medie facevo rugby dove ero terza linea (cioè quello piccolo di quelli grossi, e nonostante questo contro persone molto meno forti di me, ma più resistenti faccio fatica, se magari ad inizio duello sono in vantaggio più il combattimento si prolunga più inizio ad avere i riflessi lenti ed a far fatica a parare i colpi, per questo secondo me in uno scenario che voglia simulare un combattimento o le caratteristiche ad esso associate la COS è mediamente più importnate della FOR. La forza a mio avviso, aldilà di essere influenti su determinate armi particolarmente pesanti (montanti, scudi, strisce) diventa influente nel gioco streto, cioè quando si entra in lotta, oppure se uno è veramente tanto più forte dell'altro che quest'ultimo fa fatica a parare i suoi colpi.

Quello di cui parli tu si dovrebbe tradurre regolisticamente con l'affaticamento come conseguenza dei round di combattimento. Questa però è una cosa che D&D di base non fa, ed in genere non vedrai un personaggio diventare affaticato dopo un tot di turni passati in combattimento.
Tra l'altro questa è una caratteristica di tanti sport da combattimento. Lotta, pugilato, scherma, sono attività in cui devi spingere al massimo ininterrottamente per alcuni minuti, ed è estenuante e molto diverso dall'alzare millemila chili al bilanciere.

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