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Il Silmarillion: il prima e il dopo...


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3 giorni fa è morto Christopher, il bambino a cui veniva raccontato il Silmarillion e il Signore degli Anelli. 

 

Il Prima:

Volevo un attimo dire qualcosa su Tolkien. Da dove viene la grandezza di Tolkien? 

  • 1891 (vedi tre)
  • Gli muore il padre a 4 anni, poi ha un periodo in cui si sposta da un posto all'altro con la famiglia (questo è un evento stressorio molto maggiore per un bambino di quanto pensate), e a 12 anni gli muore la madre. Bach, Dante, Dostoevsky, Orson Welles un sacco di tier 1 condividono la perdita di entrambi i genitori entro l'adolescenza (ma non orfani dalla nascita: si sentirebbe di meno perché si è abituati)
  • Viene istruito dalla madre sin da piccolo alla linguistica e alla favolistica
  • La mia teoria è che la qualità del "Signore degli Anelli" e del "Silmarillion" è la qualità di quella generazione estremamente creativa un po' in tutta europa e specie in alcune zone, come Vienna. [Virginia Woolf: 1882; Joyce: 1882; Kafka: 1883; Ezra Pund: 1885; Pessoa: 1888; Ungaretti: 1888; Stearns Eliot: 1888; Lovecraft: 1890; Pasternak: 1890; Bulgakov: 1891; Huxley: 1894; Scott-Fitzgerald: 1896; Montale: 1896; Bretch: 1898; Garcia Lorca: 1898; Borges:1899, Nabokov: 1899; etc.]; Insomma chi ha vissuto la gioventù durante la Belle Epòque e la seconda rivoluzione industriale, e che aveva 25 anni più o meno all'inizio del 1900 con tutto il clima delle Avanguardie (durante quegli anni nascono il fantasy (Gods of Pegana 1897), i Supereroi (Hugo Hercules 1903), la fantascienza ha una storia più spalmata ma esattamente in quegli anni H.G. Wells inventava sei o sette generi tra cui le Invasioni Aliene pari pari ai film che fanno oggi (War of Words, 1987, lo stesso anno di Pegana). 

Tre bombe, ed ecco come nasce un classico: Tolkien.

Quello che è stato poco chiarificato fino ad oggi: Tolkien ha inventato la fonoestetica la bellezza delle parole. Il fatto che abbia inventato una cosa totalmente nuova, forse una nuova (per quanto marginale) arte, è equipollente al fatto che nei Four Quartets, Eliot concepì l'opera come una sinfonia, o che Fitzgerald riuscì ad essere un raffinato (e Great) europeo-dostoevkyano pur essendo statunitense. È (che YouMath mi dice basta fare Alt + 0200 per avere la è grande accentata, ma non funziona quindi ogni volta la devo copiaincollare per non fare la figura dell'ignorante; e per fare questa digressione mi sono scordato cosa doveva seguire la è, ma lascio così). Ah ecco che dovevo dire, è (la È di prima xD) un caso che Lovecraft - che personalmente ritengo una persona che di suo non sarebbe stata né creativa, né niente - siano praticamente coetanei?

Per quanto riguarda la parte puramente letteraria (per me Tolkien non è letteratura seria, le lingue sono praticamente un'arte a parte). Anche il corpus di legende dal nulla è una cosa abbastanza originale, ma meno delle creazioni linguistiche. Il Signore Oscuro e la guerra medioevale tra le Forze del Bene e le Forze del Male seppure una cosa da bambini (rispetto al Fitzgerald di This Side of Paradise, per esempio) in qualche modo è un meme con un potere virale per chi scrive fantasy addirittura superiore al Marxismo o alla linguistica Hegeliana per chi fa filosofia, così come gli Elfinanihalflingorchi, tanto è vero che romanzi fantasy che sono copie di LoTR si contano sulle dita di una mano. Di ogni cinese vivente.

In qualche modo ci sono altre cose che non riesco a decifrare del perché mi piace Tolkien (non a livello letterario e psicologico, per carità, a livello di gdr), e ripeto che credo che sia perché è stato comunque un prodotto dei tre punti che ho elencato (più forse un quarto, che le scriveva per suo figlio Christopher come sua madre gli raccontava le fiabe prima che morisse; più forse un quinto, Reuel è un nome in perfetta estetica tolkeniana della lingua e il suffisso sia celtico che ebreo -el è il suo suffisso più usato (e quello più bello, dai..), così come -ien; non so quanti nomi elfici terminano in -el o -ien; è paragonabile solo al nominativo/accusativo greco e comunque ancora presente nel celtico -os/-on, questi quattro sono forse i più usati nel fantasy in assoluto, tanto che purtroppo se ne sono accorti anche i fantatrash...)

Inoltre, il fatto che fosse un conservatore un po' bigotto, conservatore e classicista, forse l'ha reso impermeabile al modernismo: ma la pressione artistica del suo tempo, oltre che le sue esperienze di vita, hanno premuto ed è venuto fuori qualcosa di non solo originale, ma diverso da tutto il resto (proprio perché non contaminato). 

La prosa di Tolkien è di serie tra la M e la N, le storyline tra la O e la P (trasporta Frodo su un Aquila e butta l'anello; i Morti al Pelennor vince il premio Peggior Deus Ex Machina della storia della letteratura occidentale), ma nessuno prima di lui aveva mai dato così importanza a quanto fossero belle le parole.

La qualità, l'attenzione e l'intelligenza del Quenya e di tutte le altre invenzioni lunguistiche di Tolkien, dei nomi così belli che ogni volta ti stupisci quanto cavolo siano belli, e ogni volta che ne scopri uno nuovo ti sembra di averlo già sentito per quanto è bello, è una invenzione meravigliosa e di per se non meno intelligente di alcune idee della "Letteratura Alta" di Eliot&Co.

 

(ps. e per carità, basta con le razze tolkeniane; quella è un miscuglio tra le leggende nordiche e la cultura razzista del tempo anche di chi non lo era, ma oggi è veramente come cercare di estrarre del latte dalla polvere delle ossa di una mucca; solo in D&D 4 ho visto un tentativo di ripristinarne il sense of wonder negli elfi: si è scorporata la componente dell'estetica fatata dei gas ionizzati (aurore, gas luminosi, stelle, etc. che peraltro nel fantatrash statunitense stava diventando praticamente glam) da quella puramente silvana, perché con gli anni il sense of wonder calava e si cercava di come dire migliorarli, ma le due estetiche tiravano una da una parte una dall'altra: separarli è stato un colpo da maestro che aveva già avviato quello di Planescape con gli Eladrin (nome degno di Tolkien)

 

Il Dopo: ...?

 

Namárië 🙂 

Modificato da The Dungeon Master
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Di cosa vuole parlare, esattamente, questa discussione? :mmm2-old:

Domandato questo, passo alla mia opinione di Tolken: riassumendola in una parola, "sopravvalutato" (imho).
Il suo modo di scrivere è così prolisso da essere noioso (il Silmarillion è il primo libro che ho abbandonato -più di una volta- dopo averlo iniziato, nonostante abbia letto con piacere e senza difficoltà la Bibbia fin da bambino); io sono uno che preferisce leggere cose buone scritte con un linguaggio terra-terra, piuttosto che cose mediocri scritte con linguaggio colto ed aulico... insomma, sono uno che guarda più alla sostanza che all'apparenza, e secondo me Tolkien è -sfortunatamente- per il 90% apparenza.
Non voglio dire che la narrativa riguardante la Terra di Mezzo (Silmarillion, Hobbit, e Signore degli Anelli) sia "una cagata pazzesca", ma se la osserviamo attentamente ci renderemo conto che si tratta semplicemente di un mix -molto ben riuscito, a livello di idee, molto meno per come è scritto- tra mitologia celtico-norrena (nani, elfi, orchi, draghi, oggetti magici, il tema del viaggio) e cristianesimo (bene contro male, la seduzione del potere che corrompe).

Senza Tolkien probabilmente non avremo molto del fantasy moderno, D&D compreso (che, anche se fosse uscito, probabilmente sarebbe stato molto diverso, e non sò quanto successo avrebbe avuto); su questo non si discute, e infatti gli sono molto grato per la sua parte -seppur involontaria- nella creazione dei gdr... ma ciò non toglie che, come ho scritto all'inizio, secondo me la sua opera è molto sopravvalutata.

 

4 ore fa, The Dungeon Master ha scritto:

3 giorni fa è morto Christopher, il bambino a cui veniva raccontato il Silmarillion e il Signore degli Anelli.

Ora speriamo solo che non si avveri questa fosca previsione:

EL2lFoe.png

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La discussione voleva parlare di come ha fatto Tolkien a diventare Tolkien e a raggiungere quella qualità.

3 ore fa, MattoMatteo ha scritto:

nonostante abbia letto con piacere e senza difficoltà la Bibbia fin da bambino

Complimentoni, io sono arrivato al massimo a qualche mezz'ora di Finnegans Wake! Scherzo, proprio una paio di mesi fa la leggiucchiai, ce l'avevo in casa. 

 

Sopravvalutato come scrittore, sottovalutatissimo per il fatto di avere creato una piccola arte a se stante. Sarà sopravvalutato da chi non ha mai preso in mano un libro di un autore, chi vive di letteratura sa bene che non è un autore. 

 

17 ore fa, Grimorio ha scritto:

Poi vorrei davvero sapere a quali autori che scrivono "cose buone" ti riferisci.

Fantasy e Fantascienza? Veramente pochi. Gaiman, quello di Neuromancer, quello di Solaris, Moore e pochi altri. Gente che poteva scrivere altro ma ha scelto di scrivere fantastico. Ma è solo una copertina, rimangono libri seri adattati al fantastico... Robert Jordan e Terry Brooks non avrebbero mai potuto scrivere un romanzo serio, e neanche Tolkien.

 

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1 ora fa, The Dungeon Master ha scritto:

sottovalutatissimo per il fatto di avere creato una piccola arte a se stante

Se intendi il fatto di aver creato da zero le lingue della Terra di Mezzo (vocabolario, grammatica, sintassi, eccetera), concordo al 200% che Tolkien fosse un filologo coi fiocchi, questo non lo può negare nessuno; credo che nessun autore di racconti fantasy o di fantascienza, abbia mai fatto niente di anche solo lontanamente paragonabile!
Tanto per fare un'esempio: persino Christopher Paolini, a quanto ho capito, in "Eragon" si è limitato ad usare lingue antiche per l'eflico e il nanico... quindi non sò nemmeno se il suo "lavoro" vada conteggiato (e credo sia l'unico che abbia fatto anche un minimo sforzo in tal senso)!

 

1 ora fa, The Dungeon Master ha scritto:

Robert Jordan e Terry Brooks non avrebbero mai potuto scrivere un romanzo serio, e neanche Tolkien.

Mah, "La Spada di Shannara" e "Le Pietre Magiche di Shannara" non sono affatto male; imho, dire che "La Spada di Shannara" è la brutta copia de "Il Signore degli Anelli", solo perchè in entrambe le storie c'è un gruppo di eroi (di cui alcuni costretti per forza), un'oggetto magico, e un signore del male da sconfiggere, è come dire che "I tre porcellini" è la brutta copia di "Cappuccetto rosso" (o viceversa) solo perchè in entrambe le storie il cattivo è un lupo.
Che però poi Brooks si sia adagiato sugli allori, scrivendo storie sempre uguali (oramai, sono arrivato al punto che riesco a capire dove andrà a parare uno dei suoi libri, dopo averne letto appena un quarto!), sono il primo ad ammetterlo. 😁

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23 ore fa, MattoMatteo ha scritto:

Se intendi il fatto di aver creato da zero le lingue della Terra di Mezzo (vocabolario, grammatica, sintassi, eccetera), concordo al 200% che Tolkien fosse un filologo coi fiocchi, questo non lo può negare nessuno; credo che nessun autore di racconti fantasy o di fantascienza, abbia mai fatto niente di anche solo lontanamente paragonabile!

 

Esatto, volevo dire che la sua attenzione per l'estetica delle parole, che sembra nata dal nulla, in realtà è nata in un contesto molto più importante di quello che uno può immaginare, il contesto in cui sono nate la Relatività, le prime squadre di calcio, la radio e la maggior parte degli elettrodomestici, le Banche centrali, il rumorismo musicale, il Fantasy e i Supereroi, la Fantascienza almeno sugli attacchi alieni, i kaiju etc.

 

Avere 15-20 anni e degli interessi letterari, se vedere il mondo schizzare così in avanti mentre stai recuperando dalla perdita di entrambi i genitori è proprio il motivo dell'eleganza irriducibile del Quenya (ma anche della viralità così potente del meme ridicolo del Signore Oscuro). Ripeto che per me scrivere una lingua elegante e anzi di più, pensare al concetto di una parola e di una lingua fonologicamente elegante, è un'arte non meno dignitosa e intelligente che dipingere un quadro d'avanguardia o scrivere una fuga.

Ricordiamocelo quando leggiamo di nuovo Tolkien, deus ex e monodimensionalità dei personaggi a parte.

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