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In Viaggio [ON]


Jeromonty

Messaggio consigliato

Arresta il proprio incedere il carro, da cui fuoriesce un rinvigorito Eldak, che ora, assieme ai due Nani degli Scudi prepara l’accampamento.

“Solitamente sono io chi cucina, Messer Nano della Botte.” Risponde Din a Duerdal, volendo mantenere la consueta rispettuosa formalitá anche nell’utilizzo di quel nomignolo attribuitogli, in maniera assai piú informale, da Eldak. “E saró ben lieto di poter aiutarvi Nostra Signora” Rivolgendosi a Hulyeta.

Dei giacigli con spesse coperte invernali vengono sistemati da Eldak, ripiegati sí da poter essere usati come cuscini su cui sedersi, in circolo intorno ad un fuoco che verrá acceso con la legna che Gotrek e Duerdal raccoglieranno; un anello irregolare di pietre a circondare le fiamme, un vecchio calderone sistemato al di sopra, sorretto da un triangolo formato da tre grossi pali, cosí da creare un posto comodo ed accogliente dove mangiare e riposare, nonostante l’addiaccio.

Nel mentre Garrdwall si dedica ai pony del carro ed a quelli di ognuno di voi, dando loro da mangiare, strigliando il pelo, controllando zampe e zoccolature sino a che la luce lo permette. La temperatura è bruscamente calata, ed inizia a fare un freddo che penetra le ossa. Le folate di vento sferzano quasi a cercare di spaccare la pelle del viso. Intorno al fuoco peró, l’atmosfera è gradevole.

Sistemati dei ripari, fatti di rami e spesse assi di legno estratte da sotto il carro, a smorzare le raffiche di vento, Eldak inizia a suonare un liuto che ha portato con sé, accompagnando il suono delle corde con le parole di una vecchia canzone: la melodia è incerta e sgraziata, la voce rauca e stonata, rendendo l’esibizione alquanto sgradevole da ascoltare.

 

Spoiler

La serata scorre tranquilla. Mi indicate se decidete turni di guardia durante la notte.
Realizzatemi un tiro di Tempra, CD 15, qualora voleste rimanere svegli. Non avete dormito la notte anteriore, potresti sentirvi stanchi.

 

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Gretto

Al sentire quelle corde vibrare sotto le dita di Eldak ho quasi un conato di vomito.
Cerco di farmi forza e non far trasparire questo mio stato di malessere profondo, tra l'altro la voce copre il frinire dei grilli e mi pare quasi che il vento cerchi di ululare più forte per sovrastare con la sua potenza il povero musicista.
E quando il vento soffia, e soffia forte, il freddo si fa sentire. La coperta invernale che mi sono portato dietro è fondamentale e Callisto non ha problemi di sorta, anzi sembra che sia più felice quando si sente pungere il pelo dalla brezza.
Tuttavia Eldak sembra non sentire il dolore alle dita, punte anch'esse dal freddo. Devo riconoscergli una tempra invidiabile.

Se io riesco a rimanere calmo e serafico in una situazione di palese disagio sonoro, il lupo non è della stessa idea e si mette ad ululare al vento.. 
..il motivo è a me sconosciuto.

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Accetto l'invito di Gotrek a far legna, d'altronde necessaria. Quanto alla caccia alla bestia, dare uno sguardo male non fa, anche se penso che con un lupo alle calcagna, saranno poche le bestie entusiaste di avvicinarsi. Al nostro rientro troviamo un accampamento non bello ma perlomeno efficiente. L'accompagnamento musicale di un nano stonato e un lupo poco meno intonato invece è tanto inaspettato quanto sgradita: riesce a sottolineare benissimo lo stridere del vento freddo in arrivo dall'altopiano. Sbuffo e sorrido, all'idea di quante pietose canzoni io stesso abbia cantato ubriaco: ecco, una cosa in comune col mercante almeno ce l'abbiamo. Prima di accomodarmi sussurro a Gotrek Miei Dei... se cucinano come questo canta, moriremo di fame... sorrido timidamente e alzo la voce, così che tutti sentano, mentre lascio cadere la bracciata di legna a portata di mano ma lontana dal fuoco Mastro Eldak, che notevole talento... nessuna bestia oserebbe assalire il nostro campo, quando le sue orecchie venissero ammaliate dai vostri soavi toni... spero solo che l'odore del nostro buon cibo non sia all'altezza del vostro estro... le fiere non saprebbero a quale desiderio cedere... mi volto verso l'esterno del cerchio, allargando il sorriso in un ghigno allegro, e comincio a slacciare le fibbie dell'armatura. 

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Gotrek

Duerdal accetta di aiutarmi lasciato scudo e zaino all accampamento ci inoltriamo nel bosco. Dopo anni di addestramento, teoria e prediche, dividere la strada con qualcuno abituato a vivere delle proprie forze e risorse e' decisamente la lezione migliore a cui abbia assistito in tutti questi anni.

Duerdal e' prodigo di consigli e sopratutto di quelle tipiche  battute cameratesche capaci di scaldare una fredda serata all aperto.

"Ora capisco! ...non stava russando prima nel carro...stava cercando la perfetta tonalita'"

rispondo alla battuta che mi fa in confidenza

"Un Do di brutto direi"

proseguo storpiando una delle frasi che ero solito sentire dal chierico responsabile del coro

Come se non bastasse, il lupo, probabilmente disturbato dal ragliare di mastro Eldak, si unisce alla banda lanciando un ululato che riecheggia attutito solo dalla cortina di bruma che inizia ad alzarsi rendendo l aria umida ed il freddo ancora piu pungente 

"Sorellina speravo di poterti riportare una lepre dei tuberi e delle cipolle selvatiche ma temo che con questo baccano persino gli alberi tra poco inizieranno a scappare"

 

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Hulyeta

Si spera che le doti canore di Mastro Eldak contribuiscano a tenere lontani predatori e malintenzionati.
Paziente, comincio a dedicarmi al fuoco e alla cena, mormorando di tanto in tanto brevi ringraziamenti alla Madre Berronar.
A TAVOLAAAA! richiamo tutti quand'è pronto. Beh, si fa per dire... correggo, visto che di tavola neanche l'ombra.

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Cala la sera, seguita a breve dall’oscuritá notturna; nel cielo, gli astri luminosi nel firmamento rischiarano quanto vi circonda creando un piacevole gioco di luci ed ombre intorno a voi, mentre mangiate illuminati dalla luce irregolare creata dalle fiamme; il cibo che obbliga Eldak a terminare la propria esibizione.

Terminata la cena è ora di riposare; rapidamente Din e Garrdwall prendono sonno avvolti dalle pesanti coperte nei giacigli sistemati in circolo attorno al fuoco. Eldak rimane sveglio per alcuni istanti facendo cosí compagnia ai due di guardia, prima di andare anch’egli a coricarsi. Il sonno profondo, la notte tranquilla trascorre. Il fruscio delle fronde, il sibilo del vento, ora accompagnano il vostro riposo. Dormite, mentre Duerdal e Gotrek fanno la guardia. Il tempo lentamente trascorre accompagnando la veglia del Barbaro e del Crociato.

Duerdal & Gotrek:

Spoiler

Durante la veglia:
Gotrek: Tiro di Tempra CD 15 per rimanere sveglio, se no ti addormenti.
Duerdal (e Gotrek se passi il tiro): ascoltare ed osservare.
Se non mi specificate altrimenti nella descrizione, vi considero sistemati seduti sui vostri giacigli attorno al fuoco.
 

 

Modificato da Jeromonty
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Metto dell'acqua a bollire sul fuoco, sussurrando al mio compagno di guardia Qualcosa di caldo fa sempre piacere, quando scende la notte e con essa il freddo. Aggiungo un ciocco al fuoco, muovendomi più silenziosamente che posso per il campo. I carrettieri, con vasta esperienza, sono già crollati addormentati. Mi levo l'armatura, riponendola con cura sotto la testa del mio giaciglio, formando così un guanciale; addosso invece mi butto la coperta, per proteggermi dal vento sferzante. Butto nell'acqua che scalda un paio di foglie di erbe aromatiche, quel poco che ho trovato facendo legna, quindi mi siedo dalla parte opposta a Gotrek, il fuoco che ci divide. Allora... comincio nel roco sussurro di prima ...cosa porta due nobili a spasso per le terre selvagge? Dubito sia per la compagnia... accenno col capo ai carrettieri addormentati ... o per le ovvie comodità... aggiungo, accarezzando con mano pesante il giaciglio buttato sul nudo terreno.  Fisso Gotrek con intensità, studiandone l'espressione ...non fraintendere, non voglio ficcanasare... a ognuno i fatti suoi... però le chiacchiere aiutano a superare la notte... fare la guardia è un peso e una responsabilità... gli altri si affidano a noi... non sarebbe carino deluderli... anche se ci stanno sulle p@lle... Sorrido e prendo una mestolata di infuso: l'odore è orrendo, un che di terroso amarognolo tutt'altro che invitante, il gusto anche peggio. Ne verso una tazza anche a Gotrek e porgendogliela aggiungo Fa schifo ma è caldo... io sono qui solo per l'avventura... mi interessano poco i soldi... mi bastano quelli che mi pagano birra e gonnelle... senza offesa... non sono mai stato a lungo nello stesso posto, ho sempre viaggiato... i miei facevano i birrai e si spostavano di enclave in enclave... io li ho seguiti e ho fatto lo stesso... per un pò... anche  adesso in effetti aggiungo dopo una pausa di riflessione solo che ero bravo anche a menar le mani, non solo a fare birra... e così, ho attraversato il continente al seguito delle carovane... come guardia... e come birraio... sorrido maliziosamente... entrambi ruoli non necessari, secondo alcuni, ma sempre estremamente utili concludo soddisfatto.

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Gotrek

Prima di iniziare a mangiare, costruisco un piccolo muro di sassi sul lato del fuoco opposto a quello dove si trovano i giacigli. Un po per tenermi in movimento e cacciare l umidita dalle ossa, un po per direzionare il calore verso di noi e non farlo disperdere troppo velocemente.

Finita la cena, avvolgo uno dei sassi del piccolo muro in un panno e lo sistemo nel giaciglio di mia sorella dopodiche, data la buona notte a tutti, mi preparo al mio turno di guardia.

Duerdal si dimostra un compagno di guardia piacevole, la sua storia, per nulla banale, inizia a darmi un idea del tipo di vita vissuta fin ora.

"La birra amico mio, e' una bevanda sacra, apprenderne il segreto e spingerci nel tentativo di perfezionarla ci avvicina alle antiche tradizioni dei nostri antenati e ci da un piccolo assaggio di cio' che ci aspetta nell aldila' "

rispondo sorridendo

"Per rispondere alla tua domanda su cosa mi spinge in questo viaggio, potrei dirti il peso delle responsabilita' che mi sono cadute addosso nelle ultime ore...ma sarei un bugiargo"

dico sistemando un ciocco di legna e facendo sprizzare piccole scintille arancioni nell aria

"La verita' era quella di mettermi alla prova, lasciarmi alle spalle le ore d addestramento, regole e sermoni e capire se sono davvero in grado di servire la mia famiglia e gli dei come si deve."

proseguo

"Potra' sembrarti strano ma, almeno io, di nobile porto solo il nome, la mia vita, per grandi tratti, e' stata tutt altro che semplice e ...dorata"

sorrido

"Sono stato messo in un monastero che a malapena mi reggevo in piedi ed addestrato all arte della guerra prima ancora che a quella delle buone maniere. Mia sorella vedi, e' nata con una scintilla di santita', un collegamento divino con il grande padre della forgia che la rende unica...speciale...io sono stato cresciuto con il solo scopo di proteggerla"

O almeno e' quello che mi impongo di credere

Modificato da Pentolino
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Il sibilo del vento reso a tratti acuto dalle sferzate gelide, il crepitio della legna che arde, il suono smorzato delle vostre parole che accompagnano la veglia. Tutto è calmo, tutto è tranquillo. I Nani, chi piú chi meno, russano, avvolti nelle loro pesanti coperte, caduti in un sonno profondo, esausti per la notte insonne ed il viaggio.

Le terre desolate del Regno vi circondano, tranquille e sicure come da decine e decine di anni; poco distante, ad una quarantina di metri, il crepaccio con la discesa all’altopiano shaariano. Son tempi prosperi per la Grande Crepa, probabilmente i turni di guardia non sono necessari, mera formalitá o attenzione superflua da riservare per le prossime notti lontano dal Reame Dorato. Ma è forse difficile togliere certi abitudini, attenzioni, dall’animo di due giovani combattenti, che approfittano le due ore di guardia per conoscersi tra le loro profonde differenze: cosí  spensierato Duerdal, cosí profondo Gotrek.

Il Freddo, con le sue ruvide carezze, vi vezzeggia; l'Oscuritá, con i suoi cupi sguardi, vi osserva.


Duerdal, Gotrek:

Spoiler

Un suono smorzato e distante giunge al tuo orecchio portato dal vento; un costante, ripetuto, lento, irregolare ticchettio. Diresti qualcosa di sottile e duro che sbatte, urta, colpisce la pietra; non riesci ad intendere da dove proviene. Niente alla vista intorno a te, solo ombre notturne

 

Modificato da Jeromonty
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Ascolto Gotrek sviscerare senza alterigia parte della sua storia: magari balle, magari verità da sempre taciute, ma sempre chiacchiere, buone per trascorrere un paio d'ore, per conoscersi. Sicuramente più apprezzabile ora che al momento del primo incontro, con quell'arcigna posa sostenuta e le parole arroganti tagliate con l'accetta. Mentre rifletto su quanto quella scena fosse in effetti comune nella cultura nanica, e il mio vederla stonata sia un segno di quanto io sia stato influenzato dai miei viaggi e dai contatti con altre culture, sorrido piano. Servire... è una parola che in molti usano, taluni con disprezzo... altri con rassegnato stoicismo... pochi col dovuto rispetto... Sollevo la tazza, mimando un brindisi al mio compagno, prima di proseguire ...  ho avuto problemi anch'io col servire... il suo peso a volte... troppo alto... per questo son felice della mia vita... ora... porto il peso che mi sento in grado di sollevare... per un sacco di tempo, la mia famiglia non ha capito... forse anche ora... ma perlomeno lo accettano. Mando giù un altro sorso di brodaglia calda, ascoltando un suono differente da quelli aspettati in una notte gelida all'aria aperta. Se posso permettermi di consigliarti... va bene mettersi alla prova... ma tieni a mente che questo è il mondo, non un monastero, né una palestra... se lei è speciale... accenno vagamente con la tazza alla figura avvolta dalle coperte, vicino a Gotrek ... certi rischi... non è... saggio... correrli ... e i viaggi per le terre selvagge potrebbero rientrare nella categoria... mi capisci? Prendo una pausa, cercando di dare un senso al suono che ripetutamente colpisce le mie orecchie. Frugo tra le mie cose, fino a trovare l'ascia. Il manico ruvido mi tranquillizza, come anche il suo peso. Mi alzo, stiracchiando le membra, guardando Gotrek intensamente Bé, altri invece, altri invece è necessario correrli. Altrimenti non siamo degni di quella birra nell'aldilà. Rimuovo il sorriso dal volto e mi gratto con fare distratto la barba. Forse è il momento di controllare. C'è qualcosa che mi disturba, ma non capisco cos'è. Raccolgo un pezzo di legno più lungo degli altri e ne faccio un improvvisata torcia, che accendo sul fuoco. Facciamo un giretto?

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Gotrek 

Il mastro biraio sembra avere omboso ed amarognolo come la bevanda che ama produrre.

"Servire la propria famiglia, fare del proprio meglio per rendere i tuoi genitori fieri di te puo' essere un compito gravoso, a volte persino ingrato"

rispondo mentre mi alzo per controllare il perimetro

"Hulya ti cucinerebbe assieme alle cipolle selvatiche ed erbe aromatiche che le abbiamo riportato se solo ti sentisse"

dico ridendo

"Io posso consigliarla, per quanto mi e' possibile, ma e' una nana forte ed indipendente, e' in grado di decidere da sola quale rischi vuole correre e quali evitare...e se solo si accorgesse che sto provando a dissuaderla dal fare una cosa solo perche' temo per la sua incolumita'...mi farebbe il tatuaggio dell incudine di Moradin sulla schiena a cinghiate...inclusa forgia, attendenti e paesaggio montano..." 

Esagero ma non sono cosi distante dalla realta'

Alzo il bavero della giubba per proteggermi dal vento freddo che continua a battere l accampamento ed estraggo ascia e scudo, Duerdal non e' uno sprovveduto e se sente la necessita' di fare un giro probabilmente non e' per raccogliere more selvatiche

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Rumori e suoni, nuovi ed estranei, che vi giungono all’udito. Non ne intendete la provenienza. Il vento con le sue raffiche violenti ed improvvise, pare portarli al vostro udito, ma al contempo impedirvi di definirne il punto di origine. Vi alzate e compiete il vostro giro, tracciando un amplio cerchio intorno all’accampamento. I rumori si intensificano in prossimitá del crepaccio, qualcosa di duro che sbatte contro la pietra, colpendola e sgretolandola.

“Tuck, Tuck” … “Tuck, Tuck” …

Continuo, costante, ritmato, a due a due ravvicinati tra loro, a tratti sovrapposti. Aumenta d’intensitá, seppur il sibilo del vento riesce a coprirlo in parte, pare si avvicini.

Il bagliore della torcia creata da Duerdall, vi llumina; distante una ventina di metri, dietro di voi, il fuoco dell’accampamento. Ad altri venti metri di distanza, il crepaccio, apparente fonte del suono. Voi due nel mezzo.

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Secondo te cos'è? chiedo a bassa voce, dondolando il capo come un pendolo tra l'accampamento e il crepaccio, insicuro della fonte ma non della direzione oramai. Con un gesto di palese nervosismo, sbatto l'ascia contro la gamba, la torcia tenuta alta sopra il capo ad illuminare parte del cammino. Giurerei che un paio di picconi siano all'opera, ma non ha molto senso... siamo troppo in superficie per scavi del genere... Continuo a guardarmi attorno, indeciso sul da farsi: ignorare la cosa non dimostrerebbe saggezza, anzi, ma un falso allarme, che svegli tutti e li privi di parte del riposo se non del tutto equivale ugualmente a poca saggezza. Guardo il nano che mi accompagna, valutando muscoli e capacità contro inesperienza e poca familiarità. Cosa ne pensi? Non sono tranquillo... vorrei andare a vedere cosa succede, per non svegliare gli altri inutilmente... ma allo stesso tempo, è un'azzardo: andiamo insieme e lasciamo il campo scoperto? O va uno solo col rischio di rimanere impelagato? Scuoto arrabbiato il capo, l'indecisione una brutta bestia cui far fronte. Quando infine mi decido, la calma sopraggiunge scacciando dubbi Va bene, facciamo così. Torniamo al campo e teniamo un'occhio... anzi, un'orecchia alla cosa. Se la sentiamo avvicinarci, svegliamo gli altri. Altrimenti aspettiamo che Gretto si svegli per il suo turno per andare a controllare: lui tiene il campo, noi restiamo svegli un'altro pò e sistemiamo i dubbi. Non sei stanco, vero?

@Jeromonty

Spoiler

Farei una prova di saggezza per riconoscere il suono, se per te va bene

 

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Gotrek

Il suono prosegue ma nonostante i nostri sforzi non riusciamo a capire di che natura sia

"Lasciare il campo e' fuori discussione, non possiamo lasciare tutti senza una sentinella a dare l allarme, se il suono fosse un esca per farci allontanare faremmo il gioco di chi lo ha architettato"

rispondo sottovoce

"Io nella foresta mi muoverei silenzioso quanto un cinghiale idrofobo in un negozio di porcellane, svegliamo Gretto, io restoro' di guardi all accampamento e tu ed il vecchio druido potrete andare a controllare, siete sicuramente piu' bravi di me in questo genere di manovre"

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Il suono proveniente dal crepaccio continua, costante e ripetuto; il rumore si intensifica, segno che la fonte che lo genera si sta lentamente avvicinando a voi.
Intorno a voi, il paesaggio roccioso ed a tratti desolato vi permette una buona visibilitá circa quanto vi circonda: piccoli cespugli, pietre ed ombre. In aggiunta alla luce della torcia, che rischiara le vostre prossimitá, la luce degli astri vi fornisce la luminositá necessaria affinché i vostri occhi possano distinguere sagome e figure.
Siete soli, oltre a voi unicamente la natura, l'accampamento rischiarato dal fuoco ed il rumore, a momenti coperto dal forte sibilo delle raffiche di vento.

Modificato da Jeromonty
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Sbuffo e abbasso la torcia Va bene, leviamoci da qui. Torniamo al campo facendo meno casino possibile. Sussurro piano, certo che il rumore, qualunque cosa sia, si sta avvicinando. Pianto a terra la torcia e ci avviamo, ma sono teso, mi volto spesso a buttare un'occhiata indietro, e la preoccupazione per i compagni mi fa straparlare Ok, se vediamo qualcosa muoversi, tu corri indietro a dare l'allarme, io ti copro.  Un'angolo della mente vola all'ultimo viaggio, lungo ed eccezionalmente tranquillo, a tratti tedioso: mi riscopro ad invidiare quella noia a questo insensato attendere impauriti non sapendo cos'è il pericolo, né se effettivamente di pericolo trattasi. Sbuffo di nuovo, scrollando il capo e biasimando me stesso per questa mancanza di decisione; d'altra parte, mi viene in sostegno un'altro angolo di mente, sono quasi ventiquattro ore che non bevo un goccio. Sorrido al pensiero di mettere le mani su una pinta fresca e mormoro il motto dei miei ex compagni Nessuna impresa è compiuta da sobri. Il solo dirlo mi ridona fiducia, così smetto di voltarmi ad ogni passo; invece, ne approfitto per sollevare il morale, mio e di Gotrek Una bella birra è ciò che ci vuole in momenti come questo... sorrido e continuo ... se solo riesco a recuperare un'altro barilotto, potremmo mettere a fermentare qualcosa... e smettere di aver la gola secca... faccio un rapido occhiolino all'indirizzo del mio nuovo compagno, poi accenno col capo alla torcia abbandonata a mezza via Brucerà per mezz'ora... al massimo... ma ci permetterà... ci permetterà di avere una migliore visuale... verso il crepaccio 

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Duerdal Farrin

Arriviamo trafelati all'accampamento, col suono sordo che ci accompagna per tutto il tempo. Il breve tratto di strada però è sufficiente ad aumentare le mie ansie. Fossimo più numerosi e più armati, mi sarei fatto una risata e avrei lasciato correre, ma con un solo compagno di cui conosco le capacità, il rischio non mi sembra valere la candela. Mi concedo il tempo che la torcia improvvisata si consumi, tendendo spasmodicamente le orecchie al suono, condividendo con Gotrek solo poche, coincise parole; quando finalmente muore, due nuove sono strette tra le mie mani. MI alzo, poggio una mano sulla spalla di Gotrek e sussurro piano Mi raccomando. Non svegliarli a meno che non ci senti combattere, ed in ogni caso, non venire ad aiutarci da solo: muovetevi tutti insieme. Se il mercante fa storie...  dico, accennando vagamente alla forma addormentata ...dagli un cazzotto e trascinalo di peso. Sorrido, l'adrenalina dell'azione che finalmente scaccia l'ansia dell'attesa. Mi avvicino al vecchio, avendo cura di stare dalla parte opposta del cane, e gli rifilo due calcetti alla pianta dei piedi Vecchio sibilo roco abbiamo compagnia temo. Svegliati, mi serve il tuo aiuto... fisso lo sguardo in quello del lupo, saggio e imperturbabile ... il vostro aiuto. 

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Gretto

Il primo a svegliarsi non sono io, ma Callisto, e non sono sicuro che in realtà abbia dormito perché ha sempre quel modo di riposare da..come dire..non riposare mai! Appena mi muovo, lui si muove. Se mi alzo, lui si alza. Se qualcuno mi tocca, lui ringhia.

E infatti..

Al colpo ricevuto da Duerdal gli si rizza il pelo sulla schiena e inizia a ringhiare in maniera molto aggressiva verso il nano. Non gli piacciono le cattive maniere, o forse non è ancora in confidenza con lui tale da lasciarlo fare. Nel suo alzarsi, però, anche lui agisce maldestramente e con le zampe posteriori mi pianta due spintoni sulla coscia sinistra, quella opposta alla quale sino appoggiato. 

Mi sveglio e comprendo costa succedendo. Pongo una mano sul fianco del lupo per richiamare l'attenzione e tranquillizzarlo

Qualche problema?

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Sorrido ad entrambi, ma per il lupo ho un secondo pensiero, poco carino, al pensiero dei suoi denti piantati nella mia carne: che bella pelliccia ne verrebbe fuori, e come mi starebbe bene. Scaccio il pensiero in un batter d'occhio, pressato dalla necessità: quegli stessi denti hanno dilaniato i miei nemici, quando ancora nemmeno sapevo che erano nemici. Credo di si. Un rumore che mi tormenta e non so spiegarmi... non è naturale... come qualcuno che spacchi rocce con un bastone. Prendo una boccata d'aria più profonda Ho fatto un giro con Gotrek... e abbiamo individuato la direzione da cui proviene, ma non mi sono fidato ad andar da solo a vedere cos'è. Abbasso ancora di più il tono di voce Ho aspettato finché ho potuto prima di svegliarti: non l'avrei fatto... mi capisci... ma il fatto che non so cosa sia mi tormenta. Questa gente non è come te... abituata a vivere a contatto con i pericoli delle terre selvagge... né come me... che dormo armato per paura di svegliarmi già morto e rischiare di perdermi la parte più bella del viaggio... Scrollo il capo e le spalle, insicuro delle mie stesse parole ...voglio dire, sono di primo pelo, ecco... preparati ma non pronti... rendo l'idea?... Mi perdo nei meandri delle mie stesse elucubrazioni, aspettando che Gretto esca dal caldo del sonno e delle coperte al gelo della notte e dei pericoli.

Modificato da aykman
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La torcia improvvisata piantata a terra da Duerdal, tra voi ed il crepaccio, priva dell’olio necessario per mantenere la combustione senza che ardi il legno, si consuma in pochi minuti, spegnendosi giusto dopo lo svegliarsi di Callisto e di Gretto. Il fuoco dell’accampamento vi rischiara e riscalda, proteggendovi dalle fredde intemperie che sferzano le terre rocciose intorno a voi, ora nuovamente avvolte dalle ombre notturne. Le fiamme irradiano luce intensa nei primi sei metri, flebile nei secondi sei, rischiarando cosí una dozzina di metri. La scurovisione vi permette di vedere senza problemi per altri sei metri, coprendo cosí una visuale intorno a voi di quasi venti metri.

Il sibilo del vento pare fare da continuo sottofondo alle parole di Duerdal, accompagnandole e portandole lontano. Il rumore, quel ritmato e ripetuto ticchettio di qualcosa di duro ed assottigliato contro la pietra, proveniente dal crepaccio, continua per alcuni istanti, sino a terminare di forma repentina. Ma l’udito acuto del Druido coglie nel suono, prima che esso cessi, un nuovo dettaglio sfuggito prima ai due di guardia.

Gretto:

Spoiler

Ascoltare: quel qualcosa di duro che sbatteva contro la pietra, sai che era causato da un osso: duro, sottile ed affilato.
Non hai riposato lo sufficiente, sei affaticato, applica le penalitá del nuovo status.

 

Modificato da Jeromonty
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