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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Siamo agli inizi dell'estate, in una zona del regno abbastanza vicina al mare da godere di una costante brezza in grado di alleviare l'afa che comincia ad accumularsi di giorno in giorno.

Le guerre sono ricordi lontani, e il presente è pieno di opportunità per giovani avventurieri ed esploratori in cerca di conoscenze e ricchezze.

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La città di Arnanck è un punto di riferimento per le campagne circostanti, punteggiate da piccoli paesetti ma soprattutto casolari isolati, in cui piccole famiglie di contadini sbarcano il lunario coltivando la terra, cacciando e raccogliendo i frutti che i rigogliosi boschi presenti nella zona hanno da offrire.

Il lento fiume che attraversa la città è alimentato nelle montagne che chiudono questo limbo di terra dal resto del regno. Anche per questo motivo, nonché per le limitate ricchezze che è possibile rinvenire in zona, l'area è stata marginalmente interessata dalle guerre passate, e la popolazione vive da secoli il medesimo ciclo delle stagioni: operosa, ospitale ma al tempo stesso diffidente verso gli estranei.

Un giorno, due donne arrivano alla città di Arnanck: Tassadar, umana dotata di particolare forza fisica e tempra (Kursk), e Mystara, una più esile fanciulla dall'aspetto molto particolare, che difficilmente potrebbe essere attribuito da una 'semplice' umana (C4sti69).

Le due donne si conoscono da poco, da quando si sono incontrate da poco nel vicino paesotto di Leika. Hanno fatto una breve conoscenza, e quando hanno scoperto che le rispettive strade le portavano nella medesima direzione hanno deciso di condividere i rischi e i pericoli del viaggio e la rispettiva compagnia, nonostante sia difficile affermare che si tratti di due amiche.

Nel frattempo, nella citta di Arnanck due altri personaggi facevano reciproca conoscenza: l'elfo Aldir, che difficilmente si separa dal proprio arco per più di qualche istante (Ricky Vee), piuttosto silenzioso e meditabondo; e il mezz'elfo Falarith, molto più gioviale del suo compare ma accomunato dall'intensa relazione con un oggetto: in questo caso, il suo liuto (Larin).

Anche in questo caso, l'incontro avviene per caso. Il primo avvicina il secondo in una taverna, e dopo un paio di bocconi, di sorsi e di parole scambiate per ingannare il tempo, scoprono di avere in mente di raggiungere la stessa destinazione. Per loro si prospetta la medesima decisione: unire le forze e godere ancora per un po' della reciproca compagnia. Quel che sarà di loro una volta raggiunta la destinazione comune, sarà il fato a deciderlo.

Ma il destino ha in serbo un ulteriore incontro, sempre mediato dalla stessa locanda. Quando le due coppie si trovano sedute vicine a parlare della medesima città, dopo poco si trovano a discutere intorno allo stesso tavolo.

E' così che comincia la storia di Tassadar, Mystara, Aldir e Falarith. Il futuro riserva loro una lunga camminata verso Grenville, e il passaggio attraverso le campagne, i boschi e le montagne di quest'angolo di regno.

Non si conoscono, non sono amici, ma avranno tutto il tempo necessario per ovviare anche a questa situazione.

Si salutano cercando di ostentare cortesia, anche se è chiaro che la convivenza andrà un po' stretta a qualcuno di loro. Ciononostante, la prospettiva di avere le spalle coperte da tre compagni di viaggio non è per nulla insopportabile a nessuno dei quattro.

Un altro giorno come altri si chiude su Arnanck, con quattro stranieri che si riposano nei semplici letti di una taverna di campagna. Intorno a loro, la natura continua a fare il suo corso, incurante delle vicende degli uomini.

Il sole si alza implacabile con il suo carico di calore e di umidità. Oggi non sembra ci sia quella brezza miracolosa che ha caratterizzato le ultime settimane. "Poco importa - pensano i quattro - l'importante è partire".

Si salutano davanti ad un po' di pane fresco, una ciotola di latte freddo e un cesto di pesche dall'aspetto particolarmente invitante.

"Quantomeno, la campagna ha dei lati positivi", è un pensiero che sembra accomunarli.

La città è già sveglia da un paio d'ore. Per le strade si radunano e sciolgono gruppi di conoscenti, qualche contadino in cerca di clienti per la propria frutta e la propria verdura, donne che lavano i panni, e così via.

I quattro saldano il conto con il taverniere, che augura loro buon viaggio, consigliando di fermarsi, se possibile, nel piccolo villaggio senza nome lungo la strada verso il passo fra le montagne.

<<E' un minuscolo villaggio di contadini - spiega loro - ma se chiedete di Jonas troverete un letto e un pasto caldo per risollevarvi dalle fatiche del viaggio. Non ospitano molti stranieri, ma sono sempre pronti a dare ospitalità a chi ne ha bisogno.>>

Vi aiuta a segnare il punto sulla mappa nel modo più preciso possibile.

<<Anzi - aggiunge poi - dovreste incontrare uno dei suoi figli lungo la strada. Viene sempre, un pomeriggio a settimana, a barattare i migliori prodotti del villaggio in cambio di qualche attrezzo o di altra mercanzia.>>

Uscite in strada, accolti dalla cacofonia di suoni di una piccola città al risveglio.

"E' ora - sembrano pensare i quattro all'unisono, senza peraltro proferir parola - Il futuro ci attende a Grenville."

(a voi... ;-) )

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"Un altro giorno è cominciato, e speriamo che sia un giorno interessante. Anche perchè il denaro a mia disposizione non è moltissimo, e fatti nuovi di cui narrare suonando fanno sempre comodo." Si incammina lungo la strada, suonando una semplice melodia che richiama il vento tra gli alberi, soddisfatto.

"Amici miei, avete per caso qualche informazione su Grenville? Personalmente, non ci sono mai stato"

Riflette mentalmente per ricordarsi qualcosa sulla loro meta [Prova di conoscenze bardiche, se applicabile]

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Il giovane elfo guardandosi ripetutamente intorno con aria incuriosita osserva tutto il territorio a lui circostante con meraviglia, accorgendosi soltanto dopo qualche secondo della domanda di falarith

<< Sinceramente non so niente sulla città di Greenville, nè sulle altre città e su molte altre cose del mondo>>

Detto ciò sprofonda di nuovo nel suo cupo silenzio...

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Mystara legandosi i fluenti capelli corvini in una coda dietro la nuca si mette lo zaino in spalla e dice<<Non ne so molto neanche io,ma per essere la meta di quattro viandanti come noi sicuramente ci saranno un mucchio di cose interessanti>>dopodichè per un paio di secondi assume uno strano sorrisetto indecifrabile e si incammina...

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Lo sguardo serio e fiero si sposta da uno all'altro sui miei tre "compagni di viaggio"... molti dubbi si insinuano nella mia mente... e l'espressione del volto in parte li riflette...

<< Dunque pare che solo io conosca la strada... >> Ancora un attimo pensierosa...

<< Di là! >> Indico con sicurezza la strada che dal villaggio va verso Nord (prendendo per buono che il nord sia in alto sulal mappa)...

Zaino in spalla... mantello nero piegato da un lato...

Armi pronte...

Corazza lucida come sempre, in netto contrasto col nero dei vestiti e dei capelli...

Mi incammino...

Mi giro verso gli altri... ed in tono deciso... << Mio caro menestrello... >> mi rivolgo a Falarith <<... addentrarci nelle terre selvagge accompagnati dal suono di un liuto, sarà certo epico e forse anche romantico... ma è anche pericoloso... Io non ho intenzione di correre dei futili pericoli per l'incoscenza di un mezzelfo... >> Piccola pausa in attesa di avere la sua attenzione... << Quindi, se ti dirò di fare silenzio, sarà meglio per te se lo farai... o il tuo liuto sarà diviso precisamente a metà con un colpo della mia spada! >> Non ha il tono di una minaccia... ma quasi di una "logica conclusione" al termine di un ragionamento matemattico.

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Rivolto all'umana pesantemente bardata: <Amica mia, posso capire che le leggi della sopravvivenza spesso soverchino le necessità dell'arte.. Ebbene, se proprio mi toccherà non esercitarmi nei miei virtuosismi, lo farò, sicchè noi si possa giungere a destinazione sani e salvi>

Lo sguardo vaga qualche istante sulla pianura, interessato a tutto quello che vede

<Ebbene, mia cara, fai strada. Sono sicuro che la tua possanza sarà un'ottima difesa contro eventuali pericoli>

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Appare un piccolo sorriso (quasi dolce) sul mio volto...

<< Questo è un buon modo per iniziare! >> Rivolta al bardo con un tono accondiscendente.

Sfodero la spada...

La levo in alto perchè brilli nel sole...

<< La mia spada saprà difendervi... >> Sono le sole parole che dico... la frase contina ancora nella mia mente... e l'espressione sul mio volto si fa più seria...

Rinfodero l'arma e mi incammino definitivamente verso la strada che ci porterà a Greenville.

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"E le mie frecce trafiggeranno chiunque abbia intenzioni ostili contro di noi" penso prima di rivolgermi con un mezzo sorriso all'imponente donna che mi sta davanti

<<Benissimo... se sai la strada... guidaci>>

e dopo essermi assicurato che il mio arco sia al suo posto mi incammino al fondo del gruppo

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Accostandosi alla guerriera le chiede dettagli sulla strada da fare,in particolar modo chiede quanto tempo ci vorrà per arrivare al villaggio e da lì a Grenville,inoltre se il viaggio sarà abbastanza lungo chiede se non sarebbe meglio trovare un mezzo di trasporto...

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Vedendo la spada sguainata, già temeva per il suo povero liuto...

<Abbiamo la fortuna di essere partiti con il bel tempo. MI sembrerebbe uno spreco non goderne, affrettando il viaggio muovendosi con un qualsivoglia altro mezzo che non siano i nostri piedi.>

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pensierosa...

<Già...forse hai ragione...>

abbassando un pò il tono ed assumendo un espressione leggermente più seria:<Anche se io preferisco la notte...>

la mia faccia torna di nuovo limpida da ogni corrucciamento ed inizio a conversare con il mezzelfo apparentemente di tutto e di nulla usando un linguaggio estremamente altisonante con una sintassi molto complessa e inserendo qui e lì termini derivanti da altre lingue...un pò per prenderlo in giro, un pò perchè i menstrelli di solito sono ottimi compagni di conversazione e spesso sanno rispondere a tono...

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<Fino a che non mi si dimostra il contrario, ho sicuramente ragione>

Conversa con Mystara, narrandole di luoghi il cui nome è identico al suo, e complimentandosi per la sua ampia gamma di conoscenze, oltre che per la padronanza di diverse lingue.

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Proseguo lungo la strada seguendo le indicazioni della mappa...

Camminando mi rivolgo a Mystara << Mia cara... ritieni forse che i nostri piedi non siano adeguati per il nostro viaggio? O forse sei tanto ricca da poter provvedere a comprare delle cavalcature o un carro per tutti noi? >> Il tono di ironia nella voce sarebbe palese anche ad un bambino.

<< Tranquilli... hemmm... "amici"... Il viaggio non è molto lungo.. se ben ricordo in giornata dovremmo arrivare al villaggio... e di lì a Grenville non si tratta che di 2 o 3 giorni >> Una lunga occhiata si sofferma su Mystara... << Facciamo 3 >>

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Visibilmente contrariato dal tono autoritario e presuntuoso che la donna ha assunto sin dall'inizio del viaggio, interrompo il mio silenzio

<< Gentile... ehm... Tassadar, ti ricordo che qua siamo in quattro e non mi sembra per niente il caso di rivolgerti con questo tono a una tua compagna di viaggio... >> poi rivolto agli altri membri del gruppo << A quanto pare non possiamo contare sull'aiuto di mezzi di trasporto, quindi penso che sia ora di muoverci >>

e distogliendo lo sguardo da Falarith:

<< Ora possiamo proseguire... >>

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Rivolta ad Aldir:<Ti ringrazio...ma non prendertela...non si può togliere ad un persona la sua testa o il suo corpo così come non gli si può togliere il suo carattere...>

rivolgendomi alla donna rispondo:<Al momento la mia scarsella non è piena come vorrei...ma comprare cavalli e un carro non è l'unico modo per abbreviare il viaggio...potremmo rimediare un passaggio o...piccolo sorrisetto...trovare qualche altro modo...><Comunque per me va bene anche andare a piedi...piuttosto...non mi avete ancora detto quali affari vi portano a Grenville...>

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<< Niente "altri modi" se non è strettamente necessario... O vogliamo anche inimicarci la "legge"...

La mia spada è "l'affare" che mi porta a Grenville... La mia spada e colei che la possiede... >> Un attimo pensierosa... poi riprendo... << E voi? >> Cerco di tirare fuori tutta la "amabilità" di cui sono capace... mi rivolgo all'elfo << E tu... cosa spinge un giovane elfo ad andare "a caccia" presso la città di Grenville? >> chiedo in tono più tranquillo facendo un cenno in direzione dell'arco.

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<< Spero che non ti rincresca se ti dico che non posso risponderti >> mi rivolgo cortesemente alla donna << Ma ciò che cerchiamo io e il mio arco non deve riguardarti... perchè sarai al sicuro da lui finchè ti comporterai lealmente nei confronti di colui che lo porta>>

poi mi rivolgo al mezzelfo, che finora è stato l'unico ad esentarsi dal discorso

<< e a te... Falarith... cosa ti porta ad onorarci della tua presenza in questo viaggio verso Greenville? >>

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<Scusatemi, me ero assorto nei miei pensieri. Per il momento, non ho storie coinvolgenti da narrarvi... La mia strada ha deviato prima verso Arnanck per concedermi di racimolare qualche moneta con le mie abilità artistiche, essendo io rimastro privo di fondi. Ho per caso scoperto che un mio... amico, definiamolo così, era diretto a Grenville, per portagli un cortese saluto e cercare di recuperare un debito da lui contratto.>

Aspetto qualche secondo, poi aggiungo: <Dopotutto, ogni motivazione è buona per viaggiare, non trovate?>

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Falarith

Scavi un po' fra le tue memorie, ma piuttosto che qualche ballata o qualche poesia che narri di Grenville, ti vengono in mente le informazioni che hai raccolto quando hai deciso di partire con quella meta in mente.

Si tratta di una cittadella di al massimo un paio di centinaia di abitanti, soprattutto contadini, boscaioli, cacciatori. La "fortuna", se così si può chiamare, della cittadina, è stata quella di essere situata quasi agli estremi del Regno, e per di più protetta dalle montagne che la circondano. Inoltre, non è raro che qualche carovana proveniente da nord o da sud decida di sfruttare l'angusto passaggio fra le stesse, per commerciare tra gli estremi angoli del Regno: qualche occasione per fare un buon acquisto c'è sempre, così come non mancano un paio di taverne più che decenti per passare una notte.

Tuttavia, proprio per questa sua posizione, non è stata interessata dalle barbarie delle guerre passate, dalle devastazioni delle invasioni e nemmeno dalle carestie o dalle pestilenze che hanno serpeggiato fra le campagne in passato.

In base al poco che sai, la strada che costeggia il fiume verso Grenville si distacca da quella principale che va da est a ovest, poco dopo un ponte di pietra a est di Arnanck. La strada diviene semplicemente di terra battuta, non molto ampia, ma piuttosto piacevole. Ci vorrà una giornata piena, per raggiungere sul far del tramonto il villaggio che c'è lungo la strada senza dover per forza dormire sotto le stelle. Da li, nonostante la strada sia più breve, si inerpica fra le montagne per raggiugnere il passo che porta a Grenville: un altro giorno di cammino. Poi, la discesa non porterà via più di una mezza giornata.

Altre cose, al momento, non ti sovvengono.

Tutti

Notate che durante le vostre chiacchiere, nonostante vi siate mossi di qualche centinaio di metri verso i margini più esterni della cittadina, le persone che passeggiano per la strada o che lavorano nelle botteghe di quartiere non vi risparmiano due generi di sguardi: i primi, più "timidi", semplicemente di curiosità di fronte ad un gruppo un po' chiassoso e abbastanza inconsueto; i più arditi, invece, non nascondono ampi sorrisi e addirittura qualche sghignazzata per il modo altrettanto inconsueto con cui quattro compagni di viaggio si rivolgono gli uni agli altri.

Seguite le indicazioni di Tassadar verso nord. Il cielo è limpido, se si esclude qualche batuffolo di nuvola che corre veloce verso sud trasportato dalla brezza estiva. Fa abbastanza caldo, ma non troppo da essere insopportabile per quelli che portano armature.

Arrivate in men che non si dica al di fuori di Arnanck, al suo margine nord.

A quel punto notate che non ci sono strade, ma solo campagne, che da li proseguono verso nord. Vedete i campi coltivati, vedete il fiume di fronte a voi, ma il ponte che lo attraversa e la strada principale proseguono dalla cittadina verso est.

Vi fermate un attimo a guardare tutto questo, e Falarith e Aldir non possono fare a meno di notare che un paio di contadini diretti verso le campagne, che vi hanno sentiti mentre vi apprestavate a partire, vi hanno raggiunti insieme ad un carretto con del concime: nonostante la fatica di spingere il carro, stanno sicuramente sghignazzando alle vostre spalle, anche se cercano (con scarso successo) di nasconderlo.

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