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Punizione Divina del Paladino


Grimorio

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Si è creata una diatriba tra il nostro master e il giocatore che ha un paladino.

Secondo quanto leggo dalle regole Punizione Divina dovrebbe far parte dell'azione d'attacco del Paladino, permettendogli quindi di usare un incantesimo Punizione come azione bonus.

Invece il nostro master sostiene che Punizione Divina sia già di per se un'azione bonus, anche se non ho trovato questa spiegazione da nessuna parte.

Chi ha ragione?

C'è per caso un'errata da qualche parte da consultare?

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  • Supermoderatore
7 minuti fa, Grimorio ha scritto:

Secondo quanto leggo dalle regole Punizione Divina dovrebbe far parte dell'azione d'attacco del Paladino, permettendogli quindi di usare un incantesimo Punizione come azione bonus.

Invece il nostro master sostiene che Punizione Divina sia già di per se un'azione bonus, anche se non ho trovato questa spiegazione da nessuna parte.

Puoi usare sia Divine Smite che uno degli incantesimi "XXXX smite" sullo stesso attacco.

https://www.sageadvice.eu/2016/04/15/can-you-stack-a-paladin-smite-spell-with-divine-smite/

  • Grazie 1
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7 minuti fa, Fezza ha scritto:

Ma.. è un problema di DM che pensa che questa cosa sia sproporzionata rispetto agli altri personaggi.. oppure crede che le regole siano scritte male?
Se la prima, ok, ognuno ha le sue vedute.
Se la seconda, insomma.. 

Penso entrambe le cose 😕

La prima porta come conseguenza la seconda, ovvero: "il paladino non può essere così potente con un colpo ergo la regola è scritta male"

Modificato da Grimorio
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  • Supermoderatore
39 minuti fa, Grimorio ha scritto:

ti ringrazio, ma neppure Jeremy Crawford ha convinto il master, ormai va così 😕

Se nemmeno Crawford lo convince qualsiasi cosa possiamo dire noi a livello di regole non servirà ad un fico secco temo.

Evidentemente pensa che a livello di output di danno il paladino sia sbilanciato, nonostante 5 anni di 5e abbiano chiarito che il bilanciamento c'è e regge bene. Parlatene off game e fagli presente che sarebbe un nerf non necessario di base, poi se vuole comunque attuarlo che ne sia consapevole.

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1 ora fa, Grimorio ha scritto:

Penso entrambe le cose 😕

La prima porta come conseguenza la seconda, ovvero: "il paladino non può essere così potente con un colpo ergo la regola è scritta male"

Prova a fargli presente che è una capacità che il paladino ha a disposizione un numero limitato di volte al giorno.
Altre classe marziali hanno invece un output di danni più basso ma che non consumano risorse nel farlo (o comunque possono farlo più spesso).

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2 ore fa, Grimorio ha scritto:

ti ringrazio, ma neppure Jeremy Crawford ha convinto il master, ormai va così

In che senso non lo ha convinto? Chiedigli chi, allora, potrebbe convincerlo, perché se non lo convince Crawford, non vedo chi possa farlo. Allora non pensa che la regola sia scritta male, ma solo che la regola sia esagerata a favore del paladino. Sinceramente, non vedo come possa essere vero.

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@Grimorio Fai presente al tuo DM, inoltre, che la 5e è stata appositamente scritta in modo tale che i PG facciano più danno, considerando che i mostri hanno in genere una quantità di HP maggiore rispetto alle precedenti edizioni. Nella 5e i designer hanno preferito tenere basso il punteggio della CA (per via della Bounded Accuracy), alzando piuttosto gli HP. L'idea, insomma, è che sia più facile colpire i bersagli, ma più difficile mandarli a 0 HP. 

Ridurre l'output di danno del Paladino, dunque, significa solo diminuire la sua probabilità di sopravvivere alla minaccia standard dei mostri di D&D 5e.

Per dargli una prova concreta di quello che sto dicendo, fagli fare il confronto tra la Palla di Fuoco della 5e con quella delle precedenti edizioni. Palla di Fuoco è uno degli incantesimi più iconici di D&D ed è oramai famoso per il suo tradizionale output di danno pari a 1d6 per livello che, essendo Palla di fuoco tradizionalmente un incantesimo di 3° livello (dunque ottenuto al 5° livello del PG), equivale ai famosi 5d6 danni base. Questo, però, è valso fino alla 3a edizione.....
Nella 5e, infatti, Palla di Fuoco (come Fulmine, l'altro incantesimo di danno iconico) fa 8d6 danni base. L'incantesimo, dunque, fa 3d6 di danni in più già solo nella sua versione più debole. Perché? Per il fatto che i nemici hanno più HP.

Se il tuo DM si ostina a depotenziare le capacità del Paladino, rischierà di farlo ammazzare e di fare arrabbiare il suo giocatore (o chiunque altro tra voi, se a rimatterci sarà uno dei vostri altri PG). Se vuole giocare senza problemi è meglio che si fidi di chi il gioco l'ha creato (Jeremy Crawford). Altrimenti voi giocatori siete legittimati a lamentarvi.

Bene che non si debba fare i Rule Lawyer, ma il DM non deve nemmeno rovinare il divertimento dei giocatori per un puntiglio personale che non ha alcuna ragione di esistere.

Modificato da SilentWolf
  • Grazie 1
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Parlare della regola o del bilanciamento ha poco senso IMO. Questo è un problema personale del DM, non una questione di cosa sia corretto: cosa è corretto è ovvio. Per quel che ho visto io negli anni di gioco, questi casi sono i casi in cui il DM si esprime a caldo senza conoscere le regole bene, poi dopo averle lette non vuole dire di aver sbagliato. Capita. Magari ad una prima rilettura gli rimane il dubbio, ma decide che no, aveva ragione lui, la regola è confusa. Ma più insiste che ha ragione, e più è difficile tornare sui propri passi.

La cosa migliore è cercare di far passare la regola senza che lui debba ammettere in modo troppo esplicito che aveva torto. Ammettete che la regola sia scritta in modo confuso, che è normale la confusione ma proprio per questo Crawford ha chiarito. Fate il possibile per facilitargli il passaggio.

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2 ore fa, bobon123 ha scritto:

Parlare della regola o del bilanciamento ha poco senso IMO. Questo è un problema personale del DM, non una questione di cosa sia corretto: cosa è corretto è ovvio. Per quel che ho visto io negli anni di gioco, questi casi sono i casi in cui il DM si esprime a caldo senza conoscere le regole bene, poi dopo averle lette non vuole dire di aver sbagliato. Capita. Magari ad una prima rilettura gli rimane il dubbio, ma decide che no, aveva ragione lui, la regola è confusa. Ma più insiste che ha ragione, e più è difficile tornare sui propri passi.

La cosa migliore è cercare di far passare la regola senza che lui debba ammettere in modo troppo esplicito che aveva torto. Ammettete che la regola sia scritta in modo confuso, che è normale la confusione ma proprio per questo Crawford ha chiarito. Fate il possibile per facilitargli il passaggio.

Onestamente nel 2019 dove su internet si possono trovare tutte le conferme o smentite del mondo, addirittura dagli autori del gioco, non lo trovo un comportamento giustificabile, mi sembra veramente un atteggiamento infantile, soprattutto visto che parliamo di un tavolo da gioco interamente composto da quarantenni.
Un conto è l'interpretazione della regola di un giocatore contro quella del DM, lì per me il DM ha sempre l'ultima parola, ma quando si presentano fatti e prove (come il link a SageAdvice) allora carta canta e uno dovrebbe avere l'onesta di ammettere di essersi sbagliato.

Comunque a giustificazione del DM devo dire che la richiesta di interpretazione della regola viene da un giocatore che assilla giornalmente il DM (giuro) con richieste  e comportamenti del suo personaggio assurdi perché gli piace essere sempre overpowered e stare sempre al centro della scena, facendo esaurire il DM (giuro) e quindi anche quella singola volta che ha ragione lui il vaso è talmente pieno dalle rotture di scatole precedenti che il master gli dice di no a priori.

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1 ora fa, Grimorio ha scritto:

difatti i problemi sono nati da quando siamo passati alla quinta

Io suggerirei di parlare con questo giocatore e fargli mettere l'anima in pace: la quinta edizione è molto equilibrata, almeno per esperienza mia e di quelli di cui ho sentito l'opinione finora, potrà comunque creare personaggi forti, ma non saranno mai sbroccati, non brillerà mettendo in ombra gli altri. 

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7 ore fa, ithilden ha scritto:

Io suggerirei di parlare con questo giocatore e fargli mettere l'anima in pace: la quinta edizione è molto equilibrata, almeno per esperienza mia e di quelli di cui ho sentito l'opinione finora, potrà comunque creare personaggi forti, ma non saranno mai sbroccati, non brillerà mettendo in ombra gli altri. 

Non è solo a livello di regole, non riesce a giocare in gruppo e facendo il paladino si sente ancora più giustificato ad andare per conto suo se il resto del gruppo è in disaccordo con quello che vuole fare lui, perchè lo gioca come la brutta copia di Sturm Brightblade di Dragonlance.

Sarebbe dovuto crepare alla prima partita ma il nostro è un master buono che cerca sempre di salvarci i personaggi anche quando fanno cappellate colossali.

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