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Capitolo Zero: Fuggitivo


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Tengo gli occhi chiusi anche quando la benda improvvisata sparisce: al momento non mi sento forze nemmeno per sbattere le palpebre, e sono certa che ciò che vedrei non sarebbe meglio di ciò che ho dovuto immaginare. Lascio quindi passare inosservato o quasi il complimento; non altrettanto il contatto, molto più ampio, del corpo del Tibbit che spinge e si adagia su di me. Lo sento sistemarsi comodo contro il mio petto, lasciarsi andare e poi cominciare a ronfare come solo un gatto potrebbe fare. Mi sciolgo nuovamente quando le ondate di piacere si propagano dal mio bacino, pressato contro la schiena di Deneb, alle mie estremità. Apro gli occhi e metto lentamente a fuoco la stanza con le sue luci tremolanti e la vasca in parte nascosta dalla nuca che mi poggia su una spalla a ridosso del collo. Vorrei parlare, ma ho paura di mettermi a strillare di piacere: le fusa da gatto mi fanno vibrare, come fanno vibrare l'acqua, e la cosa mi stimola in modo nuovo e sconosciuto, ma estremamente piacevole. Trovo, non so dove, forze sufficienti a muovere le braccia. Per un momento, il concetto di braccia mi appare estraneo, segno certo che il cervello è ancora stordito dall'enormità del piacere. Noncurante, o semplicemente abbandonata all'istinto, porto le mani ad accarezzarmi le cosce e da queste al pelo di Deneb la distanza non esiste. Risalgo lungo il corpo, dal bacino fino al petto, e lo stringo con forza contro il mio petto, affondando le dita nel pelo bagnato e setoso. Chino il capo sul collo e lo mordo, poi lo bacio. Risalgo fino alla guancia e mi ripeto, mordendolo e baciandolo. Guardami sussurro pianissimo, aspettando che si volti verso di me. Quando lo fa, lo bacio e gli mordo le labbra, esattamente come la prima volta che mi ha baciata. Piego le gambe e mi puntello coi piedi, raddrizzando appena la postura e ritrovandomi ancora più aderente al suo corpo, cosa che rende le sue fusa ancora più stimolanti. Una mano si fa più ardita e affronta l'aria della camera da letto, sbucando dall'acqua e risalendo imperterrita lungo la nuca fino all'orecchia a punta più vicina. Con un movimento lentissimo, comincio ad accarezzare e grattare l'orecchio, ascoltandolo ronfare e godendomi i cambi di intensità delle fusa che mi scatenato nuove scosse di piacere. Ed è con piacere perverso che porto l'altra mano ad accarezzare il petto e pian piano scendere sempre più in basso, sulla pancia e i fianchi, cercando senza mai trovare. 

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La sento risvegliarsi lentamente dal torpore che solo il piacere sa regalare. Le vibrazioni che generano le mie fusa, sembrano essere particolarmente gradite.

Sembra che finalmente riesca a trovare la forza di muoversi volontariamente. Percepisco il movimento delle braccia e delle mani sulle sue cosce, lo sconfinamento quasi naturale su di me, le dita che affondano nel pelo.

Il leggero dolore misto a piacere che i morsi sul collo mi provocano, mi danno dei leggeri brividi, che la coda amplifica oscillando scattosa, quanto un corpo immerso nell'acqua lo permette. Seguo il suo consiglio o ordine che dir si voglia, mi volto e ricevo l'ennesimo bacio con morso annesso, questa volta mi faccio trovare preparato e restituisco il favore.

La sento sistemarsi dietro di me, per aderire ancora meglio, corpo contro corpo. E' solo grazie al gocciolare dell'acqua che scende lungo il suo braccio che si sta spingendo fuori dall'acqua, che ne intuisco la destinazione. Ne ricevo conferma dal successivo contatto della mano con la testa e il mio orecchio.

Mi profondo in una sinfonia di fusa, sto per aprire bocca quando sento l'altra mano avventurarsi, probabilmente ricambiando il favore e il trattamento che le ho riservato prima. Cercando ma non trovando, puntando ma evitando e fermandosi quando oramai il contatto sembra inevitabile.

Modificato da Redik
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Storco il naso e aggrotto la fronte, quando Deneb ricambia il morso. Il dolore però è utile, risvegliando in me le forze sopite dal piacere e snebbiandomi il cervello. Gatto birichino sussurro a contatto con le sue labbra Niente grattini né latte se non fai da bravo. Lo bacio di nuovo, cercando con intensità la sua lingua con la mia, incurante dei rischi con i suoi canini affilati. Le mani intanto vagano in automatico, l'una continuando le sue carezze, l'altra la ricerca. Mi stacco un momento per riprendere fiato, solo per incollarmi nuovamente alle sue labbra con rinnovato vigore. Da qualche parte, la mente registra che l'astinenza è pericolosissima. Il pensiero mi fa sorridere e sbuffare contro le labbra di Deneb. Smetto di grattargli le orecchie e riporto la mano nel caldo abbraccio dell'acqua, dove va a dare una mano alla sorella, persa negli abissi della vasca. Continuo a scambiare effusioni finché, eccitata dalle fusa del gatto, le mie mani non trovano ciò che cercano. Non spiccico una parola e carezze si concentrano in quel solo punto, muovendosi lente e delicate, leggerissime. Allontano appena il volto per poterlo fissare negli occhi, cercando risposte in quel verde alle mie mute domande. Quando credo di averle trovate, nascondo la testa dietro la sua e ne approfitto per mordergli il collo. Allo stesso tempo, stringo più forte con le cosce e le mani, neanche avessi paura che volesse scappare. Rimango un momento così, nascosta dietro di lui, in modo che non possa raggiungermi e allungando nuovamente le gambe, attorcigliandole alle sue. Qualche istante dopo mi rilasso completamente, solo un seondo o due, poi lascio andare la preda dalle mani quando il piacere esplode nuovamente in me, facendomi sussultare ed strillare, la testa nascosta nel suo collo. Mi ancoro istintivamente al corpo del Tibbit, le braccia attorno alla sua vita, ma il gesto non fa che spingere il mio bacino a più stretto contatto con la fonte delle fusa e questo aumenta i miei sussulti e i miei strilli di piacere: grazie al cielo, il viso è affondato nel pelo tra il collo e la schiena, e le urla risultano attutite e soffocate; in caso contrario, avrei comunicato all'intera locanda e probabilmente anche ai vicini di casa quanto Deneb fosse bravo a farmi a godere. Lentamente, molto lentamente, i sussulti si fanno meno frequenti, anche se non meno intensi, e di nuovo, mi abbandono al torpore del piacere. Se il corpo è nuovamente svuotato di ogni forza, stavolta per lo meno la mente è meno annebbiata, quindi a occhi chiusi posso sussurrare con cognizione di causa Gatto cattivo... gatto cattivo.... guarda cos'hai combinato... devo aver... rovesciato... metà dell'acqua di... di fuori... si può sapere... cosa... ti è saltato in... m m mente?... Reclino la testa sulla sua spalla, baciandogli il collo e continuando affannosamente Mi stai... mi stai... lo bacio di nuovo e rinuncio a trovare una parola che descriva cosa mi sta facendo ...bravo il mio cucciolo... sei proprio... sei proprio... bravo... a guadagnarti... le coccole... biascico infine, spossata e al tempo stesso, di nuovo, ansiosa dell'ennesimo passo avanti di questa notte. Visto che mi mancano le energie per controllare persino i pensieri, alle labbra arrivano anche parole che sarebbe meglio tacere e che domani mi faranno vergognare, ma sono un fiume in piena e senza freni continuo ...mi sa... che do... bbiamo... avvisare Kilash... che faremo tardi... domani... si... mandiamogli un... mandiamogli un biglietto... lo incontriamo... per un thé... nel pomeriggio... mmm... che dici?...

Modificato da aykman
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Proteste velate e blande lamentele. Rispondo con un blando mormorio, un misto fra scherno, piacere e complicità. Come già accaduto sono in balia dei suoi tempi e delle sue reazioni. Nemmeno il tempo di rispondere che parte nuovamente all'attacco. Rispondo al bacio con passione, andando a mia volta a cercare la sua lingua.

L'intreccio si crea e si scioglie a più riprese, mentre la mano che si occupava di grattarmi dietro le orecchie, torna a tuffarsi nel caldo della tinozza. A mia volta con le zampe esploro le sue gambe, le cosce piene e i fianchi, lasciando spazio di manovra alle sue mani che finalmente raggiungono quello che tanto hanno cercato.

Al momento del contatto, mi si spezza il fiato per un attimo, lasciando uscire un piccolo gemito. Chiudo gli occhi per un paio di secondi, godendomi quelle attenzioni leggere, delicate. Li apro nuovamente e trovo i suoi, a pochi centimetri da me, piantati nei miei, pronti a scavarmi dentro.

Poi così come mi ha cercato, torna a nascondersi alla mia vista, affondando il viso nel mio collo e continuando a muovere le mani, provocandomi ondate di piacere. La sento ancorarsi a me, stringendomi. Con le gambe, con le braccia, con le mani. Sono piacevolmente immobilizzato, solo la coda, stretta a sua volta fra noi, riesce a muoversi, disegnando piccole parabole da un lato all'altro tra la mia schiena e il suo seno.

La stretta dura solo qualche secondo, poi la sento nuovamente sciogliersi, lasciarsi andare, urlando il suo piacere, cercando di soffocarle addosso a me, affondando il viso nella mia schiena. Sento le vibrazioni che si propagano, andando poi a spegnersi, placandosi insieme ai suoi sussulti.

A differenza di prima però, la ragazza risulta essere decisamente più loquace " Io...? "  chiedo con quanta più innocenza e candore riesco " Guarda che quella che si è agitata sei tu... non darmi colpe che non ho " le faccio la linguaccia, trovandomi nuovamente avvinghiato in un bacio. Le passo una zampa dietro la testa, continuando a baciarla " Io volevo solo lavarti la schiena... "

Lasciamo discorsi incompiuti, spezzandoli con i baci, le carezze irriverenti e avventurose. Mentre le rispondo, la tiro leggermente per il braccio, facendola ruotare su di me, puntando sulle gambe che mi cingono il bacino " Devo dire che... a volte hai delle idee veramente geniali "

La abbraccio, quindi con le zampe scendo a sostenerla dai glutei, mentre continuo a baciarla. Lascio però che una delle due, scivoli leggermente più giù trovando a mia volta la destinazione che ho cercato per tutta la sera, aspettando trepidante le reazioni che affioreranno sul suo volto " Il famoso thé delle cinque... " rincaro la dose mentre continuo a muovermi.

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Il gioco prosegue, adesso un pò più scoperto. Ancora gelatina, mi lascio portare di fronte a Deneb, rimanendo legata al suo corpo, la sua bocca che cerca la mia almeno quanto io cerco la sua. Un sorriso sfatto mi stira il volto quando mi prende in giro per il macello di cui l'ho accusato, ma qualche parola buca la patina di piacere, punzecchiando più di uno spillo A volte? chiedo perplessa, un guizzo di sopracciglia a sottolineare lo stupore A volte? Un brivido mi costringe a chiudere la bocca, trattengo il fiato e mi mordo il labbra quando il gatto, con tempismo perfetto, affonda la mano sulle mie curve fino a trovare la terra promessa. Immobile, aspetto che la prima scarica elettrica si plachi, permettendomi di proseguire il discorso senza strilli inarticolati. Non riesco a trasformare l'espressione sul mio viso da stupore a finta rabbia per l'affronto, anzi, subisco l'ennesima battuta da parte sua, mentre trattengo le urla di piacere. Deneb sta manovrando con sfacciata noncuranza le mani sulle parti più sensibili del mio corpo, negandomi la possibilità di replicare: mi arrabbio con me stessa per questa debolezza, ma mi giustifico col fatto che è impossibile resistergli. Raccolgo le gambe sotto al corpo, muovendole con difficoltà, cercando una posizione più comoda e stabile sul corpo di Deneb, mentre le braccia corrono sul petto fino al collo, aggrappandosi. Lo bacio, abbandonando il corpo contro al suo, confidando nella sua forza, quando nuove scosse accompagnano i suoi gesti.  Rubo centimetri ogni volta che Deneb mi lascia un minimo di spazio, fino a che finalmente non raggiungo la posizione che cerco: inginocchiata su di lui, le ginocchia che strisciano dolorosamente contro i bordi della vasca ai lati del suo bacino, i piedi pressati alle sue cosce e le natiche prigioniere delle sue mani. Continuo a baciarlo, facendomi rubare la poca aria che mi permetterebbe di ricominciare a parlare; porto una mano sulla sua nuca, accarezzandola e tirandogli la testa contro la mia, decisa e possessiva. L'altra mano abbandona il collo e rifà la strada dall'alto al basso, cercando il modo di riportare equilibrio in questa competizione di gemiti. Quando trovo ciò che cerco, ritrovo anche la parola, anche se è solo un sussurro appena sospirato tra un bacio e l'altro  A volte... ho delle...idee...veramente... geniali...calco con forza su quel veramente, e accompagno l'inflessione stringendo di più con la manina sott'acqua ...altre volte...invece...sono solo...fantastiche...proseguo, guidando qualcosa di caldo a sfiorare qualcosa bollente ...ma di solito...le mie...idee...sono...semplice...mente...perfette Ahhh... concludo quando, sollevato appena il bacino fino a trovare il giusto equilibrio, affondo lentamente i fianchi, unendo le due parti e accompagnando il tutto con una sinfonia di nuovi gemiti. 

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Il valzer di gemiti, carezze, prese in giro e punzecchiature prosegue a ritmo serrato. Elle cerca di mantenere la facciata della dura, facendo finta di indignarsi per il mio commento, ma con perfetto tempismo stronco le sue proteste sul nascere andando a toccare la sua parte più sensibile.

La sento al tempo stesso immobile e vibrante, una nuova scarica elettrica la attraversa, ripercuotendosi anche su di me. Continuiamo a baciarci, mentre la sento muoversi con le gambe, cercando di cambiare posizione nello spazio esiguo della vasca.

Mi attacca e si ritira, pretende e dona, mi lascia spazio e poi si incolla a me. In tutto questo, non perde tempo, replicando colpo su colpo alle mie avanzate. La mano libera torna nuovamente ad inabissarsi, con una destinazione ben precisa. Una volta raggiunta parte con la controffensiva.

" E io che... che ho det...to? " chiedo cercando di difendermi o di difenderlo quando la stretta si fa più decisa " Ecco ora comin... ciamo ad inten intenderci " percependo il contatto.
" Per fet te " finisco di mormorare mentre i ricci rossi di Elle finiscono per coprirle il viso, quando finisce di scendere dalla piccola altezza da cui si era issata.

Finisco per abbracciarla, mentre affondo un leggerissimo morso alla base del suo collo, cercando di farmi strada fra i capelli " perfette " bisbiglio nuovamente, intanto comincio a muovermi appena, per quanto mi è possibile vista la limitazione imposta da Elle e dalla vasca insieme " E poi sarei io quello biricchino?! "

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Si...si...si...tu...uff...biri...cchino... affanno su di lui, più di piacere che di fatica, mentre spingo con le cosce sulle sue cosce, sfruttando al massimo l'elasticità delle gambe per ritmare un saliscendi a passo lento. Ignoro per il momento le grida di protesta delle ginocchia, piegate e sfregate contro la vasca, concentrandomi sul bacino. E' li che il calore si concentra e si propaga, è da lì che ondate di piacere invadono il mio corpo e svuotano la mia mente, allontanando il dolore in un angolo remoto e del tutto privo di importanza  al momento. Le mie mani corrono sul pelo bagnato del gatto, prima in giro senza meta, poi decise sulla nuca, stringendo e tirando talvolta, accarezzando tal'altre. Il mondo diventa privo di importanza attorno a me, solo il piacere e la sua fonte mi interessano, come un essere che non vuole smettere di fare qualcosa per paura che non succeda mai più una volta interrotto. Altri gemiti e sospiri mi fuggono dalle labbra, attestando l'assoluta approvazione di ciò che sta succedendo e del come sta succedendo.

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Accompagno il movimento lento, ma ritmato, muovendomi a mia volta per quanto possibile, rilassando e contraendo i glutei.

In sincrono con Elle, gemiti e sospiri riempono l'aria, insieme ad un sottofondo di fusa che fanno da contraltare grave a tutti quei piccoli acuti.

Le zampe si muovono lente dal seno, ai glutei, alla testa della ragazza, per armonizzare ancora di più questo intreccio di corpi e di respiri.

Sottili fili rossastri ci uniscono, i suoi capelli prigionieri del mio pelo, vanno a creare una sorta di ulteriore connessione tra noi. 

Ansimo e bacio, ansimo e mordicchio, ansimo ed esploro. Godendo appieno e con calma questo lento ma costante crescendo di stimoli.

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Dopo poco comincio ad accusare lo sfregamento con la vasca. Questa consapevolezza mi spinge ad accelerare il movimento dei fianchi, accentuando la sensazione di benessere e piacere, traendo ogni briciola di godimento possibile prima di fermarmi, ansimante, sollevando quel tanto che basta da sovrastare Deneb. Dall'alto, con i capelli che creano una cortina tra me e le orecchie del Tibbit, lo guardo con un'espressione felice, pacata: lo sguardo di una persona appagata. Solo un secondo gli dico ansimante, tenendogli il volto tra le mani ruotato verso il mio viso Mi sto consumando le ginocchia sui questi bordi. Lo bacio con calma deliberata, attenta, mettendoci tutta me stessa dentro, desiderosa di trasmettere molto di più. Allontano il viso e sto ferma a guardarlo ancora, mi perdo per quei lunghi secondi, che sembrano secoli, finché con un sorriso non lo lascio andare. Cautamente mi sollevo, stirandomi tutta verso l'alto, poi con grazia mi immergo di nuovo ai suoi piedi, raggiungendo l'altro lato della vasca. Mi sistemo comoda con le spalle contro il bordo, le braccia avvinghiate anch'esse ai bordi, in maniera da sostenermi. Allungo le gambe sott'acqua, facendo scorrere i piedi lungo le cosce di Deneb per poi salire piano piano, accarezzando. Dopo un po', sposto un piede  contro il suo petto, trattenendo, mentre con l'altro vado a stuzzicarlo più in basso. Quando capisco che si sta surriscaldando, tiro fuori dall'acqua il piede e lo poggio sul bordo, subito accompagnato dall'altro sul lato opposto; uno sguardo malizioso sostituisce quello appagato, visto che il piacere si è placato e sono ansiosa di procurarmene dell'altro Vieni a coccolarmi? chiedo senza indugi, pronta al nuovo round. 

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"Subisco" la sua accelerazione, rimanendo ipnotizzato dal movimento ritmico del suo seno, che ballonzola fiero davanti ai miei occhi. Come una falena attratta dalla luce, lascio che la mia faccia ci si avvicini, giocandoci con la bocca e con la lingua.

Passa qualche secondo da quando Elle si ferma a quando me ne accorgo. A dire il vero, vengo riportato alla realtà dalle sue mani che mi sollevano il volto. Annuisco con gli occhi alle sue parole, nascosto al mondo esterno dalla cortina rossa. Rispondo al bacio, non potendo farlo alle sue parole, ricambiando anche l'atteggiamento.

I suoi sguardi e le sue espressioni, mi intrigano, mi coinvolgono e mi accendono. Una volta libero dalle sue mani, resto li, con la schiena rilassata sul bordo, ammirandola dal basso, quando si mette in piedi, rinunciando alla copertura dell'acqua. Un fischio sommesso accompagna quella visione, mentre la ragazza torna ad immergersi, guardandomi dall'altro lato della vasca.

Sto per replicare, muovendomi o dicendo qualcosa, quando Elle prende ancora l'iniziativa, bloccandomi ancora con un piede sul petto e con l'altro andando a stuzzicarmi proprio li. Ottenuto l'effetto desiderato, mi lascia libero, bersagliandomi con uno sguardo malizioso. Non aspettando altro, mi alzo a mia volta, con lo sguardo che trasuda passione e lussuria " Non aspettavo altro! " le mormoro con la voce roca e carica di desiderio.

Mi avvicino a lei, andando ad unire la distanza che nuovamente ci separava, cominciando con un lento ma costante ritmico crescendo. La guardo negli occhi, le guardo il corpo, così disinibitamente offerto alla mia vista. " Cadrà molta acqua " mi ritrovo a dire sorridendo malizioso.

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Muovo una smorfia sul mio volto, subito sostituita dal sorriso malizioso Ci pensiamo dopo al pavimento... sicuramente una lavata non gli farà male taglio corto, ansiosa che si concentri e desiderosa di una nuova apoteosi di piacere. Nonostante abbia già avuto parecchio, mi accorgo del desiderio, quasi indecente, di avere di più. Una parte di me prova vergogna per questo, l'altra mi rinfaccia senza pietà dei mesi passati senza. Arrossisco appena abbassando lo sguardo, solo per rendermi conto che abbassandolo lo porto esattamente sull'oggetto della disputa e del desiderio. Arrossisco di più e penso confusa a come salvarmi dalla situazione, quando i movimenti del gatto cominciano a pesare sulle mie capacità cognitive, annullandole rapidamente e rimpiazzandole con un estasi pacata. Il sorriso da malizioso si fa languido e appagato, come pure lo sguardo, anticipando nell'espressione quelle sensazioni che sento montare in me e che tra poco mi travolgeranno. Mi sale in gola un grido, un'incitamento a continuare più forte, sempre di  più, ma il ritmo in crescendo mi ha già mandato su di giri, e l'affanno e gli affondi trasformano le parole nate in gola in strilli di godimento una volta arrivati alle labbra, inarticolati ma perfettamente esplicativi di ciò che sento. Di scatto porto una mano alla nuca del Tibbit, tirandolo un pò e un pò sollevandomi verso il suo volto, baciandolo. Rantoli sconnessi fuoriescono dalla mia bocca, l'unica parola intellegibile un si, ripetuto più e più volte, ma sempre più spesso interrotto quando il fiato mi manca all'ennesimo, profondo assalto che porta Deneb a toccare punti via via più sensibili.    

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Un sottofondo di si, sih, siii, accompagna i miei movimenti. Continuo incessantemente, godendomi ogni più piccola sensazione, percependo l'eccitazione con tutti i sensi. Il tatto ovviamente, la vista, appagata dal corpo di Elle a mia disposizione e dalle sue smorfie di piacere, l'udito, deliziato da quella sinfonia di respiri affannosi e parole sconnesse, l'olfatto, con quel misto di feromoni, sudore, sapone e zuppa e il gusto, quando le nostre lingue vanno ad incontrarsi.

Approfittando della posizione della ragazza, sollevata verso di me per baciarmi, mi abbasso leggermente sulle gambe, agguantandola meglio e caricandomela in braccio. Le mie braccia sotto le sue ginocchia, le mie zampe sul suo sedere " Tieniti stretta " le sussurro, appena la mia lingua ha nuovamente la possibilità di farlo.

Come sento le braccia di Elle attorno al collo, guadagno ancora un po' di stabilità e quindi riparto con maggior slancio e vigore, pronto a raggiungere nuove vette di piacere.

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Nella foga del momento quasi non mi accorgo di cosa sta succedendo: sono ipersensibile eppure non mi  accorgo di alcune cose, travolte da stimoli più forti altrove. Capisco solo dopo qualche tempo cosa le sue parole vogliono dire: fanno breccia nella mia mente sognante solo quando gli affondi di Deneb si fanno più forti e profondi e le gambe non mi trattengono più all'immobile vasca, ma alla fluida, versatile forza delle sue braccia. La mano che finora ha accarezzato e tirato la sua testa vicina alla mia si aggrappa senza troppi complimenti al pelo sul collo, cercando di controllare l'equilibrio a ogni nuova spinta. E ad ognuna di esse, un nuovo grido, un nuovo sospiro, il piacere che, colpo su colpo, si propaga verso le mie estremità, trasformando in gelatina i muscoli delle gambe, in lava il mio bacino, in nulla i miei pensieri. Affondo di nuovo il volto nella sua spalla per smorzare le urla, in bocca la sensazione strana del pelo bagnato, gli occhi chiusi ad ogni colpo che non trattengono più le lacrime di gioia, di dolore, di piacere. Mi fanno male le spalle, pressate contro il bordo della vasca; mi fanno male le ginocchia, per come le ho strofinate prima; mi fanno male i muscoli, per tutta quel contrarsi, rilassarsi e ammortizzare; il bacino e l'inguine sono in fiamme; ma ad ognuno di questi dolori un piacere è associato di volta in volta più grande, una consapevolezza colpevole di dover accettare dolore per piacere, esigente e ansiosa di essere soddisfatta. Ad ogni ritirata e affondo ondate di piacere che preannunciano l'orgasmo, il desiderio di condividerlo, di estendere questa sensazione all'infinito, di non smettere mai. Una scossa più forte e il corpo si irrigidisce, le gambe che guidano i piedi ad allacciarsi dietro la schiena del Tibbit, la mano che stringe il bordo della vasca spasmodicamente, l'altra che ancora dolorosamente le unghie sotto il folto pelo, il bacino che si solleva andando incontro a quello di Deneb, gli occhi velati di lacrime, spalancati sulla vista della schiena e del bacino che continua a spingere in me. Disperata, stringo più forte le cosce  e le mani, terrorizzata all'idea che si fermi; tra un rantolo e l'altro, la preghiera non...fer...mar...ti...

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La preghiera e l'incitamento della ragazza mi danno quello sprone ulteriore che non mi farebbe smettere nemmeno se mi stesse per venire un infarto. Ora come ora sarei disposto a giocarmi una delle mie sette vite pur di non interrompermi.

La sto imparando a conoscere, a capire, sento che si irrigidisce nuovamente, mentre il respiro si fa più corto e rapido, segno che il piacere accumulato fino ad ora, sta raggiungendo il suo apice.  La sento accentuare i movimenti con il bacino contro il mio, continuo ancora e ancora, mentre lo stesso bramato e agognato piacere cresce prepotentemente anche dentro di me.

Perdo la cognizione del tempo che passa, mentre scosse di piacere sempre più intense vibrano nel mio corpo, rendendo difficile far forza e mantenere la posizione, ma lungi da me l'idea di fermarmi. Un colpo dietro l'altro, quando di punto in bianco le unghie di Elle, mi strappano per un secondo da quel mondo onirico, riportandomi alla realtà. La sento prorompere nell'ennesimo eppur diverso orgasmo, dolce sinfonia che ha allietato la nostra serata. E' solo un'istante quello che mi viene concesso per accorgermene.

Finalmente il piacere desiderato fino a quel momento, esplode. Un grido soffocato e una serie di scosse incontrollate irrigidiscono e rilassano a raffica il mio corpo. Con le ultime forze che questo mi lascia, riesco a piegare lentamente le gambe, tornando ad immergerci nell'acqua, ancora uno dentro l'altro. Riesco a preoccuparmi di non mettere il naso sotto l'acqua, quindi chiudo gli occhi per qualche secondo appagato e soddisfatto, mentre le ondate di piacere continuano a propagarsi perdendo lentamente di intensità giro dopo giro.

Con gli occhi ancora chiusi e le mani strette sul suo corpo trovo la forza di mormorare " Non si accettano rimborsi " con il solito sorriso beffardo che mi modella il volto.

Modificato da Redik
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Lo sento esplodere in me, una forza prorompente, il calore liquido che mi inonda, e il piacere, il piacere immane, non sono quello mio, che mi travolge come un'onda, ma anche il suo, intenso e violento; e la consapevolezza di aver dato piacere a qualcuno, di averlo ricevuto e condiviso. Tremo sotto l'urto del suo bacino contro il mio, assaporando ogni istante di quella tortura, il dolore dell'affondo cancellato dal piacere della stimolazione. Non mi rendo conto del tempo che passa, ma capisco dai movimenti più lenti, feroci e maestosi, che Deneb è agli sgoccioli. Lo sento accasciarsi piano, con me che gli peso sopra: io di forze residue non ne ho per sollevarmi, ho la sensazione anzi che il mio corpo appartenga ad un altro, tanto lo riesco a controllare. La testa, piegata sul bordo della vasca, è l'unica cosa che mi trattiene dallo scivolare sott'acqua; la mano che stringeva il bordo ha abbandonato la presa, scivolando chissà quando nel caldo tepore dell'acqua; le gambe, ancora allacciate al bacino di Deneb, non ne vogliono sapere di districarsi; solo l'altra mano sembra ancora in vita, e con gesti lenti accarezza nuovamente le orecchie del Tibbit, stringendo il suo volto sul mio petto dove ormai l'acqua non arriva più. Per fortuna, il corpo del gatto, per quanto bagnato, emana un soddisfacente calore. Lo sento mormorare qualcosa, una battuta forse, visto che l'accompagna un sorrisetto sardonico, che gli stira la faccia beata. Incapace di replicare a tono, almeno non in questo momento di pace dei sensi ed estremo compiacimento, mi limito ad accarezzarlo e a sussurrare Cucciolo mio... mentre aspetto che le ondate di piacere si trasformino in languore, appagamento e poi nuovamente in desiderio. Ed infatti, al solo pensarci sento una volta di più il dolore sordo che la violenza dell'amplesso mi ha lasciato addosso fuggire via di fronte al desiderio di avere ancora, di dare ancora: grazie al cielo, so come gestirmi, e quindi lascio che il desiderio mi riempia, mi attraversi e poi mi lasci, rimanendo sopito in un angolo della mente, domato per un istante. Ascolto il nostro respiro riempire l'aria della stanza insieme al suono delle gocce d'acqua che cadono dalla vasca, incredibilmente sonore nonostante il casino di fuori. Registro appena che il tono delle risa sguaiate e delle voci che arrivano dalla strada è diverso, volgare ma divertito; da qualche parte sotto al torpore, la parte più fifona di me si convince che il casino che abbiamo fatto io e Deneb in stanza si sia sentito più che bene nella locanda e perfino in strada, e che quelle battute e volgarità siano rivolte a me. Una volta di più, il piacere e l'estasi che mi riempiono il ventre e la testa placano queste ansie, relegandole in angoli bui,coperte da altri pensieri, quali "non me ne importa nulla" e "forse sono gelosi che me la spasso", salvo poi virare su note tristi, riempiendomi di lacrime gli occhi: in un istante sono catapultata nelle reminiscenze della mia vita precedente, degli squallori intravisti in porti lontani, dove l'atteggiamento degli uomini verso le donne è a dir poco ingiusto. La sensazione di orgoglio per il piacere dato e ottenuto si attenua all'idea che quegli uomini li fuori mi vedranno come una sgualdrina solo perché non mi vedono come una loro pari, ma una donna, un essere inferiore che non può avere gioie e piaceri in maniera simile a loro. Un piccolo moto di rabbia e stizza mi fa tendere i muscoli e affannare appena, poi, veloce come è nato, il pensiero sparisce lasciandomi spossata, la felicità ancora lì ma un po' più attenuata. Sospiro e mi rivolgo a Deneb, felicemente accoccolato sul mio seno Cucciolo... anche io non vedo l'ora di dormire con te... ma la vasca non è esattamente comoda... che ne dici se ci laviamo e andiamo a letto? Sussurro piano, ritrovando l'uso dell'altra mano, che corre ad accarezzare la schiena del Tibbit, risalendo piano dal tepore dell'acqua sul bacino alla più fresca aria della camera sulle spalle. 

Modificato da aykman
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Spossato, ma assolutamente felice e soddisfatto, mi beo delle coccole di Elle, rispondendo ad esse con un sommesso e delicato mormorio di fusa. Mi prendo ancora qualche attimo prima di aprire nuovamente gli occhi e cercare di ritrovare la padronanza del mio corpo e delle mie azioni.

Annuisco alle sue parole, cominciando a muovermi per cercare di liberare i nostri corpi da quell'abbraccio languido e sensuale. Mi metto seduto, muovendo la testa a destra e a sinistra, stiracchiandomi. Recupero la pezza che ci ha dato un suo valido sostegno prima, strofinandola sul sapone.

Ancora abbracciato alla ragazza comincio a strofinarle delicatamente la schiena con un tenero sorriso sulle labbra, mentre le mani di Elle continuano ad accarezzarmi la testa e le spalle " Non devo essermi comportato così male allora... " le dico. Finisco di insaponarla, sciacquandole poi la testa e la schiena. Una volta finito esco dalla vasca, infilandomi solo i pantaloni, approfittando del clima, che in questo momento mi sembra stranamente mite della città, ma sopratutto del calore del corpo della ragazza che aspetto mi si sdrai di fianco.

Modificato da Redik
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Mi stiracchio anch'io, godendomi quegli ultimi istanti in vasca insieme. Quando finalmente Deneb finisce di lavarmi ed esce, ne approfitto per allungarmi tutta sott'acqua, assaporare quel tenero, tiepido abbraccio un'altra volta. Prendo la pezza e finisco di lavarmi, mi risciacquo immergendomi ancora e finalmente esco. Il disastro attorno alla vasca è immane, ma gran parte dell'acqua è ormai scolata via attraverso le tavole del pavimento: insperata fortuna. Recupero qualcosa per asciugarmi, frizionando energicamente la pelle e i capelli, quindi prendo la spazzola dal cofanetto e vado a sedermi sul bordo del letto. Lo guardo un momento, valutando le parole che mi ha rivolto prima di lavarmi e a cui, in un primo momento non ho dato risposta. All'inizio mi sono sentita quasi offesa dalla domanda, ora, dopo averci ripensato, non ci trovo nulla di male. E' la risposta a seccarmi: vorrei essere del tutta sincera, ma ho paura delle conseguenze di un gesto del genere. Comincio a spazzolarmi i capelli, fissandolo distrattamente e meditando sul da farsi. Decido cosa dire affrontando un nodo particolarmente resistente, ben nascosta al suo sguardo da una cortina di capelli rossi che assomigliano finalmente a capelli e non alle setole di una vecchia scopa Bé... direi che... non sei stato così male. Mantengo un tono di voce calmo e calco appena sul così, lasciando che il sorriso malizioso faccia capolino tra le labbra e alleggerisca la replica. Non vorrei essere però affrettata nel dare giudizi. Che ne dici se mi rifai questa domanda dopo le coccole... una bella notte di sonno... una colazione degna di questo nome, e non stantia come la cena...? Finisco con la spazzola e lo fisso, contrariata dalla presenza dei vestiti. Sebbene la maggior parte delle voci nella mia testa abbiano approvato la presa di distanze e il rientro negli abiti di Deneb, lodandone il cavalleresco comportamento, io non ne sono felice: mi mette a disagio la cosa, visto che io sto bene nuda e non vedo perché, dopo aver fatto ciò che abbiamo fatto, lui debba tornare a nascondersi negli abiti come se si vergognasse. Un'altra esplosione di proteste nella mia testa, e qualcuna più saggia mi fa notare come quel poco di mondo che ho visto fuori da Solyst  condivida un'atteggiamento simile e trovi il mio scandalizzante o esecrabile. Sospiro e scrollo le spalle, scacciando l'espressione triste e seccata e riprendendo quella felice e maliziosa. Ripongo la spazzola e prendo un poco di unguento profumato da una boccetta, con cui comincio a massaggiarmi la pelle. Faccio con calma, ignorandolo ma lasciandogli modo di godere dello vista per quanto voglia. Alla fine, lo guardo con aria di sfida Me ne spalmi un pò sulla schiena? prima di voltarmi faccia a terra sul letto.

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Dopo essermi asciugato, parzialmente rivestito e disteso sul letto, mi sistemo restando a guardare Elle. Quando finalmente mi raggiunge, seduta su bordo del letto, mi faccio più vicino a lei, facendole i grattini sulla schiena mentre è intenta a spazzolarsi i capelli. Anche se cerca di nascondersi alla mia vista utilizzando la sua chioma come scudo riesco a scorgere parte del suo viso e delle sue espressioni " Non così male... ? " chiedo fingendo un tono offeso.

Generalmente me la sarei presa, ma per quello che conosco Elle e per le sue reazioni durante il nostro bagno insieme, qualcosa mi dice che in fondo il suo è un giudizio un po' manipolato; ma sopratutto per quelle che so essere le mie eccezionali doti di latin lover non può essere rimasta insoddisfatta " Be in effetti ti sei dovuta rilavare la schiena da sola, quindi effettivamente non devo aver fatto un lavoro eccellente... " rispondo mentre ascolto la replica e nel frattempo continuo ad andare su e giù con la zampa sulla sua schiena " Anche le coccole dice? Aspetti che controllo... " con la mano libera, consulto un foglietto immaginario, facendo finta di scorrerne le voci " Mmm coccole, coccole... no mi spiace, non mi risultano nel pacchetto da lei acquistato " con la testa, vado ad infilarmi fra il braccio la coscia, cercando quindi di guardarla negli occhi nonostante la barriera che ha creato, indeciso se replicare tirando in mezzo qualche frase che si è fatta scappare poco prima, circa colazioni e tè, mentre ovviamente sorrido.

Noto che mi fissa a sua volta, concentrandosi su quella che è la mia unica parte vestita o la parte che le suscita maggior interesse, o magari entrambe le cose. Resto ancora a fissarla per un momento o due prima di replicare " Per tua fortuna sono un gentiltabaxi e come ti dicevo prima difficilmente lascio le cose a metà " comincio, continuando a solleticarle la schiena " Inoltre... e ci tengo a precisarlo, mi sono in parte rivestito, unicamente perché hai espresso il desiderio di mettersi a dormire. Non vorrei che venissi distratta o che ti lasciassi tentare da chissà che cosa... " corredo questa mia ultima frase, punzecchiandole leggermente il fianco con un dito " Ma se preferisci, non ho alcun problema, anzi, lascio respirare la pelliccia "  concludo, mentre la mano libera abbassa leggermente il bordo dei pantaloni.

Finisce di spazzolarsi i capelli, ignorandomi deliberatamente. Quindi ripone la spazzola e comincia a cospargersi il corpo con un unguento profumato. Le piace farsi guardare e io non mi tiro certo indietro, anzi mi godo la scena. Incrociamo ancora una volta i nostri sguardi " C'è bisogno di chiederlo? " rispondo mettendomi a cavalcioni sopra di lei e cominciando a massaggiarle la schiena. Dopo poco mi abbasso leggermente, arrivando al suo orecchio e sussurrandole " Se ti dovessero venire strane idee, gradirei che non me ne venisse data la colpa " ridacchio mentre torno al mio massaggio.

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Ricomincia il gioco, anche se non esattamente nei termini che mi aspettavo: essere distesa a pancia in giù con 90 chili di gatto a trattenerti non rendono esattamente la posizione facilmente difendibile. Comunque, si è già lasciato andare su due punti facilmente attaccabili, e un terzo esplorabile. Sorrido tra me e me, lasciando che mi massaggi e cominciando a minare le sue sicurezze. Hai già ammesso una colpa, che modo di difenderti è? domando, partendo larga. Nel frattempo chiudo gli occhi, piego le gambe e incrocio i piedi, dondolandoli piano. Lasciamo stare. Da giorni che ti vanti della tua abilità di lavaschiena, e ho dovuto concludere da sola. Bà. Vorrei scuotere il capo, ma prevede di sollevarsi, e ci sto troppo comoda distesa, quindi ci rinuncio Quanto alle coccole, non so voi gatti come vediate la cosa, ma dalle mie parti è scontato che dopo vanno fatte: che razza di modo di finire è?! Sbuffo appena, fingendomi oltraggiata dalla sua ignoranza, ma godendo appieno del massaggio. Sto rilassandomi così ben, che anche la voce comincia a diventare lenta, pacata e sonnacchiosa. Non puoi versarti un bicchiere e poi lasciarlo sul tavolo... te lo devi bere... Mi prendo una bella pausa di riflessione, dove il sonno la fa da padrone in ogni ragionamento ...distrazioni... biascico infine ...tentazioni...strane mmm... idee... colpe...come gatto sei strano. Ho paura mi ci vorrà parecchio sbadiglio tempo per capirti. E ancora di più perché tu riesca a capire me. Ti do però un indizio: i desideri... le idee... le tue...tentazioni... diventano realtà... perché non trasformo le azioni in colpe. Prendo ciò che voglio... e non mi sento in colpa quando l'ho avuto.   Mi volto a guardarlo in faccia, sollevando il busto puntellandomi su un gomito. Trattengo il sorriso malizioso mentre aggiungo Non è colpa mia se i gatti sono attivi di notte e sonnecchiano di giorno. Sorrido sfrontata Ma mi posso adattare... sono di idee... aperte...

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La guardo mimando un'espressione tra l'indignato e il sorpreso " Ad essere sinceri non ho ammesso nessuna colpa... Non starò di certo qui a lamentarmi delle distrazioni e degli impedimenti a cui sono dovuto sottostare durante lo svolgimento del mio operato. Avrei piuttosto da ridire sulla tua capacità di giudizio... non vedevo nessun bisogno di doversi lavare nuovamente " 

Continuo il massaggio, sconfinando a volte li dove la schiena finisce ed iniziano i glutei " Per quanto riguarda il dare o meno per scontato qualcosa, non so come facciate gli accordi voi delle isole, ma non si lasciano i dettagli o i particolari al sotto inteso e ci si deve affidare alla serietà della controparte "

Per un po' mollo la controffesiva, lasciandole godere il massaggio e cercando di star dietro ai suoi vaneggiamenti. Mi stendo su di lei, continuando per quanto possibile a massaggiarle spalle e collo " Ho visto come prendi quello che vuoi... e sono ancora più contento del fatto che non ti fai condizionare dai sensi di colpa... non ce n'è assolutamente motivo "

Le solletico un orecchio con la lingua, non ho certo intenzione di retrocedere di un solo passo in questa schermaglia verbale " O si non preoccuparti, non mi sono mai macchiato dell'onta di lasciare un bicchiere di vino a metà! " comincio a rialzarmi, avendo premura di strusciarmi quanto più possibile su di lei nel farlo " Ci vuole tempo per capire se stessi... figuriamoci gli altri.

E comunque apprezzo molto la tua mentalità, mi piace " sbadiglio a mia volta, la stanchezza nonostante tutto si fa sentire " Posso adattarmi anche io... basta sapere quali sono le proposte... "

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