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Capitolo Zero: Fuggitivo


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Il 9/9/2019 alle 17:38, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 09:35

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

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Riesci a uscire fuori dall'inferno di coperta solo per giungere nella proverbiale brace: la prua della nave va a fuoco e sul ponte c'è fumo e odore di legno bruciato. Vedi già alcuni cadaveri di marinai, mentre altri corrono all'impazzata da una parte all'altra. Sopra di te, Noah cerca di togliere la Bisaccia dalla trappola nella quale siete caduti, ma una leggera virata a destra fa sbattere il fianco del brigantino al relitto sfregiandone leggermente la chiglia.

Nel frattempo la nave avversaria ha circumnavigato il vostro brigantino chiudendovi spalle al muro tra il fuoco nemico e la nave imperiale affondata che sfrega il tribordo. "Le armi? Dove sono le armi?!" urla qualcuno, ma una palla di fuoco dalla fregata avversaria incenerisce coloro che cercavano di reagire scatenando un nuovo incendio a prua. Vedi persone che cercano di placare il fuoco, altri che, disperati, saltano giù dalla nave finendo incastrati nelle insidie della nave che affonda alla vostra destra o peggio ancora infilzati dal legno spezzato non ancora trascinato sott'acqua.

Senti l'albero maestro che sta cedendo, mentre arcanisti a bordo dell'altra nave continuano a infierire. Poi, di nuovo quel lampo rossastro che hai visto prima, negli occhi di una femmina umana diversa dagli altri schiavisti; il suo aspetto esotico, regale e per certi versi perfino sensuale ispira timore di reverenza in coloro che la circondano. E' vestita di una tunica di cuoio e broccato trapuntato, pelle scura come il bronzo e capelli bicromatici tenuti insieme da trecce e diademi, porta sulla parte inferiore del viso una macchia di albinismo e alcuni tatuaggi sulla mandibola.

Ella sale sulla balaustra in perfetto equilibrio e da lì levita di qualche centimetro in aria; poi il suo braccio destro destro graffia l'aria di fronte a sé e contemporaneamente lo scafo di sinistra viene sradicato come se un drago enorme ed invisibile fosse apparso al suo comando e avesse tirato un'artigliata alla nave.

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Da sottocoperta, uno stormo di volatili umanoidi dal pennaggio nero come la pece spicca il volo cercando salvezza altrove, ma la nave avversaria attiva le catapulte che lanciano reti per catturarne dozzine alla volta. La nave è nel caos, e la cassa che porti con te di certo non può ribaltare la situazione, ma magari potrebbe salvare la vita a qualcuno...magari a te. Contiene molti tipi di armi semplici come archi, fionde, spade, pugnali, lance corte e frecce.

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Se la situazione all'interno della cabina del capitano era preoccupante, una volta uscito all'esterno è semplicemente drammatica.

La Bisaccia è stretta fra la morsa del relitto e la nave degli schiavisti. Palle di fuoco e bordate devastano i ponti della nave e il suo equipaggio.

L'ultima stronca le flebili resistenze che stanno provando a cominciare ad organizzarsi. I Kenku vista la situazione cercano di darsi alla fuga volando.

Una mossa che evidentemente era attesa, in quanto dalla "Fortuna dell'imperatore" vengono sparate delle reti che prontamente li catturano quasi tutti.

Pesco freneticamente dall'interno della cassa qualunque cosa reputi utile. Recupero un arco corto, una faretra, una cinta di pugnali da lancio e uno stocco. 

Corro quindi in direzione della strana tipa che ha appena sventrato la nave con un solo gesto. Mi appoggio alle scale del castello di trinchetto prendendo la mira con l'arco.

Prendo un respiro, cercando di allineare la punta della freccia con la donna. Scocco quando penso di essere a bersaglio, se non mi ha ancora visto potrei approfittarne

Quindi mentre corro verso il timone, cerco di valutare se la distanza fra le due navi possa essere tale da permettere un abbordaggio.

"ALLE ARMIIII!!!!" urlo con quanto più fiato possibile, mentre salgo le scale "NON DIAMOLA VINTA A QUESTI BASTARDI SCHIAVISTI"

La speranza che Noah sia ancora al suo posto è tanta, avremo bisogno del suo carisma.

Spoiler

Se ho la possibilità tento anche il furtivo verso la donna 2d6 + 1d6 di arco
Dex +5

Persuasion? +7 per cercare di arringare la folla?

 

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Il 11/9/2019 alle 16:53, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 09:45

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Le tue parole si perdono nel caos, ma qualcuno riesce ad arrivare alle armi - a poco serve ormai: i tuoi compagni di viaggio cascano come birilli e non senti Noah da un po', scomparso dalla poppa della nave; pensi al peggio, ma riesci comunque ad arrivare dietro la balaustra e da lì osservare la regina nemica in questa scacchiera in fiamme. No, non sembra averti visto e sì, questo è davvero il tuo momento.

Incocchi la freccia, ti sporgi quel che ti basta e prendi un bel respiro profondo. Le tue dita lasciano la corda dell'arco e la freccia fende l'aria per una dozzina di metri prima di andare a sfregiare il bel visino della strega schiavista; questa perde l'equilibrio del volo e cade da mezzo metro in aria sul ponte, mentre viene circondata dai suoi scagnozzi che la soccorrono in ogni modo possibile. Ma lei li respinge, si rialza e la vedi chiaramente mentre ti osserva furiosa dai suoi occhi di ghiaccio; anche senza proferire una parola - non si sentirebbe comunque nulla, con questo clangore assordante di fuoco, urla e onde - sai che ti sta maledicendo con tutta sé stessa. Con una mano si tiene la guancia grondante di sangue, con l'altra dà un pugno all'aria di fronte a sé e di nuovo quell'ammasso di forza invisibile colpisce la Bisaccia dandole il colpo di grazia.

La murata esplode e tu vieni catapultato in alto all'indietro, per poi cadere in acqua con un tonfo sordo. La Bisaccia affonda, e la Fortuna termina di caricare i Kenku a bordo per poi ripartire lentamente verso nord.

Ti guardi attono: è pieno di detriti e vedi pochi sopravvissuti - uno di questi è il mozzo piagnucolone con il quale stavi parlando prima. "Se ne vanno? Se ne stanno andando?" chiede disperato agli altri, timoroso che i Mastini vogliano terminare il lavoro e fare terra bruciata. Ma voi probabilmente sareste solo uno spreco di frecce e magia: hanno ciò che vogliono, e in questo stato non siete affatto un pericolo per loro. Vi lasceranno vivere...anzi, morire di morte lenta, visto che la costa è a chilometri di distanza da dove vi trovate.

Spoiler

TxC: 16 | Danni: 7

Intrattenere: 8

Riflessi: 19 dimezzi! | Subisci 11 danni

//Arringare per me è una Performance di oratoria, riprendendo Intrattenere (oratoria) della 3.5

 

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Un turbinio di emozioni diverse mi attraversano una dopo l'altra. La scena assume quasi un carattere surreale.

La disperazione per le condizione in cui versa la barca e l'equipaggio. La rabbia per tutte queste morti inutili e tutto il dolore che ne deriverà.

La preoccupazione e lo sconforto per il gruppo di Kenku. E l'odio, sopratutto l'odio per questi schifosi maledetti.

Non riesco a trattenere un sorriso beffardo e un gesto di stizza, quando la freccia sfregia solamente la guancia della stron*a capo.

Così poco... mancava così poco... mi ritrovo a pensare, mentre mi rendo conto che Noah sembra scomparso. Quella piccola soddisfazione dura però poco.

La reazione della bastarda, alimentata dalla furia del mio piccolo regalino, è decisamente peggiore di quanto non mi aspettassi.

Una spaventosa forza spezza praticamente a metà la nave, facendomi volare in acqua in una nuvola di schegge detriti e chissà cos'altro.

Riesco ad emergere a fatica dall'acqua, il peso delle armi e dell'armatura non aiuta moltissimo, ma fortunatamente riesco a trovare un pezzo di barca a cui aggrapparmi.

Recupero faticosamente il fiato dopo il colpo subito. Nonostante sia tutto un dolore, mi rendo conto che sarebbe potuta andarmi molto peggio.

Ancora una volta devo ringraziare la mia naturale agilità per avermi salvato da danni maggiori. Mi rendo conto solo dopo qualche secondo che Carbo sta continuando a parlare.

Il ragazzo è decisamente sconvolto, come biasimarlo d'altra parte. Solo che ora il problema è un altro e ben più grave. La nostra sopravvivenza.

Cerco di guardarmi intorno, facendo la conta dei presenti e vedendo se c'è qualcuno da salvare " Aiutate chi potete aiutare! " urlo cercando di non bere.

Dobbiamo riorganizzarci se vogliamo avere qualche speranza " Vediamo di mettere insieme quanti più pezzi riusciamo! Dobbiamo formare una zattera! "

Modificato da Redik
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20 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:05

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Una zattera! Una zattera è proprio quello che ci vuole, sì! Alcuni dei tuoi compagni sono avvinghiati a pezzi di legno galleggianti, e tu in primis riesci a trovarne uno più grande degli altri che può però sostenere al massimo due persone; quando ti ci metti sopra riconosci il legno scuro della quale è formata; è la resistentissima scrivania del capitano, la stessa che ti ha salvato dalla prima esplosione a babordo. Certo che ti deve volere proprio bene, eh?

Gli uomini si gettano alla ricerca di assi e pianali: li conti, sono cinque, sei se conti anche te stesso. E sei appena diventato il loro nuovo leader.

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Nel momento in cui mi rendo conto della situazione, faccio tutto quanto in mio potere per non lasciarmi prendere dallo sconforto.

Il mio salvagente mi aiuta a sorridere almeno un po', anche se al tempo stesso mi rattrista, facendomi pensare a Noah. Possibile sia finito sul fondo del mare?

Gli uomini sembrano approvare la mia idea, cominciando a riunire assi e tavole. Rimango ben saldo alla scrivania, quando mi tornano in mente le parole del Capitano

Dovrai strapparle dalle fredde mani del mio cadavere. Scuoto nervosamente la testa pensando all'assurdità di questa specie di autoprofezia.
Senza rendermene conto le mani vanno a cercare lo scomparto nel quale erano stati riposti gli strani occhiali. Una volta recuperati li metto al sicuro all'interno della tunica.

Cerco di capire se il relitto che prima ci ha quasi condannato, ora possa darci almeno un momento di respiro per riorganizzarci.

Nel momento in cui riusciamo a mettere insieme qualcosa che possa assomigliare ad una zattera, vedo di capire le prossime necessità. Una vela e dei remi.

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3 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:25

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Zattera è dire tanto: avete appena messo vicino alcuni pezzi di legno, ma non trovate nulla con la quale legarli. Due uomini stanno sistemando vicino il legname, un altro cerca di strappar via un pezzo di stoffa abbastanza largo da potervi fare da vela e...un secondo: dove sono finiti gli altri due? Li avevi contati bene, e ne mancano all'appello. Osservi in lungo e in largo nella speranza si siano solo immersi per recuperare qualcosa quando vedi quello più lontano che improvvisamente viene come tirato giù da qualcosa, non prima di poter emettere un grido disperato che mette in allerta tutti quanti.

"Cosa è stato? Dove sono gli altri?" il ragazzo mezzelfo sale sulla scrivania, mentre l'altro uomo si guarda attorno: "C'è qualcosa" dice quest'ultimo "c'è qualcosa qua sotto. E' una specie d-" anche questo viene tirato giù e di lui non rimangono che alcune bolle d'aria che scompaiono nell'arco di secondi.

Il ragazzo urla terrorizzato. "OH MIO DIO MORIREMO MORIREMO! C'E' UN FOT.TUTO MOSTRO LA' SOTTO OH VALKUR PROTEGGIMI, NON VOGLIO MORIRE!"

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Guardo Jevlan muoversi circospetto lungo la barca, guardingo come un gatto. La cosa mi mette addosso più apprensione dello sfacelo che ci circonda. Percepisco la paura e la tensione di quei movimenti, lo sguardo che gli corre di onda in onda, come se stesse aspettando il momento in cui l'imboscata piomberà su di noi: il cuore mi si stringe all'idea. Sfilo dal fodero la mia vecchia spada e la piazzo sulla bancaccia sottovento, incastrata in maniera tale da avere l'elsa a portata di mano. E' incredibile come le persone sappiano trovare un modo per svilire la vita mormoro a me stessa, un senso di nausea alla bocca dello stomaco che risale lungo la gola. Solo allora noto le figure che Jevlan mi indica, due disperati in piedi su un pezzo di legno, l'unica cosa che si erge più di pochi palmi dall'acqua. Svento ancora la vela, perdendo ulteriore abbrivio, e punto dritta su di loro, ma il comportamento strano dell'elfo mi mette a disagio. Incapace di resistere alla curiosità, mi rivolgo nuovamente al cacciatore Cosa c'è, Jevlan? Sei strano. Qualcosa non va? Perché non dai una voce a quei due? Non è solo il comportamento dell'elfo a mettermi a disagio, anche i naufraghi sembrano strani, sento le grida dei due, anche se ancora non riesco a capire cosa dicono esattamente. Scrollo le spalle, mormorando nuovamente più a me stessa che ad altri un minuto e siamo li, ormai... ancora un poco... non dovete resistere a lungo... siamo arrivati...

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La situazione non fa altro che peggiorare, gli uomini spariscono sotto l'acqua, trascinati da chissà cosa.

L' unico rimasto vivo al momento é il giovane mozzo, che si rifugia sulla scrivania.

In preda al panico, comincia ad urlare. Cerco di farlo rinsavire, lo colpisco con uno schiaffo sul volto e gli metto un coltello in mano " Non vuoi morire?! Allora tieni gli occhi aperti e vedi di non farti tirare giù! " mi metto schiena a schiena con lui, sfoderando a mia volta il coltello e con i sensi all'erta, imprecando a denti stretti.

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Il 13/9/2019 alle 19:30, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:30

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

La Incubo fa il suo ingresso silenzioso nel mare di detriti che circonda gli unici due sopravvissuti; il piccolo sloop porta a bordo solo due passeggeri, una giovane ragazza e un elfo acquatico armato di arpione. Entrambi arrivati qui probabilmente attratti dal fumo e dal clangore dell'attacco appena subito dalla Fortuna dell'Imperatore, ora dovete tutti quanti affrontare i pericoli sottomarini del largo delle coste di Nuova Minos. La caccia è aperta.

Dodici metri separano la prua della Incubo dalla zattera di fortuna. La distanza che li copre è strapiena di macerie, trappole mortali per la chiglia di una nave leggera; ci vorrebbe una certa abilità al timone per far arrivare lì lo sloop oppure bisognerebbe ammainare completamente le vele e proseguire a nuoto, o per i più agili magari saltando lungo il percorso impervio costituito dai resti più solidi dell'imbarcazione affondata. In ogni caso, c'è da ponderare attentamente le vostre prossime mosse: se confidate nelle vostre capacità potete provare la via più semplice e pericolosa, altrimenti vi tocca inventare qualcosa per aggirare gli ostacoli.

Siete abbastanza vicini da potervi parlare ed ascoltare senza problemi, eppure l'elfo a bordo della nave arrivata in soccorso non pronuncia ancora nessuna parola. Si limita ad osservare, lancia stretta in pugno, le onde che si increspano dolcemente sulla prua. "Aboleth. Non uno qualunque. C'è un alfa che sta cacciando, qui." gli occhi gli si sono come illuminati di avidità e terrore insieme. "Quei due sono già morti, non puoi salvarli. Però sono una buona esca per prendere questo mostro..."

Dall'altra parte della scena, il ragazzino terrorizzato ritrova un briciolo di contegno solo dopo essere stato pubblicamente sbeffeggiato dal suo diretto superiore. Si mette appoggiato alla tua schiena, ma nel farlo volge lo sguardo a nord e si accorge della vela triangolare che schiva i detriti in acqua diretta verso di voi. "Soccorsi! SIAMO QUI!"

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Oh bé, che vuoi che sia... di questi tempi chi non usa esca viva per pescare... quanti occhi ha un'aboleth? tre? a 500 monete l'uno vuol dire... già, hai appena valutato due essere umani 750 monete l'uno. Mica male la tua esca... il pesante sarcasmo di cui ammanto le parole rivolte all'elfo sarebbe evidente persino ad un sordo, e il mio astio per lui si acuisce nuovamente. Mi chiedo quante volte ti abbiano misurato allo stesso modo per renderti tanto insensibile sibilo senza pietà alle spalle dell'elfo. Valuto criticamente la situazione attorno alla barca: avvicinarci, navigando a vela significa esporci inutilmente al rischio di perdere la nave stessa, ora come ora unica possibilità di salvezza per quattro persone; l'alternativa di nuotare la escludo invece senza nemmeno pensarci, solo l'elfo potrebbe mai tentare con una qualche speranza di successo, ed è palese che non è intenzionato a fare una cosa del genere. Sbuffo e svento la vela completamente, rinunciando del tutto all'abbrivio. Raccolgo invece dagli attrezzi la punta di uno degli arpioni rovinati che Jevlan ha scartato prima e ci lego un bel pò di braccia di corda. Se Maometto non va alla montagna... dico provando l'improvvisato grappino ...allora la montagna andrà da lui. Ehi di là. Attenti. Metto il timone alla banda e faccio portare appena la vela, in maniera da mettere Incubo parallela alla zattera. Quindi mi lego con una cima di sicurezza alle sartie, così da non cadere fuori senza speranza, controllo un'ultima volta il mio barile salvavita e mi arrampico fino alla coffa. Già che siamo qui a pescare, Jevlan, cosa ne pensi della mia nuova canna? Posso pescare quei due se sono brava, oppure il tuo stipendio se non lo sono aggiungo facendo roteare il grappino guardando il tratto di mare costellato di detriti tra noi e la zattera. State pronti a prenderlo grido al di là delle acque ma per l'amor del cielo non vi mettete a tirare come furie. Dateci il tempo di fare le cose con calma, senza rovesciarci o meglio ancora, senza rovesciarvi, avrei dovuto dire, ma sarebbe sbagliato spaventare ancora di più quei due.

@Bellerofonte

Spoiler

Faccio le prove del caso per legare sia il grappino alla corda, che me stessa alle sartie (DEX+2?), una prova di percezione (osservare)+5 per valutare la distanza di lancio, quindi il lancio stesso se nulla me lo impedisce (DEX+2)

 

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Riesco a tranquillizzare il mozzo, ci manca solo che in preda ad una crisi di panico rovesci la scrivania.

Ad un certo punto le grida del ragazzo riaccendono le mie speranze. Cercando di non perdere di vista la distesa d'acqua circostante scruto velocemente in direzione della nave.

" Ragazzo occhi aperti, vediamo di non farci fottere proprio ora che potremmo salvarci... " guardo i pezzi di barca che ci circondano, alla ricerca di qualcosa di lungo.

Se riuscissimo ad alzare la corda, potremmo rendere più difficile possibili interferenze da parte di qualunque cosa ci sia in queste acque.

E' anche vero che mettere una mano nell'acqua potrebbe essere un rischio troppo grande " Se mai riuscissimo a metterci le mani sopra... piano con quella corda ragazzo! "

Tendo le orecchie, oltre ad aguzzare la vista Non deve sfuggirmi nulla

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Il 15/9/2019 alle 17:01, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:35

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

La giovane marinaia poteva vedere la follia accendersi per un attimo negli occhi di Jevlan: questo si avvicina deciso e la afferra per il bavero: "Per la Loggia la mia vita vale tremila monete d'oro. Metà se riportato morto." una bella taglia, che difficilmente qualche Pioniere non ha mai tentato di reclamare per sé. Forse c'è un motivo del perché l'elfo è un così abile cacciatore, poiché chi meglio sa entrare nei pensieri di una preda di chi è a sua volta costantemente braccato? Quando dieci secondi dopo lo scoppio d'ira si affloscia, l'elfo pare rendersi conto di ciò che sta facendo e lascia andare la presa ritornando a prua: "Gli alfa possono richiamare il branco, se lo uccido terremo queste acque sicure per un bel pezzo. Ucciderne uno non è semplice, sono vulnerabili solo quando si nutrono. Possiamo salvare molte vite, se sacrifichiamo queste due." nel frattempo il nodo è stretto e la cima è stata lanciata.

@Occhio Bianco

Spoiler

C'è chiaramente qualcosa sotto il pelo dell'acqua che si muove urtando i detriti in acqua. E' lontano circa venti metri da voi, ma sta puntando nella vostra direzione.

@Tutti

Spoiler

//DES (fare il nodo) | DES (lanciare la corda) | Percezione [Pearl]: 25 | 20 | 21 //annodare nodi è roba da marinaio, applichi competenza quando lo fai.

//Percezione [Occhio Bianco]: 14

 

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Una calma glaciale scende su di me alle parole di Jevlan. Calma e determinazione. Esattamente come un'ora prima, la parlata diventa lenta, piatta e impersonale mentre mi rivolgo all'elfo, abbassando appena la voce in maniera che i naufraghi non possano sentire. Tu hai vissuto troppo tempo da solo. Troppo tempo dando alla tua vita, o alla tua libertà, più valore di quanto abbiano. Il rampino arriva a destinazione e i naufraghi cominciano ad armeggiare con esso. Se è un esca che ti serve, te la darò io. Esca viva e collaborativa. E dopo, potrai continuare a goderti vita e libertà, a qualunque prezzo: per stavolta, pago io. Non loro. Passo il capo della corda in un bozzello e da li sulla tolda, quindi mi lancio giù rapida per un paterazzo e armeggio con un altro bozzello. Quando sono pronta urlo al di là dell'acqua Siamo pronti a tirarvi qui. Voi siete pronti? Guardo ancora Jevlan, furia e tristezza unite in un unico sguardo: altruismo disinteressato ma spietato, che non tiene conto dei costi pur di ottenere il risultato. Penso di chiedergli cos'ha fatto perché la gilda gli dia la caccia, ma scopro che, onestamente, vista la prospettiva davanti a i miei occhi, la cosa ha perso gran parte dell'interesse. La parte cinica nel mio cervello gira il coltello nella ferita "avresti dovuto farci l'amore la sera che ci ha salvato" ma anche questa idea, ora come ora, ha perso il suo fascino. Istintivamente, mi chino e poso un bacio sul capo di banda della barca e sussurro piano Fai la brava, piccola mia, loro non ti conoscono come ti conosco io.

@Bellerofonte

Spoiler

Mi preparo a tirare in qua i naufraghi e la loro zattera improvvisata, ma mi tengo pronta ad eventuali mosse di Jevlan: se tenta di sabotare il mio piano di salvataggio, intervengo a seconda dei casi, al peggio, mi butto in acqua.

  

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Nonostante la situazione non abbia fatto altro che peggiorare, sembra che un barlume di speranza possa essere ancora acceso per noi.

La ragazza riesce a fare un ottimo lancio e quindi consegnarci la cima, la recupero prontamente, premurandomi di allontanarla quanto più possibile dall'acqua.

Continuo a tenere d'occhio quella flebile scia che serpeggia a pelo d'acqua fra i detriti " Quando volete " faccio in risposta ai due sulla barca.

Passo quindi la cima al ragazzo "  Qualche consigli che potrebbe esserci utile? Avete idea di cosa dimori in queste acque? " mi abbasso sulle gambe, per massimizzare la stabilità.

Se riesco ad uscire vivo da tutta questa storia queste bagnarole hanno finito di vedermi... almeno per un po'!

Modificato da Redik
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17 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:40

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

"Demoni...demoni delle acque!" risponde il ragazzo sulla zattera, che diventa sempre più terrorizzato di attimo in attimo. Anch'egli prende la cima e la tira leggermente a sé; tutti eseguono gli ordini della ragazza a bordo della nave, che si dà da fare più tutti nonostante il suo continuo chiacchiericcio con l'elfo che l'accompagna. Quest'ultimo fa per prendere la corda insieme a lei: in un primo momento darebbe l'impressione di volergliela strappare di mano, ma poi in silenzio, quasi con dolcezza, si mette anch'egli a tirare verso di sé la scialuppa improvvisata dei due. Alla fine i discorsi della fanciulla dalla pelle di perla hanno avuto la meglio sulla razionalità spietata del pluricentenario dalla pelle blu.

Mentre la chiatta fa i suoi primi tre metri, il felinide perde l'equilibrio e scivola in ginocchio. Il peso di due persone rende la scrivania molto più instabile; per ora niente di serio, ma dovrà stare più attento in futuro o quel demone delle acque che continua ad avanzare avrà di che banchettare.

Spoiler

DES (equilibrio) [Occhio Bianco]: 8 prono!

 

Modificato da Bellerofonte
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Non sorrido, sarebbe sfacciato e non esattamente nel mio stile, ma dentro di me esulto. Poco per volta, portiamo lentamente la zattera più vicina a noi. Guardo lo spazio restringersi, i relitti andare alla deriva con noi e prego che nulla intralci la manovra, né che qualcosa di troppo grosso approfitti del nostro tiro alla fune per far danni: una falla in questo momento ci condannerebbe ad un durissimo lavoro ad andar bene; ad andar male... bé, perché deprimersi andando a pensarci. Fate con calma, non vi agitate. Se tenete cara la pelle, continuate a stringere la corda. mi rivolgo ai due naufraghi, vedendo le loro difficoltà a stare in piedi Piegate bene le gambe e abbassate i culoni, sarà più facile reggersi in pi... non riesco a finire la frase che il primo dei due finisce gambe all'aria. Grazie al cielo la zattera è grande abbastanza e cade entrobordo. Avanti, non mollate, non dovete impressionare nessuno, dovete solo arrivare fino a qui, non importa se ci arrivate seduti li sprono e incoraggio, cercando di trasmetter loro fiducia nell'impresa. Purtroppo un pensiero sgradevole si insinua tra gli altri, una domanda che necessita una risposta a costo che anche i due disgraziati sentano. Abbasso il tono finché posso, sperando che le parole rimangano sulla barca senza andar oltre Jevlan, quanto è grosso il tuo alfa? Fermi così siamo instabili, e lo saremo anche di più quando quei due saranno qui...

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Tutte queste chiacchiere mi portano a prestare poca attenzione all'ondeggiamento della scrivania. Al punto che perdo l'equilibrio e finisco in ginocchio.

Mi metto seduto, poggiandomi ad una delle due gambe della scrivania che corrono per tutta la lunghezza della stessa, fornendomi una relativa protezione.

Ora che la mi stabilità e permanenza sulla "zattera" non sembra essere messa in discussione, torno ad osservare le tracce che possano suggerire la posizione della bestia.

Continuo a tenere saldamente la corda, recuperando e sistemando quella che viene tirata dal ragazzo. Cercando di farla finire in acqua e che sia meno di impaccio possibile.

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Il 19/9/2019 alle 02:27, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:45

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Il pelo dell'acqua si increspa, e sentite tutti un tonfo sordo: qualcosa di grosso urta la scrivania galleggiante e il felinide cade in acqua, galleggiando a malapena. Diamine! C'erano quasi! Solo tre metri li separano dalla prua della Incubo! Il ragazzino ora tira più forte che può e quando è a circa un metro e mezzo tenta un salto piuttosto goffo verso la goletta che lo lascia appeso con un solo braccio al parapetto. Intanto un coro di ulteriori tonfi simultanei vi fa presagire che il branco famigerato di cui parlava l'elfo acquatico sia in dirittura d'arrivo: le macerie si muovono come un concerto di tamburi sotto il manto acquatico e le increspature si moltiplicano da ogni direzione. Jevlan posa l'arpione e corre alle vele, liberandole una dopo l'altra: "Dobbiamo andarcene, ORA!"

@Pearl

Spoiler

Hai quattro opzioni: seguire il consiglio di Jevlan e correre al timone per andarvene da quelle acque il prima possibile. Se lo fai, la Incubo e i suoi passeggeri non correranno alcun rischio. Puoi invece tentare di aiutare il ragazzo a risalire a bordo, oppure lanciare una cima al Tabaxi caduto in acqua; in questo caso forse riuscirai a salvare uno di loro e forse avrai una possibilità di fuggire. Oppure puoi portare entrambi i passeggeri a bordo della Incubo: ma in questo caso darai tempo a tutti gli Aboleth nei dintorni di circondarvi e precludervi ogni via di fuga.

@Occhio Bianco

Spoiler

Blu. Blu infinito, torbido, che per la seconda volta quest'oggi ti ha inghiottito e risputato in superficie. Nei pochi secondi che passi sott'acqua vedi una sagoma grossa quanto la nave stessa aggirarsi ferina nei fondali; riesci a scorgere enormi tentacoli e un suono gutturale e profondo che assomiglia al mugolo ruggito di un essere immondo e demoniaco. La paura più ancestrale ti assale nel profondo.

Risali e prendi una boccata d'aria: la Incubo sta per levare l'ancora da lì.

@Tutti

Spoiler

DES (equilibrio) [Occhio Bianco]: 8

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Nonostante le precauzioni prese, l'urto ricevuto sulla scrivania è sufficiente a farmi cadere in acqua.

Non faccio nemmeno in tempo ad imprecare, rischierei di bere. Il problema però si palesa davanti ai miei occhi. E tutto quello che è successo fino ad ora perde di importanza.

Il terrore più puro si impadronisce di me, facendomi reagire più rapidamente di quanto credessi possibile.

Come riesco a mettere nuovamente la testa fuori dall'acqua, provo a capire quale sia la scelta migliore.

Se cercare di risalire sulla scrivania e di coprire i pochi metri che rimangono saltando sui residui della bisaccia o nuotare fino alla barca, nella speranza che riesca ad aggrapparmi alla corda, nella speranza che se anche l'imbarcazione dovesse partire riuscirei ad aggrapparmi e farmi trascinare in salvo.

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