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Intervista a Massimo Bianchini di Asmodee Italia su D&D 5e


SilentWolf

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Massimo Bianchini ha di recente rilasciato un'intervista nella quale ha rivelato qualche dettaglio in più sulla gestione delle traduzioni di D&D 5e in italiano.

Massimo Bianchini, Country Manager di Asmodee Italia e dal 1997 una delle principali teste dietro alla traduzione dei manuali di D&D, ha di recente rilasciato un'intervista al sito Tom's Hardware, grazie alla quale possiamo farci un'idea più chiara sul modo in cui la Asmodee Italia gestisce la localizzazione di D&D 5e in italiano e su cosa possiamo aspettarci per il prossimo futuro.

L'intera intervista è disponibile sul sito Tom's Hardware, mentre qui di seguito potrete trovare alcuni estratti riguardanti specificatamente D&D 5e.
Grazie a @Checco per la segnalazione.

 

In questa epoca di ritorno in auge del gioco di ruolo Asmodee si è “portata a casa” uno dei prodotti più noti e diffusi sul mercato: Dungeons & Dragons. Come sta andando la linea editoriale?

Sta andando molto bene, e anche Wizards of the Coast e Gale Force 9 sembrano molto contente di quanto stiamo sviluppando sul mercato. Non c’è la certezza assoluta, ma in base alle informazioni di cui siamo in possesso, l’italiano è la seconda lingua in cui vengono venduti più manuali al mondo (dopo ovviamente l’inglese)!

La domanda più “pressante” e diffusa nella community dei giocatori di D&D è: “quando esce il modulo X?” “qual è la linea editoriale per raggiungere le pubblicazioni USA?”. Cosa possiamo rispondere in merito? Wizards of The Coast ha “ingranato la quinta” nella velocità di lancio di prodotti… come riuscirete a stare al passo?

L’accelerazione da parte di Wizards of the Coast si è verificata nel corso dell’ultimo anno e al momento stiamo cercando delle contromisure per riuscire a stare al passo. L’idea iniziale era quella di seguire la schedule di uscite originale con l’inserimento in semi-contemporanea delle novità più importanti dell’anno. Ed effettivamente, almeno inizialmente, eravamo riusciti a recuperare “tempo”: la nostra frequenza di uscite era più alta rispetto a quella delle uscite americane.

Purtroppo ora non è più così: il successo world-wide di D&D ha dato un impulso pazzesco alle produzioni americane e stiamo cercando con tutte le nostre forze di tenere il ritmo. Occorre anche dire che alcuni accessori prodotti da Gale Force 9 (come gli schermi del DM dedicati alle campagne o le carte incantesimo, oggetti magici e dei mostri) sono produzioni aggiuntive che portano via risorse, e che vanno ad aggiungersi alla realizzazione dei manuali. (E bisogna anche aggiungere che il gioco da tavolo del Dungeon del Mago Folle, in uscita a fine anno, è andato in coda alla produzione: lo staff che se ne occupa, per ovvie esigenze di coerenza, è lo stesso).

Il discorso generale è che è molto difficile lavorare su prodotti in maniera che non presentino errori di traduzione, e come si può immaginare ciò porta via molto tempo. In ogni caso, pur essendo partiti in ritardo rispetto alle edizioni di altri paesi (Francia, Spagna o Germania, per nominarne qualcuno) siamo comunque in linea con il numero di uscite di questi ultimi.

Il mercato USA gode di numerose versioni “collector” dei vari volumi. Sarà possibile vedere qualcosa anche per il mercato italiano o i numeri attuali sono ancora lontani da permettere stampe di manuali in edizioni diverse?

Siamo in attesa, ormai da molti mesi, dell’autorizzazione alla pubblicazione di questi magnifici manuali “collector”, che sono molto richiesti e che speriamo prima o poi di riuscire a portare nei negozi.

D&D ricopre un posto particolare nella tua evoluzione sia di appassionato sia lavorativa. Da quanto segui il prodotto come “giocatore” e da quanto come “addetto ai lavori”? Quando hai saputo di avere “in casa” il gioco quali sono state le tue reazioni? Felicità o “terrore” per la fan base che avresti dovuto affrontare?

Considerando che il primo manuale che ho editato risale al 1997 (Manuale del Giocatore di AD&D Seconda Edizione) direi che la fase del “terrore” l’ho passata da un pezzo. Diciamo che per la Quinta Edizione ero un po’ preoccupato perché non avevo seguito molto le uscite in inglese dal 2014 in poi… Quando abbiamo ottenuto i diritti, nel 2017, ho dovuto rispolverare glossari e terminologie che non toccavo da molti anni (dal 2009, ultimo manuale che ho seguito per la Quarta Edizione), ma alla fin fine crediamo di avere svolto un buon lavoro.

Attualmente siamo arrivati alla sesta stampa, che consideriamo un bel traguardo! C’è da dire che ho curato solamente la pubblicazione del Manuale del Giocatore, per tutte le altre uscite mi sono avvalso di una mia collaboratrice storica molto in gamba, Chiara Battistini, che sta seguendo tutta la produzione, lavorando sulla traduzione di un’altra pietra miliare del settore, Fiorenzo Delle Rupi.

Quanto del tuo bagaglio culturale e di esperienza troviamo nella attuale versione del gioco? Ti sei “portato dal passato” qualche glossario o elemento che avete utilizzato per mantenere una coerenza con le vecchie edizioni?

Ho una cartella “Glossari” creata più o meno nel millennio scorso, che ho (abbiamo) utilizzato nel corso di tutte le edizioni. In origine, cercammo di mantenere coerenza con la vecchia scatola rossa di D&D, pubblicata da Editrice Giochi, come ad esempio il mitico Dardo Incantato.

In linea di massima abbiamo sempre cercato di mantenere il massimo della coerenza possibile tra un’edizione e l’altra, anche nei termini più ricercati. Per esempio, nella Guida degli Avventurieri alla Costa della Spada, di prossima uscita, i termini geografici sono esattamente gli stessi della scatola base di Forgotten Realms di AD&D Seconda Edizione, pubblicata più di vent’anni fa!

Attualmente Asmodee attraverso Gale Force 9 detiene i diritti per la pubblicazione dei manuali cartacei e non quelli PDF. Il mercato sempre più sembra richiedere la vendita in bundle o anche singola per le versioni digitali… se si aprisse la possibilità secondo te il mercato italiano sarebbe una piazza interessante per questa tipologia di distribuzione?

Devo dire che nutro forti dubbi in merito, da noi la pirateria è ancora ampiamente diffusa, anche se capisco che sarebbe molto comodo avere la versione in pdf dei manuali per facilità di consultazione durante le sessioni di gioco. C’è da dire che è un problema che non si pone, dal momento che questa non è una decisione che spetta ad Asmodee Italia ma bensì a Wizards of the Coast.

Qualche numero sulla vendita di D&D in Italia? Siamo rimasti alle 10.000 copie del Manuale del Giocatore, qualche aggiornamento?

Al checkpoint di metà luglio siamo arrivati a 14.000 copie, ma il periodo migliore dell’anno è da settembre in poi.

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Che il mercato italiano sia il secondo dopo quello in inglese può essere confortante o può essere deprimente a seconda di come la guardiamo. Da un lato la localizzazione in italiano non sembra in pericolo, dall'altro siamo il popolo che sa peggio l'inglese (o che è troppo pigro per leggere in inglese...).

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Cita

E bisogna anche aggiungere che il gioco da tavolo del Dungeon del Mago Folle, in uscita a fine anno, è andato in coda alla produzione: lo staff che se ne occupa, per ovvie esigenze di coerenza, è lo stesso

Avevo esultato nel momento dell'annuncio della localizzazione di questo gioco...purtroppo avevo il presentimento che al di là dell'annuncio mi sarei dovuto invecchiare prima di poterlo avere tra le mani :(

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19 ore fa, Muso ha scritto:

Da un lato la localizzazione in italiano non sembra in pericolo, dall'altro siamo il popolo che sa peggio l'inglese (o che è troppo pigro per leggere in inglese...).

Io personalmente sono contento che ci sia stata la localizzazione.

A costo di sembrare "quello pigro", sinceramente io non ho la sbatta di tradurmi un' avventura da 200 e passa pagine.
E riguardo ad essere i peggiori con l' inglese, non è assolutamente vero.

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11 minuti fa, The Stroy ha scritto:

Peggio di noi in Europa c'è solo la Francia. Nel mondo, solo la Cina, la Russia e nazioni del Terzo Mondo.

Oh beh con l' essere, come al solito, il fanalino di coda in Europa lo supponevo già. Muso sembrava che ne parlasse in senso assoluto.

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Ragionare in senso assoluto lascia un po' in tempo che trova.
Siamo un Paese membro dell'Unione Europea e del G8, non è che possiamo confrontarci con l'Etiopia e sentirci soddisfatti di saper l'inglese meglio di loro.

In inglese facciamo schifo e non è certo cosa da proclamare in tono d'orgoglio il ritenere che, nell'età della globalizzazione, di internet e dell'informazione, abbiamo "altro (ma si legge: di meglio) da fare" che non imparare quel tanto di inglese elementare che servirebbe per comprendere i manuali di D&D (e non solo).

Modificato da The Stroy
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21 minuti fa, Burronix ha scritto:

Oh beh con l' essere, come al solito, il fanalino di coda in Europa lo supponevo già. Muso sembrava che ne parlasse in senso assoluto.

Semplicemente conoscevo i dati citati da @The Stroy, di cui condivdo l'analisi.

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Guarda posso essere concorde che un po' di sana autocritica non fa mai male, in inglese ne abbiamo da migliorarci.

Ma da qui a dire che serve un inglese elementare per riuscire a tradurre un' avventura media ne passa di acqua sotto i ponti.

Ho letto centinaia di discussioni nei forum inglesi, ho seguito diverse serie tv in inglese, ma mi servono in genere diverse ore per tradurre anche solo delle semplici one-shot, questo perché hanno un lessico ben più difficile e articolato che nei manuali base.

Quindi questo mi porta ad essere pigro?

Modificato da Burronix
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Sono contento che stiano prendendo piano a piano in mano tutto.
 

Personalmente è una cosa di cui mi frega ben poco, ho imparato da anni che se non voglio aspettare devo adattarmi all'inglese (cosa che ho fatto), ma perlomeno ora la gente saprà che i manuali verranno tradotti.

Non mi esprimo sul discorso sapere o no l'inglese nel 2019, perchè si aprirebbe un vaso di Pandora che sarebbe altamente OT.

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11 minuti fa, Burronix ha scritto:

Ho letto centinaia di discussioni nei forum inglesi, ho seguito diverse serie tv in inglese, ma mi servono in genere diverse ore per tradurre anche solo delle semplici one-shot, questo perché hanno un lessico ben più difficile e articolato che nei manuali base.

Quindi questo mi porta ad essere pigro?

Premesso che in questa sede io personalmente non ho accusato nessuno di pigrizia, e che è del tutto naturale che chi ha fatto le elementari negli anni '80 e oggi ha lavoro e famiglia non abbia giustamente tempo di impararsi una lingua per giocare ai maghetti, è chiaro però che ci sono diversi livelli.

Un conto è non volersi tradurre (o anche solo leggere) un'intera avventura in inglese, che ci sta.
Però non serve andare lontano per vedere che molto spesso ci sono persone e utenti che si rifiutano ciecamente di cercare su Google fosse anche un singolo termine in inglese il che, oltre che una scortesia verso l'interlocutore, è anche una manifestazione di pigrizia bella e buona.

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più che altro a volte la traduzione può aiutare a capire una frase che per noi (e la nostra cultura) non ha senso ma ce l'ha in inglese (o altra lingua)

Un esempio rapido preso dal giapponese, loro alle domande negative rispondono in modo opposto rispetto a noi. Poichè in Italia si studiano anche altre lingue (tedesco, francese e spagnolo) non è male andare incontro a chi sa queste lingue ma non l'inglese.

Di base concordo comunque con  @The Stroy

Modificato da Albedo
dimenticato un "non" per strada
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14 minuti fa, The Stroy ha scritto:


Però non serve andare lontano per vedere che molto spesso ci sono persone e utenti che si rifiutano ciecamente di cercare su Google fosse anche un singolo termine in inglese il che, oltre che una scortesia verso l'interlocutore, è anche una manifestazione di pigrizia bella e buona.

io parlo per me :

non parto certo con l ' intenzione di scortesia , 

anche perchè di offesa non c ' è traccia ,

è questione di logica ,

io penso che se su un forum italiano , si parla del gioco in edizione italiana ...

le risposte siano in italiano (o in italiese , come sostengo da sempre) .

inoltre , anche usando google traduttore ,

certi termini italici scelti non hanno corrispondenza 

(magic missile = missile magico , non dardo incantato)

(carrion crawler = strisciatore della carcassa , non verme iena) .

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16 minuti fa, Albedo ha scritto:

più che altro a volte la traduzione può aiutare a capire una frase che per noi (e la nostra cultura) non ha senso ma ce l'ha in inglese (o altra lingua)

Esattamente.

23 minuti fa, The Stroy ha scritto:

Però non serve andare lontano per vedere che molto spesso ci sono persone e utenti che si rifiutano ciecamente di cercare su Google fosse anche un singolo termine in inglese il che, oltre che una scortesia verso l'interlocutore, è anche una manifestazione di pigrizia bella e buona.

Il mio intento non era di prendere le parti dei più ostinati.

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6 minuti fa, Maxwell Monster ha scritto:

io penso che se su un forum italiano , si parla del gioco in edizione italiana ...

le risposte siano in italiano (o in italiese , come sostengo da sempre) .

Nella realtà dei fatti però non è così.
Per una grande maggioranza degli utenti è normale fare riferimento alle edizioni inglesi dei giochi, che sono tendenzialmente sia più complete, visto che ci sono tutti i manuali, che più accurate, visto che si evitano le comunissime fregnacce dei traduttori.
Non solo: moltissimi termini "tecnici" del nostro gergo sono calchi dall'inglese (come "Buffare") o in inglese direttamente ("Buffer") e suonano strani o sono scomodi se italianizzati (come "Potenziatore" o "Personaggio di supporto incentrato sul potenziare i compagni").

Soprattutto se l'interlocutore sta rispondendo a un tuo ("tu" generico) topic, e ti sta dunque facendo un favore, sarebbe buona norma cercare cos'è un buffer su Google o fare una ricerca immagini per carrion crawler prima di chiedere a lui di usare l'italiano come se altrimenti ti (di nuovo: "tu" generico) stesse facendo un torto personale.
Altrimenti torniamo tutti a gustarci deliziose polibibite all'interno delle taverne potorie

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