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Pathfinder-cerca sostituti!


Messaggio consigliato

3 minutes ago, Nyxator said:

E niente, a preparare le cose di fretta so già che al 90% non escono fuori come piace a me e mi vien pure un pelino di emicrania che si riflette nelle stesure di là dove ti dissi. 

Inoltre noto che i b.g stanno già arrivando, ergo mi scazzerebbe pure se venissi preso con una bozza in barba a chi ha scritto già il b.g completo. E poi mi son accorto giusto ora che un b.g col trovatello (a proposito del cognome della pg, quando fanno la 4ª stagione?) è già stato proposto. 

Men che meno ho voglia di ricorrere a shortcut prendendo spunto da un b.g generator per ottimizzare i tempi e tirarmi in pari, piuttosto a quel punto appendo i dadi al chiodo.

 

Per ora considerami candidato di riserva, se e casomai non s'arrivasse al quorum richiesto ne riparliamo.😃

Che fusone che sei! 😛😂🙃

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Io sono d'accordo alla selezione in base al background, da master la considererei una proxy dello stile di ruolo (e di scrittura).

 

Di solito scrivo i background dopo gli altri giocatori, per bilanciare ruolisticamente il gruppo - sono abbastanza elastico - , comunque a breve scrivo la mia proposta!

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1 ora fa, Blues ha scritto:

Che fusone che sei! 😛 😂🙃

Well, ne prendo nota e ne terrò presente per quando ti vedrò chiedere consigli per i poteri del tuo barbaro, o di un qualsivoglia futuro personaggio per Path. 😈😂

(si scherza eh. Edit:  errr...ho detto che sto scherzando)

1 ora fa, Albedo ha scritto:

Ho trovato la risposta: 2021

Good, l'attesa sarà lunga ma buono a sapersi. Grazie. 

Modificato da Nyxator
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Io ho in mente di fare un "mago del gelo", probabilmente uno stregone o una winter witch, pero' prima di scrivere il background devo chiedere: ci saranno motli nemici resistenti al freddo nella campagna? Perché ogni tanto posso variare, ma ovviamente se ci troviamo costantemente contro nemici resistenti al freddo faro' un altro personaggio.

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13 minuti fa, Theraimbownerd ha scritto:

Io ho in mente di fare un "mago del gelo", probabilmente uno stregone o una winter witch, pero' prima di scrivere il background devo chiedere: ci saranno motli nemici resistenti al freddo nella campagna? Perché ogni tanto posso variare, ma ovviamente se ci troviamo costantemente contro nemici resistenti al freddo faro' un altro personaggio.

Non credo di aver pensato nemici così specifici. Comunque siamo al nord e resistenze al freddo potrebbero esserci. Immunità o resistenze mostruose non credo, a meno che non ci andiate apposta voi ( è pur sempre una sandbox xD)

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Spoiler

 

ELDRIOTH KERLAMEN-ARASSAR  [Tiefling, Warpriest 2°/ Magus Hexcrafter Bladebound 4°]

Eldrioth sta piano piano ricongiungendosi con il suo destino. Un destino frutto di una storia iniziata più di mezzo secolo prima...

Circa sessanta anni fa, Eldren Kerlamen, il cugino del signore feudale di Moranay, nel sud dell’Impiltur, era conosciuto per il suo carattere sincero e genuino, e per il suo coraggio quasi fanatico di fronte alle difficoltà. Aveva perso sua madre in tenera età, e per questioni politiche era cresciuto con i suoi zii e cugini a Moranay, anziché con suo padre nel principato di Moranay in cui era nato. Ben presto diventò un ufficiale a Moranay per la gioia di suo padre. Era rispettato per l' organizzazione, il coraggio e per la stima che i soldati nutrivano in lui. Gli fu promessa e sposò Vela Arassar, una nobile maggiore di Ilmwatch la cui famiglia aveva perso rinomanza per cause abbastanza confusionarie, che Eldren non riuscì mai a capire a fondo. Il padre di lei, Talar Arassar, un uomo rude ma ragionevole, prima del matrimonio gli donò un antichissimo tomo sacro e una spada di fattura eccezionale, che sarebbe dovuta andare al suo primogenito (il fratello di Vela), scomparso l’anno precedente in circostanze non del tutto chiarite. 

La ragazza era una donna rispettosa, bella, un'avida lettrice, ma Eldren notava qualcosa che non andava in lei. Una notte,  Eldren si svegliò e seguì Vela Arassar di nascosto nei sotterranei della mansione in cui vivevano. La donna era china, sussurrava. Sembrava stesse parlando da sola con l’oscurità. Ma gli occhi di Eldren si abituarono al buio fino a notare la sagoma di un volto nero nascosto nell’ombra. Eldren si ritirò nel suo letto e fece finta di nulla,  anche se tormentato dalla scoperta agghiacciante. Il giorno seguente, si recò dal padre della ragazza, Talar, e chiese spiegazioni senza mezze parole, pena il riferimento della notizia alle autorità con la conseguente distruzione della casata Arassar. “Uno sbaglio… un grandissimo sbaglio”. Talar svelò ad Eldren l’orrore: ciò che il padre della sposa aveva fatto per garantire la continuazione della propria casata. Non è dato sapere come Eldren riuscì a risolvere quella situazione, ma ci riuscì. La coppia ebbe anche due figli, Edros e Darmel. La donna venne salvata. Ma qualcosa aveva giurato vendetta...

Eldren continuò le sue campagne militari: divenne famoso per avere sedatocon soli tremila impilturiani, un’orda di quasi dodicimila Kashgun che si erano dichiarati indipendenti e attraversando il Rashemen avevano invaso l'Impiltur. Cinque anni dopo, venne insignito di altissimi onori per aver difeso una roccaforte a nord di Ilmwatch da dei predoni nonostante fosse gli fossero stati tagliati completamente i rifornimenti. I suoi figli crescevano bene. Darmel, la ragazza, possedeva un’ intelligenza e una vivacità intellettuale ammirevoli, quasi inappropriate per una donna. Addirittura era stata anche vista accedere a zone poco visitate della biblioteca di Moranay, di notte; alcuni dicevano accedesse alle zone proibite, tanto era avida la sua mente. Edros, il ragazzo, aveva invece una forte vocazione militaresca: avrebbe continuato a portare in alto il nome dei Kerlamen dopo il completamento dell'accademia militare di Moranay. Il ragazzo era fisicamente prestante, e conservava la bellezza materna. Aveva la volontà di superare suo padre per valore militare. Purtroppo, il desiderio del ragazzo non si realizzò. Il giorno del suo ventunesimo compleanno, il corpo del ragazzo fu trovato decapitato e inchiodato ad un muro della sua stanza, le mani e i piedi spellati, la mascella rimossa. Sul suo giovane petto muscoloso, la scritta col sangue “Il corpo del figlio e l’anima della figlia”. La stessa scritta apparve su un lato della lama dell spada che vent’anni prima gli aveva donato suo suocero Talar. Sull’altro lato della spada, apparve invece la scritta: “Ashmaroth”. Eldren capì. 

Affidò sua figlia ad una Chiesa a Lyrabar. Prima che suo fratello morisse, la ragazza aveva già incominciato a manifestare un interesse morboso per i tomi proibiti - e questa volta Eldren ne aveva le prove. Eldren non riferì a nessuno quello che sapeva, del Patto di Telar. Non lo disse a nessuno, ad eccezione di un giovane promettente chierico, tale Almar Mardan, a cui aveva salvato la vita durante una campagna militare. Decise di proteggere sua figlia affidandola alla chiesa di Lyrabar, sotto stretta sorveglianza di Almar. Eldren quindi, oramai cinquant’enne, si ritirò dalla vita militare e divento un fervente credente, al punto che decise di finanziare la costruzione di una immensa cattedrale a cui avrebbe dato il nome di suo figli morto: la Cattedrale di Eldros. Diventò un uomo di chiesa. I suoi servitori in seguito dissero che quando pregava, gli angeli lo ascoltavano e accudivano le sue sofferenze. Era fiducioso: se sua figlia fosse sopravvissuta abbastanza, grazie ad un’antica legge impilturiana, se avesse sposato un secondogenito di una casata molto minore, avrebbe potuto conservare il suo cognome quello degli Arassar. Talar infatti gli aveva donato delle ricchezze sconfinate, a patto di aggiungere il suo cognome accanto a quello dei Kerlamen nei suoi eredi. 

Darmel aveva dodici anni quando venne trasferita nella chiesa a Lyrabar. Per i successivi otto anni, la ragazza crebbe bella come sua madre e con uno spirito forte come suo padre. Le sue vocazioni intellettuali vennero reindirizzate negli studi teologici e religiosi. La ragazza, sotto la guida di Almar, era rinomata per i suoi discorsi appassionati e le ferree argomentazioni sulle sue irremovibili posizioni ideologiche. La fama di suo padre quale eroe di guerra, oltre che di finanziatore di una grandissima cattedrale in costruzione, fecero di Darmel una delle rampolle più famose di tutta Lyrabar. Eldren era quasi riuscito a superare la violenta perdita di suo figlio, e aveva incominciato ad amare Darmel come non mai. I fantasmi del passato sembravano un ricordo lontano e destinato a non tornare mai più… ma Darmel non aveva lasciato i suoi studi occulti. In particolare, un giorno era in vista alla futura Cattedrale di Edros, e data la sua curiosità, volle visitarne le fondamenta, per capire come una così grande costruzione sarebbe potuta rimanere in piedi per secoli. Una volta lì, scopri un piccolo tombino, che sarebbe stato presto sepolto dalla terra e dalla pala che un operaio aveva lasciato lì vicino. Lo aprì. 

Era un pozzo con una scala che conduceva ad una stanza per nulla illuminata. Scese la scala e con la torcia intravedé quello che c’era al centro della stanza: una cassa. Di ebano, con creziature rosse. Odorava di ferro e resina. La aprì. Al suo interno, una spada completamente annerita e un vecchio libro estremamente ornato. Aveva già visto quella spada, l’aveva vista fino a quando suo fratello morì. Il libro non l’aveva mai visto. Lo aprì e incominciò a sfogliarlo. Sentì una mano fredda e unghiata prenderle la caviglia, e subito quella stessa mano salire sopra la gamba. Cadde svenuta.

Si svegliò stesa e sudata, su un letto molto comodo. Vide una infermiera, e vicino all’infermiera suo padre e il suo maestro Almar. Parlavano tra di loro. Almar accarezzò suo padre, che scoppiò in un pianto. Un vecchio eroe di guerra che piangeva sulla spalla di un giovane uomo di chiesa. Le faceva male il basso ventre...

Entro nove mesi sarebbe nato. Quel demone, Ashmaroth, non era riuscito a prendere l’anima della giovane Darmel: ciò grazie alla protezione della chiesa e alla fede di suo padre. Ma aveva trovato il modo di vendicarsi. Almar aveva riferito la storia alle grandi autorità religiose di tutto l’Impiltur, che avevano deciso che il bambino sarebbe dovuto nascere e sarebbe dovuto immediatamente essere inserito nella chiesa. Non sarebbe stato un errore, non sarebbe stata una prova distrutta di un male ormai compiuto. Sarebbe invece stato una prova che il bene è possibile, nonostante il destino avverso.

Il bambino, Eldrioth, crebbe fin dalla tenera età nella chiesa, circondato dall’amore di sua madre, i suoi nonni, e persino il cugino di suo nonno, il potente Lord di Moranay, Assor Kerlamen (all'oscuro della storia) e quello che fu il suo maestro fino ai ventuno anni, Almar. Tutti seppero che alla giovane Darmel fu fatta violenza da uno sconosciuto, ma nessuno seppe la vera storia. Ma alla fine, dentro la chiesa qualcuno incominciò a mettere in giro voci. "Un Kerlamen è maledetto..", "I Kerlamen hanno fatto affari con i demoni..", "I Kerlamen sono dannati...". Eldren e sua moglie Vela morirono prima che potessero fare qualcosa. Le voci incominciavano a circolare, sempre di più. Darmel voleva che suo figlio conquistasse di nuovo un posto di rilievo a Moranay, e che diventasse un eroe di guerra come suo padre. Ma oramai tutti sospettavano di lei e di suo figlio. Darmel era sinceramente convinta  che suo figlio, nonostante frutto di un gesto immondo, potesse diventare un simbolo di estrema speranza. Ma ciò che arrivò alle orecchie del Lord di Moranay, nonostante tutto ciò suo prozio Eldren aveva fatto per il nome di Moranay, convinse il Lord che il nome dei Kerlamen non dovesse essere associato a questioni immonde. Decise di uccidere madre e figlio.

La notizia arrivò alla giovane Darmel. Una notte, Almar, oramai maturo, svegliò la donna e suo figlio, il piccolo Eldrioth all’epoca tredicenne, e gli disse che degli uomini di Moronay erano sulle loro tracce. Usciti dalla chiesa, i tre stavano per raggiungere dei cavalli. Si trovarono gli uomini di fronte. Almar e il piccolo riuscirono a scappare. Eldrioth ricorda perfettamente il momento in cui sua madre morì sotto i colpi d’ascia degli uomini di Moronay. Ciò che non sapeva era il motivo di quel gesto. 

Almar e il piccolo scapparono lontano, e furono degli errabondi fino a quando il ragazzo non ebbe ventun’anni. Tanto era l’amore che Almar provava per la storia di quella famiglia, per il nonno del ragazzo che quarant’anni prima gli salvò la vita, e per sua madre che solo lui sapeva quanto in realtà fosse in grand'anima. Nonostante quello che gli era accaduto, non per sua volontà. Tanto era l’amore del chierico per quel bambino, non responsabile di nulla di quanto gli fosse accaduto. Nonostante ciò che il bambino fosse… 

Il chierico istruì il bambino agli studi teologici e alla magia. Durante la latitanza, il ragazzo mostrava un’indole guerresca e alternava la pratica della magia a quella del combattimento. Aveva altresì ereditato la piacevolezza e da sua nonna, l’acume intellettuale da sua madre e una certa genuinità d’animo da suo nonno, il grande Eldren Kerlamen. Ma l’altra metà del ragazzo era l'immondo frutto di un'indicibile violenza.

Eldrioth e Almar vagarono per cinque anni nel Fearun, guadagnandosi da vivere con lavori saltuari. Vivevano di pane e preghiere, e nascondevano i loro nomi. Gli uomini di Moranay non avevano comunque smesso di cercarli. Al compimento del ventunesimo anno di età del ragazzo, i due erano nei pressi di Waterdeep. Erano stati attratti lì dalla confusione della città, oltre che dal fatto che le chiese lì avevano costantemente bisogno di manovalanza. Il ragazzo non conosceva la storia della sua famiglia. Almar gli aveva raccontato che per una falsa informazione, il Lord di Moranay aveva sospettato che Eldrioth fosse il risultato di un patto con un demone. Almar, inoltre, era convinto che la distanza dall’Impiltur e gli anni passati fossero sufficienti a garantire una protezione quasi definitiva e una vita umile ma tranquilla. Si sbagliava. Una pattuglia di uomini di Moranay era sulle loro tracce da quasi un anno oramai. Entrarono nella chiesa e assalirono i due, ammazzarono Almar e imbavagliarono il ragazzo. L'avrebbero portato a Moranay, in attesa del processo. Ma mentre attraversavano il suo dell'Impiltur, quando erano nei pressi di Lyrabar, passarono accanto ad una costruzione decrepita, quello che sembrava lo scheletro di una immensa chiesa, la cui costruzione era stata interrotta. Eldrioth sapeva cos'era quella costruzione: quella che sarebbe dovuta essere stata la Cattedrale di Edros, suo zio morto giovane circa quarant'anni prima. Fu lì che gli uomini vennero improvvisamente attaccati da un'ombra. 

Eldrioth riuscì a sfruttare la situazione per divincolarsi e fuggire, ma alcuni uomini lo seguirono: la cattedrale era l'unico posto in cui il ragazzo avrebbe potuto nascondersi. Entrò. La puzza di polvere era mischiata ad un odore metallico, probabilmente dovuto ad alcuni pilastri di ferro da cui il calcestruzzo era crollato via, ma molto simile all'odore del sangue. L'atrio era enorme, e due file da centoventi panche facevano spazio ad un corridoio centrale che portava ad un altare talmente rialzato da necessitare venti ripidi scalini per essere raggiunto. Eldrioth lo sorpassò, le voci dei tre uomini che lo inseguivano stavano entrando nella chiesa. Si guardò in giro e vide una botola. Ci si infilò e la richiuse. Poteva sentire gli uomini che stavano setacciando ovunque, sopra di lui, per trovarlo. In ogni altra parte del mondo ne sarebbe valsa la loro vita, nell'Impiltur comunque ne sarebbe valsa la loro carriera. Eldrioth decise di scendere fino a quando non raggiunse una vastissima serie di cunicoli. Questi cunicoli portavano ai basamenti della Cattedrale, non ancora chiusi completamente.

E lì, dove ventuno anni prima sua madre aveva preso quella decisione così impudente, che trovò una botola, e sotto la botola, uno scrigno. Nello scrigno, una vecchia spada annerita e un antico tomo magico. 

Fu lì che la vita di Eldrios cambiò nuovamente. Gli uomini non lo trovarono. Gli avevano teso un'imboscata aspettandolo fuori per tutta la notte, ma riuscì a scappare. Raccolse alcuni soldi e si diresse a Neverwinter, deciso piano piano a dimostrare una volta per tutte l'infondatezza delle menzogne che avevano distrutto la sua famiglia, e a dimostrare che era il degno erede di suo nonno e a riscattare il suo cognome. Inizio a lavorare come una sorta di mercenario per le buone cause che non voleva compenso, e cominciò a studiare quel tomo magico, che si rivelò essere il libro degli incantesimi di un suo antenato mago dalla parte di sua nonna.

Alcuni anni dopo, la spada incominciò a parlargli, confidandogli che quando sarebbe stato pronto gli avrebbe rivelato la vera storia della sua famiglia.

Eldren Kerlamen 

Image result for fantasy portrait old male

 

Cattedrale di Edros (mai completata)

Abandoned Cathedral on Behance

Darmel Kerlamen 

Character images for my dungeons and dragons characters (mostly females) - Album on Imgur

 

Almar Mardan

Related image

 

Eldrioth Kerlamen

#wattpad #fantasy 'Magic is real, Aleena, and all those creatures you've read about in books, walk among us!' In her mind Aleena wasn't any different from the other teenagers her age.  As if to mock those thoughts, her peculiar and almost fantasy-like lifestory began to show its mark on the day her combat-boot-weari...

Seregnir


 

 

 

Ecco il mio background 🙂 

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Ecco a voi Mithghardala! (Elfa Fattucchiera 6)

BG

Spoiler

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Se c'è una cosa che Aranel Silverbow non potrà mai scordare, è la piccola casa dalle bianche mura di quando era bambina, e i rossi frutti del meleto coltivati da suo padre. La sua famiglia viveva lì da generazioni, una delle poche che non partì per l'occidente dopo la caduta di Aelinthaldaar, e la piccola Aranel si sentiva parte di quella terra, di quegli alberi, del succo dei frutti che crescevano sotto il sole del nord. Ma la vita della giovane non era destinata a scorrere tranquilla.

Era ancora un bambina, neanche trentenne, quando i troll scesero a valle. Ovunque passavano non rimaneva altro che morte e distruzione, e la famiglia dell'elfa non ne rimase immune: suo fratello Brauril perì in un raid, la piccola casa dalle bianche mura bruciò e suo padre fu costretto a trasferirsi con la famiglia a Nimoar's Hold, in cerca di protezione. La guerra durò anni, e dopo quella una nuova invasione e un'altra ancora scossero la vita dei Nimoariani e quella di Aranel con loro.

Sembrava che gli orrori non avessero più fine, quando infine giunse un salvatore. Un uomo, un mago, di nome Ahghairon, insieme a un manipolo di altri incantatori, riuscirono a porre fine definitivamente alle Guerre dei Troll. Se ci ripensa, nonostante gli anni trascorsi, nella mente di Aranel è ancora vivida l'immagine del giovane che sfilava per le strade di quella che sarebbe poi diventata Waterdeep, prima di diventarne il primo Lord: sembrava così bello, così maestoso in sella al suo cavallo, a tal punto d conquistare le fantasie romantiche di quella che era ora una timida adolescente

Il tempo trascorreva tranquillo e ormai regnava la pace. Il padre di Aranel, elfo di grande saggezza, divenne presto consigliere del signore di Waterdeep e fu grazie a lui, durante l'inaugurazione della torre di Ahgharion, che l'elfa e il Lord si si conobbero. Sebbene Ahgharion fosse ormai sessantenne e Aranel invece fulgeva nello splendore dei suoi cento anni, il di lei tacito sentimento non si era ancora sopito e i due si innamorarono. Vissero anni felici, il mago creò persino una pozione della longevità per poter stare con lei, o almeno così le disse... Aranel capì presto, invece, che l'amore di Ahgharion per Aranel non sarebbe mai stato forte come quello che portava per Waterdeep e così, col cuore spezzato, lo abbandonò.

Essendo troppo addolorata per vivere a Waterdeep, ma allo stesso tempo troppo legata alla sua famiglia per andarsene a Occidente, Aranel iniziò a viaggiare per il Faerun. Visitò il Cormyr e le Valli, la sua gente a Cormanthor, una Damara da poco liberata dai ghiacci. Passò molto tempo nel suo pellegrinare, anche se il cuore non riusciva a staccarsi da casa sua.

Venne però il giorno in cui una notizia sconvolse ancora la sua vita. Voci dicevano che nella Costa della Spada si era abbattuta una grave epidemia, forse una piaga scagliata dai servi di Talona. Aranel si diresse verso Waterdeep il più velocemente possibile, ma arrivò in tempo solo per vedere la sua famiglia avvolta dai sudari. Fuori di senno per il dolore, non volendo che i corpi venissero cremati, ma sepolti, Aeranel lì rubò, e si rifugiò con essi nella foresta di Ardeep. Lì pose le loro tombe, lasciando sopra di esse,come unico pegno, una mela, rossa e rotonda come quelle della casa di quando era bambina. Pianse per giorni e giorni senza nemmeno toccare cibo e fece di quelle tombe la sua casa.

Non si sa quale prodigio avvenne, ma la mela posta sulle tombe come pegno attecchì. Forse per l'intervento di qualche spirito o divinità, forse per la potenza di quel dolore, forse per i residui della malattia magica che aveva colto i defunti, l'abero che ne nacque era insolitamente forte e apparentemente immune al passare del tempo. Quello per Aranel fu un segno: si convinse che le anime dei suoi genitori si fossero reincarnate nell'albero e ne divenne ossessionata.

Da allora visse in totale isolamento: i mesi divennero anni, gli anni lustri, i lustri decenni, i decenni secoli. E più viveva là, da sola, con l'unica compagnia di un albero, più il suo io si perdeva e la sua vecchia vita diveniva qualcosa di estraneo, come se fosse stata di qualcun altro. Ma, più la sua identità si perdeva, più riusciva a entrare in contatto con spiriti ed entità occulte, mai percepite prima...

Di lei non ricorda ormai più nessuno. Si può ogni tanto vedere la sua curva figura ai margini di Ardeep, sfigurata dal tempo e irriconoscibile, nelle notti senza luna e, quando il vento è a favore, un'inquietante risata può giungere verso il limitare del villaggio più vicino.

Intorno alla Strega di Ardeep sono nate leggende che le generazioni più vecchie hanno tramandato a quelle più giovani: storie da focolare, atte a spaventare i bambini, si dice che rapisca i fanciulli per mangiarseli, o che strappi l'anima da chi si avventura troppo in quella zona della foresta... Menzogne nate intorno a una donna resa folle dal suo dolore.

 

Un giorno, però, il melo dall'innaturale longevità morì. Esso era l'unica ragione di vita per Aranel (si ricordava ancora il suo nome?) e le crollò ancora una volta il mondo addosso.

Senza ormai più nulla, scelse di lasciare quei boschi che l'avevano ospitata per centinaia di anni e si diede anche un nuovo nome, Mithghardala, dal momento che oramai era un'altra persona.

 

Nel vederla camminare per le strade, brutta, rugosa e ricurva, nessuno oramai si potrebbe più immaginare ciò che fu.

La casa dalle bianche mura è bruciata, e Aranel Silverbow, dei Silverbow di Aelinthaldaar, prima dama di Waterdeep, con essa.

 

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Modificato da GipsyGyps
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Non è facile essere un Drow. Le lotte di potere, la paranoia costante, gli intrighi e i tradimenti all' ordine del giorno sarebbero sufficienti a consumare chiunque. Ma essere un mezzo drow è ancora più dura, e questo Callyn lo sa bene.

Callyn nasce a Illyuthuna, una piccola comunità drow situata relativamente vicino alla città di Luskan. Le matrone di Illyuthuna, un po’ per la sua posizione geografica relativamente esposta, un po’ per le sue piccole dimensioni,  hanno sempre preferito un approccio meno aggressivo verso gli abitanti della superficie rispetto alle altre comunità drow, almeno in apparenza. Per quanto il loro senso di superiorità sia immutato rispetto a comunità più tradizionali, son riusciti nel tempo a fare buon viso a cattivo gioco, stringendo così relazioni commerciali importanti con la Città delle Vele.

Ovviamente, vista l’ indole e la mancanza di morale di questi due partner commerciali, gli schiavi sono una delle merci scambiate più di frequente con la città delle vele ed è proprio a causa di questo commercio che il padre di Callyn si ritrovo’ a Illyuthuna. Samar era un mercenario proveniente dalle lontane terre del sud, assoldato per proteggere un mercantile in viaggio verso nord, ma era stato catturato reso schiavo durante una battaglia dai temuti pirati di Luskan.

All’ inizio Samar si ritenne quasi fortunato.  Al contrario dei suoi compagni infatti, destinati ai remi o alle miniere, il suo aspetto piacente ed esotico aveva attirato l’ attenzione di una delle ancelle della matriarca Ilivarra Rhomduil, la più potente matriarca della città, sempre desiderosa di nuovi schiavi. Samar conosceva i drow solo dalle salaci storie dei marinai, storie che lo avevano portato a immaginare la sua schiavitù alla matrona come una vita sottomessa, ma tutto sommato confortevole.  
 

Ovviamene non fu così. Ilivarra era sì particolarmente appassionata di schiavi esotici, ma la sua crudeltà verso di loro era pari solo all’ assoluto disprezzo che provava verso quelle forme di vita inferiori. I suoi schiavi avevano vita breve, consumati dalla fatica e dalle torture, e Samar non fece eccezione. Dopo pochi mesi di quell’ orribile vita, il suo cadavere sfigurato già era finito in pasto ai ragni della sua padrona.

Sfortuna volle pero’ che, prima che morisse, Samar fosse riuscito a ingravidare Ilivarra. Normalmente la matrona avrebbe semplicemente preso una medicina  abortiva, come aveva giù fatto molte altre volte, ma la vita di una Drow non segue mai un flusso normale. Una delle sue rivali infatti venne a sapere della gravidanza, e si ingegno’ a consegnarle un potente veleno al posto del farmaco abortivo. Ilivarra riuscì a sopravvivere, ma lei, e di conseguenza la sua casata,  risulto’ pesantemente indebolita, e per un drow la debolezza è morte. Il tumulto politico e la sua lenta ripresa le resero impossibile liberarsi del bambino che cresceva dentro di lei, e, quando riuscì a ritrovare una parvenza di stabilità, un aborto sicuro non era più possibile. Ilivarra fu quindi costretta a dare alla luce un figlio mezz’elfo.

Il primo desiderio che Ilivarra provo vedendo  Callyn fu, ovviamente, di ucciderlo. Dopotutto un neonato sarebbe stato solo un peso e una vergogna per lei. Ma quando Ilivarra vide la sua pelle,  così diversa da quella dei Drow e così simile a quella di suo padre, un’ idea si fece strada nella sua mente. Proprio quel bambino che le era costato tutto sarebbe stata la sua strada per riconquistare il potere.

Callyn quindi, fin dalla  nascita, venne cresciuto con l’ idea che non sarebbe stato altro che uno strumento al servizio della sua casata. La severa crudeltà dei maestri e la spietata competizione con i suoi coetanei riempirono i suoi primi anni di vita, facendo sì che assorbisse totalmente i precetti della cultura Drow. Il suo aspetto, curiosamente, non peggioro’ la sua infanzia in maniera significativa. Anzi, in un certo senso lo aiuto’ anche, in quanto Callyn scoprì presto che molti Drow erano svelti a sottovalutare un mezzosangue.  Nessuno ripeteva due volte  l’ errore.

Arrivato alla soglia dell’ adolescenza, Callyn venne spedito nel ramo militare della sua casata, per iniziare finalmente il suo addestramento che lo avrebbe portato a diventare lo strumento perfetto per realizzare i piani di sua madre. Gli vennero insegnate le migliori tecniche di spionaggio, l’ uso e la creazione di veleni, e persino l’ uso della Spadaspina, un’ arma drow tipica di Illyuthuna. Callyn si adatto’ bene al duro addestramento grazie alla sua mente acuta e al suo corpo aile, e non ci volle molto prima che venisse inviato in missione in superficie, per raccogliere notizie in tutta la costa della spada, da Luskan a Nevewinter fino a Waterdeep. Era il periodo migliore della sua vita, in quanto riusciva spesso ad allontanarsi dal sottosuolo e dai suoi costanti intrighi. Gli piaceva trovarsi in un posto dove le persone non complottavano costantemente per ucciderlo, senza contare che le persone erano molto più facili da manipolare di quelle di Illythuna. Fu proprio in questo periodo inoltre che fece conoscenza con Vhunaun e Vhenon, anche loro spie, addestrate insieme a lui ma per uno scopo differente. Se Callyn avrebbe dovuto dare a Ilivarra informazioni sui nemici in superfice, il compito di Vhunaun e Vhenon era quello di essere i suoi occhi e le sue orecchie all’ interno di Illyuthuna stessa.
 

Questi due elfi  gemelli erano anche loro parte della casata di Ilivarra, ed entrambi erano disposti a tutto per superarsi l’ un l’ altro. Uguali d’ aspetto e di status, non potevano tollerare questa uguaglianza, e per riuscire a superarsi avevano deciso di darsi al doppiogiochismo, fornendo informazioni a due diverse casate rivali di quella di Ilivarra.  Callyn non ci mise molto a scoprire i loro segreti, ma anziché riferirlo alla matrona, condannando i due a una fine lenta e dolorosa, decise di mettere in atto il SUO piano. Riuscì a sedurre entrambi i gemelli, mantendo nascosta la relazione con un agli occhi dell’ altro, e inizio’ un delicato gioco di scambio di informazioni, rafforzando entrambe le casate a cui i gemelli facevano rapporto e indebolendo la propria. Ogni informazione che Callyn raccoglieva passava per uno dei gemelli, e questo spostava lentamente la bilancia del potere all’ interno della città.

Tutto questo ando’ avanti per un po’, almeno finché Neverwinter non inizio’ la sua campagna di militarizzazione. Callyn sapeva che presto ci sarebbe stata guerra, e con essa il caos necessario a sparire per sempre dagli occhi dei drow. In rapida successione  rivelo’ l’ informazione dell’ attacco a Porto Llast a entrambi, e i gemelli (ormai generali di alto rango) misero in atto il loro piano, facendo sì che una grossa porzione delle forze di Ilivarra facessero un raid in superfice vicino a quella città proprio quella notte. Ovviamente i drow impreparati vennero facilmente schiacciati dal potente esercito di Neverwinter, lasciando così Ilivarra vulnerabile. La città divenne così il teatro di un feroce scontro a tre, con la casata Selyura e la casata Huzilian che provavano a smembrare definitivamente la casata Ilivarra e accaparrarsi le spoglie della vittoria.


In tutto questo caos, fu facile per Callyn fuggire via,  in superficie, lontano dalla costante lotta per la sopravvivenza. Nonostante abbia raggiunto il suo obiettivo pero’, Callyn non è uno sciocco. Sa che, comunque sia finita la lotta, probabilmente qualcuno che lo vuole morto è sopravvissuto, e anche ora che viaggia tra le città della Costa della Spada, offrendo i suoi servigi come assassino e alchimista, si guarda sempre le spalle, per evitare di ritrovarsi un pugnale Drow tra di esse.

Ecco qui il mio background. Alla fine non ho fatto un mago del gelo, ma un bel mezzelfo alchimista Eldritch poisoner, un' esperto di veleni e infiltrazione. Notare  che nonostante sia un mezzo drow scappato in superficie, non è uno di quei "nobili ribelli agli stereotipi della sua razza". E' un grandissimo figlio di buona Drow, abbastanza paranoico da fare invidia a Nick Fury. E, viste le circostanze, assolutamente disposto a collaborare con chiunque possa mettersi in mezzo tra lui e sua madre (o i suoi ex).

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6 hours ago, Zellos said:

Piccola nota per tutti. Il master sta pensando qualcosina per far giocare tutti.

Ma sta ancora pensando xD  

Visto che un warpriest e' stato gia proposto, posso presentare qualcos altro per completare il gruppo, qualora decidessi di prendere tutti a bordo

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13 minuti fa, Kalieuros ha scritto:

Nel caso venissi scelto preparo la scheda, sarebbe possibile sapere il point buy? 

Di norma non faccio il point buy od il tiro alle caratteristiche ma, partendo dalle caratteristiche a 10 do 24 punti. Il massimo è 18 prima dei bonus razziali, il minimo è 10 dopo i malus razziali. Avete poi a disposizione il +1 punto caratteristica del 5 livello ( o era quarto? Ora mi incasino con la 5e)

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6 minutes ago, Zellos said:

Avete poi a disposizione il +1 punto caratteristica del 5 livello ( o era quarto? Ora mi incasino con la 5e)

Al 4° 🙂 

Ad occhio il tuo sistema equivarrebbe a un point buy 25 se uno vuole fare un personaggio con punteggi nella media, ad un 30 forse se uno vuole alta varianza. Questo chiaramente perché non scala. In media equivarrebbe ad un point buy 28, così, ad occhio (avvantaggiando un po' i personaggi SAD). 

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16 minuti fa, Zellos ha scritto:

 Di norma non faccio il point buy od il tiro alle caratteristiche ma, partendo dalle caratteristiche a 10 do 24 punti. Il massimo è 18 prima dei bonus razziali, il minimo è 10 dopo i malus razziali. Avete poi a disposizione il +1 punto caratteristica del 5 livello ( o era quarto? Ora mi incasino con la 5e)

24 punti in effetti è altino, potrei mettere 3 caratteristiche a 18 senza alcun malus.

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Io dico la verità, sono un po' a favore dei sistemi di point buy medio alto o alto. Non per power play, ma perché danno la possibilità di far funzionare build altrimenti impossibili o per niente funzionali. 

 

Tanto basta mettere mostri poco più forti della media o un mostro in più e la cosa si riequilibra.

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