Vai al contenuto

[TDG] La casa infestata


Stefino

Messaggio consigliato

Magnus Carter

"Non c'è problema, signora. Posso capire...Posso sedermi?" Chiedo alla donna, sperando di avere ottenuto già abbastanza confidenza. "Grazie, così è più comodo parlare alla stessa altezza." Dico sorridendo, annotandomi la risposta, poi dando un'occhiata alla vista dalla panchina e al cielo "Ha ragione, proprio una bella giornata." 

Riprendo poi a guardare la donna "Spero che la domanda non sia troppo indiscreta, ma posso chiederle come mai si trova qui? Non mi sembra il posto per lei, se posso dirlo..." 

Attendo la sua risposta, sperando che man mano che mi avvicino alle domande più specifiche non agitino la signora. Ogni volta, faccio delle pause e cerco di parlare mantenendo sempre un tono sereno della conversazione.

"Vede, signora, siamo qui perché io e i miei colleghi qui presenti facciamo parte di una agenzia investigativa e stiamo cercando di scoprire le vicissitudini passate di un edificio, in cui lei e suo marito siete stati gli ultimi inquilini." 

Resto poi in attesa che la donna assimili le informazioni e ne verifico le reazioni. 

 

@Stefino

Spoiler

Per questo l'ho scritto prima infatti... ho rallentato troppo il gioco. Mi spiace.

Il mio scopo non è di sedermi vicino, sia chiaro, ma di essere alla stessa altezza della donna per farla apparire più tranquilla, in modo da non farlo sembrare troppo un interrogatorio, e lo stare in piedi una forma di prevaricazione. Cerco sempre di parlarle in un modo tranquillo, senza scatti ma cercando di adeguarmi a lei e assumendo un tono sereno.

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Custode

La donna ascolta serenamente le parole del detective, ma ha un evidente sussulto quando viene nominato l'edificio. Ignora deliberatamente la domanda circa la sua presenza nel manicomio e si dedica all'ultimo argomento, anche se è palese che la cosa non la mette a proprio agio: "Villa Corbitt, quel luogo dimenticato da Dio, è per questo che siete qui allora... E' ancora là in quella casa, vero? Ha fatto del male a qualcun altro? Ce l'aveva con mio marito, pover'uomo, e guardate come lo ha ridotto..." Man mano che parla, Gabriella Macario inizia ad essere sempre più agitata, le tremano vistosamente le mani e lacrime iniziano ad affiorarle dagli occhi, il dottor Robey vi rivolge uno sguardo di rimprovero.

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Magnus Carter

"Si sbaglia, signora..." Cerco di ridurre la tensione della donna, d'altronde avevo proprio paura che si sarebbe agitata arrivando al punto. Le tendo le mani, per farle capire che sono vicino, ma non la tocco se non è lei la prima a volerlo fare. Non vorrei che un contatto possa innervosirla ancora di più. "Il mio lavoro è proprio di evitare che capiti ancora, qualsiasi cosa vi sia capitata. Per questo sono qui..." Neanche so di cosa la donna stia parlando, ma proprio per questo è importante che si calmi e mi spieghi meglio. Chi? Chi sarebbe "ancora in quella casa"? La mia mente non può evitare di andare a pensare a William Corbitt, che ha chiesto di farsi sotterrare in cantina...Ma ciò è completamente assurdo! 

Evito in tutti i modi, comunque, di far capire a chi mi guarda dei miei pensieri, della possibilità che io abbia "pensato a qualcosa, quando la donna ha fatto quella domanda".

"Ho bisogno che si fidi di me..."

Modificato da Daimadoshi85
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Custode

"Sì... sì... mi fido di voi, detective... voglio aiutarvi" la donna sembra rasserenarsi un po' all'idea di poter essere di qualche aiuto nella vostra indagine, ma l'argomento della discussione pare turbarla nel profondo. Accetta il gesto di Carter e stringe le mani all'uomo "No, non deve capitare più, ha ragione..." sembra farsi un po' di coraggio "mi chieda pure quello che vuole sapere su quel luogo maledetto..."

 

@Daimadoshi85 / Magnus Carter

Spoiler

Gabriella Macario è veramente terrorizzata dal ricordo di quanto ha visto, o almeno di quanto crede di avere visto; ne parla come se stesse raccontando un evento terribile ma "naturale". E' disposta a collaborare ed il fatto di poter essere d'aiuto la rasserena un po', ma è chiaro che l'argomento che state affrontando la turba profondamente.

Metti una spunta di fianco a Psychology sulla scheda PG.

 

Modificato da Stefino
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Magnus Carter

"Grazie" Sorrido alla signora, con calore, tenendole stretta la mano "è davvero coraggiosa. E lo vedo che parlarle di questo la turba profondamente, perciò sappia questo." Faccio una breve pausa "Vorrei che mi raccontasse quello che ricorda della vostra permanenza alla villa, io sono qui e continuerò a stringerle la mano e, se il ricordo sarà troppo duro, potrà interrompersi ogni volta che vorrà. Nessuno la sta forzando, in nessun modo. Qualsiasi cosa ci dirà sarà di immenso aiuto a noi, per comprendere l'accaduto. E farò in modo che non accada più. "

Cerco di trasmettere, nel mio discorso, tutta l'empatia e compassione che posso, per far capire alla donna la mia vicinanza e rassicurarla dalle sue paure e da ciò che i suoi ricordi possono suscitare. 

Modificato da Daimadoshi85
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Custode

"Posto maledetto villa Corbitt, eravamo stati avvertiti e non ci abbiamo creduto... Nessuno voleva abitarci, ma noi avevamo pochi soldi e ci sembrava un'ottima occasione... Che errore abbiamo fatto!" una pausa per placare il tremolio delle mani "Il diavolo in persona vive in quel luogo... Abbiamo passato poche notti tranquilli, poi ha iniziato a manifestarsi: lo sentivo con noi nella stanza, fluttuava sopra di noi... E quando si arrabbiava..." inizia ad essere scossa da alcuni spasmi "Quando si arrabbiava gli oggetti volavano per la stanza... So che non ci credete, ma è così vi dico" lacrime "Se la prendeva con Vittorio in particolare, lo bersagliava continuamente... Voleva mandarci via e alla fine ci è riuscito!"

Link al commento
Condividi su altri siti

Magnus Carter

Stringo forte le mani alla donna, e cerco di avvicinarmi a lei per tenerla stretta e farla sentire al sicuro. "Sono qui, non ha niente da temere ora..." attendo che finiscano i tremiti e smetta di piangere, le porgo il mio fazzoletto pulito per asciugarsi. "Capisco quanto sia dura rievocare questi ricordi, ma...ho bisogno di capire meglio. Le prometto che dopo non la importuneremo più, potrà leggere il suo libro in pace e non si parlerà più di questa faccenda. Troverò una soluzione per liberare quella casa da...qualsiasi cosa ci sia. Non farà più male a nessuno."

Faccio una pausa. Attendo che la donna si ricomponga, per evitare di incalzarla nel mentre è ancora scossa. Non posso esagerare, non quando è così collaborativa. Attendo un suo cenno di assenso per continuare, poi le chiedo ancora.

"Che voci avevate sentito della casa, prima di entrare? Chi era, quella persona...Lei mi sta parlando di...un fantasma? E' di un fantasma che stiamo parlando? Io..." Faccio una pausa...sono incredulo, ma d'altronde, anche il pensiero che ho avuto prima era assurdo. Cerco di assecondare la donna. "Voglio crederle, signora Macario. C'è qualcosa che si ricorda di particolare, di questo...fantasma? Un qualche segno di riconoscimento, qualcosa? Come bersagliava suo marito?"

Modificato da Daimadoshi85
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Custode

"No... No... Non un fantasma..." la donna riprende a tremare in modo vistoso "Un diavolo! E' un diavolo dell'inferno! Quegli occhi di fuoco..." Improvvisamente la mano del dottor Robey si stringe sulla spalla di Carter: "Detective, credo sia il caso di terminare qui questa visita, la signora Macario è molto stanca, vi chiedo la cortesia di congedarvi da lei." Dietro il cortese invito del dottore, cogliete la sua sincera preoccupazione per la paziente in evidente stato di agitazione e la perentorietà della sua richiesta.

Link al commento
Condividi su altri siti

Magnus Carter

Rimango colpito dal timore della donna e dalla forza dei ricordi negativi di ciò che è convinta di aver visto in quella casa. Rispondo perciò al medico "Certo, mi spiace, non era mia intenzione...Ho cercato di gestirla con più tatto possibile..." 

Mi rivolgo perciò alla donna "Mi dispiace, signora. Farò luce sulla questione..."

Mi allontano perciò dalla signora Macario, insieme ai miei compagni, rientrando nello stabile. Se possibile, resto in attesa del direttore, per chiedere se fosse possibile vedere anche il signor Macario. Se non lo vedo arrivare, provo a chiedere a un'infermiera se potrebbe indicarmi la sua stanza.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Osservo i miei compagni, valutando le loro reazioni alla scena che abbiamo appena visto. Quando rimaniamo soli, dico "Non era proprio la risposta che mi aspettavo...Che ne pensate? Qualcuno di voi crede ai fantasmi, ai diavoli, o ai poltergeist?"

@Tutti

Spoiler

Scusate, mi sono reso conto che fosse meglio interpellare anche voi, ora che effettivamente siamo in attesa 😅

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Nicolas La Porte

Sono domande molto interessanti detective, la risposta dipende molto dalla religione in cui si crede e dalle regioni in cui si è vissuto. Ho fatto molti studi accademici sulle culture Maya, sul Voodoo ed altro. E molte società, soprattutto antiche, spiegavano quello che non capivano con dei riferimenti al loro retaggio religioso.

Tuttavia ritengo interessante anche pensare che il retaggio religioso sia stato generato, nei decenni o addirittura nei secoli, da queste esperienze "anomale", che le civiltà non è riuscita a spiegarsi con le conoscenze in loro possesso. Oggi giorno, la scienza rifiuta quello che non può spiegarsi ed alcune volte chi ritiene di aver avuto questo tipo di esperienze anomale si ritiene malato e doveroso di cure, capire che tipo di cure servano è una questione delicata e va fatto uno studio paziente per pazienta, e la signora è sicuramente nella struttura giusta. Certo queste sono affermazioni di un ricercatore in ambito umanistico e non di uno scienziato.

sorrido con malizia ai presenti. 

Sono comunque convinto che la scienza applicata ad una ricerca sperimentale sia la strada giusta, infatti avrebbe come obiettivo quello di investigare esattamente quel che non si sa, ancora, spiegare. Qui è evidente che la povera donna ha avuto una brutta esperienza in questa casa, e non è la prima. La parola Diavolo è legata alla cultura occidentale riferita ad una entità malvagia della religione Cristiana. Questa "entità anomala", lasciati il termine, ha vessato lei e soprattutto il marito.

Quindi, cerco di rispondere in breve alla domanda, non è importante sapere se esiste il "Diavolo" in senso stretto, ma visto che non è la prima situazione di questo tipo, penso sia opportuno capire cosa o chi sia questo "vessatore" che pari abiti ormai da solo nella casa. 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Dr. Connor Patterson

E' chiaro che non esistono rispondo secco.
La signora e' vittima di una patologia piuttosto comune tra coloro che sono rinchiusi in una struttura come questa. Ha vissuto dei traumi di una certa portata e con una certa frequenza che l'hanno portata alla convinzione che l'irreale sia reale.
Di solito, le cause di una patologia del genere sono da ricercare nel passato del soggetto. L'analisi psicanalitica viene effettuata partendo dall'origine, cioe' dall'infanzia, per proseguire progressivamente con la storia del malato e ricomporre tutti i pezzi che l'hanno portato a perdere il senno.
Gli unici fantasmi esistenti e in cui credo sono quelli del passato di una persona. Credo che il detective abbia visto situazioni simili durante la sua carriera, a volte riesco ancora a sorprendermi per come la mente umana sia contorta e ingannevole.

Per quanto riguarda il diavolo concludo agitando la penna con cui ho preso appunti  beh, qui usciamo dal mio campo. Non sono un esperto di mitologia o di immagini religiose, ma tutti sappiamo di cosa si parli ed e' il motivo per cui potrebbe trattarsi di un'allucinazione abbastanza comune tra le menti "deboli".

Direi comunque di interrogare il secondo paziente. Visto lo stato di salute molto precario descritto dal direttore, le suggerisco di essere ancora piu' cauto con le domande chiedo infine a Carter.

Link al commento
Condividi su altri siti

Magnus Carter

"Vero, vero, concordo con voi...Ma ammetto che quando la donna ha parlato di una persona che 'aleggiava nella casa', non ho potuto fare a meno di fare collegamenti con Corbitt, nonostante io non creda a queste cose...Ho avuto un brivido. E voi sapete quanto odio quando ho i brividi."  Dico coi miei compagni. Poi, rispondendo al medico, dico "Starò attento...ma mi incuriosirebbe di più capire che versetti della bibbia ripete, come accennava il direttore".

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Custode

Seguite il dottor Robey fino all'atrio dove vi siete incontrati la prima volta "Tutte affermazioni corrette ed interessanti le vostre, ma il mio problema è che la signora Macario è davvero convinta di ciò che ha visto e come tale la devo trattare; scusate se ho interrotto la vostra conversazione, ma la paziente si stava davvero agitando troppo, l'ho fatto per il suo bene, è questa la mia massima preoccupazione qui dentro, sono certo che lo capite." Un attimo di silenzio, poi parte spedito verso uno dei corridoi laterali, facendovi segno di seguirlo con un braccio "Venite, vi porto dal signor Macario, così vi rendete conto da soli della situazione in cui è stato ridotto."

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Nicolas La Porte

vista che la situazione è ancora più critica cercherò di interagire il meno possibile con il paziente, rimarrò in disparte a prendere i miei appunti, ci confronteremo alla fine.

Spoiler

come per l'altro paziente vorrei provare a fare delle prove di vario genere per capire la situazione del Macario.

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Custode

Robey ed un robusto infermiere vi fanno strada fino alla stanza di Vittorio Macario; l'infermiere apre la serratura della porta ed entra nella stanza, immediatamente seguito dal dottore che vi fa segno di attendere all'esterno. "Buongiorno Vittorio, abbiamo visite oggi." Nessuna risposta dall'interno della stanza. Robey si gira verso di voi e vi invita ad entrare con un gesto della mano. Entrate in un ambiente piccolo e pulito, dove si trovano solamente un letto da ospedale ed una latrina; in un primo momento faticate ad individuare l'inquilino della stanza, poi notate un ometto in camicia da notte rannicchiato in un angolo che stringe al petto un libro e vi guarda con occhi sgranati, mentre muove la bocca senza però produrre alcun suono.

Link al commento
Condividi su altri siti

×
×
  • Crea nuovo...