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Eumate


Messaggio consigliato

Entra, Uccidi il Mostro, Arraffa il Tesoro ed Esci.

Cosa ne pensate di questo elementare stile di gioco, spesso preferito da molti novellini? Credete che sia giusto che un Master lasci "fare al giocatore come vuole" o pensate che sia meglio per un giocatore essere messo direttamente a confronto con il vero GDR approfondito?

Come gestite le vostre campagne? Come vi piace giocare?

E in passato, cosa ne pensavate?

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Beh, io tempo fa cominciai a giocare proprio in questo senso qui (forse data anche la tenera età)

Spesso questo genere di stile di gioco, è adottato proprio da chi si approccia per la prima volta, al Gdr ed essendone a digiuno (completamente o quasi), cerca di introdursi mediante emulazione di saghe di film, tipo il Signore degli Anelli, o i Pirati dei Caraibi, dove ci sono gli eroi tutto fare, che fanno e brigano tutto con non chalance, come se tutto gli fosse facile, spianato e dovuto.

Spesso anche i master alle prime armi, tendono a seguire una tipologia di gioco come quella sopraccitata.

Come ti ho detto, pure io partii così, e mi sono "evoluto" in termini di qualità nel gioco di ruolo, proprio giocando di continuo, e se entri proprio nella filosofia del Gdr, capisci che questo stile di gioco così guerrafondaio e sguaiato, a lungo termine non paga. Dico non paga, non nel senso che porta a farti morire (cosa comunque che ci può altamente stare in ogni modo), ma nel senso che non ti da la sensazione di immedesimazione in un mondo fantasy, dove l'ambiente fantasy non è costruito intorno a te (come la banca Mediolanum), ma tu ti devi costruire in base all'ambiente, al fine di diventare un PG versatile, che se la sappia cavare in tutte le situazioni.

Un buon master a mio avviso, dovrebbe cercare di arginare questi comportamenti da parte dei giocatori, specialmente se questi non sono nè estremamente giovani, nè novellini.

Il modo migliore, è cercare fin dall'inizio di incanalare lo stile di impostazione della campagna, in modo che i PG possano tastare con mano, la solidità dell'ambientazione che li circonda, in modo che non si sentano dei signor nessuno, costretti a vacare nel nulla....spesso è così che i PG si imbarcano in situazioni astruse.

Sentiamo un po' anche cosa ne pensano gli altri.

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Anche io ho iniziato a giocare con uno stile mooooolto EUMATE (e mantorok lo sa perchè le prime avventure le abbiamo giocate insieme!), poi piano piano si cambia.

In generale, a meno di trovare gusto solo nel combattere o a meno di avere un mastere eumate, prima o poi tutti si cambia.

Da parte del master ci vuole pazienza però. Prendere un gruppo di ragazzini di 14 anni e chiedere loro di giocare a D&D di sola interpretazione forse è un po' troppo. Con un po' di pazienza i propri PG vanno fatti crescere, e crescere in gioco, non fuori chiedendo loro di smettere di fare EUMATE.

Il mio vecchio master fece così nella campagna in cui giocavo, ed in cui, io escluso, erano tutti novellini.

Le prime avventure erano un po' eumate (ma non troppo perchè questo master proprio non ci riusciva a fare solo EUMATE), con molti combattimenti e non troppi retroscena per noi. Poi piano piano le cose sono andate cambiano mentre noi avanzavamo di livello. Le nostre gesta diventavano più grandi "i nostri livelli" (brutto, ma è per fa capire) ci davano il potere di affrontare sfide che potevano cambiare il corso di eventi di piani interi. Quindi siamo stati messi alla prova, ci siamo fatti quesiti sulla giustezza o meno delle nostre azioni, abbiamo affrontato prove di cervello e non di sole "secchiate di dadi". Si vedeva proprio che lo stile dei giocatori mutava con il passare del tempo. Poi vabbè, devo dire anche che le persone che giocavano erano molto inclini all'interpretazione, cioè erano tipi che si legavano al loro PG e lo sentivano vivo, un bel gruppo! Quindi siamo stati anche facilitati direi!

Comunque, credo che EUMATE non sia proprio un danno. Ci può stare, si può anche fare ogni tanto per intervallare le avventure molto interpretative, tirare un po' di dadi e raccontare in locanda come si è ucciso il drago rosso che viveva nelle montagne è bello! Non deve essere un vizio, come del resto nulla deve essere un vizio.

Insomma, per riassumere: EUMATE si, EUMATE no? EUMATE dipende direi. Ci si inizia (direi inevitabilmente) e poi si migliora, ci si può giocare a volte. Al master l'arduo compito di far appassionare i giocatori alle trame della campagna e non solo ai px che il mostro può dare se sconfitto!

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mmh.... direi che l'EUMATE diverte molto dai 13 anni fino ai 18 - 20.

Dopo i giocatori di solito cambiano gusti e DM pure.....

Il sistema di D&D è un blocco pesante e con le regole 3.5 e la griglia di battaglia tende a wargamizzare i combattimenti e renderli non-interpretativi.

Un buon DM però può arginare molto, moltissimo, anche l'astrazione dei PF e delle ferite subite e inflitte.

Un ottimo strumento di crescita ruolativa è quella di non far fare molti incontri ai PG ma fargli fare molti dialoghi sia tra di loro che con PNG interpretati dal MAster.

Diluendo i combattimenti ( fino anche a nessuno per sessione, o uno solo ogni 2 o 3 sessioni ) i risultati interpretativi si vedono e ci si allontana dall'Eumate.

L'obiettivo è quello di rendere VIVI i PG e i PNG tramite interpretazione. In questo modo il ricordo di questi PG resterò imperituro.

UN PG EUMATICO spesso tende a essere un semplice avatar del giocatore e quindi di esso si ricordano solo le stats e le combo.

Ma un bel Background comprensivo di storia PG, descrizione fisica, descrizione caratteriale al quale il giocatore cerca di attenersi, può fare cambiare direzione alle partite.

Sono convinto che il sistema NON aiuti, ma sono anche convinto che il DM possa arginare le derive da wargame / combo / eumate che D&D puo avere, con una sorta di regia ben studiata.

Alla fine i giocatori stessi non ameranno più l'EUMATE perchè saranno stati "condizionati" dal nuovo stile di masterizzazione.

Per quanto mi riguarda ho modificato il sistema di assegnazione dei px come segue:

nuovoassegnazionepxvt8.jpg

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interessante, io avevo trovato un sistema simile che però dava punti in base all'azione di gioco vera e propria (nemici uccisi, magie usate, abilità sfruttate ecc) e poi in base a: coesione col gruppo, tattica, interpretazione e un altro fattore che non ricordo (è passato del tempo dall'ultima volta che ho masterizzato) dava a ogni singolo una percentuale dei PE, in caso di un giocatore pessimo si scendeva a 0% mentre uno eccelso poteva ottenere il 200% dei PE che gli sarebbero spettati

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mmh.... direi che l'EUMATE diverte molto dai 13 anni fino ai 18 - 20.

Dopo i giocatori di solito cambiano gusti e DM pure.....

Il sistema di D&D è un blocco pesante e con le regole 3.5 e la griglia di battaglia tende a wargamizzare i combattimenti e renderli non-interpretativi.

Un buon DM però può arginare molto, moltissimo, anche l'astrazione dei PF e delle ferite subite e inflitte.

Un ottimo strumento di crescita ruolativa è quella di non far fare molti incontri ai PG ma fargli fare molti dialoghi sia tra di loro che con PNG interpretati dal MAster.

Diluendo i combattimenti ( fino anche a nessuno per sessione, o uno solo ogni 2 o 3 sessioni ) i risultati interpretativi si vedono e ci si allontana dall'Eumate.

L'obiettivo è quello di rendere VIVI i PG e i PNG tramite interpretazione. In questo modo il ricordo di questi PG resterò imperituro.

UN PG EUMATICO spesso tende a essere un semplice avatar del giocatore e quindi di esso si ricordano solo le stats e le combo.

Ma un bel Background comprensivo di storia PG, descrizione fisica, descrizione caratteriale al quale il giocatore cerca di attenersi, può fare cambiare direzione alle partite.

Sono convinto che il sistema NON aiuti, ma sono anche convinto che il DM possa arginare le derive da wargame / combo / eumate che D&D puo avere, con una sorta di regia ben studiata.

Alla fine i giocatori stessi non ameranno più l'EUMATE perchè saranno stati "condizionati" dal nuovo stile di masterizzazione.

Per quanto mi riguarda ho modificato il sistema di assegnazione dei px come segue:

nuovoassegnazionepxvt8.jpg

interessante, mi sono subito salvato il file!

io quando cominciai a giocare ero un pischello di 12 anni, e il master mi fece un nano ammazzatroll: il mio ruolo quindi era molto semplice, ma non disdegnavo alcune giocate di ruolo classiche della mia razza, ovvero bere birra, essere burbero, grezzo, rozzo e bullo.

ora come pg ho alti e bassi, dipende da quanto sono sveglio quando giochiamo, ma cerco sempre di dar il meglio quando gioco di ruolo. se proprio la partita sta diventando un "porte sfondate a calci" allora cerco di farlo con stile, questo grazie soprattutto al metodo di combattimento del mio pg: maglio a due mani o lotta. posso variare molto gli attacchi. di default con ogni pg descrivo sempre le mie azioni, anche le più semplici, in modo da differenziarle dalla norma o far trasmettere anche agli altri tra "attaccare e infliggere X pf" e "vado in lotta: gli afferro la testa e gliela sbatto contro un muro" c'è una differenza abissale, tanto più che spesso sacrifico palesemente i danni extra che potrei avere.

come DM invece ho sempre spinto i giocatori a giocare di ruolo, a dialogare tra di loro, a formare una loro personalità, una voce, una parlata, ma spesso pg e giocatore hanno gli stessi modi di fare.

venerdì scorso ad esempio, i mezz'orco baba/chr credevo di essere un mio compagno, halfling ladro/ombra danzante. per dimostrare agli altri di esserlo mi sono nascosto in piena vista. ovvero sono balzato in piedi, ho fatto un salto sul posto e mi sono coperto gli occhi con le mani. :mrgreen:

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Alal fine l'importante è divertirsi. Ho 1 giocatore che vede il gioco di ruolo come una specie di incrocio tra street fighter e diablo. Ovvi oche non apprezzo. Ci vuole interpretazione, magari non ai livell idi altri gioch idi narrazzione, ma non è possibile fare lo spaccamontagne

We we...

Sono d'accordo con neurone nel dire che il sistema non aiuta, di sicuro i novellini con D&D 3.5 sono moooolto portati all'eumate.

Ma dire che con D&D non si può arrivare ad alti lvl di narrazione, proprio non ci sto!

Tra l'altro, sono l'esempio vivente (Cioè, giocavo in un gruppo con un master fantastico che ha trasformato D&D nell'esempio vivente) che anche con questo sistema si può arrivare a lvl di narrazione pari ad altri giochi di pura narrazione!

Per quel che mi riguarda in D&D, dove i combattiementi si possono fare anche a cuor leggero, nel senso che ad alti lvl si possono sostenere molti scontri, lo stile di gioco che a me piace di più è uno stile dove i combattiementi ci siano, non solo uno ogni 3 o 4 sessioni. A me ne basta 1 a sessione, e non per forza epico.

Comunque, nella campagna giocata con il master che dicevo prima, l'ultimo periodo (circa 4 mesi???) l'abbiamo praticamente giocato senza tirare un dado!

O meglio, in quel periodo mi pare si fecero giusto 2 combattiementi. Che erano, tra l'altro, simbolici. Il resto dei tiri furono Conoscenze e cose del genere. 4 mesi di puro ruolo, e mi piacquero pure molto!

Tra l'altro, mi sa che tra un po' ripartiamo con quel master a giocare! Ci spero tanto!

Chissà chi troviamo per giocare. Al limite se non c'è nessuno posso invitare qualcuno di voi, così vi mostro che anche D&D può essere un gran gioco di Narrazione!!!

(Ps: piri, quel master è davvero un Narratore Epico. Se mi riuscisse di organizzare con lui, potremmo giocare a Vampiri. Ti assicuro che sarebbe una cosa fantastca. Ti dico solo che gli ultimi a giocare con lui, novellini come me di Vampiri, avevano paura a giocare la notte con lui! Viva l'atmosfera dark!)

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Sinceramente penso che giocare stile EUMATE sia il cuore di D&D.

Mi spiego prima di farmi sbranare ;-)

D&D è un gioco in linea di massima per personaggi che risultano fuori dal comune, sopra le righe. Sono persone che hanno qualcosa in più rispetto agli altri.

In fondo molte avventure che si considerano belle sotto ogni aspetto presentano in proporzione diversi fattori, che come in una ricetta devono esser mescolati bene e con sapienza per raggiungere l'obiettivo prefissato, cioè il divertimento.

In generale comunque la "trama" di una storia, che può risultare molto complessa, ben articolata, intricata e piena di immedesimazione e gioco di ruolo segue la classica trama della storia EUMATE, cioè i giocatori non si divertono fino in fondo se non hanno la possibilità di confrontarsi con il nemico di turno, se non hanno la possibilità di "prendere ed arraffare" quello su cui hanno discusso tanto, investigato a lungo e sul quale hanno per tutta la durata dell'avventura desderato possedere.

In fondo il fatto che questo obiettivo sia un gruzzolo d'oro, la fama, la capacità di affrontare nuove sfide o la felicità per un giocatore che si immedesimi nel suo PG e che quindi decida di interpretarlo per il raggiungimento di questo scopo non fa molta differenza. Ha raggiunto il proprio obiettivo, quale che esso sia.

E se ci pensate bene questa logica è proprio quella dell'EUMATE, in una visione molto evoluta e complessa che dopotutto è quello che, per quanto riguarda la mia esperienza, è necessario perchè il mondo che circonda i PG abbia un suo motivo di esistere. Altrimenti senza le motivazioni non si riesce, per quanto bravi nell'immedesimazione nell'interpretazione a costruire il magico mondo fantastico.

In definitiva, a mio parere, lo stile di gioco EUMATE rimane quello che diverte di più in fondo, però bisogna che sia un EUMATE un po' più adulto e maturo ;-)

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In definitiva, a mio parere, lo stile di gioco EUMATE rimane quello che diverte di più in fondo, però bisogna che sia un EUMATE un po' più adulto e maturo ;-)

E.I.U.M.A.T.E.I.? :lollollol

"Entra Interpreta Uccidi il Mostro Arraffa il Tesoro Esci e Interpreta":confused:

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E.I.U.M.A.T.E.I.

Suona anche meglio di E.U.M.A.T.E.!

Iniziando dicendo che ho cominciato a giocare di ruolo con D&D 3.0 (e quindi non so come fosse la crescita dei PG nelle versioni precedenti), indubbiamente la nuova versione dice molto poco a proposito del ruolare (non so se per evitare di porvi limitazioni, volontarie o meno, oppure per mancanza di interesse a tale riguardo).

Se a ciò si aggiunge l'ambiente da cui giungono i nuovi giocatori (ambiente caratterizzato da videogiochi in cui l'interpretazione massima è selezionare [compra] e premere X, film e telefilm in cui improbabili eroi affrontano sfide più o meno improponibili, restando sempre sorridenti e riuscendo a fare battute anche mentre le prendono di santa ragione) e che la lettura sta scomparendo (mia sorella ha cominciato con Harry Potter, e da lì non si è più mossa) diviene scontato che i nuovi arrivati giochino in maniera analoga alle "avventure" che conoscono: sorriso sulle labbra (o espressione di massima sofferenza, a seconda dei casi) e frasi ad effetto quali "Hasta la vista, baby" (ad esempio) dette mentre si sferra il colpo definitivo.

Il modo per allontanarsi dallo stile E.U.M.A.T.E. ed avvicinarsi a quello E.I.U.M.A.T.E.I. (preso in prestito da Neurone), o magari a qualcosa del tipo I.E.I.U.M.I.A.T.E.I. (suppongo sia chiaro) è avere in gruppo uno (o più) giocatori ruolisti (ma non eccessivamente ruolisti, altrimenti potrebbero scaturirne contrasti), ed un master che sappia gestire in maniera equilibrata combattimenti ed interpretazione, in modo che i giocatori inesperti abbiano comunque una "guida" su cui basarsi per trovare poi il loro stile ruolistico.

So che è un discorso generalista, così come so che non tutti i nuovi giocatori puntano ad essere una macchina da guerra, ma vogliano dare anche spessore al PG (o almeno lo spero), ma mi è sembrata la via più veloce per affrontare l'argomento.

Se quello che ho detto ha offeso qualcuno, chiedo preventivamente scusa.

Tutto quello che ho detto è IMHO.

EDIT: la prossima volta inserisco anche le note legali :-D:-D

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Sinceramente penso che giocare stile EUMATE sia il cuore di D&D.

Mi spiego prima di farmi sbranare ;-)

D&D è un gioco in linea di massima per personaggi che risultano fuori dal comune, sopra le righe. Sono persone che hanno qualcosa in più rispetto agli altri.

In fondo molte avventure che si considerano belle sotto ogni aspetto presentano in proporzione diversi fattori, che come in una ricetta devono esser mescolati bene e con sapienza per raggiungere l'obiettivo prefissato, cioè il divertimento.

In generale comunque la "trama" di una storia, che può risultare molto complessa, ben articolata, intricata e piena di immedesimazione e gioco di ruolo segue la classica trama della storia EUMATE, cioè i giocatori non si divertono fino in fondo se non hanno la possibilità di confrontarsi con il nemico di turno, se non hanno la possibilità di "prendere ed arraffare" quello su cui hanno discusso tanto, investigato a lungo e sul quale hanno per tutta la durata dell'avventura desderato possedere.

In fondo il fatto che questo obiettivo sia un gruzzolo d'oro, la fama, la capacità di affrontare nuove sfide o la felicità per un giocatore che si immedesimi nel suo PG e che quindi decida di interpretarlo per il raggiungimento di questo scopo non fa molta differenza. Ha raggiunto il proprio obiettivo, quale che esso sia.

E se ci pensate bene questa logica è proprio quella dell'EUMATE, in una visione molto evoluta e complessa che dopotutto è quello che, per quanto riguarda la mia esperienza, è necessario perchè il mondo che circonda i PG abbia un suo motivo di esistere. Altrimenti senza le motivazioni non si riesce, per quanto bravi nell'immedesimazione nell'interpretazione a costruire il magico mondo fantastico.

In definitiva, a mio parere, lo stile di gioco EUMATE rimane quello che diverte di più in fondo, però bisogna che sia un EUMATE un po' più adulto e maturo ;-)

Un po' drastico, direi.

Per fare un'esempio, nella campagna che dicevo siamo stati 2 mesi di tempo in game (quindi 1 mese di vita reale! 4 sessioni!!!) sulle sponde di un lago a Celestia, in compagnia di un grande dragone d'argento che ogni giorno ci portava su una sponda diversa del lago. La quest generale era un cammino di purificazione della legge che, prova dopo prova, doveva insegnarci i vari principi della legalità. La prova in questione consisteva nel capire che la legge era unica, una sola, comunque tu la guardassi e qualunque fosse il tuo punto di vista. Il drago, per farcelo capire, in silenzio ci scorrazzava da una parte all'altra del lago, e noi vedevamo sempre un lago. Quando alla fine abbiamo capito che il lago era sempre un lago, nonstante lo vedessimo dai piedi dei monti o dal limitare del bosco, siamo passati oltre. Da questo abbiamo tratto l'insegnamento che ho detto prima.

Ecco, questo non è eumate. Ma secondo la tua descrizione, è il solo modo di non fare eumate. Non è un po' restrittivo?

Eumate è un po' diverso. E' girare per dungeon senza uno scopo preciso, o meglio, dove l'unico scopo è quello di arraffare più tesori possibili, indistintamente da ciò che essi siano. E' il gusto di vedere premiati gli sforzi per aver ucciso un mostro sempre più grosso, sia che il premio sia monete d'oro sia che sia una cena offerta dal master ai giocatori dopo la sessione.

Quando invece l'obbietivo è qualcosa di più, è il risultato di intrecci della trama della campagna con i BG dei giocatori, quando è il cercare di migliorare interiormente un PG, allora quello non è eumate. Tu non hai ucciso un mostro e hai afferrato un tesoro. Tu, eroe della legge, ti sei dannato l'anima per cercare Alurn, l'ammazzadraghi, il candidato Campione del Caos, per cercare di desisterlo dal diventarlo, perchè nel momento stesso in cui lo sarebbe diventato, inevitabilmente sarebbe nato lo scontro alla fine dei tempi, dove gli eroi della legge affrontano il Campione del Caos, e al cui termine il mondo e gli esseri viventi possono solo smettere di vivere e congelarsi in un sonno eterno e immobile se vincesse la legge o essere immersi in un mare che da la vita e la troglie nello stesso istante se vincesse il caos.

Se poi riesci a fermare Alurn con le parole, le stesse parole che hanno convinto te e i tuoi compagni Eroi Della Legge a non affrontare la battaglia a cui gli dei vi hanno preparato, oppure fermarlo uccidendolo prima che possa diventare il campione, la cosa non cambia. Aver cercato Alurn e averlo ucciso non rende il gioco eumate rispetto a passare 3 sessioni a discutere con lui convincendolo a seguire la strada degli uomini liberi...

p.s: tutto IMHO e senza intenzione di sbranarti fear eh!!!

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Un po' drastico, direi.

Per fare un'esempio, nella campagna che dicevo siamo stati 2 mesi di tempo in game (quindi 1 mese di vita reale! 4 sessioni!!!) sulle sponde di un lago a Celestia, in compagnia di un grande dragone d'argento che ogni giorno ci portava su una sponda diversa del lago. La quest generale era un cammino di purificazione della legge che, prova dopo prova, doveva insegnarci i vari principi della legalità. La prova in questione consisteva nel capire che la legge era unica, una sola, comunque tu la guardassi e qualunque fosse il tuo punto di vista. Il drago, per farcelo capire, in silenzio ci scorrazzava da una parte all'altra del lago, e noi vedevamo sempre un lago. Quando alla fine abbiamo capito che il lago era sempre un lago, nonstante lo vedessimo dai piedi dei monti o dal limitare del bosco, siamo passati oltre. Da questo abbiamo tratto l'insegnamento che ho detto prima.

Ecco, questo non è eumate. Ma secondo la tua descrizione, è il solo modo di non fare eumate. Non è un po' restrittivo?

Eumate è un po' diverso. E' girare per dungeon senza uno scopo preciso, o meglio, dove l'unico scopo è quello di arraffare più tesori possibili, indistintamente da ciò che essi siano. E' il gusto di vedere premiati gli sforzi per aver ucciso un mostro sempre più grosso, sia che il premio sia monete d'oro sia che sia una cena offerta dal master ai giocatori dopo la sessione.

Quando invece l'obbietivo è qualcosa di più, è il risultato di intrecci della trama della campagna con i BG dei giocatori, quando è il cercare di migliorare interiormente un PG, allora quello non è eumate. Tu non hai ucciso un mostro e hai afferrato un tesoro. Tu, eroe della legge, ti sei dannato l'anima per cercare Alurn, l'ammazzadraghi, il candidato Campione del Caos, per cercare di desisterlo dal diventarlo, perchè nel momento stesso in cui lo sarebbe diventato, inevitabilmente sarebbe nato lo scontro alla fine dei tempi, dove gli eroi della legge affrontano il Campione del Caos, e al cui termine il mondo e gli esseri viventi possono solo smettere di vivere e congelarsi in un sonno eterno e immobile se vincesse la legge o essere immersi in un mare che da la vita e la troglie nello stesso istante se vincesse il caos.

Se poi riesci a fermare Alurn con le parole, le stesse parole che hanno convinto te e i tuoi compagni Eroi Della Legge a non affrontare la battaglia a cui gli dei vi hanno preparato, oppure fermarlo uccidendolo prima che possa diventare il campione, la cosa non cambia. Aver cercato Alurn e averlo ucciso non rende il gioco eumate rispetto a passare 3 sessioni a discutere con lui convincendolo a seguire la strada degli uomini liberi...

p.s: tutto IMHO e senza intenzione di sbranarti fear eh!!!

Macchè sbranarti, è quello che volevo ;-)

Vedi Elin riguardo a quello che tu dici sono pienamente d'accordo, tanto è vero che quando mastero cerco sempre di bilanciare le situazioni di azione/interpretazione in modo da dare a tutti, me compreso, la possibilità di divertirsi.

Tanto è vero che nel nostro gruppo oltre a giocare a D&D giochiamo anche ad altri giochi,ad esempio Cthulhu in cui facciamo intere campagne che sono soltanto interpretative.

Il mio discorso era per dare un'interpretazione della visione di gioco "EUMATE" in modo differente, cioè che secondo me lo schema EUMATE sta alla base di D&D, o della maggior parte degli schemi "tradizionali" di avventura di D&D.

Perchè giocare un'avventura o una parte di una campagna con la trama che mi hai raccontato ( che trovo molto suggestiva) può risultare molto bella, e se ben giocata un'avventura senza tiri di dado potrebbe essere la migliore avventura di D&D possibile quando però a mio avviso rappresenta un'avventura diciamo diversa dal solito.

Perchè, come ho già detto, ci vuole equilibrio nella costruzione delle avventure, che come in un film in cui si alternano momenti di pausa a momenti di ritmo incalzante, così un'avventura deve essere raccontata e giocata con i tempi giusti.

E il combattimento da un ritmo che difficilmente altre situazioni possono creare.

Per riassumere come dicevano gli altri :E.I.U.M.A.T.E.I. ;-)

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Carissimo, c'è più poco da dire, i concetti base sono già stati enumerati uno per uno, penso che le cause trainanti di questo tipo di gioco (in sintesi) siano da attribuire, all'inesperienza di gioco (spesso chi comincia), la voglia sfrenata di combattere da parte dei giocatori, che non vedono nel D&D altro che non siano combattimenti (Troncamacchia, è il classico esempio di quello che sto dicendo), oppure la voglia di emulare grandi eroi dei film (tipo Legolas, Aragorn, Jack Sparrow ecc....).

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Boh vabbè... Anche io mi rendevo conto che probabilmente da dire non ci fosse tanto. Ma magari un intervento di qualcuno possono scaturire nuove digressioni.

Che ne so, non sono nella mente di tutti! Posso solo sperare che ci sia sempre qualcuno che voglia dire la sua!

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Effettivamente un altro motivo lo avrei trovato, e forse è una realtà non troppo lontana dalla mentalità di molti giocatori.

Scaricare lo stress giornaliero o settimanale: Ci sono molti modi per farlo, c'è chi va a correre, chi boxa, chi va a sparare al poligono di tiro, chi si sfoga sui videogame e c'è chi si diverte immaginando di poter affrontare i suoi problemi (identificati nei nemici e negli avversari che incontra) uccidendoli con secchiate di dadi e di PF da riversare su di essi.

Quante volte ho sentito dire da barbari in ira con forza vicino al 30:

< Come vorrei poterci avere davanti il mio datore di lavoro/zia/sorella/vicino di casa ecc..... >

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Eheheh!!!

Apro un'altra questione in merito adesso:

Come si combatte l'eumate?

Vi spiego: vanno bene i discorsi (che faccio pure io eh!) del tipo "se si inizia presto è normale che si voglia un gioco EUMATE, con l'età si impara ad apprezzare anche stili diversi, e con un buon master che invogli verso il GDR è possibile mutare lo stile di gioco dei giocatori... (ecc...)".

Ma quando l'EUMATE è apprezzato da un giocatore che, seppur novizio, ormai non è più 15enne, e come idea di cosa è bello in un gdr ti dice che "il bello è provare personaggi nuovi, perchè affezionarsi al proprio PG? Quando muore amen, si cambia con uno nuovo e festa finita!". Un giocatore insomma che non è PP, ma dato che vive solo per provare nuove combinazioni di classe tira fuori PG al limite delle regole e poi non affezionandosi al PG gioca solo per vederlo diventare forte. Non in modo PP, ma comunque un giocatore che cerca solo nuovi mostri da ammazzare perchè con l'esperienza può vedere cosa viene fuori da questa combinazione che ha ideato...

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Dopo moltissimo sto cercando di creare un gruppo qui a Londra e dovrei fare il master.......

Io sono molto propenso all'interpretazione come giocatore e, spero, di poter adattare il mio modo di giocare alla masterizzazione.

L' E.U.M.A.T.E. è un punto su cui vorrei avere pareri e questo topic per ora ne ha dati......Ho infatti due giocatori alle prime armi ed uno che sa già giocare e ama l'interpretazione.

Per far capire il gioco ai novelli ho creato un avventura investigativa, ma alla fine ho messo un piccolo dungeon per variare e far capire gli aspetti di D&D.

Ora la mia idea dell'E.I.U.M.A.T.E.I. ;-)....Secondo me si arriva a integrare questo tipo di gioco nel classico E.U.M.A.T.E. solo con un po' di esperienza e, quest'ultimo, serve a far appassionare i nuovi giocatori in maniera più rapida.

Tutto questo è da considerare IMHO :-D

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