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Recensione: Things from the Flood


Ian Morgenvelt

Messaggio consigliato

Oggi parleremo del nuovissimo Things from the Flood, seguito dell'apprezzato Tales from the Loop della Modiphius.

Articolo di Winghorn del 7 Maggio 2019

I sequel possono essere difficili da gestire, soprattutto quando promettono dei toni più cupi e pesanti. E, nonostante la sua maggiore "pesantezza", Things from the Flood riesce ad evitare la "sindrome del secondo libro" con un sistema di gioco che unisce strani misteri fantascientifici con i drammi adolescenziali, lasciando spesso il lettore nel dubbio su quale tra i due aspetti sia il più pericoloso e inquietante.

thingsfromtheflood.jpg

Seguito dell'acclamato Tales from the Loop, questo è un nuovo gioco che cade a metà tra una nuova edizione del sistema e una espansione. Laddove l'originale era una avventura dalle tinte calde e ottimistiche con un gruppo di curiosi bambini degli anni '80 come protagonisti, Things from the Flood muove avanti l'ambientazione di un decennio e fa "invecchiare" il cast. Ora il gruppo di protagonisti è composto da scontrosi adolescenti con delle vite personali complesse e l'intero mondo ha perso la sua vena di ottimismo.

Come nella vita reale, i cambiamenti avvenuti in un arco di pochi anni possono essere terrificanti. Le due piccole cittadine che fungono da ambientazione - una in Svezia e una negli Stati Uniti - sono state devastate dalle alluvioni (Flood significa alluvione, diluvio; NdtT) del titolo, facendo scomparire i misteriosi laboratori che erano stati alla base di così tante avventure nelle acque salmastre. Tutta la tecnologia che spiegava gli strani gadget da era spaziale di Tales from the Loop sta cadendo preda di una sorta di infezione organica mostruosa, mentre una strana malattia sta colpendo gli adulti locali, rendendoli apatici e spenti.

Ovviamente quando gli adulti sono incapaci e ignoranti, la responsabilità di mettere insieme gli indizi e investigare sugli strani avvenimenti che perseguitano la cittadina ricade sulle spalle dei ragazzini. Questa è la maniera in cui la maggior parte dei gruppi spenderà grande parte del proprio tempo: cercando prove e provando quelli che altri ritengono storie.
Le regole per fuggire dai mostri, ingannare i poliziotti e portare a termine altri avventurosi trucchi sono abbastanza semplici e scorrono senza causare troppo peso, con i giocatori che ottengono un numero di d6 in base alle loro abilità e cercano di ottenere dei 6 per avere successo. Ulteriori successi permettono di ottenere degli effetti bonus, mentre i fallimenti in situazioni particolarmente critiche potrebbero lasciarvi con delle condizioni negative.

Fino a qui non ci sono grandi differenze con Tales from the Loop, ma ci sono un buon numero di cambiamenti meccanici per meglio rappresentare il tono più cupo del gioco. Probabilmente il più grande di questi cambiamenti è che, una volta accumulate abbastanza condizioni negative, il vostro personaggio potrebbe morire: cosa che veniva accuratamente evitata nell'originale. La meccanica della Fortuna (luck) è scomparsa e, mentre prima i bambini ottenevano dei dadi bonus se riuscivano ad usare il proprio Orgoglio (Pride) per una prova, gli adolescenti li ottengono quando riescono a combattere la loro Vergogna (Shame).

Inoltre, troverete riflessi questi cambiamenti anche nell'ambientazione e nelle avventure, con sesso, droga e violenza che appaiono spesso nel manuale. Sebbene sia difficile dire se Things from the Flood catturi realmente ciò che significa essere un adolescente, svolge certamente un ottimo lavoro nell'evocare le memorie passate sull'essere un ragazzino in un corpo da adulto.

Il manuale è scritto molto bene e in maniera tale da evocare sia l'età dei protagonisti che gli anni in cui è ambientato, ma spesso i toni più oscuri e pesanti possono emergere con troppa intensità, trasformando le sessioni in un "Episodio Speciale" di una sitcom degli anni '90 piuttosto che in una rilassante sessione notturna. Trovare il giusto equilibro ricadrà sulle spalle del gruppo e, ironicamente, sembrerebbe che giocare dei teenager pieni di ormoni e di emozioni contrastanti richieda una notevole maturità da parte di DM e giocatori.

Per concludere, Tales from the Loop era un gioco di misteri ed investigazioni estremamente solide e Things from the Flood è costruito sulle stesse basi. L'originale è probabilmente un po' più semplice da gestire, ma il seguito offre un po' di mordente extra che può fare faville con un gruppo interessato a provare i temi evocati.



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Io l'ho fatto giocare al mio gruppo: è meraviglioso, ha conquistato subito tutti per la semplicità e la dinamicità del regolamento, è stata una ventata d'aria fresca dopo mesi di D&D.
In sostanza tutto si basa sul lanciare un pool di dadi a sei facce per risolvere un'azione (solitamente il pool è pari alla somma dei punteggi di Caratteristica + Abilità): al 6 l'azione riesce, risultati inferiori portano ad un successo con complicazioni od al fallimento. Se si ottengono più 6 del necessario allora è possibile ottenere ulteriori vantaggi, se non si ottiene nessun 6 c'è la possibilità di ritirare i dadi ma subendo delle penalità. Tutto molto semplice. L'ambientazione è eccezionale e descritta incredibilmente bene, attinge a piene mani dai veri anni '80, dai film e serie TV cult dell'epoca e condendo il tutto con una bella dose di fantascienza stile "laboratorio segreto ed avvenimenti paranormali"...la particolarità è che in TFTL si vivono avventure dal punto di vista di bambini, con tutte le limitazioni che ne derivano (la scuola, i genitori rompiballe, gli adulti che tendenzialmente non crederanno ad una parola dei fenomeni che diremo di aver visto, la difficoltà di spostarsi su distanze medio-lunghe essendo limitati ad una bicicletta o ai mezzi pubblici ma dovendo sempre fare i conti con "torna prima che sia buio!"...); in TFTF invece l'ambientazione si sposta agli anni '90 dove "qualcosa di quegli esperimenti è andato storto" e si rivestiranno i panni di adolescenti che si troveranno alle prese con un mondo non totalmente post-apocalittico ma sicuramente peggiore di quel che ricordavano dalla loro infanzia. La cosa carina dei due giochi è che TFTF che può essere giocato come sequel di TFTL, portando lo stesso PG da un gioco all'altro (in TFTL parte delle regole verte sul tempo che passa, quindi i PG compiranno gli anni e ciò impatterà su alcune loro caratteristiche nella scheda) e percorrendo quindi una storia che, con il passare degli anni (e delle sessioni) vedrà il bambino diventare pian piano un teenager alle prese con un mondo più grande di lui.
Bella anche l'idea di utilizzare come "classi" alcuni stereotipi sociali: il nostro PG potrà quindi essere un nerd, un rocker, un fricchettone, il belloccio della scuola, il secchione, il super sportivo, il bulletto...ogni stereotipo ovviamente darà al nostro personaggio abilità chiave differenti e di conseguenza stili di gioco diversi.
 

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