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SSF - Emalaith Hedayat


Mezzanotte

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@Mezzanotte

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Istruisco ancora Phil sui comportamenti da tenere una volta arrivati a Suvali. Non voglio che sembri un pesce fuor d'acqua quando sarà il momento di salutarlo, perché avverrà e per lui sarà dura. Dentro me provo forse un pò di rimorso ma non posso fare altrimenti; non posso farlo venire con me. Sarebbe un peso e sarebbe troppo pericoloso. Inoltre, il suo attaccamento potrebbe essere letale forse ancora di più di tutto il resto. Rimugino su queste problematiche, mentre la nave procede verso la città dei mercanti. Camminando in lungo ed in largo sulla nave, armata e pronta a tutto, cerco di vedere che aria tira. Se mi hanno lasciata così ci sarà un motivo e vorrei saperlo, prima di doverlo scoprire mentre tento qualcosa di disperato per salvarmi.

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Sei l'unica donna a bordo e l'equipaggio ti rivolge inequivocabili sguardi famelici quando incroci nelle sue vicinanze, perciò sei particolarmente felice di essere armata.

La ciurma della Khianat fars farebbe la gioia del Ministero della Propaganda Latariana per quanto pare incarnare perfettamente tutti gli stereotipi negativi che circolano sul Patriarcato. Ma, forse per i tuoi picareschi viaggi o la sensibilità che hai maturato a contatto con altre culture, tu riesci a scorgere altro.
Le ciurme dei mercanti sono spesso composte da indentati. Gente che si è venduta per disperazione,  debitori o piccoli criminali costretti a servire sui vascelli della Gilda in una sorta di schiavitù che spesso si protrae fino alla morte. Come è facile prevedere gli altujjar hanno poca considerazione di loro. Il Padrone ha potere di vita o di morte quando sono in viaggio. Raramenente gli viene concesso di abbandonare la nave e molti passano la maggior parte della vita reclusi nel loro stesso vascello. Con queste premesse trovi poco sorprendente il loro livello di abbrutimento e la misoginia imperante. Come potrebbero infatti comportarsi da persone civili quando vengono trattati come servi, il corpo di una donna solo l'occasionale sfogo di una iniqua sorte su cui riversare tutta la loro rabbia impotente?
Sono considerazioni, queste, degne di tua madre Parisa. Ma il ricordo della tua nobile genitrice trascina con sé quello di tuo padre, e di Marjane, e dell'odiata Taraneh che ha distrutto la tua vita.

Di nuovo a Suvali!

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Dopo una decina di giorni di navigazione la Khianat attracca finalmente nello spazioporto di Surat, su Horace. Dirigendosi verso il molo assegnatogli, il vascello sfila accanto ad una enorme nave da battaglia in via di allestimento. Suvali ha messo a buon profitto l'antico cantiere navale pretech e vende unità militari a chi non ha abbastanza tecnologia o manodopera per costruirsele da sé. Sai che il tuo mondo, Zadracarta, è uno dei principali acquirenti di naviglio militare della Gilda: questo stretto legame di interessi rende Horace il sistema per te meno sicuro. Su Suvali i visitatori non possono introdurre armi, perciò devi restituirle all'armeria. Il Mercante insiste anche perché tu riconsegni le protezioni, visto che sono di sua proprietà.

In breve tu, Philippe e il tajir sbarcate. Invece di raggiungere l'habitat toroidale di Suvali il Mercante vi accompagna in una sala d'aspetto privata dicendo di aver avvertito la al Shanfara del vostro arrivo. Surat come ormai ben sai, si trova al centro dell'habitat a 'ciambella' di Suvali. Mentre Suvali è dotata di gravità artificiale grazie alla rotazione sul suo asse Surat, trovandosi al centro della rotazione come il mozzo di una ruota, ne è sprovvista. Questo è un enorme vantaggio per le operazioni navali e l'industria pesante che non a caso hanno concentrate qui tutte le loro attività.

Grazie al tuo addestramento tu sei perfettamente addestrata a questo ambiente, ma non Philippe che fin'ora è cresciuto su un pianeta con una gravità di tipo terrestre. Il viaggio sulla Khianat non è bastato a farlo abituare ed ora il poveretto, incapace di muoversi efficacemente, va a sbattere in continuazione o rischia di andare alla deriva nella microgravità senza alcun controllo. Devi prenderlo fra le braccia come fosse un bambino perché non voli via, e quando arrivate nella "sala d'aspetto", uno spoglio container dipinto di pianco e rosso, l'orecchio interno del pentoliniano va definitivamente in tilt procurandogli un intenso malore.

 

 

Modificato da Mezzanotte
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Che non era una passeggiata, credo di avertelo detto almeno un centinaio di volte durante il viaggio. Ti abituerai, lentamente.

Lo tengo a sedere accanto a me, non che ci sia molto altro da fare in questo container. Sono un pò nervosa, perché ritrovarmi in questo posto è da incoscienti. Ma forse è proprio quello che spero. Nessuno cerca qualcosa sotto i suoi occhi credendolo chissà dove. Rimango seduta, non vorrei che qualche atteggiamento portasse a domande scomode. Ma vorrei solo sgattaiolare via, considerarmi libera, una parola che mi sta sempre più stretta.

Il mercante desidera il profitto. Il mercante desidera il profitto. Il mercante desidera il profitto.

Penso a questo, mentre scandisco mentalmente le parole. E cavolo, una volta sì e l'altra pure fa crescere in me sempre più il dubbio di essere una pedina più che sacrificabile.

 

Modificato da Maiden
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Philippe sta malissimo, temi si metta a vomitare e non vedi sacchetti d'emergenza a portata di mano. La fuoriuscita incontrollata di liquidi è cosa seria a zero-g e sei preoccupata.

"SAS. Sindrome da Adattamento allo Spazio" il tajir volteggia su di voi a testa in giù, perfettamente a suo agio nella microgravità.

"Non temere, fra poco sarà l'ultima delle sue preoccupazioni"

Il tono è divertito, ma le parole del mercante sembrano contenere una neanche velata minaccia. Ti si accappona la pelle e il Mercante è come se te lo leggesse sulla faccia esangue.

"Non lo sai, femmina ignorante" ti dice con un mefistofelico ghigno, "che l'alramz richiede la buona ospitalità sia aperta con un'offerta di acqua?

Prima di conquistare le stelle vivevamo nel deserto, stupida cagna! Ti ho dato forse acqua quando sei salita sul mio vascello? No, hai bevuto il mio latte! Perciò posso fare di te e del ragazzino quello che voglio senza rompere la Legge!"

Il tajir crede che tutte le femmine siano fondamentalmente stupide, per questo ora gode nell'umiliare una boriosa donna-soldato di Zadracarta.

Non puoi negare di sentirti colpevole. Avresti potuto istruire Philippe, cercare di nascondere meglio la tua provenienza. Magari scoprire la trappola prima di giungere su Horace, fare qualcosa.

Ora non ti troveresti in questa situazione disperata.

Le porte della stanza si aprono scivolando di lato e tre donne entrano galleggiando nella microgravità.

Spoiler

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Una delle latariane è Sadira La Macchina, colei che ha pestato a sangue Marjane su Alabaster II e probabilmente uccisa in combattimento. Alla sua sinistra, strizzata nell'attillatissima divisa delle Atebba-tan, i corpi medici, una ragazza che non conosci con i capelli a caschetto e l'inquietante sguardo fisso tipico delle psichiche militari.

L'ultima del terzetto, occhiali tattici e i lunghi capelli castani, è Golshan. Ragazza dolce e sensibile. Avete fatto l'Accademia assieme prima di entrare nell'Akharin. Miglior tiratrice del suo corso. Capace di centrare l'occhio di un neonato da un chilometro di distanza con uno scassatissimo birun-atash secondo alcune.
Bugia. La Golshan che conosci non sparerebbe mai a dei bambini. Né taglierebbe i mignoli a tutti quelli che stende per conservarli in una vecchia scatola di latta.
Giusto?

"Bene, ho fatto il mio dovere e i soldi sono arrivati" gongola il Mercante controllando il dataslab della sua tuta da vuoto. Aveva detto che da te avrebbe spuntato un buon prezzo dopotutto.

"Vi lascio allora"

"Tu resti dove sei fottuto grumo di merda" lo fredda Mashin.

Odia tutti gli uomini, La Macchina. Ancora più quelli che vendono le sue compagne d'armi. Fossero anche sporche traditrici.

La semplice vista del tajir sembra insopportabile per Sadira che sposta i suoi occhi di ghiaccio su di te.

Ciao sorella, dice. Dove sei stata di bello?

Mashin incrocia le braccia sul petto e per un attimo sembra davvero la sorella maggiore che non hai mai avuto. Quella che si preoccupa per te se rincasi tardi la sera e ti da i consigli per finire a letto con le ragazze che ti piacciono.

Mentre te vorresti solo stringergli quel suo collo del c*zzo fino a spezzarglielo e fracassargli la testa contro la paratia della stanza fino a disintegrargliela.

Non sai dire quanto hai desiderato trovarti nuovamente faccia a faccia con La Macchina. Forse lo hai persino sognato.

Ma ora è tutto così strano. Surreale.

Non ci sono urla, o minacce. Niente degli indizi che ti aspetti quando sta per scorrere il sangue, esplodere la violenza. Sopratutto niente armi.

Nessuna di voi ne ha veramente bisogno.

 

Modificato da Mezzanotte
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Lontana dalle menzogne. Lontana da chi mi ha tradito. Lontana da voi.

Il respiro si fa pesante, anche se cerco di mantenere il mio aspetto da dura guerriera di Zadracarta. Mi appoggio al muro più distante che c'è dalla porta, ponendomela difronte. Porto le mani dietro la schiena e mi muovo alternando l'equilibrio del mio corpo fra tacco e punta.

Dimmi cosa ne è di Marjane, di mia madre, di mio padre. La verità.

Altrimenti vieni a prendermi.

Ho lo stomaco che brucia di dolore. La testa piena di ricordi, il cuore che batte cadenzato. L'adrenalina cresce, ed il desiderio di farla finita qui mi balena per la mente.

Stringo i denti in una morsa serrata, la mascella si mostra evidente.

Guardo Philippe. Mi dispiace.

 

@Mezzanotte

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Ci sono altoparlanti, citofoni, allarmi, telecamere, qualsiasi cosa che possa essere vagamente un controllo, in questa stanza? Immagino che uscire sia impossibile.

 

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La stanza è spoglia, ci sono solo cinghie e reti alle pareti, per fissare eventuali oggetti perché non fluttuino alla deriva nella microgravità. Le videocamere sono state spente. E c'è una sola uscita. Ma non puoi raggiungerla senza confrontarti con le latariane. Hanno preparato la trappola con cura.

Quante domande! gigioneggia Sadira alzando le mani, come ad arrendersi al tuo assalto verbale.

Una cosa alla volta, mia cara.  

"Basta, io me ne vado!" la interrompe bruscamente il Mercante, paonazzo per la rabbia. In tutta la sua vita nessuna femmina aveva mai osato insultarlo come ha appena fatto Mashin. Con un colpo di talloni si proietta verso la porta, ma prima di raggiungerla l'atebba-tan lo afferra per il polso.

La psichica lo lascia andare quasi subito e il tajir prosegue il suo moto inerziale, ma finisce con andare a sbattere malamente a sinistra della porta. Rimbalza sulla paratia e resta a galleggiare immobile, gli occhi vitrei iniettati di sangue.

"Emorragia intracranica" sentenzia l'atebba.

Ti chiedi se scriveva la stessa cosa sulle cartelle cliniche dei prigionieri che uccideva durante gli interrogatori.

Sadira non gira neanche la testa. Ha occhi solo per te.
"Grazie Zaleh, cominciava a starmi sui nervi"

"Ma se ormai monti solo fibre ottiche!" la motteggia Golshan volteggiando vicino a Philippe, che la nota appena. Mettere in dubbio l'umanità di Mashin è il suo passatempo preferito. Dopo collezionare pollici, forse.

"Credo il ragazzo abbia bisogno di assistenza medica" fa notare sporgendosi per scrutargli le iridi. Gli molla anche un piccolo schiaffo sulla guancia per vedere se si riprende, ma Philippe emette solo un flebile lamento.

"Diamine, ora che ci penso allora meglio non farlo avvicinare alla nostra Zaleh!"

"Guarda che ho studiato medicina per cinque anni, brutta str*nza!"

"Strano, credevo la laurea servisse per curare le persone, non per fargli esplodere il cervello!"

Golshan indica il cadavere del mercante che galleggia stecchito e sorride: è sempre stata una specie di giullare in grado di vedere il lato ridicolo della vita.

Non sai come riesca a non farsi sparare dalle sue stesse compagne, in missione.

"Dico davvero Ema" sta dicendo la tiratrice, "il ragazzo è carino, ma non possiamo lasciarlo andare. Mi dispiace. Non possiamo lasciar andare nessuno dei due. Però le consegne sono cambiate: l'ordine di esecuzione sommaria è stato ritirato. Ora dobbiamo portarti su Zadracarta, per il processo: è una buona notizia, no? Almeno ora potrai difenderti. E tua madre è viva. Perciò ti prego, non opporre resistenza. Una volta siamo state amiche"

 

Modificato da Mezzanotte
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Ridacchio scuotendo la testa, abbassandola.

Vi sareste strappate gli occhi pur di non vedere ciò che ho dovuto vedere io. O forse adesso saremmo agli estremi di questa stanza a parti inverse. Ma quello che non posso dimenticare non è la benda che preferite tenervi sugli occhi. È quello che avete fatto alle uniche persone che forse mi avrebbero creduto invece di cercarmi per uccidermi come una cagna. La vita per voi ha smesso di contare molto tempo fa. E non vi siete neanche chieste perché di punto in bianco IO, IO, EMALAITH DETTA LA VALCHIRIA DI ZADRACARTA, ABBIA DECISO DI TRADIRE LA MIA PATRIA!? PER COSA!? FUGGIRE PER MONDI BARBARI PER CERCARE DI FARMI STUPRARE, ERA QUESTO A QUANTO PARE IL MIO PIANO, GIUSTO!? HO CONDIVISO CON VOI IL MIO ULTIMO SORRISO SINCERO E CONDIVIDO SEMPRE CON VOI FORSE L'ULTIMA DELLE MIE EMOZIONI.

Torno calma in un'istante, alzando appena lo sguardo verso di loro.

Mi fate schifo. Siete il motivo per cui provo vergogna per molto di quello che abbiamo fatto insieme. Cose terribili, a volte prive di senno. Ma voi vestite ancora i panni delle future dominatrici dello spazio conosciuto.


Io ho smesso perché un gualiao, un giorno grigio, senza sole, all'ombra dell'ennesimo impero decaduto, mi ha mostrato più di quanto abbia mai fatto sinceramente Zadracarta in tutta la mia vita. Ed ho capito che se volevo continuare ad essere la migliore fra noi... Non potevo fingere di non avere visto!

Non che ci sia stata poi la scelta, sapete... Non ho neanche potuto comprendere a pieno quel momento ne l'attimo, ne i secondi o i minuti subito dopo. Ero troppo impegnata a fuggire con la mia verità in seno, mentre c'era chi moriva al posto mio, neppur sapendo bene il perché.

Guardo fisso Sadira.

Lei per amore si è sacrificata. Ma io vi lascio qualcosa, prima di  che le cose vadano come dovrebbero.

La verità è che noi ci siamo sbagliate credendo in un falso mondo. La nostra vita è stata basata su una menzogna. Quel giorno su Alabaster II c'era un qualcosa che per Taraneh era più importante di qualsiasi altra cosa. Ci ha basato la sua vita, la sua carriera... 

Non avrebbe mai permesso a nessuno di toccare un filatterio, il frammento di un nucleo matrice, parte di una "mente" artificiale.


A me invece mi è stato affidato tra le mani, con un gesto sincero quanto le parole sussurratemi prima che spirasse.

Purtroppo, Taraneh era lì. Ed ha visto tutto.

Ma in tutto questo quello che conta è che se ancora dentro voi può esserci qualcosa di più di una schiava, comincerà a mettervi il tarlo nella testa... Non importa tra quanto verrà fuori, perché ho passato notti intere a fissare le cuccette delle nostre sorelle sopra di me esattamente come fate voi, in gran segreto. Conosco cosa vi flagella. E so che quanto detto non verrà mai più dimenticato.


E adesso potete ammazzarmi dalle botte. Fratturarmi le ossa. Mi farete male, forse mi ucciderete.

Ma adesso dovrete convivere con questo ricordo per sempre. La morte è nulla a confronto se non hai mai vissuto del tuo istinto. Questo è veramente spaventoso, sorelle.

Alzo totalmente la testa e sul mio viso non c'è paura o tensione. È come se mi fossi liberata di un fardello, quasi ho un piccolo ghigno amaro in volto.

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La sherazade intercettò un vascello nei pressi del sistema di Alabaster che tentava di raggiungere lo spazio controllato dal guanliao. Prima della sua distruzione fu effettuato un lancio orbitale con un pesante. Il colonnello era convinto che a bordo ci fosse il commando che aveva operato nella infiltrazione del Santuario della Guida Suprema. È il motivo per cui li stavamo seguendo, nella pratica. Taraneh stessa era convinta di avere spie ribelli su Zadracarta. Non sarebbe stato possibile altra spiegazione. E indovinate cosa c'era di tanto importante nel tempio, per Taraneh e le sacerdotesse del tempio, da dover recuperare, tanto da disturbare la nostra squadra e portarla sulle terre morte di Alabaster.

Non vi siete mai impegnate troppo all'università, durante gli studi bellici. Dovreste sapere bene di cosa stiamo parlando.

Un cubo di pochi centimetri di lato, nero e lucente, perfettamente liscio.

Lo abbiamo visto a scuola, nelle oloproiezioni sui peccati capitali del patriarcato.

Tegnologia maledetta. Nel luogo più sacro che conosciamo. La casa di Dio. La sua santa ed intoccabile Zehdan.

E dove avrebbero mai potuto trovarlo, i nostri nemici, dopo averci fatto visita dove ha avuto inizio la nostra Liberazione?

Annuisco tra me e me. Capisco Taraneh. Il suo mondo, quello che ha sempre fatto, e che ha intenzione di continuare a perpetrare... Non poteva finire con il mio ritorno in patria con la coscienza risvegliata. È stato più facile chiamare il più fedele dei suoi servi e dirgli che avevo tradito.

Qualcuno glielo ha mai chiesto cosa avessi fatto, esattamente? Perché in un pianeta del genere, dopo essermi battuta con il pesante avversario, rischiando tutto, per me, e per voi, visto i nostri giuramenti... Beh, mi riesce difficile credere che vi siate semplicemente messe in riga ed abbiate cercato di uccidermi con tutte le vostre forze, senza avere il ben ché minimo dubbio sui motivi della mia accusa.


La grande Taraneh conosce la verità. E adesso anche voi.

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"Emalaith mente", ribatte freddamente Sadira.

"Lo sapete tutte che sua madre si è unita ad un mandarino, un nemico! La rinnegata è mezza guanliao e, non mi stupirebbe, probabilmente atea! Solo così si spiegano le blasfemie che va diffondendo"

"La sua genitrice è una ghani depravata senza fede che vuole cambiarci, farci tornare schiave degli uomini!" rincara

"Quella troia di sua madre ha sfruttato l'influenza che possedeva per permettere ai mandarini di violare il santuario. Hanno cercato di distruggerlo per piegarci, ed Emaliath era su Alabaster per aiutare il commando a fuggire, ecco cosa ha scoperto Taraneh!"

Golshan si gratta la testa, pensierosa

"Una lurida talpa, eh? è quello che sei Ema?"

No, non lo sei, ma come ha fatto notare Sadira chiunque su Zadracarta troverebbe conveniente crederlo.
Eri la vittima sacrificale perfetta. Fatichi a credere che Taraneh non abbia pianificato di usarti per ottenere tutto quello che ha sempre desiderato: il potere; una terribile vendetta su tuo padre. Tua madre e Taraneh sono state amanti durante la guerra, prima che le divergenze politiche le allontanassero per sempre. Tu per lei sei il frutto di un tradimento imperdonabile.

Zaleh galleggia verso di te

"Se dici il vero, Emalaith, dove sono le prove? Dove è il filatterio?"

 

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Parlo a ZalehE' quello che vuole sapere Taraneh, il motivo è presto detto: ecco perché dovete portarmi da lei. Zaleh, anche se ti avessi mostrato il cubo, probabilmente stenteresti a crederci e cambierebbe ben poco. Lo porteresti su Zadracarta.

Guardo Manshin. Ti stai scaldando, macchina? Ti ha insegnato bene, devi molto alla tua musa. Forse sai anche qualcosa in più e sei disposta a tutto pur di non farlo venire fuori. Hai paura che non ci sia più un posto per te, non è vero?

Mi volto su Golshan. Ho sconfitto il mio nemico su Alabaster da sola, se fossi stata in combutta con loro lo avrei lasciato fuggire via. Invece sono stata la migliore nel seguirlo e adesso tutto ciò in cui credevo ho dovuto riscriverlo con il sangue del mio sangue.

Far tornare tutto in modo che io sia una traditrice è decisamente comodo... Ma quando le parole non bastano, c'è un modo per conoscere la verità. Voi dovreste saperlo, sorelle.

O vi spaventa che qualcuno possa sondare nella mente altrui?

Sono una corda di violino. Ho paura che tentino di assaltarmi, quindi mi tengo pronta cercando di mascherare il tutto con la mia dialettica.

 

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"Emalaith non ha tutti i torti", dice la psichica. "Potrei sondarla e recuperare i suoi ricordi"

"Assolutamente no!" prorompe Sadira. "Gli ordini sono di riportarla su Zadracarta. Lì verrà esaminata da personale... adatto"

Golshan si allontana lievemente da Philippe, si mette fra te e la Macchina.

"Non credevo lo avrei mai detto, ma reputo Zaleh pienamente titolata a stuprare la mente di qualcuno. Non era quello che facevi durante la guerra Zal? Leggevi l'anima delle persone e poi le riducevi a dei vegetali"

La psichica china il capo, come si vergognasse.

"Erano nemici" dice a denti stretti "il nostro mondo era in pericolo"

"Certo, certo. Sappiamo tutte come la guerra tiri fuori il meglio di noi, vero Mashin?"

Sadira ha una mano dietro alla schiena ora. Ritieni abbia una lama nascosta.

"Avete i vostri ordini" ringhia "Eseguiteli!"

"Ma che mi combini, Mashin? Cos'è tutta questa reticenza?" la canzona la tiratrice scuotendo la testa e schioccando ripetutamente la lingua contro il palato, "Così ci fai venire idee strane in testa, lo sai?"

è un mistero per te, ma Golshan è una delle poche che non ha mai mostrato paura nei confronti della Macchina. Come molte ragazze-soldato nate dopo il conflitto non si riconosce nella cieca abnegazione delle genitrici. è stata su altri mondi. Non solo per combatterci. Alcuni non sono l'inferno che la propaganda ama raccontare. Golshan ha intravisto nuove strade, come ha fatto tua madre Parisa anni prima.

Spoiler

Zaleh invece è indecisa. Vediamo se le tue parole sono più forti del timore che prova per la Macchina.
Ema ha Carisma +1, ma non ha qualità altrimenti comunicative (e non mi è piaciuto molto tu abbia fatto un copia/incolla dai miei post di Alabaster invece di realizzare una narrazione più personale), perciò Zaleh rimane ferma e non prende apertamente le tue parti.


"Come osi rifiutare l'ordine diretto di una tua superiore, Golshan? Sei anche tu una traditrice senza fede? In tal caso sarò tua giudice e carnefice"

Sadira estrae lentamente una monolama ricurva dai riflessi violetti da dietro la schiena. Si tratta di una eslah-e-sar d'ordinanza delle forze speciali di Zadracarta; arma efficiente capace di fare orribile scempio di un corpo umano se chi la maneggia è addestrato. E abbastanza malato.

"la sentenza è morte!" sibila Mashin, un ghigno selvaggio sulle labbra.

Anche Golshan estrae la sua eslah-e-sar. Stringe la lama nel pugno ed incrocia le braccia davanti a sé nella posizione difensiva, in attesa dell'inevitabile attacco. Quante volte la Macchina l'ha fatta frustare e bastonare solo perché si ostinava ad ascoltare musica proibita? Non è stata abbastanza fedele e brava per loro? Non ha ucciso abbastanza, a comando, senza mai protestare? Stavolta vuole proprio levarsi qualche sassolino dalle scarpe.

"Leccamela!" la sfotte di rimando la cecchina.

Ed è così che le due iniziano a scannarsi.

Modificato da Mezzanotte
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 Le righe che ho riutilizzato volevano essere solo una sorta di citazione fatta con buona intenzione. Ho scritto tutto il resto, non sarebbe stato un problema riscriverlo con parole totalmente mie. Va benissimo così, se non è stato apprezzato posso capirlo, figurati. 😉

Scatto in avanti con il cuore in gola!

ZALEH! FERMA MASHIN! TI MOSTRERÒ CHE NON VI HO MENTITO! UN VERO LEADER DI ZADRACARTA NON UCCIDEREBBE A SANGUE FREDDO UNA SORELLA FIDATA PER UNA OPPOSIZIONE LECITA!

Correndo cerco di aggirare Mashin. L'intenzione sarebbe quella di caricarla dalle spalle mentre sta per entrare in colluttazione con Golshan per buttarla a terra.

SE NON AVESSE NIENTE DA NASCONDERE AVRESTI LETTO LA MIA MENTE! AIUTA GOLSHAN! AIUTA UNA TUA VERA SORELLA, O MASHIN TENTERÀ DI UCCIDERE ANCHE TE! SAI TROPPO ORMAI PER LEI! STAI VENENDO A CONOSCENZA DELLA VERITÀ!

Se Mashin si lascia aggirare, tento di avvicinarmi a lei con furtività mentre è attenta a Golshan, in modo da saltarle addosso quando meno se lo aspetta.

Se Mashin invece arretra al mio avvicinamento, significa che si trova in difficoltà e quindi immagino si butti spalle al muro per non farsi superare, mettendosi sulla difensiva.

L'unica cosa che non voglio è che esca in qualche modo, quindi sto attenta a dove cerca di andare se abbandona l'idea di combattere Golshan.

Modificato da Maiden
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Non riceverai nessun aiuto dalla psichica: ha troppa paura di Mashin e non ti conosce bene come Golshan. Zaleh rimane impietrita, incapace di schierarsi.

Sadira pianta i piedi contro la partia dietro di lei e, caricandosi come una molla, si getta su Golshan investendola in pieno. Le due ragazze intrecciano i corpi in una palla rotante che l'inerzia manda alla deriva nella capsula mentre loro prendono ad accoltellarsi a vicenda. Le eslah-e-sar penetrano le placche termoplastiche delle divise da battaglia delle due akharin come fossero burro e in pochi istanti le combattenti si ritrovano avvolte da una miriade di piccole sfere rosse, il loro sangue in sospensione nella microgravità della stazione.

Tutti sembrano essersi dimenticati di te e potresti sfruttare l'occasione per scappare. Se invece decidi di intervenire nello scontro sappi che è molto caotico.

Spoiler

I fallimenti critici di tutte e tre si trasformeranno in colpi a segno contro il bersaglio sbagliato 😁

 

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Fuggire è la soluzione. Potrei sgattaiolare via e sparire. Continuare ad essere un fantasma.

Ma è rimanere e non lasciare che Mashin uccida ancora che mi renderà in parte la pace perduta su Alabaster.

Per Marjane, ed i miei genitori. È da momenti come questo che si misurano le persone.

F0ttiti Mashin. F0ttiti.

Tento con tutto ciò che posso di intralciare Mashin. Con rabbia infierisco sulla sua testa, colpendola con calci fra le costole per sfiancarla, non mostro pietà.

Un vero pestaggio per quanto mi è possibile.

Se trovo una spranga, o una sedia, una gamba di un tavolo... Mi servo di qualsiasi strumento o arma bianca improvvisata pur di spegnerla. Per sempre.

Tutti i miei giorni neri hanno il suo volto.

@Mezzanotte

Spoiler

È l'occasione. Riuscire o morire nel tentativo di farlo. Emalaith vede solo il ripetersi di una storia già vista con Mashin. Non può proprio fare diversamente, è stato il suo chiodo fisso.

 

Modificato da Maiden
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Ti guardi intorno. Non hai niente da usare, a parte il tuo addestramento militare, perché l'ambiente in cui ti trovi è vuoto come la zucca di una pasdar. Allora ti getti a tua volta nella mischia con pugni e calci, cercando Sadira.

Spoiler

La faccio breve: poco ci manca che Golshan faccia più danni a te che a Sadira. Emaliath scende a 18 pf

Presto non vedi più niente: accecata dal sangue che ti finisce negli occhi e dal dolore, lotti d'istinto. Finalmente trovi il collo di Mashin e cominci a stringerlo urlandogli in faccia tutto il tuo dolore, la tua disperazione. All'inizio Sadira prova a liberarsi dalla tua presa, ma presto i suoi tentativi di rovesciare le sorti dello scontro si fanno più deboli e scordinati. Golshan gli pianta più volte la eslah-e-sar nelle reni e nel fegato, finché l'odiatissima Mashin rovescia gli occhi nelle orbite e smette di lottare completamente quando gli spezzi il collo.

Solo allora allenti la presa, quasi incredula.

C'è sangue che galleggia d'appertutto: il tuo, quello delle tue sorelle. Ti entra negli occhi, nel naso, nella bocca. Il corpo di Sadira ha lacerazoni che tradiscono una brutalità inaudita. Sembra che Golshan, ad un certo punto, abbia persino tentato di strapparle una tetta a morsi. Sei sconvolta. Siete peggio delle bestie.

Tutta la violenza di Mashin poi si è scatenata su Golshan, altrimenti saresti probabilmente morta. Unendo le forze siete riuscite ad avere la meglio sulla terribile avversaria, ma a che prezzo! A Golshan manca un avambraccio, tranciato di netto da un colpo di eslah all'altezza del gomito, e tre dita della mano. Prima di rendere l'anima alla Guida, Sadira ha aperto la tua amica dal pube fino allo sterno ed ora le interiora della tiratrice le fuggono dal corpo per galleggiare nella microgravità della capsula.

Zaleh osserva la scena cupa: persino lei non può aggiustare un corpo così menomato. Che fine orribile da fare a diciassette anni!

"Non l'ho fatto per te, Ema" rantola la tiratrice chiudendo gli occhi, "non l'ho fatto per te"

 

 

 

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Senzanome.png.ea6a0580ae8dc5621b59a2590191d0d0.pngEsausta mi getto sul pavimento, schiena a terra. Rantolando sputo dolore misto a sangue.

Mi raggomitolo ponendomi di parte, arresa dallo sfinimento. Vorrei chiudere gli occhi.

Lasciarmi andare.

Sembra passata un'eternità ma forse sono solo secondi.

Se decidessi di arrendermi, tutto questo sarebbe stato vano. Avrei potuto farlo prima e nessun altro sarebbe morto.

Morto per me.

Cerco la forza per rimettermi in piedi, poggiandomi sulle gambe, con il volto fra le braccia, i capelli a coprirmi il volto.

Sono nuda. Vuota.

 

Prendo la eslah-e-sar di Sadira e poi lentamente faccio per rialzarmi. Non è proprio una delle mie giornate migliori. Tengo il capo chino, osservando Golshan, o quel che ne rimane.

Lancio un'occhiata gelida verso Zaleh.

Standotene con le mani in mano, hai deciso di far parte di questa cosa, più grande di me e di te. E che tu lo voglia o meno, Taraneh comincerà a cercarti. Adesso hai due possibilità: combattere per la tua vita oppure condannarci entrambe ad una pubblica esecuzione per alto tradimento. Puoi seguirmi e cercare di fuggire a tutto questo. O puoi rimanere nel tentativo di convincere il tuo giudice marziale in nome di chissà quale presunto dio.

Se la vedo immobile, mi chino sul corpo di Golshan per assicurarmi che sia morta.

Passo poi al corpo di Sadira per sincerarmi della stessa condizione e cercare eventuali armi, soldi o tecnologie che potrebbero farmi comodo.

Faccio per avvicinarmi a lei, per conoscere la sua risposta. La sto osservando in volto, pronta a scattare, o nel tentativo di farlo, nel caso dovesse rivoltarsi contro di me.

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A parte le lame polimorfiche, le credenziali e i chip di credito, sui corpi delle cadute non trovi altro. Erano in missione, e già la presenza delle eslah potrebbe causare un incidente diplomatico con i Mercanti.

Sadira non è ancora completamente morta, ma lo sarà presto visto come l'avete conciata.
Zaleh ti osserva in silenzio. Forse potrebbe salvare Mashin, ma poi dovrebbe spiegare perché è rimasta a guardare. Per lei, su Zadracarta, ci sarebbe la corte marziale e il plotone di esecuzione. Passa in rassegna le opzioni disponibili e molto spassionatamente decide che è meglio che la Macchina muoia qui, nel porto di Surat.
Ora ha altre decisioni da prendere.

Quando ti chini su Sadira lei agguanta Philippe, ormai comatoso. Lo stringe prigioniero a sé, sprofondando la faccia nell'incavo del suo collo, inspirandone a pieni polmoni l'odore prima di tornare a fissarti, gli occhi socchiusi in una sorta di torbido abbandono sensuale.

portlat2.thumb.jpg.9dd1e8f972bea3e8c71ff56e1badf082.jpg"Io non scappo proprio da nessuna parte.

Potrei ridurti in fin di vita stringendoti la mano e portarti a casa, Ema. Prendermi tutti gli onori, lo sai" dice seguendo ogni tuo movimento. "Taraneh mi darebbe un posto nell'Andarz. Non potrebbe negarmi nulla.

Potrei scegliere un marito, persino. Come ha fatto tua madre.

Niente provette per me, Ema. Niente Stalla e violenze per lui.

Per una volta farei una buona azione, ci crederesti? Sono stanca di strappare cose alle persone"

Ti mette a disagio come l'atebba si avvinghia al tuo Philippe inerme. Come preme il corpo ricoperto solo da un sottile strato di grafene contro il suo.

Capisci che è una 'diversa'. Una pervertita. Una eterosessuale insomma.

C'è chi non le avrebbe mai volute nell'esercito.

Zaleh ora stringe il collo del ragazzo. Non con forza, per fargli male, più che altro per saggiare le tue reazioni.

"Ecco quello che può succedere" dice alla fine.

"Tu fuggi e continui ad essere per tutti una traditrice. Io invece mi tengo il ragazzo. Non ci torno a mani vuote su Zadracarta"

"Oppure tu provi a liberarlo ma, mi dispiace tantissimo, lui muore"

"Terzo ed ultimo scenario: lasci cadere la lama e ti fai guardare dentro. Era quello che hai proposto all'inizio, no? Quello che Sadira non voleva facessi"

Per te sarebbe più sicuro scappare. Se la psichica ti tocca con le sue capacità può fonderti il cervello o mandarti in coma.

Ma se invece è sincera, potresti mostrare a qualcuno la verità. Che vieni braccata ingiustamente. Che Taraneh ti ha incastrata per compiere un colpo di stato.

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Se non è deceduta, passo a filo di lama il collo di Sadira, per porre fine alle sue sofferenze. Voglio assicurarmi che sia morta. Morta. MORTA.

Una volta fatto ciò mi metto poi in piedi, avvicinandomi fino ad un paio di metri di distanza da Zaleh.

Ed una volta che lo avrai visto con i tuoi occhi che non sto mentendo, cosa farai? Perché lo sai che non ho mentito, Zaleh. Il tuo capitano sarebbe ancora vivo, si è fatto ammazzare pur di non fartelo fare.

Guarderanno dentro di te.

E non ci sarà posto per te a Zadracarta se non nella Silûath.

@Mezzanotte

Spoiler

Lore:

Silûath: fossa comune per coloro che hanno tradito la patria di Zadracarta, dove i nemici dello stato non meritano un luogo dove essere ricordati.

 

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