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Gilda aperta  ·  7 membri

Per Millennii

Into the Darkness


Uriele

Messaggio consigliato

Valente

"Le mie conoscenze sono più tra gli umani, anche se chiaramente ho agganci anche tra di noi, ma..." vengo interrotto dall'arrivo della carrozza. Sollevo un sopracciglio e osservo meglio il vetturino. Poi guardo la compagna rimastami, con espressione dubbiosa "Io penso di andare. Tu puoi starmi dietro o ti farai ammazzare?" chiedo in un bisbiglio.

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Anna Polidoro

Indosso ancora l'abitino argentato che mi fa sembrare una bella bambolina antica, perché non sfruttarlo ancora un po'? E così annuisco al nostro anacronistico cocchiere "Vengo anch'io... Babbo." Rispondo a Valente canzonandolo un pochino "Ultimamente siamo molto richiesti, mi domando come mai."

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Osvaldo scende dalla carrozza con un piccolo balzello che lascia svolazzare la piccola mantella nera che gli copre le spalle. Come un perfetto gentiluomo dalla tinte inquietanti, apre la porticina che lascia cadere un piccolo gradino di metallo che agevola la salita nel cocchio, e con un ampio cenno della mano vi invita a salire.

La carrozza lasciata scoperta dalla cappotta abbassata è abbastanza ampia da tenere comodamente sei persone, tre per ogni lato corto.

Come per deformazione professionale, Osvaldo si sofferma a raccontare coloriti annedoti riguardo diversi siti lungo il percorso.

Passate sotto l'arco che unisce due edifici, dalla cui campata pende un grande lampadario in ferro battuto, e arrivate infine davanti un edificio a due piani nel cuore del quartiere Coppedé, dominio di Lord Savoy. A differenza delle altre costruzioni, tutte finemente decorate, del quartiere, questo particolare edificio è circondato da una recinzione di ferro alta 5 metri. Il cancello, aperto e piantonato da due grossi omoni pelati vestiti in giacca e cravatta, da su di un cortile interno con un piccolo chiostro sul lato sinistro. 

"Prego miei signori. Entrate pure liberamente" dice Osvaldo con un sorriso toccandosi il cappello.

 

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Anna Polidoro

Il viaggio è gradevole, Osvaldo sa come intrattenere i suoi passeggeri e la carrozza è comoda. Giunti alla residenza di Lord Savoy, Osvaldo ci invita gentilmente a fare il nostro ingresso nella dimora di uno dei vampiri più potenti ed influenti della capitale. Sono nervosa ma faccio del mio meglio per celare le mie vere emozioni, annuisco al buon Osvaldo e varco la soglia di Casa Savoy...

Modificato da Ipergigio
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Varcate il cancello di ferro battuto e procedete attraverso il piccolo cortile percorrendo il vialetto di ghiaia. L'unico rumore che rompe un silenzio altrimenti angosciante è quello dei vostri passi sul brecciolato.

Le vostre orrcchie vengono pervase dal suono dolce di una musica rilassante non appena le porte dell'edificio vi vengono spalancate.

I due uomini oltre la porta vi invitano a procedere con un tacito sorriso e un cenno del capo e della mano.

In fondo al corridoio coperto da un tappeto rosso, sotto lo sguardo di diversi busti in marmo posti lungo le pareti ricche di affreschi dalle tinte fortemente religiose (ma di una religione ancora cruda e vecchio stampo, non contaminata dai melensi perbenismi e cuoricini di quella invigliacchita odierna), vi attende un gigantesco omone dalla pelle nera come l'ebano, vestito in maniera impeccabile.

Vi accoglie come se non stesse aspettando altri che voi nonostante non lo abbiate mai visto prima d'ora. 

Accedete ad una sala arredata in maniera estremamente pomposa. I vostri sensi vengono assaliti da odori e suoni inebrianti sebbene miscelati tra loro in modo che vi risulta impossibile discernerli.

Risate e sussurri sommessi provenienti da un discreto numero di invitati che, sparsi per l'intera sala, si intrattengono in ciarle o attorno al pianista dal quale proviene l'incantevole musica.

Gli occhi di molti si rivolgono a voi come calmitati dalla vostra natura Dannata, con predatoria efficienza, ed in loro riconoscete la presenza della Bestia. Quasi compatite i poveri ed ignari mortali sparsi tra loro come pecore in mezzo ai lupi.

Ma il gigante d'ebano non si ferma e procede oltre due strette porte che conducono ad un cortile interno coperto al suo centro da un' ampia tettoia in ferro lavorato. Sotto al peristilio sta un tavolo di ferro con attorno la presenza maestosa di Savoy accompagnato dalla sua alleata Natasha Preston. Sembrano parlare amabilmente e si interrompono quando vi vedono: lui con un sorriso cordiale, lei seria ed impassibile.

Poco oltre, nel buio del giardino, vedete le ombre di 4 figure poste a protezione dei loro signori e padroni.

Con un cenno Savoy vi invita ad avvicinarvi ed ordina al gigante calici del loro "vino speciale"

 

Modificato da Uriele
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Anna Polidoro

Sta per cominciare un nuovo duello di potere, ne sono sicura e per questo la mia ansia aumenta. Ma mi faccio forza e tento di reprimere quelle emozioni mentre mi avvicino lenta e cauta come un animale diffidente e senza troppa enfasi accetto l'offerta del padrone di casa "Lunga notte a voi, Lord Savoy." Esordisco accompagnando il saluto con un accenno di inchino.

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L' Anziano Daeva si dimostra essere un perfetto Anfitrione, intrattenendovi con frivole conversazioni fino a che non torna il servitore con un vassoio di argento lucidissimo su cui spiccano 4 calici di cristallo con il bordo d'oro, colmi di un denso liquido rosso, effettivamente molto simile al vino, se non fosse per quell'inconfondibile ed inebriante odore di sangue umano. Con un cenno della mano Savoy fa in modo che possiate scegliere voi per primi il calice da cui servirvi, e attende in silenzio....

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Anna Polidoro

Mi servo dopo Valente. La fragranza di quel cosiddetto "vino" è inebriante, ne assaggio l'odore come farebbe un vero sommelier "È di prima scelta!" Esclamo compiaciuta come se stessi davvero parlando di un vino pregiato. Tuttavia, per rispetto dell'etichetta attendo che tutti si siano serviti prima di bere.

Modificato da Ipergigio
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Tutti avete la coppa in mano. Il Daeva vi osserva con un sorrisino a mezza bocca mentre la porta alla bocca per dare il buon esempio e ne sorseggia il contenuto, d'apprimadiscretamente, poi con sempre maggiore voracitá, incapace di mascherare a lungo la Bestia che è in lui. Esala un lungo sospiro quando termina il rosso icore del suo calice con gli occhi in alto che mostrano solo la sclera. 

Il suo tono, dopo che tutti avete bevuto, cambia repentinamente, assumendo tinte quasi conspiratrici:

"Sapete ... un uccellino mi ha sussurrato all'orecchio che avete avuto una nottata movimentata oggi" Vi fissa come per studiare la vostra reazione. Poi con lo stesso tono grave: "Sarei felice di offrirvi il mio aiuto ed i miei consigli nel caso ne aveste bisogno..." 

Attende la vostra reazione, scrutandovi attentamente.

 

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Anna Polidoro

"Dipende..." rispondo io "...ma perché uno nella sua posozione dovrebbe interessarsi a questa losca faccenda?" Nel mentre cerco di ostentare calma giocherellando col calice e ciò che resta del suo contenuto.

Modificato da Ipergigio
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Lord Savoy sorride amichevolmente: "...perché la conoscienza è il vero potere, e perchè in noi..." dice guardando direttamente Anna "...scorre lo stesso Sangue. E se posso acquisire maggior potere, aiutando un membro del mio Lignaggio, tanto meglio no?" 

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Il 3/1/2019 alle 11:18, Pippomaster92 ha scritto:

Valente

"La conoscenza è potere, certo. Proprio per questo mi chiedo perché dovremmo elargirla così ampiamente. Non fraintendetemi: apprezzo molto la vostra ospitalità, ma come ho già detto...troppe fregature per una sola notte" sorrido freddo, e rilancio lo sguardo verso Natasha. 

"Perchè io potrei essere il vostro solo alleato nelle notti a venire. E per me l'unità di Clan è fondamentale assieme all'unità della Congrega che io rappresento." Dice mantenendo un tono cordiale e bonario. "Con questo non ho nulla contro la nobile stirpe dei Ventrue cui tu appartieni, ed infatti il mio supporto si estende anche a te. Ma di certo non siete miei prigionieri quindi potete decidere, liberamente, di fidarvi di me oppure no. Nessuno vi trattiene quí contro la vostra volontá". 

Natasha sostiene lo sguardo di Valente, imperscrutabile. 

Modificato da Uriele
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Anna Polidoro

Mi faccio pensierosa e probabilmente ciò non sfugge a Savoy e sebbene l'idea non mi esalti, il potente Daeva ha ragione: siamo soli e senza uno straccio di idea su come muoverci. La situazione è così intricata e pericolosa da farmi rimpiangere la tediosa routine del convento.

"Questo potrebbe non essere un normale delitto, è possibile che vi siano coinvolti anche dei pezzi grossi. Anche se non abbiamo idea di chi si tratti." Gli rispondo alla fine "La conoscenza vale un simile rischio?"

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Anna Polidoro

Dunque Savoy non saperva della morte dell'uomo del Cimitiere? Eppure da come aveva parlato sembrava che la notizia fosse già trapelata...

Per mezzo le parole dell'anziano Daeva mi coglgono di sorpresa, poi però comprendo che in realtà Savoy sapesse molto meno di quanto avesse lasciato ad intendere e con quel trucchetto banale, era riuscito a estorcermi l'informazione. Sono proprio negata per i giochi di potere e quando realizzo l'accaduto, m'imbroncio come farebbe una vera bimba di 12 anni.

Modificato da Ipergigio
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