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Capitolo III: Scuotiterra


Bellerofonte

Messaggio consigliato

15 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:00 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Capodanno.

Le feste della vigilia ti hanno lasciato oltremodo intontita; non tanto per l'alcol, al quale tu, donzella nobiliare d'altri tempi, fai sempre molta attenzione; ma le urla, e i boati delle esplosioni magiche nel cielo che annunciano l'arrivo del 1491 anno del calendario capoventurese ti hanno parecchio stordito. Le orecchie fischiano quando ti alzi dal letto, memore dell'incontro che ti aspetta oggi. 

Miranda è da ormai un mesetto che si presenta puntualmente in camera tua con colazione e fiori, indossando non più quei vestiti fin troppo comodi da chi pulisce i pavimenti; con lei la sempreverde Ventura, che appena ti vede mima un balletto campestre urlandoti praticamente in faccia: "SVEGLIA, SANDRIIINE! Com'è che dicevi ieri sera? LA NOTTE E' GIOVANEEEE!" il problema è che lei è fin troppo giovane. Diciassette anni compiuti da poco, e tanta energia molesta da adolescente in sviluppo da far crollare l'intero torrione. Anche lei è diventata Pioniere, giusto qualche mese dopo la proclamazione di Besnik.

Le tue due migliori amiche trascorrono il tempo che possono con te, spettegolando dei nobili (te), incuriosendosi dei fatti mondani (Ventura), e lamentandosi delle ingiustizie del popolino (Miranda, che però quando c'è da attaccarsi alla bottiglia diventa peggio del capofamiglia dei Kennon). Di entrambe hai conosciuto il passato: Miranda viene dalla cittadina (a te sconosciuta) di Southport, nell'estremo Ovest. E' figlia di un adepto del Tempio della Prima Fiamma, un luogo sacro a Gond dove le elfe non sono ammesse, e per questo motivo ha iniziato una lunga traversata verso Est lavorando come sguattera in diversi palazzi e taverne prima di arrivare a Capo Ventura. Nonostante i tuoi sforzi, la sua simpatia per Randal non è ancora stata espressa a dovere. L'esatto contrario è Ventura: estroversa, ma estremamente ingenua sui fatti mondani. Figlia di un pescatore morto due anni fa in una burrasca, ha passato tutta la sua vita a Capo Ventura e non vede l'ora di salpare insieme a voi per luoghi ignoti. Ricorda vagamente che da molto piccola giocava con una ragazza dai capelli rossi che aveva più o meno la sua stessa età, ma inevitabilmente parlando di Josephine, il tuo pensiero va a Barbara.

Che fine avrà fatto? Kilash al solito è molto vago a riguardo, non tanto per sua scelta, ma per i modi di fare sempre poco accademici di Kiltus. Nessun rapporto ricevuto direttamente da lui, solo eventi sparsi nel Sud, che facevano pensare che un party avesse iniziato a farsi coinvolgere nelle vicende degli autoctoni. Ti lascia leggere gli insoliti titoli delle missive di rapporto che gli arrivano dai Pionieri di stanza: "Ogre apparso in centro città a Dunwall: fermato da quattro eroici avventurieri" "Furto all'accademia di magia di Arvàns, derubata la tesoreria. I testimoni: erano in quattro" "La città di Nosso salda il debito con l'accademia di Arvàns, dichiarandosi città libera" "Attività pirata in diminuzione nelle acque del sud". Se la stanno spassando, insomma.

Nel frattempo, arrivano ogni tanto anche i rapporti di Len e Sigbjorn sulle ricerche dell'ex-governatore. I due pionieri hanno condotto i mercenari rimanenti nella ricerca, avvalendosi del titolo di "giudici di gara" per vedere chi tra tutti poteva effettivamente essere d'aiuto alla Eurus. La stramba compagnia sembrava aver trovato una pista su cui indagare.

Naesala è tornata recentemente da un viaggio nell'Ovest da dove ti ha portato un delizioso tè alla rosa severina e dei biscotti al pistacchio nullo preparati seguendo una ricetta rigorosamente densa di magia arcana. Buonissimi, come solo la magia può farli.

Cos'altro? Le lezioni con Fortunale ti stanno insegnando parecchio, non solo su come muovere una vela ma anche sul comportamento a bordo. Come funzionano i turni di guardia, le mansioni, le penitenze; tutto ciò che ti era sfuggito sulla vita sotto coperta ora non è più un mistero. In più ti sei data da fare in città, e ciò ti ha fruttato qualche soldino che hai messo da parte (per ora!)

...ma torniamo agli eventi di oggi. Mentre Miranda e Ventura si divertono a sbirciare i vestiti nel tuo armadio, i tuoi pensieri sono rivolti a un prigioniero d'eccezione: lo Scuotiterra. Nessuno ti ha saputo dare informazioni adeguate sul passato del biondo comandante occidentale, ma improvvisamente, dopo mesi di silenzio e isolamento, una missiva ti ha informato che il mercenario voleva incontrarti. Giù, nelle segrete. Dove i lamenti dei carcerati coprivano le orecchie delle mura della Loggia. Come non essere curiosi?

 

Spoiler

Conoscenze (Storia) passato automaticamente perché ci abiti: il calendario di Capo Ventura è quello più diffuso nell'intero est-continente. L'anno zero viene posto non alla fondazione della città (avvenuta poco meno di 300 anni fa), ma alla scoperta di Minos, la città elfica sottomarina che diede motivo ai viaggiatori dell'ovest di esplorare l'oriente. Uno di questi era il famoso Morris Burglar.

Guadagni +1 a Professione (marinaio) e +1 Conoscenze (geografia) grazie a Fortunale.

Guadagni 340mo da incarichi secondari della Loggia ed eventi mondani

 

Modificato da Bellerofonte
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Sandrine Alamaire

"Mie adorabili signorine...", dico a Miranda e Ventura, "cortesemente, aiutatemi a vestirmi. Devo incontrare una persona che merita rispetto, ma in un luogo insolito. Necessito di un vestito pratico e comodo, eppure ugualmente femminile e curato".

Ci metto circa mezz'ora a prepararmi: scelgo un tre pezzi in pelle, con pantaloni aderenti, gilet e giacca, dai quali spunta una camicia bianca con colletto amplissimo, le maniche chiuse da una coppia di semplici gemelli in argento. Ai piedi porto un paio di stivali a metà gamba in cuoio ribattuto, mentre evito gioielli prettamente da donna, optando per un più neutro medaglione con l'emblema di famiglia, che spunta dalla scollatura, una volta tanto non troppo generosa. Ci penso un attimo ancora, però, ed aggiungo un bracciale semirigido sbalzato in filigrana. 

Lego i capelli in una lunga treccia a metà nuca, la parte frontale dell'acconciatura modellata in due ghirlande parallele che si distaccano dalla fronte e si intrecciano a più riprese con un sottile nastro di seta. 

Evito imbellettamenti eccessivi, lasciando perdere profumi esotici dai forti afrori, giacché non desidero risvegliare ľululato dei lupi affamati, stretti da troppo nelle loro umide gabbie. Sentirebbero l'odore di una femmina ad un chilometro di distanza, senza bisogno di eccessive provocazioni. Mi farò bastare un tocco di rossetto lucido. 

Domando a Miranda di portarmi, gentilmente, una piccola leccornia dalla dispensa, affinché io possa donarla al prigioniero ed aspetto il suo ritorno, affidandomi all'ausilio di Ventura per gli ultimi ritocchi. 

Saluto poi le mie "damigelle", invitandole a rimanere nei miei alloggi per tutto il tempo che desiderano. 

Prendo infine le scale, con lentezza, mentre rimugino sul possibile motivo di tale imprevista convocazione. Avrei certo potuto rifiutare, ma i miei doveri di Pioniera della Settima e la mia irrefrenabile curiosità me lo impediscono. 

Busso alla porta che dà accesso alle segrete e mi preparo mentalmente ai fischi ed agli epiteti irripetibili dei prigionieri. 

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4 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:10 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

"Perché è sempre così gnocca?" è l'ultimo commento di Ventura, prima di lasciarti andare. Miranda si dilegua accompagnandoti fino al secondo piano. "Corro in cucina. Qualcuno continua a rubarmi il pane al burro che preparo ogni mattina." Senza Baffogrigio a intimidire chiunque si avvicinasse, i piccoli furfantelli di golosità della Loggia avevano iniziato a darsi da fare. Len era ben lontano da lì, e perciò la colpa, almeno per stavolta, non era stata data automaticamente a lui. Ma di hin la Loggia era piena, e Miranda sospettava di ognuno di loro.

Le scale che ti portano giù sono ormai a te familiari. E' un po' che non vai a trovare il tuo pirata (s)preferito, che nel frattempo ha arredato la sua cella con una vera e propria libreria, una fioriera poco curata e un quadro della Jocasta fatto da un pittore del posto. Quando gli avevi chiesto da dove venisse tutta questa roba, aveva risposto: "regali dagli ammiratori". Difficile a credersi che avesse gente che lo stimava a tal punto.

Le segrete nell'ultimo mese sono praticamente vuote. A parte qualche ubriacone, qualche hin delinquente che ha provato a taccheggiare un Pioniere e un paio di elfi acquatici da Nuova Minos portati lì per omicidio, solo i tuoi passi e alcuni sibili confusi si odono nei sotterranei. Giri immediatamente a destra, dove sai trovarsi la cella di Asvig. "Cella" è alquanto dispregiativo, in effetti. L'omone è tenuto in quello che una volta era una guardiola vera e propria, e dispone di pareti di pietra, spazio a sufficienza per quattro persone, un letto migliore di quelli da campo e meno umidità del resto delle celle, un tavolo, carte da gioco, perfino una spada arrugginita. La porta d'ingresso è chiusa da un lucchetto le cui chiavi sono appese all'esterno, su un gancio arrugginito incastonato nel muro.

 

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Non sembra che Kerberos abbia fatto tantissimo per tenerlo al sicuro, vista anche l'assenza di guardie. Forse sa che Asvig non ha proprio voglia di andare da nessuna parte.

Ti trovi esattamente di fronte alla sua porta, chiusa. Non senti rumori particolari provenire dall'altra parte, solo l'odore d'umido e di urina acida nell'aria che permea questa ala delle celle.

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1 ora fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:15 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Silenzio per alcuni istanti. Poi una voce roca:

"Prego." 

La chiave è lì a fissarti, non ti resta che prenderla e infilarla nella serratura. Due clak più tardi, il legno rinforzato di fronte a te si apre; nell'ex-guardiola l'odore è meno forte, e noti dall'altra parte della stanza alcune candele appena spente di fronte ad una fioriera con un medaglione d'acciaio inciso e un idolo di legno di acacia raffigurante un albero dalle fronte spoglie. Asvig è in piedi, in mezzo alla stanza, vestito di abiti scuri tenuti su da un cinturone di pelle marrone con una fibbia d'ottone. Ti scruta dall'alto in basso, poi osservare fuori dalla porta. Quasi è stupito di vederti lì da sola.

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Sandrine Alamaire

"Buon mattino, messere"", dico, gentile e sorridente come mio solito, mentre accosto la porta alle mie spalle; non per motivi di sicurezza, poiché non c'è nessuno a chiuderla dal di fuori, ma per questioni di riservatezza. Ho imparato, nel giro di una serata, a fidarmi di quest'uomo gigantesco, che parla, efficacemente, solo alla bisogna. Se ha chiesto di me, avrà i suoi motivi

Così come io ho i miei, nel volerne sapere di più sul mistero che egli, in un certo qual modo, rappresenta. 

"Non mi invitate a sedermi? Ho portato anche qualche cosa da mangiare!", aggiungo poi, in tono leggero, offrendogli il "bottino" fornitomi dalla efficientissima Miranda. 

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1 ora fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:20 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Asvig ti guarda, curioso ma con distacco. Prende il cibo che hai in mano e nel mentre allunga una sedia del ripiano in legno, porgendotela.

"Sì, certo. Prendete pure quella sedia."

Lui aspetta che tu l'abbia usata, prima di sedersi sulla sua bradina, praticamente intatta.

"Non ricevo molte visite."

Di certo non passi da lì "per caso".

 

 

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34 minuti fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:25 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Dritta al punto. Va bene. Asvig sospira pesantemente, poi comincia: "Visto che mi volete a bordo della Eurus, devo essere completamente onesto con voi. Ci sono delle cose di me che dovete sapere. Una di queste, riguarda Nero Gomez. Io e lui ci siamo già incontrati in passato. Ma prima di continuare, ho bisogno di sapere da voi quello che vi hanno detto sul mio conto. Chi credete che io sia?"

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Sandrine Alamaire

""In realtà, so ben poco, messere", rispondo, prontamente, per poi proseguire, "So che avete il più potente dei nemici, l'impero Handorien, e che la Loggia è stata l'inaspettata grazia per la vostra condanna al patibolo. Ma...

...voi, Gomez, ľingenua Vera...

Asvig, la mia impressione è che poche cose siano casuali, in tutta questa faccenda. 

La Settima Spedizione è un avvenimento nell'avvenimento e vi si stanno coagulando attorno forze e persone che sembrano ruotare sullo stesso fuso. 

Molti degli aspiranti mercenari si sono stretti come le spire di un serpente attorno a noi per motivi che travalicano la mera questione economica. 

Anche Gomez si è fortemente reso inviso agli Handorien... immagino che la vostra conoscenza pregressa risalga ad allora? 

Ditemi ciò che dovete, Asvig, e, soprattutto, fatemi sapere se ho sbagliato a giudicarvi. Ma io ho intravisto della nobiltà vera, in voi, messere. Quella che forgia i caratteri ed edifica le nazioni. Mi piace illudermi di non errare, quando valuto i cuori e le persone. Odierei avere mancato il bersaglio proprio stavolta. 

Dunque, raccontatemi, Asvig. Avete la piena attenzione della Contessa di Zefiro".

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1 ora fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:30 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Asvig ascolta senza dire una parola.

"'L'impero è uno dei clienti più redditizi della Loggia, contessa. Io stesso ho ucciso diversi Pionieri, molto tempo fa." 

L'uomo si guarda le mani, grandi e stanche, come se non gli appartenessero. "Credo che sia giusto che vi racconti tutta la storia dal principio.

Il mio nome era Asvig Luther Kamedor. A otto anni era stato deciso che avrei sposato Airina Handorien, una lontana cugina di Vera. A dodici anni sono stato spedito in accademia, dove mi hanno insegnato tutto: a combattere, a sopravvivere, a vincere, a respirare. La guerra era già in corso da parecchio tempo quando finii sul campo di battaglia per la prima volta; ero bravo, e i miei superiori me ne davano atto. Uccisi molta gente, e feci carriera. Imparai a comandare, a dirigere gli uomini, a farli combattere al loro meglio, a dir loro come potersi migliorare.

Divenni sergente, luogotenente, poi capitano. La guerra con il nord finì ma le rappresaglie continuavano. Nel frattempo avevo sposato una sconosciuta, e avevo avuto da lei una figlia. Miridia. La più bella bambina che l'ovest-continente avesse mai visto." l'uomo sorride malinconicamente. Presumi già che quella bambina non debba aver fatto una bella fine, se suo padre si trova lì.

"Venni rimandato al nord a placare le rivolte. Guidavo uomini nel freddo, nella fame e nel sangue. Avevamo la fama di aver catturato più uomini noi che altre tre compagnie messe insieme, finché improvvisamente gli ordini cambiarono. Ne avevamo catturato troppi. Le prigioni del regno erano piene di zotici del nord e i generali iniziavano a temere una ribellione nelle carceri, così mi venne imposto: nessun prigioniero. Eseguii con ferma risolutezza. Bruciai villaggi, uccisi innocenti. Tutto in nome dell'impero. 

Un giorno mi svegliai, uscii dalla mia tenda e proprio fuori l'uscio trovai un neonato. Non aveva più di qualche mese di vita. Era sgozzato, freddo come il ghiaccio. Pelle violacea, piena di ematomi. Una madre l'aveva deposto nella notte di fronte la mia tenda, uccidendolo lei stessa. Alcuni dei miei uomini mi spiegarono che questo è quello che facevano i popoli del nord quando una divinità della morte voleva spazzar via la loro civiltà. Offrivano spontaneamente le proprie vite per placare le sofferenze.

Lì capii che avevo vinto tutte le battaglie, ma avevo perso l'unica cosa che mi teneva in vita: la mia umanità. Non ero più un essere umano, per i miei nemici, ma un Dio della Morte. Presi i miei uomini e li riportai indietro abbandonando il fronte in barba agli ordini reali.

Quando tornai, ad aspettarmi c'era un'accusa di diserzione. Mi dissero che avrebbero lasciato cadere le accuse se fossi ripartito immediatamente, ma rifiutai. Dissi loro che quello che stavano facendo era sbagliato, e che avrei rivelato al popolo intero le barbarie compiute dall'esercito in nome dell'espansionismo. Non credevo che sarebbero arrivati a lei, pur di farmi stare zitto. Morì nel sonno, per fortuna. Una dose di polvere di loto nero sciolta nel latte. Dissero che ero io l'unico ad avere accesso a quella casa, dissero che ero io il mostro tornato dalla guerra che ora era impazzito.

Ma non sapevano quanto la mia disperazione potesse abbattersi su di loro. Decisi che la verità non bastava più, dovevo fare l'unica cosa sana di mente. Finsi di costituirmi, mi mandarono nella prigione reale, e lì bastò una distrazione della guardia che mi accompagnava: la strangolai a morte, le rubai le chiavi e liberai un'ala intera della prigione. Cinquanta schiavi al mio comando, che ne liberarono altri quattrocento. Ne morirono tanti, quel giorno, ma riuscimmo a rubare una galea e a salpare verso nord. Loro sapevano navigare, io sapevo le tattiche dell'impero. 

La nostra fuga si trasformò ben presto in una ritirata tattica. I popoli del nord pensavano che il Dio della Morte, pentito della sua collera, volesse riportare equilibrio uccidendo quanta più gente possibile nell'Impero che aveva fatto loro tutto questo. Non li fermai. Non dissi loro che ero solo un uomo arrabbiato. Li convinsi che era arrivato il momento di sterminarli tutti. E così fecero.

La guerra sarebbe durata anni e l'impero aveva chiamato alcuni Pionieri a combattere al loro fianco. Dopo qualche mese, iniziai a vedere chiaramente i problemi delle persone che mi circondavano; la disorganizzazione, l'inferiorità numerica e di armamenti. Non avremmo mai potuto nemmeno sperare di vincere senza un intervento esterno. Ma chi mai avrebbe potuto avere a cuore la nostra causa? La mia causa, la mia vendetta?"

Asvig ti guarda, come se ti aspettassi già la risposta. 

"Nero Gomez." un nome che sta iniziando a darti la nausea.

"L'assalto alla ammiraglia che trasportava quel carico d'oro per l'impero, dieci anni fa, in cui morì Erodes Handorien, il padre di Vera. Nero dice di aver distribuito quei lingotti alla ciurma, ma non è andata così. Solo un quarto del carico venne spartito sulla Jocasta, ma il resto arrivò al porto del villaggio di Snowin, dove eravamo accampati, su una goletta senza equipaggio. A bordo trovammo soltanto l'oro, una candela consumata ed una corda bruciata.

Con quell'oro comprammo armamenti, pozioni, viveri dalla nazione di Avernus. Addestrai gli uomini, insegnai loro i punti deboli dell'impero e la nostra avanzata era inesorabile. Tutto quello che ci avevano fatto, glielo rendevamo tre volte tanto. Arrivammo a pochi passi dalla capitale, in un villaggio di nome Reinvolk. Nessun prigioniero.

Eppure, il mio vuoto non si colmava. Una settimana prima della partenza per la capitale, uscii dalla mia tenda. Una donna handoriana era arrivata all'accampamento. Aveva i piedi dilaniati dalle pietre e portava con sé un fanciullo di circa cinque o sei anni. Un taglio netto sulla gola lo aveva ucciso qualche giorno prima, il cadavere aveva iniziato a odorare di marcio, eppure la madre non voleva disfarsene. Mi implorò di riportarlo in vita, visto che io ero il Dio della Morte.

Lì mi resi conto, per la seconda volta, che avevo sbagliato. Cambiare fazione non mi avrebbe dato ciò che volevo. Non mi avrebbe ridato Miridia, non avrebbe posto fine ai massacri. Anzi, stavo percorrendo la strada opposta a quello che pensavo di volere. A quel punto non vidi altra scelta se non recarmi personalmente in capitale. Mi consegnai all'impero in cambio di un trattato di pace che riportava lo status quo nelle terre, e mi tennero imprigionato per circa sei anni.

Lo incontrai lì, nelle segrete. Era il diciottesimo compleanno di Miridia e io...mi sentivo sporco. Immensamente, irrimediabilmente sporco. Usai le lenzuola per annodare un cappio attorno ad una sporgenza nel soffitto. Stavo pregando Telchur, dio dei venti del nord, di portarmi con sé quando tutto quello sarebbe finito. Ero pronto a morire, quando la mia cella si aprì.

Una guardia insolita, con una pipa in bocca, che presto si tolse l'elmo. Avrà avuto sì e no una ventina d'anni. Lo riconobbi una dozzina di minuti dopo, quando mi chiese che fine aveva fatto l'oro che per caso era andato perduto durante l'assalto. Gli chiesi il perché, ma fu evasivo. Intuii che forse era per puro divertimento, o che l'impero gli aveva fatto qualche torto di cui non voleva mettermi al corrente. Pensai addirittura che fosse per una sorta di rispetto nei miei confronti, per ciò che stavo facendo con quel popolo. Non lo sapremo mai. Ma quel giorno mi disse che Istus, la dea del Destino, aveva grandi piani per tutti e non dimenticava nessuno. Mi lasciò una fiaschetta, e poi se ne andò. Pensai che fosse liquore per rendere più leggero il trapasso, ma quando assaggiai...era latte. Lo bevvi tutto, e lo vomitai tutta la notte.

Il giorno successivo, non avevo più voglia di andarmene. Volevo vedere di cosa parlava Nero quando venne da me."

La lunga chiacchierata termina con un sospiro. "Così sono arrivato qui, in catene, quando Kilash ha stipulato l'accordo con l'impero. Non so se Nero abbia in qualche modo influenzato lo scambio, non riesco a immaginare nemmeno come. Ma sappi che nutro grande rispetto per lui. C'è dell'onestà in mezzo a tutta quella...ecletticità."

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Sandrine Alamaire

"Poveri bambini...", singhiozzo, il mio viso rigato da lacrime di dolore. 

La gente continua a vedere nella contessa Alamaire una specie di musa della mondanità, rivestita di feste, balli, canti, amori illeciti e fughe notturne. In qualche modo, ho creato io stessa tale credenza, nutrendo le loro aspettative, già irreali, lasciando tracce ed indizi volutamente falsi, mettendo in giro voci infondate ed assumendo pubblicamente atteggiamenti fittizi. 

Ma la maschera è solo una difesa allegorica contro i miei nemici, a baluardo delle mie vulnerabilità e della mia umanità. A ben poche persone, qui, a Capo Ventura, ho concesso di intravedere la vera me: Barbara, al momento del nostro congedo; Naesala, quando mi ha raccolto davanti all'imperturbabilità di Kerberos; Kerberos stesso, ovviamente; in parte, anche, Miranda, quella sera in cucina. Persino gli ospiti della cena, nella stessa occasione, anche se in maniera decisamente minore, hanno visto una scintilla della bambina cresciuta a Vaudemont.

Ma non mi vergogno, né ho timore, di svelarmi a quest'uomo, roccioso come uno scoglio, che mi ha messo in mano, volontariamente, tutta la sua esistenza, senza nasconderne le atrocità o ľambivalente rapporto con un uomo a me notoriamente inviso. 

Stringo un pugno e soffico l'ennesimo singulto: "Dovremo trovarvi un altro cognome - o soprannome -, Asvig. Se accetterete ciò che sto per proporvi, dovrete abbandonare la vostra vita precedente ancora una volta. 

So che avete già rinunciato alla guerra come stile di vita. Ho visto quello che avete fatto, sia nel cortile della Loggia, sia sul ponte della nave. Voi avete protetto

Proteggete me, Asvig. Siate il mio scudo e, se potete, insegnatemi qualcosa. Sulla guerra e su come evitarla. Sul comprenderne i rischi, sul guidare i soldati e sull'evitarne le morti. 

E, ve ne prego, smettete di far finta di non essere in grado di uscire da qui. Voi, esattamente come Gomez. 

Non vi chiederò di cambiare la vostra opinione su di lui. Siamo tutti - tutti - fatti di luci ed ombre. So che c'è del buono anche in lui, nonostante io non riesca a perdonarlo per ciò che ha fatto, nella sua sconsiderata follia. 

Ma io posso perdonare voi, Asvig, perché so che voi non farete mai lo stesso, nei vostri confronti. 

Io non vi chiederò mai di uccidere nessuno. Mai. Sappiatelo. E se, in un momento di rabbia, dovessi farlo, allora voi mi dovrete colpire, Asvig. Mi dovrete schiaffeggiare, lì, ovunque saremo, di fronte a tutti. 

E questo è il mio primo ordine. Se accetterete. 

Accettate, Asvig?".

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11 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:40 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

"Contessa..." Asvig si protende verso il tavolo, tirando fuori un fazzoletto di stoffa bianca ricamata color pesca ai bordi che ti porge per asciugare le lacrime. "Vi ringrazio per la fiducia. Eppure, nonostante i miei sbagli, ho capito una cosa: che a volte qualcuno deve morire perché gli altri sopravvivano. Ucciderò solo se sarà estremamente necessario per garantire la nostra sopravvivenza, nulla più."

L'uomo raccoglie la spada arrugginita appesa al muro e te la passa delicatamente tra le mani, assicurandosi che tu la prenda. Poi si abbassa in ginocchio, testa bassa e mani giunte.

"Accetto l'offerta. Il mio scudo vi proteggerà sempre, lo giuro sul nome di Telchur che mi guarda e mi giudica in silenzio. Battezzatemi con il nome che più vi aggrada."

Spoiler

Asvig ottiene Voto di Obbedienza.

 

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Sandrine Alamaire

Impugno la spada, la presa morbida sull'elsa rugginosa. Cerco di ricordare la giusta sequenza, andando a scavare tra i ricordi di una materia che mai ho sentito mia. 

Appoggio quindi nuovamente l'arma ed accetto la manomissione di Asvig, chiudendo le sue mani, enormi, tra le mie, piccole e delicate. 

Lo bacio poi sulla bocca, un gesto austero, ma comunque gentile. 

Raccolgo la lama e gliela pongo sul capo, invocando un'autorità che raramente ho esercitato: "Asvig Luther Kamedor, detto lo Scuotiterra, per i poteri a Noi conferiti come 35° contessa di Vaudemont e 112° principessa di Chateaux-Blanc, Noi, Sandrine Enide Rosalie ďAntoine Alamaire, oggi vi battezziamo Asvig Vartija.

Da ora in poi, voi risponderete solo a questo nome. 

Asvig Vartija, Noi vi nominiamo altresì Campione di Vaudemont e Lord Protettore di Chateaux-Blanc, liberandovi da ogni altro impedimento e costrizione: la vostra fedeltà sarà il vostro scudo ed il metro della vostra salvezza. 

Oggi siete nuovamente un uomo libero e degno del rispetto che si deve al vostro titolo. Sostenetelo ed onoratelo, perché esso vi rende gloria e riconoscimento di fronte agli dei ed agli uomini. 

Tutti i vostri crimini sono amnistiati e la vostra esistenza precedente è cancellata; fintanto che sarete uomo ligio allo scranno comitale ed al trono principesco, voi sarete tutelato dalla Nostra autorità".

Colpisco poi Asvig con ľaccollata e depongo l'arma: "Alzatevi, Lord Asvig, ed abbracciate la vostra signora".

 

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3 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:45 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Tutto tranne i suoi occhi rimane fermo, pesante e marziale. Eppure il suo sguardo si addolcisce come se qualcuno avesse versato inaspettatamente del miele nel suo vino. Dal bacio, alla proclamazione, alla richiesta di un abbraccio. "Vartija" ripete tra sé e sé, mentre, enorme, si alza al cospetto della sua nuova protetta e la stringe come stringeva Miridia molto tempo fa. "Grazie dell'opportunità. Non la sprecherò, mia signora."

L'abbraccio non è ancora finito che qualcosa - qualcuno, in realtà - spalanca la porta.

"Ehi Vig, ho di nuovo rubato i panini a Miranda e te ne ho portati un p-" la voce altisonante si blocca. Sai perfettamente a chi apparteneva, ma quando ti volti non vedi altro che un panino caldo rotolare sul suo lato lungo fino ai tuoi piedi e la porta socchiusa. Qualcuno è uscito dalla sua cella a farsi una passeggiata.

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Sandrine Alamaire

Sospiro. 'Tanto, questa faccenda sarebbe stata da espletare comunque. Oggi'.

"Lord Asvig, è sottinteso che, a partire da questo momento, non saranno più tollerati atteggiamenti contrari alla Nostra autorità e che ogni comportamento contravveniente i Nostro doveri, ordini e desideri verrà considerato insubordinazione, con conseguente reato di lesa maestà", chiarisco, in tono severo. 

"Inoltre...", aggiungo, la mia voce più dolce, "sebbene non vi possa promettere la completa libertà di movimento all'interno della Loggia fin da subito, voi sarete mio commensale tutti i giorni, quando il sole è allo zenith, per poi procedere al mio addestramento marziale, che durerà almeno un'ora. Il pranzo potrà essere consumato da soli o in compagnia di alcuni ospiti prescelti. Mi auguro sia tutto chiaro. 

Ricordate sempre che la contessa Alamaire ha una parola sola. 

Ed ora", allungo il gomito, "accompagnatemi da Gomez. Vi pregherei inoltre di raccogliere quel pezzo di pane dolce. Miranda non gradirebbe diventasse cibo per topi".

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36 minuti fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:55 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

"Sì signora. Grazie signora."

Ti risponde inchinando leggermente il capo, per poi prenderti sottobraccio e portarti fuori da lì, in direzione dell'ala opposta delle carceri. "Se è vostro desiderio, il tempo che non trascorro in vostra compagnia potrei usarlo per fare da guardia al pirata. Con me non può usare i suoi trucchetti da baraccone per sgattaiolare via."

Quando Asvig termina la sua proposta, la sua cella è proprio di fronte a voi. I tre fratelli Uriel sono lì di fronte, lance pronte e armature impettite, a sorvegliare il prigioniero. "Buongiorno contessa." dicono all'unisono, alzandosi sull'attenti. Il pirata è steso sul suo letto, faccia al muro, e pare dormire. "Gomez non si è ancora svegliato, milady" dice uno dei fratelli che lo sorvegliano.

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Sandrine Alamaire

"Buongiorno, miei cari signori. Grazie per il vostro prezioso lavoro, ma ora siete congedati. Desidero interloquire col pirata. Lord Asvig penserà alla mia sicurezza", dico, semplicemente e dolcemente. Come dare loro colpa di qualcosa oltre la loro portata? Mi è ormai evidente da tempo che Gomez si trova esattamente dove vuole essere. 

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6 minuti fa, Bellerofonte ha scritto:

Primo giorno del primo mese dell'anno 1491, ore 09:55 | -136 giorni alla partenza della Eurus 

Sotterranei, Loggia di Capo Ventura

Le guardie si inchinano e si allontanano, dirigendosi ai piani superiori.

Nero pare dormire come un angioletto di fronte a te. 

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Ospite
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