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Quanta avventura, narrativa o saggio nelle vostre campagne


MadLuke

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16 ore fa, Lord Karsus ha scritto:

@Ji ji generi alti per eccellenza mi sembra veramente un'esagerazione, però certamente, per me, autori importanti ci sono.

Nella fantascienza (e anche nel fantasy) ci sono moltissimi autori che hanno fatto alte opere di sociologia e psicologia "mascherate" da narrativa. Per fare un esempio relativamente recente, Mike Resnick ha scritto una trilogia di romanzi sci-fi che sono una narrazione di tre separate colonizzazioni europee in Africa. Raccontando di alieni, gilde interplanetarie e coloni spaziali ha invece spiegato in modo affascinante e abbastanza preciso le meccaniche della colonizzazione e della decolonizzazione, e tutte le meccaniche economiche, culturali e sociali che ne sono nate. Estremamente interessante. 

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Non conosco le opere da te citate, non metto in dubbio il loro valore narrativo e saggistico... Ma non cambia nulla, ha invece ragione @Ji ji: i generi "alti per definizione" (ammesso che questo significhi qualcosa) sono altri, ossia romanzo storico (soprattutto quelli ambientati nell'800 e primo '900) e drammatici o tragici.

Perché quando parli di grandi classici, a un appassionato di letteratura (a meno che sia anche appassionato di GdR) viene in mente Hugo, Tolstoj, Goethe e compagnia cantante, non Tolkien.

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1 ora fa, MadLuke ha scritto:

Non conosco le opere da te citate, non metto in dubbio il loro valore narrativo e saggistico... Ma non cambia nulla, ha invece ragione @Ji ji: i generi "alti per definizione" (ammesso che questo significhi qualcosa) sono altri, ossia romanzo storico (soprattutto quelli ambientati nell'800 e primo '900) e drammatici o tragici.

Perché quando parli di grandi classici, a un appassionato di letteratura (a meno che sia snche appassionato di GdR) viene in mente Hugo, Tolstoj, Goethe e compagnia cantante, non Tolkien.

Questo dipende dalla percezione che si ha della letteratura. Principalmente è un circolo vizioso: gli autori come (esempio) Hugo sono studiati da critici e studiosi, che poi scrivono recensioni e commenti più o meno estesi e più o meno famosi. Da qui, questi autori vengono insegnati nelle scuole di vario grado, anche universitario. Per questo motivo altri autori di saggistica ne parlano e li prendono in analisi. E il ciclo continua. 

Non è da sottovalutare nemmeno il fattore cronologico. La storia della letteratura è artificialmente stabilita dal sedimentarsi di secoli di discussioni e studi. La Divina Commedia è stata resa nota e apprezzata da personalità che l'hanno letta e analizzata, e da allora non è mai stata dimenticata o messa da parte. Ma senza nulla togliere all'opera dantesca (che stra-adoro), ciò è dovuto in parte anche alla mancanza di concorrenza, o quantomeno di concorrenza al livello di quella attuale.

Dal Novecento in poi il numero di autori è cresciuto in modo esponenziale in tutto il mondo e in tutti i generi letterari. Alcuni autori sono diventati famosi (ma più ci si avvicina ad oggi più la fama è dovuta alle vendite piuttosto che ad una profondità del testo presunta o vera che sia), altri sono finiti nel dimenticatoio. Lo dico a ragion veduta, lavorando in una biblioteca mi rendo conto di quanti autori di romanzi scritti tra '50 e '70 fossero considerati all'epoca astri nascenti, e oggi nessuno sa chi sono. 

Tirando le fila del discorso, oggi è ben difficile trovare un autore che di per certo si troverà in un saggio sulla letteratura stampato tra 50 anni. Eco, tra quelli italiani. Ma su altri individui...mmm. Non saprei dire. 
Questo contribuisce a lasciare generi come sci-fi e fantasy nel sottobosco, perché sono generi relativamente recenti e che subiscono più di altri questa situazione della letteratura.

In secondo luogo c'è l grande preconcetto secondo il quale il fantastico di ogni genere sia meno degno di altra letteratura. Non lo nego, c'è un sacco di robaccia, ma come c'è un sacco di robaccia nel genere storico (spezzo una lancia a sfavore di Scott, che è mediocre come scrittore e narratore e ha solo cavalcato il successo dato dal tema dei suoi romanzi) o in altri generi più nobili. Finché ci sarà un atteggiamento di snobismo fantasy e sci-fi non potranno mai sperare di essere catalogati come alta letteratura.
Ma questo non implica che non lo siano. 

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