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Life is but a walking shadow - Atto Primo


Ragnarok28

Messaggio consigliato

Suspiria de Profundis - Primo Atto (Life is but a walking shadow)

"Era dell'Eclissi"

Il mondo di Morian è ormai una sperduta landa di devastazione e rovine, un piccolo punto morente nell’infinito oceano dell’Universo. L’umanità è allo stremo, vittima addolorata delle proprie mani insanguinate e dell’orrore che è fuoriuscito dagli anfratti oscuri dell’esistenza. 
L’Era del Fuoco, foriera di rivalità e inimicizie su scala mondiale, ha visto l’essere umano rivoltarsi contro se stesso. Vicino contro vicino, amico contro amico, padre contro figlio e fratello contro fratello. Dimenticando dei propri avversari storici, le tanto variegate quanto ostili e mostruose popolazioni native di Morian, l’umanità ha preferito ingaggiare una lotta fratricida per imporre un primato interno, scegliendo una tragica strada senza ritorno. Fu all’alba della di una delle innumerevoli battaglie combattute alla fine di quegli anni impregnati di sangue che il Sole per un’intera ora venne oscurato dalla Luna. Una coltre di tenebra avvolse l’intero globo nel medesimo istante, travalicando qualsiasi legge fisica e geografica. Il buio febbrile ebbe fine non appena il luminare d’argento, che fino a quel momento aveva dominato solamente la notte, si spostò, rivelando un fatto quanto mai incredibile. La luna, divenuta rossa come il sangue, aveva inghiottito il Sole tra le sue fauci lattescenti, partorendo una luce rugginosa e ambrata dalle malate sfumature. L’Era del Fuoco giungeva a termine, lunga vita all’Era dell’Eclissi.
Fu in quell’esatto momento che le antiche creature di Morian, emersero dagli Abissi. Affamati e destati da quello che sembrava essere un sonno gravoso, riversarono sul mondo la loro titanica influenza, diffondendo follia, malattia e rovina. Le popolazioni primeve di Morian, denominati sotto il dispregiativo di "Vilesangue" dalla Chiesa del Santo, sciamarono fuori dai loro nascondigli, da tane, grotte e foreste per appagare la loro sete di sangue e vendetta a cui tanto avevano anelato in quei secoli d’assenza. L’umanità venne sterminata quasi del tutto e le alte torri delle sue splendide città caddero, finendo sepolte sotto sabbie, melme e acquitrini. Solo un bastione, un ultimo avamposto sofferente, rimase a fronteggiare l’ascesa de. Jodram, la Nera Città, la capitale benedetta sede del vero cuore della Chiesa di Purezza, si strinse in se stessa non appena l’intero clero levò le sue preghiere alle spoglie del Santo Martire Zekharia contenute nella Cattedrale d’ossidiana. 
E al giorno d’oggi, mentre i Vilesangue vomitano il seme della distruzione sul mondo, qualcosa si agita nei più profondi anfratti del cosmo stesso, puntando a sua volta gli occhi su Jodram …

Regole: Warhammer 2nd
Giocatori: @Pippomaster92, @nanobud, @Xolum, @Ghal Maraz, @Pentolino
Grassetto: Parlato
Corsivo: Pensato/missive/insegne

@Ghal Maraz

Spoiler

Il cielo è rosso sopra di te, una calotta sanguinolenta che pare ondeggiare sinistramente come fango misto a ruggine e interiora rigurgitate. In alto risplende lei, sibillina ed enigmatica, la Luna che ha divorato il Sole alterando l'equilibrio tra giorno e notte ascendendo a regnante unica e incontrastata. Sembra fissarti con cipiglio beffardo, un'impressione appena percettibile che getta ombre disturbanti lungo il terroso sentiero boschivo che porta a Jodram. Gli alberi scuri e nodosi che si intrecciano ad ambo i lati della strada grossolanamente sterrata sono sentinelle silenziose e cupe, corvi di legno dalle chiome fatte di foglie che non vedono l'ora di assorbire i resti di corpi in putrefazione, nutrendosi di ossa polverizzate dal tempo. Loro attendono, hanno pazienza, cosa che tu forse non puoi permetterti, non ora, non nel bel mezzo del tuo delicato compito di proteggere l'ultimissima carovana di sopravvissuti diretti verso Jodram. Sei un eretico camuffato da credente, un ragazzo spezzato a metà dalla perdita, diventato uomo in un modo privo di dolcezza a causa di un mondo divorato dalla rovina. Non hai meritato nulla di ciò che ti è successo, eppure ... è successo. 
Qualcuno nella carrozza piange, per lo più bambini, qualcuno geme attraverso labbra arse dalla sete mentre altri semplicemente stanno in silenzio, concentrati nel fissare impotenti i propri piedi con sguardi vacui, deprivati da ogni gioia. E' gente povera quella che stai scortando, gente sfuggita alla malvagità dei Vilesangue per puro miracolo. 
L'aria attorno a te è umida e fredda, pesante quasi come una coperta di pelliccia che anziché riscaldare penetra a fondo nella carne, insinuandosi all'interno dei corpi mortali come una serpe inarrestabile che fa marcire ogni anelito di speranza. 
Cosa farai una volta entrato in città? Dove andrai? Cosa pensa di fare un ragazzetto da solo, armato fino ai denti, in un posto come la Città del Santo? Domande che la vita ti pone, richiedendo a forza una risposta. Spetta a te dargliela, spetta a te cercare di scrivere un futuro forse diverso dal tuo passato fatto di sangue. Oppure uguale.


 @Pippomaster92

Spoiler


Yulia ha insistito molto affinché tu ti preparassi di tutto punto per questa serata, sommergendoti sotto una valanga di raccomandazioni sul come vestirti, sul come comportarti, sul modo di porgerti a certi invitati e sul modo di non porgerti ad altri, magari evitandoli a prescindere. Per quanto petulante e logorroica sia la baronessa che ti ritrovi a dover accompagnare come dama, è innegabile la fonte di informazioni che per te rappresenta, per non parlare di quanta utilità il suo supporto e la sua confidenza possano essere capaci di stuzzicare le tue più profonde e impronunciabili ambizioni. Una ragazzina dalla mente affilata come un rasoio, in tal modo sarebbero pronti a definirti molti che ti conoscono. Ma cosa davvero, dietro il tuo acume tagliente, si nasconda lo sai solo tu ... e forse è meglio così. Mai esternare più del necessario: il tuo viso è fatto di cera solidificata, una maschera di ponderazione e sicurezza sfuggente. 
Ecco la prima regola che Yulia ti ha impartito, il primo comandamento del sacro libro invisibile della nobiltà.
Questa sera, tu e Yulia, vi siete recate al palazzo di Lord von Schrodimbergh, un visconte in stato di palese obesità che ama il buon cibo e i piaceri della vita in modo così smodato che sembra ignorare del tutto la rovina e la decadenza che attanagliano la città di Jodram, non che la distruzione che inesorabile avanza su tutta Morian. Nel suo poetico idillio di pacione e bambinone, la sua novella sposina, una prostituta teoricamente pentita di cui il Lord si è perdutamente innamorato, ha indetto una festa senza ragion d'esserci: non è il compleanno di nessuno e men che meno la nascita di un bambino, è solo un misero giorno di noia come tanti altri passati sotto la Luna di Sangue che ora arde come ambra cremisi, prossima a far calare le tenebre dopo il crepuscolo.
Per quanto scandaloso sia lo sposalizio del Lord, le nozze sono state rese legalmente e religiosamente possibili grazie alla prassi di purificazione spirituale a cui la ragazza ha scelto di sottoporsi per poter essere considerata purgata dai propri peccati. Una prassi rara e concessa difficilmente, ma un Lord può ottenere diversi privilegi anche in materia ecclesiastica. 
Il palazzo è piuttosto grande, completamente bianco e dai tetti smaltati d'oro. AI lati delle finestre e delle balconate si susseguono una serie di colonnine bidimensionali che terminano in eleganti florilegi di marmo. 
Al seguito di Yulia, scendi dalla carrozza e affondi subito nella calca di vesti, pizzi, merletti e cilindri che compongono la folla di nobili fuori dalla porta degli Schrodimbergh. Uno ad uno entrano a passo cadenzato e studiato, cercando di ignorare l'aria tesa che già si respira sin fuori dalla porta. 
"Sarà un meraviglioso disastro. Una tragedia comica che ricorderanno per anni, mia cara" Ti bisbiglia con velenoso sarcasmo Yulia mentre ti si fa vicina con i suoi abiti di damasco lillà pieni di sbuffi. 
"Sai che saranno presenti pure i due figli della prima moglie di Schrodimbergh, vero? Sono sicura che saranno felicissimi di passare l'intera serata con la loro nuova mammina adottiva" Puntualizza lei con un sorrisetto falsamente serafico.
"Ad ogni modo, hai domande? E' tutto chiaro ciò che ti ho detto? Mi raccomando, questa sera devi essere il più cauta possibile."


@Pentolino

 

Spoiler

Una missiva recapitata in fretta e furia da un ragazzino vestito con un saio grigio, gli occhi ciechi e la lingua mozzata: ecco cosa ti ha svegliato questa volta dalla tua piccola cella-dormitorio nella Cattedrale. L'odore di umidità che ti saluta al risveglio è nauseante per chiunque non vi è avvezzo ma tu, abituato come sei ad essa, la riesci ad inalare senza problemi arrivando quasi a beartene. Il messaggio ha rivelato un contenuto piuttosto conciso, se non addirittura stringato: "Vieni immediatamente alla Sala di Giudizio". La calligrafia la riconosci subito: è quella del vescovo Florentz, uno degli inquisitori a cui più spesso fai riferimento nei tuoi ... lavori.
Dalle sbarre della cella s'infiltrano gli ultimi reflussi di luce sanguigna della Luna nella sua fase di "giorno", segno che a breve scenderà la notte. Sei ormai abituato a svegliarti quando il buio cala, consapevole che l'opera dell'Inferno raggiunge il suo apice durante le tarde ore della giornata, quando in molti dormono e in pochi pregano. I tuoi sensi ti mettono sempre in allerta durante la notte, sussurrandoti parole informe che evocano nella tua mente passi striscianti in angoli oscuri e occhi maligni che fissano da tombini maleodoranti. Il male è ovunque e tu sei uno degli uomini chiamati ad epurarlo a costo della morte.
Recuperi i tuoi indumenti e strumenti di lavoro, incluse le armi che ti hanno fornito in seguito all'investitura di cacciatore apprendista, e ti lanci nel corridoio nero dei dormitori. La Cattedrale è interamente fatta di un materiale che sembra frutto dell'unione di marmo nero e pietra lavica senza però essere nessuno dei due. Dicono che la prima forma dell'edificio simbolo del santo sia ben più antica dell'avvento della Chiesa, dimora di antichi rituali profani e pagani che ne celebravano la provenienza misteriosa e sconosciuta. C'è chi dice che la Cattedrale sia piovuta dal cielo, prodotta delle stelle cadute. 
Il corridoio partorisce un eco ad ogni tuo passo, accompagnato da cigolii scricchiolanti e rumori metallici in lontananza. Abbandoni ben presto quella sezione, ritrovandoti lungo una delle innumerevoli rampe di scale che salgono e scendono all'interno della Cattedrale. Non c'è nessuno, sai bene che a quest'ora sacerdoti e iniziati sono intenti ad officiare le ultime orazioni delle messe serali giù nella grande Navata Centrale.
Imbocchi i gradini che conducono in basso per poi svoltare ben presto a sinistra. Davanti a te si para una piccola porticina arcuata di legno: l'ingresso alla Sala di Giustizia. Prestando attenzione con l'udito è facile sentire i geminiti sommessi che si levano di sottofondo.
Le campane della Cattedrale risuonano possenti, sconquassandoti l'udito con i loro severi rintocchi.
I rintocchi di una religione che non è mai stata affettuosa con te, insegnandoti l'obbedienza, la fede e la durezza.



@Xolum

 

Spoiler

"Sono certo che sia la Luna"
Esordisce il Professor Malcom con la sua tipica voce nasale. Tutto in lui ricorda una lumaca, a partire dalla gobba evidente che ha sulla schiena, passando sulla prominente pancia gonfia di chi abusa troppo vino, fino ad arrivare agli occhietti sporti fuori dalle orbite come un paio di antennine.
"Non può esserci altra spiegazione, è la Luna"
Da circa mezz'ora tu e gli altri membri del Circulum Oculi state disquisendo sulla natura di un bizzarro fenomeno che ha interessato una piccola cappella nella Jodram Centrale in una zona non molto distante dalla piazza del mercato. Trattasi di un'improvvisa luminosità scaturita di punto in bianco dal piccolissimo pinnacolo in miniatura della chiesetta, la quale, se fino a non molti giorni fa era una tra le tante cappelle in cui vecchi e ingombranti sacerdoti svolgevano le loro ampollose funzioni, è diventata un'attrazione per molti curiosi e, ovviamente, meta di pellegrinaggio per molti tra i credenti più fanatici della Chiesa del Santo.
Nel Circulum però non ci si lascia condizionare da simili suggestioni e superstizioni: la magia è scienza e la scienza è magia, due volti di una stessa medaglia che permettono di accedere alla Visione dell'Idea di Essere, l'origine di tutto da cui tutto deriva. Il senso dell'esistenza.
E tu, studente prodigio della facoltà d'astronomia, non puoi che essere stato coinvolto nel vivo della discussione: se si parla di corpi celesti, anche i professori gradiscono di sentire la tua opinione in merito. 
La stanza in cui vi siete riuniti è la solita, sotterranea e pietrosa, in cui file di panche semicircolari vi permettono d'accomodarvi per poter disquisire con tutta la comodità del mondo, rilassando il corpo e lasciando lavorare faticosamente la mente in piani che ad altri parrebbero blasfemi e peccaminosi. 
"Cosa vuoi dire, Malcom?" 
Chiede la professoressa Fiona, una delle prime donne ad essersi laureata in scienze infermieristiche, dall'alto della sua crocchia di capelli grigi che enfatizza i suoi alti zigomi e la sua bocca arcigna. 
"Voglio dire che quella luminosità non è affatto apparsa dal pinnacolo. E' il prodotto di un assorbimento di luce proveniente dalla Luna!"
"Cosa ne pensi tu, Sherydan?"

Domanda infine il professor Igor, puntandoti contro il suo naso aquilino mentre si aggiusta gli occhiali rotondi. 

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Stefan Starek

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I miei pensieri sono immondi e pericolosi, eretici e mortali, apostatici ed impronunciabili. Mi hanno insegnato che la Vera Fede passa attraverso le loro parole le loro urla le loro verghe i loro flagelli; mi hanno inculcato la paura come religione, l'espiazione corporale come pentimento, il dolore come viatico alla salvezza. 

Mi hanno battuto coi loro bastoni, scarificato con le loro fruste, inginocchiato coi loro supplizi. Hanno piegato, inciso, arroventato il mio corpo: un cane ignorante e corrotto da addestrare, beandosi della loro sadica superiorità mentre mostravano maschere di pietà ed empatica condivisione. La loro preoccupazione per la mia anima si abbarbicava come una patetica scusa alla mia sofferenza, una squallida parvenza di compassione che si ergeva, supplizio e patibolo, ad ipocrita condanna per peccati che non conoscevo, attribuiti a me per principio e convinzione. 

In silenzio maledivo il loro squallore e sputavo bestemmie metaforiche sul loro Santo, ogni stilla di sangue, ogni tumefazione sulla pelle, ogni oncia libbra palmo di sofferenza un rabbioso insulto al loro credo disumano.

Oggi cammino tra la loro gente, rifiuto tra gli scarti, messo a servire e proteggere, sanguinare e morire, sacrificio ed olocausto per la gente di un mondo defunto trent'anni or sono. Una cancrena puzzolente il suolo, un proscenio marcescente il nostro percorso, attraversato da una mandria di cadaveri troppo stupidi o sfortunati per non comprendere che siamo ormai nient'altro che carcasse. 

Mi poggio alla mia sacra Madre quando intravvedo l'orrendo, maestoso, sublime bubbone di Jodram: catturo ed ingabbio in extremis i miei pensieri, soffocando un'esclamazione arcaica che mi avrebbe ricondotto alle cinghia del confessore. Il suo solo ricordo smuove il mio stomaco e sento i conati premere in senso contrario: penso al sudore ed al sangue, al cuoio ed al nerbo, agli insulti urlati ed alle blandizie sussurrate; penso alle sue nocche spellate sul mio naso, sulle mie gote, sulle mie labbra, attento e scrupoloso ad arrestarsi prima che le ossa, invece di scricchiolare, si rompessero; penso ai suoi, di peccati, quando chiudeva la tenda ed umiliava la mia carnalità, profanando l'altare del mio corpo con i suoi desideri inconfessabili. Ho imparato a contare subendo i suoi tormenti, memorizzando le punizioni e gli abusi, pronto a ripagare questo mio debito nei suoi confronti con la precisione di un maestro. 

Mi riscuoto, la mia esclamazione ancora soffocata in gola. Jodram.

Il viaggio è finito. 

Sento la voce rimbalzare lungo la carovana. 

Stringo mia Madre e prego la Signora sotto ai miei piedi affinché riesca a sostenermi ancora un poco. 

Jodram. Almeno adesso il destino cesserà di punirmi per i miei due più grandi peccati: venire al mondo e non avere la forza di uccidermi. 

 

Modificato da Ghal Maraz
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Berenika Venuše Starhemberg

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Mi sono vestita esattamente come "suggerito" da Yulia. So bene che disattendere i suoi consigli sarebbe il modo migliore per rovinarmi la serata. Sa essere molto crudele, ma la cosa non mi impensierisce per nulla fino a quando questo suo atteggiamento è rivolto verso gli altri.
Scendo dalla carrozza come se fossi l'ombra della nobildonna, o ancora meglio come se fossi parte del suo stesso abbigliamento. Come uno strascico, un accessorio che fa pendant con il suo bellissimo abito color lillà. 
Io sono più che contenta di apparire in questo modo: più occhi si concentrano su Yulia, meno persone prestano attenzione a me. Ho ascoltato così tanti pettegolezzi grazie a questo semplice stratagemma!
Sorrido alle battutine della mia dama, come mi sono esercitata a fare davanti allo specchio finché non mi facevano male le guance. Lei pensa di essere molto acuta, e a volte coglie davvero nel segno; per comodità e quieto vivere faccio finta che ogni volta il suo spirito sia irresistibile. Le lascio sempre intendere che solo il bon ton mi trattiene dal ridere sguaiatamente alle sue frecciate. So che apprezza questo contegno quasi quanto il proprio umorismo.

E del resto questa volta ha ragione. Il visconte è stato così sciocco a trovarsi una moglie del genere. Si sta mettendo in ridicolo di fronte a tutte le persone che contano! Gli sarebbe bastato tenersi l'amante e fingere di essere un pio vedovo. Tutti sarebbero stati più tranquilli così. I figli, perché non avrebbero avuto possibili fratellastri. Il resto dell'alta società perché non avrebbe dovuto assistere ad un imbarazzante cerimonia come questa.
Ma Yulia dice il vero: questo sarà un suicidio sociale spettacolare. Tutto sommato trovo divertente l'idea di quel laido grassone messo alla berlina. Spero solo che accada qualcosa di molto scandaloso.
Scuoto leggermente il capo alla domanda della dama "Sei stata cristallina, amica mia. Non vorrei mai distrarre l'attenzione della società dalla fantastica debacle che si prospetta stasera" parlo in tono basso, per farmi sentire solo da lei .
 

 

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Sherydan

Spoiler

Ascolto tranquillo il professore giocherellando con il mio anello nel mentre e riflettendo sull'argomento, quando mi viene chiesta la mia opinione rimango pensoso per qualche istante prima di risponde con voce ferma e riflessiva, iniziando a scrivere una sottospecie di appunti sul foglio senza però distogliere lo sguardo dal professore. Bisognerebbe osservare attentamente di cosa è composto quel pinnacolo, potrebbe avere nelle sue tegole delle pietre speciali, magari composto da Pietra-Ur la luna rossa lo ha caricato, ma in questo caso è strano che qualche saccheggiatore ben informato non sia andato a rubarne nemmeno un pezzetto. In caso si trattasse di qualche altro effetto non posso esserne certo. Abbiamo dei libri in cui sono catalogate pietre magiche, tanto per avere maggiori informazioni su quanto queste potrebbero metterci a caricarsi. Sapendo poi colore, età della costruzione e quantità di esposizione alla luce lunare i calcoli potrebbero essere fatti ancora prima. controllo poi i fogli per capire se ho scritto qualcosa di utile mentre parlavo

Spoiler

magia e astronomia 59

 

 

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Hans Landa

Spoiler

Mi sveglio di soprassalto, l odore di muffa ed incenso dolciastro colpisce le mie narici riportandomi di colpo alla realtà. Di nuovo quel sogno, un uomo ed una donna portati via in catene, la danza delle fiamme che lentamente lambisce i loro corpi incatenati al palo, l odore di carne bruciata e le grida di dolore mentre tutto intorno la luce rugginosa della luna sfigura i volti dei due bambini che assistono impotenti a quel martirio dandogli sembianze demoniache.

Mi siedo sul lato del letto mentre afferro tra le mani del messo il messaggio che  mi è stato inviato, riconosco il sigillo su di esso e ne conosco il contenuto ancor prima di leggerne le parole, scritte in una grafia sottile ed ed elegante come i filamenti di una ragnatela, sono convocato.

Il  vescovo Florentz non è uomo da prendere il ritardo nell eseguire un suo ordine alla leggera, le cicatrici che porto sulla schiena ne sono un ricordo costante, un atto di dolore che mi hanno costretto a recitare ogni volta che l Hans orfano figlio di eretici ha provato a prendere il sopravvento sul Cacciatore.

Questo mi è stato detto fin da quando la mia mente ricorda, che  il Santo, nella sua infinita bonta’,  mi ha risparmiato la vita , consumando i miei peccati nello stesso fuoco purificatore che ha consumato la mia famiglia, che la verga e la frusta erano necessarie a domare la bestia quand essa si affacciava di nuovo nel mio cuore pronta a divorare la mia anima.

Sono nato con altri ideali, ma ogni striscia di carne cicatrizzata sul mio corpo è li a ricordarmi che quegli ideali sono sbagliati, sebbene mi siano stati insegnati dall ultimo uomo che mi ha visto sorridere.

Verso acqua gelida nel catino pronto a lavare via quei pensieri insieme con lo sporco ed il sudore della notte, infilo i miei abiti e mi incammino per i corridoi della cattedrale. 

La pietra nera  riflette colori innaturali alla tremula luce delle lanterne, alieni come la struttura stessa di cui è composta,  imboccata la scalinata che conduce ai livelli inferiori, man mano che mi avvicino all ingresso della sala, un lamento sommesso si aggiunge alla cacofonia di suoni odori e percezioni che attanagliano i miei sensi.

Resto un istante in attesa davanti al portone di quercia borchiata, quando mi decido a bussare i rintocchi cupi delle campane fanno eco alle mie nocche sul legno rimbombando cupe dentro nel mio petto.

 

 

Modificato da Pentolino
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@Ghal Maraz

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E' nel bel mezzo dei tuoi tumulti interiori che la carovana si ferma all'improvviso. Il cocchiere della tua carrozza arresta i cavalli stanchi e dalla criniera sparuta, accompagnando il suo fare con un'imprecazione sputata tra i denti. 
Senti un vociare particolarmente agitato provenire poco più avanti dalla posizione in cui la prima delle tre carrozze che compongono la carovana si è fermata. Una giovanissima donna dal colorito cianotico e le occhiaie nere ti fissa con sguardo smorto, sistemandosi il figlio in fasce in grembo.
"Signore, cosa succede?"
Ti domanda con voce strozzata e tremula. Gli altri profughi ti squadrano da capo a piedi con occhi identici a quelli della donna, colei che ha involontariamente fatto da portavoce all'ansia generale. Gli intoppi non sono mai buon segno e tu lo sai meglio di tutti loro.
"Hey, Starek, perché non vai a dare un'occhiata?" Ti esorta con tono svogliato Karl, il robusto ragazzone biondiccio con i denti da lepre che assieme a te fa da guardia alla carrozza in cui ti trovi. Eravate in quattro quando siete partiti, ma gli altri due ragazzi sono spariti nel giro di poche notti di veglia. E' come se il nulla se li fosse presi, ma tu sai perfettamente che nel nulla si agita un'esistenza abominevole e indescrivibile.
"Scommetto che Aldur e Jan si siano messi nuovamente a litigare nella prima carrozza. Se uno dei due ha per caso importunato per sbaglio uno dei profughi nella zuffa, dagli una bella ripassata a suon di sberle"
Sentenzia sbrigativamente il tuo compagno armato per poi poggiare il capo contro una delle casse vuote nella carrozza. 

 

@Pippomaster92
 

Spoiler

Tu e Yulia venite finalmente risucchiate nel gorgo di baroni e baronetti che riescono ad entrare nel palazzo del Visconte. Procedete come un singolo corpo lungo il corridoio d'ingresso che non smentisce affatto l'opulenza ridondante che il visconte  Schrodimbergh tanto ama. Tra quadri di nature morte, paesaggi idilliaci stracolmi di donne seminude avvolte in spirali di fiori variopinti, candelabri d'oro bianco e mobilia color mogano dal profumo di resina pungente, è difficile posare gli occhi troppo a lungo su di un singolo particolare dal momento che subito un secondo sopraggiunge a ruota. Il tappeto color crema si sposa alla perfezione con le pareti marroncino pastello della magione. Porte e porticine si susseguono in un'infilata che pare infinita, aperture dalle quali escono di continuo servitori e domestiche affaccendate con il fiatone e il sudore sotto le crestine e gli abiti umili. Alla fine del corridoio raggiungete l'ampia sala d'ingresso dalla quale s'innalza l'imponente scalinata con il corrimano d'oro massiccio che suscita notoriamente invidie nei cuori di tantissimi pari rango del visconte. La risalite piano piano fino a sbucare nel cuore palpitante del palazzo: "La Salle de Diamant". Scintillante e sfolgorante con le sue tende blu elettriche, le sue colonne smaltate d'oro e, soprattutto, con l'immenso lampadario ad olio di vetri pregiatissimi con al centro un grosso diamante che sembra risplendere di vita propria. Al centro della sala, le lunghe tavolate imbastite per la cena, colmano per intero lo spazio. Una pletora di domestici inizia a disporvi di posto in posto. Assieme alla tua protettrice, ti ritrovi seduta faccia a faccia con due giovani baronesse non maritate: quella a sinistra è corpulenta e formosa ed ha sommerso il proprio corpo sotto broccati e merletti color confetto, mentre l'altra, dal fisico slanciato e flessuosa come un giunco, indossa un abito strettissimo e senza maniche in perfetta tinta con le tende della sala. 
"Yulia cara, ma che piacere vederti!" Esclama la smilza con voce squillante
"Ero certa che saresti venuta. Yulia che si perde una serata del genere? Per nulla al mondo. Ami troppo il grottesco per rinunciarvi" Gongola l'altra.
"Mie adorate, da quanto tempo! Mi fa oltremodo piacere rivedervi" Glissa Yulia con fare serafico.
"Come state? Oh, ma fermi tutti ... conoscete già la mia preziosissima Berenika, vero?" Riprende la tua protettrice, puntandoti lo sguardo addosso.
"Berenika cara, hai già conosciuto Elsa ..." La baronessa corpulenta affonda il suo sorriso nelle guance a forma di mele "E Ingrid, vero?" Quella smilza si mette a giocare con una ciocca di capelli corvini.
Hai già visto le due nobildonne ad un ricevimento avvenuto due mesi fa a casa di Yulia: Elsa è la moglie di barone che si occupa di macellerie mentre Ingrid è maritata ad uno degli aristocratici che si occupa di gestire la polizia cittadina.
E' in questo esatto istante che con l'occhio non puoi fare a meno di notare un dettaglio impossibile da trascurare: l'ingresso delle tue "amatissime" sorelle. Ljunta ti nota subito, ma forse non vorrebbe averlo fatto dato che ti rivolge un sorrisetto sdentato per poi distogliere prontamente gli occhi. Zara, d'altra parte, ti ignora come se nulla fosse. Entrambe con i rispettivi mariti si siedono in un tavolo diverso dal tuo. 

@Xolum
 

Spoiler

Ciò che balza subito al tuo occhio, in base agli appunti presi di getto, è che la capacità di assorbimento è effettivamente propria della Petra-Ur. Strano è che nessun ladro abbia cercato di appropriarsene ma, come ben sai in base alle tue conoscenze o attraverso quel quid che talvolta guizza nella tua mente prodigio, la Petra può essere facilmente celata sotto mentite spoglie. Il sospetto che dunque la chiesetta possa essere la custodia di una delle ultimissime Petra-Ur funzionanti è più che palese. Ma dunque, cos'è davvero questa chiesetta? Chi ha posizionato lì quel materiale raro e misterioso e per quale motivo?
Quello che puoi facilmente ricavare da questa analisi teorica e puramente ipotetica è che la chiesetta possa essere stata edificata sullo scheletro di qualche tempio pagano appartenente agli Svecniac centinaia di anni fa. Che sia un indizio importante per potersi avvicinare alla comprensione della rovina di Morian? Meglio di molti altri, tu sai quanto la luce, le stelle e il cielo possano manipolare la realtà sottostante.
"Abbiamo inviato due apprendisti sul campo ieri sera dopo aver ottenuto il permesso del Vescovo, ma credo che potresti andare a dare un'occhiata pure tu, Sherydan. Ci farebbe molto comodo un tuo rapporto"
Propone il professor Malcom

@Pentolino

 

Spoiler

Tu bussi e la porta si apre di scatto. Dietro di essa il corridoio interno si svela come una piaga aperta da un chirurgo dall'animo algido e un po' sadico. Le stanze di Giustizia sono una delle realtà portanti della Chiesa di Purezza: dalle pareti interamente rivestite di metallo rugginoso, appaiono come un monito severo per chiunque vi acceda. Dietro la porta sono due i Silenzianti che sorvegliano chiunque entri ed esca, per quanto siano più i primi che i secondi. I due figuri sono vestiti con i loro caratteristici cappotti grigi da gentiluomini, accoppiati alle maschere bianche inespressive a forma di corvo che portano sempre sopra i loro volti sormontati da grossi cappelli. Non sai cosa si celi sotto i loro panni, nessuno lo sa perché i Silenzianti fanno voto di non rivelare mai e poi mai la natura del loro volto. Nessuno sa chi fossero prima di entrare nell'ordine ma tutti conoscono la loro funzione di guardiani e protettori di vescovi e sacerdoti. La loro spietatezza è perfettamente espressa dalle lame arcuate che portano dietro la schiena. 
"Il Vescovo Florentz ti aspetta nella stanza infondo". Sibila uno dei due Silenzianti con voce metallica e amorfa.
 Un urlo agghiacciato squarcia l'aria come un coltello affilato e letale. C'è dolore e sofferenza in quel luogo: il puzzo di ferro si mescola ad arte con quello di sangue e carne bruciata.
 

 

@nanobud

 

Spoiler

Anche tu, come molti tra i nobili di Jodram, hai ricevuto il singolare invito alla festa senza senso del grasso Visconte Schrodimbergh. La tua famiglia intera, ovviamente, è stata invitata.
E' risaputo, tuttavia, che ad aver indetto la festa non sia stato il visconte ma la sua novella sposa che di giorno in giorno desta scandalo nell'alta società con ogni suo respiro. Ex prostituta portuale, con il suo aspetto di bocciolo in fiore e i suoi capelli color del grano, ha fatto impazzire il cuore del visconte che ha insistito per sposarsela. Una volta sottoposta al rituale di purificazione ed espiazione, prassi che viene concessa molto di rado dalla Chiesa ma la volontà di un nobile può accedere in posti proibiti ad altri, si è resa spiritualmente limpida per potersi maritare al visconte. Amante dei piaceri della vita e con scarso acume, il visconte ha una certa fissa per le feste e ignora volutamente le malelingue diffamanti che sul suo secondo matrimonio si sono diffuse. Ironia della sorte, la nuova mogliettina ha pure invitato alla festa i figli che il nobile ha avuto con la sua primissima sposa, situazione che, come ben puoi comprendere, creerà uno spettacolino immancabile per nobildonne annoiate e dame.
La festa si prospetta essere una vera tragedia ai danni della reputazione del visconte e dei suoi figli. 
Assieme ai tuoi genitori e a tuo fratello, siedi ad una delle lunghe tavolate per la cena nella Salle de Diamant del Palazzo degli Schrodimbergh. Bianco e costellato da colonnine bidimensionali e scanalature che culminano in foglie di acanto all'esterno, color crema e dorato con tende blu elettrico e lampadari di vetro soffiato all'interno, la magione del visconte è una tra le più opulenti di tutta Jodram.
La tua famiglia non poteva non essere invitata ad un simile evento contando il legame che i Dusl hanno con l'oreficeria cittadina, tuttavia tu e tuo fratello non siete esattamente l'orgoglio di vostro padre, uomo tradizionalista e impositivo che non ha mai digerito molto le libertà che entrambi vi siete presi: se tuo fratello maggiore ha voluto intraprendere la carriera di commissario e ispettore, tu sei quello che si definisce un vero "dandy". Spadaccino abile e avvolto nel mistero, sei un enigma per gli altri ed è bene che tu lo rimanga il più possibile. Cosa direbbe la nobiltà di Jodram se si scoprissero i tuoi traffici poco puliti nelle fogne sotto il mercato? Cosa si direbbe dei Dusl se si scoprisse il tuo piccolo segreto?

Tua madre sospira "Questa serata sarà ..."
"Una schifezza!" Sibila tuo padre, interrompendola bruscamente. 

 

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Hans Landa

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La porta si apre e mi ritrovo davanti le fredde pareti metalliche delle stanze della Giustizia. Tutto attorno a me è studiato affinché chiunque metta piede in quelle stanze non abbia il benché minimo dubbio su cosa gli stia per accadere, varcare quella soglia ed essere investiti dal puzzo di sudore , sangue ed escrementi  era la prima tortura psicologica che i prigionieri subivano, un primo colpo ben assestato atto a far iniziare a vacillare le loro convinzioni.

Le urla di dolore ed i ferri appesi alle pareti altro non erano che una sadica via crucis ben congeniata che i prigionieri percorrevano per arrivare alle stanze a loro ...dedicate , già spezzati nella mente e nello spirito.

Con un cenno del capo mi congedo dai due silenziati, figure antropomorfe le cui fattezze umane stridono con la gracchiante voce metallica che sembra essere generata da strumenti fatti di ingranaggi piuttosto che di carne e sangue.

Percorro gli ultimi metri che mi separano dalle stanze dove mi attende il mio interlocutore con passo spedito cercando di ignorare il grido di dolore che d un tratto sovrasta tutti gli altri lamenti.

Hans Landa proverebbe compassione per quele povere vittime ma Hans non è li , a percorrere quei corridoi ora vi è solo il Cacciatore che, al contrario di Hans, e’ eccitato dall odore del sangue delle sue prede.

 

 

Modificato da Pentolino
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Berenika Venuše Starhemberg

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Ignoro l'ingresso delle mie sorelle, concentrando la mia attenzione sulle due nobildonne che mi ha presentato (per la seconda volta) Yulia. Faccio la consueta riverenza: sono una nobildonna anche io, ma giovane e non così addentro alla vita di corte. Molto meglio sembrare un po' più cortese di quanto non sia davvero.
"Certamente, ho già avuto il piacere di far la conoscenza delle vostre signorie. Sono lieta di vedervi in salute" i loro abiti sono tutt'altro che di mio gusto, addirittura vestirsi in tinta con i tendaggi! Ha ragione la grassona a parlare di grottesco, solo non si rende conto di far parte del quadro. 
"La Salle certo sembra dar pregio al proprio nome. Mi chiedo però se tutta questa ostentazione non sia un po' eccessiva, mia cara" dico rivolta a Yulia. Ecco che gioco la mia carta di giovane un po' ingenua, che serve alla sua dama la possibilità di qualche commento sarcastico e pungente. 
Più inoffensiva appaio alle due baronesse, più cose potrei venire a sapere da loro. Per conquistarle con il mio vero fascino ci sarà tempo: la mia personalità non è qualcosa da mettere in mostra davanti a chiunque, ma un gioiello che solo alcune persone avranno l'onore di vedere. 

 

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Stefan Starek

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' Beh, ovviamente... niente di grave... perché non vai a vedere tu, maledetto bastardo scansafatiche?', la mia mente galoppa, mentre già il mio corpo reagisce, in maniera quasi automatica. 

Libero la fronte dalla coltre di capelli incolti e serro Matka nel pugno destro. Sento a malapena il terreno malato battere contro le suole degli stivali, un sudore freddo che cola improvviso lungo il collo. 

'Spiriti del mondo, proteggetemi e datemi forza!

E dire che eravamo quasi arrivati...'.

Mi costringo ad avanzare ulteriormente, accelerando anzi il passo. Metto la mano sinistra a coppa, per schermarmi gli occhi, nella speranza di individuare con anticipo la causa del problema. Qualunque essa sia. 

'Magari sono davvero solo quei due soliti idioti!

Magari.

Certo, sì, come no?'.

Improvvisamente sento un gelo osceno strisciare lungo la mia schiena. 

 

Modificato da Ghal Maraz
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Magnus Arderne Dusl

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Eccomi qui, a questa gloriosa celebrazione dei capricci del visconte. Mi ripeto che devo restare a festeggiare un minimo, ma in realtà vorrei davvero che finisse presto e chi si è visto si è visto. A questo punto fare finta di divertirsi è meglio che non divertirsi e non nasconderlo.

Mi sento anche un po' a disagio senza il mio stocco, questo dice un mio fugace pensiero mentre mi appresto a rispondere a mio padre, con voce bassa.

"È un'occasione a dir poco assurda e di poco gusto, ma cercherò di divertirmi un minimo. Quando hanno intenzione di aprire le danze?"

Non vedo l'ora di danzare in compagnia di qualche fascinosa dama.

 

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Sherydan

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alle parole del professore mi alzo sistemando i miei appunti appena letti. Beh si, potrei, ma avrei bisogno di qualcuno esperto di storia antica ed edilizia per sopperire alle mie mancanze, la presenza di una pietra tanto importante potrebbe essere sinonimo di una costruzione passata, inoltre non credo faccia differenza ai membri della chiesa se a controllare ci va uno studente curioso o due. torno seduta e guardo gli altri compagni. Andarci dopo mangiato sarebbe un'idea ancora migliore. 

 

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@Ghal Maraz

 

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Cosa mai può essere successo di così grave da dover fermare la carovana di punto in bianco? Sperare che sia stata solo una scazzottata tra guardie mercenarie è l'unica opzione a cui aggrapparsi per non dover cedere completamente alla paura. Non c'è più posto, su Morian, nella fiducia per la vita e tu lo sai bene.
Arrivi dunque all'altezza della prima carrozza, dai cui tendaggi di tela grezza sbuca qualche sguardo spento dei profughi e dei loro scheletrici figli. Ti guardano tutti come se fossi trasparente, a loro forse nemmeno importa più di tanto di vivere o morire, l'istinto di sopravvivenza che arde nelle loro vene è un mero istinto meccanico che alcuni di loro probabilmente vorrebbero mettere a tacere.
"Che brutto affare ..." Senti la voce profonda e di gola di Aldur borbottare come un tamburo percosso.
"Si, proprio una bella merda" Gli fa da eco il giovane Jan. 
Quando lì raggiungi li trovi in una situazione ben diversa da quella che potevi aspettarti: affiancati l'uno all'altro con sguardi inquieti e un colorito di pelle slavatissimo, sono intenti a rimirare uno spettacolo a dir poco raccapricciante.
In mezzo al sentiero, a tre metri dalla prima carrozza, spunta un grosso pietrone nero come l'ossidiana e dalla consistenza identica a quella di una pietra lavica senza essere nessuna delle due cose. Il pietrone è chiaramente una di quelle conformazioni insolite che esistono su Morian sin dall'alba dei tempi, da quanto ne sai te quella è una delle ultime Petre-Ur rimaste. Le leggende narrano che siano state piovute dal cielo, andando a comporre anche la stessa Cattedrale del Santo Zekharia.
Ma non è la Petra-Ur la cosa davvero raccapricciante che si para dinanzi alla tua vista, bensì il corpo di un uomo sulla trentina, vestito con un saio bianco e conficcato su uno spunzone aguzzo del piccolo dolmen nero. L'uomo è indubbiamente morto dal momento che lo spunzone gli trapassa la testa sbucandogli dalle labbra spalancate in un urlo muto ed eterno. Gli occhi ormai ciechi fissano un cielo orrendo che nessun aiuto gli ha donato. Il lezzo di putrefazione e sangue secco rappreso impesta l'aria già pesante di suo.
"Dovremmo seppellirlo" Sentenzia Aldur, sistemandosi alla cintola il martello da combattimento. 
"Stefan, potresti aiutare Aldur a seppellire quell'uomo? Io ... io ... non ci riesco." Jan sospira e appoggia la schiena contro la carovana. Non conosci niente riguardo il passato del ragazzo, ma puoi facilmente intuire quante cicatrici, nonostante la giovane età di diciottenne, possa aver maturato. Eppure, a differenza di altri, non è riuscito a indurirsi. E' ancora debole, troppo molle per un mondo in rovina. 
"Forza Starek, vieni a darmi una mano" Ti esorta Aldur con voce grave

 

@Pippomaster92

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"Oh, in salute ... che carina che sei!" Ti fa eco la corpulenta Elsa, squadrandoti con sguardo colmo di zuccherosa tenerezza come se fossi una bambina appena nata. "Dove l'hai trovata una damina così, eh, Yulia? L'hai pescata da una collezione di bambole della scorsa generazione? Pensavo che non ne facessero più, purtroppo" Constata Elsa amareggiata.
"Già, ormai se vuoi una dama di compagnia ti ritrovi quasi sempre con una ragazza dai modi simili a quelli di uno scaricatore di porto. Hai avuto fortuna a trovarti una bambolina così graziosa" Sottolinea Ingrid, guardandoti a sua volta con occhi inteneriti e civettuoli. 
"Sono stata decisamente fortunata, me ne rendo conto" Ammette la tua protettrice. A quel punto i servitori iniziano a distribuire piatti e bevande, disponendo sulle tavolate la prima portata della serata: pasticcio in pasta sfoglia con formaggio di capra fuso, servito su un letto d'insalata. 
Alla tua osservazione, Yulia ridacchia divertita: "Eccessivo, dici? Oh, ma Berenika, l'eccessività può talvolta anche essere piacevole da guardare se ben realizzata, ma qui ci troviamo nel bel mezzo del regno della ridondanza oscena. E' come se un rigurgito di neonato fosse stato spalmato su questi pavimenti candidi e sulle tende."
"Mia cara, stiamo mangiando!" La rimbrotta Ingrid, sfarfallando i suoi occhietti vispi e suscitando il ghigno ilare di Yulia, che a sua volta inizia a sbocconcellare dal piatto.
Un tintinnio improvviso di bicchieri, proveniente dalla balconata infondo alla stanza, porta tutti al silenzio. Tre figure si affacciano sulla terrazza. La prima che noti è quella di Altfried Schoembergh, il secondogenito vescovo del visconte. E' giovane ma non si direbbe un ragazzo sui ventotto anni dal momento che pare una creatura senza età, al di là dei confini del tempo con il suo incarnato pallido, la sua folta barba bionda e la sua pelata ecclesiastica. Indossa la veste color crema dai fregi dorati che i vescovi sono soliti indossare di consueto. I suoi occhi sono palesemente braci ardenti di fastidio e ostilità.
La seconda che riconosci è quella di Alain Schoembergh, l'avvenente primogenito di trent'anni, erede del visconte e sposato con Miriam Hirenth, la figlia di un imprenditore edile attualmente non presente alla festa a causa del funerale di sua madre. 
Ma al centro svetta lei, la ragione d'essere della festa: Melania Gruskovnjac, la stupenda donna per cui il visconte ha perduto la testa. Inutile girarci intorno: la novella viscontessa è decisamente bella, dotata di un fisico statuario e di una spessa cascata di boccoli biondissimi che sta in coppia al suo sguardo azzurrino. Indossa un vestito rosa confetto completo di guanti e cintura a fiocco. Sorride senza contegno, come una bambina.
"Signori e signore, il mio nobile marito si unirà a noi più tardi. Mi auguro che tutto sia di vostro gradimento e ... ehm ... insomma, mangiamo!" Non solo è impacciata ma, dalla voce, capisci pure che è già un po' brilla. 
Schiocca le dita e da uno dei tavoli si alza una figura ben conosciuta nell'alta società di Jodram, trattasi infatti di René Saintcroix, l'affascinante bardo straniero alla corte del Conte in persona, il quale invece non è presente, come di suoi solito, alla festa. Atletico, dai capelli rossi raccolti in una lunghissima treccia e dalla barbetta scarlatta di media lunghezza, il bardo ha circa ventidue anni e veste con pregevoli abiti color porpora. Non appena si posiziona al centro della stanza, tutti lo guardano e lui, con il suo violino, inizia a suonare una musica celestiale. 

@nanobud

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"Probabilmente le apriranno dopo la cena. Che c'è, fratellino, sei già in vena di fare conquiste questa sera?" 
Tuo fratello ti da una gomitata scherzosa al fianco, suscitando il disappunto stizzoso di vostra madre che contrae le labbra come se avesse appena addentato un limone.
""Ragazzi, vi prego, la serata è già disastrosa di suo, cerchiamo di mangiare alla svelta e defiliamoci il prima possibile. Non voglio lasciare troppo a lungo le vostre sorelline sole in casa con la servitù"
"E' già tanto che ritroveremo una casa al nostro ritorno con quelle due pesti a piede libero" Borbotta il capo famiglia dei Dusl con il suo consueto umorismo cinico. 
"Bah, mi serviva una pausa dal lavoro" Rimbecca tuo fratello mentre addenta il pasticcio di formaggio e verdura che è stato appena servito all'intera tavolata dalla servitù.

Un tintinnio improvviso di bicchieri, proveniente dalla balconata infondo alla stanza, porta tutti al silenzio. Tre figure si affacciano sulla terrazza. La prima che noti è quella di Altfried Schrodimbergh, il secondogenito vescovo del visconte. E' giovane ma non si direbbe un ragazzo sui ventotto anni dal momento che pare una creatura senza età, al di là dei confini del tempo con il suo incarnato pallido, la sua folta barba bionda e la sua pelata ecclesiastica. Indossa la veste color crema dai fregi dorati che i vescovi sono soliti indossare di consueto. I suoi occhi sono palesemente braci ardenti di fastidio e ostilità.
La seconda che riconosci è quella di Alain Schrodimbergh, l'avvenente primogenito di trent'anni, erede del visconte e sposato con Miriam Hirenth, la figlia di un imprenditore edile attualmente non presente alla festa a causa del funerale di sua madre. 
Ma al centro svetta lei, la ragione d'essere della festa: Melania Gruskovnjac in Schrodimbergh, la stupenda donna per cui il visconte ha perduto la testa. Inutile girarci intorno: la novella viscontessa è decisamente bella, dotata di un fisico statuario e di una spessa cascata di boccoli biondissimi che sta in coppia al suo sguardo azzurrino. Indossa un vestito rosa confetto completo di guanti e cintura a fiocco. Sorride senza contegno, come una bambina.
"Signori e signore, il mio nobile marito si unirà a noi più tardi. Mi auguro che tutto sia di vostro gradimento e ... ehm ... insomma, mangiamo!" Non solo è impacciata ma, dalla voce, capisci pure che è già un po' brilla. 
Schiocca le dita e da uno dei tavoli si alza una figura ben conosciuta nell'alta società di Jodram, trattasi infatti di René Saintcroix, l'affascinante bardo straniero alla corte del Conte in persona, il quale invece non è presente, come di suoi solito, alla festa. Atletico, dai capelli rossi raccolti in una lunghissima treccia e dalla barbetta scarlatta di media lunghezza, il bardo ha circa ventidue anni e veste con pregevoli abiti color porpora. Non appena si posiziona al centro della stanza, tutti lo guardano e lui, con il suo violino, inizia a suonare una musica celestiale. 

@Pentolino

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La spigolosa e inquietante figura del vescovo Florentz ti attende di consueto nell'anfiteatro d'esecuzione, seduto sugli spalti più alti e intento a gustarsi lo svolgersi della prassi purificatrice. Entri nella sala e ciò che ti accoglie è un altro urlo straziato e prolungato, quello di un uomo fatto scivolare all'interno di una piscina di carboni ardenti posta al centro dell'anfiteatro. La carne è ormai completamente carbonizzata e nessuno potrebbe più riconoscere il volto di quell'individuo, ma d'altronde, entro il finire della nottata sarà solo cibo per vermi sotto terra. Le esecuzioni sono lente, dolorosi calvari di strazio purificatorio, eppure ... finiscono. La pace la si trova sempre infondo al tunnel della sofferenza.
Il tanfo di carne abbrustolita è qualcosa a cui tu sei abituato, tanto quanto alla vista che ti si prospetta dinanzi. 
Il vescovo Florentz si volta verso di te e ti fa cenno di avvicinarti e sederti accanto a lui. E' un uomo incredibilmente alto, la cui stazza si aggira addirittura qualche centimetro al di sopra dei due metri. E' spigoloso, ha un viso affilato senza alcun accenno di barba o capelli. Le sue mani sono ossute come il resto dello scheletri corpo celato sotto vesti nere adornate da fregi dorati: la tipica veste di un ecclesiastico membro del corpo inquisitorio.
"Hans, accomodati. C'è una cosa di cui ti voglio parlare ..." Esordisce lui con voce atona e piatta. La calma che si cela nell'animo del vescovo è qualcosa capace di far accapponare la pelle. Sotto, nello spiazzo dell'anfiteatro, l'uomo urla nuovamente mentre viene risollevato attraverso catene e corde alla vasca di carboni. Due grossi silenzianti, mascherati e nerboruti, stanno presiedendo allo svolgimento dell'esecuzione. 
"Mi è giunta notizia che in una chiesetta posta accanto al mercato, sia avvenuto uno strano ... fenomeno. Il pinnacolo della piccola cappella parrebbe capace di attirare a sé la luce" Spiega sommariamente il vescovo, tamburellando le dita scheletriche contro la pietra. Ti fissa senza sbattere le palpebre, i suoi occhi sono quelli di un cieco. 
"Controllerai per me se questo è un segno del Santo o solo un altro degli inganni partoriti dagli inferi?"

@Xolum

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"Già due degli studenti della cerchia interna aventi le suddette competenze stanno svolgendo indagini nella cappella" Ti informa la professoressa Fiona con il suo tono di voce perennemente spazientito e sbrigativo. Temporeggiare non è nelle sue corde.
"Ceneremo seduta stante allora" Afferma il professor Malcom, suscitando un'ondata di consensi rumorosi all'interno della stanza.
"Siamo ad un passo dal conoscere qualcosa di nuovo, ne sono più che sicuro. E tu, Sherydan, sarai una delle lingue di fiamma che arderanno sulla fiaccola prometeica che illuminerà la strada buia dell'ignoranza. Noi dell'Oculus ci apprestiamo a carpire segreti proibiti a chiunque altro, fidatevi delle mie parole"
La professoressa Fiona borbotta qualcosa di incomprensibile, scrollando il capo.

 

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Stefan Starek

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La morte non è cattiva. 

Non conosce perfidia, né sadismo. Non dà giudizi, non fa vacue promesse, non spergiura. 

La morte cammina con passo immutabile e raccoglie quanto le è dovuto senza ľavidità dei regnanti e la corruzione degli esattori.

La morte esegue il suo compito e non si ammanta mai di cupidigia. 

La morte è un infante eterno, che attira a sé ogni cosa e la sottrae al flusso del tempo, pura entropia priva di malvagità o secondi fini. 

'Questa è opera dell'uomo o delle bestie oscene che abbiamo lasciato entrare dalla porta. Quale delle due è impossibile da dire: facciamo schifo allo stesso modo', ragiono, scrutandomi attorno, ogni vago senso di umana empatia affogato nella miseria del nostro mondo, soffocato negli sguardi ciechi di un popolo ammalato di una peste eterna. La peste dell'anima. 

"Non abbassare la guardia, Jan. Se siamo fortunati, non è una trappola, ma è solo un povero disgraziato ammazzato dalla persona sbagliata"'Sbagliata? O forse da quella giusta... bastardo di un prete... conoscendo i tuoi fratelli, te la sei meritata tutta', di nuovo i miei pensieri scivolano via, imprudenti e folli. Il problema non sarebbe la morte, ma gli uomini e tutto ciò che mi farebbero prima.

Il problema non è mai la morte.  Il problema sono le teste conficcate a forza sugli spuntoni di roccia e le frustate ed i marchi a fuoco e le ossa rotte e la cera bollente e le correggie di cuoio ed il sale sulle ferite e la sete che spacca le labbra e la pelle scorticata e...

"Oppure un avvertimento. Se è un avvertimento o una trappola, rischiamo di farci ammazzare anche noi come dei cani. Non so, forse sarebbe anche divertente farsi ammazzare qui, a due passi dalla salvezza", aggiungo, una soffocata nota di ironia sospesa sopra l'ultima parola. 

Scrollo la testa ed infilo Matka nella cintura, sulla schiena. Estraggo un pezzo di stoffa stracciata da sotto il giubbotto e lo appoggio sulla testa marcescente del cadavere. Non per coprire gli occhi - un atto di pietà che non ha più senso, qui, alla fine del mondo -, ma per impedire alla merda puzzolente che gli fuoriesce dalla pelle di sporcarmi i palmi. Non è rimasta abbastanza acqua da dissetare noi poveri rifiuti, qui fuori. Figuriamoci se ce n'è per lavarci via ľolezzo di putrefazione. 

Serro le mani attorno alle sue tempie, contraggo le braccia grosse come tronchi e tiro, mormorando nella mia testa una preghiera agli spiriti inquieti della natura. 

 

 

Modificato da Ghal Maraz
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Hans Landa

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Giungo finalmente dinnanzi a colui che mi ha convocato. Il vesco Florentz mi attende nell anfiteatro delle esecuzioni dove ciò che resta di un uomo è fatto entrare ed uscire in una vasca piena di carboni ardenti.

La maestria del torturatore è riuscita a dilungare l angonia della sua vittima fino ad oltre i confini della natura umana, nessun corpo, ridotto in quello stato, dovrebbe avere ancora in se’ le forze e l aria necessari ad emettere quelle grida strazianti.

Attendo in silenzio che l alto prelato mi inviti ad avvicinarmi estraneando dalla mia mente le immagini che i miei occhi sono costretti a vedere.  Quando finalmente vengo invitato a sedermi lo faccio in maniera composta tenendo i palmi delle mani sulle mie ginocchia e stando ben ritto con la schiena.

Se la morte avesse una voce avrebbe il tono freddo e piatto del vescovo Florentz

Le mani di questo povero peccatore solo al servizio del Santo vostra eccellenza reverendissima,  se vi è stregoneria dietro questo strano fenomeno io lo scopriro ed affiderò i responsabili alla giustizia terrena”

ripeto questo ritornello da anni ormai, senza mai chiedermi se veramente credo a ciò che sto dicendo, daltro canto, a volte l ignoranza è un dono

A chi è affidato il gregge di quella piccola chiesa eccellenza?”

 

 

Modificato da Pentolino
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@Ghal Maraz

 

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Jan, in un primo momento, sembra sollevato dalle tue parole che giungono come un fiume fresco di conforto dissetante. Eppure, al tuo solo ipotizzare la presenza di una qualche trappola, ecco che il ragazzo torna nuovamente ad imbastire uno sguardo da cerbiatto spaurito. Lo hai visto in circostanze migliori: impetuoso e imprudente difronte a ciò che è noto e poco complesso, sei abituato a conoscerlo come un ragazzo appassionato e testa calda. Eppure hai avuto più volte modo di constatare quanto impaurito dall'ignoto e dalla morte lui possa essere, soprattutto se la seconda proviene per mani incerte e invisibili. Il sospetto che abbia incontrato faccia a faccia un Vilesangue, o più di uno, è normale che sorga spontaneo. Di sicuro la sua mente non ha retto l'orrore di qualunque cosa lui abbia visto e le conseguenze della paura si fanno strada in lui ogni volta che dorme. Lo hai sentito tante volte piangere nel sonno e gridare nomi. Familiari, amici, conoscenti ... non lo sai, non puoi, ma senti chiaramente l'odore della perdita e della solitudine aleggiare come un lezzo mortifero attorno al corpo di quel ragazzo. 
"Io allora ... vi aspetto qui"
Si tira indietro, si fa in disparte. Lascia che tu ed Aldur sbrighiate quella gravosa faccenda da soli e, probabilmente, tra tutti i mercenari assoldati per fare da guardia alla carovana tu sei quello più adatto ad occuparti di simili faccende. C'è qualcosa che scorre in te, un fiume viscerale che ti tiene sempre in contatto con quel senso di sacro tipico di un uomo delle tue terre. Non hai mai dimenticato le tue radici e il sangue che ti plasma grida vendetta, stringendo tra i denti un nome. Quello di una Madre.
"Che pezzi di merda" Sbotta Aldur con il suo fare ursino mentre tu levi la tua silenziosa preghiera ai silenti protettori silvani. "Chi è tanto schifoso da fare una porcata del genere? Ah, mi verrebbe una voglia tale di spaccare la testa a chiunque sia stato ..." E' fondamentalmente un buon uomo l'imponente Hollent che sta a guardia della prima carrozza. Padre di famiglia con una moglie e una figlia che lo aspettano a Jodram, è una macchia di bonaria purezza in mezzo a tutto quello sfacelo marcescente che diventato il mondo. 
La tua mano passa sulla pelle del cadavere, ma forse qualcosa ... non è proprio come sembra ...
Percepisci la carne gelida tipica di un morto, una carne che dovrebbe dunque essere immobile, abbandonata a se stessa. Ma così non è. L'uomo stra tremando ...
 

Spoiler

31 al test automatico di Percezione! (successo)

 

 

@Pentolino

 

Spoiler

Il vescovo non può vedere i tuoi lineamenti, disconosce il tuo aspetto e ignora qualsiasi dettaglio fisico della tua persona. I suoi occhi velati e senza luce paiono tuttavia scrutare più a fondo della mera realtà sensibile. Sono occhi di chi conosce con affilata chiarezza le anime di un gregge infinito.
Ti sorride e quando lo fa è ancora più raccapricciante di quando è serio: le sue labbra sono rasoi che si piegano e si flettono con movimenti meccanici, preludio di altre urla straziate emesse dall'uomo carbonizzato.
"La cappella è affidata alla giovane sacerdotessa Lenka ed è consacrata al Santo Julianus, il nostro amatissimo protettore d'anime e silenzio, fratello del Martire. Pare che la sua quiete sia stata turbata da qualcosa. Non credo che la cara Lenka abbia nulla a che fare con ciò, ma ... avrai modo di interrogarla sul posto" Si umetta le labbra secche con la sua lingua aguzza.
"Solo una cosa ... mi sono giunte notizie piuttosto fastidiose. L'Università sembra aver mandato un paio dei suoi studenti per analizzare il fenomeno. Hanno una licenza, naturalmente, ma il tuo è un ordine superiore: se interferiscono con le tue indagini non esitare ad arrestarli"
Sentenzia lui per poi voltarsi in direzione del macabro spettacolo che si sta consumando sotto i suoi occhi ciechi. Per lui questi suoni sono godimento puro. 

 

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Hans Landa

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Le mie parole sembrano aver compiaciuto l alto prelato. Un sorriso distorce i suoi lineamenti, le labbra, sottili come lame di un rasoio, assumono una curva grottesca, persino in un espressione rilassata l unica sensazione che il vescovo riesce a trasmettere e' di assoluto terrore e disagio.

"Prendero' contatto con sorella Lenka vostra eccellenza, sono sicuro che una sacerdotessa timorata non avra' nessun problema a confidarsi con con questo povero peccatore che gode della vostra fiducia e che esegue la volonta' del Martire che voi in terra rappresentate."

di nuovo quello strano ritornello

"Riguardo l universita', l uomo dovrebbe capire che scavare troppo a fondo porta solo a circondarsi di oscurita', scopriro' cosa sanno e fino a dove si sono spinti e se oseranno contrastare il vostro volere ne subiranno le conseguenze."

concludo avvicinandomi al chierico per baciarne la mano come da rituale

"Prego affinche' il Martire possa illuminare la mia strada e dirigere il mio sguardo li dove il male si annida"

 

 

Modificato da Pentolino
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Stefan Starek

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Sopprimo un brivido mentre mi mordo la lingua, in maniera quasi dolorosa, per non bestemmiare il nome del Santo. 

Mi accorgo a malapena del sapore ferroso che impregna la mia bocca, il calore rubino del liquido che preme, gonfio e pungente, tra i miei denti. 

Quella oscena sensazione mi prende nuovamente a calci nello stomaco... e questa volta ne comprendo l'origine. La bile si smuove ed un conato vagisce come un poppante affamato dentro di me. 

Guardo l'enorme volto, quasi fanciullesco, di Aldur. E un qualche meccanismo si inceppa nella mia testa, costringendomi a visualizzare quella famiglia che lo aspetta a casa. A due passi da qui. Quella famiglia di cui parla quasi ossessivamente, l'unico ragionevole argomento di conversazione per chi ha ancora qualcosa da perdere. Veramente, soltanto, a due passi da qui. 

La mia mente si allunga fino alla escrescenza urbana di Jodram, così presa nella superba illusione di poter sopravvivere all'ultima pagina del libro. 

Mi dispiace per Aldur. Siamo già tutti morti, sebbene ci ostiniamo a dissimulare il contrario, ma... come farà quella sua famiglia, senza di lui?

Il meccanismo infine si sblocca, mentre sputo sangue saliva succhi gastrici in un fiotto quasi caleidoscopico di orrore. 

Lascio andare la testa ed indietreggio, arrancando inciampando alla cieca, una marionetta sbattuta a terra dalle sevizie narrative di un regista  teatrale malato di mente.  

Sto ancora osservando Aldur, non sono riuscito a spostare lo sguardo da lui, nemmeno per un secondo. I miei occhi non vedono più il suo volto gioviale, ma soltanto una maschera di pelle incartapecorita aggrappata a malapena al cranio.

"È ancora vivo...", sussurro. La mia frase non ha alcun senso e propro perciò, forse, mi costringo a ripeterla: "È ancora vivo".

Riesco a contare le gocce di sudore freddo sul collo. 

 

 

Modificato da Ghal Maraz
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Sherydan

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annuisco finendomi di segnare le informazioni per poi guardare imbarazzato il professore...Si...grazie mentre i miei occhi dicono perfettamente come posso essere a disagio con questa responsabilità ma si sa che per quanto vorrei vorrei una vita normale non è il mio destino

 

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Berenika Venuše Starhemberg

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Arrossisco ai complimenti che mi vengono fatti, come si confà al personaggio che mi sono creata: la timida e pudica ragazza.

"Ringrazio le vossignorie per i complimenti...dovreste complimentarvi con dama Yulia, è lei che mi sta istruendo nelle buone maniere" aggiungo un sorriso imbarazzato, giusto per rincarare la dose.

Il discorso si interrompe per qualche istante, quando i due figli del visconte e la loro matrigna fanno la loro comparsa. Nessuno dei de uomini sembra particolarmente contento di trovarsi qui, mentre la giovane donna è chiaramente fuoriposto. Per poco non mi scappa un commento salace sul suo stato, ma meglio restare tranquilla e sondare il terreno. Immagino che nessuna delle tre dame abbia in simpatia questa prostituta glorificata, ma chissà cosa potrei scoprire con un po' di attenzione.

Getto quindi l'esca con un commento ingenuo "La nuova moglie del visconte è certo una donna molto bella, non trovate?"

 

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Magnus Arderne Dusl

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"Stasera ho semplicemente voglia di danzare, e lasciarmi alle spalle tutte le parole scambiate quest'oggi. E i malumori, in quanto la danza non ammette né odio né mestizia. Se poi si presenta una buona occasione..."

Noto il disaccordo tra noi figli e i nostri genitori. Il loro fastidio circa il rimanere è fondato, dopotutto il visconte ha infangato il suo nome e quello della nobiltà con esso. Ma a parte questo, la festa sembra ben riuscita.

Vorrei dire qualcosa all'orecchio di mio fratello, ma sarebbe maleducato e mi trattengo, e quindi continuo a banchettare.

Dopo una manciata di minuti fanno la loro apparizione Altfried e Alain Schrodimberg e con loro la sposina del visconte, che fa un breve annuncio, molto informale.

Quindi entra in scena anche René Saintcroix, il bardo del Conte. Molto apprezzato e senza dubbio talentuoso, ma non è il mio preferito.

Piuttosto sono infastidito dal modo con il quale deve cominciare la sua esibizione.

"Povero Saintcroix, servito insieme ai piatti..."

 

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