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[TdG] Something Wicked This Way Comes


Ghal Maraz

Messaggio consigliato

Topic di gioco della prima avventura della campagna "Terror of the Darklords" per il GdR "Lone Wolf Adventure Game" della Cubicle 7. 

Alcune regole:

- il Narratore scriverà tutto al passato, in terza persona;

- i giocatori possono scegliere se presente o passato e se prima o terza persona;

- i post dei PG devono iniziare col nome del personaggio in grassetto sottolineato;

- le azioni vanno scritte in carattere tondo;

- i pensieri vanno in corsivo e aperti e chiusi dalla virgoletta alta singola ( );

- i discorsi diretti vanno in grassetto e aperti e chiusi dalle virgolette alte  ( );

- tutto ciò che è "out of character" (tiri di dado, chiarimenti, regole, domande...) va messo sotto spoiler;

- tutti i tiri di dado verranno risolti dal Narratore.

Vi prego di sottoscrivere questo thread. 

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  • 1 mese dopo...

3 Ansus PL 5000, Liodag

Alrik, Knut, Wekar

Spoiler

 

La nave infrangeva i flutti vorticosi del mare, per l’ennesimo, identico, noioso giorno. Da quando l’imbarcazione era salpata da Ljuk, il tempo era trascorso lento e costante. Una goccia di eternità dietro l’altra. I ghiacci di Kalte avevano già iniziato a stringere la loro morsa verso la costa, quando il legno sommerliano aveva lasciato l’attracco, preso da una certa urgenza ad abbandonare la landa del gelo, lassù al nord.

“Hestangor non perdona, quest’anno”, si scambiavano la parola i rozzi marinai del mercantile, scrutando il cielo, imprecando e sputando a terra, per scongiurare il malocchio. Il malocchio non perdona, in mare.

Hestangor significava autunno, avrebbero poi appreso i tre.

Quella nave aveva una ciurma provata, esperta. Però, il viaggio d’andata aveva ridotto il numero degli uomini a bordo. Il Kaltersee è una bestia implacabile. Capitan Zoran ne portava tutti i segni. Schegge di mare incise nei solchi rugosi della pelle, diventata bruna per il troppo sole, ruvida per il troppo sale, lacera per le troppe battaglie. Un passato da marinaio della Flotta Reale, aveva detto ai tre stranieri, quando li aveva trovati, ubriachi e ciondolanti, persi nell’indolenza di una squallida taverna di Ljuk. Non che a Ljuk esistesse niente di diverso dallo squallido o dal misero.

Le ricchezze, a Kalte, stavano altrove.

Zoran avanzò ai tre improbabili compagni di bevute la proverbiale offerta irrinunciabile. La “Rugiada Nera” era sguarnita. Aveva un equipaggio scarso, sufficiente a malapena per salpare e seguire la rotta, ma troppo a rischio, di fronte a qualsiasi pericolo diverso dalla bonaccia o dal fortunale. Li aveva assunti, quei tre. Un passaggio via mare fino al continente. Fino alla fertile Sommerlund. Lontani da quella terra che li aveva masticati e sputati via.

Il Kaltese sarebbe stato un buon mozzo, con quei muscoli e con la tenacia di una stirpe capace di solcare le piane innevate con gli sci ai piedi ed una semplice pelliccia sulle spalle. Qualsiasi lavoro di fatica, anche di notte, anche al gelo… non ci sarebbero stati problemi. Lo poteva giurare, il buon capitano. E lo fece, sputandosi sulla mano e stringendo quella del Barbaro dei Ghiacci. Un buon mozzo. Ed un feroce assaltatore, ce ne fosse stato il bisogno.

Il Drodarin sarebbe stato una buona vedetta. Occhi di falco, sicuramente. Quel micidiale moschetto la diceva lunga. Un mercenario… ed un tiratore. Nessuno fa il tiratore, se gli manca la materia prima, la vista. E da lassù, sulla coffa… magari avrebbe potuto anche esplodere qualche buon colpo.

Infine… l’uomo del sud. Dalla pelle scura. E gli occhi con quel taglio particolare. L’accento era tutto sbagliato ed i vestiti pure. Ma il capitano sapeva riconoscere un marinaio. Un buon marinaio. Anche uno scaraventato dalle onde della propria vita sulle secche dell’esistenza. Zoran gli avrebbe persino potuto offrire un posto permanente sulla sua bagnarola, se il pellescura si fosse dimostrato capace come sembrava. Ma ben presto fu chiaro che quei tre condividevano lo stesso sangue.

E non solo per il giuramento che si erano scambiati. I patti di sangue non avvengono quasi mai per caso.

Il viaggio, comunque, era andato anche meglio del previsto. Nessun ostacolo, nessuno scontro. Solo, la corrente ed i venti avevano fatto loro uno strano scherzo.

Quando Alrik si avvide della terraferma, il capitano chiamò il Primo Ufficiale e si scambiarono pareri. Troppo a ovest. Anskaven era più ad oriente, ma le provviste scarseggiavano ed era necessario rifornirsi, magari vendendo già parte del carico.

Toran. Sarebbero sbarcati a Toran.

La nave ondeggiava, lenta, mentre le cime venivano tirate, i sacchi messi fuoribordo per attutire le botte contro la banchina.

Zoran si avvicinò ai tre: “Ebbene… avete deciso cosa fare? Sbarcate e restate qui, o proseguite con noi, quando avremo completato i rifornimenti?”.

Li aveva presi da parte tutti assieme. Tanto, lo sapeva, la loro risposta sarebbe stata la medesima.

 

 

 

Spoiler

 

Fistandantilus

Spoiler

 

“Ragazzo, oggi tu sei uno di noi non solo nel cuore e nello spirito, ma anche nei tuoi doveri… e nelle tue potenzialità”. Il vecchio Drayus prese Fistandantilus sotto braccio, conducendolo verso la balconata del terzo piano. La Confraternita era ospitata in uno degli edifici più imponenti e magnifici di Toran. Quella mattina, per quanto già gelido fosse, il sole si rifletteva sui vetri e sulle acque della città, regalando alla vista dei due interlocutori uno spettacolo mozzafiato.

Il ragazzo era appena stato ufficialmente annoverato nei ranghi della antica corporazione arcana non più solo come un bussante, un apprendista, ma come un Fratello a tutti gli effetti, per quanto ancora impreparato. A breve gli sarebbe stato assegnato il suo primo incarico.

“Respira quest’aria, ragazzo mio… so per certo che a breve ti verrà domandato di lasciartela alle spalle…”, disse vagamente l’esperto istruttore, che aveva plasmato Fistandantilus come creta molle nelle sue antiche mani. “Non rifiutare ciò che ti verrà proposto… per quanto possa sembrarti banale. L’onore arriverà col tempo e con l’esperienza. E con essi soddisferai la tua sete di avventura. Sì… e forse non tutto è come sembra”, concluse il vecchio, con un’aria quasi incantata che traspariva dai suoi stanchi occhi acquosi.

Ma, al solito, la sapienza del vecchio insegnante diceva il vero. Poco dopo, Fistandantilus venne convocato da un superiore, di nome Savir. Un severo, austero Fratello esperto, di poche primavere più vecchio del giovane nuovo mago, ma già di comprovata fiducia. Gli bastarono poche parole: “Scendi al porto e chiedi di un uomo di nome Deian. E’ un mercante, lo conoscono più o meno tutti. Fai in fretta e consegnagli questa missiva”. Savir congedò Fistandantilus con un gesto secco, porgendogli in mano una pergamena arrotolata. Savir non era mai stato definito simpatico da alcuno.

Nessuna altra istruzione, però. Fistandantilus sarebbe dovuto andare da solo, a scoprire quanto potesse essere complicato trovare un uomo noto a tutti.

La vita vera cominciava così, nell’apparente banalità di una faccenda quotidiana.

 

 

Spoiler

@Landar Mi manca il nome del tuo PG.

 

@Tutti

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Scusate tanto, iniziamo!

 

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Knut

- Con Arik e Wekar

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A seguire Alrik si andava sempre a finire cosi, aveva pensato piu' volte il gigante del nord. Da quando il Drodarin gli aveva salvato la vita si erano trovati piu' volte in situazioni scomode, ancor di piu' in situazioni dove l acol aveva preso il sopravvento sui loro sensi.

Sebbene fosse grosso quanto un armadio, aveva scoperto a sue spese che reggeva malissimo la leggera birra che tanto amava il suo buon amico che al contrario, era capace di mandarne giu boccale dopo boccale fino a domandarsi come ci potesse stare tanto liquido in un individuo cosi piccolo.

Fu durante una di quelle sonore bevute che Capitan Zoran li ingaggio' come equipaggio della Rugiada Nera. Non che nessuno di loro avesse mai avuto passate esperienze come marinai ma una paga, cibo ed un posto dove dirigersi erano stati argomenti sufficientemente convincenti ad accettare la proposta ed imbarcarsi.

"Tu sarai il mozzo"

Gli era stato detto. In un primo momento aveva pensato che si trattasse di un qualche tipo di rito di iniziazione tipico dei marinai, ne aveva visti diversi girovagare per i moli di Ljuk, chi senza un orecchio, chi con un uncino al posto della mano chi addirittura con parti di mobilio al posto delle gambe. Aveva pensato che, a chi saliva su una nave, andasse mozzato qualcosa..per buona sorte...da li la parola mozzo.

Quando capi che in realta' il mozzo era il tutto fare della nave e che non gli sarebbe stato asportato nulla  ci rimase un po male...nella sua cultura le cicatrici erano un grande onore e sperava di mostrarne di nuove al suo ritorno nelle fredde lande del Kalte.

Non si fece di certo onore durante i primi giorni di viaggio, non era abituato al dondolio di una nave ne tantomeno agli scossoni di una nave sotto la tempesta, passo' gran parte della prima settimana aggrappato ad una delle murate a vomitare o piegato a terra sul ponte a ripulire quando non era in grado di correre abbastanza velocemente da rimettere fuori bordo.

Tuttavia superati i primi giorni la vita sulla nave aveva iniziato a piacergli , il capitano lo trattava con rispetto ed ora che erano giunti a destinazione era felice di avere un posto dove tornare qualora non avessero trovato a Toran quello che cercavano...qualunque cosa fosse.

Alla domanda del capitano gurado' i suoi due compagni di viaggio con un espressione dubbiosa mentre si preparava a rilasciare la grossa catena che avrebbe fatto scendere la pesante ancora

 

 

 

 

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Fistandantilus

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Le parole del vecchio Dreyus non potevano che farmi piacere: il mio anziano Maestro è sempre stata una persona molto gradevole anche dal punto di vista umano

Lo stesso non si può dire di Savir ma non tutti possono essere persone simpatiche: faccio quindi un cenno di assenso nella sua direzione

Grazie, Fratello Savir dico prendendo la missiva dalle sue mani e uscendo dal suo studio, puntando subito verso la zona portuale della città di Toran

 

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Wekar figlio di Noak

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Le navi sono sempre navi, ma il clima e il tempo non è lo stesso ovunque. Wekar aveva sempre amato navigare, ma il freddo clima del nord lo aveva davvero segnato

Guardò gli amici sorridendo "Capitano" disse "parlo per me e non per i miei amici. Ho un debito nei suoi confronti, in quanto ci ha permesso di muoverci dal profondo nord e raggiungere questa terra. Ora io questa terra vorrei visitarla."

Si voltò verso gli altri due "A me piacerebbe scendere, ma noi siamo legati" disse "Voi che fate?"

 

 

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Alrik Ranulfsson

- Con Knut e Wekar

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Dannate tinozze sommerliane!

Negli ultimi tempi,era stata una delle mie imprecazioni preferite. I drodarin non erano fatti per viaggiare su simili gusci di noce,proprio no....

Però dovevo tenermelo,era stata una mia decisione; chissà cosa pensavo di trovare a Kalte, forse tesori grandiosi, o sfide memorabili.

Niente di tutto.ciò, anche se qualcosa, alla.fine,ero.riuscito.a trovare.

Il grosso e gelido Knut,ed il moro ed enigmatico Wekar,uomo del sud. Con il primo aveva contratto un legame di sangue, centrando in pieno una grossa tigre delle.neve,o.come.diavolo la.chiamano da quelle parti. Un colpo.netto,pulito,che ha permesso al gigante dei ghiacci di riprendersi e finire la.bestia. Da allora non finisce mai di ringraziarmi,e non smetto mai di ricordagli quanto diamine vale la polvere da sparo ed un proiettile.bor!

Per la traversata,avevo ben avvolto il moschetto bor, le munizioni e la polvere.nera in numerosi strati di tela incerata, in modo.che, se malauguratamente fossi finito in mare, sarei morto.di certo,ma.almeno.non avrebbero potuto dire che le.miei munizioni erano.inservibili!

Dall'alto della coffa avviso il capitano della.terra in vista; scendo quindi con estrema calma, imprecando tra gli sbuffi della.pipa,che ho mantenuto testardamente in bocca

Arrivo.sbuffando.quando.ormai stiamo per.approdare, avvicinandomi agli altri due

"Pur volendo,capitan Zoran,la mia scorta di pazienza è giunta al termine. Credo proprio che scenderò qui....allora capitano,che si fa da queste parti? Guerre? Scaramucce? O è tutto tranquillo?" dico appoggiando il grosso moschetto.sulla spalla destra,e portando alla.bocca la fidata pipa,intagliata nel.legno di ciliegio,ricca di decorazioni

 

 

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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Fistandantilus

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La città di Toran si aprì alla vista del giovane confratello. I colori ed i suoni di uno degli insediamenti più grandi e vitali del Sommerlund lo accolsero a braccia aperte, invitandolo ad unirsi a loro come una seduttrice. 

Gli apprendisti non avevano tradizionalmente molte occasioni per gironzolare lungo le vie, liberamente e su mandato della Confraternita stessa. Fistandantilus prese il passo e si mosse sicuro verso la zona del porto, che raggiunse in breve tempo.

A quell'ora del mattino, le banchine erano affollate ed i mercanti si mischiavano ai portuali, ai residenti, ai marinai ed ai bottegai in un confuso intreccio di voci e colori. 

Le narici del giovane mago vennero investite del lezzo pungente di pesce ed acqua salmastra, di legno calatafato, funi intrise di umido ed alghe marcescenti.

Alrik, Knut, Wekar

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"C'è guerra dappertutto, nel Magnamund, messer Alrik", rispose il capitano, in tono tra il serio ed il canzonatorio. Si grattó poi pensosamente la barba ispida, ormai visibilmente incolta per i troppo lunghi giorni di navigazione. 

"Ma vi sconsiglio di piantare grane nel Sommerlund, ragazzi... Soprattutto voi tre, che non è che ci mettete proprio un attimo a nascondervi tra la folla e scomparire!". Zoran gracchió una fragorosa risata, mettendo in mostra i denti resi giallastri dal troppo fumo e dalla scadente dieta dei marinai. 

"Comunque, se cercate guai e magari volete anche essere pagati per farlo, potete provare a vedere se c'è qualche stupido mercante che ha deciso di farsi tagliare la gola per un po' di quattrini... qualcuno che va a sud, verso le miniere, sperando di rimediare qualche affare, c'è sempre. 

Altrimenti, se volete cacciarvi veramente nei pasticci, provate a sentire dalla Confraternita. Coi Maghi va sempre a finire male...

Ma io vi consiglio di restare con noi. Le vostre braccia ci farebbero comodo!".

 

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Knut

Con Alrik e Wekar

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Finisco le manovre per ormeggiare la barca mentre con un orecchio presto attenzione a quello che dice il capitano e con l altro a quello che dicono i miei due compagni di viaggio.

L amico colorato si era dimostrato valido in piu' di una occasione, aveva braccia forti e una mente sveglia, mi piacerebbe continuare a viaggere insieme a lui, conosce molte storie . L uomo piccolo al contrario, e' piu' lamentoso del sedere di un guerriero dopo una mangiata di carne vecchia e lo strano  bastone che porta sempre con se altrettanto rumoroso e puzzolente, ma il debito che mi lega a lui  va oltre il piacere delle compagnia.

Sputo a terra quando il capitano parla di maghi. Non sono ancora molto pratico della lingua del sud, suona un po' come i lamenti delle femmine quando spegni le candele e gli salti addosso ma la parola mago e' una delle prime che ho imparato.

"Anch io ho bisogno di camminare per un po', dondolare sull acqua e' stato bello ma ora e' tempo di tornare sulla terra"

faccio eco alle parole del mio amico colorato

"Ma niente maghi! Con quelli li sai quante braccia hai quando inizi a parlarci ma non quante quando lasci la loro tenda..."

mai fidarsi di un uomo che va in giro vestito come una donna 

 

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Wekar figlio di Noak

@altri

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Wekar sorrise "Abbiamo deciso quindi" disse "ho apprezzato molto navigare al suo comando, capitano. Amo il mare e l'esperienza fatto con lei mi ha aiutato a crescere."

"Ora però i miei doveri vanno verso i miei amici. Le auguro buona fortuna" concluse

 

 

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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Knut, Alrik, Wekar

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Il capitano esplode in un'altra delle sue assordanti risate, gli occhi strizzati in una espressione indecifrabile. 

"Va bene, va bene... sareste stati una ciurma insopportabile, sempre lì ad aspettare di spaccare teste... Toglietevi di mezzo e lasciateci lavorare adesso, che mi fate fare brutta figura con quei topi di fogna dei miei uomini. 

Andate a raccattare un po' di sbobba e di birra annacquata da 'Madama Jenna'. Non vi sbagliate, è l'edificio più squallido e malridotto nel quartiere. Ma se ci andate a nome mio, avrete una pessima pinta di bionda ed un piatto di zuppa gratis. 

Dopodiché, vi consiglio di finire di ubriacarvi alle 'Braccia del Marinaio'. Lì, oltre ad esaurire quei pochi soldi che ancora avete, forse scoprirete come farvi ammazzare. 

Ed ora levatevi di torno, perdigiorno!".

I tre furono congedati così, senza nemmeno un saluto, ma con un indice spianato a mostrare la via. 

@Landar

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Ti tengo ancora un paio di giorni in standby, scusa: il tuo PG è leggermente fuori sincrono, ma ci siamo quasi. 

 

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Alrik Ranulfsson

con Knut e Wekar

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Guardo torvo Zoran, facendo alzare uno sbuffo molto più alto degli altri dalla pipa

"Ringrazia che ti ho preso in simpatia, gaglioffo. Non accetto che mi si parli così..." dico indicando verso il capitano, mettendo il mostra la lucida canna del moschetto bor e mostrando tutto il mio essere malmostoso

"Andiamo, ragazzi. L'aria qui intorno comincia a puzzare..." dico agli altri due, voltandomi e dirigendomi verso il Braccio del Marinaio.

Alrik Ranulfsson non si faceva chiamare perdigiorno dal primo che capitava, questo era poco ma sicuro!

 

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Knut

-Con Alrik e Wekar

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Le parole del capitano  mi confondono un po' , i posti nominati sembrano tutti molto brutti e non capisco per quale motivo dovremmo andarci. 

"Piccolo uomo tu e' meglio se stai lontano dalla piscetta gialla con la schiuma! L ultima volta ho dovuto toglierti di dosso 4 persone arrabbiate con te per via di quesioni sulle loro sorelle che non ho ben capito."

dico sistemandomi zaino ed equipaggiamento sulle spalle

"Andiamo a mangiare qualcosa, spero abbiano stufato di Yak e latte fermentato. Le donne e i vecchi mangiano pesce molliccio tutti i giorni...non i maschi! Gli shamani del mio villaggio dicono che se un guerriero mangia pesce troppo a lungo diventa debole ed  iniziano a crescergli le mammelle come alle donne..."

il tono della voce era serio e preoccupato

 

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Wekar figlio di Noak

@altri

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Wekar scosse la testa alle parole di Alrik. "La ringrazio ancora capitano" disse "e spero di rinocontrarla" aggiunse stringendogli la mano

Poi raggiunse i due compagni "Va bene" disse "E' presto per andare a magiare. Andiamo prima alla taverna a cercare un lavoro"

E si mise a guardarsi intorno per capire come fosse quella città straniera

 

@Master

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Non so bene che tiro dirti di fare...

 

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Fistandantilus
 

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Le vie della città di Toran mi sono familiari ma è sempre un piacere poter uscire dalla sede della confraternita e assaporare visioni e odori della città, anche se, spesso, questi ultimi non sono molto gradevoli. Come accade una volta che sono al porto: l'odore di pesce marcio e del legrno catramato mi riempie subito le narici; storco il naso poi mi guardo intorno, infine mi muove verso un crocchio di mercanti

Buongiorno signori esordisco quando sono abbastanza vicino e dopo aver aspettato il momento buono per parlare Cerco un uomo di nome Deian, lo conoscete per caso?

 

 

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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Fistandantilus 

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Gli uomini guardarono il Confratello, un attimo interdetti: sembravano quasi sorpresi dalla domanda. Fistandantilus capì ben presto il perché: "Ragazzo... Deian non tratta... cose magiche. Non so se mi spiego. Sicuro che cerchi lui?

Comunque, ultimamente, a dirla tutta, sembra più strano del solito... Come se avesse qualche grillo per la testa... secondo me ti conviene farti un giro per le locande e chiedere in giro. Qualcuno che oggi l'ha visto, lo trovi sicuro. In passato, ti dicevo senza dubbio di cercarlo alla banchina... ma da quando gli si è affondata la nave, non è più lo stesso!

Ci vediamo, ragazzo!". La brava gente di Toran era sempre ben disposta verso i Confratelli: forse per rispetto, forse per... prudenza. 

Alrik, Knut, Wekar

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I tre improbabili compagni raccolsero le loro misere cose e si avviarono. Dopo la desolazione spoglia di Kalte sul limitare dell'autunno, lo squallore dei quartieri peggiori di Ljuk e la monotonia cerulea del Kaltersee, il caleidoscopio vitale e prospero di Toran li accolse a braccia aperte, quasi soffocandoli col suo splendore. Seconda città del Sommerlund ed una delle perle dei Regni Liberi, Toran era nota in gran parte del Magnamund Settentrionale per la sua gloriosa civiltà ed il suo ordinato benessere. 

Mentre si muovevano nel dedalo affollato di strade, il Drodarin, lo Shadaki ed il Kaltese si scoprirono più impressionati del previsto di fronte ad una delle città più magiche del mondo. Ben presto il torpore della sorpresa, tuttavia, si spense e, a furia di domandare e sbagliare  direzione, i tre si ritrovarono di fronte all'insegna ben riconoscibile de "Le braccia del marinaio". Era passata da poco la metà mattina. 

Quercia Ardente

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Quella mattina, il giovane Kai era stato destato prima del solito. Ricevuti da poco gli onori del rango che lo aveva sollevato dallo status di Novizio, Quercia Ardente era impaziente di essere messo alla prova sul campo. Tuttavia, per il momento, era costretto ad un incarico di routine. 

Accompagnare il Maestro Corvo Tagliente in una missione diplomatica presso una dei tanti consolati stranieri ospitati a Toran. Quercia Ardente non ricordava nemmeno quale: nell'ultimo mese, aveva seguito il Kai più anziano come una trottola, rimbalzando di consolato in consolato, a cercare di dirimere una noiosa situazione di violazione accidentale dei confini. 

Quercia Ardente sbuffò di nascosto, ben consapevole che stava comunque svolgendo un incarico pienamente rientrante nei doveri dei Kai. Ma il suo cuore bramava altro. I suoi pensieri si ridestarono solo quando Corvo Tagliente gli fece notare che il loro lavoro lì, per quella parte di giornata, era terminato e che si sarebbero finalmente potuti concedere quella colazione fino a quel momento soltanto favoleggiata.

"Andiamo?", propose il Maestro. 

 

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Wekar figlio di Noak

@Altri

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"Eccoci" disse osservando l'insegna. La città gli piaceva, anche se forse troppo ordinata per i suoi gusti: trovarsi in un vero porto fra tanta gente gli piaceva, soprattutto dopo le desolazioni di Kalte.

"Direi di entrare e vedere se c'è qualcosa per noi, oltre ad un birra" e detto questo si appropinquò alla porta.

 

 

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Knut

- Con Wekar ed Alrik

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Abituato alle steppe gelide e desolate del Kalte, i suoi primi passi in quel nuovo mondo gli fecero lo stesso effetto di una cavalcata su di un toro imbizzarrito. I suoi occhi spaziavano a destra e manca, tutti i suoi sensi erano talmente sopraffatti da quella miriade di stimoli che la testa inizio' a girargli.

Persino un colosso vestito di ossa e pelli sembrava passare inosservato in quella moltitudine di razze e colori che era la citta' di Toran. Piu' volte urto' passanti che camminanvano spediti intenti nelle loro faccende, piu' volte cerco' di scusarsi balbettando incerto con il suo forte accento.

Dopo diverso tempo passtao a girovagare non sapendo bene che direzione prendere, giunsero finalmente davanti al luogo che gli era stato indicato.

"Non capisco perche' voi uomini pallidi vi ostiniate a vivere col culo attaccato al vostro vicino di tenda. Quando un clan diventa troppo affollato e' tempo di dividersi, cercare altri territori di caccia, rapire femmine da un altro villaggio per rendere il sangue forte. A mischiarsi gli uni con gli altri si diventa deboli e strambi"

 

 

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Alrik Ranulfsoon

Con Wekar e Knut

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Sbuffo alle parole del grosso gigante dei ghiacci

"E con chi credi di parlare, testone? Qui vedo solo un drodarin con le palle e uno scuro shadaki.....e poi..." calco altro.tabacco nella bella.pipa intarsiata "...vorrei proprio vederti a rapire una donna della tua razza! Ah!" do un colpo sulla spalla a Wekar, che tra i tre era quello più tranquillo

"Te lo immagini Knut inseguito da una fiera donna di Kalt?! Hanno il fuoco dentro, per compensare a tutto quel giacchio fuori.... Che spettacolo..." tipo tra boccate di fumo,gli occhi sognanti al cielo,quasi stessi vivendo quell'immagine

"Ah.....avanti allora" dico seguendo Wekar nella locanda "ho proprio voglia di innaffiarmi la gola con dell'ottima birra "

 

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Quercia Ardente

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Non era ciò si aspettava ma era ciò che al momento competeva il suo ruolo. In realtà non avrebbe nemmeno voluto divenire quel che era, recidere ogni legame col passato con i pochi amici che aveva, con quella ragazzina che sempre lo faceva arrossire. La vita però lo aveva condotto sulla Via di Kai e ora non aveva alcun rimorso. Pazientare, doveva pazientare. Sarebbe arrivato il suo momento, all'improvviso e inaspettato. Lo avrebbe sorpreso e colto alla sprovvista non avrebbe neppure saputo come reagire, forse... se tutto ciò che aveva appreso fosse stato inutile. Ma ugualmente dalle sue labbra scappò un sospiro, sbuffò al pensiero di ciò che aveva fatto fino a quel giorno assieme al Maestro.

"Non c'è da chiederlo Maestro." si accarezzò lo stomaco con un gesto plateale ma esplicativo facendo capire che ne aveva decisamente bisogno. Tuttavia non si permise di chiedere cosa avrebbero dovuto fare dopo. Non era solo alto e robusto ma anche piuttosto paziente quando doveva esserlo.

DM

Spoiler

Descrizione quando incontro gli altri.
Avrei voluto usare i termini adatti ma al momento non ho il manuale sotto mano che un po' sono diversi. perdona il ritardo

 

 

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