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[Prologo] Sparizioni


Dmitrij

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I tonfi alla porta, crudi e secchi, anticipano l'ingresso nella piccola cabina di Furlag, il nostromo.
Tra mezz'ora attracchiamo, preparatevi. E preparate anche una buona scusa per quelli della dogana. Passino l'uomo e l'elfo, passi pure il gigante, ma un goblin... Incatenatelo, nascondetelo, camuffatelo, come volete. Il capitano Fulmo non vuole grane, intesi?
Fuori, la nebbia si dirada appena sopra le cupe acque autunnali del Mar della Luna mentre l'Airone, il mercantile su cui vi trovate, allinea la prua alla luce del faro del porto di Melvaunt. Questa la vostra improvvisata destinazione, figlia della precipitosa fuga dal Mulmaster, dopo oltre un anno di proficuo servizio della nobile famiglia dello Zor Michred Auth. La testa dello Zor ora abbellisce le mura esterne, la sua rovina e la famelicità con cui le altre famiglie hanno fatto a brandelli l'impero dinastico degli Auth vi hanno convinti che era meglio per tutti levare l'ancora, letteralmente. L'Airone è stato il primo vascello a salpare e disponibile a prendervi a bordo senza troppe domande: a quel punto il per dove poco importava.
Furlag, l'unico contatto che avete avuto per tutto il viaggio, vi ha passato anche qualche notizia rincuorante, segno che il Fato, i vostri dei o qualunque altra malsana entità vi accompagni non vi hanno ancora del tutto abbandonato. Furlag sostiene che Melvaunt non solo sia una città molto più tollerante rispetto a città del Mar della Luna come Hillsfar, ma anche che la nobiltà locale è sempre disposta ad assumere mercenari in gamba. Insomma, dovete trovare il modo di ricominciare daccapo, ma avete l'esperienza e i mezzi per farlo.
D'altra parte è da un anno che lavorate e vivete insieme. Per alcuni di voi anche di più. Dopo l'abbandono dell'Anauroch di Vendavel e Kiryan e l'incontro con il piccolo pelleverde alle pendici occidentali delle Desertmouth Mountains, il drow chiamato Izbar è l'ultimo acquisto di un gruppo che si fa più variegato e potente, ma anche complicato da gestire. Una gerarchia interna ancora non si è definita, ciascuno ha la sua testa e se sopravvivere e guadagnare sono tutti ottimi ma fragili motivi per tenervi uniti, forse manca qualcosa di più significativo alle vostre esistenze.
Ci avete riflettuto, ciascuno a modo suo, ma adesso sono altre le necessità che incombono.

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Izbar teken'rae

Il drow era seduto in quella che doveva esser una panca inchiodata al pavimento e che in realtà ballava più della nave stessa, la cassetta per i trucchi appoggiata davanti a lui. Aveva già i capelli neri, tinti per l'occasione e ora il colore della sua pelle, da nera stava diventando rosa chiaro. In quel modo sarebbe potuto passare per un elfo, sicuramente più tollerato di un drow.

Mi sà che ci toccherà metterlo nella gabbietta disse ridendo rivolto al piccolo compagno verde.

Izbar Teken'rae

Spoiler

 Izbar è nato in una influente casata di una città Drow sperduta nel buio profondo. La sua casata (la Janrle) era tra le tre prime dominanti della città. Come maschio non primogenito la sua infanzia non fu facile, addestrato nell’arte della guerra non brillò troppo in quel campo. In compenso dovette presto imparare a cavarsela tra gli intrighi delle varie casate e della sua famiglia. Il suo cammino in questa direzione iniziò per caso. Ancora adolescente e con la schiena dolorante a causa delle frustate ricevute dalla madre, si era rifugiato su un gigantesco fungo per attendere che la furia della madre si sfogasse su uno degli altri suoi fratelli. Osservava il volo dei grandi pipistrelli che popolavano la grotta quando sentì delle voci che ben conosceva. Due membri influenti di altre casate tramavano per far decadere una delle casate principali, in modo da poter guadagnare posizioni loro. Furtivamente, e rischiando l’ira della madre, tornò da lei riferendole ciò che aveva scoperto. Lolth ama il caos, il tradimento e i sotterfugi, ma ci sono poche regole all’interno delle comunità Drow che vanno seguite. La casata Janrle iniziò una fitta rete di spionaggio verso queste due casate per trovarne un punto debole e un appiglio per distruggerle. Izbar, grazie ai suoi meriti, fù inserito e addestrato in queste squadre speciali, abbandonò così l’accademia militare. Salì rapidamente nelle grazie della madre e all’interno della gerarchia famigliare. La storia si concluse con la distruzione delle due casate traditrici e con l’assorbimento dei suoi membri sopravvissuti nelle altre casate principali. La casata Janrle acquisì prestigio e potere come mai ne aveva avuti. Izbar si gongolava nell’autostima per esser stato in gran parte il fautore di questo. Ma imparò presto che nelle società Drow avere troppo potere senza avere la capacità di mantenerlo è pericoloso. All’interno della casata, i figli maggiori non videro di buon grado la rapida scalata del giovane Drow, e trovarono ben presto il modo di sacrificare il loro povero piccolo fratellino. Organizzarono per lui e alcuni altri di cui si volevano sbarazzare una finta missione, asserendo che veniva direttamente dalla madre. Nessuno fece domande e nessuno ebbe dubbi di ciò. La missione prevedeva azioni di spionaggio a danno di un’altra delle tre famiglie principali della città. Nessuno di loro poteva immaginare che gli stessi mandatari avrebbero fatto la spia alla casata denunciando gli stessi familiari. Coli in flagrante dovettero combattere per la loro vita e uno dopo l’altro caddero. Alla fine era rimasto solo Izbar, in bilico su una finestra che dava su una gola profonda. La scelta non fù facile, ma tra una morte certa e una minima speranza scelse la seconda. Saltò nel vuoto, per sua fortuna il suo addestramento e molta fortuna gli permisero di sopravvivere alla caduta. Fuggì quindi dalla città vagando nel buio profondo, anche qui gli tornò utile il suo addestramento, scampò ai Mind Flyer e a ben di peggio. Non poteva andargli sempre bene e non poteva continuare a vivere solo in quei luoghi inospitali, un giorno spiando dei Duergar venne a conoscenza di un passaggio che portava in superficie. Ne aveva sempre sentito parlare, ma non aveva idea di cosa avrebbe trovato. Spinto ormai dal bisogno raggiunse il luogo, da fuori proveniva una luce mai vista che gli feriva gli occhi. Attese quindi la notte per uscire, si trovò in un mondo surreale alieno. Allora non sapeva che quel mondo sarebbe diventato la sua nuova casa. Imparò ben presto che i Drow non erano ben visti, in compenso erano apprezzate le sue abilità e fece fortuna proprio con quelle. Fuggito dagli elfi di superficie del Cormanthor si incontrò per caso fuori Mulmaster con i suoi attuali compagni di viaggio e avventure, da allora è passato un anno e sembra che le stesse non siano ancora finite .... 

Izbar è molto vanesio ed ama vantarsi delle sue abilità e capacità, è anche molto avido, frutto delle privazioni subite in giovane età. E' apprezzato nei gruppi come esploratore e ama il suo ruolo cercando sempre di farlo al meglio per poi vantarsene coi compagni di viaggio. Fintanto che la cosa gli è utile è ben felice di viaggiare in gruppo, per difesa personale e in fondo gli piace aver gente attorno. Gli piacciono gli agi e i vizi e di sicuro non disdegnerà una buona bevuta in una locanda ... sempre che lo facciano entrare. Non ha interesse ad integrarsi nella società, preferisce sfruttarla finchè ne ha la possibilità.

@DM

Spoiler

Visto che in teoria ho tempo prendo un 20 per camuffarmi in totale ho quindi 33 alla prova, direi che dovrei passare abbastanza facilmente per un elfo di superficie.

 

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Vendavel

Per tutto il viaggio in nave ho cercato di rubare il posto alla vedetta, beandomi del soffio della Regina delle Arie. Le precedenti avventure ci hanno condotto verso questa nuova città che mi è del tutto sconosciuta. Accolgo di buon grado le novità, anche quando si tratta di notizie non troppo belle, ma la precipitosa fuga a cui siamo stati costretti, mi ha lasciato dell'amaro in bocca. Con il resto della compagnia mi sforzo di essere positivo, come sempre, ma questa volta è palese che sto rimandando il problema. Rincominciare da zero nel trovare un contatto e (di conseguenza) una possibile forma di sostentamento è compito che ho sbrigato spesso io. La mia appartenenza alla razza umana e l'innato senso per gli affari, fin'ora sono stati strumenti fondamentali per "vendere" i nostri servizi.

Il capitano Fulmo non avrà problemi... Rispondo al nostromo con un leggero senso di fastidio. A quanto pare odio sentirmi dire cosa devo o non devo fare, ma date le circostanze, abbassare la cresta è il minimo indispensabile per non partire con il piede sbagliato ancora prima dello sbarco.

Descrizione

Spoiler

Questo giovane ragazzo di aspetto insignificante nasconde i tipici tratti taglienti dei bedine dell'Anauroch. Trovandosi a suo agio nella povertà, indossa abiti di umile fattura e in qualunque momento dell'anno ha con se una lunga cappa di lana colorata che sembra essere il suo punto fermo. Qualcuno potrebbe dire di riconoscere Vendavel dall'immancabile cappa, più che dal volto, trasformandola nella sua vera e propria caratteristica identificativa.

Con se porta l'essenziale e, anche se non ne ha bisogno, si aiuta nelle passeggiate con un esotico bastone animato di colore bluastro in legno di melo. Un autentico cimelio proveniente da Evereska.

IMMAGINE

 

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Feezel il Goblin

Chiuso nella cabina che condivido con gli altri e il mio famiglio non sono certo di buon umore: la fuga precipitosa alla quale siamo stati costretti ci ha colti sicuramente di sorpresa, una cosa che non dovrà ripetersi in futuro. Adesso dobbiamo ricominciare a tessere trame e alleanze con altri "datori di lavoro", una cosa sicuramente non facile per un gruppo variegato ed eterogeneo come il nostro. L'aver trovato un passaggio sulla nave del Capitano Fulmo è stato un colpo di fortuna: evidentemente Waukin ha voluto ripagarci dello "sgarro", almeno in piccola parte.. non che creda molto nella benevolenza delle entità superiori..

L'arrivo del nostromo Furlag ci annuncia che il nostro viaggio per nave è finito, adesso il problema sarà scendere a terra, anche se il tono dell'uomo mi irrita ancora di più e la battuta del drow non fa che peggiorare la situazione

Sarebbe una pessima idea, pelle nera.. Potrebbe risultare più complicato di quanto pensi.. dico con voce tagliente in risposta alla sua battuta mentre Xor, l'Howler famiglio, emette un basso ringhio al suo indirizzo

So però che il drow ha ragione: un goblin è il benvenuto in ben pochi luoghi, se poi ci aggiungiamo che gira il groppa ad un Howler, la cosa si complica notevolmente

Sposto quindi la mia attenzione sul mio famiglio, estraggo una pergamena dal mio zaino e, senza tanti problemi, ne leggo le parole arcane; poi dico a Xor di entrare nel suo "trasportino"; senza perdermi tanto in chiacchere attivo poi il potere di uno dei miei numerosi oggetti magici e muto il mio aspetto in quello di un semplice Halfling

Adesso non dovremmo avere problemi a scendere a terra

DM
 

Spoiler

 

Uso una carica della Wand of Primal Istint su di me

Uso una Scroll of Familiar Pocket per metterci l'Howler

Attivo il potere dell'Hat of Disguise per mutare il mio aspetto in quello di un Halfling

 

 

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Kyrian

Infine anche il periodo a Mulmaster è arrivato al termine. La cosa non mi colpisce più di tanto, oramai dopo anni sono abituato a dovermi spostare piuttosto di frequente.
Certo che quasi cominciavo ad abituarmi alla semplicità del vivere in un luogo per abbastanza a lungo, dove ormai si è conosciuti...ma ormai dovremo ricominciare tutto ancora una volta. Mentre ci avviciniamo al porto Furlag ci fa notare, cosa piuttosto ovvia, che non passeremo inosservati e che forse dovremmo pensare a come far scendere il goblin dalla nave.
Vedendo che il piccolo pelleverde ha già provveduto a camuffarsi, non aggiungo nulla in merito.

Direi di no - rispondo alle parole di Feezel per poi aggiungere - Speriamo non siano troppo pignoli nei controlli...vorrei riuscire a passare almeno una notte serena.

@Descrizione

Spoiler

Kyrian è un mezzo gigante dal fisico imponente e massiccio. Di certo non propriamente di bell'aspetto, anzi le sue dimensioni e il suo sguardo cupo e penetrante intimoriscono facilmente le persone. Porta con se una grande giusarma che predilige rispetto al grande martello e lo scudo che tiene di scorta.
In combattimento inoltre indossa un'armatura completa di ottima fattura, più leggera di quel che possa sembrare.
@immagini

Spoiler

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Così da sottocoperta sbucano un elfo, un umano, un halfling e... un umano un po' più grande. Vi sporgete dal parapetto a tribordo, mentre il veliero compie un lento arco che lo conduce ad affiancare la banchina portuale, accompagnato dalle urla degli uomini. Vedete fermento sotto di voi: marinai, portuali, facchini, l'umanità di questa grande città commerciale che vortica caotica e affaccendata come ombre di formiche, dietro il velo di foschia autunnale.
Quando la passerella viene allungata dal molo, i primi a salire sono un terzetto di uomini a cui il capitano va incontro. Dopo un breve scambio di parole, il capofila viene accompagnato dal nostromo verso l'ingresso alla stiva, mentre gli altri due restano fermi accanto alla passerella, le braccia penzoloni accanto all'elsa delle spade che fa capolino da sotto i mantelli.
Non ci vuole molto ai Drughi per oltrepassarli, superando gli sguardi annoiati, per trovarsi finalmente con i piedi ben piantati sul selciato del molo. Attorno i preparativi per scaricare casse e sacchi dalla Airone sono già cominciati e poche sono le facce che degnano il quartetto di uno sguardo. Ognuno pare farsi bellamente gli affari propri e ciò non guasta mai.
Oltre il molo, gli edifici grigi e cupi della cittadina lasciano appena il passaggio ad un intricato dedalo di vie fumose e zozze.

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Modificato da Dmitrij
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Kyrian

Scendiamo dalla nave e sembra che nessuno badi più di tanto alla nostra presenza. Ci sono questioni da sbrigare più imminenti del nostro variegato gruppo.
Cerchiamo una locanda. - esordisco senza troppa enfasi, ma con tono deciso - Non so voi ma io ho fame.
Per ora nessuno ha badato a noi, meglio andarsene prima che cambino idea e comincio controlli più approfonditi

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Feezel il Goblin

Lo sbarco riesce senza troppi problemi, un pò per l'inettitudine di chi è addetto ai controlli  e un pò grazie ai nostri camuffamenti; le gente del posto pare farsi molto gli affari suoi e questo non può che farmi piacere. Seguo i miei compagni nel porto vero e proprio e annuisco alla proposta di Kyrian

Sta bene

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Izbar

Lo sbarco era stato agevole, grazie alla loro maestria e a un tocco di magia non avevano avuto problemi con le guardie del porto, sicuramente più interessate ai dazi per il trasporto delle merci. Il drow non aveva bisogno di mangiare, grazie all'anello che portava il suo sostentamento era garantito. Desiderava però anche lui una locanda per togliersi l'odore di catrame e pesce marcio tipico dei viaggi in mare , E locanda sia disse, lì avrebbero avuto anche un luogo tranquillo in cui decidere il prossimo passo da fare.

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Vendevel

Inespressivo sembra che stia dicendo si con la testa alla proposta della locanda anche se alla fine rispondo: Una locanda vale l'altra per come stiamo in questo momento. Vorrei evitare di arrivare a sera che non abbiamo concluso nulla. Proverei a vedere se nella bacheca cittadina o dal borgo mastro sono richiesti servizi come quello che offriamo... Purtroppo non conosco questa parte di coste.

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Svelti vi infilate in uno dei vicoli, per lasciarvi alle spalle il molo e le guardie doganali. Il dedalo di vie è percorso da una fiumana di gente imbruttita del tutto dedita al suo lavoro. Le chiacchiere che giungono alle vostre orecchie sono quasi sempre sbrigative e dritte al sodo, a parte il richiamo lascivo e malsano di qualche prostituta. Anche voi non perdete tempo e per quanto le possibilità siano diverse, la locanda sulla bocca di tutti è senz'altro il Nido dei Corvi: la migliore, la più grande, la più antica, dove uomini e donne di ogni specie e ceto si mescolano per affari, divertimento e chissà che altro. La trovate all'incrocio tra il cardo e il decumano cittadini, al centro dell'abitato e poco lontana dall'affollatissima piazza del mercato. Si erge sul basamento di una torre circolare i cui blocchi ciclopici narrano di epoche antiche, forse più di Melvaunt stessa. Da essi l'edificio principale si solleva verso il cielo, ogni piano a cerchi concentrici via via più piccoli, dalle cui balconate pendono giardini pensili che si perdono oltre la cortina di nebbia e fumi delle innumerevoli fucine che avete incontrato sul vostro breve cammino sin qui. Rapidi imboccate la scalinata che conduce all'ingresso, aprite la porta ed entrate.

Se le strade di Melvaunt sono un crogiolo di sporcizia, sudore e affari, la sala principale del Nido è un fervente tramestio di eleganti uomini d'affari, mercanti pieni di carte e borse, camerieri con enormi vassoi ricolmi di bevande, capitani di marina e di ventura. Nonostante la quantità di clientela, tutto pare scorrere come un perfetto meccanismo oliato con impeccabile precisione dal personale di sala. Signori, potete porgere i vostri mantelli, bagagli e armi al guardarobiere. Per ogni vostro altro bisogno sono a vostra immediata disposizione esordisce la cameriera che immediatamente vi accoglie, mentre con la mano indica con gesto aggraziato lo spazio sulla vostra sinistra, dove un uomo dietro un bancone attende che gli porgiate quanto la donna ha elencato.

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Izbar

Un luogo valeva l'altro per iniziare. Un po' controvoglia consegnò le armi e i suoi bagagli assicurandosi che fossero trattati al meglio. Attese che i compagni facessero lo stesso per poi farsi guidare dalla gentile cameriera ad un tavolo, avrebbe preso un calice di vino, solo per la compagnia ....

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Vendevel

Lascio il bastone bluastro in consegna e mi concedo un attimo per contemplare la sala comune e i commensali che la popolano. In superficie sembra qualcosa di già visto, ma (proprio come insegnano i miei compagni) basarsi sulle prime apparenze è da sprovveduti.

La mia scelta su cosa ordinare, ricade puntuale sulla bevanda più tipica che offre il posto, pronto a sperimentare nuovi sapori.

Anche se ci troviamo in porto, la città mi è sembrata molto sedentaria... Poco favorevole ai capitani di ventura. Questo luogo franco, però, penso potrà tornarci utile...

Nemmeno finisco la frase che già vago con lo sguardo in cerca di quella che potrebbe esser definita l'occasione.

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Una volta provveduto alle formalità, con l'assoluta garanzia che le vostre proprietà sono responsabilità della gestione e totalmente garantite, la votra cameriera personale vi accompagna ad uno dei tavoli liberi, con una discreta posizione per guardarvi attorno. La clientela del Nido dei Corvi mangia, discute, scherza, combina affari, gioca d'azzardo. Ogni tavolo ha una persona dedicata che si occupa di ogni necessità. La vostra si chiama Meriem, e come dicevo sono a vostra completa disposizione. Gradite altro, oltre alle bevande che avete ordinato?

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Izbar

Per me và bene così grazie dico alla ragazza, si guardò attorno per vedere se qualcosa attirava la sua attenzione. Intento chiese ancora alla ragazza dove è possibile fare affari o prestare servizi in questa città? Siamo appena arrivati ...

Spoiler

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Feezel il Goblin

Insieme ai miei compagni raggiungiamo la prima locanda che troviamo: grande, sfarzosa e caotica, pare fare proprio al caso nostro

Non ho armi da consegnare, per cui mi limito ad aspettare e raggiungere poi il tavolo insieme agli altri

Solo una risposta alla domanda del mio amico dico alla giovane mentre mi guardo intorno

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La cameriera sobbalza un momento quando Feezel parla, guardandolo stranita, ma subito si ricompone.
Mi sembrate avventurieri, vi mando subito il signor Ritchel, si occupa di questo genere di servizi.
Dopo un breve inchino la ragazza si allontana. A distanza di pochi minuti, giunge un uomo piuttosto anziano, con la pelle sbiancata dall'età che lascia intravedere le vene bluastre. La testa calva e coperta di macchie è circondata da una zazzera di capelli canuti e folte basette. Indossa vestiti pregiati e inforca un paio di occhialetti dalla montatura d'oro, mentre sottobraccio porta un rotolo di pergamene.
Sono il signor Ritchel, onorato. Mi è stato riferito che i signori cercano lavoro come avventurieri. Sarà mia premura assistervi. Posso? chiede indicando una sedia libera.
Scontato il vostro assenso, l'uomo di siede e srotola alcune pergamene.
Potrei avere un riassunto delle vostre esperienze nel campo e la paga minima richiesta?

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Kyrian

Da dove cominciare per un riassunto delle nostre esperienze..? -dico osservando anche i miei compari, con o quali ne abbiamo passate di ogni tipo. - Diciamo che abbiamo una qual certa esperienza, soprattutto in ambiti spesso poco graditi ai soliti avventurieri in cerca di fama e gloria. Con questo non intendo che cerchiamo compiti semplici o da poco, non so se mi spiego.

Per la paga minima...beh! Dipende molto da molti fattori, ma di certo non c'è bisogno che glielo spieghi. -a questo punto faccio una breve pausa, pensando per un istante a quanto potremmo chiedere. Il mio sguardo passa sui volti del resto del gruppo, come alla ricerca di una risposta...per poi infine azzardare un prezzo - Per cominciare potremmo rimanere su cifre più contenute, in modo da ambientarsi noi e per voi aver modo di vedere come lavoriamo. Che ne dite quindi di qualcosa che renda qualche centinaio di monete d'oro a persona?

Finito il discorso, stranamente lungo per i miei canoni, attendo una risposta da parte dell'uomo e soprattutto dai miei compari, che potrebbero aggiustare il tiro sul compenso più adeguato.

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Cento monete di platino a testa... annota l'uomo su una delle molte pergamene ...esperienza ignota... Disponibilità a qualunque tipo di lavoro....
Terminato di scrivere, l'uomo solleva lo sguardo su di voi, da dietro i suoi occhiali, per sincerarsi che non abbiate altro da aggiungere... o non vogliate farlo.
L'assenza di referenze e lavori noti non vi è d'aiuto... Ma ho un committente che potrebbe ritenere utile assumervi.
L'uomo vi chiede di attenderlo e solo dopo un lungo quarto d'ora torna chiedendovi di seguirlo. Avete avuto modo di finire le vostre bevande, che vi vengono fatte pagare (e non poco) prima di lasciare il tavolo.
Venite condotti in una saletta privata, dove vi attendono due uomini. Uno di essi è vestito in modo elegante e semplice con una tunica azzurra e dei pantaloni trattenuti da una cintura in vita,, un elegante anello. Sulla quarantina, ha la testa e il viso ben rasati su cui spiccano occhi verdi. L'altro è più anziano di almeno una decina d'anni, indossa le vesti tipiche di chi ha dimestichezza con la magia arcana e ha accanto un bastone cesellato degno dei migliori lavori d'artigianato. Nessuno porta evidenti simboli o stemmi, segno di voler preservare il proprio anonimato.
Accomodatevi dice il primo, mentre Ritchel vi lascia soli nella stanza chiudendo accuratamente la porta dietro di sé.

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