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Le Terre Rubate: Verdecintura


Eru Iluvatar

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24 febbraio, anno 4710

La primavera tarda ad arrivare e le strade sono difficili. La notte precedente ha nevicato e per tutta la giornata odierna i viaggiatori sono stati costretti a viaggiare sotto una fitta pioggia gelida. Arrivate a Restov che è pomeriggio inoltrato, quasi sera. Le campane del tempio dedicato a Erastil hanno appena rintoccato per cinque volte mentre vedete finalmente le torri del Castello Aldori. All’interno della fortezza è stata preparata una sala dove i pionieri possono registrarsi per intraprendere la Riconquista.

Le Terre Rubate attendono uomini e donne valori, per essere purificate dai loro indegni abitanti ed essere quindi colonizzate dalla brava gente del Brevoy. O per essere più precisi, del Rostland.

La situazione politica del paese è molto instabile, e alcuni mormorano che proprio sotto il mantello dei Signori delle Spade di Restov si nascondano i cospiratori più audaci e convinti. I regni confinanti osservano il dipanarsi delle trame politiche con interesse, lo stesso interesse di un avvoltoio su un ramo intento a osservare due cervi che lottano tra di loro.

Tutto questo ha ben poca importanza ora. Il calore della Sala delle Spade, una delle più grandi del Castello Aldori, è quasi soffocante. Sei grandi camini sono ricolmi di fiamme arancioni mentre una selva di candelabri e lanterne illuminano quasi a giorno l’intera stanza. Quattro tavoli di legno scuro sono posti in fila sul fondo e sopra ognuno di essi campeggia una grande pergamena che indica una zona precisa delle Terre Rubate.

Tre tavoli sono affollati di persone, mentre nel quarto è presente solo un gruppetto di sei uomini, intenti a parlare tra di loro, e un nano dalla folta barba rossa, immerso in una vivace conversazione con l’ufficiale addetto alla registrazione per quella particolare zona.

La pergamena appesa al muro recita: VERDECINTURA.

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Dobromil Stetven

Descrizione

Spoiler

Dobromil è un ragazzo discretamente alto, con la pelle color mattone, gli occhi completamente neri e dei capelli del medesimo colore tenuti con cura. Dobromil è un tiefling, ma non per questo sembra vergognarsene.
Tiene la coda arrotolata ai fianchi, come fosse una cintura, e non si impegna a nascondere le sue corna sotto ai capelli. Guarda il mondo con una sguardo sfacciato, come se solo lui avesse capito il misterioso meccanismo del tutto. Indossa degli abiti comodi, ma che non sacrifichino l'eleganza. Porta sempre un giustacuore di cuoio bollito sotto ai vestiti, in caso di necessità. Al fianco tiene uno stocco di discreta fattura, privo di decorazione, e sapete benissimo che abbia da qualche parte una daga, ma difficilmente viene tenuta per più di un giorno nello stesso posto. 

Immagine

Il freddo non mi è mai piaciuto, soprattutto quello infido e penetrante di questi giorni, e l'invito al Castello Aldori si rivela ancora più gradito. Per lo meno potrò evitare di congelare o di buttare soldi per avere una camera in una locanda malfamata. Anche se penso proprio che la maggior parte degli osti abbia deciso di farmi un prezzo di favore per la mia bella faccia. Entro nella Sala delle Spade e inizio a guardarmi intorno, per capire il genere di persone che abbiano risposto a questo invito e cercare qualche individuo interessante. Non trovando alternative decido di sedermi al quarto tavolo e, dopo aver fatto un inchino elegante, anche se probabilmente ironico, ai presenti, inizio a parlare con voce modulata in modo che debbano stare in silenzio per ascoltarmi Scusate il disturbo signori, ma vorrei proprio approfittare della vostra presenza. Siete qui da più tempo di me, avrete certamente sentito qualcosa sulla registrazione e i numeri. Informazioni che potrebbero essere condivise, non trovate? Spero proprio ci sia un po' di concorrenza, un bello scontro verbale è esattamente ciò che mi serve per scaldarmi completamente.

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Quando Dobromil si avvinia ai tavoli, le conversazioni calano di tono mentre alcuni avventurieri fanno correre d'istinto le mani verso le armi. Dopo qualche attimo di tensione, ognuno torna ai propri affari, anche se qualche occhiata furtiva viene sempre lanciata all'indirizzo del tiefling. Al tavolo della Verdecintura l'accoglienza non è molto differente. Il nano chiude la bocca di scatto e fissa il nuovo venuto con aria sospettosa mentre il gruppo di uomini si allontana di un paio di passi.

L'addetto alle registrazioni rimane interdetto come tutti ma ha più presenza di spirito, o forse più esperienza di relazioni ufficiali, e dopo essersi schiarito la voce risponde alle domande con tono affettato e pomposo.

Attualmente la zona denominata Verdecintura ha registrata una compagnia di esploratori e coloni dice indicando con lo sguardo i gruppo di sei uomini per poi passare al nano sospirando in maniera esagerata Il signore qui presente vuole registrare una altra compagnia ma gli ho già ripetuto più volte che il numero minimo è cinque persone.

So badare benissimo a me stesso da solo! sbotta il nano diventando rosso come la sua folta barba.

Non è questo il punto, messer Rubin... sospira ancora l'ufficiale.

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Vespira

Bene allora mancano solo altri due candidati...

Intervengo improvvisamente avendo ascoltato solo parte della conversazione ma quanto basta per capire che questo è il tavolo con meno adesioni. Non si sa bene da quanto sono nella sala del castello e la mia presenza è stata piuttosto sfuggente, incerta su come muovermi durante questa fase per quanto riguarda l'obbligo che sono costretta a rispettare nei confronti di casa Medvyed.

I miei vestiti sono ancora impolverati dal viaggio e non sembro minimamente intenzionata a riassettarmi per una migliore presentazione. Accompagnata da un gradevole odore di cedro -riconducibile agli alberi della foresta del Gronzi- suggerisce che sono a mio agio in questa trasandatezza "controllata" e in totale sintonia con il mondo naturale che ci circonda.

Non ho la benché minima idea di chi sia il nano dalla barba rossa o il mezzo demone, ma se essi rappresentano il mio biglietto per far parte di questa spedizione ben venga. Non sono delle amicizie quello che sto cercando...

Descrizione

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La sua stazza guerriera fa presumere essere avvezza al combattimento anche se pare non aver mai intrapreso la via militare considerato il suo aspetto selvatico.
Una fluente chioma ribelle le adorna il capo confondendosi alla singolare pelliccia di cervo fulvio con cui si ripara le spalle, facendolo sembrare quell'unione un naturale prolungamento della sua capigliatura.
Tra le scapole spicca l'esteso tatuaggio di due palchi d'alce a mo di ali. Una dimostrazione di devozione verso la Vecchia Via e il culto di Erastil.

Eccezion fatta per un semplice tascapane di canapa, la druida aiuta il proprio cammino con un lungo e massiccio bastone ricavato da un singolo tronco di larice montano. Il legno è spoglio di intarsi ma le sue pieghe sembrano voler raccontare una storia, esattamente come per i tribali che Vespira si è disegnata sul proprio corpo.

IMMAGINE

 

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  • Supermoderatore

Dartis

Mi muovo con fare circospetto nella grande sala, poco abituato a questi grandi edifici di pietra che gli umani paiono apprezzare così tanto. Mi abbasso il cappuccio e apro il mantello, investito dal calore emanato dai camini. Le orecchie appuntite e il viso affilato mi identificano chiaramente come un elfo e mi dirigo con discreta sicurezza verso il tavolo che porta il nome della Verdecintura.

Ho sentito che i SIgnori delle Spade cercano volontari per reclamare certe zone selvagge di territorio. Sono qui per informarmi sulle condizioni della missione e spero di essere nel posto giusto dico ai presenti studiando brevemente il nano e la donna arrivata poco prima di me Il mio nome è Dartis, bentrovati stranieri proseguo poi con un inchino formale

Descrizione

Spoiler

 

Dartis è estremamente alto e magro, anche per un elfo, ma nonostante questo si muove con grazia e precisione. I lunghi capelli castani sono raccolti in un severo codino militari che poi si chiude con un treccia tripla.

Gli abiti che indossa sono tutti sulle tonalità di verde, grigio e marrone e sono chiaramente ricamati con motivi che richiamano rami, liane e foglie. Sulla schiena porta un grande arco di legno dalla pregiata fattura e una faretra colma. Al fianco porta un paio di pugnali dalla lunga lama e una cintura dalle molte tasche gli orna la vita. Gli stivali sono consumati dai lunghi viaggi.

Porta sulla guancia destra una profonda cicatrice, che ne spezza i lineamenti e quando muove la bocca per parlare si deforma stranamente come in un ghigno.

 

 

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Avyn Silla del casato Medvyed

Descrizione

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Avyn è un ragazzone di diciassette anni, grande e grosso, abbigliato al modo delle tribù delle foreste o dei guardiani dei circoli druidico. Assai curioso non è il suo retaggio elfico ( distinguibile solo per le orecchie a punta), ma la criniera di capelli mossi e selvaggi color del sangue che gli arrivano sin oltre la vita.B0B49FFA-4B1C-44EC-AE5A-1D3D21EBC6F9.thumb.jpeg.22a7e57335ce6e412c0bbb965c7769dd.jpeg

L’altra cosa curiosa è il portamento nobiliare, lo sguardo fiero, che non pare quello delle tribù libere. La carnagione del ragazzo è infatti quella leggermente abbronzata tipica dei taldor. 

Gli abiti che porta sono in tutto e per tutto di una persona che ha vissuto bella foresta, ma il mantello di orso che indossa è finemente lavorato e l’anello con Sigillo che porta al dito difficilmente pare qualcosa di rubato... 

Mi guardo attorno incuriosito dalle diverse persone, ma un tavolo mi attira più degli altri. 

Intravedo per la prima volta un Tiefling, cosa che mi lascia curioso all’estremo. Sul momento cerco di non fissarlo troppo e, guidato dalla discussione, ascolto le ultime parole dell’addetto alla registrazioni.

<<Sarebbe interessante sapere com’è il territorio di Verdecintura. Descrivilo...grazie.>>

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Mano a mano che i forestieri si avvicinano al tavolo, lo sguardo del nano  passa mille sfumature che vanno dallo stupito, all'indignato al furibondo. Alla fine, incapace di trattenersi oltre, si rivolge al funzionario.

Un uomo con le corna... una... femmina... e due orecchie a punta? Stai scherzando spero!

Il funzionario mantenne il suo contegno e si limitò a fare spallucce.

Non sono io che decido la composizione delle compagnie, raccolgo solo le firme e distribuisco le lettere ufficiali.

Si rivolge quindi verso Avyn, schiarendosi la voce e iniziando a parlare con il tono cadenzato tipico di chi sta declamando qualcosa di imparato a memoria.

La Verdecintura è un territorio selvaggio ma ricco di vegetazione lussureggiante, cacciagione e dolci colline. Una mappa ufficiale della zona non esiste dato che pochi coraggiosi vi si addentrano e ancora meno ne fanno ritorno... attualmente sembra che un certo Signore Cervo abbia messo assieme una banda di banditi che imperversa lungo la strada commerciale più a sud del Brevoy, la stessa che passa per Restov per capirci. Ci sono notizie anche di branchi di lupi molto ben organizzati, forse troppo, di gruppi di coboldi e altre creature che vagano per la zona. Un cacciatore un paio di mesi fa ha avvistato un ogre e un paio di troll.

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Avyn Silla del casato Medvyed

<<E te sei un nano. Dopo aver finito con ovvietà generali ( peraltro in parte sbagliate, io sono un mezzo orecchie)...>> dico ridacchiando <<...mi chiamo Avyn. Avyn Silla Medvyed. Piacere di conoscervi.>> dico rendendo a tutti la mano, signora a parte, a cui la porgo per il baciamano.

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  • Supermoderatore

Dartis

Insomma una bella gatta da pelare e noi siamo i poveracci cui toccherà rischiare in prima persona....ma d'altronde questo è più o meno quello che mi aspettavo visto l'annuncio quindi francamente potete contare su di me nel caso. Siamo tutte persone....particolari... direi guardando in particolare il tiefling ma penso che proprio in quanto tali avremo capacità utili a sopravvivere nelle difficoltà. O sbaglio?

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Vespira

Alle smancerie del mezz'elfo, rispondo con indifferenza. Lì per lì non capisco nemmeno cosa intende fare quando cerca di compiere il baciamano e sono ancora più confusa nel momento in cui noto l'anello della casata dell'orso. Vivo sentimenti contrastanti e quasi provo fastidio nei suoi confronti.

Da quel momento sembra che tutto il resto passi in secondo piano. Guardo il volto di Avyn a lungo. Non sapevo che i Medvyed si fossero uniti agli elfi del Sud. Opto per rimandare ad un secondo momento questo potenziale problema (se tale si può definire vista la mia scomoda situazione nei confronti del succitato casato) e torno a interessarmi della Verdecintura.

Sono pronta a correre il rischio... Intervengo nel momento in cui il funzionario di castello Aldori termina la sua spiegazione. Nel caso servisse, ho qui con me una lettera di raccomandazione. Un modo più amichevole di chiamare l'amnistia condizionale concessami direttamente da Lord Gurev.

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Medvyed? Chiede con una punta di stupore il funzionario osservando le orecchie a punta di Avyn Davvero... Peculiare.  Non servono lettere di raccomandazione, madama, la Riconquista delle Terre Rubate è aperta a tutti i volontari. Sarete forniti di provviste e di un luogo sicuro dove riposarvi o curare le vostre ferite, e di una lettera che vi darà l'autorità di giudicare i banditi o le spie che troverete nella Verdecintura. Una volta liberata e mappata la zona, i Signori della Spada vi conferiranno il diritto di fondare un regno alleato alla casata degli Aldori, un grande onore e un'opportunità che vi renderà fama, onori e ricchezze.

Il tono del funzionario si fa via via più pomposo, poi il suo sguardo torna a posarsi sulla compagnia stranamente assortita. Con un sospiro, dispiega sopra il tavolo una pergamena riccamente miniata e con un grande sigillo di ceralacca sul fondo, una spada con la punta rivolta verso il basso.

Come dicevo, il numero minimo per ogni compagnia è di cinque elementi. Apponete qui le vostre firme se intendete partecipare. Dovrete anche scegliere un nome ufficiale per la vostra compagnia. I signori qui accanto disse indicando i sei uomini, che nel frattempo avevano smesso di parlare e stavano osservando i nuovi arrivati con curiosità sono anche loro iscritti per la Riconquista della Verdecintura sotto il nome di Lupi Bianchi.

 

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Vespira

Trattengo un sospiro di sollievo nel non dover mostrare la lettera. Non che mi vergogni di esser una bandita, ma sono fortemente a disagio nel trovarmi in questo castello di pietra in una città costruita interamente con il legno della foresta. L'eventualità di dover giustificare le mie scelte, stando in questo ambiente (per me) così ostile e alieno, mi lascia praticamente disarmata. Che siano il tielfing e il bastardo della casata dell'orso a catturare tutta l'attenzione quest'oggi...

Cogliendo l'attimo di incertezza sul nome della compagnia, dopo aver firmato con una calligrafia a malapena comprensibile, propongo un pratico: Venatori di Restov.

La mia espressione per tutto il tempo non cambia e sembro possedere una maschera di pietra, più che una faccia. Come già ribadito, non sono qui per farmi degli amici.

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Che schifo di nome! sbottò il nano spostando Vespira senza tanti complimenti e firmando sotto il nome della donna con caratteri spigolosi e regolari. Rubin Glimerstone, ecco fatto! E questa compagnia di scherzi della natura si chiamerà Guardiani di Pietra!

Modificato da Eru Iluvatar
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Vespira

Un nome vale l'altro. Basta che la finiamo... Lancio una tremenda occhiataccia al nano che potrebbe scortecciare un albero. Se questo sconosciuto si lamenterà solo durante la spedizione, per quanto mi riguarda, potrà pure perdersi per i boschi da solo.

Una volta che anche gli altri due hanno firmato, mi rivolgo all'addetto: Abbiamo altri obblighi o possiamo già partire? Domanda lecita visto che il primo gruppo è ancora qui a parlottare.

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Manca ancora una firma, madama dice l'ufficiale spostando lo sguardo sul tiefling e in ogni caso sconsiglierei di viaggiare di notte sotto una tempesta che potrebbe diventare una fitta nevicata nelle ore più tarde. Le Terre Rubate sono "rubate" da un paio di secoli, dubito che ci sia tutta questa fretta consclude in tono diplomatico.

Nel frattempo, Rubin osserva Avyn con aria pensosa, lisciandosi la barba.

Draghi di pietra, eh? Non è male, non è male per niente...

I sei uomini terminano di parlare fara di loro e con un breve inchino all'ufficiale si allontanano senza degnare di una seconda occhiata la nuova compagnia che si sta formando.

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Vespira

Un modo si troverà. Do una sonora (quanto inopportuna) pacca di commiato al colletto bianco, non aspettando altro che uscire da qui e, possibilmente, anche da Restov. Essermi lasciata l'accogliente Foresta e i vasti panorami dei picchi Brinagelida per la soffocante atmosfera di questo castello mi fa sprofondare in uno stato di inquietudine.

All'altra compagnia riservo la loro stessa indifferenza, con il pensiero che essi possono rappresentare solo degli alleati nella nostra comune missione.

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Dobromil Stetven

Faccio un inchino ironico alle occhiatacce della sala, decidendo di sedermi in silenzio al tavolo in attesa di qualche avvenimento interessante. Tipico... Ascolto senza grande attenzione la risposta del funzionario, essendo la mia domanda volta piú che altro a capire chi ci fosse al tavolo, ma osservo interessato il teatrino imbastito dalla donna, l'elfo, il nano e il mezzosangue Medvyed. Ci sarà da divertirsi. Cosa sarà mai in fondo un troll, un ogre e un amente vittima di plurimi tradimenti in confronto a un pó di vita? Ok, la parte dello scavezzacollo non fa proprio per me. Mi alzo in piedi e firmo distratto il foglio, dicendo con tono ironico al nano Beh, avró anche le corna, ma per lo meno non ho bisogno di tacchi per raggiungere il bancone. Concludo ammiccando, prima di aggiungere in direzione degli altri Dobromil Stetven, che credo suono decisamente meglio di cornuto, bastardo infernale uomo con le corna. Forza, almeno forzatevi a stupirmi con qualche insulto originale al posto di riciclare i grandissimi classici!

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