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[TdG] Kingmaker : Parte Prima


Lamadanzante

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9° giorno di Pharast, 4711 CA (Primavera)

Siete in viaggio ormai da diversi giorni e vi siete lasciati indietro i confini civilizzati del Brevoy da parecchio tempo ormai. Quelle che state attraversando sono terre selvagge e le strade lastricate e ordinate hanno ormai lasciato il posto a un sentiero appena accennato, pieno di pietre e vecchi solchi. Le vostre schiene ne stanno risentendo parecchio, mentre state seduti o sdraiati nel cassone posteriore di un vecchio carro da trasporto. Avete avuto modo di conoscere un po' quelli che saranno i vostri compagni di viaggio e di avventura...quella che dovrebbe portare all'esplorazione e alla colonizzazione di quel pezzo di terra dimenticata dagli dei e piena di tante di quelle leggende e racconti da poterci scrivere una decina di libri! Se solo la meta' di quei racconti erano veri...ci sarebbe stato da ridere...o da piangere, dipende dai casi!

L'unica altra persona presente, a parte voi, e' il vostro carrettiere, Gustav, omaccione di mezza eta' piuttosto silenzioso e poco propenso alle chiacchiere diq ualsiasi tipo. Ha ricevuto l'ordine di portarvi fino a un lontano avamposto, posto proprio all'inizio della zona che dovrete esplorare. Sapete che altri gruppi di esploratori e coloni sono stati mandati in altre zone di quelle terre. Chissa' se si riveleranno potenziali alleati o terribili nemici...solo il tempo lo dira'! Oggi arriverete all'avamposto, dove finalmente vedrete qualche faccia nuova e potrete mangiare e bere qualcosa di diverso dalle insipide razioni di viaggio di cui vi siete nutriti in questi ultimi giorni. Forse troverete anche dell'acqua per togliervi tutta la polvere accumulata sulla vostra pelle. La giornata e' tiepida e piacevole, una leggera brezza fa muovere le foglie degli alberi intorno alla strada, mentre uccelli e insetti svolazzano da tutte le parti. Una tipica giornata primaverile, anche se ogni tanto, magari nascosta sotto una grande pietra, si vede ancora qualche chiazza dell'ultima neve invernale.

Vi rigirate tra le mani la pergamena che vi e' stata data prima della partenza. Quella con i vostri diritti e i vostri doveri. La leggete ancora una volta, anche se ormai ne conoscete a memoria ogni singola parola:

Si rende noto che i possessore di questo documento è al servizio dei Signori della Spada di Restov, agenti sotto il benestare e l'autorità di cui li ha investiti l'ufficio del Reggente del Trono di Scaglia di Drago, e gli è stato concesso il diritto di esplorazione e viaggio entro la regione selvaggia nota come la Cintura Verde. L'esplorazione dovrebbe limitarsi ad un'area che non superi i cinquantaquattro chilometri a est e ovest e i novanta a sud dell'Avamposto Commerciale di Oleg. Il possessore di questa carta dovrebbe anche agire contro il banditismo e altri comportamenti illeciti che potrebbe riscontrare. La punizione per il banditismo recidivo resta, come di norma, l'esecuzione tramite spada o corda. Così viene testimoniato in questo 24° giorno di Calistril, sotto l'occhio attento della Signoria di Restov e per l'autorità concessa da Lord Noleski Surtova, attuale Reggente del Trono di Scaglia di Drago.

- Re Noleski Surtova, attuale Reggente del Trono di Scaglia di Drago

 

 

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Benaiah

Durante il lungo viaggio mi prendo più di una pausa dal cavalcare Shahab, nonostante la comodità della sella sia comprovata il suo incedere all'apparenza sgraziato può... essere fastidioso. In realtà sono ben più che abituato al suo passo ed è subito evidente a tutti quale profondo rapporto mi lega alla mia cavalcatura. La mia in verità è solo pigrizia e una buona scusa per far riposare anche lui.
Un cammello, chissà se gli altri ne hanno mai visto uno in passato. Racconto loro delle sue abitudini, di cosa significhi nella mia lingua Shahab, Meteora, e il perché io lo abbia chiamato così "Vedete la sua pelliccia? E' più scura di quella di tutti gli altri della sua specie, color terra rossa, ma lui è robusto come una roccia e... beh, è nato durante una notte ormai famosa per il passaggio di una cometa. Famosa almeno dalle mie parti."

Mi sono già presentato in precedenza chiaramente. Benaiah, vengo da Katheer in Qadira, la Satrapia più occidentale dell'Impero di Kelesh e l'unica nell'Avistan, e sono un Keleshita ovviamente. La mia carnagione è piuttosto scura, la pelle forse anche bruciata dal Sole della mia regione ma anche piuttosto curata, così come la mia barba. I capelli neri sono sufficientemente lunghi da coprire le orecchie, sempre puliti, come se ci tenessi al loro igiene per quanto possibile. Gli occhi sono invece di un verde oliva intenso. Indosso abiti da esploratore dai colori forse un po' troppo sgargianti considerato il loro scopo. Una volta durante il viaggio ho usato anche l'armatura, tipica delle mie regioni: una leggera cotta di maglia con quattro piastre a disco davanti, dietro e sulle braccia. Al mio fianco una scimitarra e un grosso e largo scudo tondo di metallo, una lancia da cavaliere e una leggermente più corta ma uncinata. Il fisico è asciutto e atletico, sono alto poco al di sopra della media, forse un po' di più per la mia etnia.

Un paio di volte rigiro la pergamena, osservandola da più lati quasi per ammazzare il tempo durante i momenti di silenzio. Infine la ripongo in una custodia adatta allo scopo, assieme ad altre carte sembrerebbe.
"Aspettative?" chiedo ai miei compagni inspirando il profumo della primavera a accarezzando Shahab che sembra piuttosto felice di giovare di questo clima mite.

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Damien Windsor

Il viaggio e' stato tedioso e lungo; soprattutto per qualcuno che, come me, raramente si sia allontanato dalla sua comunita' per tutta la vita. Sapete che provengo da un piccolo villaggio nel sud oriente del Brevoi, in uno sperduto villaggio piuttosto ad est della citta' di Nuova Stetven, fra le pianure del Rostland e la foresta di Gronzi; ma il nome del villaggio, Paril, e' talmente anonimo e sconosciuto che non ve lo ricordereste anche se dovessi avervelo ripetuto per decine di volte. Sapete di me che sono un paladino del dio Erastil e che partecipo a questa spedizione esplorativa, oltre che per seguire il mandato della divinita' nella sacra missione di restituirele terre rubate alla civilta', per assolvere ad una missione ancestrale di famiglia, di riappropriarmi di quello che, secoli prima, era stata la terra dei miei padri: le leggende del clan Windsor, infatti, reclamano quelle terre come luogo di origine della famigla e raccontano di ricchi giacimenti minerari di cui la famiglia aveva diritti e che, in quei tempi, le avevano concesso il provilegio di una nobilta' oggi perduta. Questa spedizione e le circostanze socio economiche che la motivano, sono sembrate la migliore occasione di ritornare alle origini della mia casata e, forse, reclamare la nobilta' da cui la mia famiglia e'decaduta cosi' tanto tempo fa.

Procendedo durante illungo viaggio, non mi avete sentito parlare spesso; ma non perche' sia avaro di parole, quanto per il fatto che, questa missione, sembra assorbire tutta la mia concentrazione: per quello che avete potuto vedere di me fino ad ora, sono un tipo che parla solo quando interpellato direttamente; quindi  non manco di rispondere alle domande del invece loquace Keleshita: Portare a termine il mio dovere di redimere queste terre selvagge recito convinto, incedendo a cavallo con il ritmo della carovana, tornando a chiudermi nel mio silenzio assorto.

Modificato da Dadone
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Leo

Mi stiracchio un po', non abituato a rimanere fermo per così tanto tempo. Al mio fianco  la mia rana gigante emette un sonoro gracidio, scontenta almeno quanto me. Non è esattamente l' animale domestico più comune, nonostante se ne vedano tante nelle paludi del Brevoy  non sono certo note per l'indole pacifica. Ma Cassie, questo è il nome della rana, sembra perfettamente a suo agio in mezzo agli umani. Quando i miei compagni mi hanno chiesto della mia particolare compagna sono rimasto abbastanza sul vago, dicendo semplicemente che ci siamo trovati in una situazione difficile e siamo rimasti insieme fin da allora.

Fisicamente è chiara la mia ascendenza dai popoli del nord, con il mio fisico alto e muscoloso, una zazzera indomabile di capelli biondi e una barba altrettanto folta e chiara.Il mio aspetto fisico è poco curato, al contrario delle mie armi e della mia armatura, che sono al contrario in ottime condizioni, in particolare la mia ascia di ferro.

In generale sono stato piuttosto riservato sul mio passato. Sapete che provengo da una famiglia di pionieri che purtroppo sono caduti preda dei pericoli  delle terre rubate, e desidero continuare la loro opera, strappando quelle terre a "quei dannati banditi e a quelle dannatissime fate". Il mio odio per la seconda categoria in particolare traspare chiaramente dalla mia voce ogni volta che ne parlo. 

Nonostante sia di solito alquanto taciturno la noia mi spinge a rispondere alla domanda di Benaiah dicendo Fare un po' di pulizia in queste foreste...e magari guadagnarci qualcosa.

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Shaza
Shaza è un mezz'elfo, alla vista un umano abbastanza longilineo, ma con occhi e capelli grigi, l'unico tratto distintivo della madre sono le orecchie leggermente a punta.
Figlio di una puttana elfica, nasce dopo lo stupro da parte di un soldato. Vivra' la sua gioventu a ridosso di un foresta dove per vivere rubacchia in giro qua e la.
Di carattere schivo e dalla lingua tagliente tende a dare solo confidenza alle persone di cui si fida.


Dopo diversi giorni di viaggio sono cosi' scocciato da tutto, l'unico divertimento era stato guardare gli altri avventurieri che sarebbero stati i miei compagni e cercare in loro eventuali punti deboli, nel loro carattere e nel loro fisico, cosi' a scopo ricreativo.

Guardando Benaiah
Soldi ovviamente e magari qualche titolo per dare una svolta alla mia vita.

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Benaiah

Sembro sinceramente divertito dalle risposte, le accolgo seriamente sia chiaro ma dallo sguardo è evidente che comprendo ci sia molto di più dietro quelle parole. Accarezzo Shahab "Capisco. Quindi senso di giustizia, del dovere e... perdonami Shaza ma non riesco a definire le tue motivazioni. Forse solo denaro e potere, certo il secondo presuppone anche una enorme dose di responsabilità. Un titolo non sono solo parole prima del proprio nome, ma non credo sia necessario spiegarlo." sorrido affabilmente.
Ssarà certo giunta voce a tutti loro che dall'Est, molti mercanti del vicino oriente, percorrono il Sentiero d'Oro vendendo spezie e tessuti sempre col sorriso sulle labbra. Sorriso gentile ma chissà quante volte realmente sincero "Shukran. Anche io vi devo una risposa avendo fatto la domanda. Beh... per il momento mi accontenterò di sopravvivere. Si dice sia un posto davvero pericoloso, sono però lieto di essere al fianco di così valorosi e prodi compagni." ora sì, forse la punta di ironia è meno velata ma di certo non intendo offendere nessuno. Probabilmente sono divertito dall'intraprendenza.

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La giornata passa tranquilla e lenta, fino quasi al tramonto. Il sole sta per tuffarsi definitivamente nel crepuscolo d'occidente , quando il carrettiere pronuncia le sue sole parole del giorno: Siamo arrivati, gente. Quello laggiu' e' l'avamposto commerciale del vecchio Oleg. Preparate le vostre cose.

Vi girate tutti nella direzione indicata dal carrettiere e vedete una specie di forte un po' malmesso, circondato da una palizzata di legno alta circa tre metri. A ogni angolo della palizzata sorge una torre, anch'essa di legno. Un unico cancello, largo 9 metri, funge da entrata. In quel momento e' aperto e sulla soglia potete vedere una bella donna giovane, dai capelli biondi raccolti sotto un foulard.

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Non appena il carro si avvicina vi saluta calorosamente e vi guida fino allo spiazzo principale. Una volta che il carro e' fermo e voi siete scesi , vi offre un mezzo inchino e vi da' il benvenuto: Ben arrivati, amici, ben arrivati! Spero abbiate fatto un buon viaggio. Mi chiamo Svetlana. Svetlana Levton, sono la moglie di Oleg, il proprietario dell'avamposto. Sono contenta che finalmente abbiano mandato qualcuno ad aiutarci... Sembra proprio felice di vedervi, anche se sembra nascondere un certo nervosismo, per il modo in cui si stringe lemani intorno alla gonna lunga e semplice. Ma venite dentro vi prego, ho preparato una buona cena per tutti voi e stapperemo una bottiglia del miglior vino che abbiamo. Entrate entrate... Oleg ci raggiungera' presto, sta riparando una tettoia. 

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Damien Windsor

Smonto da cavallo, conducendo la bestia alla briglia per gli ultimi chilometri di viaggio, in parte per far riposare l’animale; ma, sopratutto, per sgranchirmi le gambe, anchilosate dalla lunga cavalcata. La vista del forte non mi impressiona, dato il suo stato malandato; ma, in fondo dei conti, risulta emblematico delle sdide che ci attenderanno in queste terre di frontiera: Non é un granché commento ma, dopo tutto, non siamo forse qui per raddrizzare queste terre?!

L’impressione che mi fa la moglie dell oste é decisamene migliore: apprezzo la sua gentile ospitalità e ritengo che il suo nervosismo sia dato dalla presenza di un gruppo di stranieri. Mi presento con rispetto e seguo la donna alla sua offerta di un pasto rifocillante: Non dubitate, buona donna, che faremo onore ai vostri sforzi culinari ed apprezzeremo il vostro buon vino. La rassicuro con il migliore dei miei sorrisi.

 

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Benaiah

Al contrario del fedele di Erastil io scendo dal carro e salgo sulla mia cavalcatura, sistemandomi comodamente nella sella tra le gobbe. Un'operazione complessa in realtà poiché l'animale è piuttosto alto e per salirci, senza dover fare manovre spericolate, è necessario lui si abbassi.

La vista dell'avamposto incredibilmente mi mette ancor più di buon umore "Già, il bello è proprio quello. Dovremo darci proprio da fare prima di ottenere qualche... titolo." mi giro verso Shaza "Che ne pensi di 'Mastro'?" sospiro "Aaahhh quanto dovremo sudare. Mi piace."

All'ingresso poi veniamo accolti da una gran bella ragazza, forse poco più grande di me ma questo nulla toglie al piacere di avere la possibilità di ascoltare una voce femminile in mezzo a tutti questi omaccioni. La speranza di che potesse essere la figlia di questo Oleg viene però immediatamente infranta dalla sua presentazione. Scendo elegantemente da Shahab. Mi avvicino a Svetlana, definitivamente attratto dalla sua timidezza ed eseguo un perfetto baciamano. D'altronde tra la mia gente si usa così, tutte le donne sono principesse.
Rialzo lo sguardo fissandola dritta negli occhi per un breve attimo, lo riabbasso per non darle nemmeno tempo di imbarazzarsi poiché non intendo essere scortese "Il mio nome è Benaiah. Sono incantato." quindi mi allontano arretrando qualche passo "Spero i miei modi non Vi mettano a disagio. E' abitudine. Dalle mie parti ogni donna è destinata a ricevere tutti gli onori. E Voi qui non solo ci ospitate ma siete anche nostra Regina." accolgo poi l'invito a entrare con un ampio sorriso.

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Leo

Perfetto, il viaggio mi ha messo fame, dico saltando giù dal carro, lieto dell' opportunità di sgranchirmi finalmente le gambe, con Cassie che mi segue a ruota. C'è una stalla in questo forte? Mi piacerebbe sapere che anche la mia Cassie stasera riposerà con un tetto sulla testa... dico indicando la rana.

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Svetlana sorride in risposta alle parole di Damien. E poi arrosisce timidamente a quelle di Beniah. Al suo baciamano il volto dalla pelle chiara e' ormai coperto di chiazze rosse. Fortunatamente la domanda di Leo la riporta a un terreno a lei piu' conosciuto, anche se rimane un po' stupita alla vista della rana: Una stalla certo, per la vostra...ehm...rana. Poi lo sguardo cade sul cammello di Beniah, che probabilmente, molto distratta e contenta del vostro arrivo, aveva scambiato per un cavallo un po' piu' brutto del normale. E..e..quella...cosa, anche puo' stare nella stalla. E' quell'edificio laggiu', adesso e' occupata solo dal nostro cavallo, Daremo loro acqua e...cibo?

Modificato da Lamadanzante
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Shaza
Scendo dal carro con un saltello ed atterro a passo felpato sulla terra sussurrando tra me e me
Finalmente la nuda terra sotto i miei piedi
Arrivo davanti Svetlana e mi inchino
Buonasera Svetlana, piacere di fare la sua conoscenza, la ringrazio inoltre per la sua ospitalità, di questi tempi occorre fortuna ad avere un pasto caldo ed un tetto sopra la propria testa, spero di poter ricambiare presto il favore da lei offerto.
Mi dirigo verso Benaiah e gli sussurro
Vuoi sapere perche' voglio soldi ed un titolo? Ho vissuto fin da piccolo nella strada, ho visto bambini come me...amici morirmi davanti di stenti, senza nessuno aiuto alcuno, ci prendevano a calci quando rubavamo per mangiare e se ci ammalavamo nessuno aveva i soldi per le medicine.
Tu questa la chiami vita? Io no. Vorrei dare una svolta a questa povertà, aiutare la gente che sta per strada, sopratutto tutti quei ragazzini che non hanno nulla e che per vivere devono diventare dei tagliagole come me, ma ora come ora al massimo vivo anche io a stenti se non rubo o faccio lavori di bassa morale... ho scelto questo posto per questo.
Diventare un faro per la gente dei bassifondi o morire provandoci.

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Svetlana risponde all'inchino di Shaza e accompagna chi ne ha bisogno verso la stalla, un grande edificio di legno a un piano, che occupa quasi tutto il lato meridionale dell'avamposto. Ci sono quattro spazi liberi e solo uno e' occupato da un cavallo pezzato, che nitrisce nervoso quando entrano gli altri animali. Soprattutto non sembra trovare piacevole la compagnia del cammello. 

Poi Svetlana vi invita a entrare nella casa che abitano lei e Oleg. La casa e' quella messa meglio dei vari edifici che avete visto nell'avamposto. E' di semplice legno, ma robusta e ben fatta, dimostrando le qualita' del falegname che l'ha costruita. Vi conduce in quella che e' la sala da pranzo. Un solido tavolo di legno scuro occupa la parte centrale della stanza, circondato da otto sedie dello stesso materiale. Da una stanza vicino, probabilmente la cucina, proviene un delizioso profumo di carne arrosto. Un fiasco di vino con cinque bicchieri e' presente sul tavolo, insieme a semplici piatti e un coltello per mangiare. Svetlana vi dice di accomodarvi, che tra poco sara' servita la cena.

Dopo un paio di minuti un uomo di mezza eta', ancora ben messo fisicamente e dallo sguardo a meta' tra l'arcigno e il diffidente, scende le scale che portano al piano superiore e si presenta come il proprietario dell'avamposto, Oleg.

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Bene, siete arrivati finalmente. Benvenuti nella mia casa, spero che potrete veramente essere d'aiuto. Vi dice, in un tono vagamente cupo.

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Damien Windsor

Apparentemente risolta la questione della sistemazione del nostro personale piccolo zoo, seguiamo Svetlana nella sua magione: la solida struttura e la fattura rustica, non possono che trovarmi ammirato e compiaciuto da tutto quello che questo ambiente rappresenta: se anche in piccola parte, questo Oleg e sua moglie Svetlana, sono i veri originali colonizzatori di questa terra; e, questa casa, il calore del focolare, l'odore di buon cibo e la rustica cortesia, rappresentano una vittoria della civilta' su queste lande selvagge. rifletto prendendo posto a sedere al tavolo che ci viene indicato dalla donna.

solo dopo un paio di minuti, il padrone di casa arriva finalmente a onorarci della sua accoglienza; quindi mi alzo in piedi e porgo la mano all'uomo: La ringraziamo per la vostra calda ospitalita', mastro Oleg; e vi garantisco personalmente che faremo del nostro meglio per aiutarvi in qualunque modo ci sia data l'opportunita' di farlo. stringo la mano dell'uomo con vigore, concentrandomi assorto per alcuni istanti, come a scrutarne l'anima: quali problemi vi affliggono, ai quali potremmo porre rimedio? domando poi, tornando a sedere, con tono colloquiale, di quelli che si addicono ad una cena rustica e generosa, come quella che ci viene offerta.

@ Master

Spoiler

Non che il buon Oleg sembri averne bisogno, dato che interpreto la sua diffidenza come una nota caratteriale, piu' che una questione personale nei nostri confronti: ma faccio un tentativo di Diplomazia con bonus +7 per migliorare il suo atteggiamento nei nostri  confronti, offrendo immediatamente ed incondizionatamente aiuto per risolvere i suoi eventuali problemi.

Inoltre....mi sono dimenticato di usare Detect Evil su Svetlana; rimedierei adesso usandolo sia su lei che su suo marito Oleg. Naturalmente, so gia' per metagame che i miei compagni non sono malvagi, dato che, anche se non ho visto tutte le loro schede, era un prerequisito richiesto da te alla creazione dei perosnaggi; ma do per scontato di aver utilizzato il mio intuito da paladino per assicurarmi che nessuno di loro avesse una natura malvagia, alla prima occaisone in cui debba averli incontrati.

 

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Oleg stringe con forza la mano di Damien , reggendo lo sguardo concentrato che il paladino gli rivolge. Poi lo invita a sedersi nuovamente e lui stesso prende posto intorno al tavolo, mentre Svetlana scompare in cucina. Oleg stesso si occupa di riempirvi le coppe di feltro con il vino del fiasco, un rosso corposo e profumato.

Aspettavamo delle guardie. Ci erano state promesse delle guardie... il suo tono e' rude e scontroso, anche se non cattivo. E invece siete arrivati voi. Cosa sareste? Esploratori? Poi si rivolge nuovamente a Damien: Banditi. Sembra sputare la parola, come se avesse un cattivo sapore sulla sua lingua. E sicuramente lo aveva. Infestano questa zona e...e...ci tengono sotto il loro maledetto giogo... e' chiaro che gli costa molto ammettere questa ultima parte.

Damien

Spoiler

Tiro di diplomazia 15+7=22

Sei sicuro che ne' Svetlana ne' Oleg siano malvagi.

 

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Damien Windsor

Naturalmente, dove esiste la lotta della brava gente onesta e lavoratrice, non puo' mancare anche la presenza degli iniqui, pronti ad approfittarsi del lavoro altrui e della vulnerabilita' di chi trascura la propria capacita' di difendersi in virtu' dell'operosita': non e' forse questo, Damien, uno dei motivi che ti hanno condotto sulla strada del paladinato: difendere gli innocenti dai prepotenti? domando retoricamente a me stesso, ascoltando le lamentele del buon Oleg. Siamo esploratori, e' vero; ma non soltanto questo. rassicuro il nostro ospite con convinzione: abbiamo espresso mandato ed autorita', conferiti dai Signori della Spada di Restov, conil patrocinoio dell l'ufficio del Reggente del Trono di Scaglia di Drago, di perseguire e punire secondo le leggi del regno ogni attivita' illecita recito citando il documento che ci ricorda i nostri doveri come membri della spedizione: con particolare riferimento al banditismo. spiego tenendo il bicchiere di vino nella mano destra, ma prima ancora di bere dalla coppa, aggiungo: tutto quello che dovete fare, e' indirizzarci verso il campo dei banditi o il luogo dove si suppone si nascondano, e vedremo noi di occuparci del problema. affermo, girando la testa verso i miei compagni, per assicurarmi che anche loro siano, in effetti, intenzionati a rispettare il loro mandato come  membri della spedizione, essendomi reso conto di aver parlato anche per loro: dico bene, compagni?

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Leo 

Grazie signora. E tu fai la brava capito? Dico affettuosamente alla mia rana, che risponde con un curioso gracidio. Curioso, sembra che i cavalli temano quello strano animale.  Dopo essermi occupato di Cassie seguo Svetlana,  nella cucina. L' odore del buon cibo mi avvolge e non posso fare a leccarmi le labbra alla vista di quei piatti semplici ma deliziosi.

Finalmente del buon cibo, ci voleva dopo tutti quei giorni a razioni. Quando sento Oleg parlare di banditi però la mia attenzione si concentra tutta su di lui. E' una tattica tipica, vi tengono in vita solo per continuare a spremervi. Era quello che faceva anche Alana con chi poteva permetterselo. I miei genitori purtroppo non erano abbastanza ricchi da rientrare nella categoria. Non si preoccupi Oleg, non saremo guardie ma siamo perfettamente in grado di aiutarvi.  Ma dovete darci più informazioni. Chi sono questi banditi? Sapete dove è il loro covo, o quantomeno dove possiamo incontrarli? Se fanno parte di una banda più grande eliminarli potrebbe esporvi a ritorsioni, abbiamo bisogno di tutte le informazioni possibili.

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Benaiah

"Shahab... non mi piace chiamarlo semplicemente cammello, figuriamoci cosa." non c'è il minimo tono di rimprovero ma sorrido quando lo dico "Lui non ha problemi di temperature e può addirittura mangiare carne o ossa. Certo brucare dell'erba rigogliosa come quella che vedo qui non potrà che giovare al suo umore" mentre rispondo tolgo i finimenti e slaccio la grossa sella che poi lascio a terra, quindi indico la stalla all'animale che subito inizia ad incamminarsi "e alla sua salute chiaramente."

Vado a sistemare la sella in un angolo al coperto della stalla, anche se il tempo è buono non voglio rischiare si bagni ora che non è necessario, tornando mi accosto quindi a Shaza "Nobile intento. Spero questo faro riuscirà a indirizzare le navi lontane dagli scogli."

Quindi mi avvicino al cavallo pezzato accarezzandogli il muso nel tentativo di calmarlo. Sembro anche sereno passando vicino alla rana, un animale certamente curioso ma anche evidentemente intelligente.

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Una volta entrati nella casa spendo ben poco tempo a studiarne la struttura e solidità. Non è ciò che mi interessa al momento poiché vengo letteralmente rapito dal buon profumo di arrosto che arriva dalla cucina. Non mi avvicino al vino, non intendo berne nemmeno un goccio prima dell'arrivo del padrone dell'avamposto.
Fortunatamente non ci fa attendere molto, un omone arcigno ma è evidente sia anche una persona di cuore.
"Il mio nome è Benaiah. Sono davvero lieto di conoscervi." il tono di voce non è meno gentile di quello usato con Svetlana, certo gli sguardi e i gesti sono più diretti "No... non sono una guardia" non lo dico come fossi offeso "sono un Cavaliere. E come ha detto Damien e ha ribadito Leo, siamo qui per uno scopo preciso. Rendere queste terre sicure."

Quando però tutti iniziano a fare domande sembro un po' stranirmi "Amici miei, non spetta certamente a me ma la Signora ci ha invitato a sederci e sembra sia quasi pronta per noi una cena deliziosa. Non avveleniamo il buon cibo col racconto di banditi e manigoldi. Mangiamo, conosciamoci meglio... poi avremo tempo, quando il vino sarà già in circolo e le promesse più facili." alzo quindi la coppa di vino invitando tutti a un brindisi "Alla liberazione di queste terre. Sarò lieto di rendere le notti dei coniugi Levton più serene da questa che giunge in avanti."

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Oleg si unisce al brindisi, sicuramente d'accordo con il rinviare tutti i discorsi sui banditi a dopo la cena. 

L'oscurita' scende a poco a poco sulla regione. Svetlana accende velocemente varie torce intorno alla casa e porta un candelabro con le candele accese e lo posa al centro del lungo tavolo, mentre gli uomini bevono il loro vino e discutete del viaggio, tranquillo e noioso, che vi ha portato fin li'.

Dopo una quindicina di minuti Svetlana fa il suo ritorno dalla cucina, portando un grande vassoio tra le braccia. Vassoio che posa sul tavolo, tra di voi. SOpra e' disposto un bell'arrosto di cinghiale, le fette spesse di carne coperte da un sugo di funghi e noci e speziato con piante locali. Tutt'intorno piccole patate novelle cotte al forno. La donna torna in cucina e ritorna con una grande pagnotta croccante e ancora calda , posata su un tagliere e divisa in spesse fette, sulle quali mettere la carne. Il tutto ha un aspetto e un profumo delizioso.

Oleg vi invita a servirvi: Vi prego di divedere con noi il nostro desco e che questo sia il primo di una serie di giorni piu' tranquilli, per me e la mia famiglia. Servitevi prego.

La carne e le verdure sono molto buone, denotando le qualita' culinarie di Svetlana che vi guarda con piacere mentre mangiate di gusto. Poco a poco le pance si riempiono e il fiasco si svuota. La cena giunge al termine e Svetlana ritira le stoviglie e le porta in cucina per lavarle. Oleg si avvicina a un mobile dall'aspetto solido e tira fuori una piccola bottiglia che contiene un liquido ambrato. Vi riempie i bicchieri con due dita di questo liquido. Liquore di menta, una mia specialita'. Buono per digerire.

Aspetta che beviate e lui stesso prende un sorso, poi inizia a spiegare la situazione, piuttosto cupa: La prima visita dei banditi risale a circa tre mesi fa. Minacciarono di bruciare completamente l'avamposto commerciale e poi rapire Svetlana per divertirsi con lei al loro campo se non avessimo accettato di dar loro tutte le pelli e le merci commerciali che avevamo ricevuto dai cacciatori quel mese. Si ferma un attimo, poi batte un potente pugno sul tavolo: Avrei voluto reagire, fare qualcosa...se fossi stato solo forse lo avrei fatto...ma Svetlana, non meritava quel destino. Cosi' ho piegato la testa e accettato. Il volto dell'uomo e' tirato dalla evidente rabbia e angustia.

Svetlana torna dalla cucina, finiti i suoi doveri e continuo' lei il racconto: Da allora i banditi sono tornati altre due volte ,ogni inizio del mese , sempre all'incirca un'ora dopo l'alba. Li aspettiamo per domani infatti. Una lacrima scende sul volto di Svetlana, evidentemente impaurita da quella prospettiva.  Spero tanto che possiate aiutarci.

Zitta donna e mantieni il contegno. Riprende Oleg. Queste persone non sono qua per aiutarci, hanno la loro missione. Noi...noi possiamo resistere ancora un po'. Cerca di mostrarsi duro e sicuro, ma si vede che e' solo uno sforzo vano, poi riprende allargando le braccia: Certo e' , che se domani voi poteste aiutarci quando quei cani verranno a riscuotere la loro "tassa"...se poteste farne un esempio, io credo che gli altri ci penseranno due volte prima di attaccarci di nuovo. Credo che il loro campo sia a una giornata di cavallo non di piu', anche se non so esattamente dove nella Cintura Verde. La prima volta che sono venuti erano in dodici, compresi quelli che sembravano i loro due capi. Una donna malvagia armata di due asce e un uomo coperto da un mantello e con un grande arco. L'uomo era quello che parlava di piu', vantandosi di quello che ci avrebbe fatto, soprattutto a Svetlana, se non avessimo collaborato. Un uomo piuttosto rude. Ma ho avuto la sensazione che quella al comando fosse la donna. Aveva uno sguardo decisamente malvagio e intelligente e l'uomo faceva quello che lei diceva. La seconda volta erano meno e senza la donna. E l'ultima volta sono venuti solo in cinque, compreso l'uomo con l'arco al loro comando. Ormai sono sicuri di averci in pugno , per quello non vengono piu' in forze. Tacque per un attimo, sorseggio' il liquore e poi chiese di nuovo, facendosi forza, visto che evidentemente non gli piaceva dover essere costretto a chiedere aiuto: Ci aiuterete domani?

 

Modificato da Lamadanzante
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