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Atto I - Tensioni a Shinano


Noraxthuul

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Kato Yukishige

 

Il ronin mostra un'espressione dubbiosa mentre il monaco parla e spiega.

"Eppure la nobile Sanada sembrava così sicura. Magari lei ti ha visto nel tempio mentre porgevi i tuoi saluti al grande maestro e ti avrà scambiato per uno dei suoi allievi, chissà. Ma ditemi, com'era Morisawa Hiroshi no Kami? Ho sentito dire che aveva molta familiarità con gli spiriti."

"Inoltre" continua Yukishige, invitando il monaco ad avvicinarsi "cosa avete intenzione di fare riguardo a questa rivolta? E' oltremodo sospettoso che un monaco si intrometta tanto da quasi sporcarsi le mani in una questione così sanguinosa. Non sarebbe stato meglio andare in un tempio e curare i feriti o pregare per la loro salvezza? Soprattutto se consideriamo le persone con cui ti abbiamo visto parlare la prima volta che ci siamo visti."

Tutto questo quasi sussurrato per evitare che orecchie maliziose potessero ascoltare troppo.

"Dunque mi chiedo, chi siete voi, Shigeuji Aoki?"

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Riassunto della Mini-Puntata Live precedente:

Dopo che Aoki riesce più o meno a deflettere i sospetti di Yukishige sul vero proposito che lo avrebbe condotto a indagare sulle terribili rivolte in corso, il gruppo - con l’apporto di un nanbanjin appena tornato dal suo giro notturno - inizia a discutere il da farsi. In particolare viene sottolineato la volontà dichiarata della signora Sanada di utilizzare i moschetti come mezzo per la sua futura espansione e di tutto come questo possa tragicamente condurre alla guerra civile. Yukishige per parte sue si è anche mostrato interessato ai movimenti militari concernenti il Generale Akiyama ma, per essere sicuri di non attirare sospetti scomodi su di sé, si accorda con il nanbanjin perché sia lui a porre le domande, essendo così giustificate dal ruolo di addestratore che lo straniero dovrà performare di lì a poco. Dopo poco, la conversazione si affievolisce e i tre decidono di dividersi: Aoki e Giorgio si dirigono alle terme locali (per il bene del naso di tutti), mentre il ronin preferisce tornare a visitare una taverna conosciuta in passato, per passare una piacevole serata nel mondo dei salici.

Per le strade di Ueda

Il sole è sceso da tempo dietro ai monti a ovest, quando Yukishige mette piede fuori dalla magione. In pochi istanti varca il cancello di casa, dove un paio di uomini di guardia chinano subito la testa e si affrettano a raddrizzare la schiena, tradendo una certa sonnolenza. Indisturbato, il ronin attraversa tutte le piazzeforti del castello, prima di essere bloccato alle porte da una pattuglia armata, che non riconoscendolo, gli intima di fermarsi immediatamente. Forse è stato l’aspetto trasandato ad allertare le guardie (per quanto ci tenga, Yukishige non ha esattamente l’aspetto di un karo) o forse Isshiki Jotaro ci aveva messo lo zampino. Fortunatamente, il capitano degli ashigaru che viene chiamato a gestire la situazione è Motohira Kagero, lo stesso che ha fatto entrare il gruppo di stranieri solo poche ore prima. Non appena si accorge di cosa sta succedendo, si affretta a scusarsi, desolato, e redarguisce i suoi uomini obbligandoli a fare lo stesso. Finalmente, dopo una doccia di “Senimasen Yukishige-dono!” il samurai riesce a uscire dalle porte del castello.

Ma se il centro militare di Ueda è immerso in una quiete quasi innaturale, i quartieri popolari della città non sono dello stesso avviso. Lanterne dai colori caldi illuminano le strade di una città viva e operosa anche a quest’ora tarda. Ovunque si respira un’aria frizzantina e spensierata: venditori ambulanti ridono e offrono stuzzichini a chi calca le strade principali, mentre alcune danze popolari stanno avendo luogo nella piazza del mercato alla tua destra, accompagnate dalle percussioni dei tamburi taiko e da alcuni strumenti a corde che non riesci a identificare. Ai lati delle strade, ogni yado è illuminata a giorno e piena zeppa di clienti: alcune di loro musica dal vivo, altre “pubblicizzano” discretamente la possibilità di partecipare a piccole bische di han-cho (che potrebbero o non potrebbero essere organizzate proprio da loro), altre ancora sfoderano le loro impiegate più attraenti per calcare le strade e invitare i clienti a bere con loro.

La più popolare di tutte queste taverne porta il nome di Kiruma e ospita un vero e proprio incontro di sumo all’aperto, benedetto da un sacerdote shintoista. Il ring è una piattaforma di terra rialzata di due piedi rispetto alla strada e circondata da una massiccia corda di canapa. A est e a ovest del palco, due omoni giganteschi fanno la loro comparsa, prima sciacquandosi la bocca e poi divorando una manciata di sale come il rito di purificazione prevede. Sguardi lunghi vengono scambiati dai due atleti, mentre si colpiscono violentemente in volto e ed emettono il loro kiai per intimidire l’avversario. Poi l’arbitro gyoji si mostra col suo ventaglio alla folla trepidante e, a un suo gesto, i due contendenti si scagliano in una violentissima taichi-ai, mentre gli astanti esplodono in una cacofonia assordante di incoraggiamenti e esclamazioni.

Non tutti guardano lo spettacolo soddisfatti però. L’attenzione di Yukishige si sposta lontano dall’azione per vagare in uno dei vicoli oscuri che circondano i bassifondi. Lì, circondato da una piccola folla di curiosi, sta un straniero malvestito e con una strana tonsura, tutto preso a recitare in un giapponese stentato un sermone del “triplice” kami tanto caro ai barbari del sud.

“L’eccellentissimo kami è furioso!” sembra urlare alla folla. “E’ per blasfemie come quelle che avete attirato la sventura su di voi: pensate forse che questa vostra guerra infinita sia stata decisa dai soli uomini? Chi mai vorrebbe un conflitto senza fine? Nessuno, vi dico: questo è il castigo di chi va contro la parola dell’eccellentissimo kami. Ma non temete, egli è uno spirito misericordioso e sa che questa è la prima volta che udite parlare di lui: rinnegate i vostri falsi idoli e ottenete il suo perdono e la sua benevolenza. Per voi può esistere ancora la salvezza: è per questo che persone come me sono state mandate qui, a portare la buona novella e a dire a tutti che c’è ancora una speranza per la vostra anima immortale! I tiranni e i loro servi che cospirano col malvagio vi diranno di non prestare ascolto e di essere diffidenti, ma ricordate che è stato dietri loro ordine che avete impugnato le armi contro i vostri fratelli, sotto la loro protezione che i vostri cari hanno sofferto la fame e la malattia… e ora una donna siede dove un uomo dovrebbe stare! Ditemi, non basta forse solo questo infausto presagio a testimoniare il terribile destino che potrebbe attendere le genti di Ueda? Pentitevi, vi dico, rinunciate alle vostre credenze pagane e riprendetevi ciò che vi è stato tolto dai vostri maestri. Oppure continuate così, ma preparatevi: ci sono catastrofi a cui tutti gli infedeli sono destinati…”

Alle terme

Il complesso termale è meno distante dalla vostra abitazioni di quanto possiate immaginare. Si tratta di un edificio ligneo, candido ed elegante, dove una serie di servi vi scortano attraverso una serie di stanze all’apparenza tutte uguali, fino a giungere a quello che Giorgio capisce essere uno spogliatoio. Ci vuole un po’ per fare capire al barbaro come esattamente funzionino queste terme, e che bisogna lavarsi PRIMA di entrare in acqua. A più riprese infatti, il veneziano si ritrova inseguito da un servitore urlacchiante ed esasperato, che non sembra avere altro fine nella vita se non quello di rendere la sua rilassante serata di tutt’altra natura. Fortunatamente, alla fine anche lui demorde e sia Giorgio che Aoki possono finalmente trovare conforto nelle calde acque dello stabilimento. L’esperienza, malgrado i pregiudizi del primo, si rivela incredibilmente positiva e concilia i due uomini -ora lavati e profumati- il sonno, una volta tornati nelle loro stanze. La nottata scorre tranquilla e riposante.

Spoiler

Passiamo pure alla mattina dopo se non avete altro da aggiungere.

 

Modificato da Noraxthuul
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Kato Yukishige 

 

Per la gloria di Amaterasu, non un altro gaijin che blatera sul loro kami. Yukishige già sopportava abbastanza con il suo datore di lavoro, un altra persona sarebbe stata di troppo.

Sforzandosi, il ronin sposta la sua attenzione verso lidi più interessanti. 

Entra al Kiruma e chiede quali ragazze sono a disposizione di un viandante stanco.

Modificato da Magic Fox
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Sono le prime luci dell'alba a svegliare i due occidentali nella magione dei Crisantemi, che si alzano freschi e riposati.Vi muovete appena, prima di sentire passi felpati raggiungere la vostra camera e aprire le fusuma quel tanto che basta per far scivolare dentro la colazione con tutte le cerimonie del caso. Non diversamente dalla cena, anche questo pasto porta tutti i lussi che la corte Sanada ha da offrire. Giusto quando iniziate a domandarvi dove sia finito Yukishige, eccolo entrare a passo di danza dalla porta principale. Sembra essere di ottimo umore...

Spoiler

A voi la palla. Si prospetta una mattinata tranquilla.

 

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Kato Yukishige

 

"Buongiorno" saluta Yukishige mentre si siede per iniziare a mangiare "confido che abbiate passato una serata piacevole. Com'erano le terme?" Chiede poi mentre invita i suoi compagni al tavolo.

"Ho avuto modo di perlare con alcuni abitanti della città la sera scorsa e posso confermare che l'atmosfera a Ueda è intoccata da ribellioni e scontenti. Molti hanno anche fatto il nome di Itsugi, lo yoriki che si è ritirato dalla vita pubblica e che mi hanno confermato abiti a palazzo. Penso che sarebbe cosa buona e giusta andare a parlarci e a tal proposito, Aoki, perché non avanzate voi questa richiesta alla nobile Sanada? Penso che voi in quanto monaco possiate arrivare a toccare le corde giuste del suo animo e convincerla a farci questa gentilezza. Lui potrebbe avere informazioni preziose su ciò che sta succedendo al di fuori di Ueda."

Modificato da Magic Fox
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Shigeuji Aoki

"Buongiorno a voi, Yukishige-san. Vedo che siete di ottimo umore, sono contentl per voi" dice il monaco, mentre barcolla verso la propria colazione. "E portate anche delle utili informazioni, davvero eccellente. Perdonatemi, ho avuto una nottata agitata, e ora mi gira un po' la testa... Devono essere le preoccupazioni che ci dà il buon Giorgio-san!" dice con una risata. "Ma non preoccupatevi, sono sicuro che dopo una buona colazione torneró al pieno delle forze, e mi prodigheró subito per raccogliere qualche informazione."

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Kato Yukishige

 

Il ronin guarda il monaco con sguardo tra il sorpreso e il confuso. Che fossero i postumi di una sbornia notturna?

"Spero non abbiate fatto una notte di eccesso con l'alcol in compagnia di Joroujo-san, non sarebbe appropriato ad un monaco quale voi siete. Dovete assolutamente rendervi presentabile prima di chiedere udienza alla nobile Sanada, prima possiamo parlare con Itsugi-sama e prima potremo saperne di più. Inoltre, " dice Yukishige abbassando la voce in modo da ridurre la possibilità di venire sentito da orecchie indiscrete "Ho come la sensazione che sarebbe meglio chiedere dello yoriki prima che il generale Akiyama ritorni in città."

Il ronin poi si rimette a mangiare, rivolgendo infine la parola al suo datore di lavoro.

"Nanbanjin-san, se posso permettermi vorrei essere a conosc6delle vostre intenzioni per oggi."

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Giorgio Rocca


Il mattino il veneziano si sente ben piu' riposato del solito: essersi lavato gli ha tolto quell'eterno fastidio del sale tra i capelli a cui si era ormai abituato negli anni di viaggio in mare, ed ora riposano meno voluminosi e piu' lisci legati dietro. Come sempre, ma adesso sono ben meno rigidi. 

''Alcol? Uh, magari'' commenta leggermente sarcastico. ''Le terme sono una strana tradizione da voi, ma ammetto piacevole... non fose per un attendente che ha fatto davvero quanto fosse possibile per lui rendermi l'esperienza quanto piu' tediosa possibile. Sul serio. Ci è venuto il mal di testa. ''Prima ti spogli qua!'', ''No, non pui ancora entrare!',' ''Ci si lava da inginocchiati, non da in piedi!'', ed una sequela infinita che non racconto.'' ... ma dicevate che voi andate alle terme ogni giorno? Ho capito qualcosa del genere.'' concluse virgolettando in aria i commenti dell'attendente scocciato. 

Rivestito, indossati gli abiti e gli stivali, indossando fiero ogni suo indumento fino alle armi che carica, controlla e mette via pronte. 
Incontrare la Signora, farle le domande che dobbiamo fare, chiederle il permesso per alcune.... questioni... diventa improvvisamente piu' vago. sulla dimostrazione che dovro' dare perle armi. Inoltre, richiederle il permesso di farmi fabbricare l'armatura Takeda da portare a casa. Questo, oltre tutte le domande del caso su che succede qua e conoscerla meglio. conclude mettendo le mani nelle tasche. 

Andiamo? 

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Kato Yukishige

 

Lo spadaccino alza un sopracciglio non appena lo straniero si mette gli stivali dentro l'abitazione e con un sospiro richiama su di sè l'attenzione di Joroujou. E ne alza un'altro ancora più in alto al sentire che non è stato del sake a rendere Aoki in quello stato.

"Se posso permettermi" dice il ronin "è evidente che voi non conoscete nessuna delle nostre usanze, menchemmai quelle di corte. Ieri siete stati fortunati che il nobile Teramoto-dono si sia umiliato per voi nel consegnare una lettera. È meglio se chiedete il suo perdono il più presto possibile; anche oggi se possibile.

E tuttavia dovete imparare. Aoki, andate voi dalla nobile Sanada a chiedere udienza, io resterò qui con il nanbanjin per istruirlo al meglio delle mie possibilità sui modi corretti da tenere. Sempre che siate d'accordo, s'intende."

Conclude Yukishige guardando i due occidentali. 

Modificato da Magic Fox
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Giorgio Rocca Mocenigo 

Il commento del samurai gli strappa in parte un sorriso divertito, prima che la replica esca dall'europeo. 
''Ottima deduzione, Yukishige. L'hai dedotto da quando ho detto 'chiedo scusa se non comprendo le vostre tradizioni ancora' in presenza della signora?'' chiese con una punta di sarcasmo piu' marcata sollevando le spalle e sorridendo a lui. 

''Quel che devo imparare, insegnamelo... ma per favore...'' disse Giorgio estraendo la bibbia e mimando di scrivere. ''Se potessi trascrivermelo piuttosto che insegnarmelo, potrei non solo impararlo io, ma insegnarlo anche ad altri che verranno in modo che non succeda altre volte simili... ''incidenti'' prosegue retorico ''Oltretutto, intendero' mantenere alcune mie tradizioni anche se comprendo le loro. Comprendo adattarsi per rispetto, ma l'immagine necessita la sua parte, e la nobiltà dev'essere a volte... ricordata.'' Evidenzio sottilmente con aria quasi distratta. 

L'europeo prosegue camminando avanti ed indietro un attimo, prima di procedere a parlare a bassa voce. 

Comprendere e rispettare le tradizioni di popolazioni indigene è la base, ma al contempo ci sono tradizioni alle quali non posso venire meno, pena il fatto che difficilmente si potrebbe dire di me la mia nobiltà. Nelle mie terre io sono l'equivalente di un nobile e samurai assieme, ed ammetto che mi comporto in maniera piuttosto piu' vicina al popolo e ai bisognosi che ai nobili... cosa che mi ha penalizzato qui, facendomi sembrare uno qualunque Si sofferma un attimo a riflettere sulle successive parole.

Yukishige, dimmi: quanto vale qua per voi il mio titolo di nipote del Daimyo di Venezia? chiede quindi guardandolo. 
Esattamente. Meno di nulla. si risponde da solo, mimando qualcosa che sparisce dalle mani. 

L'unica cosa che fa' valere il mio titolo, appunto, è quanto io lo faccio valere. 
Si comincia con comprensione e rispetto, ma se mi adeguo totalmente alle vostre tradizioni di nobile, sembrero' solo uno straniero con soldi che cerca di scimmiottare i vostri nobili. Oltretutto... staranno in guardia. no? 
prosegue con un certo sorriso divertito. 

Se io mostro una comprensione sufficiente a mostrare rispetto, ma mantengo una parte delle mie spingo gli altri a comprendere me, non solo giudicarmi per quanto comprendo loro. Inoltre, si faranno scappare piu' cose, immaginando che io non comprenda... mentre posso comprendere benissimo. 
Ad esempio, se chiedo perdono per i miei comportamenti e mi comporto correttamente, ed anziche' consegnare la lettera io, ho qualcuno che la consegna secondo forma al mio posto, cio' evidenzia il mio status. 
inizia a parlare camminando. Batte poi i tacchi sul pavimento. 

Questi? Ho notato che non li portate. evidenzia poi con un sorriso. Ma desidero che la corte si abitui a sentire i miei tacchi colpire il terreno. Sia perchè pensino che capisco meno di quanto in realtà comprendo, sia perchè si abituino a sentirmi con questi in modo da non riconoscere, un giorno se mai mi servirà, il mio passo... sia perchè si consolidi in loro la mia immagine tanto da distinguermi bene da ogni altro straniero. 

 

Un sorrisetto soddisfatto 
Gradirei andare dalla signora il prima possibile. In citta' un po' persone mi attendono e ho bisogno di discutere i dettagli per la Dimostrazione per dare conferme. Come per l'armatura che devo acquistare. conclude guardando i due. 

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Shigeuji Aoki

Il monaco, ancora intontito, guarda battibeccare i suoi due compagni, che sembrano aver cominciato la giornata con il piede sbagliato, mentre lui fa colazione tranquillo.

Quando hanno finito di litigare, si intromette per cercare di mediare :" Non se la prenda con lui Yukishige-san, la faccenda della lettera è stata una mia mancanza, in quanto Giorgio-san aveva incaricato me di occuparsi dei convenevoli, e l'imbarazzo di Teramoto è frutto della mia distrazione, e per questo chiederemo scusa entrambi.

Giorgio-san, credo abbiate travisato ció che Yukishige-san voleva dire. Non intendeva certo sgridarvi, il suo obiettivo era ricordarvi le molte regole sociali che vigono qui, e che è opportuno rispettare; altrimenti si rischia di perdere la faccia, e questo nuocerebbe a voi e al vostro prestigio, ed è dovere di Yukishige-san, in quanto vostra guardia e guida, mettervi in guardia da certi pericoli.

Sperando che ció che ho detto vi abbia riappacificati, credo che convenga presentarci assieme alla nobile signora, sia per farle risparmiare tempo che per far si che non accadano problemi di natura cerimoniale."

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Di comune accordo vi dirigete verso il tenshu, il torrione principale, dove risiedono gli alloggi della Signora Scarlatta. Innanzi ai suoi cancelli v'è un manipolo di ashigaru di guardia che, come vi vede, incrocia le lance e chiede il motivo della vostra presenza. Cercate di spiegare che avete bisogno di ottenere udienza con lady Sanada, ma il capitano della guardiola scuote la testa: "Impossibile in questo momento.", vi spiega. "La nostra nobile signora è impegnata con affari di stato." Vi guardate tra di voi e cercate di dire che si tratta di una questione importante e chiedete quando potreste ritentare, ma -prima che il soldato possa replicare- a intecettare le vostre parole è un cortigiano corpulento, che arranca nel suo kataginu sudaticcio verso di voi. Alla sua venuta, gli ashigaru scattano sull'attenti.

L'uomo si presenta come Moroshima Keiji, consigliere finanziario alla corte dei Sanada. I suoi occhi sono poco più che fessure su un facciottone coronato da un abbondante doppio mento, mentre il suo ventre sembrerebbe essere pronto a squarciare le costrizioni della sua veste pregiata da un momento all'altro. Nonostante il suo aspetto non sia piacevole allo sguardo, i suoi modi sono oltremodo cortesi: Moroshima vi saluta uno per uno, ricordanto i nomi di chi li ha dichiarati durante il primo incontro con lady Sanada. Azzarda perfino un'occidentalissima stretta di mano con Giorgio, scoppiando a ridere quando questo gli rivolge uno sguardo stralunato.

Finito lo scambio di convenevoli, il karo vi rassicura: nonostante la signora sia impegnata con gli affari del feudo, lui ha di certo il tempo per udire le richieste di stimati ospiti del castello. Vi conudce quindi nel suo piccolo studio (O sono forse i suoi alloggi? Difficile dirlo.) in un edificilo secondario all'interno del Nimaru, dove riscontrate lo stesso lusso con cui si era presentata la vostra residenza, senza però la stessa raffinatezza nel gusto degli arredi. Seduto sul pavimento, Keiji vi invita a fare lo stesso, a bere del té con lui e a spiegargli tutto quello di cui avete bisogno, così che lui possa riferirlo alla Signora al più presto. Oltretutto, vi rassicura che il pagamento per il carico di bastoni tonanti verrà effettuato quanto prima, avete la sua parola.

Con calma decidete di palesare le vostre richieste, che lui trascrive con mano abile su un foglio di carta di riso, che poi bolla con il suo sigillo.

Spoiler

Giusto per chiarire un elemento importante: considero che voi parliate del vostro desiderio di conoscere lo yoriki Istugi e il permesso per il possesso di armature per Giorgio. Devo anche presumere che Giorgio blateri del fatto che abbia già iniziato a reclutare uomini nella provicincia, senza il consenso della Signora?

Alla fine di questo piacevole(?) colloquio, prendete congedo e ritornate nella vostra residenza in placida attesa. Il resto della giornata sembra passare senza che nulla accada di rilevante tra le mura del castello.

Spoiler

Potete scrivermi se volete impegnare il meriggio per fare qualcosa, ma dato il ritmo dei post, io intanto vado avanti.

La notte successiva passa tranquilla. Dopo un sonno ristoratore, a svegliarvi sono stati i passi di una giovane donna che, aprendo una alla volta e di pochi sun le fusuma delle vostre stanze, vi comunica cortesemente che una certa Ichijo Makie desidera invitarvi a consumare con lei il primo pasto della giornata. Ovviamente presso la propria stanza. Dopodiché, prima di chiudere silenziosamente le porte, vi dice che attenderà all'esterno finché non sarete presentabili.

Dopo quasi un koku di attesa, vi radunate nel corridoio, da cui la donna vi fa strada uscendo dall'edificio. E' una giornata che si prospetta gradevole e soleggiata e l'attività nelle strade come anche all'interno della fortezza è già cominciata: vedete uomini di pattuglia, gente comune che inizia le proprie mansioni quotidiane, mentre i primi suoni del mercato giungono dai quartieri meno abbienti. Dopo un breve percorso nella cittadella, arrivate d'innanzi a una struttura simile a quella in cui avete alloggiato: costruita in legno, piuttosto elegante con un giardinetto interno. Una seconda donna vi accoglie all'entrata mentre la prima si congeda con un inchino, guidandovi un una stanzetta dalle dimensioni modeste. Lì, quella che riconoscete essere questa Ichijo Makie, l'anziana consigliera/ancella austera di lady Sanada, è seduta su un palchetto rialzato innanzi a una serie di tavolini laccati e imbanditi con varie pietanze: riso, pesce, anguille, alghe, bicchieri ricolmi di té appena preparato, e così via. Ora potete osservarla da più da vicino: si tratta di una donna elegante, ormai non più giovane, vestita in un lungo vestito a dodici strati i cui colori variano dall'ocra al bianco e al rosso acceso.

Lady Makie si direbbe apparentemente sola, ma (Percezione [successo]) in verità l'accompagnatore c'è, solo che non lo notate finché non vi siete seduti. Infatti l'uomo dalla grossa costituzione e dalla voce profonda, che voi riconoscete come Teramoto Kojiro, se ne sta del tutto in disparte verso un lato della sala, salutando silenziosamente la vostra venuta con un cenno rapido del capo. Veste un kimono scarlatto di pregiata fattura, e alla sua destra stanno sia una modesta wakizashi, che la controparte più lunga. Ichijo Makie, apparentemente incurante della presenza del generale, vi accoglie con poche parole rispettando l'etichetta con quella naturalezza propria di chi ha vissuto a corte fin dalla nascita. Dopodiché vi fa cenno di accomodarvi.

E' chiaro a tutti come questo sia un ricevimento formale, dove gli occhi severi della donna sembrano volervi mozzare ogni arto con cui voi vi permettete di fare un movimento sbagliato. Tuttavia, malgrado le continue e imbarazzanti figuaracce di Giorgio, la dama si dimostra accomodante: scambia qualche parola con voi su argomenti innocui, vi ringrazia per il servizio che il signor De Mocenigo offre alla corte Sanada e si dice fiduciosa della continuazione di questi rapporti amicali anche in futuro. Il dialogo va avanti per qualche tempo, senza davvero prendere nessuna piega interessante. Intanto, malgrado il volto della consigliera resta austero e impassibile per tutto l'incontro, l'atmosfera si fa più rilassata. Le uniche note stonate, all'interno di quella che dopo tutto può anche risultare una colazione piacevole, sono costituite dalla ingenua maleducazione del nanbanjin e dalla oltremodo silente e quasi inquietante presenza del samurai in fondo alla sala. Dopo però l'ennesima pausa nel dialogo, la dama sembra perdere interesse nel cibo: guarda invece dritto verso gli occhi del monaco e, con un espressione indecifrabile, gli chiede:

"Fra poco monaco, ti sarà concesso un colloquio con l'uomo di cui hai chiesto." Lo sguardo della consigliera si sposta a scrutarvi, uno a uno. "Ma prima di farvi accompagnare in quelle stanze, posso chiederti come mai desiderate così ardentemente fare visita al nostro capitano delle guardie?"

Modificato da Noraxthuul
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Kato Yukishige

 

Notando che il monaco sta faticando a tirare fuori le parole e per non far aspettare troppo la nobile Ichijo, il ronin si presenta e inchinandosi fino a toccare con la fronte il pavimento chiede umilmente il permesso di parlare.

Se questo gli viene accordato inizia a dire come le cose stanno.

"Se mi è umilmente concesso parlare, Aoki-san è impressionato dalla fama di illuminato di Istugi-sama e della benevolenza che il popolo di Ueda gli sembra rivolgere. Essendo un uomo di spirito e desideroso di fare ciò che può per aiutare i sofferenti, voleva attingere all'esperienza di questo maestro di vita per svolgere al meglio il compito che gli si prospetta. Ci hanno detto che egli ormai si è ritirato dalla vita pubblica e quindi ha immaginato che risieda qui a palazzo."

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l volto della dama non si addolcisce, né lo fa la durezza della sua espressione. Continua a squadrare Aoki ancora per qualche istante, prima di far cessare quel prolungato e quantomai fastidioso contatto. I suoi occhi non guardano il samurai nemmeno per un istante.

"Uomo colto e saggio illuminato... " replica con un'ironia velata ma tagliente. "...ma certo, comprendo." Scocca uno sguardo al taisho in disparte, per poi riportarlo su di voi.

"Fosse dipeso da me, sarebbe andata diversamente." scandisce. "Tuttavia, la Signora ha parlato: Teramoto-dono, portate questi ospiti degli alloggi del capitano delle guardie."

Dopodiché vi congeda con un cenno imperioso del capo e, munitasi di pennello, rivolge le sue attenzioni a uno dei plichi di carta di riso alla sua destra. Intanto il guerriero si è alzato e vi fa cortesemente cenno di seguirlo. Venite quindi scortati fra le ampie vie della cittadella, ora nel pieno della sua quotidiana operosità. Non vi dirigete però verso il complesso principale, come vi sareste aspettati, cambiando direzione una volta passato il tenshu: la vostra guida invece gira in favore di un edificio secondario, piuttosto distante dagli alloggi di Lady Makie, ma sempre all'interno della cittadella. Qui, dopo aver congedato con un segno della mano un manipolo di armati di guardia all'entrata, vi fa strada fino a una piccola stanzetta immersa nella penombra. Al centro di questa un uomo dal volto placido e segnato dalla vecchiaia, guarda la vostra entrata con la stessa espressione di chi ha appena visto un fantasma. Dopo avervi fatto entrare, Teramoto chiude la porta alle vostre spalle e pare allontanarsi.

La stanza rettangolare in cui siete entrati non è molto ampia ma, fin dal primo sguardo si nota subito che di certo non assomiglia ad una cella: notate che il pavimento è tirato a lucido, che su di esso sono appoggiati tavolini di legno laccato di nero simili a quelli dove avete mangiato poco prima, e che in genere non sembra mancare nessuna comodità. Le pareti della stanza sono scorrevoli, ma non percepite alcun rumore o presenza dietro di esse.

@Tutti: Riassunto di quello che sapete sullo yoriki Itsugi.

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Itsugi è stato improvvisamente sollevato dal suo incaricarono non molto tempo fa, a circa un mese dall'ascesa al potere della Signora Scarlatta e senza motivo apparente. Sapete che ha servito per quasi quarantacinque anni sotto il defunto Sanada Yukitaka, e che veniva (e viene tutt'ora) considerato un uomo buono e illuminato, amato da tutta la popolazione di Ueda. Oltre a questo, avrebbe anche avuto un ruolo centrale nel coordinare le difese e gli aiuti durante le prime fasi della ribellione, guadagnandosi così il profondo rispetto del Generale Teramoto. Ora, in questo suo nuovo "lussuoso ritiro a palazzo", sembra che gli sia negato qualunque contatto con l'esterno.

Itsugi appare un uomo esile e incredibilmente avanti con gli anni, ma comunque ben tenuto e dotato di una certa sobria eleganza. Vi accoglie con tutta la cortesia di questo mondo, salutandovi cordialmente e offrendosi subito di mescere del tè per i suoi ospiti. Ricambia cordialmente eventuali saluti rivoltigli dai barbari, si mostra interessato alle loro origini e non manca di ringraziarvi calorosamente della vostra visita... tanto calorosamente che per un momento vi chiedete se non vi abbia scambiato per degli amici di vecchia data.

"La Signora è stata oltremodo gentile a concedermi ospiti questa mattina." esordisce con voce stanca dopo che vi siete accomodati davanti a lui. "È da qualche tempo che non ho più il piacere di avere una conversazione interessante con qualcuno che venga al di là delle mura del palazzo." Si ferma per un momento, poi continua con un gesto vago della mano. "Scusate, di certo non siete venuti qui per ascoltare i problemi di un povero vecchio. Quindi ditemi nobili ospiti, cosa posso fare per voi?"

 

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Kato Yukishige

 

Una volta accomodato nella residenza dello yoriki e aver accettato il tè così gentilmente offerto, Yukishige si mette ad osservare l'anziana persona che ha davanti mentre parla con i due stranieri. Non proprio come se lo era immaginato, Itsugi sembra scambiare il trio per suoi vecchi amici e trattarli quasi come tali.

La gentilezza, o forse la voglia di parlare finalmente con qualcuno, impressiona il ronin, che per il momento si concentra sul bere il proprio tè.

Tuttavia, alla domanda sul perché della visita e al silenzio che ne è seguito, non può fare a meno di intervenire.

"Itsugi-sama, se mi permettete è un onore poterla finalmente incontrare. Nonostante il vostro ritiro, il nome di Itsugi viene ancora accolto con gioia e rispetto a Ueda. Tuttavia siamo qui per questioni più gravi del semplice rendervi omaggio. Sapete certo della ribellione che sta vessando queste terre. Il qui presente bozu, Aoki, è venuto sin qui per cercare di aiutare come può la gente di Shinano, convinto che la pietà del Buddha e la mano di un monaco possano aiutare a riportare la pace. Tale volontà ha incontrato i favori del nanbajin Jorujou che si sta prodigano per aiutarlo.

Ma dovete capire che siamo nuovi alla situazione di questa regione e chiedendo in giro, anche solo brevemente, il vostro nome salta fuori spesso. Dunque siamo qui, davanti a voi per chiedere aiuto. Parlateci di questa Rivolta delle Maschere."

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Considero che vi siate presentati.

Diplomazia[???]: Yukishige è certo di aver scelto le sue parole con estrema cura, ma dopo un poco che ha iniziato il suo discorso, il vecchio samurai capisce dove vuoi andare a parare  e pare irrigidirsi impercettibilmente. Si guarda a destra e a sinistra quasi volesse accertarsi che non vi siano orecchie indiscrete in ascolto, e poi torna a guardavi con uno sguardo a metà fra la malinconia e la paura. Il tono della sua risposta risulta tuttavia placido e misurato.

"E' cominciata all'improvviso." esordisce cauto, lo sguardo rattristato. "Prima nei villaggi più lontani a Chiisagata nord, poi sempre più vicini al capoluogo. Non so cosa animi la violenza di queste persone, o cosa sia loro accaduto per spingerli a compiere simili follie, ma so per certo che non è per loro volontà che metteno in atto questo scempio. Sono vittime, non meno di coloro che uccidono e dovrebbero essere prese in custodia senza far loro del male, prima che lo possano fare ad altra gente. Certo, ora le cose si sono fatte più difficili..."

Itsugi si interrompe per un momento, mordendosi la lingua.

"Ma voi non dovete preoccuparvi, Yukishige-dono." riprende con la lenta cautela di chi non desidera sbilanciarsi oltre. "Malgrado la ribellione in atto al di fuori delle grandi città, la città di Ueda è ancora forte e prospera: sotto la guida della nostra amata Signora. Malgrado la gravità delle circostanze, sono certo che riusciremo a uscire da questa situazione difficile in breve tempo. Inoltre, so che i miei ragazzi stanno facendo del loro meglio là fuori per mantenere le cose a posto." Fa una piccola pausa, distogliendo lo sguardo, ora divenuto preoccupato.

"Per quanto riguarda invece la mia umile persona, vi prego, non datevi pensiero: come potete vedere, la mia Signora, nella sua infinita bontà, mi ha concesso molto più di quanto un misero samurai di basso rango come me possa anche solo sperare di permettersi al termine dei suoi lunghi anni di servizio." Dopodiché da segno di voler lasciar cadere il discorso.

@Aoki & Jorujo

Spoiler

Intelligenza [successo]: malgrado sia palese che ci sia molto, molto di più sotto le parole calme del vecchio, hai non so come la sensazione che quelle che sta proferendo in questo momento non sono proprio menzogne, ma solo mezze verità. Vi trovate a pensare che, forse, toccando i tasti giusti...

 

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Shigeuji Aoki

Finalmente il monaco riacquista il dono della parola, giusto in tempo per conversare con l'anziano Yoriki.

"Itsugi-sama, è un onore poter conversare con voi. Ho sentito che siete un uomo buono e amato dalla popolazione, e che avete tentato di risolvere la faccenda spargendo meno sangue possibile. Purtroppo la questione è molto grave, e la povera gente continua a morire. Non dovete lasciare che il "soggiorno" qui vi distolga dalla sofferenza della popolazione; se poteste dirci qualcosa, qualsiasi cosa, sono convinto che aiuterebbe molto. Ovviamente quel che diciamo qui rimarrà tra di noi."

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Giorgio Rocca

Un po' di slinezio e poche parole aiutano a lasciar parlare il compagno locale del nobile veneziano e far muovere meglio gli ingranaggi, e ben presto si ritrovano di fronte alla persona che sembra essere piu' esperto a riguardo della situazione. 

Decisamente sembra una forma di prigionia dorata come spesso succede per i nobili piuttosto che la prigione o la morte: isolato perchè non possa parlare ma tenuto ''bene'' perchè la gente possa pensare ad una punizione per un ''eroe''? E' chiaro che lui stesso vorrebbe buttarsi nella mischia, ma è proprio vedere un uomo chiaramente d'azione e probabilmente competente visto il rispetto del generale Teramoto. 

In completa onesta', al veneziano non sovviene esattamente se la nobile Signora sia solo incompetente, o abbia coscientemente messo da parte un ufficiale competente....? 

Forse quella sensazione inquitante con la ''signora'' era la presenza di qualcosa di soprannaturale? Un satanasso? 

Scacciato questo pensiero, per ora, pensa alla situazione attuale. 

''Itsugi-sama'' rafforza giorgio il discorso si Aoki. ''Non sono qua per ordine della Signora, ne' per ordini di chiunque. Il mio compagno è un monaco preoccupato, ed io ho tempo libero prima di assolvere a dei compiti per cui sono chiamato ufficialmente. La fede delle mie terre impone di portare aiuto quando la situazione, specialmente e assolutamente in casi come questi, dove sembra che un Kami malvagio ci metta lo zampino per manipolare la volontà di persone normali. 
Parli pure senza alcun riguardo per l'etichetta, e tenga a mente che siamo solo degli stranieri che vogliono aiutare: qualunque informazioni, pure decisamente assurde o inattendibili come... chesso'... voci che ha sentito in giro mentre lavorava... 
provo' il veneziano a suggerirgli come parlarci di quello che vuole con meno riguardo per gente che ci potrebbe spiare. ... sarei interessato comunque. Anche a capire quali sono le voci assurde a cui non dare ascolto o simili. Essendo straniero devo imparare anche queste cose.

Modificato da athelorn
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Il 15/1/2018 alle 12:49, athelorn ha scritto:

'Itsugi-sama''

"Il cielo non voglia." alza una mano l'ex capitano delle guardie. "Non esiste alcun Itsugi-sama in questa stanza, né altrove. Chiamatemi semplicemente Itsugi."

Il 15/1/2018 alle 12:49, athelorn ha scritto:

Non sono qua per ordine della Signora, ne' per ordini di chiunque.

Itsugi sembra accigliarsi parecchio alle tue parole, ma il volto rimane calmo e il tono placido.

"Dunque le vie del Buddha sono davvero infinite," commenta pacato, ma tutti voi potete percepire una nota di sottile ironia nelle sue parole. "se un monaco preccupato e il suo amico del sud, senza avere alcuna connessione con poteri locali, possono ottenere il permesso di varcare quella soglia con il proposito di 'aiutare la popolazione di Ueda'. Certo, sono in molti qui che vorrebbero fare qualcosa per migliorare la situazione..." i suoi occhi si spostano da Giorgio al monaco. "Ma voi non siete del posto, dico bene? Ho passato diversi mesi della mia vita a stretto contatto con la comunità religiosa locale, ma non ho mai avuto il piacere di fare la vostra conoscenza, Aoki-dono. Ditemi, da dove venite? E voi, nobile straniero, avete detto che siete qui per questioni ufficiali: perché non allietate queste vostre orecchie con racconti del vostro viaggio e i motivi che vi hanno spinto qui a Ueda, in questa terra lontana dalla vostra patria. Ueda dopotutto è molto distante dal mare..."

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Kato Yukishige

 

Seppur lo yoriki ha interpellato i due stranieri, è il ronin a rispondere.

"Non è ciò che dice la gente" inizia riferendosi all'appellativo -sama "ma se così vi compiace non lo utilizzeremo. Ha ragione, nessuno di noi è di qui e vari sono i motivi che ci hanno spinto a Ueda. Aoki-san viene dall'Echizen, anche se il monastero esatto rimane un mistero anche per noi." accenna a un breve sorriso "Ma come detto pocanzi ha interesse nella ribellione, forse per aiutare il popolo che lo ha aiutato ad aprire gli occhi ed abbracciare non solo un kami, ma centomila. Io invece sono solo un semplice ronin che ha trovato lavoro come guardia del corpo di quest'uomo." dice indicando il nanbanjin.

"Voglio essere sincero con voi, Itsugi. Jorujou è un mercante di teppo ed è stato assoldato dal grande clan Takeda per consegnare un carico di fucili al generale Akiyama e al clan Sanada, per poi sovrintendere l'addestramento iniziale delle truppe. Non si faccia ingannare da queste parole, potrebbe anche considerarlo un mercante di morte, ma le sue intenzioni di aiutare la gente di Shinano sono nobili."

Yukishige fa una breve pausa, cercando di trovare le parole più consone al prossimo argomento.

"Io poi ho anche un interesse più personale qui a Ueda, più precisamente poco più a nord della città. Come potete aver intuito sono un viandante, se vogliamo essere gentili, e ho viaggiato molto, recandomi anche in questa zona. Col tempo mi sono fatto degli amici, persone gentili che mi hanno accolto e sfamato, dato piccole mansioni. Non ho mai potuto ringraziarli abbastanza e adesso temo per le loro vite. Per questo siamo qui a cercare di attingere alla vostra conoscenza, Itsugi."

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