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Sottorazze: si o no?


Sottorazze: si o no?  

18 voti

  1. 1. Quante sottorazza dovrebbero essere disponibili, per le razze giocanti?

    • Nessuna.
      2
    • Alcune razze con nessuna sottorazza, altre con poche sottorazze.
      5
    • Alcune razze con nessuna sottorazza, altre con poche sottorazze, altre con molte sottorazze.
      2
    • Solo gli umani con nessuna sottorazza, tutte le altre razze con molte sottorazze.
      2
    • Tutte le razze con molte sottorazze.
      7
    • Altro.
      0


Messaggio consigliato

Non concordo molto con quanto detto da @Zaorn. Principalmente perché la 5a edizione non ha questo aspetto meccanico, e al contrario di Pathfinder non spinge a cercare la razza-sottorazza-variante razziale più adatta allo scopo. Non è un sistema dove fare un mago nano comporti un qualche tipo di vantaggio/svantaggio. 

In D&D 5e l'esistenza di sottorazze non è di per sé vincolante, ma solo un modo comodo di gestire la razza. L'elfo, che usiamo ancora come esempio, non ha una razza "elfo generico" da cui si discostano tre sottorazze. Invece, si tratta di tre razze distinte accomunate da una base identica. Il che ha anche senso, se riteniamo gli elfi agili ed eleganti è coerente concedere a tutti gli elfi un +2 alla Destrezza, e qualche resistenza tipica della specie in generale. Poi ci sono i drow, che sono distanti dagli altri elfi quasi quanto lo sono da gnomi e umani: hanno un sistema di vita completamente sotterraneo, emanano una forma di magia innata che permette loro di plasmare ombre e luci, e tradizionalmente apprendono l'uso di armi specifiche. 

Ora, la 5e proprio perché modulare utilizza un'unico blocco di statistiche come progenitore e vi fa derivare tre razze distinte. A seconda dell'ambientazione che si usa poi è possibile gestire le cose in modo diverso.

Magari nella mia ambientazione i nani discendono tutti dai duergar, quindi saranno nani di collina e  nani di montagna le "sottorazze". 
Magari gli elfi sono creature della foresta, e solo alcuni hanno raggiunto la civilizzazione tipica degli elfi alti...e così via. 

Forse è stato "sbagliato" da parte di chi ha scritto le razze nel manuale parlare di "sottorazze" come se si trattasse di varianti di una razza singola. 

 

Comunque il discorso è un po' diverso: qui si pensa di parlare del fattore di roleplaying, oppure di quello prettamente meccanico? O della fusione dei due elementi?

 

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14 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Non concordo molto con quanto detto da @Zaorn. Principalmente perché la 5a edizione non ha questo aspetto meccanico, e al contrario di Pathfinder non spinge a cercare la razza-sottorazza-variante razziale più adatta allo scopo. Non è un sistema dove fare un mago nano comporti un qualche tipo di vantaggio/svantaggio. 

In D&D 5e l'esistenza di sottorazze non è di per sé vincolante, ma solo un modo comodo di gestire la razza. L'elfo, che usiamo ancora come esempio, non ha una razza "elfo generico" da cui si discostano tre sottorazze. Invece, si tratta di tre razze distinte accomunate da una base identica. Il che ha anche senso, se riteniamo gli elfi agili ed eleganti è coerente concedere a tutti gli elfi un +2 alla Destrezza, e qualche resistenza tipica della specie in generale. Poi ci sono i drow, che sono distanti dagli altri elfi quasi quanto lo sono da gnomi e umani: hanno un sistema di vita completamente sotterraneo, emanano una forma di magia innata che permette loro di plasmare ombre e luci, e tradizionalmente apprendono l'uso di armi specifiche. 

Ora, la 5e proprio perché modulare utilizza un'unico blocco di statistiche come progenitore e vi fa derivare tre razze distinte. A seconda dell'ambientazione che si usa poi è possibile gestire le cose in modo diverso.

Magari nella mia ambientazione i nani discendono tutti dai duergar, quindi saranno nani di collina e  nani di montagna le "sottorazze". 
Magari gli elfi sono creature della foresta, e solo alcuni hanno raggiunto la civilizzazione tipica degli elfi alti...e così via. 

Forse è stato "sbagliato" da parte di chi ha scritto le razze nel manuale parlare di "sottorazze" come se si trattasse di varianti di una razza singola. 

 

Comunque il discorso è un po' diverso: qui si pensa di parlare del fattore di roleplaying, oppure di quello prettamente meccanico? O della fusione dei due elementi?

 

Pippo, veramente le mie considerazioni erano basate su ciò che ha spinto MattoMatteo ad aprire il thread.

FORSE l'errore dei designer del 5, con le premesse del gioco stesso, è mettere in ballo, nelle varianti della razza, anche le caratteristiche numeriche (forza, destrezza ecc...).

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2 minuti fa, Zaorn ha scritto:

Pippo, veramente le mie considerazioni erano basate su ciò che ha spinto MattoMatteo ad aprire il thread.

FORSE l'errore dei designer del 5, con le premesse del gioco stesso, è mettere in ballo, nelle varianti della razza, anche le caratteristiche numeriche (forza, destrezza ecc...).

Invece è importante definire il discorso. Quello di MattoMatteo vale sia per le regole che per il lore.

L'errore dei designer è proprio quello che dico io: tanto più che continuiamo a definire varianti di razza mentre sono razze a sé stanti. Senza caratteristiche numeriche sarebbero state meccanicamente deboli.

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4 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Invece è importante definire il discorso. Quello di MattoMatteo vale sia per le regole che per il lore.

L'errore dei designer è proprio quello che dico io: tanto più che continuiamo a definire varianti di razza mentre sono razze a sé stanti. Senza caratteristiche numeriche sarebbero state meccanicamente deboli.

Ma la SUA contestazione parte proprio dal presupposto che ded 5 vuole essere più forte ruolisticamente che meccanicamente.

Modificato da Zaorn
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17 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Non concordo molto con quanto detto da @Zaorn. Principalmente perché la 5a edizione non ha questo aspetto meccanico, e al contrario di Pathfinder non spinge a cercare la razza-sottorazza-variante razziale più adatta allo scopo. Non è un sistema dove fare un mago nano comporti un qualche tipo di vantaggio/svantaggio.

Esatto!
E' anche per questo che non mi piace che stiano cominciando a tirare fuori millemila sottorazze, tornando al caos (e alla ricerca dell'ottimizzazione sfrenata) della 3/3.5!

 

19 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Comunque il discorso è un po' diverso: qui si pensa di parlare del fattore di roleplaying, oppure di quello prettamente meccanico? O della fusione dei due elementi?

3 minuti fa, Zaorn ha scritto:

FORSE l'errore dei designer del 5, con le premesse del gioco stesso, è mettere in ballo, nelle varianti della razza, anche le caratteristiche numeriche (forza, destrezza ecc...).

In realtà nessuna delle due. Quello che dicevo io era, in sostanza questo:

Gli umani sono sempre stati descritti come la razza più numerosa, diffusa, versatile e potente; dal punto di vista meccanico, in Becmi questo era rappresentanto dal fatto che erano l'unica razza che poteva scegliere tra 4 classi diverse e a poter arrivare al massimo livello, e in AD&D era l'unica ad avere acceso a tutte le classi e a poter arrivare al massimo livello.
Con la 3/3.5 si è fornito a tutte le razze l'accesso a tutte le classi e al massimo livello, e fin quì non ho avuto niente da ridire (come ho detto prima, assieme alla semplificazione delle tabelle delle caratteristiche, è stata una delle cose che mi sono più piaciute).
Agli umani, per mantenere la tematica "razza più numerosa/diffusa/versatile/potente", sono state date delle capacità razziali che permettono di essere ognuno diverso dall'altro, e la possibilità di prendere due classi senza malus; il problema è che, dando a quasi tutte le altre razze millemila varianti, ognuna uguale o addirittura migliore degli umani in un dato ambito (classe), la razza umana ha perso il suo essere "razza più numerosa/diffusa/versatile/potente" e il suo motivo d'essere!
Mentre con Becmi e AD&D le regole spingevano a preferire gli umani, il tentativo della 3° di rendere le cose più equilibrate (scegliere una razza perchè MI PIACE, invece che per motivi di regole) si è spinto troppo oltre, rendendogli umani la razza meno interessante!

P.S.: Zaorn e Pippomaster, datemi il tempo di rispondere! Nel tempo che mi ci è voluto per escrivere, vi siete risposti 2 volte ognuno... :-D

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Il problema di fondo è che gli umani messi a confronto con altre razze umanoidi non sono interessanti. Un elfo può fare tutto quello che può fare un umano, ma meglio e vive più a lungo. Idem un nano, un tiefling e tutta la massa di creature giocabili. Anche concedere agli umani il talento bonus, nelle vecchie edizioni, era una forma di equilibrio delle meccaniche più che qualcosa di legato alla realtà dei fatti. 

 

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Ti faccio presente Matteo che in D&D 3rd Ed. gli umani sono la razza più consigliata perché i loro vantaggi - talento e punti abilità extra - mettono a pecora tutte le altre razze a parte build specifiche. Gli umani vanno bene con tutto, come il nero, mentre le altre razze giocabili vanno considerate con molta oculatezza caso per caso.

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In generale, visto che solitamente nei giochi di ruolo i bonus raziali contengono sia effetti "fisiologici" che effetti "culturali" e D&D in questo è sicuramente l'esempio più lampante, preferisco regolamenti ricchi di razze e sottorazze così che sia più probabile trovare qualcosa di interessante o che fornisca qualche bello spunto, rispetto a regolamenti che forniscono solo poche razze stereotipate.

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14 ore fa, Ermenegildo2 ha scritto:

In generale, visto che solitamente nei giochi di ruolo i bonus raziali contengono sia effetti "fisiologici" che effetti "culturali" e D&D in questo è sicuramente l'esempio più lampante, preferisco regolamenti ricchi di razze e sottorazze così che sia più probabile trovare qualcosa di interessante o che fornisca qualche bello spunto, rispetto a regolamenti che forniscono solo poche razze stereotipate.

Ho sottolineato e messo in grassetto la parte su cui voglio concentrarmi; quello che dico io (e che ho l'impressione che nessuno abbia ancora capito bene) è:

1) se per tutte le altre razze bisogna inserire millemila varianti e/o sottorazze, per ottenere queste "razze non stereotipate", com'è che non è stato fatto lo stesso per gli umani (la razza che PER DEFINIZIONE, IN TUTTE LE EDIZIONI DI D&D, viene definita "la più numerosa/diffusa/versatile/potente")?

2) proprio queste innumerevoli varianti/sottorazze di tutte le altre razze, rendono proprio quella umana la meno varia e interessante dal punto di vista interpretativo (non parlo dal punto di vista della scelta in base ai semplici benefici numerici perchè, come fà notare Jiji, in questo caso quella umana è quasi sempre la migliore... ma non è di questo che stò parlando).

3) perchè si sente il bisogno di usare modificatori numerici per rappresentare le varie sottorazze, quando per gli umani non è così, e in BECMI e AD&D non era così per NESSUNA razza e si riusciva comunque a ruolare benissimo le varie differenza razziali?

Questi punti valgono soprattutto per D&D 3/.5/PF, ma entro certi limiti anche per la 4 e (ed è questo il mio timore) per la 5.

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8 ore fa, MattoMatteo ha scritto:

Ho sottolineato e messo in grassetto la parte su cui voglio concentrarmi; quello che dico io (e che ho l'impressione che nessuno abbia ancora capito bene) è:

1) se per tutte le altre razze bisogna inserire millemila varianti e/o sottorazze, per ottenere queste "razze non stereotipate", com'è che non è stato fatto lo stesso per gli umani (la razza che PER DEFINIZIONE, IN TUTTE LE EDIZIONI DI D&D, viene definita "la più numerosa/diffusa/versatile/potente")?

2) proprio queste innumerevoli varianti/sottorazze di tutte le altre razze, rendono proprio quella umana la meno varia e interessante dal punto di vista interpretativo (non parlo dal punto di vista della scelta in base ai semplici benefici numerici perchè, come fà notare Jiji, in questo caso quella umana è quasi sempre la migliore... ma non è di questo che stò parlando).

3) perchè si sente il bisogno di usare modificatori numerici per rappresentare le varie sottorazze, quando per gli umani non è così, e in BECMI e AD&D non era così per NESSUNA razza e si riusciva comunque a ruolare benissimo le varie differenza razziali?

Questi punti valgono soprattutto per D&D 3/.5/PF, ma entro certi limiti anche per la 4 e (ed è questo il mio timore) per la 5.

Perchè il talento bonus e le abilità bonus della 3.5 sono una maniera estremamente efficiacie di rappresentare l'adattabilità della razza umana al contesto in cui si trovo sottolineandone la flessibilità e la rapidità.

In più parlare in america di razze e sottorazze umane può non essere il miglior biglietto da visita per un gioco.

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12 ore fa, MattoMatteo ha scritto:

Ho sottolineato e messo in grassetto la parte su cui voglio concentrarmi; quello che dico io (e che ho l'impressione che nessuno abbia ancora capito bene) è:

1) se per tutte le altre razze bisogna inserire millemila varianti e/o sottorazze, per ottenere queste "razze non stereotipate", com'è che non è stato fatto lo stesso per gli umani (la razza che PER DEFINIZIONE, IN TUTTE LE EDIZIONI DI D&D, viene definita "la più numerosa/diffusa/versatile/potente")?

2) proprio queste innumerevoli varianti/sottorazze di tutte le altre razze, rendono proprio quella umana la meno varia e interessante dal punto di vista interpretativo (non parlo dal punto di vista della scelta in base ai semplici benefici numerici perchè, come fà notare Jiji, in questo caso quella umana è quasi sempre la migliore... ma non è di questo che stò parlando).

3) perchè si sente il bisogno di usare modificatori numerici per rappresentare le varie sottorazze, quando per gli umani non è così, e in BECMI e AD&D non era così per NESSUNA razza e si riusciva comunque a ruolare benissimo le varie differenza razziali?

Questi punti valgono soprattutto per D&D 3/.5/PF, ma entro certi limiti anche per la 4 e (ed è questo il mio timore) per la 5.

Perchè gli umani sono già molto vari di loro. La maggior parte delle ambientazioni ufficiali (prendiamo Faerun) ha un buon numero di etnie umane, e nella 3.5 queste avevano anche dei vantaggi meccanici (sotto forma di talenti regionali, per esempio). Altrove esistono comunque un sacco di nazioni diverse, tutte a maggioranza umana, che con la loro cultura possono già rendere più varia l'interpretazione. 
Tra l'altro il punto 1 è proprio il succo: siccome la razza umana è variabile e versatile non ha bisogno di sottorazze specializzate, mentre per esempio gli elfi si; si è sentito il bisogno di un tipo di elfo più selvaggio, di uno malvagio, di uno più civilizzato...certo in parte ispirandosi a topos già noti. 

Riguardo al punto 3, moltissimo dipende dal regolamento.

  • Nella 3.5 gli umani hanno talento bonus e punti skill bonus, che possono essere arrangiati per creare qualunque tipo di umano si voglia. Magari meccanicamente non è il massimo spendere un talento per dare Skill Focus (professione marinaio), ma è un ottimo modo per avere un pg con chiaro retaggio costiero. 
  • In Path le razze sono diventate praticamente modulari, quindi il problema non si pone: tanto gli umani quanto le altre razze hanno modo di originare molte etnie interne.
  • Nella 5e, come già detto, le sottorazze sono in realtà razze diverse, parallele tra loro. Tanto più che non esistono "razze madri" da cui derivano queste sottorazze. Non esiste un "elfo prototipo" e poi varianti, ma nel PH ci sono di partenza 3 razze elfiche distinte tra loro e meccanicamente accomunate da qualche caratteristica simile. 

Cioè, io non vedo questo problema...gli umani sono già piuttosto facili da interpretare nella loro varietà.

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2 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Riguardo al punto 3, moltissimo dipende dal regolamento.

  • Nella 5e, come già detto, le sottorazze sono in realtà razze diverse, parallele tra loro. Tanto più che non esistono "razze madri" da cui derivano queste sottorazze. Non esiste un "elfo prototipo" e poi varianti, ma nel PH ci sono di partenza 3 razze elfiche distinte tra loro e meccanicamente accomunate da qualche caratteristica simile. 

Cioè, io non vedo questo problema...gli umani sono già piuttosto facili da interpretare nella loro varietà.

@Pippomaster92, per @MattoMatteo era appunto più auspicabile che la differenza tra etnie fosse più a livello di flavour che di meccaniche, un po' come era nelle premesse dell'edizione.

Invece, così come sono congegnate, uno facilmente prediligerà la scelta meccanica che quella ruolistica, per quello ho scritto le cose di cui sopra...

Modificato da Zaorn
  • Grazie 1
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2 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Altrove esistono comunque un sacco di nazioni diverse, tutte a maggioranza umana, che con la loro cultura possono già rendere più varia l'interpretazione.

Che è quello che dico anche io: se per gli umani basta descrivere le varie "sottorazze" in modo "narrativo", senza modificatori numerici e/o capacità "razziali" per differenziarli (il talento bonus e i punti abilità in più servono per differenziare i singoli umani l'uno dall'altro, NON per differenziare le varie "sottorazze"), PERCHE' per tutte le altre razze si è ritenuto necessario usare invece l'approccio delle "razze alternative/sottorazze" per ottenere "l'effetto varietà"?
In Becmi e AD&D si usava lo stesso approccio (nessuna sottorazza o variante) per tutte le razze (umani e non-umani), e funzionava benissimo lo stesso!

2 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Tra l'altro il punto 1 è proprio il succo: siccome la razza umana è variabile e versatile non ha bisogno di sottorazze specializzate, mentre per esempio gli elfi si; si è sentito il bisogno di un tipo di elfo più selvaggio, di uno malvagio, di uno più civilizzato...certo in parte ispirandosi a topos già noti.

CHI ha sentito il bisogno di una cosa del genere?
Torno a ripetere: prima della 3° edizione non c'erano sottorazze per nessuno, e non ho mai sentito nessuno lamentarsi!

La 3° edizione è stata la sagra del PP, con i giocatori spinti dal regolamento a cercare la combinazione razza/classe/talenti/poteri più potente, invece che quella ruolisticamente più divertente o interessante.
La 5° sembrava puntare ad un "ritorno alle origini", con nessuna classe o razza più potente, quindi uno poteva fare una combinazione che gli piaceva giocare, invece che una potente... e qualche giorno fà arriva questo au su nuove razze elfiche? :cry:

4 minuti fa, Zaorn ha scritto:

@Pippomaster92, per @MattoMatteo era appunto più auspicabile che la differenza tra etnie fosse più a livello di flavour che di meccaniche, un po' come era nelle premesse dell'edizione.

Invece, così come sono congegnate, uno facilmente prediligerà la scelta meccanica che quella ruolistica, per quello ho scritto le cose di cui sopra...

Grazie, finalmente qualcuno che ha capito quello che intendevo! ;)

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Ma infatti la cosa più semplice sarebbe stata mettere le varie alternative spaccheccate e consigliarne un eventuale o più eventuali impaccamento/i se si volevano creare sottorazze per una ambientazione specifica.

La cosa avrebbe reso la scelta più varia.

Modificato da Zaorn
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Non credo che le varianti/sottorazze della 5a possano davvero essere utilizzate per un vantaggio meccanico. Anzi, si distinguono spesso per cose più di flavour che altro.
Prendiamo per esempio i tre tipi di elfi del PH.

  1. Elfo alto. Competenza armi elfiche, maggior propensione all'erudizione e alla magia (cantrip + lingua bonus + bonus a int)
  2. Elfo silvano. Competenza armi elfiche, velocità maggiore, capacità di nascondersi facilmente nella foresta. 
  3. Drow. Competenza armi drow, sensibilità alla luce/scurovisione, magie drow. 

Ora, nessuna di queste tre opzioni poteva essere gestita come semplice flavour. Perché con gli umani si? Perché gli umani non hanno capacità magiche innate come i drow, per esempio. O non hanno un mimetismo naturale, o la capacità degli gnomi di parlare con gli animali o dei tiefling di sparare fuoco dalle mani! Perciò tutto quello che distingue un umano dall'altro (oltre a tratti fisici-mentali che variano da invidividuo a individuo o da etnia a etnia) è...nulla? Non c'è un'etnia umana che sappia volare, o una che ci veda di notte. Sono tutte differenze molto più narrative che tecniche. 
Invece dannazione, i drow sono una razza piuttosto comune nei mondi di gioco, con un certo radicamento nel regolamento, e possiedono capacità che sarebbe assurdo concedere anche ad altri elfi. 

1 ora fa, MattoMatteo ha scritto:

Che è quello che dico anche io: se per gli umani basta descrivere le varie "sottorazze" in modo "narrativo", senza modificatori numerici e/o capacità "razziali" per differenziarli (il talento bonus e i punti abilità in più servono per differenziare i singoli umani l'uno dall'altro, NON per differenziare le varie "sottorazze"), PERCHE' per tutte le altre razze si è ritenuto necessario usare invece l'approccio delle "razze alternative/sottorazze" per ottenere "l'effetto varietà"?
In Becmi e AD&D si usava lo stesso approccio (nessuna sottorazza o variante) per tutte le razze (umani e non-umani), e funzionava benissimo lo stesso!

Funzionava per chi apprezzava la cosa. La presenza di razze/sottorazze è stata invece bene accetta da un numero piuttosto elevato di giocatori. Questo sondsaggio che hai fatto è ovviamente parziale e non lo userei mai come fonte pregna di significato (12 voti...un po' misero come pool) però nota come quasi la metà voglia tante razze con tante sottorazze! 
Questo è innegabile. Che sia per ragioni meccaniche o di flavour, alla gente piacciono le razze. Come detto sopra, la spiegazione è semplice: parliamo in genere di razze che sono davvero diverse tra loro a livello di flavour ma anche a livello fisico e di conseguenza dovrebbero esserlo anche a livello meccanico. 
Infatti, mezz'elfi e mezz'orchi non sono stati divisi in sottorazze, perché non ne esistono o quasi (dai, i mezzi drow ma non complichiamo il discorso). Elfi, nani, halfling, gnomi...loro hanno un fracco di sottorazze. Che di per sé questo possa piacere o meno non intendo approfondirlo: qui si parla più di gusti che altro, e per primo non sono eccessivamente entusiasta delle due sottorazze naniche del PH, praticamente identiche tra loro. 

Poi il discorso è ancora un altro. Prendendo sempre gli elfi come esempio, allora dovremmo chiederci se tutti gli elfi alti siano uguali tra loro, o se a loro volta possano esserci diversità tra una popolazione e l'altra. Ma a quel punto finiremmo nel ginepraio di Pathfinder. Mi piace il sistema, ma chiaramente favorisce il min-max permettendo di buildare la propria razza con tutti i tratti razziali che servono...bonus a determinate abilità, bonus ai livelli di incantatore, all'iniziativa etc etc. Viceversa permette anche di gestire un personaggio tutt'altro che ottimizzato scegliendo tratti razziali semplicemente divertenti/interessanti.

Nella 5a edizione questo non è (ancora) avvenuto: è più che possibile utilizzare qualunque razza per qualunque classe e anche utilizzare la migliore razza per una data classe non porta poi tutti questi grandi vantaggi.
 

Tra l'altro vorrei fare un brevissimo OT che ritengo necessario.
Nessun sistema obbliga al PP e al Min-Max. Sono i master e i giocatori che più o meno volontariamente concordano o meno sullo stile di gioco da seguire. Volendo è perfettamente possibile giocare alla 3.5 con personaggi sub-par, a patto che tutti i giocatori e il Master siano concordi. Può servire per una campagna leggera, o per una campagna particolarmente difficile dove i giocatori partono con degli handicap per testare la propria abilità e fortuna. 
Quando è uscita la 5e tutti hanno parlato di quanto poco puntasse al PP e quanto fosse aperta al roleplay, ma alla fine si è trattato per la maggior parte di un buon modo di vendere un'edizione semplice, funzionale e con molti problemi del passato assenti o risolti. Ma il tenore di gioco è in mano ai giocatori.
 

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Il 19/11/2017 alle 13:39, Pippomaster92 ha scritto:

Tra l'altro vorrei fare un brevissimo OT che ritengo necessario.
Nessun sistema obbliga al PP e al Min-Max. Sono i master e i giocatori che più o meno volontariamente concordano o meno sullo stile di gioco da seguire. Volendo è perfettamente possibile giocare alla 3.5 con personaggi sub-par, a patto che tutti i giocatori e il Master siano concordi. Può servire per una campagna leggera, o per una campagna particolarmente difficile dove i giocatori partono con degli handicap per testare la propria abilità e fortuna. 

 

Quoto

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