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Hunter X Hunter: Across the World


Pippomaster92

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Chiacchierando e riposandovi per conservare le energie passate il resto del viaggio in relativa noia.

Pasko sembra aver desistito dai suoi approcci verso Kadiri e si concentra sulla più giovane delle due hostess, molto più spigliata della nuova Hunter e più disponibile a farsi corteggiare. Comunque il viaggio è corto, anche per vostra fortuna, e sembra che il bovaro non abbia combinato nulla.

Avvistate Pundalore diversi chilometri prima di giungervi sopra con il vostro velivolo: è una città grande e caotica, con estesi slums tutti attorno, periferie non esattamente piacevoli alla vista e un centro molto più ordinato e pulito ad uso e consumo dei turisti. 

 

3 maggio 1983
Atterrate lentamente su una pista lontana un paio di miglia dalla metropoli, in quello che vi appare a tutti gli effetti un campo di aviazione militare. Infatti non appena scendete alcuni soldati industani, con la tipica divisa kaki e i turbanti bianchi, vi vengono incontro con le armi in pugno. Più che minacciosi sembrano però nervosi, e ben presto vi rendete conto che non sono qui per arrestarvi ma per scortarvi fuori dal campo di aviazione: fuori infatti una folla di curiosi e molti giornalisti vi stanno aspettando. Senza troppi complimenti venite caricati su un camion telonato, in modo che la gente non possa farvi fotografie o parlarvi.

Mentre procedete con il mezzo lungo strade malamente asfaltate, uno dei soldati comincia a parlarvi: è un ufficiale e anche se ha un forte accento riesce a farsi capire bene. "Voi siete tutti Hunter, si? In questo caso, dobbiamo portarvi al campo prima di notte, così sono gli ordini. Se qualcuno di voi non è Hunter, prego avvisi che lo faremo scendere. Se non avvisa adesso, noi dopo dovremo incarcerarlo"

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Zerel Eridan

Per tutto il viaggio ascolto incessantemente musica a tutto volume, più per stemperare la tensione; il mio primo incarico da Hunter. Sembra ieri che stavo nella villa di famiglia a studiare mattoni di diritto, economia e altre cose noiosissime, che non sono mai riuscito a fare mie, a differenza dei miei fratelli e parenti.

Scesi dal dirigibile, mi irrigidisco un po' alla vista dei militari, ma quando capisco perché sono lì torno sciolto. Mi copro da eventuali paparazzi; se qualcuno della mia famiglia sapesse dove sono potrei passare dei guai e magari essere riportato a casa immediatamente.

Sul camion, uno dei soldati ci chiede di verificare il nostro status. "È fresco di stampa!" esordisco con un mezzo sorriso per spezzare il gelido silenzio. "Visto che ci siamo, sapete dirci qualcosa in più riguardo al nostro incarico e al committente? Sapete, non ci è stato detto granché... Sappiamo solo che questo tizio è nella foresta da parecchio e che sta facendo delle ricerche."

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Olivier Berthy

Olivier ha trascorso l'ultima parte del viaggio facendo un po' di tutto: lavorando, messaggiando, leggendo, parlando con Pasko e le hostess, con Zerel, allenandosi, buttandosi su una poltrona, poi sul letto di camera sua, guardando fotografie, dormendo, giocando, lavorando, eccetera.

Da una parte è contento di non dover dare risposte vaghe ai giornalisti, se invece fosse stato più informato allora apparire sui giornali locali non sarebbe stato male... Ma forse a qualcuno non piace quello che il gruppo di hunter sta andando a fare...

Rimane perplesso quando l'ufficiale parla del viaggio. "Sono Olivier, piacere di conoscerla. Vi hanno dato altri ordini? Tipo non farci entrare in città? Insomma, comprendetemi, vorrei che ci fosse la possibilità ogni tanto di lasciare il campo per andare a fare un salto in città, non so se mi spiego..: Abbiamo un mezzo?"

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Kadiri Okada

Per tutto il resto del viaggio resto principalmente in camera a medicarmi e meditare per alleviare il dolore, fino a quando è solo un lieve disturbo e allora riprendo ad allenarmi.

L'atmosfera non è delle migliori, ma almeno mi sento più a casa qui in Azia.

Una volta sul camion l'ufficiale ci pone varie domande, perciò gli rispondo - senza acidità o cattiveria nella voce - Kadiri Okada, molto piacere. Anche io sono una Hunter.

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  • 2 settimane dopo...

Una volta che i soldati hanno accertato la vostra identità (richiedono che gli mostriate tutti la tessere da hunter), smettono di rispondere alle vostre domande e vi ignorano totalmente.
Continuate a procedere finché non vi immettete nella giungla vera e propria, a quel punto le camionette sobbalzano e sbandano in continuazione anche se procedono lentamente; il terreno è dannatamente malridotto e la strada è ingombra di rami caduti oltre che costellata da buche.

Dal fondo del cassone, aperto, potete vedere la giungla che mano a mano vi lasciate alle spalle mentre vi addentrate sempre più a fondo: gli alberi sono fitti e alti, coperti da rampicanti in fiore e liane. Ci sono arbusti dalle foglie lunghe e diritte, e piante dal tronco alto e sottile privo di rami tranne che nella parte più alta: tutto ciò crea una cappa arborea che blocca molta della luce solare, rendendo la giungla stessa relativamente buia. Intravedete anche qualche animale: uccelli colorati che si posano sui rami, un grosso serpente che striscia sulla strada dopo il vostro passaggio e un paio di scimmiette che vi seguono per qualche metro, curiose. 

Il tempo trascorre lentamente; nessuno vi rivolge la parola e il paesaggio per quanto interessante è comunque monotono. Passano le ore, tre e mezza per l'esattezza, prima che i mezzi si fermino. L'ufficiale finalmente apre bocca "Bene, scendete qui. L'altro Hunter ha fatto il campo a due ore a piedi, lungo la strada. Non non possiamo avvicinarci oltre, è proibito. Noi non torneremo a prendervi se non ci verrà chiesto dalla vostra organizzazione, dunque per tornare dovrete fare la strada da soli" 

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Zerel Eridan

Rimango un po' infastidito dal fatto che le mie domande non ricevono alcuna risposta; nemmeno la minima considerazione. "Certo che la compagnia poteva essere migliore, non c'è dubbio."  rifletto mentre, per tutto il viaggio, continuo ad ascoltare musica, visto che nemmeno i miei compagni sono di molte parole.

Il mezzo si ferma e l'ufficiale dice qualcosa che non ascolto granché, ma capisco sia il capolinea per loro. Recupero quindi i miei effetti personali e scendo dal mezzo, chiudendo lo sportello con una sonora spinta. Fatto ciò, bevo un po' d'acqua e poi ripongo la borraccia nello zaino. Ripongo poi l'MP3 nella tasca, avvolgendo le cuffie con cura. "Vogliamo andare? Sarà una bella scarpinata fino al campo." esordisco richiamando l'attenzione del gruppo e aspettando tutti prima di muovermi.

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Moriarty Wraitthon

Appena il viaggio termina traggo un sospiro di sollievo, stiracchiandomi rumorosamente.m, si sentiranno gli schiocchi fino alla città più vicina. Rimetto il cellulare nello zaino, mettendolo in risparmio energetico ed attaccato ad una batteria ausiliaria. 

<<Almeno ci sgranchiamo un poco, non ne potevo più di stare a sedere. Due ore di camminata in una giungla... questa mi mancava. Le mie giungle sono di asfalto di solito.>> dico con una risata. 

<<Almeno c'è aria buona...>> dico mentre mi metto addosso un poco di crema solare e poi l'anti-insetti. <<...qualcuno di vuoi vuole uno spray contro gli insetti?>>

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Olivier Berthy

I soldati si comportano, come al solito, da soldati. Avranno ricevuto l'ordine di non rispondere alle loro domande, e per scoraggiarle hanno troncato del tutto la conversazione.

Un comportamento comprensibile ma che non piace alla maggior parte di loro: infatti per quasi tutto il viaggio nessuno parla.

Olivier è un po' seccato all'idea di dover fare a piedi quel tratto di strada, già è buio di giorno, figuriamoci di notte. Per fortuna ha una torcia.

Durante il viaggio guarda l'orologio: guarda sia il movimento delle lancette sia la direzione indicata dalla bussolina. Segna sul cellulare le informazioni di tempo e direzione, poi le confronterà con la mappa. All'inizio cerca di attutire con le gambe i sobbalzi della vettura, ma poi si rassegna a essere sballottato in tutte le direzioni. Non è il caso di mettersi il repellente per insetti in quella situazione.

Ah, Olly caro, le sorprese sono solo all'inizio!

Olivier aspetta solo di trovare le riconferme alle sue teorie. Scende dalla camionetta e aspetta che i soldati se ne siano andati prima di spalmarsi il repellente.

"No grazie, ho la mia. Andiamo a conoscere questo tizio, dunque. Se siete tutti pronti."

Olivier controlla che gli altri siano pronti prima di incamminarsi. Tiene sott'occhio l'orologio e ogni 4 o 5 minuti segna le informazioni sul telefono. Cerca anche di studiare bene quegli elementi del percorso facilmente riconoscibili, se ce ne sono, e spera di non incontrare pericoli già nelle prime ore dal loro arrivo.

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Kadiri Okada

Durante il viaggio me ne sto tranquilla e seduta in posizione meditativa, cercando di isolarmi per recuperare le forze mentali e sempre per far sparire quel dannato dolore al fianco che non mi abbandona.

Una volta arrivati scendo, portando subito la mano sinistra a reggere bene l'elsa della katana. Andiamo.

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3 maggio 1989

Cominciate a camminare nella giungla. Seguire la strada non è difficile, è ancora abbastanza riconoscibile contro il reso del sottobosco, ma è comunque ingombra di rami, erbacce e sassi. In certi punti il terreno si è spaccato, forse nella stagione secca, lasciando delle crepe larghe dieci-quindici centimetri molto pericolose per piedi e caviglie; altrove dovete stare attenti a non calpestare serpenti dall'aria velenosa.

Intorno a voi la natura è un coro di suoni tra i più diversi: il gracidare costante di raganelle unito al ronzio di migliaia di insetti alati, l'occasionale schiocco di un ramo mentre qualcosa di troppo pesante lo percorre, le scimmiette che urlano e ridono tra loro, imitate da pappagalli colorati che lanciano grida rauche in risposta. il vento ogni tanto riesce ad infilarsi tra gli alberi alzando un gemito subito ripreso da qualche tipo di animale che si nasconde tra gli alberi. Il terreno fruscia in continuazione, e la vostra avanzata non fa che renderlo più rumoroso. 

Pasko si è messo alla guida, e non per mero spirito di competizione: sembra effettivamente cavarsela in un ambiente che comunque gli è estraneo. Con un grosso coltellaccio taglia di tanto in tanto le liane più grosse, un ostacolo non da poco. Ad un certo punto, però, si ferma. Davanti a voi la strada si divide in due: e voi avete camminato per quaranta minuti soltanto. Il sentiero di destra si piega quasi perpendicolare alla strada percorsa fino ad ora, mentre l'altro prosegue quasi dritto. Pasko si volta in vostra direzione con aria interrogativa "E adesso?"

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  • 2 settimane dopo...

Olivier

Spoiler

La mappa che hai è moderatamente precisa, ma purtroppo c'è un problema.
Entrambe le strade sembrerebbero condurre al sito di rovine. La strada di destra vi arriva direttamente da sud mentre l'altra costeggia il sito archeologico per un po' e poi vi arriva da est, ma ad un punto molto più a nord rispetto all'altra strada. 

 

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Olivier Berthy

Dopo aver controllato la mappa e aver fatto delle stime sulle distanze, Olivier risponde "Entrambe le strade portano al sito archeologico. Tuttavia questa che si collega perpendicolarmente arriva all'ingresso sud del sito - ci arriveremo in circa un'ora. Quest'altra" indica la strada che prosegue dritta "porta invece all'ingresso est. È molto più lunga, io percorrerei quella più corta."

Detto ciò si volta verso i compagni, rimanendo al centro della strada che porta all'ingresso a sud, rivolgendo le spalle in direzione del sito, in attesa dei loro interventi.

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  • 4 settimane dopo...

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