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La Conquista di Albione-La Corsa alle Reliquie


Zellos

Messaggio consigliato

La nebbia crepuscolare che sempre si innalza intorno ad Albione, da alcuni stregoni eretici considerato il centro del mondo, è svanita da almeno otto mesi adesso. 

I primi ad accorgersene sarebbero dovuti essere gli Elfi dell'Isola d'Oro, gli alti elfi di Ulthuan. Ma erano sfortunatamente impegnati in un catastrofico conflitto con le armate dell'Usurpatore, Malekith il crudele. Il Sire del Mare del Re Fenice impegnato a difendere l'isola aveva richiamato ogni pezzo della flotta, anche la più piccola nave. 

Fu così che i primi ad acccprgersene furono i tileani. 

Spendendo e spendendo, Cartesio Nobilerrimi, rettore dell'Università di Remas pagò con una somma di denaro immensa una flotta ed un esercito mercenario. La maggior parte delle università tileana si svuotarono per seguirlo. 

Novo Sole, com'è soprannominata la città, è un caos funzionale, un accampamento dove mercenari vanno e vengono, vicino ad un grosso fiume. È divenuta una nuova Sartosa, avventurieri e mercenari vanno lì, si iscrivono alla Gilda Bracceschi della Condotta ( la Gilda in cui tutti i mercenari tileani si iscrivono) e vanno all'avventura, morendo spesso orribilmente. 

Sull'isola i barbari hanno subito chinare il capo innanzi a Novo Sole, ma sono molto meno transigenti con le altre flotte giunte sull'isola, solitamente solo per rubare ed uccidere. Ma essendo impegnati in un conflitto fratricida, i barbari per adesso non hanno ancora risposto con la dovuta violenza... 

 

Giunte da cinque mesi, anche altre flotte hanno trovato il tempo è mostrato i muscoli per edificare accampamenti ormai simili a cittadine....

 

per tutti

Spoiler

Descrivete in poche parole le vostre flotte all'arrivo sull'isola, quando mettono piede a terra. Poi randomizzerò le vostre posizioni e metterò la mappa. Un post solo a testa per adesso, grazie!

 

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Grunas Bloodskull

 L'orco signore della guerra stava sulla sua nave, un enorme pezzo di legno galleggiante addobbato con denti e teschi, i goblin litigavano sul suo ponte mentre gli orchi neri si pestavano fra di loro, in tutto il casino qualcuno remava

Ma arrivati sulle spiagge remare era impossbile e inutile....Quindi il grosso capo prende un goblin per il collo e lo lancia fuori bordo verso una terra ricca e fertile....una terra da distruggere e conquistare

ORA!, Voi Ztupidi Omuncoli Scendete da quezta nave e Preparate Guerra...Questa Izola zarà MIA!...ZARà DEL POTENTE GRUNAS!..PERCHé IO SONO L'ORCO PIù GROZZO!!....

ALLA GUERRA!!.....WAAAAAAAAAAAAAGH!!!!

Altre tre navi seguivano l'ordine del signore della guerra....Un Orda verde si abbatteva sulla spiaggia dell'isola pronta a innondare qualsiasi cosa si trovi sul suo cammino 

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Drakemos, Il Terrore Illuminato

La luna silenziosa abbraccia il mare immobile con la sua luce, mentre le terre di Albione iniziano a vedersi sempre meglio
Lord Drakemos, stiamo per raggiungere l'isola. Ordini?

Il giovane vampiro attende fermo una risposta

Trovate una posizione sicura per la nostra base, e iniziate a studiare il terreno per la disposizione dell'esercito e delle strutture. Per domani sera voglio avere una panoramica completa di ciò che ci sta intorno nel raggio di due miglia

Mi giro poi a osservare le altre due navi che ci seguono silenziose, ognuna con all'interno incubi pronti a invadere questa nuova terra
 

Ah, e se trovate degli indigeni o degli animali, dateli pure in pasto alle truppe concludo sorridendo

Sarà fatto, Lord Drakemos dice il vampiro, chinando la testa, prima di andarsene dal ponte di comando.

 

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Fearil, Principe di Caledor

 

Cinque navi solcavano veloci il Grande Oceano fendendone i flutti con eleganza e morbidezza quasi fossero tutt'uno con il blu che si estendeva a perdita d'occhio. Due più grandi, una avanti e una dietro, le altre tre rappresentavano la cintura della formazione con le laterali apparentemente pronte a virare agilmente per eseguire una manovra a tenaglia. 

Perfette, disciplinate, non una piega delle vesti fuori posto, le scaglie delle loro armature luccicavano inattaccabili dalla salsedine. Le guardie del mare di Lothern, distribuite equamente tra le navi le governavano come fossero un corpo solo. Lunghe picche, numerose, perfettamente allineate alcune ritte verso il cielo altre distese sui ponti in maniera ordinata completavano uno spettacolo non indifferente grazie anche ai raggi di Sole e agli schizzi d'acqua sollevati. Chi tra i picchieri non era intento ad osservare pazientemente l'orizzonte occupava le postazioni delle grandi baliste o si adoperava in supporto alle guardie del mare.
La snella Nave Falco che occupava il centro dello schieramento ospitava l'elite della piccola armata inviata infine ad indagare sulle faccende di Albione. Silenziosi guerrieri di Ulthuan, ricoperti da testa a piedi di Ithilmar, fieri portatori del simbolo della loro terra: le loro grandi lame, rinomate e famigerate, veloci e letali.

Gli occhi fissi sulla propria flotta, sulle poche forze che il Re Fenice, occupato in una guerra fratricida contro l'Usurpatore, aveva concesso ai sapienti di Saphery affinché venisse svelato il mistero dell'isola e la nebbia ormai dissolta. Concesse sì, ma a patto che un elfo fidato di stirpe reale ne fosse messo a capo. Proprio lui, Fearil. Passò lo sguardo dalla scia di spuma delle navi all'orizzonte. La sua posizione gli permise di essere il primo ad avvistare la meta.
Un gesto morbido, abituale, eseguito con totale naturalezza. Saroir piegò il collo e ridiscese le freddi correnti che arrivavano dal nord, come le urla dei seguaci di Malekith riversatisi sulle coste di Ulthuan.  La possente cavalcatura del principe di Caledor si posò con leggerezza sul ponte della Nave Aquila che guidava le altre, dopo che disciplinatamente le truppe si erano aperte per dare spazio sufficiente alla creatura.
"Siamo infine giunti. Iniziate le manovre di attracco." voltandosi verso gli elfi sotto il suo comando alzò la voce, facendosi udire oltre le folate di vento e gli schianti delle onde "I nostri fratelli, amici, compagni stanno combattendo una guerra che noi tutti vorremmo combattere. Ma noi siamo qui, lontani da essi. I nostri spiriti però si sfiorano, la nostra forza è la loro. Non so cosa troveremo, non ho idea di chi o cosa affronteremo ma so per certo che torneremo e con noi porteremo ciò per cui siamo venuti. Il nostro ritorno rappresenterà l'ultima alba per i seguaci dell'Usurpatore." con l'arma in mano alzò il braccio "Per Ulthuan! Per Ulthuan!" un unico, potente grido si sollevò nel cielo di Albione "PER ULTHUAN!"

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Joahnnes Van Der Kaal, Esploratore di Mariemburg

Il familiare e sempre lieto urlo "Terra in vista!" mi scosse improvvisamente, destandomi dalla miriade di pensieri che attraversavano la mia mente. Scrocchio le ossa della mia cervicale, ruotando il capo e facendo compiere nell'aria un cerchio alle colorate e pompose piume che adornano il mio elaborato cappello a tesa larga. Afferro il cannocchiale, e guardo la prua della De Hageen, che ci precede di circa un centinaio di metri. L'inconfondibile figura di Karl Holst, il mio fidato nocchiere, mi segnala che conferma quanto urlato prima da uno smilzo gabbiere sulla coffa.

"Cominciate a prepararvi per lo sbarco; mastro Fellman, faccia in modo che le lancie siano perfettamente in ordine e lei, signor Vollinger, si assicuri che gli uomini siano quantomeno sobri, chiaro?" sbuffo in direzione del mio primo ufficiale, al quale spetta l'ingrato compito di mantenere in riga la marmaglia di fanti di marina imbarcata a bordo della Oliphant, la mia ammiraglia. Faccio scorrere veloce lo sguardo sugli uomini, che come laboriose api si muovono, quasi all'unisono, su tutto il ponte superiore. Scendo i gradini che portano al ponte centrale, guardando dietro la scia spumosa lasciata dalla Oliphant; la Cambuur, un piccolo brigantino a palo snello e guizzante, precede la più grande Naaldwjk, un fluyt adibito al trasporto delle vettovaglie, attrezzatura e altro materiale. E' senza dubbio la mia più grande flotta mai comandata, e soprattutto per questo voglio fare bella figura.

Sarà indispensabile se vogliamo stabilirci qui...così come fondamentale sarà capire con che tipo di territorio avremmo a che fare...e soprattutto che "frutti" potrà offrirci.

Pensieroso, ma allo stesso tempo felice per aver raggiunto la misteriosa Albione, mi dirigo nella mia cabina, per approfittare degli ultimi momenti in mare aperto. Qui mi aspetto il mio fidato chirurgo di bordo, il dottor Eusebius Van Colbart, facente funzioni in questa missione anche di redattore del giornale di bordo, qualora a me non andasse di redarlo. Lo guardo sorridendo

"Eusebius, Eusebius....ah ah!" gli do due pacche sulle spalle, scuotendo il suo esile fisico "stiamo per arrivare sulla misteriosa Albione..i suoi tesori ci attendono..voglio che il nome dei Van Der Kaal rieccheggi in tutta Mariemburg, e che il mio, Joahnnes, venga inciso su una statua davanti il Municipio!" i miei occhi sono lo specchio di quanto brami la fama, anche più della ricchezza.

Mi lascio cadere sulla poltrona foderata, chiudendo gli occhi con un sorriso beato dipinto sul volto

 

 

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ELENIAR, comandante della "Langion"

 

L'imbottitura dell'elmo amplifica la percezione del respiro e ovatta il fruscìo del mare. Il respiro è il ritmo morbido e liscio, il mare il sottofondo graffiante e atonale. Il freddo è estremo. A parte il viso, tutta le pelle del corpo tocca solo stoffa umida, appesantita da successivi strati di cuoio, maglie d'acciaio e velluto. La nebbia ghiacciata sfiora a malapena le labbra, accarezza delicatamente la fronte. Ma fotte forte le narici. 

Eleniar: "Dov'è Bor?"

Gassion: "In sottocoperta, comandante. Ha detto che sta cagando granite." 

Eleniar: "Spero non si stia intrattenendo con lady Miwen."

Gassion: "No comandante, fa troppo freddo e lady Miwen non è più in calore. Per il momento l'unica cosa che batte sulla nave sono i miei denti."

Eleniar: "Chiama subito Bor, l'ormeggio va organizzato immediatamente. I denti non saranno l'unica cosa che dovremo battere una volta sbarcati ad Albione."

 

 

 

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«Bene, bene, bene...» dice una voce nel sonno del mondo, osservando attentamente la strana isola che nuovamente è libera dalle nebbie che la proteggevano.

«Quante belle occasioni. Quanti traditori, falsi e sicofanti abbiamo qui. Ma c'è anche crudeltà, nobile ed adorabile brutalità. Tutte cose poco utili, ma belle. O non belle e molto utili. Entrambe valgono. Ed adesso rispondetemi, piccoli cari...»

«Quando giungeste sulle vostri navi, quando ammaraste sulle scogliere o nelle spiagge... come voleste incontrarvi...o scontrarvi con gli "indigeni"?»

Per Tutti:

Spoiler

Bene ragazzi, un poco di editing del mondo!

Rispondetemi, narrandolo ovviamente, il vostro arrivo: scegliete se spiaggia o scogliera, ma sopratutto come vi siete incontrati con gli indigeni, i barbari di Albione.

Può essere stato un incontro pacifico, un incontro violento o potreste essere arrivati con un messaggero che vi ha scortato.

Per tutti:

Spoiler

Mappa Primo Turno copia.png

 

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Drakemos, Il Terrore Illuminato

Lord Drakemos...Lord Drakemos! 

Spalanco gli occhi fiammeggianti alzandomi dall'elaborata bara in ebano,  irato per il risveglio improvviso. Sento istintivamente che il sole bruciante non è ancora scomparso, anche se probabilmente si sta gettando in questo momento tra le fredde acque marine.

Cosa succede Marion? Se non hai un buon motivo per avermi svegliato così presto inizierei ad avere paura, fossi in te
I miei occhi dardeggiano sul procace corpo di Marion, la mia sposa da appena qualche decina d'anni. Alzandomi prendo il mantello, e me lo metto sulle spalle stizzito.
Allora? Sto aspettando Marion! le dico irritato

Sta quasi per mettersi a piangere quando mi risponde

Perdonami, Drakemos, ma alcuni esploratori tornando dalla notte scorsa hanno riferito che non lontano da qui c'è un piccolo villaggio di un centinaio di uomini, compresi donne e bambini. Le sentinelle hanno visto alcuni di loro oggi giungere all'insenatura e scappare dopo aver visto il nostro accampamento e le nostre navi. Temiamo si stiano preparando per combatterci...

Quindi questa terra è abitata? Molto bene, sarà l'occasione per saggiare la resistenza che avremo dagli autoctoni...

 Guardo Marion e le dico sorridendo Da ordine di preparare le truppe, li anticiperemo. Partirò con i cavalieri appena saranno pronti, tu seguici con il resto della fanteria

 Silenziosi come la notte che avanza verso le sue ore più buie, insieme ai miei Cavalieri Neri giungiamo al villaggio. Noto che c'è un assembramento di persone intorno a un grande fuoco che sta distribuendo rozze armi e pitturandosi il corpo, probabilmente pitture di guerra.

Siamo ormai a una decina di metri quando la cinquantina di uomini ci nota: molti indietreggiano, ma il più possente rimane fermo, non intimidito dalla vista dei miei scheletrici cavalieri.

Bene, voglio mettere le cose in chiaro. Se resisterete, sarete uccisi. Se fuggirete, sarete uccisi. Se vi arrenderete, forse resterete in vita

 E SE TI SFIDASSI?!

 Oh come speravo che qualcuno lo dicesse penso cercando di non far trapelare troppo la gioia
Sfidarmi? Sono ben disposto al riguardo, ma tu ne sei certo? Se perdo lascerò il villaggio all'istante, ma se vinco? Vediamo... Quella donna e quel ragazzo che ti guardano, sono tuoi figli vero? Si, si, lo fiuto, è certamente così. Bene, nel caso tu perda, loro ti seguiranno nella morte. Sei disposto a rischiare la loro vita?

SONO DISPOSTO! ORA MUORI ABOMINIO! AAAAAH 

 Non ho ancora deciso se odio o adoro questi maledetti figli di p******a che non hanno mezzo grammo di cervello penso distratto mentre paro con lo scudo il suo colpo di lancia e con un rapido arco della scimitarra gli mozzo la testa di netto.

La donna grida e nasconde il volto del figlio in grembo. Lascio cadere dal filo della lama una goccia di sangue in bocca, per poi sputarla per terra

Che schifo! E' da mesi che non trovo un avversario decente con cui sfamarmi! MALEDIZIONE! 

 Sospiro per riprendere il controllo, e dopo essermi risistemato la scimitarra al fianco inizio a parlare alla popolazione

Bene, ora ecco cosa succederà: i figli maschi mi seguiranno come ostaggi, mentre gli uomini e le donne rimarranno qui al villaggio a lavorare per me e la mia corte. Opinioni al riguardo?

Un insieme di pianti, urli e grida si solleva dall'insieme di persone

Sempre complicato trattare con i popolani... dico tra me e me massaggiandomi le meningi

A un cenno della mia mano centinaia di occhi e orbite vuote rilucono intorno alla zona illuminata dal fuoco

OPINIONI?!
Il silenzio cala istantaneamente. Marion mi raggiunge intanto ai piedi del mio destriero scheletrico.
Marion, cara, prendi i bambini e tienili in un posto sicuro; fa anche trasportare il campo base nei pressi di questo villaggio. Da qui partiremo alla conquista dell'isola. Abhorash mi vedrà degno dopo questa impresa! dico sorridendo alla Luna

 

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Fearil, Principe di Caledor

 

All'orizzonte era ben visibile un'ampia e nera spiaggia. Le cinque navi elfiche si avvicinarono velocemente, sfruttando le correnti più superficiali e il forte vento che ormai aveva completamente diradato la nebbia che misticamente proteggeva l'isola.
Saroir si sollevò di nuovo in volo, il bianco legno di cui erano fatte le imbarcazioni risaltava sulle scure acque ed era ben visibile dalla terra ferma così come un nutrito gruppo di indigeni che chiazzava la spiaggia grazie alle loro sgargianti vesti verdi e alla pelle tatuata.

L'attracco fu ordinato, veloce. La chiglia era alta, l'acqua bassa non era un problema. Morbidamente si appoggiarono vicino la riva, permettendo una discesa comoda. I maestri di spada furono i primi a raggiungere l'asciutto, subito si schierarono in ranghi mentre le guardie del mare si occuparono di calare le ancore e i picchieri di scaricare le cose e iniziare a preparare il campo.
Gli indigeni formarono un semicerchio, circondando lo schieramento dei formidabili e letali guerrieri di Hoeth. Questi tenevano alto lo stendardo, sul quale campeggiava sia il simbolo di Saphery, un mano con indice e mignolo sollevati che stringe uno spicchio di luna e punta a una stella, sia il loro, una spada circondata da fiamme con accanto le rune di Hoeth e Asuryan.
Mormegil, la spada nera, la sua lama non era differente dalle altre e il nome certamente si riferiva ad altro, Signore della Lama fece un passo avanti uscendo dal rango. Il suo sguardo iniziò a scorrere sul cordone formato dagli indigeni, febbrilmente cercò un degno avversario. Non vi erano dubbi sulle sue intenzioni. Guerrieri e guerriere, ma anche giovani ragazzi e bambini, altre donne apparentemente disarmate posarono dei cesti a terra, forse con dei doni all'interno.

Seguirono momenti di tensione, i maestri di spada immobili, attendevano. Gli altri elfi invece proseguivano incessantemente il loro lavoro, come ordinato dal Comandante. Poi dalle retrovie degli uomini, uno più imponente e dalla muscolatura possente si fece avanti quasi a spintoni. Era enorme, rasato, senza armatura e con una grande ascia in pugno. Tatuaggi blu e verdi dal significato incomprensibile per i nuovi giunti, non tutti forse, guizzavano sulla sua pelle, un effetto ottico probabilmente causato dai muscoli tesi.
Fece un passo in avanti, poi un altro, sempre più veloce fino a intraprendere una vera e propria carica contro lo sfidante. Mormegil invece era immobile, l'arma bassa, invitava l'avversario a raggiungerlo presto e colpire più violentemente possibile. Lo sguardo fisso, quasi vitreo. L'uomo di Albione improvvisamente intonò un potentissimo urlo di guerra, era ormai a venti passi dal Signore della Lama quando un ruggito tuonò espandendosi per tutta la baia e forse oltre.
Saroir atterrò con un tonfo tra i due contendenti, le ali alte e le fauci ancora spalancate. Gli uomini arretrarono impauriti, anche i picchieri e le guardie del mare si fermarono. Una fiamma dorata stava prendendo forma tra le possenti mandibole quando Fearil pronunciò una singola e secca sillaba. La bocca dell'enorme bestia si serrò all'istante in uno schiocco terrificante.
Il Principe smontò di sella, atterrando sulla morbida sabbia senza alcuno sforzo nonostante la notevole altezza. L'armatura non produsse alcun rumore, brillava alle luci del tramonto facendo sembrare vive le fiamme incise su di essa.
Con un gesto della mano sinistra ordinò a Mormegil di rientrare nei ranghi, la mano destra era invece sollevata col palmo rivolto verso l'uomo in segno di pace. Subito dopo indicò tutti quelli che aveva di fronte con un lento ed elegante movimento della stessa mano, il palmo ora rivolto verso il cielo. Invitò le donne a riprendere in mano i cesti e infine parlò nella lingua antica di Ulthuan e poi in imperiale "Non siamo venuti per combattere." quelle parole suonarono strane considerando lo spiegamento di forze non certo indifferente, tuttavia Fearil aveva viaggiato, molto e sapeva che spesso altre civiltà avevano differenti metodi di approccio, non per forza il fatto che li avessero circondati lasciandoli con le spalle al mare significava guerra "Eravate pronti ad accoglierci da quel che vedo. Io sono Fearil, Principe di Caledor e Comandante di questa spedizione da Ulthuan. La mia richiesta è di permetterci di allestire il nostro campo in quest'area e di poterci stabilire qui il tempo necessario ai nostri scopi. Tra di voi c'è un guida, un capo? Parlate liberamente, comprenderò ogni vostro linguaggio." concluse pronunciando sommessamente alcune parole in elfico, poi trattenne qualche istante lo sguardo sui tatuaggio dell'uomo che aveva sfidato Mormegil.
Passarono solo pochi secondi, ed uno tra loro, notevolmente più anziano ma ancora robusto e sano si fece avanti "Meilyr è il mio nome. Sapevamo sareste arrivati, in verità vi aspettavamo." il suo sguardo passò da Fearil e Saroir per poi tornare sul Principe "Abbiamo un problema e voi... forse avete bisogno di noi." lasciò in sospeso quella frase come attendendosi delle domande. L'elfo di Caledor però non disse nulla, soffermandosi a osservare l'anziano e soppesando le sue prossime parole.

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ELENIO, Comandante della Langione

 

 

La suola dello stivale slittò sul pietrisco umido e il piede scivolò indietro di un passo. Il ginocchio atterrò sul duro e trasmise l'impatto al bacino. La rotula si paralizzò e si infiammò. Il velluto rosso della ginocchiera si era raschiato e aveva lasciato esposto e graffiato l'acciaio sottostante. Nel punto dell'impatto i ciottoli si erano livellati, ma non erano sprofondati nel terriccio, evidentemente molto compatto. 

Girò la testa indietro. Migliaia di soldati lo fissavano. Avevano visto il loro comandante cadere. 

Elenio: "QUESTA TERRA RESISTE ALLE GINOCCHIATE... COME TUTTI QUELLI SENZA COGLIONI!" 

Il boato di plauso di migliaia di uomini gli infiammò le orecchie e gli scaldò il cuore. 

 

_

 

 

In quella tenda ci sarebbero stati comodi tre elefanti. Il velluto delle pareti vicino l'ingresso rifletteva la luce diurna e assumeva una colorazione scarlatta. Al lato opposto, per la penombra, aveva il colore del sangue essiccato. Il legno dell'impalcatura era fresco di taglio: l'odore artificiale della resina dei tronchi sembrava penetrare in bocca a ogni respiro, mischiato a quello acidulo del vino bianco sul tavolo. Accanto al vino, una grande pergamena su cui erano disegnate un breve tratto di costa, una flotta stilizzata, una collina e un quadratino per l'accampamento. 

Elenio: "Cosa riportano gli esploratori?"

Borio: "Poche informazioni "

Gassione: "Indigeni?"

Borio: "Nessuno"

 

 

 

 

 

 

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Joahnnes Van Der Kaal

Le manovre di avvicinamento alla spiaggia furono un po caotiche, vista l'impazienza di tutti di toccare terra dopo tanto tempo in mare.

La.scelta del punto di sbarco fu dettato dalla.mia esperienza in fatto due esplorazioni; un baia ben protetta, individuata in un tratto dell isola dalla costa sabbiosa.

Le quattro navi rimasero alla.fonda a distanza di sicurezza; non mi fidavo dei fondali sconosciuti di queste terre,e non volevo certo incagliare i miei preziosi mezzi di trasporto. Più di 40 lance e cutter lasciarono i vascelli, carichi di fanti di marina,vettovaglie,strumentazione e tutto il necessario per impostare il campo base

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La tenda, dagli sgargianti colori rosso,giallo e viola di Mariemburg,era stata appena completata, e mi sto stravacxando sulla mia pregiata poltrona quando Hieronimus, il mio fidato ruyters, smonta rumorosamente da cavallo, uno dei pochi che hanno retto la traversata, e scosta il lembo di tenda

"Mio signore, mentre pattugliavo il perimetro del campo, ho avvistato a circa due  miglia da qui un villaggio di locali. Alcuni erano già in marcia per raggiungerci, consiglio di preparare le armi" rimanendo in attesa di ordini

Non mi scompongo più di tanto, calcandomi in testa il pomposo cappello a tesa larga, e lisciandomi i baffi

"Calma,Hieronimus,calma...."gli sorriso, continuando " prima di tutto, fai in modo che gli uomini armati siano il più nascosti possibile, soprattutto i fucilieri. Piazzali nei punti chiave,chiaro? In modo che coprano l'ingresso alla spiaggia. Al resto penserò io, ho già un piano"

Continuo a lisciarmi i baffi, pensando all'incontro con gli indigeni di Albione.

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Gli indigeni si mostrarono a noi armati con lance, scudi ed archi. Ci guardano in un misto di preoccupazione,paura e sdegno.

Si fa avanti il più anziano, addobbato come un capotribù; mostra comunque fierezza e decisione.

"Sono Abraxas, il capo di questo villaggio. Cosa ci fate sulla nostra terra?!" marca per bene il concetto di nostra

"Sono Joahnnes Van Der Kaal, da Mariemburg. Siamo qui per svariati motivi, Abraxas, ma di certo non per entrare in conflitto con voi. A meno che voi non vogliate attaccarci; in quel caso, ahimè, vi avverto che saremmo costretti a decimarvi. Ma ripeto,non è la nostra priorità" metto le mani avanti

"Per garantire la mia parola, sono disposto a fare uno scambio; uno dei miei tornerà al villaggio con voi, mentre uno dei tuoi rimarrà qui con me. Sarà trattato con estrema cautela,lo assicuro. Hans, Roithigher" richiamo i miei due addetti alle vettovaglie, facendogli cenno di portare avanti i doni preparati; due grossi barili di birra e altri ammenicoli vari,oltre a collane,bracciali,orecchini, tessuti e coperte.

"Questo è un in più, un dono, essendo noi dei nuovi venuti. E come garanzia,il mio fidato Eusebius,verrà con voi " metto una mano sulla spalla del tremante interprete e studioso,sorpreso " è il mio secondo qui,per cui,Abraxas, per non essere da meno, dovrai contraccambiare con un pari grado, non di certo un comune guerrieri. A meno che la tua dignità o il tuo onore sia minore del mio....."

Lascio la frase in sospeso,e noto il moto d'ira del capo: ho colto nel segno,nel punto giusto.

"Il mio onore è superiore al tuo,straniero! Per questo il mio primogenito rimarrà con te; se gli verrà torto un solo capello, la mia ira sarà tremenda!!" un urlo,accompagnato dal resto del nutrito gruppo di guerrieri.

Bene,bene,così...

Sussurro poi ad Eusebius

"Devi essere le mie orecchie ed i miei occhi,chiaro? Informati su tutto;quanti sono,cosa hanno. E soprattutto fatti dire chi sono i loro vicini,luoghi importanti,luoghi sacri,a chi fanno capo...tutto,insomma. Fa questo,e verrai ben ricompensato,intesi?"

Il mio secondo annuisce,un po intimorito. Dopodiché, saluto il figlio di Abraxas, Falavas,con un sorriso ed un ampio gesto della mano

"Vieni nella mia tenda,giovane Falavas. Ho un dono speciale per te. Una sorta di calumet della pace. Ma soprattutto, un uomo formato della tua età... Cosi solido e roccioso!Dovresti già essere al comando, parola mia!"

Cominciamo...

 

 

 

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Grunas Bloodskull

La fanciulla giocava con le galline, i suoi capelli biondi e lunghi gli bloccavano la visuale per quanto erano spettinati, il suo corpo era pieno di brividi e tagli e i suoi occhi splendevano del colore azzurro e verde...

Il suo villaggio era a poco tempo dalla spiaggia, alcuni membri erano pescatori ma suo padre faceva il falegname, per sua madre invece non ricorda molto, l'ha lasciata molti anni fa....

Mentre la giovane cercava di afferrare la gallina ribelle per l'ennesima volta senti un suono verso il mare....Waaaaaaagh!!....più forte Waaaaagh!!...Ancora più forte...

WAAAAAAAGH!

Quali potrebbero essere mai stati i pensieri di quella bambina quel momento? cosa potrà aver pensato quando a visto l'orda d enormi esseri verdi comparire dal mare?...Quando li ha visti trucidare i suoi compaesani....Bruciare le loro case...sbudellare i suoi amici...e impalare il corpo di suo padre su una lancia?

La bambina non riusciva  più a gridare....correrà via col le lacrime agli occhi lontano da li...più lontano possibile da quei mostri...ma una freccia goblin rapida e veloce la colpi al ginocchio impedendole di correre ...Il goblin si avvicinò e rise mentre la prese per i capelli...le alzò lo sguardo...e passò la sua sporca lama sulla gola della fanciulla....

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Bastarono meno di sette villaggi per far capire a Grunas che questa isola era più grande di quanto pensava...mentre i primi erano deboli e molli quelli più in fondo cominciavano a dare qualche futile resistenza come omuncoli armati....ma niente che potesse fermare questa orda...Ma se la orda continuava a marciare senza sosta....lui avrebbe preso l'isola ma perso il controllo

VOGLIO TUTTI GLI ORKI QUI!
Voglio che smantelliate le navi! e creiate una fortezza!..Una Grozza..LA PIù GROZZA E TOZTA FOTRZZA DI TUTTI I TEMPI!

L'orda ormai lontana dalla spiaggia torna indietro con troferi di massacri e uccisioni....e cominciano a smantellare le navi per costruire su quella spiaggia un rocca possente e inpenetrabile

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Joahnnes Van Der Kaal

Il tempo trascorreva piatto e monotono, scandito dalle frequ ti spedizioni nene entroterra e nei viaggi di scamscambio tra la.nostra colonia, ribattezzata Neu Mariemburg, e il villaggio di Abraxas. Nel mentre era stato eretto un perimetro difensivo e costruite alcune abitazioni.

Mentre sorseggio una delle ultime bottiglie di brandy estaliano, stravaccato su una sedia,guardo le onde del mare lambire ritmicamente la spiaggia

Devo studiare un modo per stabilire altri avamposti e spingermi più nell'entroterra. Abraxas dice che sono stati avvistati altri invasori...che ment per aumentare la posta in gioco?

Sto rimuginando sulle decisioni da prendere quando Jaanmaat, un ufficiale dei fanti di marina, mi viene a.comunicare che dei cavalleggeri vogliono parlare con il capo

"Sembrano dei tileani,capitano. Come quelli che inincontrammo nel golfo davant Tobaro"

Mi ricompongo in fretta, ordinandogli di far venire avanti i cpai delegazione, con l intenzione di accoglierli nella.mia tenda, ampliata e migliorata con alcuni elementi fissi.

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I delegati si presentarono come messi di Novo Sole, una colonia di Remas, nata da una spedizione universitaria e sviluppatasi come cittadina di scambio e punto di riferimento

"Avevo sentito che voi tileani avevate stabilito una colonia qui ad Albione, ma non sapevo si fosse.sviluppata cose bene..i miei.complkemnti, davvero"

"Non vi nascondo che sono legato al vostro popolo, essendomi occupato degli affari di famiglia nel Mare di Tilea,anche se so bene che potrei urtarvi se vi confondersi con uno di Luccini o Miragliano,giusto?" sottileando con un sorriso il marcato campalinismo che regnava nelle terre di Tilea, dove i Principi governavano sulle città stato e ognuno si curava del.proprio orto

"Rimango comunque disponibile per qualsiasi collaborazione, presente o futura che sia"

Proseguo poi il discorso cercando di carpire più informazioni possibili di messi.

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Fearil, Principe di Caledor

 

Gli elfi di Ulthuan lavoravano alacremente, ormai tutto il necessario era stato scaricato. Le navi ormeggiate non troppo a largo danzavano sulle deboli onde ben distanti tra loro.
Fearil non si limitava ad osservare i propri elfi, ma aiutava come poteva. Saroir era in grado si sollevare carichi incredibilmente pesanti che non potevano essere trasportati facilmente se non con un sistema di rulli formati da tronchi.
Meilyr aveva deciso di prestare alcuni suoi uomini per i lavori pesanti, tuttavia Mormegil che si era erto a 'direttore dei lavori' aveva dato loro solo mansioni di trasporto, non concedendo alcuna fiducia nelle capacità di costruzione. In qualche modo era comprensibile, gli elfi erano impareggiabilmente precisi e curavano ogni dettaglio pur evitando eccessi superficiali.
La decisione dell'anziano era ben comprensibile, il Principe aveva accettato di rispondere alla richiesta di aiuto forse per nobiltà d'animo ma certamente consapevole che dietro quasi tutti i problemi e ostacoli c'è un premio o quantomeno guadagno... questo però poteva costargli qualche perdita. Avrebbe pensato dopo a quello.

Passò l'intera giornata, il campo era ormai pronto. Il primo ordine era stato quello di erigere una palizzata, avevano utilizzato tronchi ricavati da alberi ai margini della spiaggia. Un lavoro svolto con perizia, seppur non con l'abilità e velocità con le quali sicuramente lo avrebbero ultimato gli elfi di Chrace. Questo aveva generato un'area di confine tra boscaglia e spiaggia che non avrebbe permesso a nessun nemico di coglierli alla sprovvista o avvicinarsi inosservato.
Subito dopo si erano preoccupati dei baraccamenti, di un sistema di scolo e servizi che avrebbero elevato le condizioni igieniche del campo. Fearil aveva fatto smontare le baliste delle Navi Aquila e poi le aveva fatte installare su delle piattaforme sopraelevate piazzate in punti strategici dietro la palizzata.
Aveva poi inviato le sue guardie personali, reclutate dalle guardie del mare, assieme a un uomo di fiducia di Meilyr al suo villaggio per tracciare sulla mappa la via più breve e sicura per raggiungerlo.
Infine lui stesso aveva fatto accendere un grande fuoco, questo sarebbe servito a loro e alla tribù di locali di cenare, parlare ed entrare in maggiore confidenza. Era una particolare prerogativa del Principe di Caledor che ben pochi poterono condividere per loro stessa natura, ancor meno Mormegil che eresse una barriera invisibile tra se e i suoi soldati e gli indigeni. Per Fearil però era fondamentale non dover apparire come tiranni e padroni in un luogo a loro totalmente sconosciuto e quasi sicuramente ostile.

Quando ormai il Sole era calato dietro l'altopiano dell'isola e stavano per iniziare a condividere il pasto, procurato da cacciatori locali, i suoi elfi e gli uomini di Meilyr tornarono... ma accompagnati. Una delegazioni di Novo Sole, riconoscibile dallo stendardo e simbolo di cui aveva sentito parlare, composta da poco meno una dozzina di cavalleggeri. Saroir stava sorvolando la zona, attratto dall'odore della carne al fuoco iniziò la sua discesa atterrando non lontano da Fearil proprio quando i Cavalleggeri avevano smontato eseguendo gli omaggi di rito. Il Principe non fu da meno, rispose secondo le usanze di Ulthuan accompagnate da quelle di Tilea dimostrando di conoscerle. Questo rese ben disposti i tileani inizialmente impauriti dalla presenza della bestia.

"Fearil, Principe di Caledor." si avvicinò indicando poi il Signore della Lama "Costui è Mormegil di Saphery, Signore della Lama e secondo in comando di questa spedizione." invitò così il maestro di spada ad avvicinarsi.
"Eravamo a conoscenza della vostra presenza. Sappiamo vi siete stabiliti ormai da tempo e che Novo Sole prospera. Saremmo lieti di sapere che quel che si dice corrisponde a verità."
La risposta fu affermativa, apparentemente era come si diceva.
"Avremmo certamente inviato una nostra delegazione se non ci aveste preceduti. Immagino quindi la strada che ci separa da Novo Sole sia sicura, spero non abbiate avuto difficoltà." i modi di Fearil erano estremamente cordiali, quasi amichevoli ma mai lasciava intendere sudditanza o timore. Mormegil invece era silenzioso, lo sguardo attento e sospettoso, lasciava intendere tutto l'opposto.
"Ormai l'isola è avvolta dalle tenebre, questa notte sarete nostri ospiti e ora siete invitati a a unirvi alla nostra cena, c'è dell'ottima cacciagione. Avrete quindi modo di parlarci del motivo che vi ha spinti a incontrarci così in fretta."

Il Principe stesso rimase all'esterno, aveva ordinato la costruzione dei suoi alloggi e zona di comando solo per ultimi e purtroppo non erano ancora pronti. Non fu per lui un problema condividere lo spazio con le proprie truppe, i locali e gli uomini di Tilea anzi... ascoltare tutte le loro storie era per lui fonte di grande interesse.
 

DM

Spoiler

non so se hai saputo che myth weavers ha avuto un piccolo problemino generale. la scheda quindi è andata persa, la rifarò domani.

 

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Drakemos, Il Terrore Illuminato

Molte volte ormai la luna aveva solcato il cielo notturno, osservando impassibile la crescita dell'avamposto del Lord. Aveva visto le pietre posarsi una dopo l'altra fino a formare una piccola roccaforte, bassa e tozza, ma solida e terribile; aveva anche visto gli alberi e gli animali nei dintorni torcersi nel fisico e nell'anima, la loro natura storpiata dalla grezza magia oscura che emanava dagli ammassi ambulanti di carne putrefatta e dai geometrici cavalieri scheletrici che su altrettante bianche cavalcature vagavano senza sosta intorno al centro di quel nucleo di corruzione.

Si racconta ancora adesso nella piccola colonia tileana di quando gli emissari inviati da Novo Sole arrivarono nei pressi del piccolo possesso di Drakemos, il Lord Vampiro che regnava su quelle terre, e di cosa si parò loro innanzi.

All'entrata del territorio occupato recentemente trovarono degli scheletri in gabbie appese a dei rozzi pali di legno, probabilmente monito per gli estranei (o forse per gli abitanti...)

I bambini ancora oggi, quando sentono la storia dalle loro nutrici, iniziano a piangere al giungere alla parte del racconto in cui la corruzione di quei verdi boschi viene descritta, e di come una volta tornati ben 2 uomini si suicidarono in seguito a quelle viste.

Ogni uomo però, anche il più forte e coraggioso, non può che provare un brivido e stringersi più stretto nel proprio logoro mantello quando il malvagio gioco organizzato da Drakemos per i visitatori viene svelato agli ascoltatori: 3 minuti di combattimento senza esclusione di colpi, Drakemos contro di loro, in seguito al quale il Nosferatu avrebbe deciso che tipo di relazioni intraprendere con Novo Sole.

Se si fossero rifiutati ci sarebbe stata la morte, poichè quell'empia bestia notturna non reputava degna di valore neanche la vita di ambasciatori.

Dopo 3 lunghi faticosi minuti quattro giovani Tileani erano feriti gravemente, mentre gli altri impugnavano le armi terrorizzati osservando la scimitarra col filo rosso, lucido che si parava loro innanzi stretta nella mano del Vampiro.

 Con una faccia delusa, questi disse Se questo è quello che Novo Sole ha da offrire, potete stare tranquilli: non siete degni dell'attenzione mia e delle mie truppe. Andatevene ora, prima che ci ripensi. per poi girarsi e andarsene seguito da una sgualdrina della sua stessa razza che gli corse dietro.

I tileani, raccolti i feriti, si avviarono verso il confine senza dire una parola, scortati da una compagnia di cavalieri di ossa e ferro nero.

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Marion, pensi sia stato troppo clemente con quegli uomini venuti oggi? chiedo rimuginando alla bella donna che mi affianca, in piedi, mentre sono seduto sul mio scranno. 
Il suo braccio fasciato in costosi tessuti purpurei mi sfiora mentre si pone d'innanzi a me Non so Lord Drakemos, come mai non li hai uccisi? Non mi parevano degni della tua clemenza  dice mentre mi osserva con uno sguardo interrogativo

Ahh, forse hai ragione, ma voglio evitare di avere appena arrivato tutti i parassiti presenti su Albionevenire alla mia porta per chiedere vendetta; prima dobbiamo consolidare le nostre posizioni. Forse sono stato anche troppo brusco nell'affrontare la questione, ma non potevo certo prostrarmi in moine di fronte a quel manipolo di umani mal equipaggiati. Con chi credono di aver a che fare?! concludo il ragionamento sbattendo il pugno sul bracciolo di legno destro, ricoperto di velluto. 
Ora vai Marion, devo riflettere...

Silenziosa, con un lieve inchino, Marion si muove verso le ombre ai lati della stanza per poi sparire nell'oscurità

 

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Grunas Bloodskull

Omuncoli da oltre il mare?

Il capoguerra era sorpreso, questo non se lo aspettava, i suoi uomini stavano mettendo a ferro e fuoco i villaggi vicini e costruendo la fortezza allo stesso tempo, non poteva anche impiegarli a uccidere questi poveri sfigati, ma Poteva Inviare i Goblin...

Mandate tre inutili Zgorbi da loro, ditegli che Questa isola e di Grunas Bloodskull e di nessun altro, se quando avremo finito la fortezza saranno ancora su questa terra li massacreremo come cani!

Dopo aver detto questo il capoguerra si alza dal trono di legno, si avvicina alla sua ascia da battaglia e con una pietra presa nel terreno comincia ad affilarla... metà della sua orda, i guerrieri migliori erano a razziare, mentre qui stavano solo i pivelli e i goblin...a costruire questa fortezza...e lui era pronto ad uccidere in maniera dolorosa e violenta chiunque non facesse bene il suo lavoro.

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Inizio Primo Turno:

Punti Magia del turno: 1 ( utilizzabili dai giocatori quindi 1 di base+1 dei venti di magia che fluiscano da Nord)

I venti di magia fluiscono con forza, ma Albione li dissipa.

I primi venti caldi della primavera seguono a pesanti piogge. Il conflitto fra le due anime di Albione, i Veriloquanti ed il nuovo ordine degli Emissari Oscuri, non è ancora ricominciato nella sua potenza e virulenza...tutto appare tranquillo. Al momento.

Potete Iniziare!

Benvenuti, signori!
Potete ruolare mercenari ed avventurieri a Novo Sole, i vostri personaggi in giro per i loro territori (a breve vi dirò i vostri numeri :P), le esplorazioni nei dintorni di dove siete approdati. Inutile dire che potete ruolare la preparazione delle vostra spedizioni, ma non troppo del mondo circostante, quello toccherà a me mano a mano per ognuno di voi.

Scrivete tutto in questo topic e senza censure/spoiler.
Se volete fare qualcosa di segreto a Novo Sole, segnatelo pure in spoiler!

 

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Fearil, Principe di Caledor
 

La serata proseguì nella più totale serenità. La gente di Fearil, così come tutti gli Alti Elfi, non era certo avvezza alla baldoria e ai bagordi e furono i Tileani a godere di più dell'idromele e del vino servito. Forse proprio questo li aiutò a coricarsi presto e crollare in un sonno profondo. Il Principe di Caledor ordinò ad alcuni dei suoi di trovare loro una degna sistemazione e montare la guardia di fronte alla tenda per rendere il loro sonno quanto più indisturbato e sicuro possibile.
Di suo, Fearil, decise di dormire negli alloggi della sua guardia personale, condividendo gli spazi come fosse uno di loro e difatti non si sentiva superiore ma il ruolo gli imponeva comportamenti adeguati. Altre guardie del mare invece erano tornato a bordo di una Nave Aquila, lasciando quindi spazio agli umani.

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La notte passò, la zona attorno all'accampamento era piuttosto pianeggiante e gli alberi erano radi, la fauna era quindi docile e i loro canti, assieme allo sciabordio del mare, cullarono i sopraggiunti esploratori da Ulthuan.
Fu proprio la luce del sole, già abbastanza alto quando ben visibile a causa della posizione geografica del campo, a svegliare gran parte delle armate elfiche.

"Caelariol" pronunciò il nome di una delle proprie guardie assicurandosene l'attenzione quando ancora all'interno della struttura "E' tempo di chiamare i messaggeri di Novo Sole e invitarli a tornare alla loro cittadina col nostro messaggio di pace e collaborazione, chiedete loro se non siamo gli unici ad essere giunti sull'isola, certamente come hanno visto arrivare noi avranno appreso della presenza di altri. Io appronterò gli ordini per il completamento del campo e l'inizio dell'esplorazione."

Indossare la sua armatura era facile, forgiata col più resistente e leggero dei metalli era maneggevole seppur non come le scaglie e le maglie usate dalla fanteria. Quando emerse dalla baracca le decorazioni presero di nuovo a brillare e forse a muoversi alle luci del mattino donando però sfumature e illusioni diverse rispetto al tramonto scorso. Saroir era appena tornata dalla caccia, aveva trovato un grosso cervo dalla pelliccia rossa e si appartò per smembrarlo e mangiarlo.

Si osservò attorno salendo su una delle postazioni con balista Artiglio d'Aquila. Il mare era completamente aperto, la costa non presentava insenature adatte a nascondere le navi che allo stesso tempo in quella posizione erano facile preda ma valido supporto a difesa del campo. Gli alberi, radi, lasciavano spazio ad un panorama emozionante e verdeggiante, un mare verde smeraldo. Ammirò quel paesaggio sorridendo "Siamo circondati da due mari amico mio." disse ad Aedordror, suo amico di infanzia e scelto tra le Guardie del Mare come sua personale, la risposta non tardò ma fu un semplice cenno di assenso, silenzioso come quando era fanciullo e ormai erano passati decenni, molti decenni "Fear..." si interruppe "Principe, dunque quali sono i Vostri ordini?"

Fearil srotolò una pergamena che teneva in mano e la mostrò ad Aedordror "Raduna alcuni tuoi elfi e alcuni elfi del Signore della Lama Mormegil. Ho già chiesto a Meilyr di unire a voi i suoi migliori uomini, quelli che meglio conoscono il territorio." passò con un gesto elegante le mani sulla pergamena per poi fissarla al tavolo per tenerla ben tesa, evidentemente era rappresentata qualche sorta di costruzione "Sta arrivando del materiale da Yvresse, Legno delle Stelle e preziosi cristalli, quel che dovrete fare voi è raggiungere il più vicino circolo di pietre Ogham e copiarne le rune incise. Se sarà possibile riportare alcune pietre tanto meglio, è chiaro non potrete trasportare i monoliti o menhir come li chiamano gli uomini del posto, ma sono certo esistano pietre più piccole e già incise." lo guardò dritto negli occhi sottolineando l'importanza della missione "Ora va..."

Richiuse la pergamena riponendola in un cilindro di pelle rigida istoriata. A grandi passi si avvicinò a uno dei capitani dei picchieri "Capitano Amdir. Saroir ha avvistato a nord, lungo la costa" con la mano indicò una zona a nord oltre una collina "un'insenatura adatta alle nostre navi. Quelle disarmate per la difesa del campo. Raggiungete quell'area, accertatevi che sia disabitata e sicura, poi porteremo lì parte della flotta."

In breve trovò a ogni elfo presente al campo qualche cosa da fare, che fosse il completamento del campo e il rafforzamento delle strutture di difesa o l'esplorazione dell'area in cerca di zone strategicamente adatte a issare torri e strutture di avvistamento. Di suo montò su Saroir, affiatato come antichi compagni di battaglia si alzarono in volo, osservando dall'alto l'area e iniziando a studiarne le prerogative strategiche e caratteristiche geografiche in caso di attacco nemico.

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