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[TdG] Cuori d'Acciaio e Sogni di Silicio


Zyl

Messaggio consigliato

Master

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20 minuti fa, Zyl ha scritto:

Per tutti e due

  Contenuti nascosti

Raga, io ho forzato un po' la situazione per inserire il personaggio nuovo, pero' voi metteteci un po' del vostro per trovare un motivo per collaborare, anche andando un attimino contro la vostra natura, se e' necessario.

 

In questo momento Konstantin sta andando da quello che gli ha dato il lavoro, gli chiede cosa fare e informazioni per tutta la storia. Poi finito il turno di lavoro torna da Jonathan, discute e vede di trovare un accordo. È motivato dall'avere come nemico la mafia russa e tutto questo mistero lo intriga, deve trovare solo qualcuno pronto a dargli le informazioni che gli servono. Inoltre ora conosce molti più volti e può andare a fare qualche ricerca. 

 

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Passata una notte insonne e improduttiva, Konstantin, la mattina, decide di tornare da Jonathan. Suona al videofono e aspetta la risposta.

Konstantin

Spoiler

E' domenica, quindi non lavori. Per cui ti ho fatto andare direttamente da Jonathan.

Jonathan

Spoiler

Sei ancora tra il sonno e la sveglia, quando senti suonare il videofono esterno.

 

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Konstantin Povlov

Suono, suono ancora, poi mi fermo. Privet amico mio, sono stato in quel bar, ma senza il tuo faccino carino non si fa molto. Quindi mi fai entrare? Voglio una spiegazione questa volta, e fidati se non entro vedi che il tuo garage esplode, con la tua macchina dentro.

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Jonathan Hekmatyar

Il videofono mi assorda acuendo la classica emicrania mattutina dovuta alla serata passata nell'alcol.

«Shtacca CP» dico nascondendo il capo sotto un cuscino.

Ma chiunque sia persevera. Getto il cuscino contro la parete per la rabbia «Rispondi testa di latta...» dico alzandomi con la voce e le movenze di uno zombie, vedo le riprese dell'esterno e dico al computer «Solo audio in uscita...».

Ancora a minacciare Splendore? Cristo se sa come farsi odiare...

«Tu?! Ancora? Chi- Ma che?! Che c@zzo ho fatto per meritarmi questa piaga?!» faccio una pausa socchiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie per alleviare l'emicrania «Porca puttana un'altra minaccia a Splendore e prendo il lanciarazzi!» prendo la calibro quarantacinque dalla fondina agganciata alla testata del letto.

«Perché?! Che ti importa?!» esclamo abbassando nuovamente il tono della voce.

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Konstantin Povlov

Sorrido. Quella è solo una macchina, sta tranquillo, comunque mi importa molto. Abbasso anche io la voce. Anche io ero come te, un lupo solitario, anzi meglio dire un'orso, ma ti stai mettendo contro la mafia russa e io da solo valgo più di un esercito, posso aiutarti davvero e nel mezzo fargliela pure pagare per essersi espansi in questa città, vuoi lavorare da solo, ti capisco, ma qui ci guadagnamo entrambi, e poi sta sereno, me la so cavare.

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Jonathan Hekmatyar

«Forse per te è soltanto una macchina»

Non ha capito o non vuole capire? scuoto il capo staccando la conversazione.

Vediamo di chiudere la questione una volta per tutta.

«CP aprigli...» esclamo dopo una ventina di secondi di silenzio.

Mentre l'uomo sale mi preparo un tazzone di integratori vitaminici e sali minerali. Roba per combattere i postumi della sbornia.

...

Apro al russo con indosso lo stesso pantalone stropicciato di ieri, a piedi nudi e con il torso coperto da una semplice canotta bianca aderente. Spicca la fondina ascellare.
Ho un'espressione a metà tra il "mi sono appena risvegliato da un coma" e "se non mi lasci in pace faccio un massacro". Con delle occhiaie che si notano nonostante la carnagione olivastra. Stringo in pugno una tazza piena di roba effervescente e frizzante. 

Sopprimo uno sbadiglio.

«Vediamo di mettere le cose in chiaro. NON C'È NESSUNA GUERRA CONTRO LA MAFIA RUSSA»

Lo guardo intensamente per farglielo capire sottolineando il concetto con la voce.

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Konstantin Povlov

Entro, ho un volto rilassato nonostante le occhiaie, probabilmente ancora non ho dormito. Bene, allora dimmi che accade, se non me lo spieghi per me è facile deduzione arrivare a te contro russi, anche per come mi odi. Fischietto

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Jonathan Hekmatyar

Chiudo la porta dietro di lui.

Porto la tazza alle labbra ingollando tutto in un unico lungo sorso. Mi pulisco le labbra con il braccio.

«Porca merda sei entrato qui sparando minacce sul farmi saltare la casa e la macchina e ti domandi perché non siamo già migliori amici?!» mentre parlo vado al lavandino. Lavo, asciugo e ripongo la tazza prima di mettere a fare del caffè.

Lo guardo intensamente «Ok. Sai che ti dico, mi sono rotto. Basta che dopo la smetti di tormentarmi»

«Faccio il corriere, mercenario, o come diavolo tu voglia chiamarmi. Sono la persona che contatti se vuoi che qualcosa venga consegnata da un punto X ad un punto Y in tempo zero ed a qualsiasi costo...»

Infilo una mano in tasca «Mi sono sempre tenuto alla larga dagli affari di droga, ma questa volta sono stato costretto a procurarmene per un cliente. Dieci dosi di speedboost. A causa di tutto questo sono diventato improvvisamente mal visto alla BioGen. Comunque, ho contattato i russi per procurarmela. Ma sul luogo dello scambio ho trovato un bellissimo e fantastico pacco bomba. Autografato sicuramente BioGen. Che la BioGen abbia pagato direttamente i russi o che l'abbia scoperto tramite qualche altro metodo non importa».

Faccio una pausa per massaggiarmi le tempie «Il mattino dopo imbottito di antidolorifici e alleggerito di un pezzo di milza sono andato dai russi per chiarire ma, i figli di putt@na avevano chiuso bottega ficcando la testa sotto la sabbia più velocemente di uno struzzo con il culo in fiamme! Così per colpa sono stato costretto a prendere provvedimenti e procurarmela al dettaglio, pagandola addirittura l'80% in più».

Il caffè è pronto e mi preparo una tazza abbondante, zuccherando abbondantemente anche se normalmente non mi da fastidio prenderlo nero. Gli zuccheri mi servono ora.

Lo offro al russo «È vero caffè, non merda sintetica...»

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Konstantin Povlov

Sto tranquillo risedendomi sullo stesso divano della scorsa volta. Il mio migliore amico in prigione ha provato a pugnalarmi più volte, il mio primo fidanzato mi voleva uccidere il cane, devi capire, abbiamo psicologie diverse. Poi mi metto ad appuntarmi le cose che mi dice. Quindi tu ti sei inimicato la Biogen, che se hai un po' di sale in zucca sai ti impedirà ogni cosa, ti hanno fatto esplodere il regalino, ora hai i russi che ci vogliono riprovare, sicuramente ben pagati, tempo che tu inizi lo scambio e avranno rubato quelle dosi facendoti perdere i tuoi preziosi soldi. Rido un po' Quindi bisogna lavorare in anticipo, e per farlo hai bisogno anche di me. Io so tutto ciò che bisogna sapere di ogni cosa se mi si da il tempo di fare qualche domanda ai miei informatori. Chiudo il libretto. Ti sto offrendo i miei servizi gratis, saresti più stupido di quanto ti immagino a rifiutarli. Rido ancora. Bisogna anticipare la Biogen nelle sue mosse e assicurarsi che il tuo fornitore non si faccia fottere. altrimenti niente soldi per te e per andare avanti dovrai vendere il tuo splendore. Lo guardo farsi del caffè. Sono più tipo da thè, ma credo che per una volta potrò passare dal caffè

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Jonathan Hekmatyar

«Psicologie diverse...?» passo la tazza al russo bevendo dalla mia «Ottimo allora vedi ogni volta che hai minacciato di distruggere Splendore come se io avessi minacciato di piantare una palla nel cranio del tuo ragazzo. Sono molto geloso con le donne della mia vita».

«La BioGen se ne sbatte il c@zzo di 15-25k di crediti, non ci si pulisce neanche il culo con quelli. Al massimo proveranno ad ammazzarmi. Ed a quello sono abituato».

Scuoto il capo alle sue parole «No. Per quanto non mi piacciano i russi, Misha è una astuta. Dubito che quella di ieri fosse una trappola. Se lo fosse stata non credo si sarebbero rivolti a degli esterni per contattarmi. Certo, non posso averne la certezza ma, ci scommetterei. Per come la vedo sono fuori dai loro radar»

Finisco il caffè e mi preparo un'altra tazza «Se la BioGen tornerà alla carica lo farà con i suoi. Ovviamente questo vuol dire che stanno alzando la posta e... che il gioco si farà ancora più eccitante!».

«L'anticipo l'ho già versato, quindi a prescindere da come vanno le cose non posso più recuperarlo».

Osservo il russo negli occhi restando in silenzio mentre finisco la seconda tazza di caffè.

«Perché vorresti aiutarmi?»

 

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Konstantin Povlov

Prendo la tazza e inizio a zuccherarla. Quindi niente minacce a cose ogettistiche tue o alle tue donne, capito. Comunque non parlo di crediti, quelli li fa in quanti secondi? 2? parlo dell'affare, questo è ciò contro cui va, bisogna capirne le ragioni, il tuo mittente è loro nemico, che ragioni avrebbero per impedirti tutto questo. Inizio a mescolare. Vuoi quindi da solo affrontare tutti quelli...se...se..se. Ridacchio. Tranquillo per i tuoi soldi, se usiamo la testa andrà tutto a posto. Tutto in un sorso bevo il caffè facendo una smorfia al sapore. Non me lo ricordavo tanto forte, comunque, perchè ti voglio aiutare? Perchè mi stai dando una cosa più importante dei soldi. Nomi importanti, faccende ostiche, possibilità di accedere a dati della Biogen, indebolirli, tutto. Poggio la tazza e mi rilasso con le sei braccia dietro la testa. Io vivo di informazioni, trovare la giusta persona a cui venderle non è mai difficile, usarle per ricattare ancora più facile, usarle per aiutare il mio ragazzo, ancora meglio.

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Jonathan Hekmatyar

«Diciamo che il mio problema è stato proprio quello di accettare il lavoro. Non ti dirò di più, perché in gioco c'è anche la sua vita e non solo la mia».

«Sono abituato alla gente che prova ad uccidermi. Ero un peshmerga, fanteria di montagna per l'esattezza. Peshmerga in inglese sarebbe più o meno: those who face death» sorrido al russo come se trovassi la cosa divertente «A tredici anni facevo da esca per le imboscate. In pratica, dovevo prendere il mio kalashnikov mezzo arrugginito, sparare all'impazzata e farmi inseguire sui campi minati o verso le catene di claymore. A parte il rischio di farsi sparare c'era sempre quello di dimenticarsi la posizione delle mine o che i tuoi compagni si facessero prendere dal panico e detonassero le claymore troppo presto...» faccio spallucce.

«Oppure, ogni tanto finivi nei veicoli di testa dei convogli. Ovvero quelli che servivano a proteggere il resto del convoglio dagli IED... finendoci sopra quindi...»

Guardo il russo, poso la tazza.

«La morte è un gioco e la vita è tutta un grande scherzo. Non conto di vincere contro la BioGen. Ma se continuano a darmi la caccia conto di ammazzarne abbastanza da far riconsiderare loro il modo in cui stanno sprecando le loro risorse. Ad un certo punto non converrà più darmi la caccia. Più o meno...»

Rido quando parla del caffè «Ci credo! Non è quella merda sintetica che sa di piscio amaro annacquato. Sapessi quanto lo pago...»

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Konstantin Povlov

sorrido e mentre inizio a scrivere tutte le informaizoni possibili ed immaginabili sul libretto, gioco un po' con la tazza, mi gratto a la scheina e tengo il mento sopra le dita incrociate sfruttando le ginocchia per appoggiarci i gomito inizio a pensare guardando per aria. Bene, allora visto che tutto è così divertente, che siamo costretti in questo luna park degli orrori con in mezzo tutto lo schifo a separarci da una giostra e un'altra perchè non iniziamo a governare noi il gioco, sai, quando puoi riscrivere le regole diventa tutto più divertente. La tua vita poteva finire tanto presto, ma la dea bendata è dalla tua, la mia vita poteva finire ancora prima visto che ho la sfiga dentro le vene, ma in compenso so sfruttare bene l'unica cosa non innestabile Indico il cervello. Quindi me la sono sempre cavata sfruttando la forza contro i deboli e la debolezza contro i forti. Sia per le strade di San Pietroburgo che per i palazzi di nuova bBoston, perfino in quella prigione ho dovuto scavare nella debolezza per farcela. Ora, il nostro avversario è la Biogen, hanno anche loro debolezze, la principale è che non possono nascondere tutto, quindi basta poco per prevedere le loro mosse, la seconda è che devono mantenere una facciata, la terza che hanno tanti soldi, sfruttiamole un po' e vedi che non dovrai rischiare così tanto,la dea bendata potrebbe andarsene e a salvarti ci sarà solo un grande e grosso russo con sei braccia e la barba bionda. Prendo e poggio sul tavolino tutte le mie magnum calibro 45, sei per la precisione, tutte delicatamente intarsiate di motivi a tema farfalla e colorate di uno splendido argento misto nero. Comunque buono, questo caffè lo prenderò pure io quando potrò, ma sono stato abituato da anni senza una casa a scatolette di carne e robe secche una volta a settimana, i miei gusti non comprendono cose troppo costose, ho la lingua da povero, rimasuglio della metamorfosi

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Jonathan Hekmatyar

Quando accenna alla fortuna mi volto distrattamente a guardare l'orologio da parete, quello ricavato dal volante distrutto. Un'ombra mi attraversa lo sguardo e per un istante tradisco rabbia, serrando la mascella ed i pugni, i muscoli sintetici dei dorsi delle mani che si flettono spuntando dal rivestimento in pelle rovinato. 
Tradisco una rabbia profonda, ma è solo un secondo, poi mi riscuoto e torno ad ascoltare il russo come se nulla fosse.

Mi domando perché l'ho appeso lì. Risponderei che è per ridere in faccia alla morte. La realtà è che per me quel volante è un promemoria. Su cosa però, sono ancora indeciso.

Io invece mi picchietto il cuore «Se io invece sono ancora qui è solo grazie al mio istinto. Pianificare non fa per me. All'epoca uno dei miei superiori era solito ripetere che tutte le strategie, persino le migliori, vanno in pezzi al contatto con il nemico...» faccio spallucce «Quindi tanto vale non preoccuparsene. E poi sono sicuro che anche pianificando manderei tutto il piano a farsi fottere in tempo zero».

Alzo un sopracciglio nel vedere le sei pistole.
Combattere corpo a corpo con sei braccia è una cosa, la forza di cui dispone un braccio artificiale è tale che non serve coordinazione. O almeno non troppa. E con addestramento, come sembra esserne capace il russo, si può riuscire ad usarle anche per quello in modo decente.
Ma sparare è un'altra cosa. Per molti è già difficile sparare efficacemente con due pistole. Più di due è impossibile per un cervello umano, non pesantemente implantato. Senza un servo-processore di supporto per i calcoli ed un impianto neurale è impossibile. Ma in quel caso con un cervello con più del sessanta per cento sintetico sarebbe difficile definirlo umano.
In più non sono neanche armi intelligenti. Sono abbastanza sicuro che le altre quattro braccia sparerebbero a caso. L'unica alternativa potrebbe essere qualche chip innestato, ma sono molto cari e senza tutta la componente sintetica offrono solamente soluzioni statiche ed abbastanza inefficaci negli scontri a fuoco classici. 
Motivo per il quale tutti quelli che ho visto con arti extra erano per lo più patiti di armi bianche e simili.

Insomma, in un corpo a corpo avere il russo come alleato potrebbe rivelarsi un'ottima cosa. In uno scontro a fuoco non così tanto.

Non ho mai apprezzato le armi decorate. So che la mia vita è legata indissolubilmente a questi strumenti di morte ma questo non vuol dire che debba piacermi o che debbano piacermi. Certo l'azione ed il combattimento mi piacciono, non sono così ipocrita da negarlo. Non potrei vivere senza quella costante scarica di adrenalina. Ma non provo alcun piacere nell'uccidere. Anzi, ormai non provo quasi più nulla nell'uccidere. Le armi per me sono meri strumenti. Certo,  sempre strumenti da cui dipende la mia vita, motivo per il quale devono sempre essere tenuti al meglio e da cui non mi separo mai. Neanche quando dormo. 
Solo alla mia calibro quarantacinque sono affezionato, ma questa mi è stata regalata anni ed anni fa. Non fa testo, è un ricordo.

«Pure io dove sono nato, ogni tanto finivo a mangiare radici. Questo non vuole che debba mangiarle per il resto della mia vita...» faccio spallucce mentre vado alla scrivania, recupero un cellulare, scrivo un rapido messaggio e poi lo infilo in tasca.

«Cosa suggerisci quindi?»

@Zyl

Spoiler

Prendo un cellulare che uso esclusivamente per tenermi in contatto con Yohji e gli scrivo un messaggio. Immagino sia una linea sicuro/non tracciabile/qualcosa del genere.

«Yo, Yoghi. Come va? Che aria tira alla Morte Nera? Per caso hanno iniziato ad appendere in giro manifesti da ricercato con la mia faccia stampata sopra dalle tue parti?»

Gli scrivo in modo molto ironico di farmi sapere se ci sono taglie o simili sulla mia testa.

Che ore sono?

 

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Konstantin Povlov

lo osservo, non mi muovo troppo, non rifletto troppo, sto ben rilassato guardandolo pensare. Ti chiedi a che servono tutte queste pistole? Prima dello scontro le carico tutte, poi ne uso un paio alla volta, quando sono scariche le metto via e ne prendo altre due mentre mi metto a picchiare gente , scorticarla o tagliarla, è più comoda come cosa rispetto al solo sparare o al solo combattere. Metto una mano in tasca cercando un sigaro, non lo trovo. Ora, bisogna capire cosa sanno di te, ho un paio di contatti per ogni cosa quindi si può passare a cercare qualcuno di loro. E poi si spargono un po' di voci false, amici informatici? Controllo il libretto cercando un nome adatto alle domande che devo fargli.

Spoiler

Un paio di nomi che potrebbero essermi utili riguardo alle operazioni losche della biogen.

 

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