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Primissima esperienza D&D 3.5 - Mago


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Salve a tutti, mi presento, Sono Posco e sono un super inesperto giocatore di D&D 3.5 e attualmente sto giocando (da circa sei sette mesi) con un gruppo di giocatori altrettanto inesperti (tutti alla prima esperienza). Il nostro GM per fortuna ha (per ora) un enorme pazienza e ci sta svezzando un po alla volta inserendo e insegnandoci poco per volta tutte le regole di questo gioco. Per ora l'unico manuale di riferimento in uno e solamente il manuale del giocatore 3.5.

Fino a questo momento abbiamo appreso le tecniche super basilari di gioco senza troppi vincoli e sorvolando su molte regole, ma un po per volta stiamo iniziando a rendere il gioco piu complicato giocando appunto con quelle che sono le regole effettive del gioco.

Questa è pure la mia prima esperienza di gioco di ruolo di questo tipo, fino ad ora avevo solo giocato ai classici giochi da computer, ed anche questa volta (come nei giochi tradizionali da computer) ho fatto la mia solita (per certi versi infelice) scelta... Giocare da Mago.

Giocare da mago non è mai semplice e anche in D&D non sembra sia diverso ma sono testardo e voglio fare il mago, per ora stavo sperimentando incantesimi di un po tutte le scuole di magia anche se le avventure attuali non mi hanno dato modo di sperimentare tutto a 360 gradi. Il GM adesso pretende tuttavia che mi specializzi in una scuola e di conseguenza rinunciare tassativamente ad altre due.

Chiedo quindi il vostro aiuto, per un novellino alle primissime armi cosa potete consigliare? tenendo conto che ci è concesso eslusivamente il manuale giocatore e che le comunque le conoscenze dell'intero gruppo sono al momento molto scarse?

Grazie

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Principali partecipanti

Ciao!

Dunque: se non ricordo male, di base non dovrebbe essere obbligatoria una specializzazione: è forse qualcosa dovuto all'ambientazione? Qualcosa alla Krynn (Dragonlance)?

Se la risposta è sì, allora è probabile che la scelta della scuola in cui specializzarsi sia dettata anche da altr fattori, quali l'allineamento.

In ogni caso: che consiglio vorresti rispetto alle scuole? Intendi puntare all'ottimizzazione del personaggio o prediligi (anche) altri aspetti del gioco?

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Il mio GM esige una specializzazione in quanto ha in serbo delle ricompense particolari che saranno incentrate sulla specializzazione scelta, e poi sicuramente per qualche atri motivi che non ci sono ancora chiari. Queste prime avventure sono predisposte specialmente per farci apprendere tutte le dinamiche di gioco e per farci gradualmente entrare nell'ottica di gioco. Il mio allineamento è caotico neutrale e devo dire che mi calza molto bene sia per il mio stile di gioco sia per il mio personale carattere.... Vorrei risucire a comprendere quale specializzazione mi conviene intraprendere e di conseguenza a quali scuole rinunciare, vorrei incentrare un pg non prettamente sul danno fisico, ma sull'indebolimento nemici e sul modificare le condizioni di gioco per renderle piu favorevoli a me e al gruppo,

Da un primo sguardo agli incantesimi vorrei rinunciare ad ammaliamento e invocazione (la prima non rientra nel mio stile di gioco, la seconda è totalmente puntata sul danno fisco) e come specializzazione evocazione oppure necromanzia.

 

Il gruppo è cosi composto, Ranger, Barbaro, Mago (io), Monaca, Bardo, Chierico

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Il necromante è un buon debuffer, rinunciare ad ammaliamento con un bardo può avere senso, invocazione ha magie carine ma nel manuale base principalmente legate al danno diretto.
Alternativamente trasmutazione e abiurazione possono essere buone scelte per aiutare gli alleati.

MAI rinunciare a mio avviso a Illusione e Trasmutazione, hanno magie troppo utili e rinunciarvi sarebbe si possibile ma molto deleterio (invisibilità, per esempio).

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11 ore fa, Posco ha scritto:

Io ho pensato a questo.

Specializzazione in Evocazione, e rinuncia a Invocazione e Ammaliamento cosa dici?

Se vuoi puntare sull'indebolimento dei nemici, necromanzia è forse la più adatta.
Evocazione si presta di più al danno e al controllo del  terreno.

In un gruppo così a meno che ti impegni è difficile fare un PG che non sia più forte degli altri, quindi non devi preoccuparti a mio avviso di ottimizzare molto. Anzi forse ben venga indebolire i nemici in modo da non rubare la scena agli altri. Da questo punto di vista necromanzia ti aiuta avendo anche qualche save or die e incantesimo da danno per poter dare un contributo diretto al combattimento. 

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Tieni poi presente che essere un necromante non significa per forza resuscitare i morti e usarli come schiavi. Anzi, non significa nemmeno essere malvagio: parlane con il tuo Master in relazione all'ambientazione, potresti sviluppare il personaggio verso vie interessanti (per esempio un medico ossessionato da alcune malattie incurabili, che si è spinto allo studio dei cadaveri fino a valicare gli elementi della magia).

 

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Essendo agli inizi (un pivellino) secondo me non mi conviene specializzarmi in necromanzia, ha tanti buoni incantesimi ma per il momento non la vedo propriamente adatta.. Con evocazione invece mi lascio aperte piu possibilita (si tratta comqune di un incantesimo in piu di evocazione) necromanzia in ogni caso non ci rinuncio e conto di inserirne al bisogno di giorno in giorno per sperimentarli.

In ogni caso il nostro GM ci ha gia detto che sara un avventura relativamente breve (una quincina di incontri al massimo) per poi azzerare tutto e ripartire con nuovi pg e fare veramente sul serio con tutte le regole che piano piano stiamo inserendo adesso...

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11 ore fa, Posco ha scritto:

Essendo agli inizi (un pivellino) secondo me non mi conviene specializzarmi in necromanzia, ha tanti buoni incantesimi ma per il momento non la vedo propriamente adatta..

Scusa non capisco la connessione tra essere un novizio e specializzarsi in necromanzia, così come sapere (visto quanto appena detta) che non è adatta al tipo di PG che hai in mente quando tutti ti stanno dicendo il contrario.
Certo se non ti piace come scuola, è tutto un'altro paio di maniche.

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Infatti, non è una scuola particolarmente complessa. Specialmente con il singolo manuale che avete a disposizione; non hai accesso a combo di magie o incantesimi o talenti peculiari. 
Si presta ad uno stile di debuffing abbastanza semplice: dove un blaster mira e spara danni, tu miri e spari malus. 

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Il 4/7/2016 alle 22:32, Posco ha scritto:

Io ho pensato a questo.

Specializzazione in Evocazione, e rinuncia a Invocazione e Ammaliamento cosa dici?

Rinunciando alla gettonatissima ( e utile) palla di fuoco ? .

Visto che sei all'inizio e che ogni scelta comporta l'esclusione di incantesimi interessanti  ti consiglierei di puntare sull'idea del pg (così fai anche pratica con background e idea del pg ) . Come deve essere in ruolo il tuo pg?  

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La storia del personaggio l'ho gia creata, è stato un requisito del nostro master gia dalla secondo incontro, ha voltuo che inventassimo una storia, e se avrete la pazienza di leggerla ve la incollero di seguito a questo post.. Io non vorrei un pg incentrato solamente sul danno , ma un pg che riesce a cavarsela bene alterando le condizioni di gioco sfavorendo nemici e favorendo avversari. Evocazione è molto centrata sul danno fisico mentre invocazione (che preferiei) la vedo versatile specialmente fra qualche livello (sono al 3 adesso)

 

Ecco un copia incolla della mia storia inventata.

Cita

 

Mago ELFO FEGEO.

CAOTICO NEUTRALE

Fegeo di Elsik, Figlio di Diana e Antrax

I genitori di Fegeo erano al servizio della casata Elfica reale nelle terre di Elsik, il padre Antrax era primo comandante in carica nella guardia reale, mentre la madre era prima damigella di corte nonché consigliere personale della regina Asha

Fin da piccolo il padre ha tentato di istruire il figlio alle arti della guerra dovendosi sempre scontrare con la perenne inadeguatezza del figlio al combattimento, Fegeo prediligeva il dialogo al combattimento, con le sue parole riusciva sempre quasi sempre a convincere i suoi interlocutori, e riusciva nei suoi intenti senza l’ausilio della forza o della violenza, ben presto inizio a trarre vantaggio di questa sua innata capacità e riusciva a garantirsi quindi favori e grande rispetto a corte. Queste cose facevano imbestialire il padre che non perdeva occasione di punirlo e obbligarlo a continui e perenni combattimenti di allenamento che puntualmente finivano con la sconfitta del giovane Fegeo.

Diana, sua madre, fin da piccolo gli ripeteva che era speciale e che avrebbe avuto un grande futuro, e tentava in tutti i modi di proteggere suo figlio dal padre che ogni giorno diventava più esigente.

Per consolarlo quando era triste la madre gli raccontava vecchie storie di magia, di maghi e di stregoni, ed erano proprio queste le fiabe con le quali si addormentava la sera e che lo facevano seppur per poco tempo stare bene…. Tuttavia queste non erano solamente favole... ma Fegeo non solo sapeva ancora…

Diana infatti era figlia di Maghda (nonna di Fegeo) una potente maga uccisa con l’inganno da una banda di misteriosi assassini per rubarle il suo antico e potente Grimorio. Maghda fu uccisa prima che potesse trasmettere tutte le sue conoscenze alla figlia Diana che non poté mai quindi seguire le orme della madre.

Fegeo era affascinato dal mondo magico, non era raro infatti che da solo mentre nessuno guardava giocasse fantasticando su scontri con potenti stregoni, misteriosi e magici nemici ed avventure spericolate alla ricerca di oggetti incantati...

Fu proprio durante l’adolescenza che Diana, sua madre, comprendendo quale fosse la reale aspirazione del figlio e le sue reali potenzialità rivelò a Fegeo la storia di sua nonna, Fegeo non ne rimase molto sorpreso, in realtà era un cosa che inspiegabilmente si sentiva dentro già da tempo.

Dopo uno dei tanti scontri con suo padre Antrax dove Fegeo resta quasi in fin di vita la madre decide di inviarlo nella foresta di Elsik per farlo addestrare da un vecchio combattente di nome Seregon, il padre che ormai aveva perso ogni speranza nel figlio accettò non sapendo che in realtà Seregon oltre ad essere stato in passato un valoroso combattente era anche un discreto mago.

Il suo addestramento alla magia, all’insaputa del padre, ha cosi inizio.

Durante l’addestramento Fegeo diventa sempre più esperto nelle arti magiche, e la meditazione gli porta misteriosamente a ricordare qualche frammento d’immagine della morte di sua nonna Maghda, vede infatti che il capo di quei misteriosi assassini è un uomo alto con una cicatrice sul lato desto del viso, dopo queste visioni sempre confuse e poco chiare Fegeo e sempre più convito di voler vendicare la morte di sua nonna e spera un giorno di poter recuperare l’antico Grimorio di famiglia.

Passano gli anni e Seregon gli insegnò tutto quello che poteva, non moltissimo in realtà, ma quel che bastava a Fegeo per controllare al meglio le sue doti e per essere abile nel difendersi e nell’usare la magia, Un triste giorno tuttavia Seregon morì di vecchiaia, Fegeo, quindi, decise di ritornare a corte per riunirsi ai suoi genitori.

Purtroppo Fegeo non ebbe il bentornato che sperava, appena rientrato a palazzo il padre lo sfidò a duello, Fegeo cercò in tutti i modi di evitare lo scontro ma la situazione precaria di guerra in cui attualmente era il regno (una piccola guerra interna) lo costrinse a combattere (obbligato dallo stesso rè di Elsik in persona che lo voleva come capitano della prima divisione di soldati).

Il combattimento tra Fegeo e suo padre durò molto poco, Fegeo non voleva in alcun modo far sapere al padre le sue attitudini alla magia e purtroppo nel combattimento corpo a corpo su padre Antrax era molto più forte di lui; ben presto si ritrovò quindi al tappeto pieno di lividi e ormai alle strette, suo padre accecato dalla rabbia per gli anni di allenamento che sa suo dire non erano serviti per trasformato in un vero soldato si scaglia contro di lui con la spada in un attacco che ha tutta l’aria di essere fatale, preso alla sprovvista e un po’ dalla paura Fegeo lo respinge invocando una tremenda folata di vento che annerisce il cielo e che scaglia Antrax decine di metri più lontano.

Antrax che ormai aveva capito cosa era diventato suo figlio convinse il re del pericolo che suo figlio avrebbe potuto essere per il regno e lo fece rinchiudere nelle prigioni.

Per fortuna Fegeo aveva ancora dalla sua parte sua mamma Diana, che con l’aiuto della regina e di nascosto del rè deciderono e trovarono il modo per farlo scappare anche se sapevano che ormai il suo destino era segnato e che difficilmente avrebbe potuto ritornare a palazzo, dopo quindi un veloce e triste addio a sua madre Fegeo si incamminò verso il suo destino, non prima di aver promesso a sua madre che avrebbe fatto il possibile per vendicare sua nonna Maghda, recuperare il Grimorio di famiglia e magari un giorno di fare ritorno.

Da qui inizia l’avventura di Fegeo dove per qualche tempo viaggiando cerca di imparare quel che può e dove un giorno arriva a Nocasa dove trova un antica accademia, riesce diplomarsi con ottimi voti e trova dei singolari compagni di avventure e, anche se non condivide in pieno i loro intenti di ricchezza e potere, decide ugualmente di seguirli per raggiungere il suo scopo principale, quello di imparare il più possibile da ogni situazione e diventare sempre più potente superando i suoi limiti. Sperando un giorno di vendicare sua nonna, recuperare il Grimorio e magari tornare a casa….

 

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