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Caratterizzazione Personaggio Immortale


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Ecco che torno a proporre domande strane a questa community, lo trovo estremamente stimolante :)

Supponiamo un'ambientazione fantasy.
La storia va avanti da millenni con castelli, re e guerre a colpi di spade e asce; nel mondo c'è la magia, che ha subito varie evoluzioni però. Si parte da una situazione da mito antico, con profeti e armi dalle proprietà straordinarie, creature meravigliose ma niente maghi pirotecnici o evoca-fulmini e tutto funziona in modo fiabesco e si arriva ad una situazione in cui i maghi evocano fulmini e fiamme e possono fare un mucchio di altre belle cose. Badate bene, dalla situazione iniziale all'altra sono passati millenni.
Ecco che un individuo nasce in un luogo non meglio precisato nella prima situazione e vive i primi contatti tra gli umani e gli dei (formazione di culti, evoluzione della magia, passaggio per gli umani da società paleo/neolitiche a qualcosa tipo civiltà micenea per poi proseguire). In tutta questa faccenda, per una ragione che mi è ignota, e che mi aiuterete a chiarire, questo individuo - facciamo che è un essere umano per renderci più semplici le cose e per non farvi imbrogliare da 'gli elfi sono abituati a vivere anni x e si dedicano per natura a cose y e z...' non c'è quel tipo di elfi da queste parti - entra in contatto con un dio bizzarro, che, come gli altri, è alla ricerca di sacerdoti (non vi spiegherò nel dettaglio perché, per mia scelta), gli servono, non può fare tutto da solo e gli servono, e gli fa "un'offerta di lavoro".
Il nostro personaggio, che chiameremo Bob per comodità da adesso in poi, sarà il suo portavoce, principale talent scout, CEO per sempre nel posto dove vive. Dovrà occuparsi di reclutamento di nuovi individui e insegnamento di segreti e magie, sostanzialmente in vista di conflitti. E perché possa ricoprire questo ruolo diventerà un lich. Non perché c'è quello specifico rituale e fa al caso suo o perché la parola lich è figa (sì, per questo), ma perché semplicemente questo è il dono della divinità, così essa vuole i suoi sacerdoti, disumani e putrescenti.
La figura del lich in questione non è stata troppo rivista dal punto di vista dell'estetica, ma va chiarito che nelle sue apparizioni tra i mortali fa più giochini da lucifero che da lich, quindi niente puzza di cadavere o aure di terrore, avremo un figuro che gioca a travestirsi da quel che non è e offre patti alla gente.

Il problema qual è, che dopo svariati anni, dopo aver visto un mucchio di cose e complice il fatto che le divinità hanno lasciato il mondo un po' a se stesso (trama dell'ambientazione) e non hanno questi grandi rapporti neppure coi loro sacerdoti, Bob si è trovato da solo e senza uno scopo, con tutta l'eternità davanti, scheletrico e pieno di trucchetti magici.

  1. Cosa ha fatto Bob in tutti questi anni? (non nel dettaglio, tipo curriculum molto ridotto)
  2. Che cosa spinge Bob a continuare ad impegnarsi e non lo ha fatto entrare in uno stato di pseudosonno permanente in un continente sperduto?
  3. Perché Bob continua a vagare intorno alla società (o al più per gli Inferi) e non parte per un bel viaggio, se proprio deve restarsene in questo mondo, verso terre sconosciute? (la mappa è disegnata come una terra piatta, ma senza confini)

In sostanza ho creato questo personaggio, che nell'ambientazione è il Re dei Lich - proprio per la faccenda che ha parlato direttamente col capo ed è stato incaricato di formare il personale - e che mi serviva per inserire nell'ambientazione stessa un certo tipo di situazioni; ma poi volevo evitare di renderlo solo il solito tizio che va in giro ad evocare non-morti, infestare stati e uccidere persone. In sostanza volevo renderlo un personaggio con una caratterizzazione psicologica abbastanza profonda, e dunque mi sono chiesto, qual è la ragione per cui dona poteri alla gente, che cosa vuole ottenere dai patti con questo e quell'individuo? Il suo dio è via da tempo e non tornerà per punirlo, quindi cosa cerca?

N.B. Vuole l'anima non vale, o meglio vale entro certi limiti. L'anima in questa ambientazione è una sorta di Io filosofico, non puoi togliere l'anima a qualcuno perché staresti prendendo quel qualcuno da nessuno, sostanzialmente. Bob fa patti con le anime, non con qualcos'altro di non ben definito, e le anime offrono qualcosa che non è la propria sostanza da divorare a Bob, perché se le mangiasse non sarebbe necessario fare patti e concedere poteri, basterebbe mangiarle. Tra l'altro Bob non custodisce né gestisce nessun tipo di aldilà in cui schiavizzare anime in eterno, ammesso che l'ambientazione ne includa, non ho ancora deciso.

Grazie mille per i vostri contributi, come sempre :)

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La prima cosa che mi viene in mente, così di getto, è che Bob è rimasto affascinato dal mutamento della magia nel corso dei millenni. Magari per esseri inferiori e dalla vita breve pare non esserci stato nessun cambiamento, e le storie delle antiche magie dei tempi passati vengono considerate leggende. Ma Bob, il Re dei Lich, era lì quando la magia è nata e ne ha visto l'evoluzione, e vuole studiare questo fenomeno e magari, chissà, influenzarlo. Questo risponderebbe alla domanda 1 e 2. Quanto alla numero 3: non se ne va in giro perchè non ci sono garanzie che la magia di altri luoghi funzioni come quella che conosce lui. Studiare e analizzare il mutamento della magia in altri luoghi richiederebbe millenni di studio, partendo da zero e non dal punto d'origine della magia stessa. Non conviene. Meglio restare nel mondo conosciuto dove le leggi della magia gli sono note.

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5 ore fa, Shape ha scritto:

La prima cosa che mi viene in mente, così di getto, è che Bob è rimasto affascinato dal mutamento della magia nel corso dei millenni. Magari per esseri inferiori e dalla vita breve pare non esserci stato nessun cambiamento, e le storie delle antiche magie dei tempi passati vengono considerate leggende. Ma Bob, il Re dei Lich, era lì quando la magia è nata e ne ha visto l'evoluzione, e vuole studiare questo fenomeno e magari, chissà, influenzarlo. Questo risponderebbe alla domanda 1 e 2. Quanto alla numero 3: non se ne va in giro perchè non ci sono garanzie che la magia di altri luoghi funzioni come quella che conosce lui. Studiare e analizzare il mutamento della magia in altri luoghi richiederebbe millenni di studio, partendo da zero e non dal punto d'origine della magia stessa. Non conviene. Meglio restare nel mondo conosciuto dove le leggi della magia gli sono note.

Ah, spunto interessante in effetti. Era banale ma non ci ho assolutamente pensato.
Dopotutto si trattava soltanto di rivedere la classica storia del mago che cerca infinito tempo per ottenere la conoscenza completa, in una variante più attiva.

Dunque sarebbe stato talmente travolto e cambiato dalla magia da divenirne una sorta anche di custode, e, perché no, forse cerca di poter giungere a una trascensione o alla salvezza alla fine?

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Per come lo vedo io, il Re dei Lich cercherebbe di influenzare le leggi della magia a sua vantaggio.

Per esempio, nei Forgotten Realms, Mystra dovette cambiare le leggi della magia quanto Kartus, l'Arcimago Netherese, usò un incantesimo di 12° livello per diventare il nuovo Dio della Magia, fallendo in parte nell'obiettivo. Bob potrebbe provare a studiare la mutazione della magia per scoprire un modo per modificarla in modo da permettergli di diventare egli stesso una divinità o comunque un essere superiore, facendo più o meno l'inverso.

A questo scopo potrebbe effettuare qualsiasi manovra gli venga in mente. Non rubare seguaci alle altre divinità, perchè anche se hanno deciso di lasciare che il mondo andasse più o meno a caso, non vuol dire che non si incazzerebbero se gli rubi seguaci. Lo vedrei, piuttosto, a fare il "powerplayer" dell'universo, utilizzando i buchi nelle regole della magia per raggiungere un potere supremo. Non sarebbe male come idea.

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15 minuti fa, Shape ha scritto:

A questo scopo potrebbe effettuare qualsiasi manovra gli venga in mente. Non rubare seguaci alle altre divinità, perchè anche se hanno deciso di lasciare che il mondo andasse più o meno a caso, non vuol dire che non si incazzerebbero se gli rubi seguaci. Lo vedrei, piuttosto, a fare il "powerplayer" dell'universo, utilizzando i buchi nelle regole della magia per raggiungere un potere supremo. Non sarebbe male come idea.

Sì, come atteggiamento ci può stare.

Lo scopo finale però non mi convince.
Ha tutto il tempo del mondo e può fare di tutto, che obbiettivo gli è rimasto? Che vorrebbe dire per lui potere supremo e perché lo starebbe cercando?
Aspira a creare il suo mondo? A produrre la vita? È affetto da una sorta di complesso della creazione? Perché mai se è immortale?
Voglio dire, l'istinto umano a lasciare qualcosa, tutte le spinte a raggiungere degli scopi in che modo non si sono esauriti in tutti questi anni?

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Mi ricorda molto Flowey di Undertale. Un essere più o meno immortale con un mondo a disposizione con cui giocare. Flowey presto si stanca del giochino dopo aver provato a fare tutto( rendere tutti felici, rendere tutti infelici, ucciderli tutti, salvarli tutti etc...)
Alla fine l'unico scopo che gli rimane è cercare qualcuno che riesca a farlo fuori per prendere il suo posto.

Forse vuole diventare anch'egli una divinità suprema ed avere il suo bob che gli cerchi seguaci.

E' il complesso della divinità, onnipotente, ma una volta che hai fatto tutto subentra la noia.

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Il 21/6/2016 alle 02:27, Brillacciaio ha scritto:

Cosa ha fatto Bob in tutti questi anni? (non nel dettaglio, tipo curriculum molto ridotto)

Non lo sa, perché ha provato ad uccidersi talmente tante volte e in modi talmente articolati e oscuri (del resto, di magia ne sa parecchio) che, pur non riuscendo a farla finita (beh, è immortale), la sua anima è rimasta irrimediabilmente "spezzata". Ad ogni "morte" (ovvero: ad ogni tentativo più o meno fallito di farla finita), la sua anima è stata segnata da una cicatrice inguaribile; ad ogni risveglio, un altro pezzo della sua "essenza" originale è andato perduto e, suicidio dopo suicidio, dalla sua memoria è svanita ogni traccia del suo scopo originale. Non sa nulla di Bob né tanto meno del dio di cui è sacerdote e neppure ricorda alcunché delle anime che ha condannato con i suoi patti.

Il 21/6/2016 alle 02:27, Brillacciaio ha scritto:

Che cosa spinge Bob a continuare ad impegnarsi e non lo ha fatto entrare in uno stato di pseudosonno permanente in un continente sperduto?

Niente, infatti ha provato a farla finita più e più volte, fino a dimenticare il perché della propria "condanna".

Ora, quando si risveglia, non ha alcuna memoria del passato di Bob o delle sue vite precedenti. Si risveglia senza alcun ricordo e cerca in ogni modo di scoprire qualcosa sul suo passato, finché in qualche modo non finisce ammazzato (del resto, per un mendicante senza memoria, la morta arriva in fretta per mano di una guardia o di un ubriaco). A quel punto, scopre di essere immortale (la morte "comune" non è abbastanza per fargli perdere la memoria) e comincia la vera ricerca sul suo passato. Probabilmente entra in contatto con alcuni degli uomini con cui ha stretto dei patti (nelle vite precedenti, sapendo di poter fallire nel tentativo di suicidarsi, ha fatto in modo di lasciare degli indizi per il sé futuro... perché non farlo con il suo potere più grande?), che in qualche modo lo aiutano (o non lo aiutano, visto che potrebbero anche odiarlo per il destino a cui li ha condannati) a scoprire informazioni sul suo passato (nessuno però sa aiutarlo in modo risolutivo, o perché gli uomini comuni non sono in grado di comprendere a pieno la vicenda, o perché lui stesso non gli ha spiegato ogni cosa in modo chiaro e preciso per timore di una ritorsione che potrebbe condannarlo a qualcosa di ancora peggiore della vita eterna).

Finché, alla fine, non riesce a tornare al suo potere originale, cercando ancora una volta di farla finita. E risvegliandosi ancora una volta privo di memoria.

Il 21/6/2016 alle 02:27, Brillacciaio ha scritto:

Perché Bob continua a vagare intorno alla società (o al più per gli Inferi) e non parte per un bel viaggio, se proprio deve restarsene in questo mondo, verso terre sconosciute? (la mappa è disegnata come una terra piatta, ma senza confini)

Lì si risveglia e lì lo trattengono gli indizi che si è lasciato nelle vite precedenti. A tutti gli effetti, ad ogni rinascita la sua "durata di vita" è come quella di un uomo normale: non ha motivo per allontanarsi.

Mh, mi sa che reinstallo Torment.

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8 ore fa, Huriel ha scritto:

E' il complesso della divinità, onnipotente, ma una volta che hai fatto tutto subentra la noia.

Esatto, e di fatto non ha persino nessuna ragione di voler diventare un dio.

 

2 ore fa, Nathaniel Joseph Claw ha scritto:

Lì si risveglia e lì lo trattengono gli indizi che si è lasciato nelle vite precedenti. A tutti gli effetti, ad ogni rinascita la sua "durata di vita" è come quella di un uomo normale: non ha motivo per allontanarsi.

L'idea del vivere per morire mi era già passata per la testa, ma lo stratagemma del non ricordare era quello che mi mancava: indipendentemente dal fatto che si seguano o meno le sue vicende è un modo semplice di dargli un obiettivo a ogni "rinascita".
Penso che terrò l'idea in qualche forma, grazie :)

 

Il 21/6/2016 alle 19:18, Ji ji ha scritto:

Gli dei sono vecchi e inutili. L'universo ha bisogno di un nuovo dio onnipotente che garantisca ordine ed equità.

Bob.

Armiamolo di fucile a pompa interplanare e giubbotto di pelle umana e portiamo ordine nel caos ahahaha
Se non mi creasse altri quattro o cinque problemi di ambientazione grandi più di questo lo farei anche ;)

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Se ti interessa anche uno spunto sulla mentalità o il modo i pensare di un personaggio ormai immortale da secoli, potresti ispirarti anche a Dr Manatthan o ad esempio a Hob Gadling in the Sandman, che è appunto un uomo a quale intorno al periodo medievale è stata negata la morte, divenendo imortale, fin quando ovviamente non arriverà a decidere di volerla.

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