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La Mano Rossa ha vinto... per ora!


Zaorn

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Hayden Harkness

"Beh allora credo che sia deciso. Oltretutto se colpissimo così duramente le loro risorse, credo che l'esplorazione ne gioverà assai. Meno demoni in giro per raccogliere schiavi significa meno probabilità di affrontarli, meno persone da strappare dalle loro grinfie e possibile abbandono di zone presidiate per mancanza di manodopera... In teoria, almeno." ribatto piuttosto fiducioso della mia previsione. "Così si dovrebbe comportare un esercito di questo mondo... Non so con certezza quali e quante frecce questi demoni hanno al loro arco..." penso durante la breve pausa che segue le mie parole, leggermente accigliato.

Poi riprendo. "Per quanto riguarda una seconda spedizione, sarebbe perfetto! Potremmo coprire una superficie maggiore e colpire in più punti, così da non dargli il tempo di riorganizzarsi!" commento, infine, felice della buona notizia.

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Figliuoli, ponderate però bene la strada da fare, se scoprissero la direzione dalla quale proveniamo potrebbero essere dolori, qualora ci scoprissero.

Ricordate che Red Rock rimane uno degli insediamenti più piccoli della valle.

Inoltre mi pare strano vi sia qualcosa a Rhest...

Vi conviene quasi passare dalle Endless plains, luogo inospitale, ma privo di nebbie e dall'influsso dei demoni, a questo punto. I giorni di cammino saranno almeno 7 o 8, inutile dirvi che se fallirete sarà tempo andato perduto.

Avranno forse spostato le coltivazioni là? Ma meglio una palude o una pianura nebbiosa?

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Torann 

Le risposte del chierico davano da pensare. Non sappiamo come si coltivi questa droga, potrebbe essere che sia il fiore di una pianta paludosa. Oppure potrebbe essere che il rituale abbia cambiato la conformazione del terreno. In ogni caso sono ancora convinto che fermare la produzione della droga sia il nostro obiettivo primario. Il secondo gruppo dovrà occuparsi di fermare le operazioni in corso. 

 

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Lynrainn Shalandra

"Vado controcorrente", interviene Lynrainn. "Non credo siamo noi i più adatti ad un tipo di spedizione del genere... E vi spiego perchè.

Non abbiamo competenze particolari per l'eplorazione di zone selvagge ignote, abbiamo conoscenze erboristiche limitate e, perdonatemi Belor e Hayden, ma anche parzialmente Torann... non siamo particolarmente furtivi! Lo abbiamo già visto, quando si tratta di avanzare di soppiatto, ci dividiamo i compiti io e Khorgar.

Questo, normalmente, non sarebbe un problema... È così che opera un gruppo in infiltrazione. Ma se ci imbarchiamo in una missione 'trova e distruggi', molto ben focalizzata... Non so, mi sembra ci vogliano competenze specifiche. Boh, io la vedo così.

D'altra parte, a me non dispiacerebbe percorrere a ritroso la strada che abbiamo appena fatto e prendere alle spalle chiunque sia arrivato a Red Rock negli ultimi giorni. La via delle montagne non lascia tracce e potremmo poi riprendere l'avanzata di Elsir Vale da lì.

Certo, c'è un forte elemento di rischio anche qui, qualora abbiano pesantemente rafforzato la guarnigione, ma bisogna vedere quanto tempo e risorse sono stati in grado di impiegarvi...".

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Hayden Harkness

"Certo mondare la minaccia a Red Rock sarebbe utile, visto che sono pericolosamente vicini al villaggio e probabilmente stanno già pattugliando nei dintorni per capire come abbiamo fatto a sgomberare l'insediamento così rapidamente." ragiono, soffermandomi sull'obiezione di Lyn. "È anche vero che le piante non si muovono da sole, o quasi... Non queste, credo... Quindi si potrebbe risolvere il problema di Red Rock e poi dirigerci alla piantagione... Comunque temo che dovremo servirci della furtività, se non vogliamo ripetere brutti episodi." continuo, sospirando.

"Dunque le cose sono due: occuparci Red Rock e Rhest, oppure liberare Red Rock e procedere verso Elsir Vale... Se siamo coperti da un secondo contingente, inviarlo verso l'obbiettivo opposto." concludo, aspettando il verdetto della maggioranza.

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Khorgar

Ascolto in silenzio le proposte di tutti. La cosa principale, almeno per adesso, e' mantenere le loro case e la loro gente al sicuro. Attrarre i demoni su di loro sarebbe una condanna per tutti e la fine delle loro speranze. Io sono per tornare a Red Rock , vedere come si e' evoluta la situazione e ripulire la zona da quella feccia. Dopodiche' ci occuperemo della sbobba e della pianta che lo produce. La presenza di demoni cosi' vicini al villaggio e' una spada di damocle che non possiamo ignorare.

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Torann

Beh, la nostra bella barda non ha tutti i torti. Forse potrebbe essere meglio inviare un secondo gruppo più furtivo alla ricerca e distruzione della spezia della sbobba. Noi possiamo tornare a Red Rock visto che la conosciamo e riprendere da li la nostra ricerca di superstiti e di alleati.

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Se questa è la vostra scelta, così sia, buona fortuna, ragazzi!

Dice il sacerdote benedicendo i ragazzi.

La riunione prosegue per decidere come andare avanti.

Spoiler

Chi vuole può continuare a giocare il flash back qui con i nuovi compagni che verranno introdotti in questo thread, il gioco prosegue al link sotto 3 giorni dopo.

 

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Hayden Harkness

Dopo aver deciso insieme ai compagni e al sacerdote la prossima mossa della compagnia, si dirige presso il fabbro del villaggio. Con una parte del Mithral sottratto ai demoni, decise che sarebbe stato opportuno rinforzare gli armamenti in vista della prossima spedizione. Così decise di lasciare la sua fidata corazza, parecchio ammaccata dal viaggio precedente affinchè il fabbro la temprasse nuovamente con il nuovo metallo, con la speranza di renderlo più duraturo in vista della prossima missione.

Egli sapeva che sarebbe passato ancor più tempo prima di rivedere nuovamente la civiltà, così decise di passare a trovare il suo maestro. In cerca di consiglio e forse anche di qualche rincuorante parola, decise di fare tappa alla chiesa che ospita il santuario di Torm, casa e ritrovo per lui ed i suoi confratelli.

Di tutta fretta, spalancando il grosso portone, fece un cenno di saluto qua e la ai suoi fratelli prima di dirigersi alla sacrestia dove si trova l'ufficio e il dormitorio del suo superiore. Dopo aver bussato, aspettò che venisse invitato ad entrare. Accordato il permesso, esordisco con un profondo inchino con tanto di saluto di riverenza. "Maestro. Sono venuto a fare rapporto, ma soprattutto in cerca del suo consiglio in vista del mio prossimo viaggio. Sicuramente Vi sarà arrivata voce riguardo alla spedizione appena conclusa, perciò eccomi qui a cercare nuovamente la Vostra guida ancora una volta. Poichè dubbi e incertezze mi assalgono e molte cose mi sono ancora dannatamente oscure." Concludo mentre, solo ora, recupero la posizione eretta.

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Khorgar

Ricevuta la benedizione del sacerdote, decise andare a far rifornimento di alchol per le sue borracce. Poi passo' il tempo prima della partenza in meditazione e in esercizio, per affinare la sua disciplina e la sua tecnica.

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Torann

Finito il colloquio con il sacerdote Torann si recò a far visita ai genitori per passare un po' di tempo con loro prima della partenza. Raccontò con dovizia di particolari e con qualche abbellimento puramente scenografico quello che era successe. La madre era in una giornata buona e ascoltò con attenzione e apprensione il racconto del giovane. Il padre era orgoglioso e un po' invidioso per quanto erano riusciti a fare i ragazzi, ma il rapporto tra orgoglio e invidia era sbilanciato decisamente verso il primo sentimento.

Dopo aver passato del tempo con i suoi Torann decise che era di far valere la nuova fama nel villaggio. C'erano altre persone a cui interessava sentire la storia di quanto era successo. Si recò quindi alla taverna a farsi offrire da bere in cambio di una epica narrazione. Per poi passare a raccontare in maniera privata e ben più intima quanto era successo ad una sua conoscenza. Una conoscenza molto carina e provocante...

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Frank "Zappatore" Brody

L'uomo aveva ascoltato stando nell'ombra in disparte i ragazzi e il sacerdote che parlavano e decidevano cosa fare. Non che gli importasse veramente quello che avrebbero deciso, però ad ascoltare per conto suo non doveva aspettare che qualcuno gli riferisse le decisioni prese. Anche se non lo avrebbe ammesso andare a Rhest gli aveva procurato un brivido di piacere. Distruggere la droga che lo aveva tenuto schiavo e idiota per vent'anni sarebbe stata una forma di liberazione. Prima di andare a preparare le sue bombe ed il resto dell'attrezzatura si concesse un attimo per pensare a quello che era successo negli ultimi giorni, i primi che riusciva a ricordare dopo tanto tempo...

All'inizio erano solo facce sfocate. Dovevano essere nitide al tempo, ma nel ricordo erano sfocate. Adesso sa che erano quelle dei ragazzi che li avevano salvati, ma 5 giorni fa erano solo dei carcerieri diversi. Strani, più rosa del solito e meno ringhianti. Si ricorda che trovava divertente il carceriere basso, anche se non sapeva perché. Ricorda a malapena il viaggio sulle montagne, riesce a fatica a raggiungere i ricordi in mezzo alle nebbie provocate dalla droga e dalla malvagità in cui erano immersi. Adesso sa che ha cominciato a ricordare grazie alle pozioni che sono state messe nel loro cibo a Red Rock. Ma ci sono voluti comunque dei giorni e ulteriori cure perché il suo cervello tornasse a funzionare nuovamente come un tempo. Dopo i diversi giorni di cammino da Red Rock al villaggio dove erano adesso aveva riacquistato abbastanza di se da ricordare quello che era veramente importante per lui: Thessa. Sua moglie. L'unica donna che lui avesse mai amato e che avesse amato lui. Come il viso di lei gli era tornato alla mente aveva subito cominciato a cercarla e a chiedere di lei. Purtroppo era ancora troppo confuso e stordito per riuscire ad articolare i pensieri nel modo corretto, figurarsi per esprimerli coerentemente ad un gruppo di sconosciuti. Il primo tentativo si era concluso con i ragazzi che l'avevano scambiato per un attacco e lo avevano tramortito. Ricorda a malapena il nano che diventa una scia indistinta prima che tutto diventasse nero. Gli hanno raccontato poi che è stato solo per l'intervento di Belor che non l'hanno abbandonato sui monti, fortunatamente l'uomo sapeva cosa stava provando e ha interceduto per lui. Il secondo tentativo di comunicare non era andato molto meglio, solo molta frustrazione da entrambe le parti. Sembrava quasi che parlassero due lingue diverse anche se era sempre la stessa. Decise quindi di cercarla da se prima di fare un terzo tentativo. Ma purtroppo non riuscì a trovare la moglie da nessuna parte. Quando riuscì finalmente a esprimersi in maniera coerente e intellegibile gli dissero di non aver visto nessuna donna che potesse corrispondere a Thessa al villaggio. Anche se tanto tempo era passato la sua chioma rossa e la voglia che aveva su una guancia non potevano essere cambiate. Se non l'avevano vista significava che non c'era. Dopo vent'anni in mano ai demoni era più probabile che fosse morte piuttosto che viva. Le sue speranze di trovarla era molto poche, non era mai stato un uomo ottimista prima, adesso gli sembrava che tutto il mondo fosse sull'orlo del precipizio. Ma in ogni caso era deciso a esplorare l'intera valle per trovarla e a far saltare in aria tutti i demoni che avesse potuto. Erano passati più di vent'anni da quando aveva lasciato l'esercito, ancora ragazzo ma già un veterano, per mettere su famiglia. Sfortunatamente, o fortunatamente, non li ricordava. Ricordava invece benissimo quando fabbricava bombe per i genieri dell'esercito. La famigerata compagnia degli zappatori, da cui aveva preso il soprannome con cui lo chiamavano al villaggio. Aveva promesso a Thessa niente più bombe, ma lei non c'era più. In compenso c'erano tanti, troppi, dei demoni che li avevano privati di una vita assieme.

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Hayden Harkness

Alle parole del maestro, il mio volto si fa più cupo. "La mia fede non ha mai vacillato, almeno credo. Però quello che ho visto mi ha dato molto da pensare... In primis la poca fiducia nei confronti del nostro operato, l'essere visto come un predicatore da strapazzo mi infastidisce non poco, oltre alla poca considerazione della causa a cui sono votato. E l'assenza di rispetto verso gli Dèi... Certo, per un individuo comune, l'opera divina gli è invisibile o non se ne cura, anche se onestamente nemmeno io riesco sempre a scorgerla. Tuttavia, mi domando se davvero gli Dèi hanno rivolto il loro sguardo altrove a causa della mancanza di fede oppure se c'è qualche altra ragione e siamo noi, i loro tramiti, a doverci fare carico di tutto... E poi la presenza di quei mostri, che avvelenano qualunque cosa con cui entrano in contatto. Quelle persone ridotte a bestie, che non sapevo se liberare o meno." rispondo, portando avanti quello che sembra quasi un monologo.

"In realtà ciò che veramente mi turba è: sto davvero perseguendo la retta via? Perchè più ci penso e meno ne sono sicuro. Più che la mia fede, mi preoccupano i precetti. Non sono mai sicuro di seguirli nella maniera giusta. Questo è ciò che mi tormenta da parecchi giorni ormai." concludo, rimanendo in silenzio, fissando con sguardo vuoto un punto indefinito nella stanza.

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Lynrainn Shalandra

Lynrainn si congedò dal sacerdote con una certa fretta. Era stanca, sporca, affaticata. Voleva concedersi qualcosa. Qualcosa di suo, di propriamente suo.

Ma prima... Vide Hayden recarsi dal fabbro: sapeva che il senso del dovere del religioso lo spingeva sempre a considerare tutti gli obblighi e le necessità, nonchè le opportunità per migliorarsi, come una priorità. Lo seguì pigramente, lasciando che parlasse con l'artigiano. Poi, attendendo sulla soglia, lo salutò, mentre l'inquisitore si recava altrove. Lyn quindi si fece largo nella penombra attraversata da bagliori dell'officina, per andare a trattare col fabbro. Aveva bisogno di capire se quegli fosse realmente in grado di lavorare un metallo speciale come il mithral che avevano recuperato... raccomandandosi, nel caso, che lo impiegasse a dovere. Avevano bisogno di tutti gli aiuti possibili e, nel caso di specie, essere rivestiti di una corazza di quel metallo sarebbe stato un vantaggio non da poco. Sicuramente anche per Hayden e Belor, ma in primo luogo per lei stessa. Gli altri due potevano comunque permettersi di andarsene in giro belli corazzati... ma lei no. Il metallo tradizionale la ingombrava, la appesantiva... e se ci fosse stato modo di avere ancora più protezione, sarebbe stato l'ideale. Ma non era certa delle reali capacità del mastro artigiano. Sperò che bastassero.

Svolta questa pratica, decise che era finalmente ora di tornare ad essere la vera Lyn. Frugò nel borsello, dove aveva riposto la chiave, che aveva temporaneamente affidato al sacerdote, e rientrò in casa. Aprì gli scuri e lasciò che l'aria, fresca e piacevole, inondasse gli ambienti. Ballava e canticchiava, mentre raccoglieva ciò che le serviva: il pettine d'argento della madre, gli spilloni cesellati che erano quasi uno strumento di scena, le vesti in seta, stratificate, che usava per danzare quando era in vena di dare vero spettacolo, un molto più anonimo abito da lavoro, le cavigliere ed i bracciali di oro zecchino, tempestati di gemme, che riservava per le occasioni speciali. Mise il tutto dentro una sacca, poi cercò anche una saponetta di lavanda, un grezzo telo di lino, una piccola fiala di profumo floreale, la sua preziosa scatola dei trucchi. Uscì e, senza farsi vedere, si recò alla fonte fuori dal villaggio, dove era solita andare a bagnarsi... cosa che fece puntualmente, concedendosi un lungo, piacevole ristoro: lasciò che l'acqua la purificasse, lavando via lo sporco materiale e mentale, rinnovando la sua pelle di quel colore tanto particolare, a metà tra il pallore surreale degli Elfi e l'incarnato eburneo degli uomini del Sud, spolverato di riflessi indefinibili. Si pulì la lunga chioma con vigore e la spazzolò dolcemente, senza fretta, lasciandola a mollo nell'acqua per dieci, lunghi minuti, i capelli che si spargevano liberi sulla superficie come ninfee d'oro e d'argento.

Ancora più pigramente uscì, si asciugò e si rivestì, misurando al dettaglio il modo in cui gli abiti di scena cascavano sulle sue forme. Nuovamente, poi, prestò particolare cura ai capelli, che strizzò nel telo, tornò a pettinare, fece asciugare al tiepido sole ed infine acconciò sapientemente, usando la superficie dell'acqua come uno specchio: scelse, dopo svariate prove, uno stretto chignon,, tenuto fermo da un legaccio nascosto e puntellato da tre spilloni, intrecciati tra di loro. Col volto ormai completamente scoperto, prestò ancora maggiore attenzione al trucco. Aveva poche armi al suo attivo, sotto quel profilo, ma le usò con invidiabile efficacia: nascose le inevitabili occhiaie dietro un ombretto violaceo, che metteva in risalto il contrasto dei suoi occhi; colorò appena le gote, bagnò le labbra di colore ed evidenziò le sottili sopracciglia, andando a finire il tutto disegnando un elaborato arabesco ai lati degli occhi.

Soddisfatta, si rimirò una manciata di minuti, lasciando libertà al suo sempre malcelato narcisismo; d'altronde, erano trascorsi troppi giorni dall'ultima volta in cui si era potuta permettere tali concessioni. Annuì, si asperse collo e polsi di profumo, poi provvide ad imprigionare i polsini ed i bordi delle vesti coi gioielli; infine, nascose il tutto sotto l'anonimo tabarro. Inebriata dal senso dell'attesa, prese la via del ritorno. L'ora era quella giusta; si avviò, misurata, alla locanda, il volto messo in ombra dal cappuccio. Si sedette ed attese, studiando l'ambiente e le persone, cogliendo scampoli di discorsi, attimi di vita, riflessi di immagini, brezze di odori. Attese che la sala si fosse riempita. Sorrise maliziosa, vedendo Torann già intento nella sua attività preferita, quando non era occupato a scatenare arcani. Contò le teste: erano abbastanza.

Iniziò a far vibrare una bassa nota rombante in gola, finché il vociare non fu terminato, poi scivolò sul palco, simile ad un'ombra. Continuando a cantare quell'interminabile nota, fece una piroetta, un inchino, poi un salto mortale, liberandosi del cappuccio, atterrando su una gamba, per slanciarsi in una nuova acrobazia, che terminò gettando all'aria il tabarro. 

Nuovamente padrona del suo destino e delle sue passioni, Lynrainn danzò a lungo, trascinata in una danza selvaggia dalla sua stessa voce, che intonava, all'insaputa di tutti, un antico peana di morte degli elfi, trasformato per l'occasione in una celebrazione della vita.

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Kayle

Il mal di testa era ancora molto forte, ma almeno adesso poteva ragionare.
Tutti i ricordi della sua famiglia e dei suoi vecchi averi erano ormai molto sbiaditi, quasi cancellati.
In mezzo a quella confusione solo due nomi erano sopravvissuti: il suo, Kayle, e Urea, ma quest'ultimo ancora stentava a ricordarsi a cosa si riferisse. 
La prima cosa che decise di fare era quella di incontrare almeno uno dei suoi salvatori e andarli a ringraziare di persona.
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Spoiler

Fra tutti i giocatori ho scelto Lynrainn perché mi sembra di capire che Hayden adesso sia occupato e che Torann abbia cambiato p.g.


 

L'esibizione della druida mi colpì, sembrava molto devota a quella danza. Devota...  questa parola mi ricorda qualcosa.
Alla fine dell'esibizione mi avvicino a Lynrainn

Spoiler

Vedi avvicinarsi a te una donna dall'aspetto molto giovane, anche se qualche ruga sotto gli occhi smaschera la sua età.
Al momento è vestita da abiti molto semplici e contadini, ha occhi verdi e capelli rossi.
Ciò che ti colpisce di più è la sua muscolatura, tipica di un guerriero, e anche la sua camminata sembra rispecchiare questa definizione.

Tu sei Lyanrainn vero? Grazie mille per l'aiuto che hai dato alla mia liberazione! 
Liberazione...
Porto rapidamente una mano alla testa, e con l'altra cerco di reggermi scusami, ho ancora un po' di mal di testa e non capisco bene quello che succede attorno a me
Sapresti per caso dirmi dove posso rimediare una buona armatura? Al momento ho solo questi...
disse toccandosi l'abito. 
 

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Figliuolo... dice il vecchio chierico ad Hayden ...come tu stai combattendo per un dio contro dei malvagi, allo stesso modo il potere di Tiamat è grande ed è difficile da contrastare.

E comunque, nel nostro villaggio, siamo una minoranza, fedeli a Torm.

Ho seguito forse bene io i precetti restando seduto qui per 20 anni?

Ogni uomo ha in mano il suo destino e tu hai dimostrato di esserlo, anche se puoi aver sbagliato alcune volte, ma ti trovavi a far scelte difficili in un posto ancora più difficile.

C'è sempre un male minore di fronte a te, dovrai ancora scegliere se salvare qualcuno o salvare altri.

Oggi sei qui e hai dato una vita a 83 persone, potresti averne fatte ammazzare altre, ma appunto, non sei dio e se non può lui potrai non riuscirci nemmeno tu.

Prometto che tornerai e quando ci rivedremo troverai un'armatura nuova ad attenderti.

E' ora di tornare quello che ero, grazie a te, è ora di riprenderci il nostro destino.

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Hayden Harkness

Mi commuovo leggermente alle parole del mio maestro. Era da molto ormai che non trovavo pace per alcune scelte che dovetti compiere. Mascherando la lacrima come un semplice prurito, mi prostro nuovamente in un inchino. "Grazie per le Vostre parole, Maestro. Farò del mio meglio per non deludere Voi, i nostri fratelli e Torm in persona. E che Il Giusto mi sia testimone, intendo tener fede a questa promessa fino all'ultimo respiro." pronuncio il giuramento con voce tonante, per poi ritrarmi dalla riverenza. "Con il Vostro permesso, mi congedo. Devo prepararmi al prossimo viaggio."

Lasciai quindi la mia casa, ma non prima di essermi rassettato per bene, rilassato da un bel bagno caldo e dopo essermi portato dietro un libro recante orazioni e inni al Giusto. Fatto ciò, mi dirigo alla locanda per trovare un po' di svago prima della prossima meta, festeggiando la vittoria conseguita con i miei compagni.

Spoiler

Non mi ricordo più quante monete abbiamo trovato nel/nei Loot. Perchè se ho abbastanza soldi facevo qualche acquisto, risparmiandoti contrattazioni non necessarie. E oltretutto mi servirebbero i dati della Fascia della Saggezza +X

 

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Roll

Roll era fuori dal villaggio, quando gli eroi tornarono: doveva finire l'addestramento di un cane per la caccia e per farlo necessitava di spazi aperti e tranquillità e il villaggio, con i bambini che giocano per la strada, i mercanti, i cavalli, ecc., non era proprio il luogo ideale per un'attività del genere. Quando rientrò percepì l'euforia che era nell'aria, la fucina del fabbro non era mai stata così attiva e un blocco di strano materiale che non aveva mai visto era depositato proprio fuori dalla sua bottega... qualcosa era successo. "Speriamo abbia completato il mio ordine" pensava vedendo la mole di lavoro che avrebbe dovuto affrontare ora il fabbro per lavorare tutto quel materiale. Quando arrivò in prossimità della piazza del villaggio, il suo compagno animale, un roc che lo seguiva sempre, prese il volo per anticiparlo e andarsi a posare sopra uno dei tetti. Col cane che camminava al suo fianco, Roll si presentò dal capo villaggio. "Il cane è addestrato, ora potete portarlo a caccia senza che si mangi tutte le vostre prede o che ve le faccia scappare". Roll era un po' stufo di quella vita, addestrare animali gli piaceva, ma cominciava ad essere un po' poco per lui, voleva provare qualcos'altro.

Descrizione

Spoiler

Roll è un uomo alto più di un metro 90 ed ha un peso che si agira sui 100 Kg (tutti di muscoli). Porta lunghi capelli neri sciolti, ha gli occhi castani e indossa una "gonna" di pelle marrone sorretta da una cintura, stivali di cuoio neri, e un gilet di pelle marrone aperto sul davanti. Tiene una spada lunga lunga sul fianco sinistro ed una frusta appesa al destro.
http://img11.deviantart.net/f93c/i/2008/284/c/9/barbarian_by_clefchan.jpg

Quindi si rivolse agli eroi che erano tornati, ora capiva il motivo di tanta euforia "bentornati, è andato tutto liscio?" chiese senza sapere degli schiavi che erano stati liberati "aveta dato una bella lezione al male?" Il suo sorriso era sincero, nonostante proavasse un po' d'invidia per i "prescelti", lui li ammiarava molto.

 

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