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(RAVENLOFT) Domanda da DM sulla gestione dei PG


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Ciao a tutti, non so neanche se il prefix è adatto..

Noi giochiamo su ravenloft.

Dunque il mio dilemma è questo: a volte mi sono trovato a dover affrontare scelte difficili nelle quali ho preso decisioni che poi anche sul moimento non mi sembravano molto coerenti solo per la sopravvivenza e il proseguimento della campagna(lo so, è sbagliato).

 

Faccio un esempio: Uno dei miei giocatori (paladino umano, ovviamente LB) ha tentato di curare un'umano, sospettando che fosse infettato da licantropia, con la belladonna... A parte che la belladonna è una pianta velenosa per noi umani, casualmente era anche il reagente a cui è solitamente (perchè ci sono eccezioni) vulnerabile quel tipo particolare di licantropo nella nostra ambientazione. L'umano aveva contratto la licantropia in seguito ad un attacco avvenuto poco prima, e in seguito alla somministrazione dell'impiastro da parte del paladino è morto tra atroci sofferenze davanti ai suoi occhi. Ora, le intenzioni erano buone, e il personaggio non poteva sapere esattamente cosa poteva causare la sua azione, in'oltre è credenza comune che la belladonna "curi" la licantropia... D'altro canto ha ucciso un NPC, per altro in pieno giorno e appena dentro le mura cittadine.  come dovrei comportarmi riguardo al suo allineamento? al suo voto?
Ovviamente in seguito alla scena ho fatto arrivare le guardie che si sono messe a fare domande su come è perchè quest'uomo fosse stato avvelenato e il paladino chiaramente ha risposto onestamente in buona fede. Il paladino fa anche parte delle guardie cittadine, perciò non è stato arrestato ma è stato richiamato per fare rapporto sull'accaduto, e la cosa si è esaurita li, ma sia sul momento, sia ora mi è sembrata una cosa forzata solo per non mettere nei guai il paladino (guai che in realtà neanche io avrei saputo bene come fare evolvere - se avete consigli al riguardo attendo).. voi come avreste proceduto e cosa sarebbe accaduto per un evento simile?

 

Altro esempio: Ho un orog guerriero che ha un temperamento alquanto irascibile e poco avvezzo alle buone maniere. Spesso si ficca in qualche guaio, e fa uso della violenza e della forza per cavarsene fuori. Il problema è che con la scheda che ha e le sue statistiche, benchè sia di livello 2 tiene tranquillamente testa a qualche guardia e se mi si mette a fare a fette le guardie cittadine non so bene cosa fare succedere... 

Consigliatemi come procedere nel caso avvengano questo tipo di cose e cosa fare accadere. Un pg non dovrebbe andarsene in giro a falciare gente così... 

Non sono il tipo che lo fa uccidere ma se si mettesse ad attaccare le guardie probabilmente a rigor di logica è così che dovrebbe finire, ma d'altro canto il giocatore sta recitando il suo persnaggio Orog, abituato a vivere in una società in cui la forza delinea il tuo rango e i saccheggi sono all'ordine del giorno..

 

TLDR: Io mi trovo difficoltà ogni volta che devo "punire"(per fargli capire che non può fare come vuole) un personaggio per qualcosa, in quanto non so mai cosa fare accadere al suddetto personaggio, e dovrebbe essere qualcosa che ha ripercussioni per un po' di tempo in modo che il personaggio sia scoraggiato nel effettuare un'azione come quella ogni volta (uccidere guardie, rubare, etc) . 

Se avete esempi di eventi simili da riportarmi e di come voi li avete gestiti mi farebbe altrettanto piacere!  

Modificato da Thorn Firestorm
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1° Esempio: il paladino.

Semplice: se le conoscenze del tempo ritenevano, anche se erroneamente, che la Belladonna serve a curare la licantropia, il Paladino ha agito pensando di fare del bene, dunque non ha violato il suo Allineamento.
Un errore comune di chi gioca di ruolo (lo commettevo pure io, prima di iniziare a studiare storia) è trasferire le nostre conoscenze moderne, i nostri codici morali, i nostri codici culturali, le nostre istituzioni e regole all'interno di mondi che imitano epoche passate della nostra storia. Noi, oggi, viviamo in un mondo altamente scientifico, in cui l'istruzione è un servizio a cui tutti possono accedere e nel quale è molto facile venire a conoscenza delle nozioni degli argomenti più disparati. Ciò che ci si dimentica, invece, è che fino a una 70ina di anni fa le cose erano molto diverse. Il genere Fantasy classico, in particolare, tende a ispirarsi a epoche storiche ancora più precoci, quali il medioevo, il periodo rinascimentale o al massimo il XVIII secolo, ovvero periodi storici in cui la scienza era decisamente limitata, se non addirittura messa in ombra dalla superstizione. Un tempo era normale credere per assolutamente vere cose che oggi a noi suonano istintivamente ridicole, per via della nostra oramai dominante cultura scientifica. Ad esempio, fin dal medioevo e per lungo tempo è stato normale credere che uno dei modi più efficaci per curare le malattie fosse quello di salassare il paziente (ovvero ferirlo e lasciar scorrere via il suo sangue), poichè per la teoria dei 4 umori si riteneva che la malattia dipendesse dallo squilibrio degli umori interni al corpo, rimediabile solo liberando quest'ultimo dalla presione di un sangue infetto. Con questa "cura" non pochi pazienti morivano dissanguati, ma non per questo i medici di allora ritenevano di aver fatto qualcosa di male o il potere giudiziario li arrestava per omicidio. Anzi, si riteneva che i medici avessero fatto il loro compito e si considerava la morte del paziente dovuta a un male tropo radicato o alla volontà del demonio.
Se, dunque, il paladino e la società in cui vive ritengono che egli abbia eseguito la giusta cura, egli non solo non avrà alcun problema con l'allineamento, ma non verrà nemmeno perseguito dalla giustizia. Ha fatto quanto dovuto, secondo coloro che vivono in quel mondo. La società e il paladino giustificheranno la morte del paziente con la licantropia, troppo radicata nel paziente perchè la Belladonna potesse funzionare.
Se la società di quel mondo ritiene la Belladonna, invece, la cura più affidabile, anche se non certa, il Paladino non avrebbe nulla da recriminarsi e nessuno lo considererebbe male. Egli, semplicemente, avrebbe tutto il diritto di provare a scoprire una cura migliore, se mai se ne trova una in giro.

 

2° Esempio: Orog l'irascibile.
Un errore, invece, che vedo commettere da molti giocatori è scambiare il concetto di "personaggio che crede nel valore della forza" con l'idea che questo implichi andare in giro a massacrare chiunque. E' lo stesso principio che porta molti giocatori a ritenere che pazzia significhi solamento "andare in giro a fare cose incoerenti, rompere le scatole a chiunque e/o agire da serial killer malato". Ed è anche lo stesso principio che spinge a credere che un PG malvagio equivalga a "vado in giro a massacrare chiunque veda e a distruggere ogni cosa, mentre poi io non tengo a niente e a nessuno". IN realtà questi sono stereotipi che non aggiungono molto al personaggio (proprio perchè stereotipi), ma contribuiscono spesso solo a creare problemi ai DM per via dei disastri che simili interpretazioni provocano.
Se vuoi risolvere il problema devi parlare con il tuo giocatore e fargli capire che "provenire da una società in cui la forza delinea il tuo rango" non significa essere un PG anarchico, iper violento, sociopatico, pronto ad attaccar briga con chiunque. Innanzitutto, provenire da una società che delinea il rango dalla forza di un PG, dovrebbe aver insegnato a quest'ultimo che bisogna aver rispetto di coloro che sono più forti di te....e inevitabilmente una società composta da centinaia di persone è più forte di un singolo uomo, qualunque sia il suo livello, dunque il singolo uomo se ne sta tranquillo in una società straniera, per non venire schiacciato da una folla inferocita che finirebbe con il costituire una forza più grande di lui.
Se, poi, il tuo PG davvero viene da una società che da valore e posizione alla gente in base alla forza, ponilo di fronte a una sfida incommensurabile, che lo dovrà costringere ad ammettere rispetto e onore a qualcuno più forte di lui. Il PG è stato costruito sbilanciato e, pur se si trova al 2° livello abbatte tutti? Improvvisamente si trova contro un gruppo di PNG di 15°-20 livello che gli danno una lezione micidiale, non lo amazzano, ma gli dimostrano che non deve svegliare il can che dorme, altrimenti andrà a fare il gradasso con i vermi. ;-)

Ricorda che non devi necessariamente porre la questione in termini di punire i giocatori, quanto di mettere dei paletti. Finchè i giocatori credono che tutto gli sia permesso, faranno tutto ciò che credono. Fagli capire che superato un certo confine, subiranno conseguenze. E se il tuo giocatore si appende all'interpretazione, ricordagli anche le responsabilità dell'interpretazione (ad esempio, abbassare la cresta di fronte a chi è più forte) oltre ai piaceri che questa concede.

Se il giocatore è particolarmente problematico (ma in generale ti consiglio di affrontare questo discorso con tutti i giocatori) devi mettere in chiaro il fatto che ogni giocatore dovrebbe evitare di mettere in pratica decisioni che possano portare la campagna al degenero. L'interpretazione, così come la fame di min-maxing, non dovrebbero mai arrivare a portare la campagna a diventare ingestibile. Ogni partecipante al Gdr deve darsi un contegno, accettare che non può fare quello che vuole se vuole che la campagna sopravviva. Fai loro capire che ognuno deve dare del suo affinchè il gioco funzioni, perchè se il gioco va in corto circuito nessuno di voi si divertirà più.
Quindi chiarisci che le scelte che rischiano di mandare a quel paese la campagna non sono accettabili.

 

Ricordati sempre che per riuscire a divertirsi in una campagna bisogna trovare un equilibrio fra 3 soluzioni:

  • Scoprire cosa intriga i giocatori, così da coinvolgerli il più possibile nella campagna con cose che li divertano.
     
  • Non punire, ma mettere paletti, indirizzare i giocatori verso comportamenti più tollerabili (cercando di tarpare le ali sul nascere a certi atteggiamenti distruttivi, favorendo invece quelli propositivi) e sfruttare tali circostanze per introdurre in gioco nuove situazioni interessanti.
     
  • Parlare con i giocatori fuori dal gioco, quando serve. Mettere in chiaro le regole base per il quieto vivere del gruppo e della stabilità della campagna. Patti chiari e amicizia lunga, insomma. Bisogna ricordare ai giocatori che il Gdr richiede che ognuno faccia del proprio meglio perchè il gioco funzioni.
Modificato da SilentWolf
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28 minuti fa, SilentWolf ha scritto:


Se, dunque, il paladino e la società in cui vive ritengono che egli abbia eseguito la giusta cura, egli non solo non avrà alcun problema con l'allineamento, ma non verrà nemmeno perseguito dalla giustizia.

Grazie della risposta molto esaustiva. 
Ti rispondo subito: Per quanto riguarda l'allineamento del palidino, lui era fermamente convinto che la belladonna avrebbe curato l'uomo, quindi quello che tu mi hai consigliato è perfettamente calzante.

Per quanto riguarda la società invece, specialmente quella di una città come Karina(capitale della regione, nonché sede del potere economico e legislativo), seppur non particolarmente popolata, non sono sicuro sia calzante. Nel mondo di gioco esistono esperti che si dedicano alla caccia di mostri e di creature come i licantropi, che sanno bene quali sono le erbe e le cure per determinate condizioni, e i tomi/la conoscenza è ritrovabile in determinati luoghi di sapere, come le università e le biblioteche, oltre che in determinati luoghi di addestramento. Perciò a livello legale potrebbe essere considerato al pari di un uomo che al giorno d'oggi effettua manovre mediche senza essere medico, mettendo a rischio la vita di un paziente (spero il mio esempio sia chiaro). In'oltre senz'altro in città qualcuno sapeva delle debolezze dei licantropi, così come sapeva come curarli. 

Poi c'è il lato pragmatico: quanti uomini ha salvato il paladino uccidendo(seppur involontariamente) quell'uomo infetto? certo nessuno poteva sapere se era infetto o meno in quel momento, ma comunque sicuramente quando ne avrebbero avuto la certezza sarebbe stato troppo tardi e qualcuno avrebbe perso la vita. quindi infondo non ha fatto una cattiva azione? (mi si sta arrotolando il cervello ^^)

 

28 minuti fa, SilentWolf ha scritto:

2° Esempio: Orog l'irascibile.
Innanzitutto, provenire da una società che delinea il rango dalla forza di un PG, dovrebbe aver insegnato a quest'ultimo che bisogna aver rispetto di coloro che sono più forti di te....e inevitabilmente una società composta da centinaia di persone è più forte di un singolo uomo

E se il tuo giocatore si appende all'interpretazione, ricordagli anche le responsabilità dell'interpretazione (ad esempio, abbassare la cresta di fronte a chi è più forte) oltre ai piaceri che questa concede.


Quindi chiarisci che le scelte che rischiano di mandare a quel paese la campagna non sono accettabili.

Ottimi consigli, volevo solo chiarire che il personaggio non è Min/maxato, ma chiaramente è più forte un orco delle profondità di un umano contadino, o di una guardia cittadina media. Se avesse dovuto affrontare più di tre guardie alla volta sarebbe finito male. A tale proposito ho una domanda: mettiamo che mi trovi nella situazione di dover fare capire ad un personaggio che non può fare quello che vuole, e quindi dopo che lui atterra due guardie ne arrivano 5, insieme, in formazione, si scontrano e lui finisce a terra. In questo caso le guardie dovrebbero arrestarlo, e dopo dovrebbe essere processato per i suoi crimini e subire una pena. Che genere di pena, che non sia la decapitazione, potrei usare per una situazione simile? perchè, Per essere coerenti, se una persona va e uccide delle guardie, non possono certo fargliela passare liscia, se no gli altri penseranno di poter fare quello che vogliono, d'altro canto non mi sembra il modo migliore di "educare" un giocatore quello di fargli secco il personaggio...

Ancora non gliene ho parlato perchè fin'ora il problema è stato marginale e ci sono stati solo un paio di episodi in cui ho pensato che sarebbe finita male. chiaramente se ricapiterà gliene parlerò.

Grazie in anticipo

Modificato da Thorn Firestorm
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23 ore fa, Thorn Firestorm ha scritto:

Per quanto riguarda la società invece, specialmente quella di una città come Karina(capitale della regione, nonché sede del potere economico e legislativo), seppur non particolarmente popolata, non sono sicuro sia calzante. Nel mondo di gioco esistono esperti che si dedicano alla caccia di mostri e di creature come i licantropi, che sanno bene quali sono le erbe e le cure per determinate condizioni, e i tomi/la conoscenza è ritrovabile in determinati luoghi di sapere, come le università e le biblioteche, oltre che in determinati luoghi di addestramento. Perciò a livello legale potrebbe essere considerato al pari di un uomo che al giorno d'oggi effettua manovre mediche senza essere medico, mettendo a rischio la vita di un paziente (spero il mio esempio sia chiaro). In'oltre senz'altro in città qualcuno sapeva delle debolezze dei licantropi, così come sapeva come curarli. 

Ti rispondo intanto su questo.

Prima di tutto dovresti chiarirci meglio la situazione, in primis descrivendoci il tipo di società in cui operano. Hanno leggi giuste? Sono governati da uomini corrotti? Com'è la situazione religiosa in città e nella società? La religione del paladino è ben vista? E' dominante? E' avversata?

(le domande che seguono dovrebbero essere le stesse che le guardie e i magistrati rivolgerebbero al paladino)

La situazione era, dal punto di vista del paladino, di urgenza e necessità? Ovvero, era necessaria la tempestività perché l'uomo venisse salvato, oppure poteva aspettare, teoricamente, ore o giorni senza cure pur rimanendo salvo?
Nei pressi del luogo dove si trovava il paladino, erano presenti esperti di licantropia o qualcuno con conoscenze attendibili al riguardo?
Il paladino poteva avere accesso alle informazioni senza lasciare la vittima in balìa della morte? (e qui ci si ricollegherebbe alla prima domanda)
Il paladino voleva veramente salvare l'uomo o ha astutamente avvelenato la vittima?
La licantropia com'è vista dalla società? Equivale alla morte?

A tutte queste domande è possibile ricevere risposta abbastanza certa tramite la magia, ma essendo un paladino è probabile che le autorità competenti decidano di fidarsi della sua parola.

Sinceramente in un'ambientazione di stampo medievale, trovo quanto meno strano che la società arresti o punisca un paladino (ovvero un guerriero sacro e santo, servo di una divinità che lo ha investito di poteri divini per assolvere i suoi doveri) per aver cercato di salvare la vita di un uomo.

Secondo me se per il paladino era ragionevole pensare che era una questione di pochissimo tempo (quindi già chiamare le guardie o un esperto o cercare informazioni significava per l'uomo morire/trasformarsi), non fare niente era praticamente omissione di soccorso, quindi avrebbe agito bene o quanto meno non merita nessuna punizione.
D'altra parte, se era possibile aspettare, il paladino avrebbe dovuto agire differentemente. Probabilmente, quello che farei io se fossi un'autorità competente, sarebbe accusarlo di omicidio, con numerosi attenuanti, in primis le buone intenzioni, la religione dell'uomo e la buona condotta passata e quella probabilmente futura. Lo condannerei a pagare i funerali dell'uomo ed a fornire un risarcimento alla famiglia della vittima, che potrebbe essere denaro o dei favori (il fratello della vittima potrebbe voler diventare paladino e il pg potrebbe aiutarlo ad entrare nell'ordine, o la famiglia potrebbe chiedere che il paladino uccida i licantropi che hanno infettato l'uomo e così via).

Oltre a questo, mi sembra di capire che il problema dei licantropi è abbastanza reale e comune: se così fosse, sarebbe interessante se questo caso diventasse anche politico. Il paladino faceva parte delle guardie, possibile che le guardie non siano addestrate per questo genere di problemi? La loro ignoranza deriva dal mancato addestramento, la cui responsabilità ricade sui superiori e sui politici. Se avessero addestrato le guardie ad affrontare questi problemi, il paladino avrebbe avuto gli strumenti per curare efficacemente la vittima, o quanto meno per non avvelenarla. Non dovrebbero forse essere loro a pagare per quello che è successo?

Cita

ho una domanda: mettiamo che mi trovi nella situazione di dover fare capire ad un personaggio che non può fare quello che vuole, e quindi dopo che lui atterra due guardie ne arrivano 5, insieme, in formazione, si scontrano e lui finisce a terra. In questo caso le guardie dovrebbero arrestarlo, e dopo dovrebbe essere processato per i suoi crimini e subire una pena. Che genere di pena, che non sia la decapitazione, potrei usare per una situazione simile? perchè, Per essere coerenti, se una persona va e uccide delle guardie, non possono certo fargliela passare liscia, se no gli altri penseranno di poter fare quello che vogliono, d'altro canto non mi sembra il modo migliore di "educare" un giocatore quello di fargli secco il personaggio...

Ancora non gliene ho parlato perchè fin'ora il problema è stato marginale e ci sono stati solo un paio di episodi in cui ho pensato che sarebbe finita male. chiaramente se ricapiterà gliene parlerò.

No, assolutamente non aspettare. Spiegagli subito che il mondo in cui giocano non è né creato per far fare ai pg quello che vogliono senza conseguenza, né un videogioco dove puoi caricare vecchi salvataggi e pararti il...

Spiegagli che il suo personaggio è perfettamente cosciente del fatto che, continuando così, diventerà un criminale e le guardie cominceranno a cercarlo in massa, magari chiedendo anche a degli avventurieri. Spiegagli che può fare quello che vuole, ma nel caso poi venga catturato e giustiziato, tu non farai assolutamente nulla per forzare il gioco e che dovrà pensare ad un altro personaggio.
Come ti hanno già detto, non si tratta di punire, ma di mettere dei paletti e delineare dei confini senza i quali il gioco non diventerebbe né credibile, né divertente.

Detto questo, in on nel caso venisse arrestato, potresti far sì che venga contattato da qualcuno che, in cambio della sua libertà e salvezza, deve svolgere un incarico per suo conto. L'incarico non prevede né guadagni monetari, né favori di alcun tipo, solo e soltanto la libertà dal carcere. Potrebbe anche essere marchiato: un marchio che permette all'uomo di contattare l'orog, così che in futuro potrà chiedergli altri favori (questa volta in cambio di soldi). A quel punto l'orog dovrebbe trovare il modo per togliersi quel marchio e da lì puoi inventarti tante cose.

P.S. ma gli altri personaggi cosa dicono? Il paladino non può essere in squadra con un orog del genere..

 


 

Modificato da ithilden
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14 minuti fa, ithilden ha scritto:

Ti rispondo intanto su questo.

Prima di tutto dovresti chiarirci meglio la situazione, in primis descrivendoci il tipo di società in cui operano. Hanno leggi giuste? Sono governati da uomini corrotti? Com'è la situazione religiosa in città e nella società? La religione del paladino è ben vista? E' dominante? E' avversata?

(le domande che seguono dovrebbero essere le stesse che le guardie e i magistrati rivolgerebbero al paladino)

La situazione era, dal punto di vista del paladino, di urgenza e necessità? Ovvero, era necessaria la tempestività perché l'uomo venisse salvato, oppure poteva aspettare, teoricamente, ore o giorni senza cure pur rimanendo salvo?
Nei pressi del luogo dove si trovava il paladino, erano presenti esperti di licantropia o qualcuno con conoscenze attendibili al riguardo?
Il paladino poteva avere accesso alle informazioni senza lasciare la vittima in balìa della morte? (e qui ci si ricollegherebbe alla prima domanda)
Il paladino voleva veramente salvare l'uomo o ha astutamente avvelenato la vittima?
La licantropia com'è vista dalla società? Equivale alla morte?

A tutte queste domande è possibile ricevere risposta abbastanza certa tramite la magia, ma essendo un paladino è probabile che le autorità competenti decidano di fidarsi della sua parola.

Sinceramente in un'ambientazione di stampo medievale, trovo quanto meno strano che la società arresti o punisca un paladino (ovvero un guerriero sacro e santo, servo di una divinità che lo ha investito di poteri divini per assolvere i suoi doveri) per aver cercato di salvare la vita di un uomo.

Secondo me se per il paladino era ragionevole pensare che era una questione di pochissimo tempo (quindi già chiamare le guardie o un esperto o cercare informazioni significava per l'uomo morire/trasformarsi), non fare niente era praticamente omissione di soccorso, quindi avrebbe agito bene o quanto meno non merita nessuna punizione.
D'altra parte, se era possibile aspettare, il paladino avrebbe dovuto agire differentemente. Probabilmente, quello che farei io se fossi un'autorità competente, sarebbe accusarlo di omicidio, con numerosi attenuanti, in primis le buone intenzioni, la religione dell'uomo e la buona condotta passata e quella probabilmente futura. Lo condannerei a pagare i funerali dell'uomo ed a fornire un risarcimento alla famiglia della vittima, che potrebbe essere denaro o dei favori (il fratello della vittima potrebbe voler diventare paladino e il pg potrebbe aiutarlo ad entrare nell'ordine, o la famiglia potrebbe chiedere che il paladino uccida i licantropi che hanno infettato l'uomo e così via).

Oltre a questo, mi sembra di capire che il problema dei licantropi è abbastanza reale e comune: se così fosse, sarebbe interessante se questo caso diventasse anche politico. Il paladino faceva parte delle guardie, possibile che le guardie non siano addestrate per questo genere di problemi? La loro ignoranza deriva dal mancato addestramento, la cui responsabilità ricade sui superiori e sui politici. Se avessero addestrato le guardie ad affrontare questi problemi, il paladino avrebbe avuto gli strumenti per curare efficacemente la vittima, o quanto meno per non avvelenarla. Non dovrebbero forse essere loro a pagare per quello che è successo?

 

 


 

Eh! ci vorrà un po' quindi preparati: :D

La società è una via di mezzo tra la società medioevale, e quella vittoriana. Molti usi medioevali sono andati in disuso, il vestiario e buona parte delle abitudini sono di tipo vittoriano.
Nonostante ciò la maggiorparte degli introiti e dell'economia verte su produzione di vini, birre e raccolti visto la vicinanza con un grande fiume e la possibilità di sfruttare i terreni. Politicamente parlando, la regione è sotto una monarchia di tipo assolutistico, con tutto il potere incentrato su un singolo individuo, anche se questo individuo ha fondato una "Camera Del Re" in cui 16 tra nobili e benestanti sono incaricati di "salvaguardare gli interessi della popolazione" (ovviamente questo è solo una scusa del sovrano per tenere buono il popolo facendogli credere che questi nobili e popolani benestanti abbiano il potere di dire la loro sulle decisioni del monarca, quando in realtà non possono fare altro che appoggiarlo, un po' tipo Luigi XIV). 
Le leggi sono per lo più "giuste"(se si vuole escludere una legge quasi nazista contro un certo popolo nomade), anche se la maggiorparte è chiaramente creata per assicurare fedeltà e stabilità al sovrano ed al sistema politico.
Per quanto la maggiorparte delle leggi siano giuste, è raro che chi le deve far rispettare lo sia altrettanto, la corruzione non è rara tra le guardie comuni, così come gli abusi di potere.
"gli uomini" al potere, seppur tutti sottomessi al sovrano, non sono certo ligi al dovere, ma finchè questo comportamento non nuoce direttamente al sovrano esso non se ne interessa più di tanto.

Per quanto riguarda la religione, canche se molti Invidiani (il nome della popolazione in questione) dichiara di essere devota, la maggiorparte dice di avere poco tempo per la religione e non si preoccupa molto della vita dopo la morte. Andremo tutti nello stesso posto, dicono, e se si vive una buona vita e si reca meno dolore possibile, c'è poco da temere dopo la morte (eccetto essere rianimati come non morti, ma questa è una paura comune ovunque..). La maggiorparte degli Invidiani credono in Ezra, la religione dominante (nonchè quella del nostro paladino). Altre religioni minori sono presenti nella regione ma non starò ad elencarle perchè non lo trovo utile.

La situazione dal punto di vista del paladino era urgente in quanto tutto pensava fuorchè all'imminente morte per avvelenamento dell'infetto. Anche se la realtà è che sarebbero potuti passare, giorni, o anche mesi prima del manifestarsi della prima trasformazione.

Non erano presenti esperti, o meglio, uno c'era, il più rinomato degli esperti, ma il mattino prima dell'incidente non lo trovarono a casa. Questo esperto, in seguito, avrebbe aiutato e consigliato gli eroi, dopo questo episodio, per rintracciare e cacciare il licantropo che ha attaccato.

Il paladino avrebbe potuto avere accesso alle informazioni tramite le sperto di qui sopra, conosciuto alcuni giorni prima, la vittima era stabile sebbene ferita, grazie anche all'imposizione delle mani applicata dal paladino stesso.

Il paladino senza ombra di dubbio voleva salvare l'uomo(dico io da DM), ma le prove a suo favore sono poche. L'uomo si sarebbe scoperto essere un mercante rivale del padre, e gli affari del padre sono cresciuti non poco in seguito all'incidente, sebbene nessuno (ne il paladinoi ne il padre) avesse collegato l'incidente con la crescita degli affari (i mercanti sono tutt'altro che rari). In gioco quindi il tutto sarebbe potuto risultare sospetto, nonostante non si spieghi bene perchè stabilizzare un uomo morente per poi avvelenarlo.

La licantropia è vista come una maledizione e nella maggiorparte dei casi i licantropi una volta che vengono scoperti vengono cacciati e uccisi soprattutto dopo attacchi alle comunità. In casi particolari alcune persone chiedono l'aiuto di questi esperti per cercare una cura alla licantropia(infettiva) che affligge un loro caro, in questi casi, l'esperto si presta a tentare la cura del malato, nonostante il processo sia raramente di successo e spesso conduce alla morte del sottoposto (anche perchè se la cura non riesce è l'esperto stesso a purificare il suo corpo dall'infezione, prevenendo altre vittime, uccidendolo).

La magia nell'ambientazione di ravenloft non è comune come su altri piani. In particolare la magia di divinazione non funziona praticamente mai, dando risultati criptici e inattendibili. Il paladino stesso non è in grado di percepire il male o il bene, bensi solo Legge o Caos. Chiaramente se il personaggio è nato su questo piano per lui sarà normale così(come nel nostro caso).

Per quanto è vero che in una ambientazione di stampo medievale un palidono sarebbe visto di buon occhio e pochi oserebbero accusarlo di qualcosa, su ravenloft la maggioranza (se non tutti) i regnanti sono malvagi, maledetti, sadici e perversi. Oltre tutto questo hanno svariati poteri, tra i quali notare la presenza di un paladino sul loro dominio praticamente da qualunque posizione (anche per questo i paladini sono rari.. non appena diventano un problema qualcuno se ne occupa, per mantenere la supremazia dei signori oscuri[i regnanti di solito]).

Il problema dei licantropi è comune, è vero, questo è un lascito dell'ultimo signore del regno (Bakholis) che venne maledetto per la sua malvagità con la licantropia, uccise la sua intera famiglia (quando si trasformava perdeva il controllo, la storia è molto bella e triste ma non sto a scrivertela, se ti interessa è breve comunque la trovi in internet), così come tutta la servitù nel suo castello e diffuse la piaga della licantropia come un morbo in tutte le sue terre.
Le guardie non sanno come reagire ad un licantropo innanzitutto per la varieta delle spece licantropiche, ognuna delle quali ha una debolezza diversa, in oltre gli attacchi diretti alle città sono cosa molto rara e quindi si considera una perdita di tempo addestrare tanto le guardie per difendere da un evento raro quando banditismo e furti sono all'ordine del giorno...

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Un paladino non può commettere un omicidio premeditato e con scopi tanto egoistici senza perdere i propri poteri ed i sacerdoti di Ezra e l'Ordine del paladinato di Ezra in particolare lo sanno benissimo. Potrebbe esserci pressioni da parte della comunità religiosa perché il pg sia giudicato innocente quanto meno dall'accusa di omicidio premeditato.

Tolto il dubbio sulla premeditazione, considerando che l'uomo era infetto dalla licantropia, considerando che questa afflizione rarissimamente può essere guarita da un esperto, considerando che nella zona non c'era qualcuno che potesse considerarsi un esperto (l'esperto conosciuto dal pg non era presente in quel momento, mi sembra di capire) e considerando che il paladino ha tentato di curarlo tramite il simbolo di Ezra (la belladonna, insieme alla spada, mi sembra di capire che sia un simbolo importante di Ezra: "Its symbol is a silver longsword on a kite shield with a sprig of belladonna.") non lo riterrei penalmente responsabile. Come ho già scritto, al massimo farei pagare i funerali e gli farei prestare aiuto alla famiglia della vittima, se ritengono sia saggio (la famiglia potrebbe reagire violentemente, quindi dovrebbero valutare bene la situazione, magari vedendo prima se la famiglia pretende qualcosa).

P.S. mi chiedo come facciano i paladini a sopravvivere in un regno tanto malvagio e perverso. XD

 

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4 minuti fa, ithilden ha scritto:

Un paladino non può commettere un omicidio premeditato e con scopi tanto egoistici senza perdere i propri poteri ed i sacerdoti di Ezra e l'Ordine del paladinato di Ezra in particolare lo sanno benissimo. Potrebbe esserci pressioni da parte della comunità religiosa perché il pg sia giudicato innocente quanto meno dall'accusa di omicidio premeditato.

Tolto il dubbio sulla premeditazione, considerando che l'uomo era infetto dalla licantropia, considerando che questa afflizione rarissimamente può essere guarita da un esperto, considerando che nella zona non c'era qualcuno che potesse considerarsi un esperto (l'esperto conosciuto dal pg non era presente in quel momento, mi sembra di capire) e considerando che il paladino ha tentato di curarlo tramite il simbolo di Ezra (la belladonna, insieme alla spada, mi sembra di capire che sia un simbolo importante di Ezra: "Its symbol is a silver longsword on a kite shield with a sprig of belladonna.") non lo riterrei penalmente responsabile. Come ho già scritto, al massimo farei pagare i funerali e gli farei prestare aiuto alla famiglia della vittima, se ritengono sia saggio (la famiglia potrebbe reagire violentemente, quindi dovrebbero valutare bene la situazione, magari vedendo prima se la famiglia pretende qualcosa).

P.S. mi chiedo come facciano i paladini a sopravvivere in un regno tanto malvagio e perverso. XD

infatti di solito non ci riescono... e ce ne sono veramente pochissimi, per svariate ragioni. comunque si non hai torto, la belladonna è un simbolo di Ezra. 

 

4 minuti fa, ithilden ha scritto:

 

 

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Anche qui un consiglio controcorrente: se devi "punire" un giocatore, significa che c'è un grosso problema di fondo. I giocatori non sono una banda di ragazzini delle elementari a cui devi insegnare le cose. Se si gioca a una campagna, e lo si vuole fare in un certo modo, si presuppone una certa maturità da parte di tutti e conseguente rispetto della linea stabilita. La soluzione non è "punire" ma parlare con la persona, ragionare insieme, e divertirvi. Se proprio uno non capisce, lo si allontana dal gruppo. Bisogna avere un po' il coraggio di dire le cose come stanno con chiarezza e affrontare i problemi che esistono tra le persone, prima di potersi veramente divertire assieme.

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11 minuti fa, Ithiliond ha scritto:

Anche qui un consiglio controcorrente: se devi "punire" un giocatore, significa che c'è un grosso problema di fondo. I giocatori non sono una banda di ragazzini delle elementari a cui devi insegnare le cose. Se si gioca a una campagna, e lo si vuole fare in un certo modo, si presuppone una certa maturità da parte di tutti e conseguente rispetto della linea stabilita. La soluzione non è "punire" ma parlare con la persona, ragionare insieme, e divertirvi. Se proprio uno non capisce, lo si allontana dal gruppo. Bisogna avere un po' il coraggio di dire le cose come stanno con chiarezza e affrontare i problemi che esistono tra le persone, prima di potersi veramente divertire assieme.

Non deve "punire" il paladino, è una questione riguardante eventuali ripercussioni legali dell'atto spiegato. Legalmente parlando, ha ucciso una persona avvelenandola con la belladonna. Nella realtà dei fatti il paladino non gli ha ficcato la belladonna in gola per ucciderlo, ma per tentare di bloccare la licantropia. Non vedo perchè tirare fuori la questione del "punire" il giocatore, visto che si sta discutendo di come agire in un caso di possibile omicidio.

Comunque, penso che sia già stato detto tutto. Il paladino non può aver compiuto un atto malvagio perchè sennò avrebbe perso i poteri. Ergo agiva in buona fede. Poteva aspettare che arrivasse un esperto? Forse si, ma ogni minuto poteva portare alla trasformazione, e a quel punto ci sarebbero state vittime (la licantropia in D&D non funziona come nei film, non si attiva automaticamente con la luna piena e basta, è possibile che sia innescata da altri fattori, come sentirsi minacciati o venire feriti da qualcuno). Poteva, in tutta coscienza, rischiare una cosa simile? No. Quindi ha provato non a ucciderlo, ma a curarlo con la belladonna (tra l'altro, simbolo sacro della sua divinità), e purtroppo non ce l'ha fatta.

Se aspettava forse poteva essere curato, ma probabilmente no e sarebbe morto uguale. Considerando tutto (e non credo che in questa ambientazione si mettano a tirare fuori il fatto che il paladino non fosse un guaritore: è un paladino, ha poteri curativi che gli vengono dati da una divinità! Non è un tizio random che si improvvisa chirurgo e tenta di trapiantare un cuore) io gli farei un pubblico reclamo, lo obbligherei a rimborsare la famiglia dello sventurato, e fine della questione.

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Se un giocatore usa una sua propria conoscenza esterna al mondo d gioco e che il personaggio non ha, gli faccio presente che sta facendo un'inferenza sbagliata e il problema non nasce nemmeno ;-)

Altrimenti qualsiasi PG interpretato da un giocatore appassionato di armi potrebbe progettare e far costruire un fucile d'assalto, visto che il giocatore sa come si fa. 

Il giocatore dice che usa la belladonna perché pensa che sia un rimedio comune nel mondo di gioco e non è vero? Lo devi fermare e dirgli che il suo PG non ha motivo di pensare una cosa del genere. 

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7 minuti fa, Ji ji ha scritto:

 

Se un giocatore usa una sua propria conoscenza esterna al mondo d gioco e che il personaggio non ha, gli faccio presente che sta facendo un'inferenza sbagliata e il problema non nasce nemmeno 

Altrimenti qualsiasi PG interpretato da un giocatore appassionato di armi potrebbe progettare e far costruire un fucile d'assalto, visto che il giocatore sa come si fa. 

Il giocatore dice che usa la belladonna perché pensa che sia un rimedio comune nel mondo di gioco e non è vero? Lo devi fermare e dirgli che il suo PG non ha motivo di pensare una cosa del genere. 

Giustissimo, ma ti faccio notare questo:

Cita

A parte che la belladonna è una pianta velenosa per noi umani, casualmente era anche il reagente a cui è solitamente (perchè ci sono eccezioni) vulnerabile quel tipo particolare di licantropo nella nostra ambientazione. [...] Ora, le intenzioni erano buone, e il personaggio non poteva sapere esattamente cosa poteva causare la sua azione, in'oltre è credenza comune che la belladonna "curi" la licantropia... 

Non so se la seconda frase in grassetto si riferisca alla credenza popolare nostrana o di quella del mondo fantasy, ma la prima è esplicativa: la belladonna E' usata in questa ambientazione per curare ( occidere) i licantropi (o almeno, un particolare tipo di licantropi). Che poi il paladino non sia riuscito a usarla nel modo corretto (se c'è un modo corretto) e sia venuto fuori un casino, è un discorso separato.

Modificato da Shape
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Le due cose non sono in contrasto. Io ho interpretato la seconda frase come riferita al mondo reale. La prima credo sia totalmente scorrelata dal discorso generale, Thorn stesso scrive "casualmente [ecc.]". 

Thorn farà di certo chiarezza su questi punti. 

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3 ore fa, Shape ha scritto:

Non deve "punire" il paladino, è una questione riguardante eventuali ripercussioni legali dell'atto spiegato

Io mi sono basato su quanto scritto dal suo TL;DR

In 2 febbraio 2016 at 23:43 , Thorn Firestorm ha scritto:

TLDR: Io mi trovo difficoltà ogni volta che devo "punire" (per fargli capire che non può fare come vuole) un personaggio per qualcosa, in quanto non so mai cosa fare accadere al suddetto personaggio, e dovrebbe essere qualcosa che ha ripercussioni per un po' di tempo in modo che il personaggio sia scoraggiato nel effettuare un'azione come quella ogni volta (uccidere guardie, rubare, etc) 

Se tutta questa manfrina sul poteva/non poteva, era lecito/non era lecito, non era voluta ed è vista come un problema dal DM, è meglio prevenire il problema piuttosto che curarlo. Non so se ho reso l'idea.

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In 4/2/2016 at 12:09 , Ji ji ha scritto:

Se un giocatore usa una sua propria conoscenza esterna al mondo d gioco e che il personaggio non ha, gli faccio presente che sta facendo un'inferenza sbagliata e il problema non nasce nemmeno ;-)

Altrimenti qualsiasi PG interpretato da un giocatore appassionato di armi potrebbe progettare e far costruire un fucile d'assalto, visto che il giocatore sa come si fa. 

Il giocatore dice che usa la belladonna perché pensa che sia un rimedio comune nel mondo di gioco e non è vero? Lo devi fermare e dirgli che il suo PG non ha motivo di pensare una cosa del genere. 

 

In 4/2/2016 at 12:14 , Shape ha scritto:

Giustissimo, ma ti faccio notare questo:

Non so se la seconda frase in grassetto si riferisca alla credenza popolare nostrana o di quella del mondo fantasy, ma la prima è esplicativa: la belladonna E' usata in questa ambientazione per curare ( occidere) i licantropi (o almeno, un particolare tipo di licantropi). Che poi il paladino non sia riuscito a usarla nel modo corretto (se c'è un modo corretto) e sia venuto fuori un casino, è un discorso separato.

 

In 4/2/2016 at 12:32 , Ji ji ha scritto:

Le due cose non sono in contrasto. Io ho interpretato la seconda frase come riferita al mondo reale. La prima credo sia totalmente scorrelata dal discorso generale, Thorn stesso scrive "casualmente [ecc.]". 

Thorn farà di certo chiarezza su questi punti. 

Per chiarire il tutto: La belladonna nel mondo di gioco è usata da coloro che cacciano (per professione) gli orsi mannari (il fenotipo in questione) come arma, poichè essa è un veleno letale per la maggior parte di loro (come detto ci sono eccezioni dovute a svariati fattori esterni ed è sempre a discrezione del DM, ma la regola generale è che gli unguenti applicati da questi cacciatori, usati contro orsi mannari, è composto da belladonna).

Ho scritto "casualmente" non a caso (passatemi il gioco di parole) in quanto il personaggio non era a conoscenza di questo fatto. Nel mondo di gioco, come nel mondo reale, la belladonna è vista e ritenuta dai popolani come un'erba che cura la licantropia (fatto dovuto a leggende e folklore, proprio come nella realtà), quindi qui non c'è stato un vero e proprio metagame, ma una sfortunata coincidenza (il paladino aveva la belladonna con se, la credenza popolare, e la vulnerabilità della persona infettata). Considerate poi che le persone normali non hanno accesso a una grande quantità di informazioni e la maggior parte dei popolani hanno pregiudizi razziali, si basano su credenze popolari (come le streghe che divorano bambini,per esempio) e in generale sono restii e molto sospettosi verso ciò che non conoscono. Immaginate un po' il periodo della caccia alle streghe, con le superstizioni e pochi che realmente hanno accesso a cultura e sapere.

C'è da dire che comunque nessuno sa se l'uomo che è stato avvelenato dalla belladonna fosse davvero infetto o meno, ne c'è un modo sicuro per scoprirlo (le magie divinatorie sono distorte dai "poteri oscuri" del piano e non hanno quasi mai effetto, solo i Vistani - gipsy del piano - possono sfruttare la divinazione, ma nella regione dei giocatori il regnante è hitler e i vistani sono gli ebrei per capirci...) , perciò oltre alla parola del Paladino e all'appoggio della sua chiesa, c'è poco che possa fornire una testimonianza a suo favore. C'è da dire che in quanto paladino ha una certa fama ed è più rispettato rispetto ad un comune popolano, ma comunque c'è un uomo morto di mezzo.

Per essere chiari, l'idea di Shape : 

In 4/2/2016 at 12:07 , Shape ha scritto:

Non deve "punire" il paladino, è una questione riguardante eventuali ripercussioni legali dell'atto spiegato. Legalmente parlando, ha ucciso una persona avvelenandola con la belladonna. Nella realtà dei fatti il paladino non gli ha ficcato la belladonna in gola per ucciderlo, ma per tentare di bloccare la licantropia. Non vedo perchè tirare fuori la questione del "punire" il giocatore, visto che si sta discutendo di come agire in un caso di possibile omicidio.

Comunque, penso che sia già stato detto tutto. Il paladino non può aver compiuto un atto malvagio perchè sennò avrebbe perso i poteri. Ergo agiva in buona fede. Poteva aspettare che arrivasse un esperto? Forse si, ma ogni minuto poteva portare alla trasformazione, e a quel punto ci sarebbero state vittime (la licantropia in D&D non funziona come nei film, non si attiva automaticamente con la luna piena e basta, è possibile che sia innescata da altri fattori, come sentirsi minacciati o venire feriti da qualcuno). Poteva, in tutta coscienza, rischiare una cosa simile? No. Quindi ha provato non a ucciderlo, ma a curarlo con la belladonna (tra l'altro, simbolo sacro della sua divinità), e purtroppo non ce l'ha fatta.

Se aspettava forse poteva essere curato, ma probabilmente no e sarebbe morto uguale. Considerando tutto (e non credo che in questa ambientazione si mettano a tirare fuori il fatto che il paladino non fosse un guaritore: è un paladino, ha poteri curativi che gli vengono dati da una divinità! Non è un tizio random che si improvvisa chirurgo e tenta di trapiantare un cuore) io gli farei un pubblico reclamo, lo obbligherei a rimborsare la famiglia dello sventurato, e fine della questione.

Mi piace e vorrei sfruttarla, ma per usarla e renderla coerente dovrei prima rispondere ai quesiti:

-Come giustifico il fatto che, senza alcuna sicurezza sull'infezione dell'uomo, lui ha proceduto ad applicare la belladonna, riconosciuta globalmente come veleno per l'uomo?

-Come giustifico il fatto che l'uomo è deceduto in seguito alla somministrazione della stessa, quando la credenza popolare dice che essa cura la licantropia, ma è ben risaputo che è un veleno per l'uomo? (ciò che chiunque potrà pensare è che l'uomo non fosse infetto, ed è morto in quanto era solo un uomo).

                                     A questo proposito posso usare l'esperto di cui parlavo per difendere le azioni del paladino, ma potrebbe risultare un po' forzato e lo farei accadere solo nel                                      caso in cui  fossero i giocatori a volerlo convocare. Ed anche il suddetto esperto non ha modo di sapere se l'uomo fosse infetto davvero, ma potrebbe                                                  mentire per i giocatori e richiedere un favore in seguito.

Dite che può reggere? Ovviamente alla fine sarà punito per la sua azione, seppure pubblicamente riconosciuta in buona fede, e si procederà come scritto da Shape

 

In 4/2/2016 at 15:29 , Ithiliond ha scritto:

, Io mi sono basato su quanto scritto dal suo TL;DR

Se tutta questa manfrina sul poteva/non poteva, era lecito/non era lecito, non era voluta ed è vista come un problema dal DM, è meglio prevenire il problema piuttosto che curarlo. Non so se ho reso l'idea.

Hai ragione! Ma leggendolo ora mi rendo conto che il TL;DR non era per niente chiaro e mi sarei potuto espimere molto meglio... Non voglio punire il Giocatore per un comportamento(in quanto a mio parere nessuno sta giocando male o facendo qualcosa di sbagliato al tavolo). Il termine più adatto sarebbe Conseguenze delle azioni del personaggio, e sono tutte conseguenze "legali", o non, di comportamenti che hanno avuto i PG (che poi sia quanto accaduto al paladino, l'orog che minaccia un oste, o simili, sono tutte cose In-Game che IO come novello DM ancora non so bene come gestire (non so come fare reagire gli npc a certi eventi) . Ma che appunto non vogliono essere Punizioni, ma più Conseguenze. 
Per esempio: in seguito alle minacce ricevute dall'oste esso si munirà di guardie del corpo che eviteranno il ripetersi di tali situazioni.                 La questione era lecito/non era lecito non mi disturba (non era preparata, ma è accaduto, e mi piace così), più che altro vorrei consigli (e ringrazio quanti me ne hanno dati fin'ora) su come gestire queste situazioni, in quanto essendo nuovo a volte mi trovo in difficolta sulle conseguenze :) 


Per quanto riguarda invece:

In 4/2/2016 at 15:47 , ithilden ha scritto:

Effettivamente concordo, magari al giocatore non piace un tipo di avventura basata sulla città o luoghi nei quali non può sfoggiare liberamente la sua forza e la sua indipendenza senza ripercussioni.

Se il problema è questo, dovreste risolverlo innanzitutto in OFF.

Ho chiarito prima di cominciare la campagna quale genere di campagna/ambientazione era, andando anche a spiegare nei dettagli cosa questo comportava, e ho detto a tutti i giocatori informazioni specifiche anche sui loro personaggi ed eventuali limitazioni/variazioni che avrebbero trovato, quindi il problema non è questo. In'oltre con i miei giocatori c'è un buon rapporto e se c'è un problema di solito lo si dice subito :)

Modificato da Thorn Firestorm
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-Come giustifico il fatto che, senza alcuna sicurezza sull'infezione dell'uomo, lui ha proceduto ad applicare la belladonna, riconosciuta globalmente come veleno per l'uomo?

-Come giustifico il fatto che l'uomo è deceduto in seguito alla somministrazione della stessa, quando la credenza popolare dice che essa cura la licantropia, ma è ben risaputo che è un veleno per l'uomo? (ciò che chiunque potrà pensare è che l'uomo non fosse infetto, ed è morto in quanto era solo un uomo).

                                     A questo proposito posso usare l'esperto di cui parlavo per difendere le azioni del paladino, ma potrebbe risultare un po' forzato e lo farei accadere solo nel                                      caso in cui  fossero i giocatori a volerlo convocare. Ed anche il suddetto esperto non ha modo di sapere se l'uomo fosse infetto davvero, ma potrebbe                                                  mentire per i giocatori e richiedere un favore in seguito.

 

- Perchè non poteva aspettare che si trasformasse. Un orso mannaro non sono bruscolini: è un colosso di tre metri pieno di muscoli e furia animalesca, roba che un barbaro in ira in confronto è un gattino. Siccome mi par di capire che i licantropi in questa ambientazione sono malvagi (l'orso mannaro in teoria è LB) o comunque disprezzati, la scelta era tra aspettare (con rischio che si trasformasse e causasse vittime civili e forse la morte dello stesso paladino), tentare una cura con quello che aveva a portata di mano (la belladonna) oppure ucciderlo direttamente. Il paladino ha preso la decisione migliore, per quello che mi riguarda.

- Le giustificazioni? Per gli esperti, sarà ovvio che è morto di avvelenamento perchè il paladino ha applicato malamente la cura. Per i superstiziosi, basterà dire che l'uomo era già ferito e che quindi non è sopravvissuto alla cura (stiamo parlando di una società retrograda, roba che sono convinti che i salassi possono guarire la gente, quindi non mi fare troppi problemi).

- Difenderlo da chi? Dalle autorità? Il problema di risolve da solo: è un paladino. Non può mentire. Se interpellano un esperto e il paladino afferma di aver visto l'uomo attaccato da un orso mannaro, averlo stabilizzato e poi aver usato la belladonna, sapranno che è la vera versione dei fatti, e l'esperto anche se imparziale non potrà che concordare che era la soluzione migliore, anche se il Paladino non lo sapeva.

Difenderlo dall'opinione pubblica è ancora più semplice: ha detto che era stato attaccato, la gente penserà che era stato infettato e che la cura non ha funzionato per motivo X (qualsiasi cosa, tanto non ci capisce niente di questa faccenda): risolto.

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In generale concordo con Shape, più nello specifico

1 ora fa, Thorn Firestorm ha scritto:

-Come giustifico il fatto che, senza alcuna sicurezza sull'infezione dell'uomo, lui ha proceduto ad applicare la belladonna, riconosciuta globalmente come veleno per l'uomo?

Intanto pur essendo un veleno per l'uomo, non è riconosciuta globalmente come veleno per mannari, dato che la superstizione, assai diffusa e accolta, la vuole come una cura, inoltre mi sembra che il paladino avesse riconosciuto che la vittima era stata attaccata da un mannaro. Se avesse aspettato, quell'uomo sarebbe potuto diventare un mannaro, finendo per uccidere un grosso numero di vittime. Il paladino, con i mezzi e le conoscenze che aveva, non ha fatto altro che tentare di salvare la vita a quell'uomo e a tutti gli abitanti di quella città.

1 ora fa, Thorn Firestorm ha scritto:

-Come giustifico il fatto che l'uomo è deceduto in seguito alla somministrazione della stessa, quando la credenza popolare dice che essa cura la licantropia, ma è ben risaputo che è un veleno per l'uomo? (ciò che chiunque potrà pensare è che l'uomo non fosse infetto, ed è morto in quanto era solo un uomo).

                                     A questo proposito posso usare l'esperto di cui parlavo per difendere le azioni del paladino, ma potrebbe risultare un po' forzato e lo farei accadere solo nel                                      caso in cui  fossero i giocatori a volerlo convocare. Ed anche il suddetto esperto non ha modo di sapere se l'uomo fosse infetto davvero, ma potrebbe                                                  mentire per i giocatori e richiedere un favore in seguito.

Non ha senso affrontare un processo del genere senza chiamare un esperto. Se anche ai pg non venisse in mente di chiamarlo, dovrebbe farlo un giudice. Inoltre l'esperto di mannari ed un esperto cacciatore possono riconoscere facilmente la tipologia di ferite subite. Nel caso non ci siano tracce di ferite, la parola del paladino dovrebbe bastare, come ha detto Shape.

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