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[CoC] Le Tre Bocche di Cerbero - Atto Primo


Servus Fati

Messaggio consigliato

Vi chiedo gentilmente di seguire queste regole:

 

Spoiler

 

  • Link alla scheda in firma e nome del personaggio a ogni post.
  • Parlato in grassetto, pensieri  in corsivo, normale il resto
  • Nel primo post aggiungete una veloce descrizione del personaggio (e un link se ne avete un'immagine).

 

Faremo riferimento a questa mappa. All'inizio siete nel quartiere rosa al centro, sotto il fiume.

 

Boston, mercoledì 6 marzo 1929, 20.30 circa; angolo tra Huntington e St. James.

C'è nebbia, come quasi ogni giorno dopo il crepuscolo; è una fredda serata invernale e ha nevicato in abbondanza fino a poche ore fa. Vi preparate per una piacevole nottata in uno dei tanti speakeasy della zona, e in piedi appena fuori dal locale vi concedete una boccata di tabacco osservando la città che va a dormire. Dall'interno del locale un grammofono urla The Vamp, un successo di qualche anno prima.

Huntington street è popolata quasi in un'unica direzione: tutti vanno verso il St. James Theatre, dove si proietta il successo del momento, The Canary Murder Case. L'insegna fluorescente del cinema muta a intermittenza dall'azzurro al rosa; sul cartellone, il titolo del film e il corpo della diva sono due vivide macchie gialle.

Solo una figura si allontana: un uomo magro dai capelli lisci, stirati sul cranio con la brillantina. Cammina con le mani in tasca, e una sigaretta gli pende dal labbro; ha l'aria dell'uomo la cui vita si accende solo la sera, con un po' di bourbon, e il logoro cappotto che indossa porta ancora le tracce dei calici passati.

Tra la gente che scende spicca, in coda, una grossa auto – una Packard, condotta da un ragazzo che non deve ancora essersi fatto la prima barba, il quale con poca convinzione cerca di trovare spazio per passare tra la folla, e nel contempo rivolge lo sguardo dietro di sé, come fosse in ascolto.
Incrociando l'uomo con la brillantina, il giovane lo saluta. Ha l'aria smunta e spaventata.
«Le carogne sono tutte uguali!» la voce è secca, tagliente. La frase gridata come fosse un esorcismo, un'arma capace di offendere. Proviene dal sedile posteriore della Packard, dove siede un uomo: testa grossa, capelli color stoppa calati sulla fronte, bocca sottile, come un taglio di rasoio sul volto duro. Gli abiti, alla moda e impreziositi da uno sgargiante garofano all'occhiello, denotano ricchezza e una certa dose di volgarità. Il resto della frase, pronunciata a voce bassa, raggiunge solo il giovane alla guida; ma dalle smorfie del volto è chiaro che l'uomo parla come fanno molti potenti, che pongono l'accento sulla prima parola del loro discorso come fosse un proiettile calibro quartacinque.
Lo sguardo, freddo e tagliente, segue l'uomo finché l'auto non svolta, uscendo dalla visuale.

Accade in pochi secondi, a un isolato da voi. Quattro uomini escono dal cinema con una specie di ruggito e corrono verso l'uomo con la brillantina. Rumori secchi di schiaffi, grida eccitate, lamenti. La vittima viene afferrata per il bavero e sollevata in aria. Ancora schiaffi, poi un pugno nello stomaco che lo fa piegare in due. Tossisce e mugola, ma alla luce dei lampioni brilla all'improvviso una lama, che scintilla in mano a uno dei carnefici. Compare anche una pistola. E' un feroce richiamo per gli altri, che stringono il cerchio attorno al malcapitato. La faccia dell'uomo con la brillantina è bianca di terrore e rossa di sangue, che gli cola dal naso, dalla bocca e dalla fronte tagliata. Un proiettile, uno solo, e smette di muoversi. Resta riverso sulla strada. Gli aggressori iniziano a correre, ognuno per conto suo, verso le vie adiacenti.

Un libro è caduto dalla tasca del morto, un volumetto di poche pagine dalla copertina scura; nessuno degli assassini sembra notarlo.

Appollaiate sui tetti vicini, alcune cornacchie si mantengono a distanza, inclinando la testa incuriosite. Aspettano che gli uomini se ne vadano per spartirsi i resti osservando la scena con i loro neri occhietti cattivi. 

In fondo alla strada ormai sgombra, come apparso dalla bruma, un grosso randagio costeggia sgraziato i palazzi. Avanza di qualche passo, alza la grigia coda sporca, si ferma; annusa l'aria, vi vede: per qualche istante, vi fissa con le grandi pupille gialle, ipnotiche. D'improvviso, si volta e scompare nei vicoli.

 

 

 

 

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Aaron Davis

descrizione

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Aaron è un uomo che ormai si avvicina alla mezza età, ma ha ancora un fisico invidiabile. Il volto squadrato, il corpo massiccio e il naso che è stato evidentemente spezzato in passato sono tutti indici di un uomo d'azione, mentre gli occhi scuri, molto incavati e sempre in movimento, indicano forte turbamento emotivo. Veste sempre con abiti molto sobri e curati, completo scuro e camicia a righe, panciotto grigio chiaro, scarpe in vernice.

La pipa si sta quasi spegnendo, ed io non la sto più aspirando. In effetti, come al solito, ne ho tirato poco più di due tre boccate, prima di tenerla semplicemente in bocca, come se mi confortasse. La compagnia è sicuramente piacevole, e la serata si prospetta, se non la migliore, quantomeno piacevole. Per questo assisto divertito alla scenetta fra l'auto e il pedone, commentando scherzoso: "Ma quel ragazzino lo hanno svezzato prima di metterlo al volante? Suvvia, quanto avrà? Dieci anni?" 

Il clima però cambia improvvisamente quando il pedone viene aggredito da quattro o cinque malavitosi, che lo colpiscono più volte con dei pugni e addirittura un coltello, sembra. La scena mi fa infuriare, sono troppo lontano per intervenire, ma il volto perde anche quel poco di colore mentre dico a denti stretti: "Vigliacchi... Quattro contro uno! Come si permettono... Lo ammazzeranno così!" 

La mia ultima frase viene interrotta dallo schiocco secco di un colpo di pistola, rumore che mi fa sobbalzare e cadere addirittura la pipa che avevo preso in mano per lo sdegno. La mano destra corre veloce sotto la giacca, mentre osservo i malviventi allontanarsi rapidi e l'uomo giacere al suolo.

"Beh, non lascerò un uomo morire così!" Esclamo, mettendomi a correre per raggiungere il corpo esanime e cercare, se non di rianimarlo, quanto meno di attestarne la morte.

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Ralph Connigor

descrizione

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Ralph è un uomo di bell'aspetto, di chiare origini inglesi. Veste in maniera elegante ma comoda, alternando abiti marroni, grigi e neri. Ha un'espressione spesso distratta o sovrappensiero, come se la sua attenzione fosse rivolta altrove. I suoi modi sono tranquilli e cordiali.

@DM

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Non ho capito, noi pg siamo usciti insieme stasera?

Tiro le ultime boccate da una sigaretta rollata a mano, impaziente di entrare nel locale per sfuggire al freddo invernale. Nel frattempo osservo la massa di persone scorrere verso il cinema. Sorrido, mentre nella mia mente descrivo questo comportamento collettivo come se si trattasse di un rituale sociale della tribù bostoniana. Spesso mi diverto a immaginare questo tipo di situazioni paradossali, in cui le usanze dell'uomo moderno vengano studiate da uno stupito selvaggio trobriandese.
Il mio flusso di pensieri viene interrotto dallo scoppio improvviso di una rissa: un gruppo di uomini circonda e malmena un signore con la brillantina, il quale mi era già saltato all'occhio per essere l'unico che si dirigesse in direzione contraria alla massa. In un angolo della mia testa penso che magari l'uomo sta venendo punito per il suo atto anticonformista: maledetta deformazione professionale. Mi irrigidisco vedendo uno scoppio così plateale di violenza. Vorrei intervenire ma si tratta pur sempre di quattro energumeni, e io non sono certo il tipo da rissa di strada. Quando poi sento il colpo di pistola, mi appiattisco istintivamente contro il muro.
Quando riapro gli occhi il corpo dell'uomo con la brillantina si trova a terra senza vita; i suoi aggressori stanno fuggendo in tutte le direzioni. Per scrupolo, mi affaccio all'interno del locale e urlo Presto, chiamate il 911! Hanno sparato a un uomo!
Mi avvicino al cadavere, dove Aaron mi ha preceduto. Mi trovo tra i piedi un libretto di poche pagine, caduto di tasca al morto. Non sapendo resistere alla curiosità, lo raccolgo per capire di cosa si tratta.

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Tom Davies

Descrizione

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Mr Davies è un uomo di bell'aspetto leggermente robusto, dalla faccia pulita e lo sguardo intelligente e profondo, stampato nel castano dei suoi occhi. Di carnagione abbastanza pallida, porta i capelli biondi scuri ben ordinati, pettinati con una fila a destra. Elegante ed educato, ha nei suoi modi e nel suo acume i suoi punti di forza per muoversi nei piani alti della vita di Boston, ma non disdegna una compagnia più alla mano, lungo le vie della città, curioso di conoscere le vite e le abitudini degli altri. Indossa sempre dei completi scuri di ottima fattura, camicie di colore chiaro e un soprabito nero molto pesante.

 

Avevo da poco acceso la mia pipa d'avorio, con un putto scolpito sopra e fumavo in santa pace, perso nei miei pensieri osservando la donna sul manifesto del Canary Murder Case, mentre con la mano sinistra mi tenevo stretto il soprabito. Avevo pensato di fare qualche osservazione sulla nebbia di Boston, che mi ricordava la mia campagna a nord di Londra, ma gli schiamazzi provenienti da un gruppo di uomini mi distraggono, facendomi girare di scatto. Stringo la pipa nella mano destra, spalancando la bocca, stupito. Istintivamente faccio qualche passo in avanti, per guardare meglio, ma lo scoppio dell'arma da fuoco mi fanno quasi fare un salto all'indietro, per poi continuare ad indietreggiare senza rendermene conto. Scosso, resto per qualche istante interdetto, per poi avvicinarmi all'uomo aggredito quando i miei compagni già sono lì da qualche secondo. Cammino piano, misurando ogni passo, allungando il collo mentre mi avvicino per osservare perbene la scena, voltando spesso la testa a destra e a sinistra, timoroso della presenza degli assalitori li intorno.

@Custode

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Non ho ancora aggiustato la scheda, non farmi risucchiare in qualche abisso sconosciuto, lo faccio al più presto!
E complimenti per come scrivi!

 

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Il rumore dello sparo muta le grida eccitate della piccola folla riunita davanti al cinema in strepiti di paura e sorpresa - ma sembra che nessuno, a parte voi tre, abbia il coraggio di avvicinarsi al morto. Aaron corre, facendo schizzare tutt'intorno neve mista a sangue. Nel trambusto vi sembra di non riuscire a guardare altro se non la gola del poveretto: è ridotta a un unico, gorgogliante geyser rosso.

Il vociare confuso dei presenti è rotto dal rombo di un motore; sono passati non più di due muniti dall'aggressione e già un furgone della polizia arriva sgommando in Huntington. Rallenta, finendo contro un banco di neve a una ventina di metri da voi. Ne esce il Boston Police Department – agenti fatti con lo stampino, fronte bassa e braccia corte, arroganti nella divisa blu notte. Spicca un uomo alto, l’unico in impermeabile e borsalino: il detective del gruppo.

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I poliziotti sciamano verso di voi, puntandovi le colt. Il detective, sotto la visiera del cappello, stringe le palpebre e passa lo sguardo da voi al corpo a terra: «Fermi e mani dietro la schiena!»

Sta ricominciando a nevicare. 

 

@Smite4life

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Lo sparo ti turba. Mentre corri, senti delle gocce di sudore freddo scendere alla base del collo e sulle tempie; Spari, grida, morte. E’ già accaduto, questo. Luoghi diversi, tempi diversi. in un flash ti passano davanti immagini sfocate: una divisa militare di ruvida lana grigio-opaco e un paio di anfibi in pelle nera, decisamente usati, allacciati ben stretti sopra le caviglie con un doppio nodo. Sulle maniche della giacca spiccano due “baffi” di stoffa, quindi la divisa appartiene a qualcuno con il grado di caporale. E’ questione di un attimo, riprendi subito il controllo. Ralph e Tom sono dietro di te, non sembra che abbiano notato il tuo disagio.

Hai visto troppi morti in guerra per perdere tempo a sentire il polso: il poveretto è morto

@Hicks

Spoiler

 

Il volumetto non riporta alcun titolo e ha una consunta rilegatura in cuoio marrone;  cadendo si è aperto e la neve e il sangue stanno già iniziando a impregnarne le pagine. Prima che si bagni anch’essa e diventi inservibile, d’istinto afferri un pezzo di pellicola ripiegata che spunta tra le pagine, forse usata come segnalibro.

Individuare: 34 (su 50%)

 

@Alessio

Spoiler

Ti attardi qualche secondo prima di seguire i compagni e guardandoti attorno cogli un'immagine con la coda dell'occhio: dietro l'angolo di St. James  due figure vi osservano. O osservano il morto, non sapresti dire. Sono in piedi a fianco della Packard che hai notato poc'anzi. Sono l'uomo col garofano all'occhiello e due donne.

 

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Aaron Davis

"Signore!" Esclamo con tono militare, alzandomi di scatto dal corpo, e allargando le mani, una tesa in avanti ad attentere una stretta da parte del detective, una dietro la schiena: "Sergente Aaron Davis, terza brigata del Corpo dei Marines" Mi presento, il tono secco e di un militare abituato a rispondere agli ordini. "Ottima efficenza, come sempre. Il fatto è successo da pochissimi minuti." Dal modo in cui parlo, è impossibile per chiunque cogliere il momento di difficoltà che ho appena vissuto, cancellato dall'efficienza che ho imparato sul campo di battaglia. Dopo aver atteso che anche i miei conoscenti si siano presentati, faccio un rapido riassunto: "L'uomo è stato prima avvicinato da un'automobile, poi un gruppo di quattro individui lo ha aggredito, malmenandolo prima di colpirlo con un coltello ed un colpo di pistola. I malviventi si sono allontanati prima che potessimo intervenire, dileguandosi in questa maledetta nebbia. Non ho potuto non tentare un salvataggio, ma era troppo tardi." 

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Ralph Connigor

Dopo pochissimo tempo già la polizia interviene sul luogo...puntandoci le armi contro! Intimidito, mi affretto a obbedire, mettendo le mani dietro la schiena.
Oh Gesù, in che guaio mi sono cacciato? Non intenderanno davvero accusarci dell'omicidio? penso preoccupato.
Come dice il signor Davis, signore aggiungo, in un tono molto meno sicuro e militaresco rispetto a quello di Aaron. Ci siamo avvicinati per prestare soccorso, ma purtroppo l'uomo era già morto. Tutti i presenti potranno testimoniarvelo, signore!

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TOM DAVIES

Distolgo lo sguardo dal morto, un po' per osservare meglio le ombre nascoste nella nebbia, un po' per non guardare lo spettacolo nauseabondo del sangue che si riversa sul tappeto bianco di neve. L'arrivo rocambolesco della polizia mi fa trasalire; alzo le mani d'istinto, preoccupato, non vorrei essermi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. 

Tom Davies, signore. Correvamo qui per aiutare questo pover'uomo, ma non abbiamo avuto la possibilità di fare nulla, purtroppo

Mentre parlo ho ancora un tono preoccupato, il cuore mi batte più veloce del solito; cerco a fatica di mantenermi dritto sulle gambe tremanti. Ancora con le mani in alto, continuo a spostare lo sguardo dal detective al punto che stavo osservando in precedenza e viceversa.

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Alla vostra risposta uno degli agenti esita, gettando uno sguardo al detective; questi si è chinato a osservare il corpo. Si rialza, struscia il naso sulla manica dell'impermeabile e vi si pone di fronte. Ora lo vedete bene; occhi azzurri, baffi grigi e un accenno di pizzo più scuro. «Cristo Santo, che macello.» Tiene le mani sprofondate nelle tasche e sentite dal tintinnio che con la sinistra giocherella con qualcosa, forse un mazzo di chiavi.

Si volta verso la squadra di agenti. «Qualcuno inizi a prendere le deposizioni degli altri testimoni qui attorno prima che spariscano.» Indica il furgone: «Voi tre invece mi seguite in centrale e ci facciamo una bella chiacchierata tra amici.» Guarda di nuovo i suoi uomini, sorridendo, poi squadra Tom, con una luce dura negli occhi. «Dei gentlemen come voi si troveranno bene...una coppa di cognac e buon tabacco da fumare. Sapete cosa intendo: il camino acceso, il cameriere che ravviva il fuoco e quel bel sapore di un dopo cena al club.»

I poliziotti ridacchiano, divertiti. Si rilassano e abbassano le armi.

Sul marciapiede opposto il taccuino di uno degli agenti si sta riempiendo di nomi, testimonianze, pareri e parole per lo più inutili. Passato lo spavento, quasi tutti i presenti si accalcano per dare la loro versione dei fatti, sperando di essere poi citati sul giornale del mattino e avere qualcosa di cui vantarsi con gli amici. Fortuna per voi, anche se nessuno racconta la stessa storia dai gesti che rivolgono al poliziotto tutti sembrano concordi nel descrivere i quattro aggressori e il vostro intervento, successivo al delitto.

@Hicks

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Ti sembra che nessuno dei presenti abbia fatto caso al libro che hai raccolto, né tantomeno alla pellicola.

@Alessio

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Prima che il detective inizi a parlare fai in tempo a vedere l'uomo della Packard risalire in auto assieme alle due donne.

 

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Per fortuna la situazione sembra calmarsi, ma rimango un po' confuso dalle allusioni del detective. Non capisco perché ci voglia parlare in commissariato, ma immagino che a questo punto ci eviteremo perlomeno l'accusa di omicidio. Dato che i poliziotti hanno smesso di puntarci le armi contro, mi sento autorizzato a rilassare le braccia: è a questo punto che mi ricordo di quello che tengo in mano. Oh, diavolo...che abbia combinato un altro guaio? Tentenno un po', indeciso sul da farsi, ma poi mi rendo conto che potrei tenere in mano un'indizio utile alla cattura dei colpevoli. Sperando di non scatenare l'ira del detective, mi avvicino e cerco di attirare la sua attenzione. Signore, ehm...ho ritrovato questo, sembra che sia caduto alla vittima... dico mostrando il libretto e la pellicola. La curiosità è troppo forte, perciò mentre tendo la pellicola la mostro in modo da poterla esaminare anch'io.

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TOM DAVIES

Guardo dritto negli occhi il detective:

Lieto di fare il nostro dovere, signore, da buoni americani, anche senza tabacco e cognac... per noi che ci siamo fatti da soli, partendo dalla terra, nessun posto è troppo spartano.

Parlo marcando il mio accento inglese, gentilmente, ma in modo deciso. Mi avvicino a lui, gli tendo la mano, sfoggiando tutto il mio savoir faire:

Tom Davies, lieto di fare la sua conoscenza, detective?

 

@Custode

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Conosco personalmente il capo della polizia o comunque ho conoscenze da far valere col detective?..anche se immagino sia un tipo tosto, una roccia irlandese magari

 

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Aaron Davis

Sollevo minimamente il sopracciglio quando veniamo invitati in centrale, però facendo buon viso a cattivo gioco, mi avvicino al detective porgendo la mano, e chiedendo anch'io, quasi facendo eco a Tom: "Con chi ho il piacere?" 

La situazione mi sembra sempre più chiara ad ogni modo: un evidente regolamento di conti di qualche banda, forse gli sporchi italiani. Spero la polizia non intenda sul serio coinvolgere tre civili in cose del genere.

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Il detective incrocia il vostro sguardo, poi lo passa sugli oggetti. «Detective Baczkowski.» Vi stringe rapidamente la mano, poi prende un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e afferra il libro, mentre Ralph temporeggia con la pellicola e la alza verso i lampioni per guardare i fotogrammi in controluce. «E' una prova anche quella, me la consegni subito.» Tiene in mano il libricino, appiattendone le pagine col palmo della mano per asciugarle alla meglio.

@Hicks

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La luce è scarsa e c'è nebbia, ma nella pellicola riesci comunque distinguere un uomo, ripreso all'interno di una stanza. E' in tutti i fotogrammi, potrebbe essere un filmato a camera fissa.

@Alessio

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Ti è già capitato di sentire un tono simile a quello del detective - è malcelata invidia verso la ricchezza. Il capo della polizia è troppo in alto anche per te, ma qualche pezzo grosso (ben più grosso di un semplice detective) lo conosci. Che lavora in questo quartiere e quindi direttamente superiore a Baczkowski hai il gancio con un Deputy Superintendent, Jason Carlyle.

Senza girarsi chiama ad alta voce uno dei suoi uomini. «Corban, mettiti al volante.» Sembra stia per aggiungere qualcosa, ma si ferma di colpo e alza la testa di scatto. Sentite anche voi un mutamento nell'aria. Come un fremito, odore di sporco, voci remote. Sembrano ringhi, e sono vicini.

Poi li vedete. Escono dalla nebbia, forme sbavanti, fameliche. Un'orda di randagi. Cani tornati a essere belve primordiali. Arrivano dalle vie laterali, come partoriti dalla nebbia. Ferocia pura. Ringhiano, sbavano, latrano come una masnada di soldati liberi di saccheggiare. Sono cani di ogni genere, razza, taglia. Piccoli, grandi, enormi; a pelo raso, a pelo lungo. Vecchi segugi e giovani mastini coi musi allungati e le zanne snudate, sgocciolanti. Sono un intero branco, venti o forse più. Galoppano verso di voi. Uno solo rimane fermo ai margini della strana, come un generale al comando.

Il randagio dagli occhi gialli.

La prima ondata si riversa sul poliziotto più lontano da voi. Addentano i polpacci, le cosce; possenti mandibole gli si chiudono sull'avambraccio sinistro. La manica spessa del pastrano impedisce che i denti affondino nella carne e l'agente, preso dal panico, spara alla cieca. Colpisce in pieno una delle belve, mandandola a rotolare sull'asfalto in un'esplosione di denti frantumati e carne gocciolante che erutta sangue arterioso. Metà dell'orda si ammucchia sul compagno sussultante e inizia a farlo a pezzi.

Corban, in preda al panico, tenta invano di accendere il motore del furgone, riuscendo solo a farlo tossicchiare. Il detective estrae la colt e la punta verso gli animali. «Merda!»

I cani sembrano in preda a una vera e propria frenesia di sangue.

 

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TOM DAVIES

Ghiaccio. Divento di ghiaccio. Il terrore alla vista dei cani mi immobilizza. Ho sempre avuto dei cani da ragazzo, di tutti i tipi, ma la vista di queste bestie mi fa gelare il sangue nelle vene. I primi colpi di pistola mi scuotono, dandomi la possibilità di guardarmi intorno in cerca di un posto sicuro dove nascondermi. Guardo il furgone della polizia e l'ingresso dello speakeasy, valutando il punto più vicino, pronto a scattare.

@ custode 

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Credo che il furgone della polizia sia più vicino, se posso intrufolarmici mi ci butto a capofitto, sennò corro verso il bar per nascondermi all'interno

 

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Aaron Davis

Maledizione! Esclamo alla vista della massa di randagi che ci attacca. Succede tutto in fretta, però gli anni passati in trincea si fanno sentire, e al primo sparo scuoto la testa come impazzito, gli occhi fuori dalle orbite, mentre balzo davanti ai miei amici meno robusti, estraendo al contempo la pistola. Doveva essere una serata tranquilla! Che diavolo di bestie sono queste! Penso, mentre sparo a bruciapelo contro una di quelle creature infernali, urlando all'agente ferito: Arretrate, signore, non lascetevi addentare ancora! Un cordone, formiamo un cordone... Tutti in macchina!

Spoiler

Sparo con la S&W, 75%

Non so se devo fare qualche tiro reputazione per dare gli ordini ed essere ascoltato, pensavo che nella situazione di pericolo mi esce naturale il tono militare di chi è abituato a dare ordini, e questo unito al fatto di essermi presentato come sergente veterano di una truppa abbastanza scelta possa avere delle conseguenze.

 

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Ralph Connigor

Leggermente imbarazzato, consegno a malincuore la pellicola al detective. Sembra un uomo...che c'entri qualcosa con l'omicidio? Sto per entrare nel furgone della polizia quando all'improvviso sentiamo qualcosa di strano. Un'orda di cani randagi si avvicina velocemente a noi, sbavando e ringhiando. Ma che cosa... non faccio in tempo a dire, quando noto il cane con gli occhi gialli, intravisto poco fa. Incrocio il suo sguardo per un istante, mentre un brivido mi percorre la schiena.
Le bestie assalgono uno dei poliziotti, addentandolo in più punti; mi abbasso di scatto quando sento partire il colpo di pistola. Sento come da lontanissimo la voce di Aaron urlare ordini: preso dal panico, faccio come dice e mi affretto a cercare riparo all'interno del furgone.

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Rumore, buio e concitazione sono i vostri unici alleati.

Al comando secco di Aaron il primo a rispondere è Baczkowski: «Fate come dice il soldato, fuoco e leviamoci da qui!» D'istinto il detective spara nella massa ringhiante di belve, arretrando per salire sul retro del furgone. Gli altri agenti uniscono il ruggito delle loro armi al coro, tranne quello col taccuino che si affretta a portare al sicuro nel cinema i testimoni.

Un lampo nel buio e la testa del mastino più vicino all'agente ferito esplode in una poltiglia rossastra, mentre la detonazione della Smith & Wesson di Aaron vi risuona nelle orecchie.

 @smite4life

Spoiler

Uso pistola 11 (75%); il tono autoritario ha effetto senza necessità di tirare.

Uno spruzzo vermiglio investe l'agente ferito e sporca le auro in sosta alle sue spalle. L'uomo urla, e tenendosi il braccio ferito corre verso di voi, ma altri cani gli si avventano contro e gli saltano alla gola; toglie la mano dalla ferita ed è investito da uno spruzzo caldo e scuro. La pistola cade a terra e l’uomo barcolla, sputando sangue e rantolando fino al muro. Rimane così, con la schiena contro la parete e le braccia percorse da scatti irregolari. I cani si lanciano verso di voi.

@Alessio

Spoiler


Valuti rapidamente le distanze: il furgone si trova a pochi metri dall'entrata principale dello speakeasy, sul lato opposto della strada, ma la porta del locale è chiusa.

 

Tom balza sui sedili anteriori dell'automezzo e Ralph lo segue nel retro, entrando e lasciando il portellone aperto. Corban continua a lottare col motore senza riuscire a farlo partire.

I fari accesi proiettano nel nulla fasci di luce gialla, lasciando danzare fiocchi di neve nella loro scia. Da una finestra chiusa sopra di voi filtra un vecchio blues di Robert Johnson, Hellhound on my trail.

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TOM DAVIES

Ho gli occhi sgranati, non sbatto le palpebre e rivoli di sudore mi solcano il viso mentre mi guardo intorno nervosamente, a scatti, respirando velocemente, gonfiando il petto fino quasi a scoppiare. Ho la bocca leggermente aperta dalla quale mi esce un sibilo che vorrebbe trasformarsi in parole, ma senza successo. Mi saltano alla mente gli occhi gialli del randagio, facendomi emettere un lamento cupo. Mi porto le mani alle tempie, alla fronte, provando ad asciugare il sudore

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Aaron Davis

ARGH! Bestie schifose! Esclamo, dopo aver sparato. L'odore acre della polvere da sparo unito a quello dolciastro del sangue, la neve bianca schizzata di rosso, le urla imprecanti dei vivi e i lamenti dei feriti... Ho gli occhi iniettati di sangue, bava che schizza, mentre con un gesto furibondo faccio girare il caricatore del mio revolver e sparo a bruciapelo su una delle bestie che ci sta raggiungendo, mentre grido: "Forza!! Fate saltare le cervella a questi kraut prima che loro lo facciano a voi! E tu accendi quel dannato motore!" La furia della battaglia mi trasporta lontano, in altri tempi e altri luoghi, in cui i nemici non sono altro che mangiakrauti infreddoliti, ma la morte che portano è la stessa.

Spoiler

Sparo ancora, il caricatore della S&W ha 6 colpi. Ho segnato con un tic l'abilità con il revolver, è giusto?

 

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Ralph Connigor

Osservo l'orribile scena dal finestrino del furgone. Mi tremano visibilmente le gambe quando vedo l'agente azzannato alla gola da una delle bestie. I cani sembrano preda di un frenesia inarrestabile, insensibili ai colpi di pistola che farebbero fuggire animali ben più feroci. Non è possibile, cosa diavolo gli prende?! Questa non è semplice fame...forse sono malati. Ma non mi torna, quel cane dagli occhi gialli... ancora un brivido lungo la schiena. Valuto la distanza che ci separa dal branco, e mi avvicino al portellone del furgone, pronto a chiuderlo rapidamente nel caso i cani ci raggiungessero.

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