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Cyberpunk L'Agenzia


Demian

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Il magazzino ha alcune entrate secondarie ed uscite di sicurezza sparse ai lati, oltre a portelloni che vengono aperti quando è necessario portare all'interno delle scorte, su alcune pedane sono ammucchiati sacchi e confezioni sigillati, noti prodotti per la pulizia delle strutture ed imballaggi di contenitori sigillati, a quanto pare qui lavorano prodotti alimentari ittici, non una branca d'affari per cui la IntelCo sia conosciuta. Sul tetto del complesso non noti sistemi d'allarme, non sembra esserci una gran sorveglianza sull'intera struttura, come se nella sua totalità l'edificio non fosse tutto della stessa importanza, c'è una certa attenzione verso il perimetro, ma non molto di più.

Spoiler:  
Non ci sono container all'esterno oltre le baracche sul retro, ma le scorte sulle pedane sono accatastate fra loro in unità imballate che raggiungono i due metri d'altezza.
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La mia ricognizione è terminata e non ho altri motivi per restare in zona, evitando di passare nei pressi del cancello mi avvio verso la stazione. Prendo il treno ed allontanandomi dalla zona mi dirigo verso il centro, finalmente posso dedicarmi alla Bennett. Scendo alla mia fermata e mi dirigo verso uno dei tanti ed anonimi luoghi di accesso alla Rete. Scelgo una macchina e siedo collegando il jack all'interfaccia di comunicazione alla base del cranio. Mi appare davanti agli occhi la schermata di navigazione e senza perdere tempo mi immergo nelle mie ricerche.

Spoiler:  
|-> Non mi veniva un modo per tradurre in chiave cyberpunk gli internet point.

In un mondo dove la rete è diventata una vera e propria realtà tangibile (o quasi), mi è sembrato inusuale andare a fare le mie ricerche in una biblioteca. O almeno, non sarebbe la mia prima scelta.

Iniziamo con le robe basilari:

Faccio una ricerca su Mary Bennett in generale, scoprendo tutto quello che riesco a scoprire (di personale). Vedo anche per quale giornale\roba lavora e se ha sede in città, se si scopro anche dove di preciso.

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I primi risultati delle tue ricerche riguardano gli articoli della Bennet. E' normale, sono pubblici, le cose di lei più indicizzate dai motori di ricerca. Reportage di azioni militari in Arabia Saudita o della campagna del Wyoming. La donna è una tipa tosta, ha le p@lle, glielo si deve riconoscere, si è fatta le ossa su molti fronti. Non è una combattente, ma di certo non teme il pericolo della morte. Chissà che tu non riesca a farle cambiare idea, pensi mentre un sorriso ti sfiora.

Altre informazioni riguardano la sua vita privata, familiari e frequentazioni, gente che potrebbe servirti ad attirarla se soltanto fosse a portata di mano, ma lei non li porta mai con sé quando va a caccia di notizie.

Ti ci vuole un po' per trovare qualcosa di utile in quel gran mare di notizie: a quanto pare una rivista online ha scritto che la Bennet sarebbe pronta per ripartire, per dirigersi chissà dove, il blogger autore dell'articolo non ha idea di quale sarà la destinazione finale della reporter, ma di una cosa è a conoscenza: essa ha prenotato un volo per la metropoli di Porltand, e lui ha creduto che si trattasse soltanto di una tappa intermedia. Il poveretto non sa che è proprio in questa città che lei si sta recando per cacciare, per cacciarti; il suo aereo atterrerà domani sera sulle piste di Hillsboro. Ironia vuole che il luogo non sia molto distante da dove sorge la torre della IntelCo, lo hai visto nelle immagini trasmesse stamattina dal tuo contatto.

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Scollego il jack dalla data-port sulla nuca, in parte delusa ed in parte eccitata dal fatto che arriverà domani chino il capo riflettendo sulle informazioni in mio possesso.

Ha una famiglia ed una posizione che si è creata da sola, in pratica ha molto da perdere. E' determinata e so che non si arrenderà facilmente. Non vedo l'ora di poter finalmente giocare con lei.

Dopo aver passato numerosi istanti a fissare il vuoto raddrizzo il capo e controllo l'orologio collegato al nervo ottico, con la solita studiata calma mi alzo e me ne vado dopo aver pagato in moneta, un mezzo di pagamento molto comodo per evitare problemi. Abbandono il locale e mi dirigo verso la mia abitazione per prepararmi alla serata.

Spoiler:  
Che ore sono? e quale ora mi era stata indicata?
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E' ormai passato mezzogiorno quando raggiungi il tuo quartiere, una decina di ore ti separano dall'arrivo previsto di Jotaro Mishima al capannone nel Northwest Industrial, verso le 22:30.

Il traffico è fastidiosamente congestionato, come al solito, in silenzio cammini verso il tuo appartamento sperando che la signora Jones si sia già tolta dai piedi, mentre passi davanti alla vetrina di Nancy noti che Vito è ancora li, si sta sorseggiando una birra mentre guarda fuori, i suoi occhi incrociano i tuoi. Quel maledetto italiano non ha davvero un cavolo da fare.

Più avanti i poliziotti hanno sgombrato il luogo dell'omicidio dopo che gli operatori hanno fatto pulizia, poco male, i Totenkopf uccideranno di certo qualcun altro entro sera.

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Sostengo lo sguardo dell'uomo per un paio di secondi prima di perdere interesse, riporto lo sguardo sulla strada e raggiungo l'ingresso del palazzo.

Prendo l'ascensore e salgo al mio piano, attraverso il corridoio e mi fermo davanti la porta del mio monolocale. Accosto alla porta sia il palmo della mano destra sia l'orecchio rimanendo in silenzio mentre il mio udito si affina. Una volta sicura che non ci sia nessuno di ostile, abbasso la maniglia ed inforco la porta.

Spoiler:  
Ascoltare +21 (+6base+15perché ascolto attraverso una superficie - in teoria dovrebbe annullare il malus, ma non mi ricordo l'entità di quest'ultimo).

Se percepisco robe come lo scatto di un otturatore o simile, non apro la porta.

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Dopo aver controllato cautamente che non ci sia nessuno in casa tua, apri la porta e sei nell'appartamento, il silenzio e la solitudine sono un toccasana dopo il rumoroso traffico nelle strade, silenziosamente ripensi ai tuoi attuali obiettivi: Jotaro Mishima, che dovresti vedere stasera, e Mary Bennet, la cara giornalista di Detroit, che arriverà domani verso le 18:00.

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Mi chiudo la porta a chiave alle spalle e mi sfilo gli stivali abbandonandoli a terra, mi avvicino al tavolo e vi lancio sopra la giacca e la guaina con il pugnale. Avvicino il braccio destro al viso per odorarlo ed irritata mi rendo conto che puzzo di smog, un paio di ore in strada e già sono pregna di questo tanfo. Lo odio.

Mentre mi avvio verso il bagno mi spoglio totalmente gettando gli indumenti al suolo, poi apro l'acqua e mi infilo sotto la doccia.

Spoiler:  
Direi che possiamo fare un piccolo fast forward. Io comunque conto di arrivare sul posto almeno un'ora prima dell'orario stabilito.
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Spoiler:  
Concordo, saltiamo in avanti.

Lavi via l'odore della città lasciandolo svanire nello scarico, quando ti senti pulita chiudi il rubinetto della doccia e con calma afferri uno degli asciugamani puliti lasciati nella stanza dalla signora Jones. Perlomeno la padrona di casa è di qualche utilità di tanto in tanto. Dopo esserti rivestita ripassi mentalmente i dettagli trasmessi dal contatto e le caratteristiche del luogo in cui dovrai colpire il signor Mishima, ti prepari alla missione pregustando il momento in cui potrai cacciare di nuovo, il resto del tempo lo passi fra riposo e noia, le ore sembrano non passare mai.

Giunta la sera esci di buon ora per poter essere in zona con un certo grado di anticipo, raggiungi la stazione e compi il viaggio che avevi fatto stamattina per andare in esplorazione, per tua fortuna c'è un po' meno traffico ed il treno non è così affollato. Le Northwest Industrial sono illuminate a giorno, la maggior parte delle industrie ancora in piena attività, ti avvicini al capannone della Mishima e cerchi un angolo poco illuminato dal quale tenere d'occhio la struttura senza esser vista, stare qui ti fa capire che c'è qualcosa di peggio della puzza di smog: puzza di smog umido, forse pioverà prima di notte.

Sei in posizione da circa dieci minuti quando vedi una chiatta accostarsi al molo dopo aver risalito il Willamette, l'imbarcazione ha un aspetto vecchio e scassato, sembra di quelle che vengono usate per la pulizia delle rive dei fiumi che attraversano la città. Le porte anteriori del magazzino vengono aperte ed un carrello elevatore si avvia verso il molo assieme ad alcuni uomini vestiti da operai, due delle guardie di sicurezza al cancello escono dalla loro guardiola e si avviano anch'essi verso la chiatta, vedendoli muoversi sotto i fari noti che non sono gli stessi di stamattina.

Dall'imbarcazione viene scaricata una cassa scura, in metallo, il carrello elevatore la sta trasportando verso il capannone, gli operai e le due guardie camminano dietro di lui, ma con loro c'è qualcuno, uno dei marinai della chiatta è sbarcato e sta accompagnando il carico verso il magazzino, ha abiti scuri ed una berretta ben calata sul capo, non riesci a distinguere il colore degli occhi ma capisci che è di etnia cucasica, non è Jotaro Mishima. Lo sconosciuto sta fumando una sigaretta mentre porta qualcosa all'orecchio, un telefono. Stai per metterti in movimento quando noti una Cadillac grigio metallizzato di ultima generazione avvicinarsi da una via laterale, il veicolo si ferma al cancello e le due guardie li rimaste lo aprono rapidamente permettendo al mezzo d'entrare, la Cadillac prosegue quindi fino al capannone, dove entra seguendo il carrello elevatore e la sua "scorta", due degli operai chiudono le porte dietro di lei.

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Uscita dal bagno e con i capelli ancora umidi passo a vestirmi, sul braccio sinistro ed a contatto con la pelle aggancio la guaina del Nova e vi infilo l'arma. Indosso per prima cosa un paio di shorts aderenti ed un top sportivo, prendo una maglia a maniche lunghe ed un pantalone largo. Concludo il tutto infilandomi un cappello e calzando un paio di scarpe basse di tela. Tutto quello che ho indossato è nero, come buona parte dei miei capi di abbigliamenti; nero, blu scuro e marrone scuro sono i colori più diffusi nel mio armadio visto che mascherano le macchie di sangue quasi alla perfezione.

Prendo una tracolla militare, di dimensioni ridotte ma capiente, e comincio a riempirla con l'equipaggiamento necessario per la serata. Scelgo una cesoia adatta a tagliare le maglie della rete intorno al complesso e la infilo in borsa, faccio lo stesso con un paio di granate per tipo e la maschera antigas.

Quando è ora prendo lo zaino e lascio l'appartamento.

...

Non appena arrivo in posizione poso a terra lo zaino svuotandolo del suo contenuto per poi cominciare a spogliarmi, ripiego il cappello e le scarpe leggere e le infilo sul fondo. Mi sfilo anche la maglietta ed il pantalone e li ripongo nello zaino dopo averli ripiegati in modo da occupare meno spazio. Mi rimetto lo zainetto a tracolla ed utilizzo la fascia, dotata di sistema m.o.l.l.e. per agganciarvi le quattro granate; mi appendo la maschera antigas al collo e raccolgo le cesoie prima di avviarmi verso il lato scoperto del complesso. Trovo il punto meno illuminato e meno sorvegliato della recinzione e facendo attenzione incomincio a spezzare le maglie della recinzione.

La pioggia non mi disturba, è spesso un piccolo vantaggio da non sottovalutare.

Spoiler:  
Come è illuminato il complesso?

Muoversi silenziosamente +14, Nascondersi +13 +da5a10 in base a quanto poco è vestita Tessa. Devi dirmi te.

Ascoltare\Osservare +6 sul complesso per cercare di capire se qualcuno mi nota o altre robe.

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Tagli la recinzione in modo rapido e silenzioso, e in un attimo sei dentro, nascosta dai rifornimenti imballati ammucchiati sul lato del capannone. Non sembra che le guardie ti abbiano visto, sono ancora al chiuso nella loro postazione, verso i container sul retro ci sono invece alcuni uomini raccolti attorno a fuochi, parlottano fra di loro ed è improbabile che ti abbiano visto.

Spoiler:  
Il complesso è illuminato da faretti che si trovano in alto, poco sotto l'inizio della tettoria, questi sono meno potenti sul lato posteriore dove si trovano le baracche degli operai, sul lato anteriore invece hai notato che il livello d'illuminazione è stato abbassato all'arrivo della chiatta, ed alzato nuovamente dopo la chiusura del portellone. Ai lati l'illuminazione è rimasta costante ma la zona si trova abbastanza lontana sia dalle baracche sul retro che dalla guardiola al cancello, inoltre qui si trovano le pedane con imballagi di prodotti chimici ed altri rifornimenti della fabbrica, sembra essere l'opzione migliore per un ingresso indisturbato, quindi l'ho usata per darti copertura dopo il passaggio della rete.

Tessa è riuscita a tagliare la recinzione ed a sgattaiolare all'interno senza essere notata, dimmi tu come preferisci che si muova, sono visibili porte laterali (uscite di sicurezza) sia in direzione del retro che del fronte. Nel fronte c'è una buona illuminazione e la porta non è distante dalla guardiola, sul retro invece è più in oscurità ma ci sono alcuni operai sono fuori dalle baracche, come detto.

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Al riparo ripongo le cesoie in modo da avere le mani libere, per alcuni istanti rimango in silenzio ascoltando ed osservando la zona in attesa. Nulla accade e quindi è tempo di continuare a muoversi. So già a quale delle due puntare, quella sul lato est. Il velo di tenebre e la capacità di mimetizzazione della mia pelle sintetica dovrebbero permettermi di passare inosservata.

Così attendo che gli operai siano distratti e che nessuno sia girato verso di me prima di muovermi ed infilare la porta. Sfrutto fin quando possibile la copertura degli imballaggi per poi muovermi rasente al muro del complesso, la mia pelle muta assumendo i colori del complesso.

Spoiler:  
Si infatti, volevo usare proprio quell'ammasso di roba come riparo.

Scrivo che vado sulla porta est, ma solo se questa NON è nel raggio visivo delle videocamere. Dimmi tu.

Muoversi silenziosamente e nascondersi come sopra.

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Mentre ti avvicini silenziosamente all'uscita di sicurezza, la pelle sintetica che ti è stata innestata dopo l'incidente si attiva analizzando l'ambiente circostante e mutando rapidamente colore per darti modo di mimetizzarti con ciò che ti circonda, non ti rende realmente invisibile, un osservatore attento potrebbe notare comunque la tua ombra, ma fin'ora si è sempre dimostrata di grande utilità durante le missioni, e in questa penombra è perfetta. Raggiungi la porta senza che nessuno dia segno di essersi accorto di te, l'uscita di sicurezza è vecchia, il metallo ha perso vernice ai bordi ed ha cominciato ad arrugginire, la maniglia è di plastica, sbiadita per l'esposizione al sole ed alle intemperie. Ti fermi ed appoggi il capo contro la parete, i tuoi sensori uditivi sono talmente perfetti che ti permettono di ascoltare ciò che avviene all'interno come se il muro non ci fosse, senti parlottare e qualche colpo di tosse, dei passi, dai brandelli di conversazione che riesci a cogliere capisci che si tratta degli operai che hanno accompagnato l'ingresso della cassa nel capannone, a quanto pare stanno girando all'interno del magazzino, è probabile che gli sia stato dato l'ordine di pattugliarlo. Non erano armati per quanto hai potuto vedere, ciò non toglie che anche soltanto gridando possano dare l'allarme, e c'è comunque la remota possibilità che alcuni di loro siano in realtà dei cyborg con armamenti nascosti, anche se dagli argomenti frivoli dei loro discorsi ti sembrano tutt'altro che dei professionisti.

Attendi e rimani in ascolto, attorno al fuoco i disperati che vivono nelle baracche si stanno passando delle bottiglie di qualcosa, vodka e rhum probabilmente, rimani immobile finché non senti gli operai all'interno allontanarsi nel proseguimento del loro giro, dopodiché afferri finalmente la maniglia e, senza neppure respirare per la tensione, tiri leggermente la porta verso di te.

E' aperta. Un buon colpo di fortuna, devono essersi dimenticati di chiuderla, o forse la utilizzano per portare all'interno delle scorte e non sono poi particolarmente scrupolosi nell'assicurarsi che venga richiusa. Dai una rapida occhiata all'interno, ci sono più che altro delle scorte: noti pile di scatolette di latta vuote, di varie forme e dimensioni, ci sono anche dei barattoli in vetro, anch'essi vuoti, è in essi che vengono confezionati i filetti di pesce che qui lavorano. Nessuno in vista, ma senti ancora le voci degli operai, sembra che stiano girando a coppie, non si stanno avvicinando a dove sei tu per il momento, da li sono appena passati.

Spoiler:  
Ho fatto un tiro casuale per vedere se la porta era aperta, è andata bene. Ho notato che Tessa non ha gradi nell'Abilità Scassinare (o comunque vogliamo tradurre Disable Device), mi pare un po' strano per un PG che punta sulla furtività. Per altre eventualità come possiamo risolvere? Potrei aggiungere all'equipaggiamento un piccolo robot scassinatore fornito dall'agenzia, in modo da non dover stare a rifare le Skill.
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Sicura che non ci sia un pericolo imminente scosto la porta giusto il necessario per far passare il mio corpo e mi infilo all'interno. Mi acquatto piegandomi sulle ginocchia e tirandomi con calma la porta alle spalle, chiudendola il più silenziosamente possibile. Mi appoggio con la schiena al muro mentre la pelle muta nuovamente tonalità, nel frattempo sfrutto quel tempo per studiare l'ambiente.

Spoiler:  
Allora ti spiego quello che è successo. E soltanto a pensarci mi sento un idiota.

Non ho messo gradi a scassinare perché non avendola di classe quando sono andato a mettere i punti abilità neanche ci ho fatto caso, la scheda su mythweaver ha la tabella delle abilità vuote e quindi per pigrizia ho inserito solo quelle di classe :lol:

Poi avevo visto un coso di quelli per scassinare, soltanto che l'ho accantonato non ricordando di non aver messo gradi in scassinare.

Cerco intanto di capire in che direzione si sono mossi gli operai. E quanti ne vedo.

Se vedo il carro elevatore con la cassa, o questa o il jappo con le due guardie.

La struttura del complesso. Se ha un unico livello\ambiente o meno.

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Restando acquattata contro il muro osservi l'interno del capannone, sei chiaramente in una specie di magazzino posteriore; verso ovest, dove c'è più luce e senti qualcuno discutere in lontananza, vedi invece cominciare file di macchinari allineati, devono essere quelli che si occupano dell'inscatolamento dei filetti di pesce e della finitura degli imballaggi delle merci. Il complesso è su un unico piano, ma noti che ci sono delle passerelle sopraelevate in metallo, usate probabilmente dai capetti per controllare il lavoro degli operai loro sottoposti. Le passerelle sono due, una che costeggia la parete sud e un'altra quella nord, da dove sei riesci a vedere, verso ovest, delle scale a chiocciola che ai due angoli permettono di salire.

Dagli scricchiolii capisci che c'è qualcuno sulla passerella a nord, qualcuno di pesante, forse una delle due guardie entrate assieme alla cassa, avevano delle corazze militari. Chiunque sia, sta camminando lentamente per tenere d'occhio il locale dall'alto, le due passerelle sono pienamente visibili l'una dall'altra.

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Senza alzarmi comincio a muovermi parallelamente alla parete sud del magazzino, dirigendomi verso ovest.

Rimango in allerta controllando sempre la posizione della sentinella sulla passerella e rimanendo sempre al coperto. Mi muovo il più silenziosamente possibile cercando di individuare le altre sentinelle, o operai, di ronda.

Con la mano destra sfilo il coltello dalla guaina allacciata all'avambraccio sinistro e lo impugno alla rovescia. Il respiro seppur impercettibile da ascoltare è lento e misurato ed il battito del cuore sintetico è calmo. L'unica espressione che traspare per ora sul mio viso è la determinazione e non mi sento diversamente da un mastino a caccia.

Spoiler:  
Sopra la passerella sud non c'è nessuna guardia?

Giusto per conferma: l'ingresso (dove è entrata l'auto ed il carrello elevatore) è sul lato ovest o nord del magazzino?

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Ti muovi verso ovest, il lato del capannone dal quale è entrata la Cadillac, i tuoi piedi sfiorano il pavimento senza fare alcun rumore, sfortunatamente però sei così concentrata sulla guardia che sta pattugliando la passerella nord da non accorgerti di alcuni pezzi di ricambio leggermente sporgenti da uno scaffale, ne urti uno con la schiena e quello cade a terra emettendo un suono metallico, senti la guardia che stavi tentando di evitare muoversi più rapidamente verso la tua posizione, una torcia puntata verso di te nella penombra. Impietrita, scivoli di lato e ti accosti ad alcuni dei macchinari per il confezionamento del pesce, scegliendo l'angolo più buio che hai nelle vicinanze, subito la pelle mimetica viene in tuo soccorso adattandosi alle tonalità circostanti.

La guardia si ferma sulla passerella e punta la torcia verso il punto in cui eri, la direziona tutt'attorno osservando la scena con attenzione, non sembra però riuscire ad individuarti, per tua fortuna quelle componenti sono ancora in vista e sporgenti, l'agente di sicurezza deve aver notato il pezzo a terra, ma in quella posizione sarebbe potuto cadere anche da solo. Dopo secondi che scorrono lentissimi, il raggio della torcia si sposta mentre la guardia ritorna sui suoi passi, si allontana, ma ciò che dice ti fa rimanere ancora immobile contro il tuo nascondiglio: Voi due, andate a vedere in quella zona, e mettete a posto quei pezzi di ricambio.

Ti acquatti ancor di più contro i macchinari della fabbrica, spostandoti leggermente per essere meno visibile ai due operai che si stanno avvicinando da ovest, in silenzio sollevi il coltello portandolo a fianco della faccia, pronta a scattare e colpire, non ti resta che rimanere in attesa. Due uomini, uno bianco e l'altro mulatto, raggiungono lo scaffale, si guardano intorno in cerca di qualcosa che non vada, poi uno dei due si china e raccoglie il pezzo caduto, rimettendolo a posto e sistemandolo meglio assieme agli altri. Inizialmente i due erano silenziosi, intenti a controllare che non vi fosse qualcuno, non ti hanno vista però, e questo deve averli fatti rilassare, ricominciano infatti a parlottare fra di loro, discutendo del campionato di Bykerball, proseguono nel loro giro di esplorazione dirigendosi verso est, ti passano a fianco, a pochi centimetri da te, ma non se ne rendono conto, li vedi muoversi con tranquillità oltre il tuo nascondiglio ed allontanarsi nella penombra.

Quando sei certa di non avere più nessuno vicino, sgattaioli fuori dall'angolo riparato che ti ha protetta dai sorveglianti e prosegui ad avanzare verso l'ingresso principale del magazzino, ora sei sicura che sulla passerella sud non ci siano guardie, nessuno si sta muovendo su di essa. Stando attenta agli scaffali ed ai macchinari, stavolta riesci a muoverti senza attirare l'attenzione giungendo finalmente in vista del tuo bersaglio, la Cadillac è ferma in un ampio spiazzo illuminato, comunemente utilizzato per lo scarico delle merci in arrivo dal molo, di fronte ad essa è fermo il carrello elevatore che ha portato dentro la cassa, questa è aperta e le si sono radunate attorno alcune persone. Il primo che noti è Jotaro Mishima, l'uomo indossa un vestito nero di taglio elegante, italiano probabilmente, ed ha una cravatta dorata, in silenzio sta osservando il carico arrivato con la chiatta, e l'uomo con la berretta, il "marinaio", è vicino a lui, evidentemente in attesa di concludere qualunque affare stiano trattando. Oltre ai due ci sono altre tre persone: la prima è una guardia della sicurezza privata, una delle due che avevano raggiunto il carico, la sua corazza tattica è in buono stato, un visore per il puntamento assistito gli copre gli occhi, e lui impugna una mitraglietta dell'esercito, sembra sapere il fatto suo, dev'essere un veterano.

Gli altri due uomini sono un po' più distanti dal resto del gruppo, uno dei due ha un taglio punk con metà testa rasata e l'altra metà coperta da lunghi capelli tinti di fucsia, è seduto su una cassa ed ha un'espressione stralunata, di tanto in tanto mugula di piacere, probabilmente è strafatto; l'altro soggetto è alto e magrolino, indossa degli occhiali da vista ed ha i capelli tagliati a spazzola, tiene in mano uno strumento che riconosci, un analizzatore chimico. Jotaro Mishima ha portato con sé un drogato ed un chimico, non hai bisogno di vedere il contenuto della cassa per sapere di cosa si tratti: droga. Giusto per curiosità ti sporgi appena un po' di più per poter vedere il carico che il "marinaio" ha portato a Mishima, un ammasso di sacchetti contenenti capsule in bioplastica trasparente, contenenti un liquido chiaro. Bliss, una delle droghe più popolari a Portland, dicono che ti mandi direttamente in paradiso.

Spoiler:  
Scusami per l'assenza, ho dovuto resettare il rooter e questo mi ha dato problemi nel ripristino della connessione, mi sono collegato un paio di volte da casa di amici, ma non ho avuto il tempo per rispondere.

By the way, avrai notato che ho fatto un tiro basso in muoversi silenziosamente, e uno alto per la percezione della guardia :D

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Riprendo ad avanzare scivolando tra le ombre sfruttando le coperture ed i vari ripari mentre studio la situazione. Osservo sia le guardie sia la cadillac, sicuramente è blindata e se non elimino l'obiettivo al primo colpo rischio che si barrichi al suo interno. Inizio a ruotare lentamente intorno alla zona illuminata mentre controllo l'area alla ricerca di un'apertura.

Spoiler:  
I vetri della cadillac sono oscurati? riesco a capire se c'è o meno l'autista. Riesco ad avere la certezza della blindatura del veicolo? Non so da quanto è "schiacciata" la macchina... un'auto blindata è più pesante della sua controparte non blindata.

Quanto si estende l'area illuminata? ed a che distanza si trovano rispetto a me\eventuali ripari.

Posso girare intorno all'area rimanendo nascosto? la guardia armata quale "settore" controlla?

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Osservi con attenzione la situazione, muovendoti fra i macchinari restando al di fuori dell'area illuminata, la guardia con la mitraglietta sorveglia più che altro il portellone chiuso del magazzino, ma di tanto in tanto si volta per guardarsi attorno, scrutando verso le finestre in alto, solo di rado controlla l'area buia del magazzino, ma cammina avanti e indietro di fianco alla cassa.

Noti che la Cadillac è pesante, probabilmente blindata, e all'interno noti la sagoma del guidatore a malapena visibile oltre i vetri oscurati.

Misuri l'area illuminata con lo sguardo, l'intera sezione frontale del capannone si trova sotto ai riflettori, lo spazio rischiarato termina a circa cinque metri da te, mentre il bersaglio è a una quindicina di metri da dove sei, e ti sta dando le spalle.

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