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Un passo verso l'ombra


Lirenzo

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"Ora cerco queste due famiglie e le strangolo! Non potevano fare altro invece che incidere balle e onestà tutto il giorno?!" Ero abbastanza seccato da questi indovinelli che riguardavano scrigni e famiglie con evidenti problemi di integrazione sociale. Nonostante ciò ne valeva della mia vita quindi, anche se con scarsa convinzione, iniziai a pensare all'indovinello.

La cosa che mi fu subito chiara è che non potevo identificare quale dei due scigni fosse realmente stato fatto dal costruttore in questione...ma comunque rimaneva solo lui come unico indiziato. Con la fastidiosa sensazione di essere rimasto indietro, sollevai la statuetta di "Papà Bellini"... Dannate statuette dei miei stivali!

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Un'altra chiave si aggiunse alle altre tre scattando nella seconda delle serrature, ne mancava una, quella di Knerf. Immediatamente giunse la creatura che aveva condotto il gruppo verso quella sfida: "Non potete aiutarlo, deve riuscire o fallire da solo!"

Il paladino era fermo da quasi dieci minuti sul suo secondo enigma quando si voltò, dando le spalle ai compagni e al suo enigma, si sedette per terra e rimase fermo lì per altro tempo. Parecchio tempo, tanto tempo, probabilmente almeno un quarto d'ora, poi si risollevò da terra, sembrava diverso, cambiato dall'interno, i suoi occhi sembravano bramare la sfida ora.

Osservò il testo, lo rilesse e alzò una statuetta, raccolse una chiave e si diresse all'enigma successivo, che affrontò con lo stesso spirito, non passarono che una manciata di secondi e aveva in mano l'ultima delle chiavi. Si avvicinò ai compagni, ora era perfettamente calmo e, sfregandosi la nuca con una mano disse con un tono scherzoso e meravigliato: "Sì, ci sono riuscito! ... Fortuna, eh? Ahahahah!"

Inserì la chiave e la fece girare, un meccanismo scattò, ma le quattro chiavi svanirono.

Lo scrigno ora riluceva più di prima e la fessura che si era aperta emetteva un bagliore azzurro che raggiungeva tutti gli angoli della sala, era uno spettacolo quasi incredibile. Il paladino si fece avanti e con mano ferma aprì la cassa, la luce per un attimo accecò tutti, poi come se fosse fuggita dal suo contenitore si fece più flebile e si poté vedere il contenuto: una campana fatta di una roccia dalle sfumature tendenti al verde e parzialmente trasparente.

Nulla si mosse: il drago alle spalle del gruppo sembrava essere curioso quanto gli altri sul contenuto, ma non disse una parola, Knerf e i coboldi ancora più immobili, fermi a rimirare cosa si trovavano davanti.

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Luxara osserva stupita il paladino che improvvisamente sembra riuscire a risolvere tutti gli indovinelli. Quando questo si avvicina, pensa: "Non so da cosa ha ricevuto aiuto, ma spero che il drago non abbia nulla da ridire."

Poi, quando infila la chiave nello scrigno e questo si apre, ammira meravigliata il contenuto. "Una campana?" esclama sorpresa. Studia l'oggetto per qualche secondo, infine si gira verso la creatura e chiede, in draconico: "E ora? Dobbiamo suonarla?"

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"Potreste farlo, ma non sarebbe utile ora... Non sapevo cosa avreste trovato, non sono io a riempire queste casse. Le campane sono legate a una persona in particolare del popolo che abita queste terre. Suonata la campana una volta la persona in questione verrà richiamata e combatterà al vostro fianco per un'intera giornata, questo una volta ogni mese. In verità potreste suonare una campana più di una volta al mese, ma si romperebbe richiamando la persona in questione. Questa di chi è?"

Mosse la coda e fece ruotare l'oggetto, ora si vedeva chiaramente uno stemma inciso su di quello. "Oh, era la sua. Non vi preoccupate, la conoscerete prima di andarvene dalle montagne... Ora cosa volete fare? Tornate indietro o volete rimanere con noi? Se lo faceste ve ne saremmo grati, per voi ci sarà una festa, pochi aprono una cassa, meno di coloro che superano gli enigmi. Venite con me, quindi?"

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Stupito per la trasformazione del paladino Zeta si complimenta con lui, ma di uguale stupore é la sua espressione alla vista del contenuto dello scrigno.

Rispose titubante all'offerta della creatura draconica Non saprei... accetterei volentieri ma abbiamo dei compagni che abbiamo lasciato fuori, non vorrei pensassero male o gli accadesse qualcosa... Voi che ne pensate?

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I coboldi risposero subito: "Oh, dai, un invito non si rifiuta mai!" "Eh, no, non possiamo rifiutare un invito, soprattutto da un discendente dei draghi!" "Giusto!"

Knerf si fece avanti: "Se voi volete andate pure, io posso tornare indietro a dare un'occhiata, ma dubito che noi possiamo aiutarli più di molto: se Ras è dalla nostra parte abbiamo poco da temere, o per lo meno... Dove non riesce lui non so se noi potremmo cambiare qualcosa, probabilmente sì, ma è comunque uno stregone potente. Se è contro di noi... Saremmo nei guai anche tutti assieme!"

La creatura non interruppe il discorso, aspettando una risposta, ma vedendo che il paladino non proseguiva prese a dire: "Ras Barisca? Il negromante della palude? Oh, non avete nulla da temere da lui, è un simpaticone, ma non uccide la gente se non teme per se stesso... Come mai è qui? Cosa è venuto a fare e perché non è con voi?"

L'uomo sorrise: "Oh, non so esattamente cosa sia successo... Credo che lo abbiano incontrato i miei compagni nella palude..."

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"Oh, molto bene! Quale gioia mi date! Venite, venite."

Si fa rapidamente strada verso un ennesimo tunnel nella roccia: questo è diverso dai precedenti, non è scavato, ma sembra più un corridoio di una reggia, fatto di blocchi di roccia lavorata e vi sono disposte a distanza regolare delle torce spente. Per ogni luce il dragonide si sporgeva verso di essa e diceva alcune parole sotto voce e quelle si accendevano magicamente risplendendo di una fiamma intensa, che tuttavia non sembrava consumare i supporti. Dopo poco si incontrò una scalinata anche essa riprodotta con le stesse tecniche del corridoio e ai lati di essa vi erano due guardie oreadi che si inoltrarono precedendo il gruppo e accendendo loro le torce con la loro voce. Si giunse quindi in corrispondenza di piazza attraversata da una via perpendicolare al corridoio prodotto dalla scala.

Tutti poterono notare come la struttura labirintica fosse del tutto assente rispetto alla zona precedente dei tunnel scavati nella roccia, ma anzi conservava una assoluta ortogonalità nella costruzione dei passaggi e delle vie. La zona era illuminata con un complesso insieme di torce e persino la luce solare sembrava giungere da alcune fenditure nella roccia, fatte in modo da permettere una illuminazione non troppo intensa dove fosse però facilmente visibile la strada.

Il corridoio dello scalone si interrompeva lì e non procedeva in linea retta, dove era invece posta una specie di finestra che dava sull'esterno. (Possibile che nessuno la avesse notata prima? O forse era sull'altro versante?) Una seconda rampa riprendeva alla sinistra di quella appena conclusa e proseguiva verso un piano superiore. Tutti gli edifici erano disposti lungo questa via e non sembravano essercene altri che rientrassero ulteriormente nella montagna.

La creatura avanzò fino al centro dello spiazzo, dove vi era una piccola fontana zampillante: "Fermatevi per qualche minuto in quell'edificio con gli archi - disse indicando con la cosa una struttura li vicina - I preparativi sono quasi ultimati!"

Poi si diresse verso la seconda scalinata che portava al piano superiore.

Le strade non erano affollate, ma parecchie persone di ogni razza ed etnia sembravano attraversarle, molte guardavano il gruppo stupite, chi ricambiando con un sorriso, chi semplicemente con una buffa faccia deformata dalla sorpresa e in poco si formò una piccola folla attorno al gruppo.

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Zeta percorse silenziosamente il tunnel, così come il lungo corridoio e le scalinate. Non nascose però lo stupore per la trasformazione dell'ambiente, si passò da una grotta a una città scavata nella roccia. Lasciati soli dalla creatura draconica domandò a Knerf Ehi, ora che ci penso Knerf cosa ti era preso mentre pensavi agli indovinelli, sembravi tanto in difficoltà e poi li hai risolti in un attimo!

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"Hum? ... Io? Oh, be' credo nulla, una buona preghiera e molta fortuna, forse agevolata dal fato divino! Ahahah" rispose il paladino senza perdere un attimo, poi come per cambiare discorso si avvicinò alla gente che stava continuando ad arrivare e cominciò a presentarsi.

Zeta

Spoiler:  
Intuizione 17 + 0 = 17

Per quanto potesse sembrare calmo nel dare la risposta hai la strana impressione che Knerf non abbia veramente detto tutto... Forse è solo un'impressione, vale la pena insistere?

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Appena usciti alla luce del sole mi sentii subito sollevato dal fatto di non avere più una montagna sulla testa. Lo stupore nel vedere così tanta gente venne subito sostituito dal crescente nervosiamo dovuto a tutti quegli sguardi curiosi. Prima che la folla si facesse troppo densa, sgattaiolai verso la finestra per ammirarne il panorama.

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Clouder si allontanò dal gruppo e si avvicinò alla grande apertura che dava sull'esterno, dopo essersi coperto per qualche momento gli occhi a causa del sole, la visuale che gli si presentò era una delle più suggestive che si potessero vedere: l'ampia foresta copriva una vasta zona davanti alle montagne, ma oltre si poteva vedere molto altro. Si vedeva la palude e finalmente riuscì a farsi un'idea chiara della sua posizione e di come fosse strutturata: la parte più esterna la aveva visitata, ma di quella più interna non sapeva ancora nulla, vi era una vegetazione più fitta ma del tutto secca, vi era inoltre una mastodontica struttura che si innalzava al confine tra la palude, la foresta e quella che sembrava una pianura, oltre la quale c'era l'oceano, o almeno così sembrava da quella distanza. Anche se preso da quella visione osservò fino alle pendici della montagna, notando la rossa vegetazione che aveva attraversato la mattina, poi notò un'area di roccia che sembrava avesse preso fuoco. Cosa alquanto strana? No, non se... Controllò il resto della roccia e ben presto notò alcune figure che stavano discutendo, erano quattro! Anche se senza un grande sforzo dell'immaginazione individuò in quelle persone i suoi compagni rimasti fuori: Fian, Lorentz, Kalian e Ras.

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Luxara ascolta la risposta del paladino. "Non so come ha fatto, ma secondo me ha barato. Se però il drago non ha avuto niente da ridire, per una volta sono contenta della disonestà degli umani. Non sarebbe cambiato molto per me, in fondo sono già una schiava, ma sicuramente ne avrebbe risentito il mio popolo."

Lasciando da parte i pensieri foschi, la strix si concentra sull'ambiente circostante. Osserva la gente che abita sotto la montagna, in particolare le razze senza sangue umano, e l'ambiente in cui vivono.

@DM:

Spoiler:  
Percezione +6.
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Guardandosi Luxara attorno scorse persone di pressoché qualunque razza a lei nota e un paio mai viste prima, vi era anche uno strix adulto tra la folla che era giunta.

Tutti portavano con se qualcosa che permettesse di definire la loro professione, chi aveva con se libri e pergamene, chi utensili da cucina, chi armi o strumenti da fabbro, inoltre ognuno indossava una spilla sulla quale vi era rappresentato un simbolo, alcuni erano simili, altri diversi, ma a colpo d'occhio non si riusciva bene a definire cosa indicassero. A dire il vero non sembravano un popolo di combattenti, anzi gli unici a portare armi parevano essere le guardie stesse.

Dell'ambiente non si poteva dire molto visto soltanto dall'esterno, ma il luogo sembrava molto ben tenuto e ricco di agi. Si vedeva il lungo viale, decorato con piante di diverso tipo e alcune locande che si stavano spopolando per affluire nella piazza, si notavano anche i vari posti di lavoro sparsi tra le abitazioni, l'unica cosa che non era presente erano gli orti e gli animali, che non sembravano esserci in quel luogo.

La popolazione sembrava passare una buona vita, non si vedevano persone molto povere e nemmeno malati in cerca di aiuto. Tutti sembravano essere perfettamente in grado di parlare il draconico e anche il comune.

Giunse infine il dragonide che con un colpo secco della coda contro una specie di gong richiamò a se l'attenzione: "Questo gruppo di avventurieri ha superato la prova dei quindici indovinelli! È giorno di festa questo, da tempo non succedeva una cosa simile, pochi di voi oramai ne hanno memoria. Venite, venite con me, è stato allestito un banchetto nella sala del consiglio!"

La folla si sciolse pian piano, invitando il gruppo a proseguire con loro, e proseguendo verso la rampa di scale che saliva.

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Gli avventurieri ripresero il cammino insieme alla folla per dirigersi su un altro piano dell'imponente struttura.

Luxara nel tragitto si avvicinò allo strix che aveva visto precedentemente e non gli fu difficile, perché si procedeva molto lentamente. L'altro, proseguendo di fronte a lei, però non sembrò averla notata.

Si salirono diverse rampe di scale, fino a giungere in una sala dalla forma di un ovale allungato. Quello da cui il gruppo era giunto non sembrava essere l'unico accesso alla stanza, infatti stava giungendo gente anche da altre entrate e si era giunti ormai ad almeno un migliaio di persone, nonostante ne stessero continuando ad arrivare. Incredibilmente il rumore non era troppo forte e si riusciva a parlare senza dover alzare la voce.

L'unico a mancare sembrava essere l'anziano dragonide che aveva accompagnato gli avventurieri fin lì.

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Giunse infine anche il dragonide da un ulteriore passaggio, ma non era solo, con lui vi erano altri vecchi draghi, della sua stessa specie. In fondo a questo corteo giunse una donna in armatura che cavalcava quello che poteva sembrare un giovane essere della razza degli altri. L'armatura non era delle più pratiche per la battaglia, ma di sicuro rappresentava con il suo sfarzo l'alta carica che ricopriva.

Sempre la guida che aveva condotto il gruppo fin lì si mise a parlare: "Vi presento Salein, la principessa di questa città! Ovviamente la conoscete tutti, oh miei concittadini, ma di sicuro è una figura nuova per gli avventurieri che ci hanno raggiunto oggi! E ora è il momento di annunciare una notizia ignota ai più: nello scrigno aperto per aver superato tutti gli enigmi ci era una campana e con mio grande stupore ho saputo che è quella della nostra principessa, quindi gioiamo, anche un nostro regnante ora è un custode della vita! Che la festa abbia inizio!"

Improvvisamente il silenzio si tramutò in un boato di urla e di risate, ben presto furono imbanditi dei tavoli e tutto fu pronto per un grande banchetto dall'aria, sembrava, alquanto informale, siccome mancava ogni tipo di panche o di posate, tipiche della maggior parte delle terre dalle quali il gruppo di festeggiati proveniva.

TUTTI

Spoiler:  
Per favore, ditemi qualcosa su cosa devo fare, nel seno se proseguo senza che voi diciate nulla, mi soffermo di più perché volete intrattenere un discorso, volete che vada avanti fino a quando non uscite da lì... Non saprei se no come fare, infatti ho aspettato due giorni prima di scrivere qualcosa, incerto sulla vostra volontà, se non volete postare qua fatelo pure nel topic di servizio, non c'è problema.

Proponete voi comunque cosa volete fare, tenete conto che se volete potreste anche rimanere lì, nessuno vi obbliga ad andarvene, è questo che non vorrei obbligarvi a fare: seguire una strada prestabilita. Ovviamente il tutto avrebbe diverse conseguenze.

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Luxara ascolta il breve discorso del drago, stupita per quello che sente. "Questo sarebbe il guerriero che dovrebbe combattere al nostro fianco? Una principessa con un'armatura scintillante... Spero di sbagliarmi, ma agghindata così non durerebbe un minuto."

Durante il banchetto la strix si rivolge al suo simile nella sua lingua madre: "Ciao, fa piacere vedere qualcuno della propria razza anche da queste parti. Vieni anche tu dall'altro lato dell'oceano?"

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